Larghe intese contro l’aborto

Negli scorsi mesi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, aveva dato un segnale importante al Parlamento, con la discussione e l’approvazione di mozioni contro il proliferare dell’obiezione di coscienza verso l’aborto negli ospedali. Ma nella relazione di settembre del ministero aveva anche negato che l’obiezione di coscienza creasse dei problemi di accesso ai servizi negli ospedali. Circostanza smentita dalle tantissime storie di donne che trovano difficoltà nell’ottenere un’interruzione di gravidanza, nonché da diverse inchieste che evidenziano il proliferare degli obiettori tra medici e altri operatori sanitari. Ne ha scritto ieri anche L’Unità, con un’inchiesta e un articolo del professor Carlo Flamigni.

Il quotidiano parla esplicitamente di “boicottaggio” della legge 194, snocciolando cifre e dati. Catastrofici. Per esempio, in diversi ospedali del Lazio non ci sono più ginecologi non obiettori. Ampio, di regione in regione, lo scarto tra ospedali con reparti di ostetricia e ginecologia e quelli che effettuano aborti: in media, mentre le cliniche attrezzate sono decine, quelle che consentono l’interruzione di gravidanza si contano sulle dita di una mano. Ma si ricorda anche il caso di Jesi, dove dall’anno scorso non ci sono strutture per l’ivg e si fa propaganda no-choice anche in un consultorio pubblico. Qui diverse donne, di fronte a una situazione insostenibile, si sono attivate per chiedere la piena applicazione della legge e hanno fondato il Collettivo ViaLibera194, sostenuto anche dal circolo locale dell’Uaar.

Carlo Flamigni, ginecologo e presidente onorario Uaar, critica in particolare la posizione del ministro e accenna tra le righe ai consulenti cui deve affidarsi. Tra questi al ministero della Sanità c’è la docente di chimica Assuntina Moresi, componente del Comitato nazionale per la bioetica, nonché editorialista di Avvenire e coautrice di un libro di Eugenia Roccella sull’aborto, che ha spesso espresso posizioni clericali sui temi etici. Se nei ministeri ci si affida a specialisti con questa impostazione, non è strano che poi un ministro sminuisca il problema dell’obiezione di coscienza selvaggia.

donne194

La Laiga, associazione dei ginecologi non obiettori che già aveva messo in guardia dal rischio di svuotamento della legge 194, aveva evidenziato le criticità del quadro: in diversi ospedali l’obiezione si è ormai fatta ‘di struttura’. Tradotto, in certe cliniche è impossibile ormai ottenere un aborto. Molte donne sono costrette a recarsi in altre città e regioni, aggravando il lavoro di queste altre strutture, andare all’estero o ricorrere all’aborto clandestino. Negli ospedali strutturalmente obiettori dove l’interruzione di gravidanza non è più praticata, fa notare Flamigni, i medici non devono nemmeno appellarsi all’obiezione di coscienza, quindi il numero di obiettori è ancora più alto di quanto non emerga dalle stime ministeriali.

Flamigni ricorda che al documento approvato a maggioranza dal Cnb nel 2012 sull’obiezione di coscienza, caratterizzato da un’impostazione retriva, è stato integrato un suo dettagliato parere contrario. E cita l’ultimo libro del filosofo Carlo Augusto Viano, La scintilla di Caino, in cui si evidenzia come l’obiezione di coscienza — un tempo strumento per sottrarsi a una imposizione — sia ora diventata “un modo per imporre agli altri le proprie scelte impedendo il godimento di un diritto sancito dalla legge”.

Sostiene inoltre che i dati italiani sull’aborto siano anomali. Chiede al ministro se non sia strano che il tasso di abortività delle ragazze italiane sia sensibilmente più basso rispetto alle coetanee di Gran Bretagna e Spagna e in linea con quello di Germania e Svizzera. Ovvero paesi dove esiste un’educazione sessuale e le adolescenti sono più consapevoli nella prevenzione di gravidanze e nell’uso di contraccettivi: tutte cose che in Italia non accadono. Secondo Flamigni, se da noi non si fa educazione sessuale e non funzionano i consultori, le ragazze molto più semplicemente si rivolgono a internet anche per avere pillole abortive, con tutti i rischi che ne conseguono. Invita quindi il ministro a indagare sugli aborti registrati come ‘spontanei’, che dopo che le ragazze si sono affidate al fai da tenecessitano di interventi successivi come il raschiamento .

Anche tra le donne di origine straniera sono diffuse pratiche abortive tramite prodotti prescritti per altri usi dai medici, o in cliniche clandestine. Un’indagine più seria e approfondita su questi fenomeni sommersi, suggerisce, permetterebbe probabilmente di rispondere al perché gli aborti in Italia secondo le stime diminuiscono, in un paese dove dovrebbe accadere il contrario.

Ci chiediamo, in questo clima di “larghe intese” se la convergenza in senso clericale continuerà anche su temi come l’aborto. E se il primo ministro Enrico Letta, sostenuto in maniera determinante proprio da esponenti del nuovo centrodestra come Lorenzin e Roccella, voglia avallare questa linea intransigente pur di salvare un esecutivo traballante. Il Paese ha bisogno, su questioni come aborto e contraccezione, di scelte governative più aperte e lungimiranti, senza farsi dettare l’agenda dalle posizioni più integraliste che prendono piede contro i diritti di autodeterminazione delle donne.

La redazione

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57 commenti

Paul Manoni

E’ bene ricordare e denunciare pubblicamente, che la regione Marche, dove è nato il “Collettivo Via Libera 194”, è l’unica regione italiana (record!) a non aver ancora deliberato le linee guida per la RU486. Significa che nella nostra regione non è possibile interrompere farmacologicamente una gravidanza.

Nelle Marche abbiamo medici obiettori di coscienza che proliferano, e che rendono il servizio di IVG, a malapena funzionante in molti ospedali. Il caso dell’ospedale di Jesi è solo la punta dell’iceberg.

Nelle Marche abbiamo associazioni “pro-life/no-choice” che fanno il bello ed il cattivo tempo nei consultori pubblici, arrivando a fare “terrorismo psicologico” sulle donne che vi accedono, attraverso strumenti come bacheche e volantini.

Nelle marche abbiamo un Assessore alla Sanità, che nonostante ben tre interrogazioni, una delle quali fatta dalla sua stessa maggioranza (!), deve ancora fornire delle risposte adeguate. Per intendersi, è lo stesso Assessore che puntualmente si nega da mesi per un incontro con il nostro “Collettivo”, il quale deve consegnargli le firme raccolte in una petizione organizzata in difesa della 194/78.

In merito alla vicenda dell’osceno volantino nel consultorio di Jesi, siamo riusciti a coinvolgere un deputato eletto nella nostra circoscrizione.
L’Onorevole in questione, ha formulato un’interrogazione al Ministro della Salute, affinchè vengano chiariti i rapporti tra le Regioni (la regione Marche in particolare), e le associazioni che operano nei consultori. Siamo in attesa di una risposta da parte del Ministro Lorenzin.

Giuliano

Ma questo, a giudizio dell’Uaar, non era il Parlamento più laico mai avuto?

Paul Manoni

Giuliano, i temi laici sono “divisivi” all’interno degli stessi partiti…Figuriamoci all’interno di un Parlamento con forze politiche che sono state costrette a convergere in un governo di “larghe intese” (appunto!). 😉

Roberto Grendene

no, più laico rispetto a quelli degli ultimi anni

30-40 anni fa il Parlamento era più laico di quello attuale

Tiziana

io credo che sarebbe bene che l’uaar invece di usare il termine laico, usasse proprio antitaliano. so bene che potrebbe essere scambiata questa dizione col patriottismo fascista ecc. ma essere buoni italiani buoni cittadini vuol dire rispetatre le leggi (anche). La nostra Costituzione, secondo me molto imperfette basti pensare all’atr. 1 e 7 in linea di massima è improntata alla laicità, patrimonio dei costituenti usciti dalla guerra , inparticolare i socialisti (nenni merlin…)
quindi chi non la applica a pieno è un attivo cittadino.
Titolerei così la clericalata della settimana: i più antipatriottici.
Segnalo sempre come antitaliano l’Atac azienda municipalizzata degli autobus (comune di Roma) che quando viene in visita il presidente croato pavesa i bus con lo stemma di roma e il tricolore, quando esce il papa sostituisce il tricolore con il biancogiallo. Lana caprina?

Engy

@Tiziana,
vorrei che tu applicassi su un piano soltanto logico e super partes, il tuo ragionamento sugli antitaliani e sui buoni cittadini che invece rispettano le leggi (e i risultati referendari) a questi dati, presi dal sito “www.associazioneluca coscioni.it”:
Ecco cosa rimane della legge 40/2004 sulla fecondazione medicalmente assisitita:
– Divieto di produzioni di più di tre embrioni – Rimosso con sentenza della corte costituzionale 151/2009
– Obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti- Rimosso con sentenza della corte costituzionale 151/2009
Divieto di diagnosi preimpianto- Rimosso con sentenza del Tar Lazio 2008
– Divieto di accesso alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche – Rimosso con decisione della Corte EDU 29 agosto 2012 reso definitiva 11 febbraio 2013 in corso di esecuzione in Italia
– Divieto di eterologa- In attesa di udienza in Corte Costituzionale
– Divieto di utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica – In attesa di udienza in Corte Costituzionale
Divieto di accesso alla fecondazione assistita per single e coppie dello stesso sesso – in vigore-
__________ I radicali, grazie soprattutto ai quali la legge 40 è stata quasi smantellata, che italiani sono?

gmd85

@E.ng.y

Da criticare, al massimo, solo la rimozione del divieto per le coppi portatrici di malattie genetiche.

Quindi? Quale sarebbe il problema?

tiziana

@engy

che c’entra con quello che dicevo? se è una domanda generica alcune proposte possono essere peggiorate con questo parlamento. credo però che io dicevo altro

Engy

scusa @Tiziana, di sicuro sono io dura di comprendonio, se ti va spiegati meglio quindi.
Parlavi di bravi italiani che rispettano le leggi e di antitaliani.
La legge 194/1978 a quanto pare è stata via via svuotata di efficacia, smantellata quasi, data la percentuale crescente di medici obiettori di coscienza.
I (legittimi, tutti) punti di vista sono diversi e distanti e giustamente c’è chi invoca il divieto dell’obiezione o altre soluzioni a livello di criteri di selezione dei ginecologi, volte ad arginare il problema e c’è chi inorridisce di fronte a una simile ipotesi.
Poi c’è la legge 40/2004 che è rimasta tale anche dopo consultazione referendaria; sorvolo volentieri sulle responsabilità, perchè ancora una volta dipende dall’inclinazione personale più o meno spiccata alla dietrologia e dai soliti diversi punti di vista.
Ormai però tale legge è stata completamente svuotata e stravolta dato che, sentenza dopo sentenza, grazie soprattutto alla tenacia dei radicali, sono stati scardinati alcuni dei suoi principi ispiratori e fondanti.
Dunque ognuno conduce le sue battaglie e c’è chi riesce, chi riesce meno, chi fallisce.
Il punto è tutto qui ed ecco perchè il tuo ragionamento sul bravo italiano che rispetta le regole e le leggi (principio peraltro e ovviamente giusto) non ha proprio alcun senso ed è fatto solo perchè – secondo me – non concepisci idee diverse dalle tue su questi temi.
Perché allora ti torno a chiedere: i radicali e tutti coloro che hanno lavorato per rivoltare come un calzino la legge 40, non accettandola da bravi cittadini (secondo la tua logica beninteso), soprattutto riuscendo nei loro scopi di smantellamento – che tipo di italiani o antitaliani sono??
Il problema – duro evidentemente da digerire – è che su tutto, ma proprio tutto, soprattutto su certe questioni molto sensibili, ognuno di noi pensa ciò che vuole e ha il diritto pieno di farlo e in certi casi oltretutto, quando non si accontenta della sterile protesta preferibilmente su tastiera del pc, si dà da fare, ogni tanto riuscendo pure nei propri intenti.

gmd85

@E.ng,y

di sicuro sono io dura di comprendonio

Ce n’eravamo accorti.

La 194 viene aggirata subdolamente ricorrendo all’obiezione selvaggia. La 40 è stata modificata, secondo iter previsti dall’ordinamento dello Stato. Il referendum è importante, certo, ma non vuol dire che, ogni volta, il risultato sia giusto. La differenza fra due casi è sostanziale, quindi il tuo discorso non regge. La legge è risultata inadeguata e si è lavorato per modificarla. La 194 andrebbe anche bene, ma la si aggira. Ci arrivi?
E piantala con le chiusure retoriche. Certo, ognuno pensi quello che vuole. Ma se il pensiero del bigottume danneggia gli altri, beh, c’è un problema. Che tu, evidentemente, non cogli. O cogli e fai finta.

gmd85

@E.n.gy

Poi mi spiegherai perché chi si da da fare per modificare una legge assurda, i rdaicali, in questo caso è da criticare quando una delle tue massime preferite è darsi da fare.

Marco Ombri

Una soluzione, anche se utopica nell’attuale società italiana, ci sarebbe: chiudere le porte delle facoltà di medicina in faccia a chi dichiara che sarà obiettore di coscienza una volta diventato medico, garantendo quindi il lavoro solo a chi può dare un contributo o comunque non ostacola il progresso della ricerca medica.

Francesco S.

senza essere così drastici, basterebbe smetterla di assumere ginecologi obiettori.

Frank

Er Profeta: A Cherubì!
Cherubino: Dimme Maomè?
Er Profeta: O sai che ebbisi fondato n’associazione prolife?
Cherubino: Ma che davvero? E come se chiama?
Er Profeta: “Se non siete en coma o embrioni non rompete li cojoni”.
Cherubino: A Maomè, sei sempre così sofisticato.

pastafarian

Non sono d’accordo, basterebbe riservare i posti pubblici a ginecologi non obiettori, senza dare più la possibilità dell’obiezione una volta assunti: in pochi anni i reparti tornerebbero a funzionare bene. Esiste un altro problema che porta all’obiezione: se in un reparto rimangono uno o due medici non obiettori questi si trovano costretti a fare praticamente solo IVG, con grave compromissione delle loro esperienze professionali; tutto ciò porterà ad obiettare anche il laico più convinto.

stefano

non solo la regione Marche, anche la Lombardia e parte del Veneto sono nelle stesse condizioni per non parlare del meridione dove la 194 non è mai stata applicata.

Francesco S.

Su Telegiornali Italiani non si sente parlare di questo problema che sta diventando una vera emergenza: L’obiezione selvaggia che impedisce la piena applicazione della legge 194 e alle donne di esercitare un proprio diritto. I tg preferiscono inondarci con notizie di fatti di cronaca e parlare di femminicidi con dati più o meno ad minchiam, inventandosi emergenze più o meno ad minchiam tanto per far credere che si interessino delle donne (è l’argomento che “tira”) quando invece esistono già emergenze vere come appunto la questione obiezione di coscienza dei ginecologi e aborto.

Tiziana

@Francesco S.

Si interessano dellebaby squillo, orribile dizione, criticandole insieme alle loro madri. Per quanto sia lontana da me l’idea di prostituirmi o far prostituire una mi a figlia, è comunque una scelta, in caso parlerei dei clienti bolsi sessantenni col soldo facile.
Comunque, era soo per dire che l’informazione arla solo di cose pruriginose che riguardano le donne, in sintesi ti davo ragione. Ma questa cosa dlle baby squillo mi manda in bestia

Francesco S.

Anche a me la questione delle “baby squillo” da fastidio come trattata in TV perché si concentrano troppo sulle ragazzine e poco sui clienti, che sono dei pedofili.

Sempre se stiamo parlando del noto caso di cronaca. Sinceramente una mamma che sfrutta la figlia minorenne dovrebbe andare in galera insieme al porco che ha pagato per far sesso con un minore.

serlver

Basterebbe aprire la possibilità di praticare aborti nelle cliniche private (alla luce del sole! e non, come avviene adesso, clandestinamente), e nel giro di poco tempo il potere degli obiettori/fancazzisti sparirebbe, perché nel privato “pecunia non olet” veramente, e non si faranno tanti scrupoli ad assumere solo medici non-obiettori.

Francesco S.

@serlver

Molto probabilmente si aggraverebbe la situazione: negli ospedali pubblici si avrebbe il 100% di obiettori. L’obiettore nel pubblico dirotterebbe le pazienti nella clinica privata dell’amico e poi fanno fifty-fifty.

No, il problema è l’obiezione in sé, che è problematica.

Giorgio Pozzo

Credo invece che la situazione migliorerebbe, come dice serlver. Certo, bisognerebbe che le cliniche private fossero convenzionate, e che fornissero lo stesso servizio alle stesse condizioni. Non essendoci differenze tra ospedali obiettori e cliniche non obiettrici, nessuno, da obiettore, potrebbe fare a meta’ con l’amico non obiettore.

Francesco S.

Quindi lo stato dovrebbe pagare un esterno per un servizio che il ginecologo dovrebbe fornire in quanto pagato dallo stato, ma si rifiuta di fare. Così per specare i soldi pubblici. Farebbe bene a licenziare l’obiettore ed assumere l’esterno.

Se l’obiezione non esistesse in ambito pubblico sarebbe tutto più semplice e nelle cliniche private sarebbe lecito fare questi interventi senza il rischio di far 50 e 50.

A me la prospettiva che gli aborti si facciano solo in cliniche private, grazie al meccanismo dell’obiezione pubblica, con sfuttamento della pelle delle donne per far soldi, con aggravio di costi per lo stato, non piace. Bisogna tenerne conto, siamo in Italia e questa prospettiva non è tanto fantasiosa.

Giorgio Pozzo

Bene o male, la legge esiste e quindi andrebbe applicata così com’è. E la legge dice che l’obiettore ha il diritto di essere tale (a determinate condizioni, pena annullamento dell’obiezione di coscienza).

Il punto fondamentale non è tanto l’obiezione di coscienza, quanto il fatto che rimane OBBLIGO dell’ASL di mettere a disposizione personale anche esterno, qualora non ce ne fosse a sufficienza internamente.

Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale. (Legge 194/78, Art. 9, 4o comma)

Francesco S.

Appunto la legge dice che può provvedere a mobilità del personale, dove mobilità credo si intenda che sposta medici da una struttura all’altra o che al più ne assume ad hoc se non ne ha da spostare (e già qui è un’interpretazione più estensiva), no che cliniche private possano sostituirsi “in libero mercato” alla struttura pubblica. Quindi servirebbe comunque una modifica della legge e se proprio va fatta la modifica, la si faccia intelligente, eliminando il problema a monte, non si assumono più obiettori, un ginecologo lo sa prima e decide se parteciare al concorso. Poi ben vengano le cliniche private ma con l’obiezione eliminata dal pubblico.

serlver

Guardate che le strutture private convenzionate esistono già, e già vi si svolgono esami ed operazioni d’ogni tipo, l’unica cosa che non può essere svolta in un ospedale privato sono le IGV: perché?
Perché da una una parte c’era la paura che nel privato si potessero scavalcare, dietro compenso, i limiti imposti nella 194; ma dall’altro lato, questo divieto ha reso praticamente possibile che le strutture pubbliche diventassero feudo degli obiettori o pseudotali che vogliamo fare quindi? Fare battaglie contro i mulini a vento sperando che il privilegio dell’obiezione selvagga venga tolto, o ci battiamo per la soluzione che più realisticamente può essere ottenuta?

pmc

Penso che l’obiezione sia un diritto sacrosanto e che il problema, invece, si risolva a mercato. Le donne che hanno bisogno di IVG sono tante e i dottori pochi? Offerta scarsa, domanda alta. Il medico ha diritto a un bonus in busta paga se da una mano a smaltire la richiesta. Risultato sarà che obietteranno quelli convinti. Chi non è convinto non obietterà. Contenti tutti. Chi obietta perché non lo si costringe. Chi non obiettan perché fattura lo straordinario e la donna incauta con la contraccezione che non deve ricorrere alla clandestinità.
Resto convinto comunque che è meglio una pianificazione ex ante e la pillola del giorno prima.

Francesco S.

Facciamo invece che viene pagato di meno chi è obiettore, visto che lavora di meno? Così escono fuori i veri obiettori.

pmc

Battuta simpatica, ma stanno comunque a fare altro. E suona punitivo. La mia era una proposta molto più laica, perché non penalizzava l’obiezione, ma cercava comunque di risolvere i problemi delle donne che devono ricorrere all’IVG.

FSMosconi

…In favore dell’obiettore.
Visto che l’idea che passa è che la norma è che non si fornisca un servizio, che ricordo essere un diritto, e che tale servizio abbia bisogno di “domanda”.

nightshade90

“Battuta simpatica, ma stanno comunque a fare altro”

stanno a fare altro che però è più piacevole (ed interessante e remunerativo dal punto di vista carrieristico) dell’aborto. un obiettore rifiuta di fare alcune mensioni del suo lavoro, non è che rifiuta di fare delle mansioni “in più” rispetto al suo lavoro. mi pare giusto che venga pagato di meno rispetto a tutti i suoi colleghi (che qualunque specializzazione abbiano svolgono TUTTE le mansioni, non solo quelle che vogliono), non che venga pagato di più chi non è obiettore (fare il proprio lavoro non è fare un extra rispetto a chiunque altro)

firestarter

io sono convinto che l’obiezione sia un sacrosanto diritto dei soldati arruolatisi volontariamente

Mario 47

Un medico (o comunque una struttura medica) non può esimersi dal curare un paziente anche quando questo – per motivi religiosi o per sua mania – gli impedisce di avvalersi al meglio delle possibilità concesse dallo stato dell’arte (e.g. trasfusioni di sangue).
In tali condizioni il medico può essere ragionevolmente convinto di rischiare inutilmente di sopprimere una vita, ma non ha potere decisionale al riguardo.
Nel caso dell’interruzione di gravidanza il potere decisionale gli è dato – come al paziente idiota che rifiuta la trasfusione – in nome di motivazioni personali.

Pensiamoci sopra

mario

Giuliano

Molti anni fa amministravo un ospedale. Mi è bastato poco per comprendere che la realtà delle strutture sanitarie era, ed è, un residuale ottocentesco (direi in buona compagnia insieme alle banche e alle forze militari) che perdura malgrado tutto. I medici, come i bancari ed i graduati, sono una casta che cerca di salire la scala sociale dall’interno delle proprie organizzazioni e questo ovviamente comporta l’accettazione di compromessi col capobastone (primario, direttore, ufficiale di grado superiore) del momento. Le scelte dei singoli sono quindi frutto non di una propria morale ma esclusivamente dettate dalla convenienza.

giuseppe

il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere. E’ lo stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena di morte. Si può parlare di depenalizzazione del-l’aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all’aborto (N.Bobbio)
Ubi major..i presuntuosi blterano

FSMosconi

Perché ci sia diritto di nascita uno deve essere nato.
Se X è nascituro non è nato, né è detto che nasca per forza.
Casomai dì diritto alla vita, cioè all’habeas corpus.
Ma di nuovo: ut habeas esse “perché tu abbia (c’è bisogno che) tu ci sia”.

D’altronde nessuno ti sta impedendo di avere opinioni morali sull’IVG. Figurarsi.

fab

giuseppe, reclamalo dalla tua trinità il diritto di nascere del concepito, sul quale, secondo te, non si può transigere, dato che non si può essere moralmente indifferenti di fronte all’aborto. Sai a quanti la tua trinità nega tutta ‘sta roba?

Ops, non ci avevi pensato…

Stefano

@ giuseppe

Giuseppe non hai fatto caso a “secondo me”.
Noi si.

Reiuky

E dopo che è nato? Semplice: fine dei diritti fino a quando sta per morire. Allora ecco di nuovo che il diritto alla vita diventa dovere di vivere il più a lungo possibile anche se le condizioni sono disumane. Ma nel mezzo… e chi se ne frega. Il bambino può essere calpestato, violentato, picchiato e quello che ti pare. L’importante è che siano quelli che lo hanno messo al mondo a farlo.

Mio caro, la tua filosofia di vita fa veramente schifo e devi essere una persiona veramente orribile per non rendertene conto.

serlver

Io vorrei sapere però quante sono le dottoresse obiettrici, perché allora il problema potrebbe essere anche interno alla questione femminile/femminista di questo Paese. Se da una parte possiamo immaginare che il dottorino uomo(catto-italicus) si dichiari obiettore per convenienza, perché tanto è una questione che non riguarda lui ma le ‘donne’; questo (s)ragionamento sarebbe ancor più abominevole se fosse diffuso tra le dottoresse.

Francesco S.

ce ne sono, ce ne sono. Io ne conosco almeno un paio di persona.

giancarlo bonini

Giuseppe, non ho capito perché hai postato quella dichiarazione di Norberto Bobbio.
A parte il fatto che per noi atei nessuno è infallibile e anche opinioni di illustri personaggi possono trovarci in disaccordo ma è proprio di depenalizzazione ( e regolamentazione) dell’aborto che si sta parlando.
Ti sfugge che chi è costretto a praticare l’aborto non ne è certo mai “moralmente indifferente”………Ma evidentemente a te sfuggono molte altre cose…

G.B.

Escludere dalle convenzioni gli ospedali strutturalmente obiettori; limitare il diritto all’obiezione al personale già in servizio (cose che si sarebbero dovute fare già al momento dell’approvazione della legge); consentire di praticare aborti ai medici privati che diano le adeguate garanzie di sicurezza.

Frank

“Larghe intese contro l’aborto”

Er Profeta: Ma che è? Ora dopo Berlusconi vojono silurà Brunetta?
Cherubino: A Maomè ma ensomma….

spapicchio

Ai cattolici (clericali) da sempre (appunto dalla fondazione della CCAR costantiniana) interessa il potere e la ricchezza in se` e per se`, in quanto nesso causale e fondativo della motivazione dei fondazione della CCAR stessa, avvenuta appunto a Nicea, eccetera, fatto che l’ha fin dall’inizio integrata al potere imperiale romano, rendendola fin da subito una chiesa, strettamente parlando, apostata.

Il controllo e la giurisdizione sulle nascite, sui nascituri e sulle modalita` di accesso ai servizi sanitari ed ospedalieri tramite l’obiezione di coscienza aderente all’orientamento della CCAR CEI e` visto chiaramente come un must del potere imperialista che decide della vita e della morte, e quindi per i cattolici integralisti ed imperialisti antidemocratici questo potere sulla vita dovra` essere gestito ed amministrato nell’ambito della chiesa cattolica, al di fuori dello Stato di Diritto Costituzionale.

La CCAR e`stata e vuole continuare ad essere infatti la religione del principe per partito preso e predeliberato costituzionalmente dalla sua fondazione niceno-costantiniana.

Per questo essenziale motivo, ossia per il nesso esplicito di causalita` costantiniano tra potere massimo assoluto (imperiale) o comunque costituito e regnante, la CCAR – CEI sara` sempre e direi anche SOLO interessata ai rapporti con il potere, prima ancora di rendersi utile ai poveri;

per esempio: papa Francesco lava i piedi alla gente, ma lo fa subito DOPO essere stato nominato papa, non prima, e ripreso sotto i riflettori dei media, non in forma privata: una volta acquisito o conquistato il potere ci sono sicuramente le occasioni per assistere i poveri, i deboli, ecc… ma nelle modalita` piu` convenienti per la CCAR, non certo per coloro si trovino in “poverta` di spirito” od i subordinati, ecc.. che in questo modo vengono individuati e distinti come tali, ossia “poveri di spirito” e quindi inferiorizzati ideologicamente rispetto ai cosiddetti credenti.

Per forza di cose i cattolici sono stati, sono e saranno sempre politicizzati e profondamente legati interessati alla politica del potere per il potere, al cui potere si ritengono moralmente tenuti alla direzione, e ad esso indispensabili anche quando non lo siano affatto.

Ai cattolici (clericali) da sempre (appunto dalla fondazione della CCAR costantiniana) interessano potere e ricchezza in se` e per se`, in quanto nesso causale e fondativo della motivazione di fondazione della CCAR stessa, appunto a Nicea, eccetera, fatto che l’ha integrata al potere imperiale, rendendola fin da subito apostata perche` religione dell’impero e del principe, ed in quanto tale interessata prima al potere per il potere (temporale, non spirituale) come condizione stessa di esistenza come chiesa materiale, motivo per cui si e` organizzata a stato sovrano ed establishment di potere, giustificando questo con il doversi rapportare ai maggiori potentati statali e politici.

Per tutti questi motivi e` ovvio che uno stato apparentemente sovrano (ma solo grazie alle tasse pagate dagli italiani, mantenuti nell’ignoranza) come il Vaticano – CCAR voglia fare politica, e non si tratta nemmeno di una novita`.

Questi tratti caratterizzanti la CCAR non si riscontrano per le Chiese Cristiane Evangeliche, pur con tutti i difetti che possono avere: un cristiano (evangelico) difenderà atei, poveri di spirito, gay, chiunque si trovi perseguitato, eccetera, poiché questa è la natura del cristianesimo (evangelico), ma senza trasformare questa disposizione in attività di lucro o tradurla in forme di dittatura politica e/o di appoggio ai regimi autoritari e teocratici.

spapicchio

Per forza di cose i cattolici sono politicizzati e profondamente legati ed interessati alla politica del potere per il potere, alla gestione dell’avere per l’avere, che considerano moralmente loro appannaggio, ritenendosene indispensabili e beneficiari amministratori anche quando non lo sono affatto, riducendo ed estraniando in poverta` il popolo assoggettato ed escluso deliberatamente.

Gérard

Con l’ incarcerazione di alcuni eccitati della Pro-Vita, il loro ardore in Francia si è un po raffredato ( Nell’ anno 1998 se non mi sbaglio sotto il governo di destra di Jacques Chirac ) .
Anche se, a quanto mi è stato riferito, si trovono oggi in Francia piu oggettori che nel passato ( La Chiesa cattolica e l’ Estrema destra sono i grandi aggitatori in merito ) si puo praticare l’ interruzione di gravidanza senza problemi .
Ieri, con un servizio sulla rete di stato Arte in merito alla ricerca sulle cellule staminali e gli embrioni, veniva dimostrato l’assurdita e l’ irrigidimento dottrinale di chi vuole a tutti costi mettere un embrione sullo stesso piano di un essere umano !!!
Perche non possiamo vedere tali programmi sulla Rai ???

Robertov

Gli italiani non devono pensare troppo e, soprattutto, possono solo parlare di quanto bene fa la chiesa. Quando mai le problematiche vengono trattate in modo adeguato in Italia? Ormai incomincio a pensare che il fatto che non si possano vedere TV straniere (fino a poco fa a Milano vedevamo a fatica i canali della Svizzera), tranne che col satellitare, sia proprio per limitare i confronti con le altre nazioni in modo che la propaganda abbia gioco facile.
Così ci fanno vedere l’importantissimo film “Maria di Nazareth” diffuso ieri sera, le varie vite agiografiche di santi, di papi, le quotidiane notizie sul papa, ecc. Questo è lo standard della nostra TV con la “religione di stato”.

spapicchio

Piu` sinteticamente, per un clericale cattolico, o teocratico dogmatico, vita, dottrina sociale della CCAR CEI e potere costituito sono la stessa cosa, e chi vi si oppone non ha alcun diritto, nemmeno di accedere ai servizi sanitari ed ospedalieri.

Percio` ogni fedele e credente cattolico dovra` per forza di cose seguire il potere prima ancora dei poveri, poiche` potere = vita, poverta`= perdizione = morte.

E` infatti quello che sta accadendo in politica in Italia: la politica si fa per il potere e per distanziare i poveri.

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