La clericalata della settimana, 46: Vittorio Zappalorto

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è di Vittorio Zappalorto, commissario straordinario al Comune di Venezia, che

ha invocato la protezione della Madonna durante l’inaugurazione di un ponte votivo: “Che la Madonna vegli sui politici veneziani, mi dia il conforto e i consigli per poter portare a termine il mio incarico, assista quelli che verranno dopo di me”

inaugurazione-ponte

A seguire gli altri episodi che segnaliamo.

Il Miur ha stanziato oltre un milione di euro per finanziare due progetti religiosi, uno cattolico l’altro ebraico.

Il Comune di Magreglio (CO) ha imposto il crocifisso nel municipio, raccogliendo il via libera da parte del prefetto.

Il Comune di Arezzo, amministrato dal centrosinistra, ha stanziato quasi 15.000 euro per gli edifici di culto.

I Carabinieri hanno festeggiato la Virgo Fidelis, patrona dell’arma, con messe in tutta Italia.

I senatori del Nuovo centrodestra hanno abbandonato per protesta i lavori della Commissione giustizia dopo il voto favorevole della stessa al “divorzio breve”.

A Brescello (RE) il parroco ha portato il ‘Cristo parlante’, reso celebre dai film di Peppone e don Camillo, in processione fino alle rive del fiume Po. Presente il sindaco Marcello Coffrini e le autorità locali.

Il Comune di Milano, amministrato dal centrosinistra, ha fatto marcia indietro e ha consentito alle scuole private cattoliche di partecipare alla distribuzione del montepremi delle “Cartoniadi”.

All’ospedale di Ivrea (TO) è stato inaugurato un nuovo reparto. Il taglio del nastro è stato eseguito dal direttore generale della Asl Flavio Boraso con il sindaco Carlo Della Pepa (Pd) e il vescovo Eduardo Aldo Cerrato.

L’Agenzia di stampa Italpress ha lanciato il nuovo notiziario “Sport e Chiesa”, in collaborazione con il Dipartimento Vaticano dello Sport. All’iniziativa, presentata in Vaticano, è intervenuto il vice-presidente del Coni e numero uno della Federazione Italiana Canoa e Kayak, Luciano Buonfiglio, che ha dichiarato: “Si tratta di valori che rappresentiamo insieme, lo sport cura la crescita delle persone nel fisico, la Chiesa cura la crescita dell’anima”.

La redazione

38 commenti

Gianluca

“L’Agenzia di stampa Italpress ha lanciato il nuovo notiziario “Sport e Chiesa”, in collaborazione con il Dipartimento Vaticano dello Sport.”

Certo che se iniziano a fare cose del genere mi sembra segno che sono alla frutta… Dipartimento Vaticano dello Sport?

“I Carabinieri hanno festeggiato la Virgo Fidelis, patrona dell’arma, con messe in tutta Italia.”

Purtroppo i santi patroni (o vergini) delle forze armate sono istituzionalizzati nelle disposizioni permanenti sul funzionamento dei rispettivi corpi, perciò diventa ancora più difficile “estirpare” queste pratiche religiose. Le messe in tutta Italia non sono frutto di iniziative personali dei vari comandanti dei vari distretti sparsi per il territorio dello stato, ma avvengono in esecuzione di ordini dai comandi generali delle varie armi/corpi.

RobertoV

Infatti per l’aeronautica la santa patrona è la madonna di Loreto che si festeggia il 10 dicembre con cerimonie e messe in tutta Italia. Quando ero militare di leva avevo dovuto presenziare nel picchetto della cerimonia. Sono effettivamente istituzionalizzate come i cappellani militari, nonostante da 30 anni non ci sia più ufficialmente la religione di stato.

Il classico connubio dio-patria dei militari.
Ho letto che è stato il papa nel 1920 a stabilire la santa patrona dell’aeronautica e lo stato l’ha recepito. Non so per le altre forze armate.

RobertoV

La chiesa tramite il CSI promuove una visione dello sport diversa (da quella della Federazioni competenti affiliate al CONI che sono ad un livello più elevato) basata sulla morale cattolica e concentrata sul nucleo dell’oratorio. Nel 2007 ha organizzato la prima edizione della Clericus Cup, una competizione calcistica dedicata agli iscritti ad istituti pontifici di Roma e provincia.

L’attuale Presidente del Centro Sportivo Italiano è il milanese Massimo Achini, nonché membro della Giunta Nazionale del CONI in rappresentanza di tutti Enti di Promozione Sportiva e depositario della delega dei rapporti tra il CONI e la Chiesa cattolica italiana.

La chiesa cattolica dopo essersi opposta in passato per secoli ha scoperto da decenni lo sport come uno strumento di comunicazione di massa, quindi funzionale ai suoi interessi (vedi attività negli oratori dove non mancano un campo di calcio o di basket).

Sandra

Nel 2013 Achini ha dichiarato: “Fino a quando non ci sarà un gruppo sportivo in ciascuna delle 26mila parrocchie del Paese, non possiamo stare tranquilli.”
Nei quartieri di Milano sono tanti i campetti parrocchiali con relativa squadra di calcio (a 5, 7 o 11), con attività “pastorale” connessa.

bruno gualerzi

“A Brescello (RE) il parroco ha portato il ‘Cristo parlante’, reso celebre dai film di Peppone e don Camillo, in processione fino alle rive del fiume Po. Presente il sindaco Marcello Coffrini e le autorità locali.”

Ridete, ridete… intanto però dopo ha smesso di piovere e il Po è rientrato negli argini! Altro che Protezione Civile…

Diocleziano

Dalle foto si vede bene che la processione è avvenuta in una giornata di sole, il prevosto ha voluto andare sul sicuro (magari con l’aiutino delle previsioni sul computer 😛 )

benjamin l'@sino

Post: A Brescello (RE) il parroco ha portato il ‘Cristo parlante’, reso celebre dai film di Peppone e don Camillo, in processione fino alle rive del fiume Po.

Ma l’ha proprio portato lui, di peso sulle proprie sacre spalle, o se l’è fatto portare da qualcun altro? Perché non è una differenza da poco. E, se l’ha portato lui, aveva almeno indossato la corona di spine d’ordinanza? In caso sarebbe davvero un personaggio “in tema”.

Diocleziano

Ma pensa che palle portare un ‘cristo parlante’: “E vai troppo forte… e vai troppo piano… non farmi ballonzolare… ” una suocera!
(Ma quante coste ha quel povero cristo? Se ne vedono otto e altrettante ce ne sarebbero fino alle clavicole… trentadue più le sei che non si attaccano allo sterno… )

benjamin l'@sino

Ah! Ha barato, perché la statuona la porta un altro. e si vede chiaramente che lui non ha neppure la corona di spine. Così son capaci tutti!

antoniadess

questo rimarrà il paese di don Camillo, con annessi e connessi, non c’è scampo 🙁

Engy

Effettivamente Diocleziano! 🙂
Diocleziano, nel post precedente hai scritto “anticlericalista” invece di “anticlericale”: mi prometti che non lo fai più? 😆

Diocleziano

Va beeeeeene, come vuoi tu… (altro che cristoparlante!… n’altra suocera… 😛 )
Scherzo eh.

FSMosconi

L’Agenzia di stampa Italpress ha lanciato il nuovo notiziario “Sport e Chiesa”, in collaborazione con il Dipartimento Vaticano dello Sport. All’iniziativa, presentata in Vaticano, è intervenuto il vice-presidente del Coni e numero uno della Federazione Italiana Canoa e Kayak, Luciano Buonfiglio, che ha dichiarato: “Si tratta di valori che rappresentiamo insieme, lo sport cura la crescita delle persone nel fisico, la Chiesa cura la crescita dell’anima”.

Già già, peccato che in questa sparata pseudo-ellenizzante non si consideri come lo sport moderno sia nientemeno che una tradizione inventata, de-politicizzata ed usata ad usum delphini per stornare l’attenzione.
Chissà che direbbero costoro a sapere che il calcio era pratica proletaria e il golf (o il tennis o lo stesso calcio ad un certo punto, non ricordo bene) era legato nientemeno che – orrore! – al femminismo…

RobertoV

In realtà furono la chiesa ed il cristianesimo a porre fine alle olimpiadi antiche perchè hanno sempre visto la cura del corpo come qualcosa di negativo, cosa fatta per tutti i secoli seguenti (tranne ovviamente per le armi).
E’ nell’ottocento che c’è il ritorno di interesse per lo sport, non certo per la chiesa, ma per i cambiamenti culturali.
Non concordo con lo sport recuperato come strumento di controllo. L’ottocento vede la codifica di sport e giochi già esistenti.

FSMosconi

Non concordo con lo sport recuperato come strumento di controllo. L’ottocento vede la codifica di sport e giochi già esistenti.

Sì, ma non nel senso moderno di sport.
Nel senso: la concezione che un proletario tardo-ottocentesco poteva farsi del calcio non è certo paragonabile a quella che poi sarebbe divenuta dominante.
E penso che persino da un punto di vista non-marxista e non-gramsciano si possa capire le implicazioni della dominanza applicata ad un’idea…

[Ad ogni modo per rispondere in modo più preciso dovrei riprendere tra le mani “l’invenzione della tradizione” di Eric Hobsbawm]

RobertoV

Il calcio è uno sport, non lo sport. Può darsi che nella versione attuale abbia assunto quel significato, ma non in tutte le nazioni visto che vi sono nazioni dove non è così diffuso o non è lo sport principale come in Italia e Brasile. E’ soprattutto un grande business. Gli altri sport di squadra non hanno questa diffusione. Li vedo più come dei succedanei della guerra per le varie nazioni.

In genere nell’ottocento gli sport sono nati per iniziative di privati, talvolta ostacolati dallo stato, stato che incentivava gli sport nobili o di guerra (scherma, tiro, pugilato (“la nobile arte”), vela, polo, ecc.). Nacquero molte associazioni di ginnastica (intesa in senso più lato di adesso).

Non riesco a vedere gli sport individuali come controllo del popolo anche se le dittature incentivarono lo sport, ma per fini militari o di immagine, competizione.

La chiesa cattolica italiana promuove il suo sport tramite il CSI, un circuito sportivo separato da quelli del CONI (che sono ad un livello più elevato), con finalità ovviamente differenti. Domina ovviamente il calcio, assieme al basket che in genere non mancano negli oratori e servono come controllo del territorio ed evangelizzazione. Non sorprende, quindi, che vi sia un Ministero dello sport Vaticano e che oggi la chiesa dopo averlo combattuto in passato utilizzi lo sport per i propri fini che, però, non sono gli stessi del CONI.

FSMosconi

@Roberto

Gli altri sport di squadra non hanno questa diffusione.

Dipende: il rugby e il baseball in america coprono certo una bella fetta…

Li vedo più come dei succedanei della guerra per le varie nazioni.

Un po’ discutibile. Una cosa simile è più vicina al concetto greco di Olimpiade che altro.
Pur sempre diverso perché lo sport antico è prima di tutto esercizio e/o pratica utile (si pensi all’uso pratica-militare delle arti marziali in Cina), cosa che senza dubbio è quasi scomparsa nel concetto generale moderno di sport.

Non riesco a vedere gli sport individuali come controllo del popolo anche se le dittature incentivarono lo sport, ma per fini militari o di immagine, competizione.

Anche questo è relativo: non è così in Cina e Corea, e in modo meno evidente (irreggimentazione a fini produttivi) in Giappone.
La Cina è un caso a sua vota molto emblematico, perché figure di famosi maestri marziali sono assunti a simboli del nazionalismo e del patriottismo. Esempi classici: Yip Man in funzione anti-giapponese e Wong Fei Hung in funzione anti-coloniale. E questo nonostante l’arte marziale sia tendenzialmente individuale (ma forse deriva dal carattere militaresco mai del tutto abbandonato).

francesco s.

Più che lo sport mi sembra che si usino come strumenti di distrazione, finti fenomeni sociali come quello che ora va di moda “il femminicidio”, quando l’Italia ha tra i più bassi tassi di omicidi femminili in Europa. tasso che sembra costante e a cui tendono gli altri paesi europei. Nonostante tutto in Italia c’è l’emergenza femminicidio. Me lo fece notare un’amica che si occupa di statistica e l’ho riscontrato leggendo i dati Istat.

Diocleziano

francesco s.
Un altro tema succulento per i nostri tg sembra essere quello dei pirati della strada; ho passato un certo periodo in Germania e non ricordo di aver mai visto femminicidi né incidenti nei tg. Tornando ai femminicidi (termine obbrobrioso) mi domando perché questa smania di colpevolizzare l’uomo, quando mi pare che siano quasi sempre situazioni che richiedano un intervento sulla coppia.

Engy

Diocleziano, per me ci hai ragione: il termine “femminicidio” è tanto brutto quanto abusato, al punto che nelle varie statistiche mi risulta finisca di tutto a proposito di donne ammazzate, quando, a ben vedere, non tutte necessariamente vengono uccise in quanto donne, ma evidentemente per motivi anche diversi.
Chi ha interesse a procedere così e a colpevolizzare sistematicamente il maschio penso (penso eh …) sia quella categoria di femministe moraliste stile Marina Terragni, Loredana Lipperini, Lorella Zanardo ecc, e principalmente per una questione di lustro personale, di esigenza di sempre maggiori frequentazioni dei lori seguitissimi bloggherelli.

RobertoV

FSMosconi
“Gli altri sport di squadra non hanno questa diffusione”
Io mi riferivo ad una diffusione mondiale, non locale ed il calcio è un fenomeno a se. Negli USA è il football, non il rugby ad essere diffuso. Basket, rugby, pallavolo non raggiungono la stessa diffusione mondiale del calcio.

“Li vedo più come dei succedanei della guerra per le varie nazioni.
Mi riferivo agli sport di squadra. Guardando alla retorica nazionalistica che sta dietro, al comportamento dei tifosi (vedi recente incontro Serbia-Albania, ma anche agli incontri di hockey o basket tra USA e URSS all’epoca della guerra fredda).

RobertoV

Francesco S., Diocleziano
Attenzione che scoperta di un fenomeno non implica crescita del fenomeno, anzi potrebbe anche essere in diminuzione. E’ la presa di coscienza di un problema ritenuto non più accettabile/tollerabile e la decisione di affrontarlo.
Vi sono diverse cose di cui oggi parliamo e combattiamo apertamente come emergenza sociale che in passato erano peggiori, ma noi ignoravamo o non consideravamo un problema e non ne conoscevamo gli effetti.
Un esempio classico è l’inquinamento: oggi tutti ne parlano, ne sono preoccupati, ma i valori erano peggiori in passato.
Stessa cosa per gli incidenti sul lavoro, una volta “tollerati”, oggi ritenuti inaccettabili pur essendo in diminuzione.
La stessa violenza sulle donne in passato era più tollerata, oggi non più (basta vedere l’atteggiamento verso gli stupri). C’è poi il problema dell’emersione di certi fenomeni che prima erano nascosti, tipico dei reati sessuali quali stupri, violenze varie, pedofilia, ecc. C’è una maggiore attenzione al fenomeno anche a livello legislativo e culturale.

Gérard

Roberto V
Avevo letto tempo fa sulla rivista francese Le Nouvel Obs che il calcio fu reso popolare in Italia attraverso la Chiesa cattolica che si era applicata a farlo amare negli oratori prima e dopo la 2. guerra mondiale . Prima lo sport numero uno era il ciclismo …

Diocleziano

RobertoV
Il punto su cui volevo porre l’attenzione è che secondo me i media fanno passare un messaggio distorto: gli uomini sono mostri imprevedibili e ogni tanto gli gira di far fuori una donna, le donne hanno diritto di cambiare idea quando gli gira. Se non si comprende il problema alla radice, aspettiamoci questi episodi per il futuro.

Sandra

“quasi sempre situazioni che richiedano un intervento sulla coppia.”

Anche, ma ancora prima, manca l’educazione sessuale, che oltre alle solite informazioni tecniche, potrebbe contribuire a formare adulti con meno stereotipi maschio vs femmina. Purtroppo il discorso sui generi è tabù per la gerarchia cattolica, come il sondaggio della curia milanese ha ben evidenziato.

francesco s.

Dico solo che i media in mancanza di altro, per far vedere che sono impegnati ingigantisconono la cosa parlando di emergenza quando invece il tasso di omicidi femminili (femminicidi o meno) è tra i più bassi di Europa migliore di molti paesi del nord Europa ed è basso in termini assoluti e relativi. Per una volta che siamo tra i primi in Europa per qualcosa di così positivo i nostri media distorcono la realtà. Una cosa non è emergenza se il numero assoluto è basso e il tasso relativo è costante o in diminuzione.

FSMosconi

@Roberto

Guardando alla retorica nazionalistica che sta dietro, al comportamento dei tifosi (vedi recente incontro Serbia-Albania, ma anche agli incontri di hockey o basket tra USA e URSS all’epoca della guerra fredda).

Non è in contraddizione con quanto go detto: c’è una differenza tra lotta per il prestigio in un ambito e guerra in senso generale. Anche perché difficilmente la narrazione sportiva sposta quel tipo di energie in maniera sufficiente: nessun politico sano di mente nasconderebbe o giustificherebbe l’immagine totale nello guerra sullo sport se non in senso triviale. (E d’altronde la situazione Serbo-Albanese mi pare un po’ particolare, come pure per la Guerra Fredda si può parlare di caso non molto rappresentativo)

Sandra

Al di là dei toni dei media, non penso si debba sottovalutare un problema perché siamo quantitativamente meglio. (A parte che gli omicidi d’onore sono tornati in auge tramite gli immigrati, mi sembra che in Germania fossero una 40na le donne turche uccise dal partner in dieci anni, e anche da noi stiamo assistendo a casi di onore della famiglia lavato con il sangue, di cui ci eravamo liberati). Difficilmente chi uccide è poco aggressivo, c’è una storia di violenza che precede. Per una donna che viene uccisa, ce ne sono ancora tante che vengono picchiate: i lividi li puoi nascondere, un cadavere no. Ed è del sommerso che si deve parlare, perché per quanto pochi, i femminicidi sono solo quello che non si può più nascondere.
La morbosità di certi media è comunque da biasimare. Ma mi sembra che il contrasto alla violenza, e in generale all’abuso sui deboli (vd. Cucchi), attraverso l’analisi dei motivi su cui la società deve interrogarsi, sia un traguardo ancora lontano.

RobertoV

Premesso che il giornalismo italiano è scadente ed i nostri media trattano normalmente tutti gli argomenti in modo superficiale, allarmistico, senza approfondire o centrare i problemi, collegare il femminicidio alla situazione della donna è un po’ come collegare i morti per criminalità alla criminalità stessa, il campione statistico è troppo piccolo e non significativo.

Al di là del problema di una raccolta dati corretta ed omogenea per poter fare confronti statistici con altre nazioni, c’è il problema che vi sono sempre più cause per un fenomeno, non una sola e che, quindi, i dati andrebbero depurati di tutte le altre cause (per esempio uno stupro fatto da una persona armata di una pistola rischia di terminare più facilmente in un omicidio rispetto a chi lo effettua senza armi). Inoltre può dipendere anche dalla reazione: per esempio una donna islamica sa che se viene stuprata le conviene non reagire e stare zitta altrimenti verrebbe uccisa di sicuro e, non denunciare, altrimenti la sua vita sarebbe rovinata, mentre una donna che vive in un ambiente progredito, conscia dei propri diritti, non avrebbe un atteggiamento passivo. Dipende anche dalla composizione etnica e sociale di una nazione.

Ma per una valutazione corretta delle violenze sulle donne o discriminazioni vanno considerate tutte le violenze e discriminazioni sia fisiche che psicologiche, che lavorative, in un’analisi complessiva, non concentrandosi solo sul femminicidio che è solo un caso particolare. Per esempio nel caso degli stupri il dato che avevo visto qualche anno fa parlava di circa 4000 denunce in Italia, ma esperti dicevano anche che le stime indicavano che questo valore andava come minimo moltiplicato per due, ma anche per 5 per tener conto del sommerso. Una nazione all’avanguardia nella tutela delle donne dovrebbe avere un sommerso più basso, ma inevitabilmente più denunce che risultano ai fini statistici.

Quindi l’analisi è molto complessa e deve tenere conto di tutte le voci. Infatti quando vengono presentati i vari studi che confrontano varie nazioni si fa sempre riferimento a tante voci, non ad una sola e l’Italia non si piazza bene.
Certo è una cosa difficile aspettarsi analisi valide dai nostri media e politici.

giovanni da livorno

@ roberto V

ben detto, fu la chiesa, tramite quel buon uomo e futuro santo (noto per la sua tolleranza e condiscendenza) del vescovo Ambrogio di Milano, che spinse l’Imperatore Teodosio I, a proibire le olimpiadi nel 393 d.c.

Peccato che nessuna clericalata sia riferita a san Pentolino (il santo inventato dal mitico Giorgio Bracardi, nel delizioso film “Vinella e Don Pezzotta”): è l’unico santo a cui sono devoto. Mi piacerebbe sapere se i pastafariani sarebbero disposti ad accettarne il culto.

Saluti. GdL

Frank

“Che la Madonna vegli sui politici veneziani, mi dia il conforto e i consigli per poter portare a termine il mio incarico, assista quelli che verranno dopo di me”

Madonna: E magari vuole che gli porti pure una birra quando guarda la partita di calcio in televisione.
Gesù: Mamma la devi smettere di frequentare le femministe.

giovanni da livorno

Però…..sembrerebbe quasi che, prima o poi, una squadra della s.sede finirà col partecipare ad una delle olimpiadi che verrano. Fino ad ora non è avvenuto, ma vescovi e cardinali, son gente che sa valutare i “ritorni d’immagine”!

A quanto pare l’iniziativa è venuta dal cardinal Ravasi, indubbiamente un uomo intelligente e colto, che io sapevo essere un biblista rinomato, ma a quanto vedo, è anche un esperto di pubbliche relazioni.

Bah! Sarà?!
Saluti. GdL

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