I militari in lutto per la Pasqua, la laicità in lutto per se stessa

Il periodo delle festività pasquali è particolarmente delicato dal punto di vista dei rapporti tra le varie istituzioni dello Stato e la Chiesa cattolica. Non che durante il resto dell’anno questi rapporti sembrino sempre, come peraltro prescriverebbe la Costituzione italiana al primo comma dell’articolo 7, come quelli tra due ordini indipendenti e sovrani nei rispettivi ambiti. Nei fatti uno dei due cede sempre nei confronti dell’altro, cosa che sarebbe anche comprensibile e finanche auspicabile qualora a farlo fosse la Chiesa, dato principalmente che lo Stato risulta essere il padrone di casa e il garante dei diritti di tutti e dato anche che la Chiesa cattolica è l’unica organizzazione a godere del privilegio costituzionale di agire indipendentemente da esso, e che diventa invece assurdo perché purtroppo la supremazia viene sempre e solo esercitata al contrario, con buona pace di qualunque discorso sensato si voglia fare sul principio di laicità delle istituzioni.

Questa prevaricazione della Chiesa nei confronti dello Stato, come dicevo, si fa ancora più pressante nei giorni precedenti la Pasqua, che com’è risaputo rappresenta il momento dell’anno più importante per i cattolici. Un momento denso di riti che si pretende di poter celebrare non solo nei luoghi propri del mondo cattolico bensì in tutti i luoghi di aggregazione, ivi compresi quelli pubblici. Anzi, soprattutto quelli pubblici, dov’è possibile rivolgersi a una platea ben più ampia di quella sempre più ridotta che è possibile trovare nelle chiese. E se qualcuno non è d’accordo si grida immediatamente alla censura e si inventano concetti autocontraddittori, del tipo che si tratta di manifestazioni non religiose ma culturali. Tanto alla fine i critici saranno sempre un’esigua minoranza, la maggioranza spalancherà a preti e loro seguito le porte di istituti scolastici, uffici di enti pubblici, corsie d’ospedale, carceri. Se poi proprio non dovesse essere possibile che Maometto vada alla montagna si ripiega sul piano B: tutti in chiesa, alunni e dipendenti con questi ultimi in permesso naturalmente retribuito ma non certo dalla Chiesa.

Nel mucchio vi sono poi manifestazioni di ossequio religioso meno plateali ma non per questo meno significative. È il caso di una tradizione che riguarda le forze armate e che probabilmente è stata notata da pochissime persone, tra cui il circolo Uaar di La Spezia che ne scrisse già lo scorso anno nella sua pagina su Facebook. Si tratta di una disposizione contenuta nell’articolo 62 comma 2 del “Regolamento sul Servizio Territoriale e di Presidio” edito dallo Stato Maggiore della Difesa (pubblicazione G-106) che recita:

Spiegamento delle Bandiere in circostanze di lutto (Omissis)
2 – Durante le ore previste per lo spiegamento, nei giorni precedenti la S. Pasqua (dal mezzogiorno del Giovedì Santo alla mezzanotte del Sabato Santo) le Bandiere di presidio e quelle navali vengono tenute a mezz’asta. Le navi a vela, se in porto, nello stesso periodo di tempo, tengono i pennoni imbroncati.

bandiere

Dunque la Marina Militare italiana osserva una forma di lutto durante le celebrazioni per la morte di Cristo che dura sessanta ore consecutive. No, non la Marina vaticana ma proprio la Marina Militare della Repubblica Italiana, quella nazione che a parole sarebbe laica ma che nei fatti, come in questo caso, è ben lungi da qualunque interpretazione sia pur flessibile del termine. Qualcuno penserà magari che si tratta di un retaggio di chissà quale epoca, un po’ come l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche e la legge sui culti ammessi che risalgono al ventennio fascista. Purtroppo stavolta non c’è nemmeno un simile pretesto che possa fare almeno da attenuante, perché stando a quanto scritto ne L’ordinamento militare, di Poli e Tenore, il regolamento in questione è stato diramato in forma di bozza e a titolo sperimentale nel 1973 ed è rimasto in vigore immutato fino ai giorni nostri.

Come se non bastasse, quest’anno il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha diramato una circolare per invitare tutte le stazioni e i presidi dell’Arma al rispetto della stessa disposizione di cui sopra e quindi a osservare il lutto pasquale tenendo le bandiere a mezz’asta. Anche stavolta la cosa è stata notata da un circolo Uaar, specificamente quello di Grosseto. Pare sia la prima volta che questo accade per quanto riguarda i Carabinieri, e infatti non ci sono notizie che la stessa disposizione sia stata impartita gli anni precedenti.

Se era necessaria una prova del costante dilagare del clericalismo nella pubblica amministrazione, questa di sicuro lo è. Piuttosto che cercare di avvicinare questa nazione alle democrazie occidentali più laiche, liberando le istituzioni dalle manifestazioni religiose e ideologiche di qualunque genere, si va nella direzione opposta al cui orizzonte c’è chiaramente uno Stato teocratico in cui il diritto scaturisce dalla dottrina religiosa e il reato coincide con il peccato. Fortunatamente quell’orizzonte è abbastanza lontano, tuttavia già adesso la continua marcatura delle istituzioni con simboli e pratiche “che non fanno male a nessuno” (giustificazione tipica e discutibile) è emblematica di un orientamento che mira a consolidare i privilegi acquisti dal culto dominante, soprattutto quelli economici, e nel caso a concederne di nuovi invece che focalizzarsi sui diritti individuali delle persone. Praticamente una versione di comunitarismo ridotta a due sole parti: la privilegiata comunità cattolica e la non comunità di tutti quelli che non le appartengono. Non c’è nemmeno partita.

Massimo Maiurana

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69 commenti

MASSIMO

@ i redattori del sito web

Scusate se vi faccio un appunto. Ma chi se ne frega se le bandiere della Marina Militare sono a mezz’asta?
Voglio dire, postate argomenti più interessanti o altrimenti la gente non seguirà più questo sito.

Tiziana

a me sembra una segnalazione importante. la marina militare è italiana e noi viviamo in italia. comprendo che amor di patria è frase che si completa con dio e famiglia, ma avere un attaccamento al proprio Paese è un fatto positivo da non lasciare andare per paura di essere giudicati dei fascisti nostalgici ecc.
E’ il disamore per il Paese che porta alla denominazione Vaticalia.

Giorgio Pozzo

La segnalazione è ancora più importante di quanto Tiziana, giustamente, stia sottolineando.
Le forze armate sono al servizio (quindi agli ordini) della Repubblica Italiana, e non del Vaticano. Se non viene proclamata una giornata di Lutto nazionale, non vedo per quale motivo si dia ordine di porre le bandiere a mezz’asta. Un ordine di tal genere deve (deve!) essere generato dall’alto: in questo caso lo Stato Maggiore della Difesa ha emanato una circolare che non ha giustificazione alcuna, nè trova (che sappia io) alcun documento gerarchicamente superiore dal quale discendere. Anzi, se vogliamo, questa “disposizione” contrasta con la Costituzione stessa, che dovrebbe essere al di sopra.
La faccenda, temo, possiede un sapore peculiarmente “italiano”: si tratta infatti di disposizioni, e non di ordini. Le 500 sfumature di grigio che in Vaticalia sostituiscono bianco e nero, che però permettono di essere interpretate come bianco o nero, a seconda dei casi (vedi crocifisso).

Francesco S.

@Massimo
Per quanto minimali, tali notizie contribuisco a comprendere un certo asservimento dello stato italiano alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Lei sapeva che il papa si gira in elicottero l’italia a spese dell’aeronautica militare italiana con un mezzo comprato appositamente per lui (25 milioni di euro), questo è il filo conduttore tra le bandiere a mezz’asta e taluni privilegi di cui gode tale religione.

MASSIMO

Senza tenere conto che l’Italia ha un debito stellare e il Vaticano è lo stato + ricco del mondo. 🙁 🙁

Diocleziano

Massimo
È proprio a causa di simili notizie e mille altre su questo andazzo che io non seguo più l’Italia. Altro che il blog!

Monsieur Bovary

@ MASSIMO

Mi pare che già abbiano risposto esaustivamente Tiziana e Francesco S… mi permetto di aggiungere che le bandiere a mezz’asta nel periodo pasquale hanno esattamente la stessa valenza del crocifisso nelle aule scolastiche: una presenza indebita del culto in ambito statale (LAICO).
Devo poi dire c’è poco di più paradossale del perdere tempo a commentare un articolo che non si reputa interessante… di un bel (tacer) non legger non fu mai scritto eh…

Tiziana

Con l’occasione segnalo ai redattori uaar questa interssante notizia : Regole da rispettare e peccati da evitare. Da giovedì 9 aprile Isoradio Rai vara un nuovo programma su “Religioni e sicurezza stradale” condotto da Filippo Di Giacomo. Nel tempo-spazio che occupiamo e viviamo come guidatori , che peso hanno la sfera etica e quella morale? Che filosofia della cittadinanza contiene il codice della strada? Il direttore di Isoradio Rai, Danilo Scarrone, si dice onorato di tenere a battesimo il programma.

Diocleziano

«…onorato di tenere a battesimo il programma…»
Auguro di cuore che il programma gli scappi di mano e affoghi! :mrgreen:

G.B.

Alla trasmissione è previsto che partecipino anche ebrei e musulmani, in nome ovviamente del dialogo inerreligioso. Magari poi nel corso della trasmissione salterà fuori che i pirati della strada sono atei e che ogni ateo è un potenziale pirata della strada.

Sandra

Leggo che Filippo Di Giacomo è “ex carmelitano, passato al clero della diocesi di Sora, è curatore di alcune trasmissione radiofoniche e collaboratore di diversi giornali.” Come mai isoradio omette il titolo don o padre? Anche perché la notizia del nuovo programma prosegue con “il programma coinvolgerà un esperto cristiano, uno ebreo e uno musulmano. “
Esperto cristiano? Un… un altro?

Engy

Finisco la polemica dello scorso post.
E Vorrei farti notare la stupidità delle tue domande, carissima @Sandra:
“engy, che significa “crocefisso simbolo quasi laico”? tipo “la bandiera rossonera, simbolo quasi interista”? E qui ti ho già risposto, nel senso che condividendo soprattutto lo spirito con cui Eco scrisse quell’articolo, è evidente che non sono dentro la sua testa e non mi son presa la briga di soppesare tutti i sostantivi e gli aggettivi da lui utilizzati, anche perchè io potrei dare una spiegazione diversa dalla sua, giusto perchè non sono lui.
Altra tua domanda, ancor più stupida: “Se il crocefisso è l’ultimo dei problemi della scuola, com’è che il dirigente scolastico non aveva altro di cui occuparsi?…..” Il crocifisso è l’ultimo dei problemi della scuola PER ME (e non credo solo per me: prova a chiedere in giro alla gente qual è o quali sono i problemi della scuola); per il dirigente non so cosa dirti, perchè non gli mandi una mail visto che è facilissimo farlo? Cioè il tuo problema qual è, quello che penso io e che secondo te e giustificherebbe il provvedimento di cui si parlava? Fai come quei fanatici (pochi per fortuna) che ti chiedono se hai votato Renzi per accusarti di come stanno andando malissimo le cose (dal loro punto di vista ovviamente e rigorosamente)?

gmd85

@E.n.g.y

Il crocefisso è un problema non solo della scuola, ma di uno stato che si definisce laico. Strano, poi, che se questo simbolo è l’ultimo dei problemi della scuola, ci sia semrpe chi è pronto a ribadire che va mantenuto. La domanda di sandra era volta a sottolineare la mancanza di senso nel definire quasi laico un simbolo che non lo è, partendo da una confusione di simboli, dibito seriamente che volesse chiarimenti di natura semantica. Comunque, sembra che tu soppesi troppo poco.
Magris sarà anche più oculato, ma commette il solito errore di pretendere di dire cosa sia importante anche per gli altri e con motivazioni non sufficienti.

Stefano ™

@ Engy

Se il crocifisso è l’ultimo dei problemi della scuola non dovresti aver alcuna difficoltà a ritenere che si possa toglierlo (non costa niente, magari i problemi si potessero risolvere tutti così) o a spiegarci con paroline tue perché invece, no, debba restare lì.

Ce lo potresti dire chiaramente, invece di postare articoli di Eco o Magris, dei quali non soppesi i sostantivi.

Del resto noi stiamo solo rivendicando la laicità dello stato e che i simboli di una religione stiano a marcare i suoi territori, non quelli di tutti. Ripeto la cosa è di facilissima applicazione e costa zero, meno problematica della carta igienica che manca nelle scuole.

Se tu dovessi farlo, tra una caduta di spadino e l’altra, ci spiegherai come mai se il crocifisso è l’ultimo dei problemi della scuola ed è risovibile facilmente, tu, senza soppesare sostantivi, ci esorti a leggere due pezzi che – ma guarda! – vanno entrambi esattamente nello stesso senso e si occupano – ahimé – di un problema del tutto secondario. Eco e Magris si sono occupati un po’ anche della carta igienica?

Ti chiederei pure che ne pensi delle bandiere a mezz’asta dei militari italiani, in omaggio ad una religione e solo quella. La cosa fa il paio con i crocifissi. Anzi, che dico, vedi un po’ se puoi scansare la risposta postando interventi di qualcuno, senza soppesarne sostantivi e opinioni, sia chiaro. Tranquilla, ci pensiamo noi, per le loro e per le tue.

Sandra

“Finisco la polemica dello scorso post.”
E quando mai, a parte la polemica qual è il tuo contributo?
Domande stupide: p.e. quella sul voto a Renzi, ma sicuramente, e con garbo, l’avrai fatto notare.

RobertoV

L’articolo di Magris è un po’ come se all’imposizione dello scudo crociato, simbolo della DC, ci si mettesse a disquisire non sulla liceità di quella imposizione, ma sul significato della croce e Cristo, dando per buono il messaggio buonista della propaganda che deve valere per tutti. Oppure all’imposizione della falce ed il martello si pretendesse di non considerarlo simbolo del comunismo, ma lo si giustificasse disquisendo sul significato della falce e del martello come simboli del lavoro e delle fatiche di tanti lavoratori e contadini.
Il crocifisso è un simbolo della chiesa cattolica, quindi non è separabile da essa, è allo stesso livello dei simboli araldici dei vari casati nobiliari. Per esempio era utilizzato per emettere sentenze durante l’inquisizione cattolica. Identifica bene un gruppo ed è idolatria. Il fatto che oggi si pretenda di dargli un nuovo significato per giustificarne l’imposizione vuol dire voler fare revisionismo storico.

gmd85

@E.n.g.y

Ah, magari sembrerò sessista, ma prima le signore. Prego 😀

Stefano ™

Che c’è di strano? In fondo ci sono molti inCROCI e le divinità sono evocate frequentemente…

Gérard

Massimo

Ma quale scoop ??!!! La scoperta di questa tomba risale al 2007 e ha fatto al suo tempo oggetto di film e servizi televisi ( a l’ estero..) C’ é poca probabilita che questa tomba sia la tomba dell’ uomo dei Vangeli in quanto il nome Yeshuah era abbastanza diffuso al primo secolo della ns era . Poi la Tv franco-tedesca ha diffusa pochi anni fa un servizio sull’ abilita geniale degli falsari ebrei, che hanno un esperienza bi-millenare in merito . Basta pensare a tutti pellegrini e crociati che volevano riportare con se a casa un ” ricordo ” del loro soggiorno effettivo in Terra Santa
( i fotos-ricordi non c’ erano..) . Cosi questo servizion ci ha fatto vedere reperti creduti una volta autentici ma che furono falsificati in un senso o nell’ altro .

RobertoV

Non so se sia una prevaricazione della chiesa o piuttosto il tipico comportamento di sudditi, cortigiani verso l’imperatore, verso chi comanda, nel tentativo di prevenire ogni sua eventuale richiesta.
Un po’ come quando Fantozzi si comportava in modo esageratamente servile verso i superiori senza che questi avessero richiesto qualcosa.

Nel 1984 (l’anno di Orwell) abbiamo firmato il nuovo concordato che sanciva formalmente la fine della religione di stato, ma come spesso succede in Italia le leggi non vengono rispettate o nella loro vaghezza consentono tutta una serie di comportamenti non previsti ufficialmente. Di fatto la religione cattolica è ancora religione di stato e nulla è cambiato (anzi col vecchio concordato daremmo meno soldi alla chiesa) e nelle forze armate continuano ad esserci ancora i cappellani militari: dio-patria, il solito connubio e le solite nostalgie.
L’esistenza degli altri non riescono proprio a concepirla.

bruno gualerzi

A proposito di rapporto tra forze armate e chiesa cattolica.
Ero poco più che bambino e ascoltavo sempre con curiosità ciò che un amico di famiglia che aveva fatto la Grande Guerra raccontava; tra le altre cose ciò che più mi stupiva era una vicenda sulla quale polemicamente insisteva. Il cappellano militare (un prete cattolico) – raccontava – benediceva le nostre armi e ci invitava a pregare il buon dio perchè ci assistesse e aiutasse nelle operazioni di guerra, così da compiere il nostro dovere di soldati (sconfiggere, cioè ammazzare, il nemico) nel modo migliore. Fatto prigioniero dagli austriaci, scoprì che anche là c’era un cappellano militare (un prete cattolico) che diceva esattamente le stesse cose, solo a parti invertite. Ora, siccome questo amico di famiglia aveva la fama di essere piuttosto miscredente e con la tendenza ad arricchire gli episodi di guerra con aneddoti non sempre attendibili, non diedi molto credito alla cosa… ma dopo imparai che era tutto vero quanto accaduto e ben noto a chiunque.
Ben noto a chiunque, ma… in occasione del centenario (1914; 1915 per l’Italia) della Grande Guerra e in occasione del bombardamento televisivo (è il caso di dirlo) di notizie, commenti, documentari, interviste a storici che illustravano tutte le fasi delle varie battaglia, le tattiche e strategie dei vari stati maggiori, oltre che naturalmente a soffermarsi sull’assurdo e spaventoso costo in vite umane di vinti e vincitori… per quanto riguarda il ruolo del vaticano si è insistito continuamente sulla ‘inutile strage’ denunciata del papa di allora, ma ho atteso invano (a meno che mi sia sfuggito) anche solo un accenno a questo ruolo del cappellani militari.
E mi chiedo sempre qual è il loro ruolo nell’attuale esercito.

RobertoV

L’anno scorso in Austria e Germania hanno parlato tantissimo della Grande Guerra visto che per loro è iniziata un anno prima.
Sono stati pubblicati telegrammi e lettere intercorse tra il Vaticano e l’imperatore Francesco Giuseppe e l’ambasciatore che indicavano come il papa inizialmente fosse abbastanza schierato e ritenesse necessaria una punizione della Serbia. La cosa è stata ignorata in Italia. Gli Asburgo erano il caposaldo del cattolicesimo in Europa ed al papa interessavano molto le vicende legate a quella monarchia. Gli Asburgo sono in buona parte seppelliti in una chiesa cattolica di Vienna. Ancora nel 1971 il 90% della popolazione austriaca era cattolica ed hanno anche loro un concordato. L’Alto Adige era stato un principato vescovile cattolico.
Credo che quella dichiarazione contro la guerra fosse anche strumentale per il timore della sconfitta dell’impero Absburgico.

FSMosconi

Non mi stupisce…
d’altronde in questa retorica ci si è dimenticato di parecchia cose:
Gli orrori dell’irredentismo, tra cui…
L’italianizzazione forzata del nord-est (e più in generale dei confini irredenti)
I genocidi dei maggiori italiani nei confronti dei disertori
L’impunità dei capi in comando
La differenza di classe tra diretti-dirigenti (chissà perché a morire erano sempre i giovani e poveri, a volte tutt’altro che nazionalisti…)
E così via.

FSMosconi

E, cosa non indifferente, i Diktat del Trattato di Versailles, che nascondeva con la retorica dell’unico capro espiatorio (dal canto suo la Germania era tutt’altro che innocente… ma di certo non la causa scatenante) il gioco di imperialismi europei… per niente cambiato a fine conflitto.

Monsieur Bovary

La faccia di c#lo dei preti in tempi di guerra è semplicemente disgustosa: professano il pacifismo (nel senso che loro, poveri, non impugnano armi…sia mai che si facciano male), ma non esitano a infiltrarsi come onerosi cappellani militari in un’attività che per il loro stesso credo dovrebbero quantomeno rifuggire.
Non posso fare a meno di chiedermi se abbiano mai, questi imboscati di lusso, pensato ai loro coetanei mandati al macello perché non avevano la tonaca a far loro da mantello dell’invisibilità*

*Nota a margine (chiedo venia per il parziale OT): a quanto ne so, l’esenzione dalle armi fu garantita ai religiosi con i Patti Lateranensi del ’29; durante la I GM, ad esempio, fu mandato al fronte anche un tale Francesco Forgione, che tanto si lagnò e tanto fece da farsi dare congedi su congedi, fino all’esenzione definitiva… fino al ’72 – se non erro – per chi davvero (anche per profondo convincimento personale) rifiutava le armi c’era la galera, poi fu accordato il servizio civile, ma ritorsioni da parte dello Stato (es. porto d’armi) e disprezzo da parte della società… avrebbero dovuto tutti fingere di essere in contatto con un soprannaturale amico?

FSMosconi

fino al ’72 – se non erro – per chi davvero (anche per profondo convincimento personale) rifiutava le armi c’era la galera

E gli era andata bene che non avesse disertato durante la I GM…

RobertoV

La cosa ancora peggiore è che nel caso di una guerra i cappellani militari svolgono la funzione di motivare e far combattere bene i soldati. Cioè svolgono pienamente il loro ruolo di “instrumentum regni”, con buona pace della “religione promotrice di pace”.
Cioè devono aiutare il sistema a mettere i soldati nelle migliori condizioni per combattere, ad esaltarne il patriottismo e a giustificare ciò che fanno e le sofferenze che devono sopportare.
Nella 2° guerra mondiale si parlò espressamente nel caso del fronte orientale della “Tötungs-Theologie” cioè della teologia dell’uccisione che serviva a giustificare i massacri di slavi, ebrei e comunisti su tale fronte: questo con le loro prediche, cattoliche e protestanti.
Nella 1° guerra mondiale i serbi andavano puniti da un impero cattolico anche perchè ortodossi e legati alla russia ortodossa: anche qui con buona pace dell’ecumenismo.

Gérard

Fs Mosconi
Non è del tutto vero che il ” Diktat ” di Versailles fu cosi un motivo importante per lo scateno della 2 GM . Oggi ci sono ricerche piu approfondite che modificano quanto si credeva fino ad oggi .
( Nativo dell’ Alsazia-Lorena, campo di battaglia ” privilegiato ” da secoli, ho letto tanti libri in merito, con preferenza per quelli usciti di recente ma questo ci porta troppo OT ) .

Roberto V
Per dire la verita, nessun paese europeo avrebbe pensato che la dichiarazione di guerra alla Serbia avrebbe scatenato l’ inferno . La Serbia era considerato da tutti uno stato ” teppista ” e nessuno aveva previsto la reazione della Russia ( e dopo tutto il gioco delle alleanze..)

RobertoV

Gerard
Si infatti avevo letto della sottovalutazione del problema, dopotutto nel 1912-1913 c’era stata la guerra dei balcani.
Continuavano a ragionare con le vecchie logiche (nel consiglio di guerra di Francesco Giuseppe il più giovane aveva sui 75 anni) e non si erano resi conto dei cambiamenti e dell’evoluzione tecnologica. Asburgo e Germania erano convinti che la Russia non sarebbe intervenuta per i suoi problemi interni ed invece nel giro di una settimana era in guerra.

Gérard

Esatto ! Francia e Inghilterra si rallegravano ugualmente della ” buona lezione ” che l’ impero austro-ungarico avrebbe dato a questi buzzuri di serbi…
Altro che quello riduttivo che si legge nei libri di storia . ” L’ Austria dichiara la guerra alla Serbia e la Francia e Inghilterra subito all’ Austria…”

Frank

Lo sapevate che……?

Per tenere le bandiere a mezz’asta la Marina ha abbassato la bandiera mentre i carabinieri hanno allungato l’asta.

Marjo

In risposta al primo commento di Massimo: Non è proprio così.

marcoboh

le pratiche che “non fanno male a nessuno” in realtà fanno male a chi è perseguitato dalla chiesa cattolica, tipo le coppie omosessuali o chi vorrebbe divorziare senza passare dalla separazione (o dalla “sacra” rota…)

mafalda

Stringo i denti cercando di convincermi che questo dilagare clericale è paura. Paura di perdere privilegi e credibilità, per cui cercano di arraffare il più possibile prima dell’inevitabile fine.

Stefano ™

@ mafalda

io ritengo sia così, lo affermo da un po’.

Negli Stati Uniti cresce il numero di atei e agnostici e ci sono simili tentativi di riportare la religione al centro della vita sociale, con le buone e le cattive:

h t tps://whyevolutionistrue.wordpress.com/2015/04/08/tennessee-legislature-tries-to-make-bible-the-official-state-book/

Tanto più urgente il bisogno di visibilità tanto più pacchiano il metodo.
Qui da noi, la ccar non sta facendo né più né meno che quanto ha fatto sin dall’inizio: o gestisce il potere in proprio o si allea con esso. Dove non può è marginale.
Poi c’è il marketing: se non ti fai vedere sugli scaffali nessuno ti compra.
Oltre ai favori dello stato devi ottenere anche quelli dei cittadini, che purtroppo hanno ancora un po’ di influenza su come si organizza uno stato, ahimé 😉

mafalda

Voglio credere che sia così. Pochi vanno in chiesa, sempre meno si sposano in chiesa. Le uniche cose che reggono, ed è questo il vero termometro della potenza cattolica in Italia, sono i battesimi e la frequenza allora di dottrina a scuola. Sono convinta che quando ci sarà un calo sensibile da questo lato, sarà il segnale che le cose vanno male per i vaticani. Il gesuita argentino fa presa, sì, ha dalla sua tutta la stampa e le tv, ma se spengono quelle, non è nessuno. E per fortuna i suoi ultimi appelli per i martiri delle stragi (che i cristiani si sono subito accreditati) non sembra abbiano fatto presa sul pubblico.

bruno gualerzi

@ mafalda
Se fosse per questo… cioè in ragione del suo arraffare il più possibile, (in senso metaforico: manipolare le coscienze alzando un pò ovunque le sue tende, i suoi simboli, e in senso reale: spillare danaro facendo credere di elargirlo, l’uno di supporto al’altro)… la fine della chiesa sarebbe già avvenuta da tempo. Purtroppo… di sicuro in Italia, ma anche in altre parti del pianeta se non nel resto dell’Europa… la sua presa è ancora forte. E le occasioni per rivendicare il suo ruolo di vittima, di agnello sacrificale, di fronte alla barbarie islamica (in questo caso vittima reale) non mancano certo.

Stefano ™

@ bruno gualerzi

Non mi pare che abbia tanta presa sulla popolazione (se si eccettuano le tradizionali partecipazioni alle cerimonie religiose, in calo pure quelle). Perlomeno non quella che avevano prima. Obtorto collo si sta con molta fatica parlando di unioni omosessuali, la maggior parte della popolazione è favorevole a leggi sul fine vita, il divorzio breve credo sia ormai questione di tempo. Togli alla religione l’uso identitario e ben poco della vita dei cittadini è conforme, anche lontanamente, alla dottrina della chiesa. Vuoi o no internet fa la differenza rispetto a prima.
Aggiungi la maggior presenza di concorrenti e il loro tasso di natalità e capirai perché si stiano dannando l’anima per “esserci”.
Essendo meno di prima urlano di più.
Ovviamente sono solo impressioni sulla base di alcune considerazioni, sopra elencate. Niente è più facile che sbagliarsi in questi casi.
Sono d’accordo con te che lo scioglimento della DC e il presidio di tutti i partiti sia stata una mossa geniale, quella appunto che li sta sorreggendo.

bruno gualerzi

@ Stefano TM
“Obtorto collo si sta con molta fatica parlando di unioni omosessuali, la maggior parte della popolazione è favorevole a leggi sul fine vita”

Ma è proprio questo sapersi adeguare… quando non ne può più fare a meno e senza sbilanciarsi più di tanto, come del resto ha sempre fatto… a certe conquiste laiche che le permette di stare a galla. E fino a quando ci sarà chi inneggerà a questa ‘rivoluzione’, cioè la stragrande maggioranza dei media nazionali, quale che sia la loro collocazione politica, avrà vita facile. E poco importa se la gente non va più in chiesa… l’importante per la ccar è che ci si rivolga pur sempre a lei nei momenti di crisi avendo perso ogni fiducia nella classe politica.
Questo in Italia, certamente molto meno in gran parte del resto dell’Europa… ma l’Europa ha perso da tempo un ruolo egemone anche solo sul piano culturale, ed è altrove che la ccar può giocare le sue carte.

Stefano™

@ bruno gualerzi

Queste considerazioni non sono mai semplici, visto il numero degli elementi in gioco.
Tuttavia se il sapersi adattare è il modo di tenersi a galla, perché tanta resistenza a farlo? Soprattutto se la resistenza alla lunga è inutile? E soprattutto perché tanto strepito se stai tenendoti a galla? No, l’adattabilità è l’ultima ratio nella difesa dei propri principi e comunque non è mai definitiva. La chiesa ritorna comunque sui principi cui ha apparentemente rinunciato. No per me è altro: è la rivendicazione con altri mezzi di quei principi che non sono più dati per scontati e possono dar luogo a sonore sconfitte sociali con la necessità di ingoiare rospi che non si vogliono ingoiare. Da lì il tentativo di controllare ogni aspetto e tempo della vita, per evitare contaminazioni.
Ma ora internet ha messo a disposizione conoscenze che hanno messo allo scoperto sia l’inconsistenza dei principi sia le modalità di azione. Non è una variabile di poco conto. La diffusione della rete ha anche fatto venire meno le possibilità di censura che prima avevano a disposizione. La concorrenza incalza e comincia a fare rivendicazioni.
Non credo proprio che tutte le manifestazioni di cui discutiamo siano segno di grande tranquillità.

Diocleziano

Stefano™
Condivido il tuo punto di vista. La chiesa (l’hardware) comincia a rendersi conto che la dottrina (il software) è diventato obsoleto, se ne accorgono anche i fedeli. Questo meccanismo è proprio quello dell’obsolescenza digitale: i dati stanno diventando non più leggibili dal fruitore. In questo momento la chiesa sta rifilando software obsoleto al governo, ma non potrà farlo in eterno. Per il resto degli utenti ormai persi, sarà dura recuperarli; a meno che non si faccia vivo il loro ceo dall’alto dei cieli…

FSMosconi

Oddio non mettetevi a parlare di software e hardware che altrimenti Florenskij spunta fuori e ci attacca di quelle menate che manco Neuromante (al massimo Neuromante capito mooooooolto male)…

Sandra

uuhhh….il temibile floware (contrazione di flawed software)…

bruno gualerzi

@ Stefano
Diocleziano
“Tuttavia se il sapersi adattare è il modo di tenersi a galla, perché tanta resistenza a farlo? Soprattutto se la resistenza alla lunga è inutile? E soprattutto perché tanto strepito se stai tenendoti a galla?”

Non credo che la questione vada vista in questi termini. Sono 2000 (o 1500) anni che la chiesa gioca col mondo nello stesso modo, non certo da adesso. Puntando sulla sua autoconclamata natura di potere spirituale e potere temporale insieme, col secondo legittima il suo adeguamento al mondo senza perdere per questo la faccia (andate a scuola da Florenskij per sapere come fa 🙂 ), col primo legittima il suo, diciamo così, ritardo, gabellato come necessità di salvaguardare e testimoniare principi ‘eterni’. In questo contesto la ‘resistenza’ non è inutile, serve per mantenere quel tanto di dogmatico (anche questo rimodellato di volta in volta a seconda delle circostanze, sia pure con la dovuta cautela) che le si chiede in quanto potere spirituale, istituzione religiosa.
E in quanto allo strepito… quello non è lei a farlo (le basta provocarlo, magari con l’invenzione di un inedito papa Francesco), ma tutti quanti salutano entusiasti questo adeguamento chiamandolo ‘rivoluzione’.
Certamente la chiesa è in crisi… ma quando mai nella sua lunga storia non è stata in crisi, e proprio di fronte ai mutamenti che avvengono nella società? Da quanto tempo… dalla rivoluzione francese, dall’illuminismo, dalla secolarizzazione, dalla modernità ecc…. non è data per morta?
Naturalmente questo scenario non deve alimentare alcuna rassegnazione fatalistica… ma perderlo di vista significa solo costituire l’altra faccia di una stessa medaglia: da un lato l’entusiasmo, soprattutto ‘laico’, per la ‘rivoluzione’, dall’altro la valutazione di questa ‘rivoluzione’ come segno di crisi irreversibile.
a mio parere pericolose illusioni entrambe.

Stefano ™

@ bruno gualerzi

Capisco quello che dici ma credo che la gente sia disposta ad accettare senza batter ciglio, anzi quasi con entusiasmo, gli aspetti esteriori della religione, quelli che più comprende: crocifissi, papi paciosi e “elemosine” che diano l’illusione di aver fatto qualcosa.
Quando la chiesa tocca altri argomenti, non trova più tanto consenso. Non lo trova perché la gente ha a disposizione interpretazioni alternative, solitamente più ragionevoli. E più importanti per la loro vita rispetto ai crocifissi e alle carezze papali. La chiesa ha bisogno di immobilismo sociale per proporre un messaggio immutabile. E però le cose, anche a causa di internet, lo ripeto, le stanno fuggendo di mano. Quando si è adattata lo ha fatto su argomenti sui quali poteva farlo, con molto ritardo, quando l’onda emotiva non esisteva più. Anzi cercando di trarre profitto dall’adattamento. Bene, ma ora il mondo ora gira più velocemente e non ce la fa più. Almeno non se deve rimanere conservatrice. Da qui la necessità di mettere paletti dappertutto, per dire “ci sono ancora” e presidio tutto. E se presidio tutto vuol dire che sono importante. E se sono importante mi dovete dare retta. Perché forse, su questioni diverse da crocifissi e papi sorridenti, non c’è più tanta gente che gliene dia.
Niente di rigoroso o di definitivo quel che dico, solo impressioni. Ma continuo a ritenere presente in questa asfissiante presenza con manifestazioni pacchiane un senso di disagio derivante dall’incapacità di incidere su aspetti più profondi della vita sociale.
Insisto che una variabile nuova, rispetto al passato, è la diffusione capillare di informazioni alternative, quasi in tempo reale. Prova a rintuzzare tutto con principi immutabili: è come voler affondare tutti insieme tappi di sughero in una bacinella d’acqua. Non ce la fai e cominci a perdere la pazienza. E pesti i piedi per ribadire, nonostante tutto, che tu sei importante.
La chiesa rischia seriamente di non poter più usare il giochino di utilizzare il ritardo “gabellato come necessità di salvaguardare e testimoniare principi ‘eterni’ “. Non un ritardo, ormai: troppi. E urgenti. E soprattutto sotto gli occhi di tutti, con le critiche che non riescono più ad essere filtrate come prima. E allora gonfia il petto, lei o i suoi emissari nelle istituzioni.

Sandra

C’è sempre stata – e ci sarà sempre – una porzione di umanità conservatrice. L’essere conservatore può essere legato alla sopravvivenza (come nel mondo rurale) o a motivi personali (la sicurezza offerta dalla tradizione).
Ma la porzione “conservatrice per necessità” in occidente si è via via sempre più ridotta, tecnologia e istruzione hanno strappato i più dal bisogno, e dalla dipendenza dal clero come dispensatore di favori.
Così come dici giustamente “è altrove che la ccar può giocare le sue carte”, dove appunto la società ha bisogno di rigidità, di gerarchia, e il paradiso può essere solo altrove. Non è più comunque il terzo mondo di una volta, l’accesso all’informazione digitale avrà un effetto molto più dirompente della stampa di Gutenberg: pensa al numero di testi o di corsi che un dispositivo digitale può offrire, l’equivalente di una scuola e una biblioteca ambulante. E quindi la possibilità di scegliere la propria strada, che difficilmente sarà quella vecchia.
Ci sarà sempre la Chiesa, ma proprio perché dovrà sempre più presentarsi per quello che è – un partito conservatore – ridurrà l’apparato “spirituale”.

Gianluca

Bruno

““Obtorto collo si sta con molta fatica parlando di unioni omosessuali, la maggior parte della popolazione è favorevole a leggi sul fine vita”

Ma è proprio questo sapersi adeguare… quando non ne può più fare a meno e senza sbilanciarsi più di tanto, come del resto ha sempre fatto… a certe conquiste laiche che le permette di stare a galla.”

Sì, ma adeguati oggi, adeguati domani… Dopodomani in cosa si distinguerà la chiesa dalle istituzioni secolari?
E una volta che sarà virtualmente “indistinguibile” (perchè per poter ottenere il consenso della popolazione deve condividere gli stessi ideali) da esse in base a cosa giustificherà la propria esistenza?

RobertoV

Il suo potere non è legato solo al consenso: se fosse solo un problema di consenso, avrebbe già perso tantissimo potere, ed invece negli ultimi anni vediamo un recupero di potere nonstante il calo dei fedeli. Il potere dipende dalla propaganda, dai soldi che hai a disposizione, dal controllo del territorio e della politica.
La chiesa cattolica non è democratica, non è un partito il cui potere dipende dagli elettori (ed anche dalla possibilità di fare da ago della bilancia come succede con piccoli partiti che hanno più potere del dovuto), ma è una potente e ricca multinazionale, il suo potere è un po’ come quello della Fiat o dell’Eni che non sono legati al consenso. A questo si aggiungono i privilegi strutturali, quali il concordato, l’otto per mille e l’intreccio con le strutture dello stato, la possibilità di condizionare i media (siamo in Italia, per esempio nelle ultime settimane era venuto fuori che per propagandare l’expo erano stati pagati i giornalisti). Senza quelli le cose sarebbero differenti.

Inoltre come riconfermato da una recente indagine che ho visto la chiesa perde fedeli, in molti si fanno una religione personale, ma lo zoccolo duro diventa più agguerrito, molto più radicale e basta un gruppo ben motivato, organizzato e disciplinato per imporsi all’attenzione. Guarda il potere che ha CL, eppure ha solo circa 300 mila sostenitori e non sembra simpatico a tanti cattolici.

bruno gualerzi

@ Gianluca
“Sì, ma adeguati oggi, adeguati domani… Dopodomani in cosa si distinguerà la chiesa dalle istituzioni secolari?”

Considerazione molto seria la tua, basata su un valido argomento… ma non sottovaluterei la capacità camaleontica, raffinata dalla pratica di vari secoli, della ccar. Ciò che mi lascia sempre perplesso è la sua capacità, ormai ‘storica’, nel sopravvivere alla cosiddetta secolarizzazione, nell’adeguarsi alla modernità, che pure dovrebbe avere tutte le componenti culturali per eroderne la capacità di presa e quindi di convogliare consenso. Credo dipenda da due fattori:
da un lato una secolarizzazione che reca ancora in sè troppe contraddizioni, troppo equivoci, soprattutto – a mio parere – l’incapacità di fare seriamente i conti con un passato del quale è pur sempre erede, illudendosi troppo superficialmente di essersene liberata;
dall’altro una chiesa che – anche per quanto detto sopra – può sempre puntare a far leva su una dimensione superstiziosa ancora ben radicata anche in chi rigetta gran parte della sua dottrina e delle pratiche proprie della tradizione religiosa. Basta una situazione di crisi e di perdita di credibilità di un ceto dirigente, perchè – come credo sia difficile negare accada in questo frangente – sia in grado di recuperare credibilità.
Certo, hai ragione, per quanto sia in grado di adeguarsi, ad un certo momento per farlo dovrà rinunciare a tante di quelle prerogative da perdere la propria identità… ma quando avverrà Quando un reale progresso… non semplice sviluppo… della società umana creerà le condizioni per togliere ogni credibilità agli insegnamenti della chiesa?
Per adesso non vedo quei segnali che, per quanto auspicabili e auspicati, rendono prossimo quel momento.

Diocleziano

Bruno Gualerzi

Per la chiesa vale il ”paradosso del sorite”: se da un mucchio di sabbia si toglie un granello per volta, quando cesserà di essere un mucchio? Già adesso potremmo dire che è un mucchietto? Se la chiesa non fosse tenuta in piedi artificiosamente, se dovesse mantenersi con le donazioni dei fedeli, se non fosse sorretta a forza dai media, se dovesse rispettare tutte le leggi, se non avesse leggi e privilegi ad hoc… se fossi in loro non guarderei al futuro con troppa fiducia.
Il vero punto debole è l’evaporazione dei fedeli, è un punto di non ritorno; a un certo punto l’appartenere a quella religione verrà percepito come roba da sfigati e sarà sempre più difficile recuperare.

Frank

Durante il periodo pasquale, oltre alle bandiere a mezz’asta, nelle caserme verrà proiettato il film verità “ACAB- All Centurions Are Bastards”.

Frank

Maresciallo: Mi raccomando appuntato, per tutto il periodo pasquale si ricordi di tenere la bandiera a mezz’asta!
Appuntato: Per ricordare la morte Gesù?
Maresciallo: No, per ricordare i suoi familari… che non pretesero risarcimenti dallo stato e condanne delle forze dell’ordine.

Stefano ™

La realtà è peggiore di quella immaginaria di un confronto con le inesistenti divisioni del Varicano.
Sono le divisioni all’interno delle nostre “divisioni” che sono ben più gravi.

Francesco S.

Ribellarsi non è un comportamento da militari cui viene insegnato ad obbedire e tra l’altro sono tenuti a farlo per obbligo di servizio. Chi si deve ribellare a simili imposizioni siamo noi civili.

Gérard

Per me questa è la peggiore clericalata della settimana…

Diocleziano

Non riesco proprio a immaginare l’esercito degli Stati Uniti o quello inglese, che facciano una tal meschina figura… non l’ha fatto nemmeno quello di Malta.

Gérard

Diocleziano

Per questo motivo abbiamo la prova che l’ Italia ha sempre una religione di stato…

Frank

….ancora notizie sulla commemorazione pasquale delle nostre gloriose forze armate…..

Marina militare (marò per gli amici): Abbiamo deciso di commemorare la morte di Gesù perchè anche se era un pescatore lo era di anime e soprattutto non era indiano.

bruno gualerzi

@ Gerard
“Non è del tutto vero che il ” Diktat ” di Versailles fu cosi un motivo importante per lo scateno della 2 GM . Oggi ci sono ricerche piu approfondite che modificano quanto si credeva fino ad oggi .”

Non è tantissimo tempo che è finita la IIGM, e la letteratura in merito è sterminata e, per ragioni ‘professionali’ (insegnante di storia), ma soprattutto per interesse personale (data la mia età, uno scorcio di questa guerra – pur non subendo nemmeno lontanamente, per fortuna, ciò che è stato subito altrove – l’ho vissuto abbastanza per coglierne tutto l’assurdo) ho frequentato abbastanza assiduamente quanto ne veniva scritto di testimonianze, commenti e analisi prodotte da vari protagonisti e da vari storici. E me ne sono fatta un’opinione che… non conosco le ricerche approfondite di cui parli… ritengo ancora valida (almeno per ora… poi, in prospettiva storica, non so quale giudizio prevarrà) Ed è questa, diciamo pure quella più ricorrente: senza Versailles e senza ciò che è stato riservato alla Germania… non dico ovviamente che si debbano escludere tante altre cause di varia natura, soprattutto ad esempio economiche (la crisi del ’29)… ma mi riesce difficile immaginare l’ascesa di Hitler e l’affermarsi del nazismo se il popolo tedesco non fosse stato ridotto in quelle condizioni, soprattutto economiche, ma anche psicologiche. Causa principale, naturalmente, perchè anche per l’ascesa di Hitler hanno giocato un ruolo rilevante storia, passata e recente, e cultura tedesca, ma continuo a ritenere che la presa di Hitler sul popolo tedesco sia dovuta principalmente alle conseguenze di quanto sancito a Versailles. E d’altra parte senza l’ascesa del nazismo è difficile immaginare la IIGM coi caratteri che ha assunto.
(Questa convinzione in genere mi è servita per certe mie considerazioni circa le guerre in generale… ma questo è un altro discorso)

Gérard

Prf Gualerzi

Se, come lo fa notare piu in alto Roberto V, il centenario della prima guerra mondiale é stata molto ricordato in Austria e Germania . Lo stesso vale per la Francia e questo ci ha dato l’ opportunita di avere nuovi libri, frutta di ultime ricerche in questo campo ma anche di numerosi articoli di fondo su grandi giornali, senza parlare dei grandi debattiti sia alla TV che in numerosi convegni Se nessuno non mette in dubbio la responsabilita del trattato di Versailles, si va oggi in direzione di altri motivi forse piu grossi ( come per esempio l’ umiliazione delle truppe tedesche davanti a Verdun nel 1916 , la voce che girava che le truppe erano state tradite, – già la tesi del complotto -, il ritiro delle riserve auree americane dalla Germania etc ) perchè in fondo, che cosa rimaneva del trattato di Versailles nel 1933 messo a parte la zona demilitarizzata del Reno ? Oggi si dice che la prima guerra mondiale è in realta finita nel 1945 !! Ma Lei lo sa anche bene, la Storia non finisce mai di cambiare…
Non voglio andare oltre perchè siamo OT e Admin ci guarda già male…

bruno gualerzi

“Non voglio andare oltre perchè siamo OT e Admin ci guarda già male…”
Convengo e chiedo scusa.

Gérard

” Convengo e chiedo scusa… ”
Non a me perchè è un piacere di discutere di cose che mi interessano moltissimo …

Francesco S.

Fanno cascare le braccia anche le presunte critiche femministe a quella vignetta 😆

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