Il “gender” dei pinguini

di Enrica Rota

 

I pinguini: questi simpatici pennuti della famiglia degli Sfeniscidi da un po’ di anni sono diventati una spina nel fianco di tutti i bacchettoni/benpensanti/baciapile e sostenitori della famiglia tradizionale etero e monogamica ed allo stesso tempo i pupilli dei movimenti LGBTI di tutto il mondo, ed anzi oggigiorno potremmo considerarli come la dimostrazione vivente dell’esistenza del “gender” in natura. Si è infatti scoperto che i loro comportamenti sessuali sono in molti casi tutt’altro che ortodossi ed anzi abbastanza spesso piuttosto “alternativi”, e gli zoo di tutto il mondo hanno dovuto prendere atto dell’esistenza di molti individui “diversamente-sfeniscidici” all’interno delle varie specie di pinguini da loro ospitate. Ecco dunque alcuni esempi di vita sessuale pinguinesca alternativa.

Cominciamo con la storia di Roy e Silo, i due esemplari di “diversamente-pinguini” più famosi al mondo. Ospiti dello zoo di Central Park a New York, questi due pinguini antartici maschi, che vivevano insieme già da circa sei anni, erano stati osservati mentre covavano un sasso nel loro nido. Il custode dello zoo, commosso, aveva allora affidato loro un uovo che era stato abbandonato da una coppietta etero “snaturata” che non se ne prendeva cura, e da quell’uovo era nato Tango, un pulcino femmina che Roy e Silo avevano poi amorevolmente accudito fino a quando era diventato indipendente. Questa famiglia non-tradizionale pinguinesca aveva colpito molto l’opinione pubblica ed era anche uscito un libro per bambini (“E con Tango siamo in tre”, 2010 ed. italiana) che aveva suscitato polemiche a non finire, sia negli Stati Uniti sia in Italia.

Un caso simile fu quello di Z-Punkt e Viel-Punkt, due pinguini maschi gay dello zoo tedesco di Bremerhaven, che non mostravano alcun interesse per le femmine e che avevano adottato un uovo di pinguino di Humboldt abbandonato dai genitori biologici, lo avevano covato con grande cura e poi avevano allevato il pulcino esattamente come fanno le coppie di pinguini etero. Oppure quello di Inca e Rayas, una coppia gay di pinguini maschi dal becco rosso ospitati nel parco-animali “Faunia” di Madrid, che si comportano esattamente come se fossero una coppia etero e si deprimono se non hanno uova da covare. Due “grandi amici”, come li definisce la responsabile dello zoo, che allevano pulcini felici e che nulla hanno da invidiare alle coppie etero-pinguinesche.

E passiamo a un caso cinese, quello della coppia di pinguini maschi dell’Antartide di nome 0310 e 067 (i cinesi hanno molta fantasia!), ospiti dello zoo di Harbin nel Nord-Est della Cina. Come variazione-sul-tema, questa coppietta non ha adottato un uovo ma direttamente un pulcino. Precedentemente, 0310 e 067 erano stati isolati dagli altri pinguini in quanto cercavano costantemente di rubare le uova alle coppiette etero, scatenando continue baruffe. Il pulcino che è stato loro affidato faceva parte di una coppia di gemelli (cosa rarissima per i pinguini, che di norma “danno alla luce” un solo pulcino per volta) che la madre stentava ad allevare. Nonostante la apparente insensibilità per quanto riguarda la denominazione dei pinguini, i custodi dello zoo cinese di Harbin non si sono mai sognati di separare 0310 e 067 ed anzi pare abbiano fatto una grande festa in occasione del loro “fidanzamento”.

Piuttosto triste è invece la storia di Pedro e Buddy, due preziosi pinguini maschi africani appartenenti a una specie in via di estinzione. Pedro e Buddy erano stati trasferiti allo zoo di Toronto allo scopo di farli accoppiare con delle pinguine lì residenti. Siccome però i due non mostravano alcun interesse per le femmine, le snobbavano di continuo e preferivano di gran lunga la reciproca compagnia, erano stati brutalmente separati dai responsabili dello zoo (con la giustificazione del “bene della specie”) e costretti a convivere con due femmine dai nomi altisonanti: Pedro con “Thandiway” e Buddy con “Farai”: un caso pinguinesco di “terapia riparativa”, insomma! Pare che adesso siano anche diventati padri — non si sa però se siano o meno dei pinguini felici.

Ci sono poi anche i casi di “ravvedimento spontaneo”, come è stato quello di Henry e Pepper (zoo di San Francisco) o meglio soltanto di Henry, che di punto in bianco, e dopo oltre sei anni di convivenza, ha mollato Pepper per mettersi con una certa “Linda”, la pinguina-vedova-della-grotta-accanto. Henry e Pepper avevano covato alcune uova e cresciuto diversi pulcini insieme. Erano una coppia famosa a San Francisco, quasi il simbolo della comunità omosessuale lì residente. Non si sa bene quali siano stati i motivi che hanno spinto Henry a “ravvedersi”; di certo il suo “compagno” ne ha sofferto molto e pare che soltanto dopo parecchio tempo, e con grande fatica, se ne sia fatta una ragione.

C’è poi anche chi da etero diventa gay, e fa il suo “coming out” in maniera eclatante: questo è il caso di Jumbs e Kermit, due pinguini Humboldt maschi che vivono nel Wingham Wildlife Park nel Kent e che hanno lasciato le rispettive compagne per andare a vivere insieme. Anche a loro è stato affidato un uovo da covare, proveniente da una “pinguina-madre” (“Isobel”) il cui ex-compagno (“Hurricane”) si è dimostrato un completo irresponsabile e non si è mai occupato né di lei né del nido. Isobel è stata quindi costretta ad abbandonare l’uovo. Grazie alle attenzioni di Jumbs e Kermit, comunque, l’uovo si è schiuso ed è nato un bel maschietto. Jumbs e Kermit si sono dimostrati degli ottimi genitori, anzi i migliori di tutto lo zoo, a sentire i guardiani.

E passiamo agli amori palmati femminili, ossia alle coppie di pinguini-femmina. Certo sono meno frequenti delle coppie maschili, però se ne sono osservati alcuni casi in vari zoo, come quello di Georgey e Mickey, due pinguine Gentoo dello stesso zoo di Roy e Silo, oppure quello di Missy e Penelope, dell’acquario irlandese del Kerry, oppure ancora quello di Suki e Chupchikoni, due pinguine lesbiche dello zoo di Tel Aviv…

E, per finire, torniamo a Roy e Silo, i due “diversamente pinguini” più famosi al mondo. Pare che ultimamente Silo abbia lasciato il suo Roy dopo aver conosciuto una pinguina (certa “Scrappy”) proveniente dal “Sea World” di San Diego. Un altro caso di “ravvedimento” pinguinesco? Oppure qui si tratta semplicemente di bisessualità? Certo che, pur non volendo assolutamente mettere in dubbio il diritto all’autodeterminazione sessuale di ogni pinguino, dobbiamo ammettere che un po’ ci dispiace, che quella di Roy e Silo non sia stata una storia a lieto fine!

Per tirare le somme: questi Sfeniscidi si dimostrano decisamente molto spontanei e disinibiti, per quanto riguarda i loro gusti sessuali, e non possiamo quindi fare altro che trarne la conclusione che il ”gender” venga insegnato assiduamente in tutti gli ordini di scuole pinguinesche, e fin dalla più tenera età dei pulcini — diversamente come potremmo spiegarci tutti questi comportamenti “innaturali”? E va be’, ci diranno adesso i vari bacchettoni/benpensanti/baciapile e sostenitori della famiglia tradizionale etero e monogamica, in fondo sono solo pinguini, sono animali molto diversi da noi, sono uccelli, mica mammiferi, che cosa c’entrano con la nostra specie? Non vorremo mica basarci su di loro, per discutere su ciò che è o non è “naturale” per noi!

E, per parte nostra, potremmo anche essere d’accordo. Il ragionamento non fa una grinza. Vogliamo allora parlare un po’ dei bonobi?

Da L’ATEO 1/2016