I lombardi all’ennesima crociata persa

Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha bocciato la “Dote scuola”, una somma che la Regione Lombardia eroga agli studenti le cui famiglie hanno un reddito basso. E l’ha bocciata perché gli iscritti alle scuole private venivano beneficiati di un importo all’incirca quadruplo rispetto a quelli delle scuole pubbliche. Una disparità di trattamento che “non è corretta né logica”, secondo i giudici. E secondo il buon senso.

Il buono scuola è un vecchio cavallo di battaglia della Regione. Nella sua prima incarnazione, risale addirittura al 1999. La Lombardia era allora guidata dal ciellino rampante Formigoni in una sorta di democratura clericale. Nel 2011 il cerchio si chiuse con l’arrivo all’arcidiocesi di Milano della guida suprema del movimento, quel cardinal Scola già noto per aver insegnato a far politica a Berlusconi. Uno che, nomen omen, già nove anni fa riteneva che la scuola di Stato fosse superata.

Ma non certo grazie al mercato: le scuole private, per due terzi cattoliche, sono in crisi da lustri. Sono scuole di qualità inferiore, buone solo per gli amanti dei ghetti. Per superare la scuola di tutti occorrono invece ministri della (ex) pubblica istruzione che si impegnino a demolirla, e governi-regioni-province-comuni che facciano a gara a svuotare le casse pubbliche per finanziare il diplomificio cattolico.

Non è la prima volta che le crociate lombarde si schiantano al Consiglio di Stato: è accaduto giusto un mese fa con la pretesa di far pagare cifre enormi il ricorso alla fecondazione eterologa.

In effetti, a ben guardare la strategia adottata per il buono scuola è stata la stessa con cui fu imposta la legge 40, ora distrutta da ben trentatré sentenze. Una strategia che antepone il diritto canonico a quello costituzionale. E pazienza se ogni tanto si perde nei tribunali…

Il problema, tuttavia, è che i clericali possono anche essere giuridicamente perdenti, ma sono politicamente vincenti. Il cafone plurinquisito Formigoni è tuttora presidente della commissione agricoltura del Senato, e nessuno sembra aver voglia di rimuoverlo. Dal buono scuola ciellino alla buona scuola renziana il passo è poi breve: il costo del regalo del governo alle paritarie è di 66 milioni di euro.

Anche in questo caso, una disparità di trattamento né corretta né logica. Ma buona, addirittura ottima per gli interessi della scuola. Quella cattolica, ovviamente.

Raffaele Carcano, segretario Uaar

Articolo pubblicato sul blog di MicroMega il 5 giugno 2015.

44 commenti

Diocleziano

«… bocciata perché gli iscritti alle scuole private venivano beneficiati di un importo all’incirca quadruplo rispetto a quelli delle scuole pubbliche…»
Vabbè, si consoleranno contemplando il cadaverino penzolante dalla parete dell’aula.
Da non dimenticare: oggetto d’arredo scolastico, simbolo di pace che unisce credenti
e non credenti.

sumadart son


Il problema, tuttavia, è che i clericali possono anche essere giuridicamente perdenti, ma sono politicamente vincenti.

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Politicamente vincenti perchè il popolino italiota fatto da tanti popolani italioti che abitano l’italietta continua a votarli, a votarli ed a rivotarli in seCULA seCULOrum E pertanto continueranno a vincere non grazie ad un aiuto divino ma con il voto (gioioso e felice) del popolino.
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firmato: sumadart son (colui che vede nel passato, presente e futuro dell’italietta degli italioti e continua a vedere sempre più italioti).

Frank

L’italietta degli italioti (quelli che hanno votato PD e PDL) e continua a vedere sempre più italioti (quelli che votano M5S).

francesco s.

Per fortuna che dei cittadini hanno fatto questo ricorso in tribunale. Mi chiedo se queste giunte regionali che approvano certi privilegi, odino i propri cittadini, no perché da simili porcate questo si deduce.

sumadart son

@francesco:
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Le giunte delle regioni dell’italietta sono votate in modo libero ed italiota da cittadini italioti.
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In democrazia vige la regola della maggioranza E se la maggioranza dei votanti elegge dei politici italioti e devoti alla vaticano, a padre pio ed alla madonna impestata le leggi saranno la diretta conseguenza del comune pensare del politico italiota votato dagli italioti.
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Dunque il male viene fatto a cittadini ITALIANI con senso civico e desiderio di migliorare se stessi e la nazione, regione, comune dove si abita.
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Quel che consola è che quando ci sono giuristi di buonsenso che annullano delle leggi italiote gli italioti appunto per la loro natura italiota non gliene importa nulla E quindi mai e poi mai vedremo masse di italioti scendere in piazza a difendere il diritto all’istruzione cattolica oppure il diritto divino di donare un figlio sano alle coppie che concepiranno in modo naturale con regolare matrimonio e bollo papale e certificato di garanzia del vescovo per delle libere sc@@@te.
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Invece il popolino italiota è ora concentrato sul grande evento di domani una partita di calcio.
E se la giuventus vincerà la coppa i popolani italioti potranno gioire in piazza gridando e ubriacandosi e riscattando così un anno vissuto in questa italietta fatto di una misera esistenza italiota.
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Ed aggiungo che Barcellona vincerà sempre contro Torino per 11 a 1.
Cosa sto considerando le linee di metropolitana.
Sono pronto a scommettere che se facessero un referendum a Torino:
volete sacrificare il 20%degli scudetti della giuventus e del torino per avere altre dieci linee metropolitane il popolino italiota di Torino (ma di qualsiasi città italiota) voterebbe NO al 65% con un’affluenza alle urne del 90%.
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firmato: sumadart son (colui che vede nel passato, presente e futuro dell’italietta degli italioti e continua a vedere sempre più italioti).

francesco s.

Non darei la colpa solo agli elettori, ma anche ai partiti è movimenti incapaci di tentare mediazioni di alleanza. Non capisco perché non tentare alleanze programmatiche tra Centrosinistra e M5s, insieme avrebbero superato il Centrodestra di Maroni. Ambrosoli non era certo un politico di professione.

Diocleziano

Non è che odino i loro cittadini: è che ne amano altri molto di più.
Come emerge in questi giorni, dar da mangiare a certe mucche è meglio
che nutrirne certe altre.
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In tema di scuola:
in questi giorni in un istituto salesiano è apparso questo cartello:
«… Possono iscriversi anche gli allievi di altre scuole,
purché siano ‘normali’ e previo colloquio… »
Seguono scuse, a scelta tra
1) ero posseduto dal diavolo,
2) l’ho detto a mia insaputa,
3) sono stato frainteso.
Un week-end di indulgenza plenaria a chi indovina.

Manlio Padovan

Mi v iene in mente quel direttore dell’ufficio postale del mio paese che aveva studiato dai preti dell’istituo Barbarigo di Padova, noti alle cronache per le promoziopni di favore, diplomandosi in ragioneria e che per fare il 2% di 400 estrasse la calcolatrice: avvenuta in ufficio postale davanti a me ed altri.
Ed è bene ricordare che anche il criminale Giancarlo Galan è ancora presidente della Commissione Cultura e recentemente ha fatto la figura del gran mona avendo perso la causa contro il prete che lo aveva definito essere lui il Diavlo.
Sono tutti inviti ad essere criminali e bifolchi…e gran mone.

Giorgio Pozzo

per fare il 2% di 400 estrasse la calcolatrice

Fagli fare l’8×1000 di qualunque cifra, e vedi che la calcolatrice non gli serve più…
:mrgreen:

mafalda

Ottimo articolo. Lo stampo e lo espongo a scuola. Spero solo che il paragone di Carcano tra legge 40 e scuola “nuova” che avanza sia di buon auspicio, anche se temo non sarà così. Il pretume può far passare leggi sui gay, sugli anticoncezionali, sulla fecondazione assistita, ma non mollera’ mai l’osso della scuola: troppo importante inquinare le menti giovani con le sue idee perverse. Chi mai, da adulto, crederebbe a cose del genere, senza essere stato indottrinato?

G.B.

@ mafalda
Purtroppo è così, ma c’è anche un’altra ragione per cui la scuola è un ottimo terreno per le speranze di rivincita clericale e che spero di riuscire a sintetizzare in modo convincente.
Le altre battaglie clericali tipo difesa della famiglia tradizionale, rifiuto della contraccezione, del divorzio e dell’aborto sono obiettavimante battaglie di retroguardia e lasciano alquanto freddini anche molti sedicenti cattolici, tipo “credenti non praticanti” (definizione che considero la madre di tutte le ipocrisie); viceversa le battaglie in favore della scuola privata si presentano falsamente come battaglie condotte in nome della libertà e si incontrano molto bene con la cultura oggi purtroppo dominante del “privato è bello” (e, aggiungo, bellissimo se finanziato con i contributi pubblici) oltre a poter vantarsi di seguire il modello europeo (anche se adottato solo da alcuni paesi). Pertanto su questo terreno la lotta la vedo molto ma molto più dura.

mafalda

@G.B.
Concordo. Purtroppo ora vi è la moda della scuola privata di stile europeista, di cui vengono sbandierati i livelli eccelsi di rendimento. Mah… anche se fosse, in Italia non è una via percorribile, visto che le scuole sono in maggior parte cattoliche e il clientelismo è troppo radicato nel nostro paese. Per quanti difetti abbia, la scuola statale deve mantenere il suo ruolo primario nell’educazione.

Engy

“Chi mai, da adulto, crederebbe a cose del genere, senza essere stato indottrinato?” si chiede la nostra insegnante Mafalda.
Devi sapere Mafalda che qui dentro molti sostengono con assoluta sicurezza di voler mai e poi mai contrapporre un indottrinamento ateo a quello religioso.
Dunque che giudizio dai su di te Mafalda, soprattutto come insegnante, a livello di volontà di contro-indottrinamento (che naturalmente è solo un altro tipo di indottrinamento)?
Se puoi rispondermi senza darmi della piscopatica furibonda che deve farsi curare mi faresti un favore.
In ogni caso tu davvero non conosci nessuno che abbia “sposato” quelle idee perverse senza esserne stato indottrinato?

mafalda

Dacci un taglio. Se mi chiedi le cose con un tono civile, ti rispondo, altrimenti passo e chiudo.

francesco s.

Che l’indottrinamento religioso da piccolo sia forte è innegabile. Io stesso fino fino a 19 anni sono stato molto cattolico osservante, poi non ho retto più perché il cervello mi andava in cortocircuito. Quindi mi pare che su quel punto Mafalda abbia ragione. Qui nessuno vuole l’indottrinamento ateo e ore di ateismo D.O.C. a scuola. Si vuole una scuola laica: senza crocifissi, atti di culto nelle ore didattiche e nelle strutture od ore di catechismo a scuola (IRC); per quello ci sono le parrocchie, la Chiesa Cattolica si impegni ad attirare i ragazzi/bambini a sé senza invece di invadere spazi che non le appartengono.

PS. Se si pone in maniera educata verrà trattata allo stesso modo, non favorisce certo il dialogo additare come “rozza” l’interlocutrice.

Giorgio Pozzo

a livello di volontà di contro-indottrinamento (che naturalmente è solo un altro tipo di indottrinamento)

Eh no.
L’indottrinamento è come un’infezione, e il contro-indottrinamento è come la corrispondente cura antibiotica.

gmd85

@E.n.g.y

Sai, quando ti si inculcano c.azzate sin dalla scuola dell’infanzia (eh, si, dai 3 anni, cara) è solo indottrinamento. Prendili da piccoli… gesuita style.

Engy

beh sì, ho detto rozza a Mafalda, ma sono già pentita: in realtà volevo intendere che i suo i commenti mi appaiono rozzi; ma si sa che la rete non rende quasi per nulla la vera natura delle persone.
Ma la domanda era sincera Mafalda, perchè io ad esempio mi aspetto da un insegnante (quasi lo pretendo) che sia assolutamente di parte senza però imporre niente a nessuno e ovviamente senza farsi condizionare, nei suoi giudizi, dai diversi orientamenti dei propri studenti.
In realtà la voglia di “indottrinare” gli altri con le nostre convinzioni è forte a volte, e siccome penso da sempre che fare l’insegnante sia il mestiere più impegnativo del mondo, ti chiedevo, spinta da reale curiosità, come riesci a barcamenarti in questa questione spinosa.

paniscus

Ma per quale motivo pensi che un insegnante ateo debba per forza sentire il bisogno irrefrenabile di indottrinare i propri alunni verso l’ateismo, e debba condurre una faticosissima battaglia morale con se stesso per riuscire a trattenersi?

Credi davvero che gli insegnanti (atei o credenti, da questo punto di vista non c’è differenza) passino il tempo a concentrarsi esclusivamente si se stessi e sull’importanza assoluta delle proprie convinzioni private, anche mentre stanno svolgendo il loro lavoro quotidiano in classe?

Io sono insegnante, e della maggior parte dei miei colleghi non ho nemmeno la più pallida idea se siano credenti o no, a meno che non sia capitato il discorso per puro caso, per ragioni squisitamente sociali e non certo didattiche (del tipo: “anche tuo figlio fa la Comunione quest’anno?”; “no, non fa nulla di tutto questo perché non siamo cattolici e non l’abbiamo nemmeno battezzato”, e roba del genere).

Perché mai dovremmo stare continuamente a pensare a inculcare a un alunno le nostre opinioni filosofiche o religiose, anche mentre ci si deve arrabattare a fargli entrare in testa come si risolve un’equazione o come si disegna un’assonometria ortogonale?

Engy

@Paniscus,
condivido quel che dici, anche per esperienza di ex studentessa che di insegnanti ne ha visti tanti, più o meno motivati e capaci, ma nella maggior parte dei casi non concentrati su se stessi e sulle proprie convinzioni religiose (su quelle politiche molto di più) e non pervasi da furore indottrinatorio, sia che fossero credenti sia che fossero atei.
Il fatto è che io ho fatto la domanda QUI, dove tira tutt’altra aria e dove – spesso – mi fa impressione il disprezzo che molti atei (qui dentro, ripeto, non sto parlando di atei in generale) dispensano a piene mani verso i credenti, semplificazioni grossolane e rozze (tipo quelle che ho contestato a Mafalda) e a forme di manicheismo un po’ troppo spinto.
Poi, voglio dire Paniscus, se è vero che fare l’insegnante è faticosissimo e insieme frustrante, sia a livello economico che di riconoscimento di quella parte di opinione pubblica che vi vede come privilegiati, è anche vero che (come in tutti i mestieri) ci sono pessimi insegnanti, che non sanno insegnare, che umiliano gli studenti a volte arrecando danni difficilmente sanabili nelle loro giovani personalità, che tirano a campare e ad arrivare a fine mese, ecc…

gmd85

@paniscus

Effettivamente, durante i miei anni da studente, non mi è mai capitato d’incontrare docenti che si sbilanciassero. E così dev’essere, vista la natura dell’istituzione scuola. Ci pensano gli insegnanti di IRC a fare tutto. ma non escludo che qualche insegnante un po’ zelota anche a scuola ci sia.

Monsieur Bovary

Anche per quella che è stata la mia esperienza (che vale meno di zero, lo so) debbo dire che non ho mai incontrato insegnanti con espliciti intenti di propaganda delle proprie convinzioni religiose (ma politiche eccome… manco fossimo nel ’68), soprattutto alle scuole medie e superiori.
Per quanto riguarda le elementari, si sapeva che direttore e molte maestre appartenessero all’Unione dei Maestri cattolici (o qualcosa del genere, chiedo venia se il nome non è esatto), e 2 o 3 erano pure catechiste… ma ciò non ha impedito alla ns maestra di parlare di contraccezione, aborto, omo- e trans-sessualità, in modo aperto e imparziale, tutto ciò a una classe di 3^-5^ elementare, anni 1999-2001.
E nessun genitore si è mai lamentato che io sappia.
Alla fin fine ciò che conta è l’atteggiamento tenuto in classe, e in molte occasioni insegnanti religiosi sono assolutamente “neutri” da questo pdv.

Engy

ok per la banalità delle cose che dico, ma mi dici dove sono (s)caduta nel luogo comune Mafalda?
No perchè da sempre è quella cosa che detesto, insieme al pregiudizio con cui va a braccetto.
Sbaglierò, ma secondo me tu hai intravisto il luogo comune in quel che ho detto a Paniscus nell’ultimo commento, sugli insegnanti pessimi.
Se così fosse, ti saresti allora sbagliatissima su un mio ricorso al luogo comune che vuole gli insegnanti come privilegiati che fanno un lavoro poco impegnativo, con tante vacanze pagate, con solo 18 ore da fare, con i pomeriggi liberi. Io MAI mi sono accodata a simili discorsi, grazie anche al fatto che fra le mie amicizie ci sono diversi insegnanti, soprattutto di scuole medie superiori, che si fanno un culo così, sia in termini di fatica mentale che di ore di lavoro che vanno ben al di là di quelle in cui stanno in classe perchè sai bene anche tu che riunioni, compiti a casa, ecc portano via un sacco di tempo.
Quindi se hai pensato di vedere in me quel tipo (diffusissimo) di persone che vi vedono con il fumo negli occhi, hai sbagliato.
Altrimenti mi dirai quando e se ti andrà dove ho utilizzato il luogo comune.

Frank

” la legge 40, ora distrutta da ben trentatré sentenze.”

Papa ufficiale: Destrutta? Ancora ne mancano sette de sentenze.
Segretario: E’ un genio… non gli sfugge nulla.

Lorenzo Galoppini

@ Giorgio Pozzo

Direi proprio di sì. Perché anche fra gli atei si deve parlare, talvolta, di “indottrinamento ateo”, sottintendendo che sia qualcosa di negativo?

Giorgio Pozzo

Infatti io direi che “indottrinamento ateo” sia un ossimoro. Ateismo non significa indottrinamento, ma rifiuto del medesimo.
Esistono poi i credenti non indottrinati: gente che pensa ad una qualche forma o entità superiore, senza dogmatismi e senza confessionalismi. Questi credenti rifiutano, al pari degli atei e degli agnostici, ogni forma di religione organizzata.

mafalda

Non è possibile fare dottrina di ateismo, anche se molti scambiano l’educazione civica ed etica per qualcosa di pericoloso per la religione. L’ateismo non ha dogmi, né profeti, ha intellettuali tra i più diversi, non ha un libro di riferimento. Nel momento in cui l’ateismo diventasse dogmatico, lo rifiuterei. Ma a scuola bisogna insegnare la laicità. Quando un bambino dice che il cielo è di Gesù, gli si spiega in modo adeguato alla sua età che cos’è il cielo; quando sostiene che gli animali li ha fatti dio, gli si dice che a scuola si devono dare spiegazioni scientifiche, e che il punto di vista religioso è soggettivo e libero (a casa ognuno pensi ciò che vuole, a scuola si segue il metodo scientifico). Diverso il discorso dei figli degli atei, per i quali è quasi impossibile non respirare aria di ateismo a casa.

Engy

Laicità a parte, che ha ben altro significato (almeno per me e per uno ad esempio come Claudio Magris), su questo ultimo tuo commento sono d’accordo Mafalda anche se, sull’ultima frase, molti qui sono in disaccordo perchè sostengono di impartire un’educazione neutrale ai propri figli …

Diocleziano

Allora si dovrebbero accusare i docenti di astronomia, rispetto agli astrologi, di controindottrinare gli studenti?
Indottrinare significa imporre un sistema ideologico, il che non è proprio dell’ateismo,
il quale si limita a far chiarezza sull’origine delle idee.
È ovvio che il modus cogitans dell’ateo si ritrovi anche negli altri atei, semplicemente perché gli argomenti devono essere incanalati tra realtà e verità, non perché a
qualcuno in un dato momento gli gira di stabilire così.

Frank

Riforme Renziane.

Iscrivi tuo figlio in una scuola privata, riceverai fino a 400 euro di detrazione e se lo gettano (o si getta) dalla finestra non dovrai restituirle, è già pronto l’hashtag: #Vieniall’Expoepoimuori.

paniscus

Veramente il fattaccio a cui ti riferisci non ha niente a che fare con le scuole private, il ragazzo frequentava un normale liceo statale. E siccome l’incoscienza e la cialtroneria giovanili sono assolutamente trasversali tra scuole pubbliche e private, disgrazie come quella potranno sempre succedere in qualsiasi tipo di scuola, finché ci saranno insegnanti talmente masochisti da accettare di portare le classi in gita.

L.

Frank

Appunto, l’incentivo renziano è che la detrazione anche in caso di dipartita del figlio iscritto nella scuola privata non dovrà essere restituita. 🙂
Comunque, io un figlio non lo manderei in una gita scolastica e se fossi un insegnante non vi parteciperei come accompagnatore. Troppi pericoli, troppe responsabilità.

Monsieur Bovary

@ paniscus, Frank

Concordo su quanto dite entrambi in merito alle gite scolastiche.
Fra l’altro, ripensando alla mia esperienza di studente, non capisco perché voler a tutti i costi “gitare” (spesso in modo approssimativo e da “gitani”, più che da “gitanti”) con professori e compagni che tolleri a malapena… mi sembra un mito giovanilistico sorpassato.
@ Frank aggiungo anche: per ogni studente deceduto, non solo la famiglia ritiene quanto detratto, ma vede raddoppiata la detrazione per ogni altro figlio.
In alternativa, biglietto gratis all’Expo per i genitori, e una manciata di cavallette altamente proteiche al posto del proverbiale prosciutto alla vedova 😛

francesco s.

Effettivamente è molto meglio tenere i ragazzi sotto campane di vetro affinché rimangano bambini a vita. 😆

Lasciamo perdere l’Expo, ma ci sono musei e monumenti, da vedere che rifiniscono la formazione. Ricordo ancora quando in gita alle medie andammo a Napoli alla Città della Scienza, poi ancora a Pompei e alle superiori, una settimana in un Collage Giapponese in Regno Unito. Ovviamente il tutto con i professori volenterosi della scuola pubblica. Sono esperienze importanti. Sono stato fortunato era gente che amava il suo lavoro e l’insegnamento e non vedeva queste esperienze come un fastidio a cui sottoporsi. Devo molto a quei professori. l’ho capito dopo.

Monsieur Bovary

@ francesco s.

Se lei fosse un professore la penserebbe molto, molto diversamente… o ha avuto la grandissima fortuna di studiare sempre in classi iper-disciplinate, iper-motivate e iper-attente (e magari è davvero così).
Giusto non tenere i ragazzi sotto campane di vetro, ma non a spese del tempo e dei nervi altrui, per le esperienze che “rifiniscono” ci sono 3 mesi di vacanze estive in cui i pargoli possono essere “rifiniti” sotto la tutela esclusiva dei loro cari genitori (che alla fine li hanno messi al mondo, quindi se li ciuccino).
Ah, e vedo che la Città della Scienza e il “collage” giapponese non hanno rifinito la punteggiatura 😛

francesco s.

Se è per questo non hanno rifinito neanche l’italiano. Non ho mai imparato a rileggere. 😆 Credo che si chiamasse “Teikyo College”, in realtà c’erano ben pochi giapponesi, ma molti tedeschi.

paniscus

Quando l’impegno massacrante di accompagnare una gita sarà adeguatamente pagato come straordinario, e soprattutto quando ci sarà una normativa chiara e inequivocabile che determina senza possibilità di interpretazioni casuali quali sono esattamente le responsabilità civili e penali del docente che accompagna le gite e quali no, tornerò ad accompagnare le classi in gita.

Fino a che la normativa è talmente labile e aleatoria da esporre l’insegnante al rischio della galera o dei risarcimenti miliardari solo perché aveva commesso la gravissima colpa di essersi addormentato di notte, invece di stare ininterrottamente sveglio per una settimana di seguito a controllare istante per istante, per tutta la notte, cosa stessero facendo cinquanta ragazzi uno per uno, dislocati in 15 o 20 camere diverse, e magari anche maggiorenni… no, grazie.

Devo pensare prima a tutelare i figli miei.

Se poi qualcuno pensa che una persona che non è disposta ad accollarsi un rischio così enorme, senza nessuna tutela di legge e senza nessun riconoscimento economico, sia necessariamente uno che “non ama il suo lavoro”, beh, è inutile parlare.

Il mio lavoro è quello dell’insegnante, NON quello dell’agente di custodia, della badante, o dell’investigatore privato.

L.

Frank

Non si tratta di tenerli una sfera di vetro ma di evitare di mandarli allo sbaraglio, evitiamo di ragionare per eccessi, certo in altre situazioni dove mi sentirei più sicuro ce li manderei, poi si tratta solo della mia opinione. Per quanto riguarda il mio comportamento se fossi un professore concordo con quanto detto da Paniscus.

francesco s.

Mi parrebbe ingiusto dire che non ama il proprio lavoro chi non vuole fare da accompagnatore. Allo stesso tempo bisogna lodare la buona volontà di chi con quel poco che ha fa il massimo per arricchire la formazione culturale dei propri studenti. Ricorderò sempre il mio professore di chimica che nonostante la mancanza dell’assistente di laboratorio (causa magrezza dei fondi), aprì lo stesso i laboratori e si assunse la responsabilità di tutta la gestione delle strumentazioni e ci permise di fare esperienze di laboratorio, non era tenuto a farlo e infatti negli anni precedenti gli altri docenti non lo avevano fatto, legittimamente aggiungo. Resta il fatto che dobbiamo lodare l’intraprendenza di questi professori. D’altronde al Coppoli chi glielo ha fatto fare di togliere il crocifisso dalla sua classe o al giudice Tosti, legittimamente avrebbero potuto fregarsene come fanno tanti colleghi. Nonostante tutto noi dobbiamo lodare l’intraprendenza di queste persone, di ignavia la Società ci muore.

paniscus

per francesco: forse tu non ti rendi conto che “assumersi la responsabilità” di qualcosa che non è strettamente previsto e che non è adeguatamente tutelato non è semplicemente un generoso atto di disponibilità, ma è un RISCHIO legale altissimo.

Anch’io insegno materie scientifiche, e so cosa vuol dire doversi arrabattare con un laboratorio scalcagnato, mal fornito, e rigorosamente privo di assistente tecnico.

Il punto è che se formalmente non esiste nessun responsabile del laboratorio, e io mi prendo di testa mia la responsabilità di farlo usare ai ragazzi lo stesso, commetto un’irregolarità che può rivelarsi un boomerang devastante.

Finché si ha la fortuna che non succeda nulla di anomalo, va tutto bene, e io passo per l’insegnante generosa, disponibile e piena di buona volontà che ama talmente tanto il proprio lavoro da accollarsi perfino una fatica in più, e tutti sono contenti che io il laboratorio lo faccia usare lo stesso anche se non è a norma…

… ma se, come si dice popolarmente, Dio non voglia (Dio o chi ne fa le veci in ambiente laicista, ovviamente 🙂 ), succede un imprevisto, un incidente, un danneggiamento, qualcuno che si fa male, qualcuno che fa sparire qualche oggetto inventariato, o qualsiasi altro contrattempo più o meno grave, io vengo considerata direttamente responsabile dell’accaduto, e passo dei guai che non finiscono più.

E non parlo di pericolosissime sostanze chimiche corrosive, eh: basta che un quindicenne cogliombero (come diceva mia nonna) si lasci cadere sul piede un piombo da cinque chili che viene usato per verificare la legge della leva, o che impugni male un banalissimo calibro a corsoio e pianti la sua codina appuntita in faccia al vicino di banco, o che si rompa un contenitore di vetro e qualcuno si ferisca una mano con le schegge…

…che una famiglia piantagrane può benissimo attaccarsi al fatto che IO li ho portati nel laboratorio che non era a norma, e che quindi la colpa è mia. E legalmente io NON AVREI scusanti, e mi darebbero torto di sicuro, perché effettivamente è vero…

Voglio dire, è proprio sicuro che il buon insegnante si misuri dalla sua disponibilità al martirio e al masochismo?

L.

francesco s.

Quel professore ritenne che per noi valeva la pena assumersi il rischio legale, non era tenuto a farlo, ma lo fece. Ci mise al corrente della situazione, avevamo un laboratorio nuovo e funzionante perfettamente inutilizzato. Sono azioni lodevoli che migliorano effettivamente la situazione. Non si può pretendere che i docenti facciano questi sacrifici, tra l’altro non riconosciuti (se non forse dagli studenti molto dopo), ma perlomeno si può lodare la buona volontà di coloro che questi sacrifici li fanno, fosse anche la semplice gita fuori porta in un museo o a degli scavi archeologici.

francesco s.

A mia discolpa ho appena verificato che android mi corregge il termine dalla “e” alla “a”, dannata tecnologia! Le virgole a caso, invece, sono farina mia. 😀

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