La Giornata della donna tra le due sponde del Tevere

A guardarsi intorno sembrerebbe proprio una festa. Mimose per le strade, vendute un po’ ovunque, regalate da uomini e da donne, cartelloni pubblicitari che cavalcano l’onda nella speranza di catturare l’attenzione del passante, dolci e piatti rigorosamente a tema. È la Giornata internazionale della donna, vissuta da molti come una festa ma in realtà istituita per riflettere sulle storie di ordinaria discriminazione, ovviamente basata sul genere, e sulle conquiste sociali in fatto di pari opportunità.

Almeno per un giorno tutti si scoprono femministi, a cominciare da chi di pari opportunità non vuole sentire parlare. E siccome il miglior modo per non parlare di un argomento è quello di glissarlo, ecco che si preferisce porre l’accento su altri aspetti del ruolo femminile, quelli che più fanno comodo. Come fa ad esempio il cardinale Walter Kasper, in un’intervista rilasciata alcuni giorni fa alla giornalista di Avvenire Stefania Falasca, che inizia già dal titolo con un virgolettato a effetto dello stesso cardinale: «Alla Chiesa serve il genio femminile». Si parla del ruolo delle donne all’interno della Chiesa cattolica, e sostanzialmente si ribadisce che le donne devono continuare a rimanere in secondo piano rispetto agli uomini. Però lo si esprime con parole che sembrerebbero quasi di conciliazione, di riconoscimento.

Kasper apparentemente apre a ruoli di responsabilità, ma mai dello stesso livello di quelli riservati agli uomini e comunque escludendo a priori la possibilità di amministrare il culto. E in ogni caso gli auspici del cardinale Kasper rimangono mera teoria, puro esercizio retorico, tant’è che nel Consiglio per l’economia appena nominato dal papa figurano, oltre a otto cardinali, anche sette “laici” tutti rigorosamente maschi. Per Kasper la donna è benvenuta nella Chiesa, ma si affretta subito a chiarire che “la Chiesa non è la Curia” e che ritiene che il ruolo delle donne vada piuttosto valorizzato in chiave missionaria, precisando: “Penso all’Africa”. Questioni interne alla Chiesa, si potrebbe pensare. Se non fosse che lo Stato concede privilegi e tanto denaro pubblico a un’organizzazione fondata sull’assenza di pari opportunità. Se non fosse per i riflessi sociali che ne derivano.

cardinali

Basti pensare alla figura retorica dell’angelo del focolare, celebrativa di un ruolo che, per le donne, ha ben poco di paradisiaco. Sarà un caso se nella classifica dei paesi per minuti passati dai maschi ai “mestieri di casa”, recentemente pubblicata dall’Ocse e ripresa da The Atlantic, l’Italia è molto in basso? A guidarla ci sono ovviamente le nazioni del Nord del mondo, i maschi italiani con i loro 57 minuti sono superati da tutti i paesi europei tranne Portogallo e Irlanda.

E i riflessi a livello istituzionale? Tanto per cambiare, in parlamento si è discusso per l’ennesima volta di quote rosa: e quest’anno c’è il dibattito sulla riforma elettorale a dare il la. Da una parte troviamo i sostenitori della linea interventista, nel senso che a loro avviso lo Stato dovrebbe regolamentare la cosa per evitare che dalle urne esca fuori un parlamento a tinte eccessivamente azzurre (e non ci riferiamo al colore politico), come del resto avviene sovente in occasione delle amministrative; basti notare che le ultime elezioni in Sardegna hanno prodotto un consiglio regionale maschile per il 95%. Nemmeno tanto sorprendentemente a tale “paritario” paritario appartengono la maggior parte delle parlamentari donne, probabilmente preoccupate che le loro capacità politiche potrebbero non essere tenute in debita considerazione.

Dalla parte opposta, invece, i sostenitori della meritocrazia senza se e senza ma, in larghissima parte uomini non sempre meritevolissimi, convinti che se la rappresentanza femminile rischia di diminuire la colpa non può essere addebitata a loro. Non che abbiano tutti i torti, perché è evidente che se le donne non vengono elette ciò è anche grazie (si fa per dire) alle stesse donne elettrici, che anche quando possono scegliere spesso preferiscono votare uomini. Più o meno quello che accade all’elettorato laico, in teoria maggioritario e addirittura non credente per almeno un decimo, ma poi all’atto pratico poco incline a preferire candidati laici, con il risultato che pochi di loro approdano in parlamento, e anche quando ci arrivano dimenticano di occuparsi delle battaglie laiche, o al massimo vi dedicano giusto qualche intervento o interrogazione senza troppe pretese.

La battaglia tra paritari e meritocratici si è conclusa con l’ennesima sconfitta dei primi (o delle prime): sono stati decisivi il “no” di Forza Italia e le defezioni nel Pd, con in mezzo un governo più interessato alla riforma elettorale che alla coerenza. Un governo — ricordate? — che era nato all’insegna del colore rosa, per la composizione della compagine ministeriale, ma che ha poi virato cromaticamente in maniera decisa già quando si è trattato di nominare i sottosegretari, in larghissima maggioranza uomini. Di buono c’è che si è posto rimedio — quantomeno parzialmente — all’errore che avevamo evidenziato subito dopo la presentazione della squadra di governo, e cioè la cancellazione del ministero delle pari opportunità. Pare infatti che la delega in materia sia stata conferita alla deputata Pd Teresa Bellanova.

L’Otto marzo intanto è passato, uomini e donne sono tornati a fare quello che già facevano nei 364 giorni precedenti e continueranno a farlo per altri 364 giorni. Fino al prossimo fiorire di mimose. Fino alla prossima “festa”.

La redazione

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27 commenti

bardhi

tra leggi “ad gender”; feminicidio, quote rose etc, si perde tempo per fare l’unica riforma che questo parlamento doveva produrre: una legge elettorale equilibrata e onesta, capace di dare al paese una maggioranza capace di governare. Se per assurdo passasse la legge proposta, 50/50 in combinazione coll’attuale legge elettorale, c0è il rischi di avere il 50% delle candidate di forza italia scelte fra le igieniste dentale di B?!

Tiziana

quel che sorprende è il fatto di occuparsi delel igieniste dentarie e non degliigienisti. Nella Roma alemanna l’ha fatta da padrone il suo podologo, eppure non c’è scandalo.

bardhi

B ha riempito il parlamento con i suoi avocati e le sue veline, cambia qualcosa se ci fossero piu veline che avocati?! per me è scandalo a prescindere se è igienista o patologo, ma se di idrosanitari dobbiamo riempire il parlamento, vale la penna di combattere per il loro colore?!

Tiziana

i parlamentari che sono lì avrebbero avuto il dovere di votare per la parità di genere. l’italia è un paese arretrato culturalmente (secondo me soprattutto per l’influenza della chiesa) e quindi sarebeb stato un passo avanti. personalmente credo sia meglio la velina che l’avvocato se devo risponder. nonostante il mio disprezzo per la partitocrazia però non credo che ci siano solo veline/i in tutti i partiti.

bardhi

concordo con te che una delle cause principale del arretratezza del Italia è la chiesa, ma non mi pare che le italiane in generale e le parlamentare in particolare sono un antidoto al invasione della chiesa; Gelmini, Binetti and Co.o non sono di meno dei loro colleghi teodem.
Se le donne parlamentare avessero dimostrato: una levatura culturale, sensibilità alle questioni sociali, propensione al onesta o altri meriti, superiore a quello dei loro colleghi maschi, allora questo obbligo del 50/50 sarebbe stato pure poco quindi potevamo fare anche 70 rosa/30 blu, ma Fornero, Cancellieri, De Girolamo hanno dimostrato che la parità fra i sessi esiste eccome, quindi veline o prof che siano per me valgono tanto quanto gli nani e gli avocati. Non mi sembra che fin ora le peculiarità dei sessi non hanno dimostrato una deviazione considerevole dalla norma.

Diocleziano

bardhi
Completamente d’accordo!
La mitizzata superiorità delle donne in politica è dovuta allo scarso numero (per ora), ma dategli tempo e spazio e ne vedremmo di belle, roba da far impallidire i Razzi e gli Scilipoti… In politica c’è un solo genere: i mascaIzoni.
E, come già detto, basterebbe che le donne votassero le donne; però quando non ci sono le preferenze…

SilviaBO

Secondo me il 50/50 non è stato approvato perché, dato che siamo in Italia, le mogli, le amanti, le madri, le figlie e le parenti di vario grado dei parlamentari avrebbero voluto occupare subito tutti i posti “femminili” disponibili. E quale uomo vorrebbe essere controllato dalle sue donne anche sul posto di lavoro? Ha prevalso l’istinto di autoconservazione.

bardhi

SilviaBO, se fosse vero quello che ipotizzi, questa sarebbe una legge piu dannosa che inutile, ti puoi immaginare Mastella con moglie e famiglia in parlamento o/e governo?!

faber

In un mondo ideale le quote rosa non sarebbero nè utili nè dannose: sarebbero semplicemente inutili. Perchè in un mondo ideale tutti i cittadini avrebbero la stessa opportunità di candidarsi e/o scegliere liberamente i propri rappresentanti. Sta di fatto che non viviamo in un mondo ideale. Le donne sono discriminate nella stragrande maggioranza dei posti di lavoro e, a maggior ragione, nella corsa per i posti di potere. In una realtà in cui per una donna è difficile arrivare a ricoprire incarichi dirigenziali in una qualsiasi azienda, è a maggior ragione difficile farsi largo verso i banchi del parlamento o del governo. Io non penso che le quote rosa siano la soluzione al problema della discriminazione di genere, ma è un modo per provare almeno in parte a raddrizzare una stortura. Usando una metafora, se ti rompi una gamba gli antidolorifici non servono mica a riparare l’osso, ma anche provare a lenire i sintomi collaterali di un malanno ha la sua importanza.

faber

“È la Giornata internazionale della donna, vissuta da molti come una festa ma in realtà istituita per riflettere sulle storie di ordinaria discriminazione, ovviamente basata sul genere, e sulle conquiste sociali in fatto di pari opportunità.”
Per dovere di cronaca, la giornata internazionale della donna fu istituita inizialmente dalla II Internazionale socialista come giornata di rivendicazione per il voto femminile. La data dell’8 marzo venne scelta in seguito, nel 1921, per celebrare le donne di San Pietroburgo che in tale data, nel 1917, scesero in piazza e fronteggiarono i cosacchi dando inizio alla rivoluzione russa di Febbraio, sfociata poi negli avvenimenti che portarono alla rivoluzione di Ottobre. La natura politica della giornata della donna venne successivamente “addomesticata” inventando il falso storico, insegnato in tutte le scuole, delle donne che bruciarono nel rogo di una fabbrica americana.
https://web.archive.org/web/20110313064904/http://www.mmf2010.info/our-action/le-8-mars-2013-journee-internationale-des-femmes-a-la-recherche-de-la-memoire-perdue

Ferrer

“inventando il falso storico, insegnato in tutte le scuole, delle donne che bruciarono nel rogo di una fabbrica americana.”

Non si tratta di un falso storico: 123 donne – e 23 uomini – morirono realmente nell’incendio della fabbrica Triangle di New York nel 1911. Solo che l’episodio non avenne l’8 marzo ma il 25.

http://en.wikipedia.org/wiki/Triangle_Shirtwaist_Factory_fire

faber

Si perdonami, sei stato più preciso di me. L’avvenimento che tu citi è anche riportato dal link che ho inserito. Il falso storico si riferisce al fatto che l’8 Marzo sia stato scelto per celebrare quell’avvenimento. Non so a te, ma a me così come a tutti quelli che conosco, hanno detto che l’8 Marzo è stato scelto perchè in quella data era avvenuto tale incidente.

whichgood

“La battaglia tra paritari e meritocratici si è conclusa con l’ennesima sconfitta dei primi (o delle prime): sono stati decisivi il “no” di Forza Italia e le defezioni nel Pd, con in mezzo un governo più interessato alla riforma elettorale che alla coerenza. ”

Con votazione segreta, che dice già tutto sull’ipocrisia parlamentare.

” Di buono c’è che si è posto rimedio – quantomeno parzialmente – all’errore che avevamo evidenziato subito dopo la presentazione della squadra di governo, e cioè la cancellazione del ministero delle pari opportunità. Pare infatti che la delega in materia sia stata conferita alla deputata Pd Teresa Bellanova.”

Ma siete propio sicuri?. Ricordatevi che alle pari oppurtunità c’era la Carfagna durante l’ultimo governo Berlusconi. Che dire, che esistesse veramente quel ruolo o che invece è un ruolo di facciata ?.

RobertoV

Il Global Gender Gap Report 2012 indica che l’Italia nel 2012 era all’80° posto per la parità di genere su 135 nazioni esaminate, peggiorando la 74° posizione dell’anno precedente.
Paesi considerati normalmente più arretrati di noi sui diritti civili sono riusciti ad avere rappresentanze femminili ai vertici di una nazione (tipo il Pakistan), mentre da noi non c’è mai stato un presidente o un presidente del consiglio donna e la rappresentanza femminile in parlamento è ancora scarsa. La prima ministra ci fu solo nel 1976 con Tina Anselmi.

La DC non ha mai avuto un segretario di partito donna.
Il Vaticano ha ribadito anche recentemente che la chiesa non sarà mai democratica e che, pur auspicando a parole un maggior ruolo delle donne (per rispondere alle pressioni dei propri fedeli, ma ovviamente in ruolo subalterno per attività e mansioni decise per loro da uomini), non se ne parla di farle nè preti, nè tantomeno vescovi, cardinali o papa. In altre nazioni cattoliche, senza la sfortuna di avere il Vaticano in casa, le donne godono di maggiori diritti ed anche le chiese cattoliche sono un po’ più aperte e tolleranti.

Ci sarà un legame?

faber

Io, da ignorante in materia di storia delle religioni e antropologia, un’idea me la sono fatta: il ruolo subalterno delle donne è ancestralmente intrinseco a qualsiasi cultura basata sulle religioni monoteiste. Personalmente, ritengo che la base antropologica e storica delle attuali religioni sia da ricercare nello sviluppo delle società guerriere conseguente alla formazione delle civiltà contadine. Laddove queste civiltà hanno avuto scarsità di risorse (vedi Medioriente) si sono ritrovate costrette ad intraprendere delle guerre per il territorio. Tutto questo ha portato all’abbandono delle religioni politeiste, panteiste e naturaliste (che permasero invece in Europa almeno fino all’avvento del cristianesimo) in favore di una visione metafisica piramidale e gerarchica (il Dio unico e onnipotente) che si confacesse maggiormente alla gestione militare della società. Gott mitt uns è nato molto prima del nazismo. Ovviamente, in una tale società, l’uomo guerriero si è mitizzato e ha scalzato la “dea feconda” simbolo invece delle religioni precedenti. Ho lavorato troppo di fantasia ed interpretazione?

Diocleziano

”… Ho lavorato troppo di fantasia e interpretazione?…”
Forse sì? O forse le ragioni che hai esposto sono corrette ma
i loro effetti si sono persi da secoli, e mentre altre nazioni
si sono costruite un presente, in Italia si aspettano ancora
notizie da Bisanzio…
Più terra terra penso che in Italia manchi un humus fecondo
per avere una larga base intellettualmente sana che sia
l’ossatura della società: si è visto quando si è dovuto
scegliere un candidato per la presidenza, alla fine
ci si è rassegnati sul vecchio che era in casa.
Non si è riusciti a racimolare nemmeno un paio di
candidati decenti. Manca la qualità, figuriamoci la quantità!
Quanto tempo ci vorrà per risanare la spudoratezza del
mucchio selvaggio che occupa le aule del governo?

RobertoV

Ieri al consiglio di classe di mio figlio (a Milano) ero l’unico papà presente contro una ventina di mamme e non erano certo tutte casalinghe.
In Italia, come evidenziato anche dall’indagine sulle attività casalinghe, vige ancora una imposta/tollerata separazione di ruoli. Non per nulla siamo all’80° posto nella parità di genere.
C’è ancora molta strada da fare e non vedo come sia possibile ottenere cambiamenti senza l’aiuto di leggi (non certo limitate al solo ambito politico), cosa fatta anche nelle altre nazioni prima di noi. Dubito che tali leggi possano essere fatte da italiani, ma dovrebbe essere la comunità europea ad imporcele.

Engy

ma se sono le donne stesse (in generale) a continuare ad educare diversamente i propri figli a seconda che siano maschi o femmine e a perpetrare questa rigida separazione dei ruoli, dai giochi, alle mansioni domestiche, ai progetti per il proprio futuro che rimane ancora quello di moglie e madre in molti casi per le bambine, cosa potrà mai imporre una ennesima legge !?

bardhi

Alla faccia delle leggi “ad gender” che la Boldrini si è fata bandiera, con sconti per buona condotta, provvedimenti svuota carceri o altro, se questo qua farà 10 anni di carcere saranno pure troppi, ma secondo voi non lo hanno ancora capito che come deterrente funziona la certezza della pena e non la gravita della pena paventata?! Secondo me lo hanno capito perfettamente, ma fa piu bella figura urlare a 4 venti “no al feminicidio” che mettere a posto il sistema giudiziario, sono falsi, ipocriti.

francesco s.

Non credo che ci debba essere nessun obbligo di parlamento 50 e 50, solo la necessità di presentare un equo numero di candidati.

Mauro Cappellari

In una società di donne (matriarcale) non ha senso la guerra, perché coinvolge troppo le parentele e gli affetti.
In una società di donne (matriarcale) non ha senso la speculazione e la sopraffazione perché non portano benessere.
In una società di donne saremmo noi maschietti a dover richiedere le quote grigie, per cercare di salvare almeno una parte dei privilegi che ci hanno (mal) accompagnato nella recente storia del genere umano.

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