Premio di laurea Uaar 2015: i vincitori

Sabato 10 ottobre si è svolta a Torino la consegna del Premio di laurea Uaar 2015, assegnati a studenti meritevoli che si siano laureati con un elaborato finale di particolare pregio coerente con gli scopi sociali dell’UAAR. Le tesi vincitrici sono pubblicate integralmente sul sito.

Sono stati premiati:

  • dr.ssa Fabiola Massimi. Morali per natura (Categoria Discipline umanistiche)

    Motivazione: Lavoro ambizioso e ben strutturato che si snoda sul difficile e ripido crinale del confine tra scienza e coscienza. Offre un contributo interessante e spunti antropologico-filosofici suggestivi attraverso una trattazione convincente ed un linguaggio colto che non cede mai alla ridondanza.

  • dr. Antonio Pandolfo. Il finanziamento pubblico alla scuola privata confessionale: il caso Bologna (Categoria Discipline giuridiche)

    Motivazione: Il lavoro è da considerarsi apprezzabile per la rigorosa ricostruzione storico-giuridica delle vicendi inerenti alla nascita e all’applicazione degli articoli della Costituzione riguardanti la scuola, che mostrano come l’ambiguità originaria delle disposizioni costituzionali abbia consentito nel tempo di erodere quello che pareva essere un divieto assoluto, ossia quello del finanziamento delle iniziative scolastiche private. Non mancano spunti personali e di particolare interesse risulta poi la vicenda bolognese, ricostruita nel dettaglio.

  • dr. Felice Scaringella. Le nuove dipendenze e i culti a deriva settaria. Uno studio empirico in una prospettiva evolutivo-relazionale (Categoria Altre discipline)

    Motivazione: Il lavoro è profondo, sistematico, scientifico e tocca un argomento di grande attualità, con approfondimenti interessanti e un tema pertinente agli obiettivi dell’UAAR. Gli aspetti prettamente clinici sono stati svolti in modo preciso e con riferimenti alla recente letteratura al riguardo, fornendo utili elementi per valutare le patologie collegabili alle varie forme di integralismo e fanatismo religioso. La relazione tra i culti settari e la patologia mentale è stata affrontata con particolare cura e approfondimento, andando oltre le facili argomentazioni da psicologia popolare. Le sette rappresentano infatti una condizione speciale e minoritaria, ma sono anche delle tendenze potenziali per tutti quelli che rinunciano all’uso della ragione e al paradigma della complessità. Non da ultimo il lavoro problematizza anche uno degli aspetti centrali per gli obiettivi dell’UAAR: l’abuso dottrinario sui minori e la necessità della loro salvaguardia e tutela.

La redazione

6 commenti

firestarter

Complimenti ai vincitori. Spero che il lavoro premiato in “Altre discipline” venga ripreso ed esteso alo studio di culti settari non esplicitamente religiosi, ma che con questi ultimi ne condividono la struttura e le relazioni tra gli adepti e i capi carismatici. In Italia ce ne sono vari esempi anche recenti.

Purtroppo l’essere atei rispetto alle religioni non immunizza dalle psicosette.

Ateo64

Mi sembra molto interessante il lavoro del dr. Felice Scaringella.

Frank

Dialogo della foto.

Lei: E alla fine “vingiamo” noi!!!
Lui: Credo tu abbia proprio ragione sulle nuove dipendenze e i culti a deriva settaria….
L’altro: E io che ti avevo detto?

sumadart son

@Ateo64:
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Vabbe` visto che i commenti scarseggiano E tu invochi la presenza di qualcuno scrivero` io qualche cosa (e subito immagino pioveranno i commenti di risposta immagino 🙂 ) giusto cosi` di prima battuta senza dedicar_vi_ci_si troppo tempo.
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Cosa posso dire a questi tre giovani belli, sorridenti, pieni di belle speranze e con gli occhiali neri e ben segnati (quasi il mio stesso modello 🙂 ) se non quanto segue:
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Avete una laurea in materie “poco tecniche” (almeno cosi` sembra) per cui spero abbiate gia` pronte le valigie per fuggire via da questa italietta degli italioti dove gia` i laureati “pratici” sono a rischio di sotto-lavori con stipendi e paghe da fame ma per le altre discipline e` ancora peggio.
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Per cui fuggite via SE non trovate nulla di serio entro i prossimi cinque anni.
Altrimenti vi si prospettera` una serie di offerte lavorative di telemarKKettering, coll-senter, web-soCCial-content-editor,giunior-soCCial-Network-manager et similia alla splendida cifra di 500 EUR al mese ovviamente con contratti precari di massima durata di tre mesi.
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Altrimenti l`alternativa (almeno per avere uan certa stabilita` economica) e` il lavoro da professore sotto-pagato (se uno e` un valido motivatore e comunicatore di sapere e conoscenza…altrimenti e` fin troppo pagato) e precarizzato a vita la cui cattedra di ruolo sara` prevista cinque anni prima della pensione.
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia).

Ateo64

Mi sento di corregere solo 5anni in 2-3… poimeglio cambiar aria.

Comunque ho scaricato e sto leggendo, a spizzichi e bocconcini che il tempo m’è tiranno, la tesi del dr. Felice Scaringella. Pare interessanteanche se non condivido il fatto di nonconsiderare le religioni secolari o a grande diffusione delle sette.
Vero è che per setta s’intende un qualcosa con certe caratteristiche ben precise ma sinceramente a parte il numero degli adepti che differenza ci trovate voi per esempio fra una religione come quella cattolica/musulmana e queste definizioni:
“è possibile definire culto distruttivo un “gruppo o movimento che mostra una grande o eccessiva devozione o dedizione a persone, idee od oggetti e utilizza tecniche antietiche (ingannevoli e indirette) di condizionamento o di controllo strutturate per perseguire gli scopi del leader con la possibilità o la certezza di un danno a carico dei membri, delle loro famiglie o della società nel suo insieme””.
Ora tutto è opinabile ma certo se chiedi ad un adepto di una setta se riconosce per la sua setta questa definizione sicuramente ti risponde di no!
Io mi sento di poter tranquillamente affermare che le religioni tradizionali/secolari si confanno a questa definizione pur se con metodi e modi subdoli o comunque ritenuti, a torto, non dannosi dalla società solo perchè ormai interiorizzati.

Oppure quest’altra:

“Tra le caratteristiche individuate dall’Associazione degli Psicologi Americani, atte a fornire una descrizione generale della struttura dei culti distruttivi , è possibile far riferimento a tre grandi classi:
1-Adesione fanatica dei membri all’identità del leader e/o alla causa del gruppo.
2-Sfruttamento dei membri.
3-Danneggiamento o pericolo di danneggiamento”

Ed ancora questa discutibilissima affermazione:

“un individuo che non faccia parte di un’istituzione religiosa tradizionale e secolarizzata non significa che sia deviante o, peggio ancora, manipolato, tuttavia, non si può negare che alcuni gruppi adottino tecniche finalizzate allo sfruttamento e alla manipolazione delle
coscienze portando gli adepti in uno stato di sottomissione attraverso l’induzione
di paura e sensi di colpa”.

Induzione di paura e sensi di colpa… strano mi pare che lo facciano in piena regola anche le tradizionali e secolarizzate.

Continuerò a leggere ma trovo sempre, sempre, una certa anomala sospetta accondiscendenza nei confronti delle “grandi” religioni. Quasi una paura di creare fastidio. Si sta sempre attenti a non pestare troppo i piedi ai grandi.

Comunque è palese che parliamo di religioni che ai loro albori erano indistinguibili sotto ogni aspetto dalla definizione di setta comunemente accettata oggi e direi anche che forse avranno perso qualche pelo ma non il vizio.

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