Comunicato stampa del 20/5/2007 Statistiche sulle religioni? Attenti a chi dà i numeri

Quelli del Vaticano sul numero dei cattolici nel mondo sono «dati certi e senza margini di errore». Così, su tutti i giornali, Felix Machado, sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, a proposito delle recenti statistiche sulla diffusione delle religioni. Peccato che proprio i numeri presentati dal Vaticano si siano dimostrati essere meno che inattendibili a una verifica condotta dall’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), resa pubblica da tempo e mai contestata dal Vaticano stesso.

«Lo studio sui dati del Vaticano» - spiega Raffaele Carcano, autore della ricerca e responsabile del sito internet dell’UAAR - «è disponibile sulla nostra pagina web da più di un anno. E dimostra chiaramente come le statistiche fornite dalla Chiesa cattolica siano prive di qualsiasi plausibilità scientifica». Carcano, proprio sulle cifre dei cattolici nel mondo, è stato intervistato dalla BBC sudamericana poche settimane fa. E nemmeno in quella circostanza il Vaticano si è fatto sentire.

«Càpita che, in certi anni e in alcune diocesi, i nuovi battezzati segnalati dalla Chiesa cattolica siano addirittura superiori al numero dei nuovi nati nella zona di riferimento», prosegue Carcano. «A volte i numeri riferiti a un anno sono uguali, fino all’ultima cifra, a quelli di due anni dopo. In alcuni casi, nel giro di pochi anni, ci sono aumenti tali da far pensare ad autentiche conversioni di massa. Capita persino di trovare intere diocesi senza alcun acattolico, cioè con tutti i residenti classificati come cattolici, e capita addirittura che in molti casi il dato sia arrotondato alla decina di migliaia, rendendo palese che si tratta di valutazioni assolutamente arbitrarie. Qualunque statistico serio» - conclude Carcano - «si rifiuterebbe di prendere sul serio i dati presentati dal Vaticano».

Tutte le informazioni sulle statistiche della Chiesa cattolica sono reperibili all’indirizzo internet www.uaar.it. L’intervista della BBC si trova a questo indirizzo.