Intervista ad Ali Almossawi

Ali Almossawi ha con­se­gui­to un ma­ster in In­ge­gne­ria dei si­ste­mi al MIT e un ma­ster in In­ge­gne­ria del soft­ware alla Car­ne­gie Mel­lon Uni­ver­si­ty. Vive a San Fran­ci­sco con la mo­glie e la fi­glia, la­vo­ra come data vi­sua­li­za­tion en­gi­neer per Mo­zil­la, con­ti­nuan­do a col­la­bo­ra­re con i col­le­ghi del MIT Me­dia Lab. I suoi la­vo­ri sono sta­ti pub­bli­ca­ti su “Wi­red”. Lo intervistiamo a proposito del suo Libro illustrato di argomentazioni errate pubblicato dalla nostra casa editrice Nessun Dogma.

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“Questo libro è destinato ai nuovi arrivati nel campo del ragionamento logico”: perché ha sentito l’esigenza di proporlo loro? Quale ritiene che sia il percorso che li fa “arrivare” in questo campo?

Era mia intenzione raggiungere un pubblico ampio, e le illustrazioni aiutano in questo. Cosa c’è di meglio per attirare qualcuno di un maiale parlante! Il progetto è stato letto da più di 1.3 milioni di persone negli ultimi sedici mesi, e quindi penso che l’obiettivo sia raggiunto.

Qual è, secondo la sua opinione, l’argomentazione errata più diffusa?

Si trovano molte false dicotomie, per esempio in politica. Un politico dipinge il mondo in due modi: il suo (quello giusto) e quello del suo opponente (quello sbagliato). È sconcertante.

Scrive che “l’opera tratta in primo luogo di cose da non fare quando si argomenta”, in modo da rappresentare “un’utile esperienza di apprendimento”. Quali sono invece le cose da fare?

Oh, parecchie. Nel suo libro sui ragionamenti errati (Attacking Faulty Reasoning, NdR) T. Edward Damer spiega alcuni dei principi che stanno alla base di una buona argomentazione, come la buona struttura, la coerenza, la chiarezza, l’ordine, la rilevanza e la completezza.

A suo avviso, qual è la percentuale della popolazione che argomenta in modo corretto? E cosa si può fare per incrementarla?

Promuovere il pensiero critico è il miglior modo non solo di alzare la qualità del dibattito, ma anche di rendere la gente più produttiva nella vita. È difficile essere produttivi quando nel proprio percorso verso una verità oggettiva si parte da una posizione di assoluta certezza. In certe parti del mondo chiedere agli altri di pensare con la propria testa rimane un compito pericoloso. Ma è un rischio necessario se vogliamo battere l’ignoranza, allo stesso modo in cui abbiamo superato alchimia e astrologia.

La redazione

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18 commenti

Engy

forte questo Ali Almossawi.
Io però sono un po’ triste perchè è morto Mango, mannaggia a tutti sti infarti!

Diocleziano

Non essere triste Engy, forse ora si trova felice sull’isola di ‘Onda su onda’ assieme a banane e lamponi… una bella mecedonia! 😈

Gianluca

Engy

Penso che modo migliore per andarsene non avrebbe voluto: sul palco cantando davanti a tutti.

serlver

E’ giusto che sia un libro illustrato così anche cattopitechi hanno modo di capirne i contenuto, magari non tutti, ma almeno una porzioncina.

John

Condivido in pieno ogni singola frase di questa intervista.
Certamente rattrista pensare quanto sia ampio l’insieme delle persone che non perseguono la limpidezza del pensiero logico: penso siano davvero la maggioranza schiacciante.
Ma fa piacere pensare che, attraverso libri come questo (che si affida alla solidità dei classici, da Pascal a Feynman), molte persone potranno capire che pensiero logico significa anzitutto onestà, verso gli altri e prima ancora verso sé stessi.

Diocleziano

Certamente rattrista pensare quanto sia ampio l’insieme delle persone che non perseguono la limpidezza del pensiero logico: penso siano davvero la maggioranza schiacciante

È anche la mia opinione; la causa penso che sia in parte l’inadeguatezza intellettiva e in parte l’inutilità oggettiva di un più alto livello di impegno.

pensiero logico significa anzitutto onestà, verso gli altri e prima ancora verso sé stessi

L’esperienza mi dice che razionalità e onestà non viaggiano necessariamente sullo stesso binario: penso ai truffatori seriali che sfruttando la capacità di conoscere i punti deboli delle persone, ne approfittano. O agli speculatori finanziari che proprio grazie a un livello superiore di logica (e l’aiuto dei computer…) riescono a evitare proprio quei famosi bias che tanto stigmatizziamo nella vita quotidiana. Pensa quante sono le professioni che lucrano sull’inadeguatezza del prossimo. Certo è che la mancanza di razionalità porta i meno dotati a rimediare in altri modi.

John

Diocleziano:

Giusto. Io lo intendevo specificamente nel senso che ho poi spiegato ieri alle 18:18, ovvero: la logica che porta all’accettazione di un’argomentazione rigorosa e coerente anche quando non la si accetterebbe volentieri.
ll caso dei truffatori è comunque interessante, perché, premessa ovviamente la responsabilità di chi truffa con freddo rigore, non vi è forse una componente di colpa passiva del truffato, proprio perché non ha usato appieno gli strumenti della razionalità che aveva a disposizione? (d’altra parte uno dei motivi per cui le truffe sono sottostimate è che spesso i truffati non le denunciano proprio in quanto riconoscono questo loro deficit di uso della ragione, non perseguito dalla legge ma squalificante a livello sociale).

John

(avevo lasciato per errore il tag blockquote che non ci doveva essere; ri-posto:)

Giusto. Io lo intendevo specificamente nel senso che ho poi spiegato ieri alle 18:18, ovvero: la logica che porta all’accettazione di un’argomentazione rigorosa e coerente anche quando non la si accetterebbe volentieri.
ll caso dei truffatori è comunque interessante, perché, premessa ovviamente la responsabilità di chi truffa con freddo rigore, non vi è forse una componente di colpa passiva del truffato, proprio perché non ha usato appieno gli strumenti della razionalità che aveva a disposizione? (d’altra parte uno dei motivi per cui le truffe sono sottostimate è che spesso i truffati non le denunciano proprio in quanto riconoscono questo loro deficit di uso della ragione, non perseguito dalla legge ma squalificante a livello sociale).

alessandro pendesini

@John

Ritengo che moltissime persone sono convinte di avere un « pensiero logico ». E, paradossalmente, quelle che hanno una infarinatura culturale insufficente, sono straconvinte della loro ortodossia !
Ma, inter nos, che significa avere un « pensiero logico », e su quali basi possiamo ritenere che X abbia un « pensiero logico » ma non Y ?

P.S.-Pensiero logico = onestà ? Cioé ?…..

John

Alessandro,
su “che cosa significhi avere un pensiero logico”, significa secondo me non cadere nelle classiche trappole cognitive, per esempio del confondere le cause con gli effetti, o il rapporto di causa-effetto con quello di correlazione, e così via… il discorso sarebbe lungo… meglio lasciare la parola ad Almossawi.
Invece, sull’uguaglianza “pensiero logico = onestà”, la intendo nel senso che, spesso, il ragionamento logico può portare a conseguenze che non sono quelle che si vorrebbero; per esempio può portare a dover dare ragione ad un interlocutore che non ci è affine, o a contraddire un nostro punto di partenza, facendoci così apparire “perdenti”. Per cui “logica=onestà” significa che una volta che emerge l’errore del proprio ragionamento si dice “ho sbagliato” anziché praticare equilibrismi per ottenere contorte argomentazioni a proprio favore. E significa che se una persona che visceralmente non ho mai sopportato, una volta tanto fa un’affermazione correttamente argomentata, le dico “hai ragione” e non cerco di trovarle l’errore in misura proporzionale all’antipatia che mi ha sempre suscitato, o in ragione del fatto che altre sue affermazioni sono meno condivisibili. Ecco, per me l’equivalenza “logica=onestà” è questa.

alessandro pendesini

@John
Una credenza potrebbe essere basata razionalmente e rivelarsi falsa dopo un ulteriore esame. -Hume cita l’esempio di una persona in India che in un modo ben razionale, si rifiutava di credere che l’acqua potrebbe diventare solida in inverno ! (quando si vive in un clima perennemente caldo, è difficile credere -per una persona insufficentemente colta- che l’acqua può congelare !). Questo dimostra che le deduzioni razionali effettuate a partire di dati disponibili non porta necessariamente a conclusioni vere. Quindi…..

John

Alessandro,
assolutamente d’accordo, giustissima osservazione. Forse prima ho semplificato eccessivamente il mio ragionamento. Il problema, nell’interessante esempio che richiami, sta, come dici, nell’applicare la logica da persona “insufficientemente colta” e dal fatto di partire da dati disponibili insufficienti senza saperlo. Quindi il pensiero logico comporta anche la consapevolezza di quanto sia completa la base di conoscenza che si possiede, per trarre le conseguenze corrette. In fondo anche il tacchino di Russell era arrivato in modo perfettamente logico alla conclusione che il 24 dicembre il suo padrone sarebbe arrivato a portargli il cibo come tutti i giorni. Invece…
Però nel mio discorso sulla logica=onestà non volevo dire nulla che andasse contro tutto ciò, ma solo dire che ragionare in modo logico è sintomo di trasparenza e limpidezza intellettuale. Magari questo è vero se (aggiungendo il tuo ragionamento) ci si impegna ad ampliare il più possibile la propria base di conoscenze senza avere la certezza di avere già tutti gli elementi a disposizione. Ma anche questo passo fa parte del pensiero logico, secondo me.
Però non so: se magari volevi dire qualcosa di diverso e non ho colto bene, puoi aiutarmi tu a sviluppare meglio il concetto.

alessandro pendesini

@John
Il controllo di un grande volume di conoscenza non sarà mai abbastanza per fare di chiunque uno scienziato, al massimo un solo geek. Ogni professione -avvocato, medico, ingegnere, ragioniere, insegnante- comporta l’acquisizione di una base di conoscenza, ma la situazione nella scienza è notoriamente diversa: i fatti sono utilizzati principalmente per entrare nel regno dell’ignoranza. Gli scienziati non si occupano di quello che sanno, che sia considerevole o molto ristretto, ma piuttosto a ciò che non sanno. L’unica cosa che deve essere ricordata ( a mio umile parere e non solamente) è che la scienza sguazza nell’ignoranza, che la coltiva e se ne nutre giornalmente….

John

Sono assolutamente d’accordo con tutto ciò che hai detto. Quando prima parlavo della logica come limpidezza di ragionamento, non ho mai voluto dire nulla che non potesse affiancarsi a tutto ciò che giustamente dici. Sottoscrivo quindi ogni tua parola.

Gianluca

John & alesasndro pendesini

Secondo me la difficoltà di usare la logica dipende anche dal fatto che più il progresso scientifico prosegue, più si scopre che la realtà è controintuitiva, quindi si è portati ad applicare la logica sulla base di premesse che sembrano corrette, ma non lo sono. L’esempio portato prima dell’indiano che non crede che l’acqua possa diventare solida è azzeccatissimo. Usare la logica vuol dire partire dal presupposto che si deve cambiare idea se le conseguenze del (proprio) ragionamento non soddisfano le premesse. Sono appassionato di astronomia e di fisica quantistica (assolutamente da profano) e sentire Stephen Hawking dire che in prossimità di un buco nero il tempo non scorre è una cosa che cozza contro tutte le esperienze fatte nella vita, com’è possibile che il tempo possa trascorrere in un luogo e non in un altro? Tra l’altro, proprio a proposito di questo, S.Hawking in un’intervista ricorda che quando enunciò questo alla comunità scientifica internazionale la maggior parte degli scienziati non era d’accordo, ma poi si dovettero ricredere perchè, usando parole di Hawking, “non è facile non essere d’accordo con un teorema matematico corretto”.

alessandro pendesini

L’uomo utilizza due sistemi per conoscere il mondo: il cervello e il sistema immunitario.
Mi sia concesso ricordare che siamo l’unica specie che si situa allo stesso tempo in un mondo duale, quello naturale, l’altro fantasmatico. L’unica che è stata in grado di cambiare profondamente le predisposizioni, o basi naturali, per (tentare di..) soddisfare le sue esigenze, ma anche di sognare un’altra nicchia per calmare le ansie e paure irrazionali, e quindi dare l’illusione di potere comprendere l’universo. Questa costruzione ci soddisfa perché -quando il cervello “soffre”- la capacità inventiva della neocorteccia è basata sulla capacità del cervello limbico (epicentro delle emozioni) di creare certezze assolute (caratteristica ben nota dell’autoinganno!) eliminando qualsiasi dubbio ! -Angoisse humaine oblige…..

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