Gli anni senza un dio

Max Gazzè
1996

L’inverno cigola
come un carrello della spesa
a zonzo tra il pesante di noi corpi
e le anime incastonate dentro
cattedrali e panettoni non torneremo,
credo, polvere ma lievito.
Ringrazio Dio, che non mi ascolta mai
perchè sarei un diavolo per lui.

Sintomi indecenti scorrono come asfissie
ho visto baci senza labbra
«addio Gesù bambino»
abbandonati poi, dall’altra parte,
tossi e smocciolio
verdetti logori di zie d’ingombro,
verso un neo.

Ringrazio Dio, sgomento e musica
perchè sarei acqua nelle vene.

«Vedi figlio mio,
solo poi ti accorgerai,
che è meglio non capire
le miserie strane che ho capito io
Chiudi gli occhi, è solo un fulmine
che verrà il tuono ed io non ci sarò».

Ringrazio Dio, per gli anni senza un dio
perchè sarei un uomo per metà.