Trento, come una scuola privata cattolica insegna l’omofobia

In una scuola paritaria cattolica di Trento si insegna l’omofobia e si propugnano le presunte terapie riparative pseudoscientifiche per “curare” i gay. Viene usato un libro di testo, consigliato dall’insegnante di religione e vicepreside, per l’educazione all’affettività: testo scritto da un prete, don Gimmi Rizzi, ed edito dai salesiani.

Vi si legge che l’omosessualità è un “disordine nella costruzione della propria identità sessuale”, “una tendenza contro il progetto di Dio”, che “un rapporto fra omosessuali è dunque sempre da condannare”, che “all’origine dell’omosessualità non vi stanno cause genetiche (in altre parole gay non si nasce) ma vi stanno certe relazioni che il soggetto ha vissuto in famiglia e in altri ambienti che lo hanno portato ad un disordine nella costruzione della proprio a identità sessuale (per es. bisogni affettivi non soddisfatti durante l’infanzia)”: quindi “è alquanto opportuno accompagnare l’omosessuale perché MODIFICHI IL SUO ORIENTAMENTO SESSUALE” [il maiuscolo è nell’originale].

Una madre, venuta a conoscenza del tipo di nozioni insegnate alla figlia, ha denunciato l’accaduto. Ora la figlia non frequenta più quell’istituto. Il problema è che questa è la prassi dell’educazione cattolica dentro le strutture confessionali, perfettamente in linea con la dottrina. È assurdo che istituti del genere, nei quali si insegnano idee discriminatorie, vengano foraggiati dallo stato.

“Sei gay? Devi cambiare” Lezione choc in una scuola di Trento

Archiviato in: Flash

38 commenti

Gianluca

Non è solo questione di finanziamenti, queste scuole bisognerebbe chiuderle forzatamente. Io non posso aprire una scuola dove insegno che i neri sono inferiori, tanto per fare un esempio analogo.

Remo

Pensa che su molti siti ripara-gay portano l’esempio di Maicol Garcson come quello di un uomo che ce l’ha fatto da nero a diventare bianco.

Diocleziano

**“è alquanto opportuno accompagnare l’omosessuale perché MODIFICHI IL SUO ORIENTAMENTO SESSUALE”**
Magari smagnetizzandolo? 😈

Stefano™

@ Diocleziano

Del resto un testo scritto da don Gimmi Rizzi… 🙂

RobertoV

Immagino quali “competenze” abbia tale “studioso”.
Per esempio ha scritto:
Forza Don Bosco (Clackson): Il sussidio trae dalla biografia di Don Bosco consigli per la vita e la crescita dei ragazzi. La figura del santo viene letteralmente vivisezionata, e le parti più importanti del corpo diventano occasione per presentare episodi della sua vita e gli insegnamenti che ne derivano: 1. I piedi consumati (il pescatore di anime); 2. Le mani bucate (la Grazia da distribuire); 3. Gli occhi che leggono in fronte (la strada da indicare); 4. La bocca che parla al cuore (la Parola da trasmettere); 5. Il naso che sente l’odore del peccato (la salvezza da donare).

Sandra

Don rizzi è uno scrittore prolifico:
da w w w.seminariobergamo.it/05pubblicazioni/testi_collane/collana.asp
“I diversi libri della collana presentano una parte del materiale pensato da don Gimmi Rizzi per la comunità delle Medie del Seminario”

Una parte del materiale, quella che considerano pubblicabile? Chissà il resto!

Frank

“Sei gay? Devi cambiare” Lezione choc in una scuola di Trento.

Papa ufficiale: E allor? Anche gli eterosessual devon cambiar, prima de una salita, prima de una curva, in un rettelinio por acelerar….
Segretario: Ehmm…. penso che lei abbia frainteso il tipo scuola di cui parla l’articolo.

gmd85

Sei idiota? Non cambierai” Non gliel’ha detto nessuno a questo?

Ateo64

Che indecenza e che tristezza…
Pensare che queste prediche vengono da gente che per paura di prendere consapevolezza della finitezza della vita si è inventata un al di là ed un dio immagginario.
Gente che per paura di non sapersi comportare bene ha bisogno di pensare di essere sorvegliata da un angelo custode.
Gente che per paura di fare una vita miserabile senza avere la certezza che si avverino le fesserie in cui crede si è inventata l’escamotage della confessione con relativo sbiancante per rimettersi in carreggiata. Così si “pecca” e si sollazza per sei giorni su sette come fan tutti e poi però, più “furbi” degli altri, ci si pente il settimo.
Se non sono infantili e squilibrati questi…

Paolo Urraci

La cosa da fare sarebbe che tutto il mondo decidesse all’unisono di impegnarsi per lo studio della medicina fino a trovare il modo di vivere per sempre. Secondo me se ci si mette con estrema volontà tralasciando totalmente il resto in un paio di secoli se non meno ci si riesce. I nostri nipoti avrebbero quindi letteralmente tutta la vita per trovare anche il modo di migliorarne anche la qualità.

benjamin l'@sino

Libertà d’espressione. Mica può essere unidirezionale, se no si commette lo stesso errore, la stessa stortura, solo che lo si fa al contrario.

benjamin l'@sino

L’unica cosa che trovo indegna è che lo Stato ci metta i miei soldi, indipendentemente dai contenuti.

Engy

però dovresti fare degli esempi concreti Benjamin, secondo me, sennò non mi pare molto chiaro.
Io invece penso che non sempre tutto è riconducibile ai soldi, e che certi contenuti falsi, pur rientrando nelle PROPRIE convinzioni personali legittime, non debbano essere proposti a dei ragazzini come dati di fatto.

benjamin l'@sino

Il problema è che non siamo tutti d’accordo su quali sarebbero i contenuti falsi e quali quelli veri. La cosa diventa ancor più evidente (e, alla fin fine, virulenta) quando una comunità cessa d’avere un’impronta culturale uniforme. Sono le basi dei contrasti e, nei casi peggiori, dei conflitti fino alle più estreme conseguenze.

gmd85

@E.n.g.y

Se continui con la solita solfa dell’idea legittima non vai oltre. Finché si rispetta un’idea che è palesemente stupida, il problema di chi la vuole imporre ci sarà sempre. Ma sia mai che qualcuno si offenda…

Engy

“Il problema è che non siamo tutti d’accordo su quali sarebbero i contenuti falsi e quali quelli veri”
Vero.
Si ritorna quindi sempre a un discorso di quel minimo di sensibilità che a volte impone una sorta di autocensura per non ferire la sensibilità degli altri.

gmd85

@E.n.g.y

Non mi sembra che tu applichi molto ciò che sostieni 😑

Sandra

engy,
basterebbe l’autocensura SE ci fosse reciprocità. Come quella vecchia battuta, “prometto di non dire + che i socialisti rubano, loro in cambio potrebbero smettere di rubare”, sostituendo socialisti con preti e rubare con impicciarsi, si arriverebbe facilmente a un maggior rispetto per la sfera religiosa, dato dalla separazione dei ruoli. Se però le gerarchie ecclesiastiche continuano a invadere il campo civile, per reciprocità non resta che invadere il loro di campo.
Non puoi pretendere rispetto se non lo concedi, né se non lo meriti!

Nel nord europa non si bestemmia, non esiste nemmeno la parola bestemmia. In cambio non hanno crocifissibenedizioniprocessionimessescolastichepapiecardinaliaognitg….. ci sono persino chiese cristiane che celebrano nozze gay! Sono quasi sicura che nessun prete farebbe circolare a scuola un testo con le boiate di cui sopra, ma per paura di denunce, bensì del ridicolo: la gente si soffocherebbe dalle risate, la ccar è probabilmente l’organizzazione a più alta percentuale di omosessuali al mondo, sarebbe un autogol clamoroso! Certo, ci vuole senso dell’umorismo, che andrebbe coltivato, insieme alla comprensione dei testi, e in Italia siamo abbastanza indietro in entrambi gli aspetti .

Engy

no Sandra, io non comincio a comportarmi bene solo dopo che l’ha fatto l’altro, maggioranza o minoranza che rappresenti.
Non si insegna (o non si dovrebbe insegnare) ai figli a “darle” ancora più forte nel momento in cui le “prendono” o di giustificare qualche loro negativo comportamento emulativo perchè “tanto l’hanno fatto anche gli altri”
“Non puoi pretendere rispetto se non lo concedi, né se non lo meriti”! Sì, ok, ma questo vale quando guardiamo NOI stessi allo specchio. Se invece inverti le parti e dici, magari, che “non puoi NON concedere rispetto anche a chi non ti rispetta”, vedi che la questione cambia.
Non credo proprio che tu non conceda rispetto a chi non ti rispetta, non ci credo, anche se non ti conosco.
A meno che non vogliamo rimanere eternamente dei bambinoni, scusami eh, come discorso generale …..

Tino

Aspetta un attimo benjamin
La libertà di espressione qui non c’entra va bene con adulti e al limite all’interno di un dibattito in una rivista di psichiatria. Ma non certo con minori a cui non si può proporre terapie che non sono valide scientificamente, cosa vuol dire che se domani un’insegnante vuole insegnare a scuola senza preservativo non si rischia nulla lo lasciamo fare ?

Angelo

Per insegnare serve il preservatvo? Comunque il concetto e’ giusto. La societa’ civile e la sensibilita’ delle persone cambia e di conseguenza cambiano i limiti delle azioni e delle espressioni possibili. Pensa al Decamerone, molte delle storie presentate come divertenti oggi sono considerate racapriccianti.

Tino

Sì 🙂 volevo dire insegnare che il preservativo non protegge dalle malattie infettive.

Sandra

Un insegnante NON dovrebbe affatto essere libero di dire tutto quello che gli passa per la testa in classe. Almeno, in una scuola statale o paritaria, dove ci si dovrebbe attenere ai programmi ministeriali.

Oltre a tutte le assurdità elencate nel post, che razza di cretinata è questa:
“Nell’adolescenza è infatti possibile assumere certi comportamenti di stretta amicizia con l’amico del cuore che possono essere confusi per comportamenti omosessuali.”?
E’ un testo chiaramente scritto per le paranoie da seminario. Brano raccapricciante e significativo, ecco come escono certi personaggi da questi posti, altro che aiutare a cambiare o spiegare.
Che in una scuola paritaria si usi un testo da madrassa è allucinante! Altro che libertà di espressione, non si può avere la libertà di rovinare dei ragazzini!

RobertoV

Quindi posso fare una scuola privata in cui insegno ai ragazzi il creazionismo, o che le donne sono inferiori e devono essere sottomesse, oppure una scuola dove insegno le teorie della razza, oppure dove incito all’antisemitismo, una scuola islamica dove insegno la guerra santa, o una scuola dove insegno ai ragazzi a curarsi con la magia: tutto è libertà di espressione?

gmd85

@benjamin

Ti ripropongo una domanda a cui non hai dato risposta un po’di tempo addietro.
Diresti lo stesso se a scuola ci fossero i tuoi figli e se si insegnase loro che essere figli di un Benjamin l’@asino sia un orribile male da curare? E se i tuoi figli fossero gay?

benjamin l'@sino

Non ho figli, mi son guardato bene dal trascinare in questo macello persone che per loro fortuna non esistono. Ti rispondo dunque in astratto: già ora nella scuola si insegnano parecchie cosette che etichetto tranquillamente come “elementi travianti”, e le si insegna con un’impronta così unilaterale e capillare che neppure Orwell avrebbe immaginato tanta efficienza nel plasmare le menti. Molte di quelle “cosette” riguardano la religione, molte altre (forse di più) sono alquanto laiche. Fossi genitore probabilmente farei di tutto per scegliere l’opzione della formazione in famiglia (è un’opzione legalmente prevista e praticabile, compiendo i passi giusti; mi stupisco che praticamente nessuno se ne avvalga).

Diocleziano

Benjamin
Quanti genitori pensi che ne sarebbero all’altezza?
E di quelli che ne sarebbero all’altezza, quanti troverebbero
il tempo (la voglia) di farlo?

gmd85

@benjamin

Quali sarebbero le cosette trapianti laiche? Sull’home schooling nutro gli stessi dubbi di Diocleziano.

Engy

Hai ragione o my darling Diocleziano, e l’inadeguatezza palese della maggior parte dei genitori è dimostrata dal fatto stesso che quella della formazione in famiglia è una strada pochissimissimo praticata.
Preciso che io per prima non sarei all’altezza e non avrei neanche la pazienza e il tempo.
In ogni caso, anche ammessa una ipotetica competenza delle famiglie, è una strada che personalmente NON percorrerei mai.

paniscus

per benjamin:

Fossi genitore probabilmente farei di tutto per scegliere l’opzione della formazione in famiglia (è un’opzione legalmente prevista e praticabile, compiendo i passi giusti; mi stupisco che praticamente nessuno se ne avvalga).
———————————————

Seeehhhh, e tu ti illudi che chi fa quella scelta lo faccia per elevate ragioni di eccellenza culturale. In Italia, quei pochissimi che lo fanno, lo fanno esclusivamente per fanatismo ideologico ancora peggio di quello delle scuole confessionali (magari non cattolico ma new age o roba del genere), oppure per ragioni esclusivamente umorali ed emotive che soddisfano un bisogno viscerale dei genitori e non del figlio.

L’atteggiamento più comune che porta a una scelta del genere è un mix esplosivo tra il disprezzo per qualsiasi forma di studio e di cultura “ufficiale”, e l’ansia patologica per la protezione del bambino, che deve essere preservato da qualsiasi interferenza esterna, e soprattutto da qualsiasi regola imposta, e da qualsiasi sforzo, fatica e contrarietà… (cioè, “povero cucciolo mio che devi andare in quel posto tanto brutto e tanto triste che è la scuola, dove ci sono le maestre tanto severe che ti costringono a stare seduto nel banco invece di lasciarti libero di fare quello che ti pare, vieni qua che ci penso io tutta da sola, tanto che ci vuole a insegnarti quelle quattro sciocchezze che si imparano a scuola e che può improvvisarsi chiunque…”)

Altro che preoccupazioni culturali.

G.B.

Invece i loro santi che predicavano agli uccelli, oppure, per non assere da meno, ai pesci, o, peggio, che leccavano le piaghe degli ammalati e cacciavano la faccia negli escrementi sono modelli da imitare. E dopo hanno il coraggio di tuonare contro il relativismo!

paniscus

La cosa più surreale in tutto questo è che la signora, prima, sceglie di mandare la figlia in una scuola confessionale, e poi si scandalizza perché questa effettivamente si comporta da scuola confessionale.

Un po’ la stessa dinamica di quei genitori che prima iscrivono il figlio all’insegnamento di religione cattolica (anche nella scuola pubblica, eh, non parlo solo di scuole confessionali), e poi, quelle pochissime volte che capita che l’insegnante di religione faccia effettivamente il suo mestiere, ossia si permetta anche di parlare di concetti crudi ma importantissimi che fanno parte dei fondamenti della religione cattolica, compresi anche il peccato, il diavolo, l’inferno, il sacrificio di sangue di Gesù (tutti concetti PERFETTAMENTE ammessi dalla dottrina cattolica, e che anzi ne stanno alla base),si scandalizzano e lo contestano perché “troppo fanatico” e perché avrebbe “spaventato i ragazzini”. Interrogati poi sul perché mai si fossero stupiti, e sul perché avessero iscritto il figlio a religione se non erano d’accordo con i contenuti di tale dottrina, rispondono: “Eh, ma noi pensavamo che nell’ora di religione si dovesse parlare solo di pace, di amicizia, di fratellanza e di quanto è bello volersi bene…”

Cioè, la gente vuole a tutti i costi l’infarinatura di religione cattolica, purché NON SEMBRI religione cattolica, purché e non costi niente in termini di riflessioni, di coerenza e di eventuale disagio interiore. Mi pare quanto meno un po’ infantile!

L.

Engy

Penso che è’ vero quel che dici, in generale, ma nel particolare non credo che tutti gli insegnanti di scuole di ispirazione cattolica dicano ai loro studenti che gli omosessuali sono malati da curare.
Purtroppo o per fortuna la rozzezza, l’insensibilità e l’ignoranza contraddistinguono insegnanti (e persone) sia di scuole pubbliche che private e invece ha fatto benissimo la signora a protestare e personalmente non vedo alcuna contraddizione.

RobertoV

paniscus
Perchè ti stupisci?
La maggior parte dei cattolici ha una visione molto personale del cattolicesimo e solo una minoranza concorda con esso. E la stessa chiesa sta attenta a non pretendere troppo, altrimenti rischierebbe di perdere troppi fedeli e, soprattutto, il suo potere di supervisione e controllo.
Se le sue scuole diventassero delle madrasse, si svuoterebbero.
Molti cattolici scelgono le scuole cattoliche, non per l’insegnamento cattolico, ma perchè le ritengono delle isole “protette” all’interno della società. Niente scioperi, pochi immigrati e selezionati, compagni selezionati, ceto sociale selezionato, niente drogati, ragazzi “più controllati”, insegnanti più affidabili” spesso aiutati dalla propaganda contro il pubblico, orari più flessibili ed estesi, aiuto per i compiti, maggiori possibilità di accordarsi per lo studio visto che pagano, perchè si fidano di più del privato che del pubblico, ecc. Molti sono semplici luoghi comuni, frutto di propaganda, ma non puoi certo pretendere che vadano ad indagare.
Poi quando qualcuno si attiene effettivamente a cosa dice realmente la chiesa cattolica, scoprono che questo contrasta con quanto pensano loro e con le loro aspettative sulla scuola. E’ la stessa cosa che succede quando qualche prete o vescovo a messa o in oratorio si comporta conseguentemente alla posizione ufficiale della chiesa. Nel dire e non dire, nell’ambiguità sono maestri.

Sandra

“religione cattolica, purché NON SEMBRI religione cattolica”
A me sembra però che molto spesso venga usata la parola “cristianesimo” al posto di “cattolicesimo”. Nello stesso sito della scuola in questione – ma anche sulle linee guida dell’irc nella scuola statale a cui ho dato una sbirciata veloce – compare assai più frequentemente “cristiano” e derivati, che non “cattolico” e simili. Una comunicazione ambigua, che poi dà spazio da una parte ad aspettative, infantili e ingenue ma non tanto ingiustificate date le premesse, di una certa “morbidità”, dall’altra concede grande libertà didattica, e qui l’ingenuità non si vede affatto. Soprattutto se i più “soft” valori cristiani si ritrovano associati in slogan tipo “persona da rispettare e da valorizzare” e “ragionare criticamente”. Insomma, c’è anche chi ha creduto a Wanna Marchi.

Commenti chiusi.