Proposte di lettura

Segnaliamo alcuni libri, usciti negli ultimi mesi, in cui si approfondiscono i temi di cui si interessa l’Uaar. Tutti i testi sono stati acquistati tra maggio e giugno dalla Biblioteca Uaar e sono disponibili per la consultazione. Chi è impossibilitato a visitare la Biblioteca o preferisce acquistare i suoi libri preferiti può farlo attraverso il sito Uaar: in tal modo contribuirà a sostenere l’associazione.

AIKIN SCOTT F., TALISSE ROBERT B.: Ateismo ragionevole (Nessun Dogma)
BONCINELLI EDOARDO: Noi siamo cultura. Perché sapere ci rende liberi (Rizzoli)
CHARB: Lettera ai truffatori dell’islamofobia che fanno il gioco dei razzisti (Piemme)
COYNE A. JERRY: Faith Versus Fact: Why Science and Religion Are Incompatible (Viking)
CUNNINGHAM DARRYL: Racconti di scienza. Bugie, bufale e truffe (Nessun Dogma)
FERTILIO DARIO: L’anima del Führer. Il vescovo Hudal e la fuga dei nazisti in Sud America (Marsilio)
FOUREST CAROLINE: Eloge du blasphème (Grasset)
HARRISON GUY P.: 50 motivi per cui si crede in Dio, 50 ragioni per dubitarne (Nessun Dogma)
HIRSI ALI AYAAN: Eretica. Cambiare l’Islam si può (Rizzoli)
LAW STEPHEN: Credere alle cazzate. Come non farsi succhiare in un Buco nero intellettuale (Nessun Dogma)
LEGRENZI PAOLO: 6 esercizi facili per allenare la mente (Raffaello Cortina)
MALIK KENAN: The Quest for a Moral Compass: A Global History of Ethics (Melville House)
MC GOWAN DALE, PINN ANTHONY (edd): Everyday Humanism (Equinox)
NICOLOTTI ANDREA: Sindone. Storia e leggende di una reliquia controversa (Einaudi)
ODIFREDDI PIERGIORGIO: Il giro del mondo in 80 pensieri (Rizzoli)
SHERMER MICHAEL: Homo credens. Perché il cervello ci fa coltivare e diffondere idee improbabili (Nessun Dogma)
WILSON SEAN MICHAEL, EMERSON HUNT: Goodbye God? An Illustrated Exploration of Science Vs. Religion (New Internationalist)

La redazione

Archiviato in: Biblioteca, UAAR

28 commenti

Stefano ™

Ho appena finito di leggere l’ultimo libro di Coyne sul contrasto tra fede e scienza (Faith Versus Fact: Why Science and Religion Are Incompatible)
Coyne chiaro e rigoroso come sempre.
Questo e il precedente, “Why evolution is true”, sono tra i migliori che ho letto negli ultimi anni.

Aristarco

George Coyne mi ha sempre intrigato.
In particolare mi piacerebbe leggere i due titoli che hai citato, ma aimè ho ben poca dimestichezza con l’ anglosassone (ed anche l’ italico, per la verità …).
Domanda : ma di ‘sti due titoli, una traduzione in volgare non esiste ?

Stefano ™

@ Aristarco

del primo, Why Evolution is True, esiste la traduzione (Perché l’evoluzione è vera).
Il secondo (Faith Versus Fact) è appena stato pubblicato, la traduzione non c’è ancora.
Il nome è Jerry, però.
In realtà oltre a questi due ne ha pubblicati altri, quelli di cui ho scritto sono i più noti.

Florenskij

@ Aristarco. Poca dimestichezza con l’italico… ahimè. Infatti “ahimè” si scrive con la “h” in mezzo. Per il resto, può consolarsi. Franco Tommasi, il valoroso ingegnere elettronico pugliese che ha scritto ” Non c’è Cristo che tenga”, testo di critica biblica (con ampie sezioni improntate al “wishful thinking” anticattolico) consigliato dall’UAAR, confessa di non avere dimestichezza col Tedesco, che è la lingua base della critica biblica. Chapeau !

NB. Lunga assenza per rottura di tablet + baby sitting, direi entusiasmante.

Diocleziano

Ma io scommetto che anche tu hai letto qualche libro di esegesi biblica scritto da qualche pretonzolo che di tedesco mastica solo i crauti… 😈

gmd85

@Flo

Sia cosa è una traduzione, si?
Davvero pensi che consideriamo valide tue eventuali affermazioni riguardanti wishful thinking?
Sull’ahimè neanche ti commento.

Frank

Il Florenskij che accusa qualcuno di fare “wishful thinking” potrebbe essere utilizzato al posto del detto “il bue dice cornuto all’asino”.

RobertoV

Florenskij
Esistono anche le traduzioni, se fatte da professionisti sono di valore. Dubito che la maggior parte degli studiosi conosca così bene il tedesco da poter leggere in lingua originale senza correre il rischio di cattive interpretazioni o buchi nella comprensione. Inoltre secondo Cantalamessa il massimo esperto mondiale biblico è un americano.
La lingua universale è ormai l’inglese.
Non è perchè di tanto in tanto cita qualche parolina (mai una frase) in tedesco sa il tedesco e comprende il tedesco. C’è una bella differenza tra sfogliare un libro e leggerlo comprendendolo.

RobertoV

Il cattolico americano Raymond Edward Brown è l’esperto biblico indicato da Cantalamessa.

Aristarco

Florenskij, in effetti qualche dubbio su come si scrivesse “aimè/ahimè” mi era venuto.
Poi mi sono fidato di una rapida lettura del dizionario di volgare che me li dava validi ambedue tutt’ e due.
Del resto non mi sarei mai sognato di mettermi a confronto con un letterato quale lei in ogni occasione non manca di far notare.
Per quanto riguarda le Scienze, mi pare che il discorso sia ben diverso.
Anzi a questo proposito, senza tirare in ballo Matematica, Fisica, Chimica, Biologia, Elettrotecnica, Meccanica razionale, Scienza delle costruzioni, … (una laurea di 50 anni fa ce l’ ho pure io), la invito ad una lettura meditata dei due succitati testi di Coyne, su cui magari potremmo confrontarci con minor disparità di intelletti.
Resta inteso che il sottoscritto, aimè/ahimè dovrà attenderne la traduzione, di cui lei saprà certamente farne a meno.

RobertoV

Aristarco
Di noi ingegneri dicono che non sappiamo l’Italiano. Eppure la cosa non ha impedito lo sviluppo della tecnologia. Non ho problemi a riconoscerlo, la cosa non mi ha mai preoccupato perchè a me interessano i concetti e le analisi, non gli eleganti pavoneggiamenti di certi letterati per esprimere il nulla.
D’altronde sarebbe preoccupante sentire di uno scienziato che scrive molto bene, ma le sue conoscenze ed i suoi lavori sono scadenti. E non mi pare che vengano giudicati per le loro capacità letterarie.
Per Florenskij la scienza è un argomento misterioso, a lui completamente incomprensibile anche se si ostina a cimentarvisi.

parolaio

RoberoV,
voi ingegneri non siete nemmeno degli scienziati, i quali parlano sempre correttamente e sanno scrivere. Ma non voglio nemmeno fare torto alla categoria degli ingegneri, non tutti sono come te, che guardi solo alla ‘tennologia’.

Stefano ™

@ Florenskij

Se ha letto il libro, visto che lo ha catalogato come esempio di wishful thinking, avrà appreso dall’autore, lo ha dichiarato sin dall’inizio, che si è rifatto soprattutto a opinioni di studiosi credenti, quelli che il wishful thinking lo usano di default. Avrà letto pure quanto hanno scritto costoro: dubito che la sostanza dell’eventuale testo tedesco (strano ma non sono tutti tedeschi) sia completamente diversa dalla traduzione.
Dunque, come sempre, chi è maestro del wishful thinking è proprio lei.

RobertoV

Parolaio
Veramente gli ingegneri possono essere anche scienziati. Oggi la scienza è altamente tecnologica. Io sono anche un ricercatore.
Difendere la tecnologia e la scienza dagli incompetenti non significa guardare solo alla tecnologia.
Per me la scrittura è un mezzo, non un fine.
Già lei è quello che utilizza il metodo delle “sensazioni” e del “credere”per studiare i fenomeni….. Chi ha visto e che cosa le hanno detto nella sua ultima seduta spiritica ….

Francesco S.

@Parolaio
In realtà nei paper di scienziati che ho letto spesso ci sono piccoli errori grammaticali, il tempo più diffuso è l’indicativo, spesso sono scritti in simple English, sicuramente non si tratta di un bel modo di scrivere, ma è un buon modo per l’obiettivo che si pongono. Almeno non hanno la puzza sotto il naso.

RobertoV

Francesco s.
Infatti l’inglese in genere utilizzato è un inglese semplice perchè deve essere accessibile a tutti, non solo a chi ha una profonda conoscenza dell’inglese. Quello che devi trasmettere è con chiarezza ciò che hai fatto, non ci sono spazi per voli pindarici e sfoggi letterari, anche perchè lo spazio è limitato.
Ho fatto diversi corsi proprio sul come comunicare informazioni tecnico-scientifiche. sono tutte cose che farebbero inorridire letterati e filosofi. Sintetici, chiari, i concetti devono essere recepiti dagli altri. Se non sei chiaro diventa anche non chiaro il tuo lavoro. Di solito quando uno è troppo generico o cita troppo è perchè il suo lavoro è poco chiaro, come i suoi risultati.
Certo sarebbe bene scrivere in italiano o inglese corretto, ma nessuno ti criticherebbe per questo se il concetto è chiaro.

Giorgio Pozzo

Se non sei chiaro diventa anche non chiaro il tuo lavoro

Grande verità, che, ahimé!, si applica a molti post scritti in questo blog. Per ragioni opposte, magari. Io, per esempio, certe volte non capisco dove vogliano arrivare Florenskij o Enrico: il primo, per eccesso di dettaglio che mi fa perdere il senso generale; il secondo, per mancanza di livello adeguato di dettaglio che non mi fa arrivare al senso generale.
Sarà certamente un mio limite, ma penso che nella comunicazione, sempre che si voglia comunicare veramente qualcosa, ci voglia anche un certo equilibrio.
Il tutto non è OT, tra l’altro, in quanto il concetto si applica anche ai libri: i testi sacri, ad esempio, non dovrebbero essere interpretati. Anzi, nessun libro dovrebbe essere interpretato.

John

Tutte letture invitanti, che si promettono utili e stimolanti, anche (e soprattutto) dove non coincidenti con le mie idee di partenza.
Personalmente ho avuto modo di apprezzare Legrenzi in altri scritti, per cui fra tutti, mi procurerò per primo il suo: grazie per averlo segnalato.

Giorgio Pozzo

John,
io sto finendo di leggere l'”Homo Credens” di Shermer, e sarei molto interessato a sentire il parere di un credente su questo saggio.
Unico problema è che sicuramente, a meno che tu non sia un missile nella lettura, il thread sarà chiuso: sono 400 pagine….. :mrgreen:

Aristarco

Caro RobertoV, devo confessarlo, nella mia laurea (ingegneria meccanica, mezzo secolo fra due anni), di 30 e lode ce ne sono pochini (non ricordo, ma dovrebbero essere non più di sette, uno in fisica nucleare, dovrei controllare).
D’ altronde se ne avessi voluti avrei fatto come mia cugina (per parte di madre) che iscritta anch’ essa in ingegneria, dopo essersi rotti un paio di denti (matematica 1 e geometria 1, mi pare) ha rinunciato e si è iscritta in letteratura e filosofia (laurea oltretutto assai in voga in famiglia).
Da vedere per crederci : tutti, ma proprio tutti, 30 e lode, e laurea in una sessione in meno.
Io, assai più modestamente, annovero fra i miei 30 esami anche un (infamante) 19.
Di cui, però, non mi vergogno.

RobertoV

La mia laurea è di 20 anni più recente.
Cose analoghe le ho viste anch’io. Per esempio al Politecnico di Milano gente che penava per passare un esame con 18 che si trasferiva ad architettura ed improvvisamente la media saliva a 30 anche con gli esami simili ad ingegneria. Avevo assistito ad una sessione di laurea di bocconiani dove circa una persona su 7 si laureava con la lode, ovviamente perchè più “capaci” ….
Purtroppo in Italia nei luoghi di responsabilità, anche che riguardano la tecnologia, ci trovi spesso gente che non è ingegnere: poi arriva gente che se la prende con la tecnologia per i risultati …..
D’altronde avevamo un ministro all’istruzione che era convinto che avessero costruito un tunnel da Ginevra al Gran Sasso: questi ingegneri che massacrano il territorio italico ……

Engy

ommaigod: cioè hai sì e no 30 anni Robertino?!?
O ti sei laureato mentre già lavoravi???

Engy

mmmmh …. forse ho fatto male i conticini Robertino …! 🙂

francesco s.

Mi interessa il libro “Eretica”, quasi quasi ci do uno sguardo.

RobertoV

Per quel che si può giudicare dal titolo e dalla breve recensione ritengo interessante il libro della Hirsi Alì. Ho già letto altri libri di queste poche donne coraggiose che vengono dal mondo islamico e trovo molto interessanti le loro testimonianze.
Direi interessante anche Racconti di scienza, un argomento che mi sta a cuore, vista la disinformazione sui media (ma non si può chiedere troppo a loro) su argomenti scientici e tecnologici (che per me non sono così distinguibili come si crede).

alle

io sono laureata in materie letterarie, e, per quanto mi riguarda detesto i volo pindarici, le vaghezze e i barocchismi e adoro gli scrittori dallo stile secco e preciso come Jane Austen e l’Houellebeq di Estensione del dominio della lotta ad esempio, ma anche tanti altri. pur essendo arte e letteratura capisaldi della mia vita, mi trovo sempre a mio agio con gli ingegneri e i matematici, capisco che parliamo la stessa lingua. per quanto riguarda la cultura non farei troppe contrapposizioni e distinguo, una persona veramente colta sa apprezzare tutti gli aspetti dello scibile.
p.s. la prosa degli altri si corregge SOLO se è veramente utile farlo…

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