Nessuna contraddizione, nessun contraddittorio

Si fa quasi fatica a star dietro a tutte le recenti esternazioni di illustri e illustrissimi esponenti delle gerarchie ecclesiastiche, per quanto queste vengano prontamente e intensamente rimbalzate da pressoché tutti i mezzi di informazione.

Già da questo blog si era accennato a Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, che nell’inaugurare ad Assisi i lavori della Cei dedicati alla formazione dei sacerdoti, ha comunque graziosamente avuto modo di definire il riconoscimento delle unioni omosessuali come “irresponsabile” perché rappresenterebbe “una specie di cavallo di Troia di classica memoria” nei confronti della famiglia cattolicamente intesa. Riconoscimento che, con un appena accennato riferimento diretto alle civil partnerships di renziana e berlusconiana promessa, passerebbe attraverso “distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente”.

A parte che si vorrebbe proprio eliminarli, i distinguo pretestuosi, attraverso la paritetica regolamentazione di un’affettività preesistente, e che la “gente” (come se esistesse un soggetto monolitico globalmente intendibile come tale) non sceglie la propria sessualità in base a leggi e decreti, si vede riproposta la consueta — fallace — logica argomentativa: quello che non è ammesso dalla Chiesa è pericoloso, infido. E l’omosessualità e di conseguenza le unioni gay, non solo non sono ammesse, piaccia o non piaccia e nonostante l’equivocità di certe supposte aperture recenti (marketing, più che dottrina), ma vanno apertamente ostacolate e combattute, perché passibili di minare “dall’interno” persino la possibilità di esistenza di altre forme di unione. Dopo la guerra di Troia, il ratto delle Sabine versione omosex.

Parole, quelle di Bagnasco, confermate da fatti che sembrerebbero l’incipit di una barzelletta squallida: il censimento delle scuole “pro omosessuali” (sic) richiesto dalla Curia di Milano a oltre seimila insegnanti di religione con una lettera — e relativa tabella di catalogazione — che merita davvero la lettura integrale. Va detto che dopo lo scandalo (e qualche scontro di piazza), l’arcivescovo Scola si è in effetti affrettato a dichiarare come “la nostra posizione non implica omofobia” concedendo una certa “inappropriatezza del linguaggio” da parte della Curia nonostante la volontà di un “dialogo franco e aperto”.

Il che però, a ben guardare, non implica minimamente la condanna del tentato censimento né alcuna modifica, formale o sostanziale, rispetto al contenuto dello stesso. Che, per citarne un brano, aveva lo scopo di contrastare (con ogni mezzo?) “un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale”. In breve, l’autodeterminazione. Non si capisce dove possa esservi un dialogo franco se gli alunni italiani vengono considerati vittime di “una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale”, non si capisce come la lotta al diritto di scegliere la propria sessualità non possa non definirsi omofoba. Ma forse è il gioco dei sinonimi.

bergoglio-bagnasco

Si dirà però che queste sono le vecchie gerarchie, i paludati parrucconi che poco si intonano col sorrisone e l’innata gioiosa simpatia di Bergoglio, così contemporaneo e vicino alla “gente” (di cui sopra). Dimenticandosi di come, non a caso, Francesco sempre papa — gesuita — è, perfettamente incanalato nella dottrina neanche troppo post quanto per certi versi persino pre conciliare portata avanti e sostenuta fermamente dai suoi predecessori, quello “antipatico” in testa. E infatti spunta fuori una lettera, scritta nel 2010 quando era arcivescovo di Buenos Aires subito prima della discussione della legge che avrebbe autorizzato il matrimonio e l’adozione per le coppie omosessuali, nella quale evidenzia tutta la sua contrarietà al progetto. Perché, afferma con decisione, ”sosteniamo chiaramente che non si può considerare uguale quello che è diverso” e che questa non sia “una questione di semplice terminologia o di convenzioni formali relative a una relazione privata, ma di un vincolo di natura antropologica”. E pertanto l’approvazione della legge non sarebbe altro che “un reale e grave regresso antropologico”. Per esser quello del “chi sono io per giudicare” non ci va leggerino. E continua: “No, il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell’unione di due persone dello stesso sesso. Distinguere non è discriminare, al contrario è rispettare.” Ah si? Un po’ come la non-omofobia di Scola, insomma.

Molto più di recente, in ogni caso, la supposta ventata di modernità dell’etica bergogliana ha avuto ancora modo di dimostrarsi meno di un refolo. Ricevuti in Vaticano i medici cattolici, Francesco parlando a braccio ha infatti approfittato per negare legittimità a aborto, eutanasia e fecondazione eterologa in un colpo solo. Invitando pertanto esplicitamente all’obiezione di coscienza (si suppone anche quando non prevista per legge, visto che la definisce scelta coraggiosa e controcorrente).

Nel caso qualcuno a Montecitorio non avesse ancora ben capito. Questo perché “Non si gioca con la vita umana. Questo è un peccato contro il Dio creatore.” E, come a prevenire la domanda: “Spesso si dice che la posizione della Chiesa valeva nel pensiero antico ma sia ieri come oggi la parola uccidere significa lo stesso”. Quando si dice il solco della tradizione.

Nessuna contraddizione, quindi, nessuna divagazione, estemporanea o meno, dall’incrollabile solidità, peraltro propria delle religioni rivelate, di dogmi, etiche e dottrine della chiesa “di sempre”; nessuna “apertura” o men che mai accettazione di posizioni differenti. Il che è peraltro più che legittimo, ci mancherebbe: liberissime le gerarchie cattoliche di rimanere uguali a loro stesse, liberissime di propagandare visioni vessatorie della libertà altrui.

Quello che non è legittimo neanche un po’, invece, è che queste visioni si sostanzino concretamente, grazie all’appoggio consistente e perdurante su più fronti della nostra classe politica, nell’arretratezza totale del nostro paese in tema di diritti civili, si sostanzino quindi nella compressione forzosa della vita di migliaia di individui. Ma questo è discorso che non è altrettanto facile trovare nei media rispetto ai commenti sulla predica (in senso stretto) del giorno .

Quello che è però il brocardo più gettonato di Bergoglio in questi giorni, d’impatto ma poco consistente dal punto di vista teoretico, riguarda i “preti affaristi”: mai più sacramenti a pagamento, è indegna l’esistenza di tariffari appositi. Esistenza confermata da più parti (e parrocchie) ma smentita da Bagnasco, facendo leva sulla differenza fra libera contribuzione e corrispettivo vero e proprio (buon suggerimento anche per generici evasori fiscali).

Speriamo che l’autorità e la stima di cui gode questo papa si facciano sentire anche nel porre freno al mercimonio delle celebrazioni: mai più cento euro per una cresima. Nel frattempo, quasi sette miliardi di euro all’anno dallo Stato italiano vanno ancora benissimo.

Adele Orioli, responsabile iniziative legali Uaar

Articolo pubblicato sul blog di MicroMega il 24 novembre 2014.

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75 commenti

RobertoV

Ci sono anche le affermazioni del cardinale Müller, prefetto della congregazione per la fede che definisce l’attacco alla famiglia un suicidio dell’umanità, soprattutto nel mondo secolarizzato ed ha affermato che con l’accusa delle discriminazioni vengono zittiti i sostenitori della famiglia tradizionale. Nell’incontro sulla famiglia voluto dalla chiesa cattolica assieme ad altre religioni ha sostenuto che le posizioni erano simili perché credono in simili valori (islamici, induisti, sikh, anglicani, ecc., ………….una bella compagnia progressista).

Anche il papa ha affermato che riconoscerà solamente le famiglie eterosessuali.

Il papa ha invitato al sinodo della famiglia anche l’americano Tony Perkins come relatore. Perkins è il capo dell’associazione Family Research Council che è impegnata esclusivamente nella lotta contro i diritti dei gay. E’ criticato negli USA per aver definito gli attivisti LGBT dei nazisti e aver affermato che tra poco i cristiani oppositori verranno rinchiusi nei lager.
Il Southern Poverty Law Center ha classificato il gruppo di Perkins come fomentatore d’odio.

Il tanto “tollerante” ed osannato papa che ieri parlava di lavoro al parlamento europeo avrebbe potuto dire qualche parola sulla recente sentenza in Germania che autorizza la chiesa cattolica a licenziare i dipendenti che lavorano nelle sue strutture se questi divorziano e si risposano (e per altri “futili” motivi).

bruno gualerzi

Papa Francesco: – “I medici cattolici non pratichino aborto, eutanasia , fecondazione eterologa”
Bagnasco: – “Santità, ma cosa sta dicendo?”
Papa Francesco: – “Ma perchè non sei d’accordo?”
Bagnasco: -“Non è questo il punto”
Papa francesco: – E quale sarebbe?”
Bagnasci. – “Non era questo l’accordo. Lei è il papa rivoluzionario, moderno, aperturista… a restare in linea con l’Emerito Predecessore spettava a me.”
Papa Francesco: – “Hai ragione. Il fatto è che qualsiasi cosa dica i laici si entusiasmano talmente che ad un certo punto mi è venuto da dire perfino ciò che penso. Starò più attento”
Bergoglio: – “Mi raccomando Santità, non roviniamo tutto. E si ricordi sempre: umiltà, umiltà…

parolaio

Be’, diciamo che proprio la prima delle prese di posizione sconfessa il gioco delle parti da te adombrato.

Lorenzo Galoppini

“….Il che è peraltro più che legittimo, ci mancherebbe: liberissime le gerarchie cattoliche di rimanere uguali a loro stesse, liberissime di propagandare visioni vessatorie della libertà altrui.”

Questa, scusate, ma mi pare fatta fuori dal vaso. Se si propagandano visioni vessatorie della libertà altrui, non é tanto strano se poi si concretizzano nell’arretratezza totale del nostro paese in tema di diritti civili, e nella compressione forzosa della vita di migliaia di individui, come giustamente viene detto dopo. Se si lascia che determinate “idee” circolino e avvelenino il mondo, non ci si può lamentare se prima o poi qualcuno dà loro retta e qualcun altro ci va a rimettere. Sarebbe quindi il caso di cominciare a considerare la loro propaganda un poco meno “legittima” e chi le diffonde un poco meno “liberissimo” di farlo, senza premurarsi ogni volta di sottolineare queste perlomeno dubbie affermazioni. Libertà (compresa quella di espressione) non é libertà di togliere le libertà agli altri. A proposito di logica errata e giochi di parole.

Sandra

Credo che si voglia sottolineare la mancanza di reazione da parte della società di fronte all’ennesima talebanata.
A me viene sempre in mente un caso, quello della comunione negata agli omosessuali olandesi. La Chiesa cattolica olandese era stata costretta a un inedito (per noi) dietrofront, in seguito a un paio di domeniche di proteste e di fedeli che disertavano la chiesa (ma non il piazzale antistante), e aveva dovuto concedere la comunione a omosessuali conviventi.
Il problema da noi non è quanto la Chiesa sia libera o non libera di dire o fare, ma che la società non abbia una coscienza critica per opporvisi. Non c’è contraddittorio, è detto bene nel titolo del post: nessun tema “sensibile” in Italia viene mai discusso in modo pacato portando argomentazioni, ma sempre in tono polemico e ideologico, sostanzialmente inutile.

francesco s.

Non provo alcuna empatia per questi omosessuali che vogliono prendere a tutti i costi la comunione, sanno benissimo che per la Chiesa Cattolica sono in peccato mortale e prendere l’ostia in quelle condizioni secondo la chiesa cattolica condanna all’inferno. Mi sembrano dei neri che vogliono entrare nel Ku Klux Klan, idioti che perpetrano la loro alienazione.

Sandra

“sanno benissimo che per la Chiesa Cattolica sono in peccato mortale e prendere l’ostia in quelle condizioni secondo la chiesa cattolica condanna all’inferno.”

Quello che sanno benissimo invece è che per la chiesa cattolica le condizioni per i peccati mortali si possono negoziare, basta prenderli per fame (o un breve digiuno di un paio di settimane come nel caso olandese). Certo lo puoi fare se sei convinto che la gerarchia abbia sempre usato l’inferno come spauracchio dei poveri, ma che ci credano in pochi: è per questo che puoi negoziare. Prima però devi renderti conto di cosa è prioritario per chi hai di fronte: e non è né l’inferno né il peccato mortale, come il dietrofront della chiesa olandese ha chiaramente mostrato. Al contrario il pubblico della chiesa cattolica italiana non è molto esigente, e si spaventa ancora per il vecchio trucco dell’inferno.

RobertoV

Il problema è che per la religione cattolica e per molti fedeli vale la regola che la bontà del messaggio non dipende da chi lo veicola, cioè che è possibile che preti indegni predichino un messaggio comunque positivo per loro (fai ciò che dico, ma non ciò che faccio). Una cosa che mi stupisce spesso è di sentire da dei cattolici dei giudizi molto negativi sui preti e la chiesa, ma non si fanno nessun problema ad affidare l’educazione dei loro figli a loro.
Il problema è che molti fedeli interpretano personalmente la loro religione, adattandola alle loro esigenze, comportandosi da protestanti, ma per il condizionamento subito da piccoli non riescono a fare il passaggio successivo di cambiare religione e di cercarne una più tollerante e aperta. I passaggi da una religione all’altra non sono diffusi anche in quelle nazioni dove vi sono più religioni concorrenti. Per esempio se vai in nazioni come Austria o Germania i fedeli cattolici chiedono cose che sono già realtà per i protestanti e vogliono cambiare, riformare la loro religione anziché passare ad un’altra religione cristiana. Probabilmente c’è anche una questione di identità di gruppo che viene inculcata da ragazzini di cui è difficile liberarsi.

Diocleziano

Il problema da noi non è quanto la Chiesa sia libera o non libera di dire o fare, ma che la società non abbia una coscienza critica per opporvisi.

Esatto, soprattutto in Italia, nei confronti della chiesa, si soffre della ”sindrome della mamma indegna” che, per quanto indegna essa sia, non si ha il coraggio di buttarla in strada.

paniscus

Però, scusate la banalità, ma per quale motivo un omosessuale dovrebbe desiderare disperatamente di ricevere un sacramento di una chiesa che lo esclude e lo discrimina, e protestare se non gli viene dato?

Giuro che non ci arrivo.

Io omosessuale non sono, ma comunque vivo in una situazione familiare irregolare secondo la chiesa. Ma me ne strafrego e mi va bene così, mica vado a piagnucolare che “la chiesa dovrebbe consentire anche a me di fare la comunione”, o tantomeno a minacciare ricorsi legali perché non lo fa…

Diocleziano

ma per quale motivo un omosessuale dovrebbe desiderare disperatamente di ricevere un sacramento di una chiesa che lo esclude e lo discrimina, e protestare se non gli viene dato?

È la sindrome de ”il pallone è mio!” per cui più la carognetta si ostina a non concedere il suo pallone, e più tutti gli altri vogliono giocare proprio a pallone. La chiesa è bravissima a creare palloni immaginari.

ALESSIO DI MICHELE

“….Il che è peraltro più che legittimo, ci mancherebbe: liberissime le gerarchie cattoliche di rimanere uguali a loro stesse, liberissime di propagandare visioni vessatorie della libertà altrui.”

Ohibò: qualcuno, alla redazione della UAAR, ha litigato con la coerenza: mentre la Chiesa avrebbe pienissimo diritto di sproloquiare, facendoselo pure profumatamente pagare questo diritto, per la stessa UAAR i vari omofobi “laici” non hanno pari libertà: forse perché sproloquiano gratis per
l’ Erario ?

Shiva101

Ancora con questi articoli… finchè il mondo laico e CIVILE continuerà a scrivere post senza fare nulla di concreto saremo noi stessi i complici di questo sistema.

Organizziamo eventi e manifestazioni, dobbiamo fare attivismo concreto, NON VIRTUALE.

bruno gualerzi

“Ancora con questi articoli… finchè il mondo laico e CIVILE continuerà a scrivere post senza fare nulla di concreto saremo noi stessi i complici di questo sistema.”

Purtroppo, per come vedo io la situazione che si è venuta a creare… o meglio che si è accentuata… con questo papa, è proprio contro gran parte del mondo ‘laico e civile’ di questo paese che UAAR dovrebbe esercitare ‘attivismo concreto’.
In che modo… da semplice frequentatore di questo blog in quanto ateo che intende commentare notizie e opinioni confrontandomi soprattutto con altri atei… più che opinioni – per quel che possono valere – non saprei proprio indicare.
(Non sono socio UAAR, ma sostenitore e simpatizzante)

Shiva101

Posso indicare io…. è MOLTO semplice:
si coinvolgono i tanti testimonial che nei tempi recenti hanno prestato la loro immagine e il loro volto per questa causa (Rodotà, Augias, ecc..) si raccolgono le adesioni tramite questo stesso sito, Facebook ecc.. E SI SCENDE IN PIAZZA.

FATELO PERDIO!

Arthur

sentendosi sul punto di affogare questi figuri hanno iniziato ad agitarsi a destra e a manca per cercare di salvare la baracca…
ma a nulla valgono le loro uscite estemporanee, sia in un senso ‘finto aperturista’ che nell’oscurantismo più assoluto, al punto che mia nonna, pia & ligia, ieri ha sbottato contro “quel bagnasco lì che dovrebbe guardarsi un po’ in casa prima di predicare invano a quelli che non ci credono perchè oramai lo conosciamo tutti chi è…..”

giovanni da livorno

– E l’omosessualità e di conseguenza le unioni gay, non solo non sono ammesse, piaccia o non piaccia e nonostante l’equivocità di certe supposte aperture recenti (marketing, più che dottrina), ma vanno apertamente ostacolate e combattute, perché passibili di minare “dall’interno” persino la possibilità di esistenza di altre forme di unione –

Quello che l’articolo dice è perfettamente vero tranne l’ultimo passo. Perchè, se non l’avete ancora capito, la chiesa fa bene (DA SUO PUNTO DI VISTA) a combattere le unioni gay e l’emancipazione degli omosessuali in generale, in quanto, se tali fatti s venissero accettati dalla collettività ciò sarebbe ESIZIALE per la CCAR!

Non per la società in generale, badate bene, che è un’entità in continuo mutamento ed ha visto tanti cambiamenti, nei secoli, dei costumi sessuali e delle norme che regolano l’istutito matrimoniale. Ma, è proprio questo che le gerarchie ecclesiastiche temono, in prima istanza: che il consorzio umano (perlomeno nei paesi occidentali) tolleri e poi accetti l’emancipazione dei gay e lo loro unioni. Perchè, sanno, bene che COLORO i quali vivono una sessualità senza l’assillo del peccato e si sentono liberi di scegliere il loro orientamento sessuale, come meglio credono (perchè la società ormai li accetta), difficilmente saranno raggiungibili da un messaggio come quello cattolico che pone limiti all’educazione sessuale, alla contraccezione e che vede nel dolore un mezzo per avvicinarsi a Dio.
Una persona che non è sessualmente repressa e che accetta, come normali, i più diversi modi di vivere il sesso, difficilmente avrà una mentalità retriva disposta a riconoscere limiti all’autonomia personale, quali il NO all’aborto, all’eutanasia, alla contraccezione artificiale e all’educazione sessuale.
Ad uno persona come quella, tante cose che gli ecclesiastici raccontano, non potrebbero più essere raccontate.
Ecco perchè combattono aspramente le proposte di legge contro l’omofobia, non tanto per una “possibile limitazione della libertà di opinione” (come se non fosse possibile modulare la legge, come è stato fatto, per distinguere le critiche civili e rispettose dalle aggressioni verbali e materiali), ma perchè è interesse della chiesa, la CONSERVAZIONE DELL’OMOFOBIA. Guai se l’omofobia dovesse venir meno! Guai se le aggressioni degli utili idioti (che, astutamente, la CCAR condanna in via ufficiale) agli omosessuali cessassero!
La chiesa contrasta la legge sull’omofobia proprio perchè i predetti utili idioti possano continuare a perseguitare i gay (non per la sua libertà di opinione che nessuno ha intenzione di restringere); in modo che non si arrivi ad una società tollerante sul piano sessuale con le conseguenze che ho descritto sopra.
Saluti. GdL

“La Chiesa non può che essere reazionaria: non può che essere dalla parte del Potere; non può che accettare le regole autoritarie e formali della convivenza”.
(PP. Pasolini)

Stefano ™

è interesse della chiesa, la CONSERVAZIONE DELL’OMOFOBIA. Guai se l’omofobia dovesse venir meno! Guai se le aggressioni degli utili idioti (che, astutamente, la CCAR condanna in via ufficiale) agli omosessuali cessassero!

In realtà se non li uccide sta disobbediendo al proprio dio (Levitico 20, 13). Poco prima (Levitico 20, 1) non si lasciano dubbi su chi abbia detto di farlo: “Il Signore parlò a Mosé dicendo: dirai ai figli di Israele…”
Siccome in quel passo dio si è dimenticato dell’omosessualità femminile è Paolo di Tarso (quello illuminato direttamente da dio) che ci mette una pezza, estendendo alle donne la medesima sorte.
Per motivi di uguaglianza, ovvio. In questo caso, ovvio.
Ora i signori che traggono da questi passi l’idea che l’omosessualità sia considerata esecrabile dal proprio dio, come mai si astengono dall’obbedire al comando successivo dell’amorevole divinità?
Forse perché sono stati un po’ “educati”, loro malgrado, a differenza dell’onnipotente psicopatico?

MASSIMO

La Chiesa è contro l’omosessualità.
Già, ma allora come la mettiamo con le comunità di frati e suore? Queste sono comunità di persone dello stesso che fanno voto di castità, e quindi rifiutano di avere raporti con l’altro sesso. Quella è sicuramente una situazione in cui l’omosessualità viene favorita al massimo.

francesco s.

Più che scegliere la propria sessualità io direi seguire la propria sessualità.

alessandro pendesini

Infatti !
Chi sarebbe quella persona -uomo o donna che sia- che potrebbe sciegliere la sua sessualità o genere/orientazione sessuale ???
Nessuno puo’ sciegliere sia il sesso anatomico (ovviamente), e ancora meno la sua orientazione o genere sessuale !
Questo, purtroppo, certi cattolici -dominanti inclusi- non vogliono ammetterlo sia per testardaggine, incompetenza sessuale o semplicemente ignoranza, ma forse anche un pizzico di sadismo…..

Mario 47

Nessuno può scegliere il proprio sesso e/o le proprie tendenze sessuali, però la chiesa – che ama molto richiamare e imporre la “legge naturale” previlegia e all’interno della propria classe dirigente impone una scelta che più contro natura di così è difficile: la castità perpetua e irrinunciabile.
Questa contraddizione dovremmo sbatterla sul muso – uso apposta una forma alquanto violenta – non tanto ai bagnasco e compagnia (e da questa compagnia non escludiamo Jorge Bergoglio, che nella chiesa non sta rivoluzionando proprio niente di significativo), quanto agli amici e interlocutori che a questa legge naturale istituita da dio e propugnata dalla chiesa credono fermamente.

mario

Laverdure

@Mario47
“…Jorge Bergoglio, che nella chiesa non sta rivoluzionando proprio niente di significativo”
E te ne meravigli ?
Credi che i cardinali riuniti in conclave abbiano davvero seguito l’ispirazione dello Spirito Santo ?
O che piuttosto non abbiano accuratamente studiato i precedenti dei candidati,in modo che l’eletto avesse si quelle capacita di “public relation” che mancavano a Ratzinger,ma desse ragionevoli garanzie di evitare spiacevoli “colpi di testa” innovatori e rispettasse gli interessi della confraternita.
Del resto il “siluramento “di Ratzinger dimostra che l’autorita del papa non e’ poi cosi assoluta, e altrettanto lo dimostrano le “correzioni ” di Bagnasco alle uscite troppo anticonformiste di bergoglio.
Se un membro dell’entourage di qualunque presidente USA ( ma anche di altre nazioni )si permettesse pubblicamente certe critiche implicite al proprio superiore si farebbe cacciare a pedate.

FSMosconi

@Laverdure
@Mario

Per riassumere il discorso basterebbe ricordare il dettaglio niente affatto insignificante: Bergoglio è un gesuita. Che ci si può attendere da degli ecclesiastici – machiavellici – “prudenti come serpenti e semplici come le colombe”?

Diocleziano

FSMosconi
Altro dettaglio: insegnava anche psicologia.
Oggi ha modo di mettere in atto i suoi insegnamenti.

benjamin l'@sino

Non ricordo se ho o non ho già scritto qui questa cosa, quindi la riscrivo…

Un’intelligente alternativa all’idea di allargare l’istituto del matrimonio alle relazioni, diciamo così, non standard, potrebbe essere quella di eliminare alla radice qualsiasi forma di matrimonio istituzionale, sostituendolo con contratti personali stilati nella forma che ciascuno ritenesse migliore per sé, quale che fosse. In altre parole, di fronte a tanti battibecchi, se io “fossi lo Stato” assumerei un atteggiamento pilatesco e buona notte al secchio.

Diocleziano

Sostanzialmente sarei d’accordo, ma non lascerei totalmente mano libera agli interessati: un contratto base con regole fondamentali e possibilità di aggiungere clausole di propria scelta. In alternativa c’è il vecchio concubinato… 😉

FSMosconi

@Benjamin

Gramscianamente, tu sei lo Stato nella misura in cui:
Ti riconosci nella cultura proposta dallo Stato
Contribuisci all’efficienza dello Stato
Sei potenziale “organico” dello Stato (nel senso largo di Gramsci di democrazia)
Questo perché banalmente lo Stato, e quindi l’Istituzione, non è una cosa che sopravvive senza uomini e rapporti, essendo rapporto d’uomini (con tutto quello che ne segue).
L’idea che lo Stato esista indipendentemente ed autonomamente dalle persone Gramsci lo definiva feticismo, Marx avrebbe forse usato più alienazione. A mio parere è entrambe le cose. Ma questi sono fatti miei.

Murdega

La famiglia e l’uomo possono difendersi da soli.
Comunque grazie per l’aiuto .

stefano

e siamo sempre qui a ririririricommentare le stesse cose 🙁 ma qualecontraddittorio? tutti insieme appassionatamente…

giovanni da livorno

@ Enrico che scrive:

– Papa Francesco difendendo la famiglia difende l’uomo.-

No, enrico, difendendo in maniera esclusiva la famiglia tradizionale, difende la sua chiesa, che come ho detto sopra, avrebbe tutto da perdere da una società in cui vigesse la libera accettazione ed il libero svolgimento dei diversi orientamenti sessuali (senza costrizioni da parte di nessuno, s’intende).

Salauti. GdL

Diocleziano

Anche la chiesa nella sua interezza è sterile (almeno, ufficialmente…)

RobertoV

Esistono anche le coppie sterili che si sposano e che possono adottare.

Mario 47

Enrico,
Non ti suona un po’ strano che questi propugnatori ad oltranza della difesa della famiglia tradizionale pongano come punto base l’OBBLIGO a loro stessi di non crearsene una?
E conseguentemente di non sperimentarne – vivendoli di persona – problemi e aspetti veri della stessa?

Per favore, non farmi il discorso che un medico non ha bisogno di contrarre le malattie che cura:
d’altra parte sappiamo bene quanto cambi l’approccio verso il malato di un medico che abbia sperimentato una malattia grave sulla propria persona.

mario

Enrico

Comprendo la sua obiezione, ma il celibato ecclesiastico obbligatorio è inteso come segno d’amore verso Dio e di rinuncia agli piaceri ed incombenze.Personalmente non avrei nulla in contrario ad ordinare al sacerdozio uomini sposati ma la dottrina sulla famiglia non cambierebbe comunque.

Stefano ™

@ Enrico

il celibato ecclesiastico obbligatorio è inteso come segno d’amore verso Dio e di rinuncia agli piaceri ed incombenze

Ancor più contro natura (se questo è il citerio che usate): si astengono da un atto naturale in base alla credenza infondata sui voleri di un ente soprannaturale. Più contro natura di così si muore…

Diocleziano

rinuncia agli piaceri ed incombenze

Soprattutto agli incombenze rinunciano vollentieri… agli piaceri possono sempre rimmediare con gli bambini o con gli mogli del gli altri.

Mario 47

Enrico,
Non ti suona un po’ strano che questi propugnatori ad oltranza della difesa della famiglia tradizionale pongano come punto base l’OBBLIGO a loro stessi di non crearsene una?
E conseguentemente di non sperimentarne – vivendoli di persona – problemi e aspetti veri della stessa?

Per favore, non farmi il discorso che un medico non ha bisogno di contrarre le malattie che cura:
d’altra parte sappiamo bene quanto cambi l’approccio verso il malato di un medico che abbia sperimentato una malattia grave sulla propria persona.

mario

giancarlo bonini

La Chiesa Cattolica dovrebbe essere felice dell’esistenza degli omosessuali: dato l’ambiente familiare più diffuso ( quello cioè condizionato fin dalla nascita da tutti i rituali religiosi) è facile che anch’essi ( magari inconsciamente) si sentano cattolici o comunque appartenenti a quella confessione, per via di battesimo, genitori, scuola e così via.
Queste persone quindi, si sentiranno sempre in difetto e saranno sempre, non dico infelici ma comunque a disagio.
Un altro punto, quindi, a vantaggio di un’organizzazione che ha da sempre come scopo primario della propria esistenza, la creazione, il mantenimento e, ovunque possibile, l’accrescimento dell’infelicità umana.

Giorgio Pozzo

Certamente la chiesa cattolica dovrebbe essere contenta che gli omosessuali esistono: poiché, dicono, l’omosessualità non è naturale, ed essendo logicamente che l’opposto di naturale è soprannaturale, allora l’omosessualità è soprannaturale, e gli omosessuali sono una specie di miracolo… :mrgreen:

RobertoV

Su le Scienze in un recente articolo si diceva che l’omosessualità ha avuto degli effetti positivi sull’evoluzione umana.

dragor alphandary

I preti non fanno altro che tirare acqua al loro mulino. Perché noi laici dovremmo seguirli nei loro arzigogoli? Non c’interessano le loro aperture e chiusure. Non sono fatti nostri. Il fatto nostro è uno solo: combattere i preti con ogni mezzo finché la chiesa, questo sgradevole ostacolo sulla strada della civiltà, non sarà confinata nel museo degli orrori.

MASSIMO

@ dragor alphandary

Sai, io comincio a dare una ragione psicologica al bisogno di religiosità della gente.
Le religioni promettono una esistenza ultraterrena e quindi esorcizzano la paura ancestrale della morte, e questo fa provare un benessere psicologico alle persone.
Viceversa, l’ateismo dice che dopo la morte non c’è nulla, il che è la realtà dei fatti. Ma la gente non gradisce sentire questo perchè il pensiero del “nulla dopo la morte” è aborrito dal nostro stesso istinto di autoconservazione.
E allora ecco perchè la maggior parte delle persone sono religiose. La Chiesa lo sa e fa leva su questo fattore psicologico per raggiungere il successo.
Ecco perchè è così difficile combatterla, proprio perchè la gente ha il bisogno ancestrale della illusione della vita dopo la morte.

Diocleziano

Credo che nell’insieme della popolazione il problema della morte sia meno sentito di quello della forfora. Fa comodo alla chiesa far credere che la morte sia un problema e lo tratta come tale. Io non vedo nessuno attorno a me, che sia giovane o vecchio, che se ne preoccupi. La malattia, non la morte, è un problema, e infatti la religione non può farci nulla, né di qui né di là. Il bisogno di religione non nasce dall’individuo: è il condizionamento ricevuto nell’infanzia che lavora come un tarlo nel subconscio. Allontanare i preti dai bambini per risolvere il problema.

parolaio

“No, il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell’unione di due persone dello stesso sesso. Distinguere non è discriminare, al contrario è rispettare.”
Non mi sembra minimamente in contraddizione col “chi sono io per giudicare?”.
Anche perché la prima frase è relativa ad una normativa giuridica, la seconda ad una questione etica.

Fra l’altro la prima delle due affermazioni mi trova perfettamente d’accordo. Un esempio: fare bagni separati per i neri e per i bianchi è razzismo, cioè discriminazione. Farli per uomini e donne è distinzione, una forma di rispetto.

Sandra

Certo che confrontare un rapporto sentimentale con un bagno pubblico…. (dove la separazione uomini donne è dettata magari da questioni di anatomia e/o di sicurezza).
Il matrimonio tra A e B per definizione non è la stessa cosa di quello tra C e D. Quindi vediamo di capire cosa sta facendo Scola, con i suoi “distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente”.

RobertoV

Quindi distinguere tra lavori per uomini e lavori per donne significa rispettare le donne e gli uomini?
Distinguere che un ingegnere donna non è come un ingegnere uomo o che le donne non possono essere ingegneri perchè lavoro non da donne significa rispettare le donne?
Quando si vogliono cercare pretesti ………
Il matrimonio tra un uomo ed una donna divorziati non è la stessa cosa che tra due al 1° matrimonio …..
Il matrimonio tra un uomo ed una donna di religione differente non è la stessa cosa che tra due della stessa religione cattolica ….
Il matrimonio tra una nera ed un bianco non è la stessa cosa che tra due bianchi ….
Il matrimonio tra due per interesse non è la stessa cosa che tra due che si amano …
Il matrimonio per ottenere la cittadinanza non è la stessa cosa di chi si sposa per amore ….

RobertoV

Comunque il ragionamento è in linea con la classica arrampicata sugli specchi quando negano alle donne la possibilità di diventare preti/sacerdoti: lo fanno per rispetto …., non sono adatte ………..

ALESSIO DI MICHELE

E se è un [ci devo mettere l’ apostrofo ?] ermafrodita zoorasta che convive con una marrone scuro (trovo stucchevole “nero”, oltre che tecnicamente sbagliato) divorziata da una gialla che conviveva da non sposata con un ingegnere neozelandese vedovo, deve evacuare, lo può fare nel bagno riservato ai numismatici calvi gerontofili che sono convissuti con diaconi cattolici olandesi in attesa di omologazione della nullità rotale per l’ unione con un antennista nero (proprio nero, non “di colore”) mancino ?

Enrico

La sua risposta spiega tutto e le dico:

per essere sposati non basta recitare davanti a testimoni le formule di rito ma bisogna anche compiere atti sessuali quindi i casi bianco/nera è analogo a quello citato nel paragone oppure senza amore non è diverso dall’altro termine di paragone perchè il rapporto sessuale c’è negli altri casi il rapporto è di tipo diverso
Nel caso dei divorziati è innegabile che lei non capisce l’abisso del divorzio mentre tra le religioni diverse pensi agli insegnamenti di Paolo di Tarso.

Enrico

La sua risposta spiega tutto e le dico:

per essere sposati non basta recitare davanti a testimoni le formule di rito ma bisogna anche compiere atti sessuali quindi i casi bianco/nera è analogo a quello citato nel paragone oppure senza amore non è diverso dall’altro termine di paragone perchè il rapporto sessuale c’è negli altri casi il rapporto è di tipo diverso
Nel caso dei divorziati è innegabile che lei non capisce l’abisso del divorzio mentre tra le religioni diverse pensi agli insegnamenti di Paolo di Tarso.

Reiuky

Come cambiano le cose… una volta un uomo beige chiaro e una donna marrone scuro non potevano sposarsi perché (udite udite) il loro amore era sterile.

Oggi non possono farlo due uomini o due donne per lo stesso motivo.

Ho detto come cambiano le cose? Volevo dire ieri come oggi.

Giorgio Pozzo

Non sono sicuro di aver capito bene: chi è sposato con una donna deve andare nel bagno degli uomini, a meno che non sia sposato con un uomo, nel qual caso deve utilizzare il bagno delle donne. Giusto, vero? No, un momento: e se uno non è sposato, in quale bagno deve andare? Forse in uno qualunque, visto che, se sbaglia, nemmeno il papa può dirgli nulla (chi è lui per giudicare se uno sbaglia bagno?)

Giorgio Pozzo

No, Devo aver omesso qualcosa… E se uno è nero, maschio, e entra nel bagno delle donne bianche, che gli succede? Dipende da chi ha sposato, oppure da chi non ha sposato?

Giorgio Pozzo

Ci sono: dipende tutto dalla scuola che ha frequentato. Se era una scuola pro omosessualità, se la deve fare addosso perché non può entrare.

Engy

eh no, se uno non è sposato non può andare in nessun bagno, se la tiene stretta e se la va poi a fare a casa sua 🙂

ALESSIO DI MICHELE

Vorrei proprio conoscere un uomo che si offende perché ha trovato delle donne nel bagno pubblico a sé destinato, soprattutto da quando esistono appositi oggetti di plastica che permettono alle donne di mingere in posizione verticale. Vorrei capire perché una donna può vedere un cagnolino maschio eretto, oppure l’ attrezzatura delle statue dello Stadio dei Marmi, addirittura coi regolamentari peli incisi nella pietra, ma non un “malloppo” dal vero. Non sarà che si scrive “rispetto” ma si legge “sessuofobia” ?

Engy

beh Alessio, visto che ormai stiamo cazzeggiando fuori tema, c’è da ammettere – anche se non dovrebbe essere più così, e da un bel po’ – che solitamente (e sottolineo “solitamente”) le donne sono più “civili” ed “educate” nell’utilizzo dei bagni, dunque difficilmente un uomo si lamenterà dell’utlizzo del bagno a lui destinato da parte di una donna; viceversa, vedo molta meno disponibilità … penso ehh 🙂

ALESSIO DI MICHELE

@ Engy: “mingere” fa ridere ? Beh, anche “evacuare” non è da meno; “copula”, “vulva” e “fallo” non scherzano, ma questa è la lingua italiana, quanto ad “infragambe”; d’ altra parte secoli di sessuofobia non si cancellano in 4 e 4 8. Noto comunque che concordi sulla felice sorpresa di un uomo a vedere donne nel proprio bagno, e dubito che sia semplicemente perché più pulite, visto che l’ educazione delle donne non corregge né diluisce la maleducazione di molti uomini.

Engy

Eh si’, gli infragambe fanno ridere e effettivamente potrebbero rivelare un qualche residuo di sessuofobia, più o meno consapevole: anche la parola “pene” abitualmente nelle conversazioni non si usa mi pare ….. 🙂

Diocleziano

Engy

…le donne sono più “civili” ed “educate” nell’utilizzo dei bagni…

E no, non fare di necessità virtù, la verità è che le donne non possono sbizzarrirsi in esercizi di idrodinamica artistica spisciolizzando a zig-zag nel water… eseguendo parabole, ellissi e sinusoidi perfette… 😛 e cos’altro sarebbe se no l’invidia del pene? :mrgreen:

Engy

Eh Diocleziano, come ci hai ragione!
Pensa che quando ero piccola e come tutte le bambine a un certo punto ho provato a spisciolizzare in piedi, oltretutto mi sono presa pure due scopaccioni da mia madre 🙂

gmd85

@parolaio

Lascia stare il “chi sono io per giudicare”. Già la distinzione comprende un giudizio. Che nell’ottica cattolica equivale a discriminazione. O pensi che decidere cosa gli altri possono o non possono sia segno d’educazione?

FSMosconi

@Parolaio

Curioso come gli appartenenti, direi proprio gregari, di un’organizzazione basata su una dottrina così astratta poi si appellino sottotraccia a prove che riflettono una visione grettamente materialista:
non sapevo che l’essere umano fosse il suo corpo e nient’altro, a prescindere innanzitutto dalle relazione…

giovanni da livorno

@ parolaio che scrive:

– “No, il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell’unione di due persone dello stesso sesso. Distinguere non è discriminare, al contrario è rispettare.”
Non mi sembra minimamente in contraddizione col “chi sono io per giudicare?”.
Anche perché la prima frase è relativa ad una normativa giuridica, la seconda ad una questione etica.
Fra l’altro la prima delle due affermazioni mi trova perfettamente d’accordo. Un esempio: fare bagni separati per i neri e per i bianchi è razzismo, cioè discriminazione. Farli per uomini e donne è distinzione, una forma di rispetto.-
……..
Il paragone la separazione dei bagni e la differenza di norme per unioni fra sessi diversi o fra sessi uguali, non mi pare calzante. E ciò ANCHE perchè nessuno si lamenta della separazione dei bagni, mentre molti si lamentano del mancato riconoscimento delle unioni omosessuali. Nessuno soffre percchè i bagni sono separati, ma molti soffrono perchè non c’è il riconoscimento di cui sopra. Lo stato esiste (o dovrebbe esistere) per risolvere i problemi della gente, e se esistono molti che hanno bisogno di veder tutelata la loro unione con un partner dello stesso sesso, è evidente che questa esigenza debba trovare soddisfacimento.
Nè vale dire che soddisfare tale esigenza danneggi i diritti di altri, perchè il diritto delle coppie eterosessuali NON verrebbe assolutamente leso dal riconoscimento del diritto delle coppie omosessuali, se non nella fantasia degli omofobi più o meno malcelati.
Saluti. GdL

RobertoV

“Nè vale dire che soddisfare tale esigenza danneggi i diritti di altri, perchè il diritto delle coppie eterosessuali NON verrebbe assolutamente leso dal riconoscimento del diritto delle coppie omosessuali, se non nella fantasia degli omofobi più o meno malcelati”

Infatti la cosa che mi sono sempre chiesto è: “ma che cosa cambia nel loro matrimonio se le coppie omosessuali vengono riconosciute? Io non riesco veramente a vedere un effetto sul mio matrimonio, così come per le unioni civili etero. Se non sono omosessuali la cosa per loro dovrebbe essere ininfluente.

Tra l’altro avrebbero l’indubbio vantaggio di sapere la situazione delle persone con cui hanno a che fare e poter “evitare” che i loro figli e loro stessi abbiano rapporti con queste persone, mentre con una situazione non chiara potrebbero “rischiare di contaminarsi” a loro insaputa.

Mi viene in mente il caso di una signora di nostra conoscenza di CL, sposata con uno di CL e madre di tre figli, che si interessava sempre della moralità degli altri, capace di fare prediche e che alla fine ha divorziato e non le è stato dato neanche l’affido dei figli: evidentemente non sono felici se non si impicciano degli affari degli altri e non riescono a creare loro problemi.

Giorgio Pozzo

”sosteniamo chiaramente che non si può considerare uguale quello che è diverso” e che questa non sia “una questione di semplice terminologia o di convenzioni formali relative a una relazione privata, ma di un vincolo di natura antropologica”
Per essere quello del “chi sono io per decidere”, certamente non ci va leggerino, ma io direi che spara defecazioni a tutto spiano. Dovrebbe invece dire “chi sono io per parlare di antropologia?”, ed informarsi meglio. Visto che non era venuto ad ascoltare il professor Remotti, inserisco qui il link relativo.
http://www.uaartorino.org/attivita/75-multigenitorialita
Se Bergoglio avesse voglia e tempo di istruirsi almeno un minimo di antropologia, potrebbe leggere qui e scoprire che su questo pianeta esistono popoli con usanze che contraddicono alla grande quello che il papa pretende di sindacare sull’antropologia.

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