Gran Bretagna, religione a scuola? “La non credenza deve essere trattata allo stesso modo”

Oltremanica i non credenti sono ormai una parte consistente della popolazione, come autorevolmente attestato anche dall’ultimo censimento. Sebbene negli ultimi anni l’invadenza delle religioni sia aumentata, a causa dell’apertura concessa dalle istituzioni al confessionalismo comunitarista e al proliferare delle faith schools (con pesanti problemi annessi), il Regno Unito è un paese sempre più secolarizzato, dove c’è una lunga tradizione di associazionismo laicista e di pensiero scettico. Non è dunque più procrastinabile l’esigenza di trattare il pensiero umanista anche nelle scuole e rispondere così alle esigenze delle famiglie non religiose, garantire un’offerta culturale plurale e arginare l’indottrinamento e l’identitarismo.

Le istituzioni ne stanno prendendo atto. “Le visioni del mondo laiche dovrebbero essere messe sullo stesso piano di quelle religiose, nelle scuole”: è quanto ha riconosciuto per la prima volta il Religious Education Council di Inghilterra e Galles, pubblicando il quadro nazionale dei criteri raccomandati per l’insegnamento religioso. Il consiglio è formato da diverse confessioni (cattolici, anglicani, islamici, ebrei) e comprende anche rappresentanti della British Humanist Association. Secondo le linee guida, frutto di due anni di analisi, i bambini devono conoscere le varie religioni, anche con visite ai luoghi di culto e insegnamento di storie con diverse prospettive (anche umaniste), interrogandosi poi sul perché alcuni frequentano chiese, sinagoghe, moschee e pregano, mentre altri no. Verso i cinque anni i bambini dovrebbero poter confrontare i matrimoni cristiani con quelli umanisti, oltre a conoscere le fedi di maggioranza e minoranza; dalla scuola secondaria dovrebbero essere presentate loro anche le visioni non religiose dell’origine della vita.

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L’approccio è condiviso dal ministro dell’Istruzione, Michael Gove, mentre le faith schools temono che in questo modo si scalfisca il monopolio religioso dei loro programmi. Nel Regno Unito la religione è obbligatoria a scuola, sebbene non faccia curriculum; negli ultimi anni c’è stato un declino di questo insegnamento cui queste linee guida intendono far fronte.

La BHA vede con favore il nuovo assetto, che promette di dare spazio all’approccio degli atei e degli agnostici in un contesto che fino a questo momento è stato appannaggio dalle principali religioni. Anche la risposta del ministro, che parla di “religioni e visioni del mondo”, è molto inclusiva e comprende anche l’approccio humanist, e suggerisce che persino le faith schools debbano comunque presentare altre fedi e non. Come fa notare Andrew Copson, direttore esecutivo della BHA, “sondaggi del governo suggeriscono che la maggioranza, se non i due terzi, dei giovani oggi non sono religiosi, quindi per far sì che l’insegnamento religioso rimanga rilevante è vitale che le credenze di questo gruppo ampio siano insegnate a fianco di quelle dei loro compagni credenti”. La BHA si è impegnata negli anni per raggiungere questo risultato, tanto che già nel 2004 il national framework si parlava di humanism: ma il risultato odierno è definito “una pietra miliare dell’inclusività”.

La National Secular Society, che esprime critiche sul sistema inglese e ne auspica la riforma, commenta tramite il direttore Keith Porteous Wood: “l’evangelizzazione dovrebbe essere bandita da tutte le scuole finanziate con fondi pubblici, anche nelle faith schools frequentate da bambini di altre fedi o che non ne hanno alcuna; inoltre dovrebbe essere un requisito legale insegnare tutte le filosofie religiose e non religiose”.

Certo, sarebbe auspicabile che non ci fosse proprio una educazione religiosa nelle scuole finanziate con fondi pubblici. O, se proprio deve esserci, dovrebbe realmente avere un approccio laico e scientifico, dando spazio alle visioni del mondo non religiose. Ma ciò che è avvenuto in Inghilterra (ma anche, su scala più ridotta, in Irlanda) è comunque un importante risultato e diventa un precedente, oltre che un segnale culturale rilevante: anche i non credenti hanno convinzioni meritevoli di pari dignità nelle scuole. E dimostra come le attuali normative che favoriscono le religioni siano sempre più inadeguate di fronte a una società che cambia, diventando rapidamente più secolarizzata e plurale.

La redazione

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61 commenti

Gianluca

“Verso i cinque anni i bambini dovrebbero poter confrontare i matrimoni cristiani con quelli umanisti, oltre a conoscere le fedi di maggioranza e minoranza; dalla scuola secondaria dovrebbero essere presentate loro anche le visioni non religiose dell’origine della vita.”

Se lo faranno la secolarizzazione subirà un’accelerazione impressionante. Me lo auguro, e che a seguire gli altri stati prendano esempio. Poi, alla fine, tra 50 anni ci si arriverà anche in Italia. Speriamo in meno tempo.

gmd85

Beh, un buon segnale. Resta da vedere, però, quanto le intenzioni si tradurranno in fatti.

ALESSIO DI MICHELE

Perchè si dovrebbe comunque illustrare qualche visione religiosa (oltretutto: al massimo le prime 20: e le altre millanta ? Discriminazione !) e non la meccanica quantistica o la sintesi della tetraciclina ? Se però ci vogliamo accontentare …

Nightshade

Potrebbero sempre implementare un corso sulle proprietà della tiotimolina risublimata. Sarebbe più utile di quanto non sembri….

Florasol

la tiotimolina!! Nightshade io e te mi sa che abbiamo qualcosa in comune! 😆
detto questo, la notizia è ottima!

Federix

WOW!!! La tiotimolina risublimata!!! 😆
Quella che, a forza di venire ripetutamente sublimata, diminuisce via via il suo tempo di dissoluzione in acqua fino a che, dopo un dato numero di risublimazioni, tale tempo di dissoluzione diventava negativo, ovvero la tiotimolina si scioglieva in acqua ancor prima di venir messa nell’acqua! 😆
(“The endochronic properties of resublimated thiotimoline”, I. Asimov, 1948)

Florasol

ma siamo una maledetta banda di Asimoviani qui! (che bello!) 😀

Giorgio Pozzo

Ma perchè fermarsi alla tiotimolina? Dovrebbero insegnare tutta l’Enciclopedia Galattica, la Psicostoriografia e pure le gesta di Hari Seldon…

PS: Lo avete letto Natale su Ganimede? :mrgreen:

FSMosconi

@Giorgio Pozzo

E una bel sunto sulla natura del Multivac/Microvac/AC no? 😉 😀

gmd85

@Giorgio Pozzo

Ma proprio tutto il piano Seldon dovrebbe essere insegnato. Così come la natura della religione atomica, la nascita della prima Fondazione, il lavoro degli Oratori, dei Mercanti… 😛

laverdure

@alessio
Io invece,seguendo quanto affermato dal grande James Randi,implemeterei un corso di illusionismo.
Mostrare ai ragazzi quanto e’ semplice essere ingannati da trucchi semplicissimi, stimolerebbe il loro scetticismo
meglio di qualunque altro metodo, e li incoraggerebbe alla
riflessione.
In particolare gli dimostrerebbe che nella ricerca della verita in qualunque campo,medico,giudiziario,scientifico ecc e’ fondamentale non tanto trovare le risposte giuste,
quanto porsi le “domande giuste”,dato che un principio basilare dell’illusionismo e’ indurre lo spettattore a porsi
le domande sbagliate,alle quali non potra trovare la risposta perche semplicemente non esiste.
E’ il principio di tanti “depistaggi” di bassa lega degli ultimi anni,dal “missile di Ustica” ai proiettili di uranio.

laverdure

Dimenticavo:
insegnerebbe ai ragazzi un’altra cosa importantissima ,e cioe’ che nella maggioranza dei casi la spiegazione vera e’ la piu’ semplice (il famoso Rasoio di Occam),alla faccia di tutti i vari “complottismi dietrologici” che impestano i mass media.
Infatti i trucchi di un prestigiatore,una volta rivelati da lui stesso,deludono sempre per la loro semplicita,eppure senza la sua spiegazione nessuno,per quanto esperto in altri campi,ci arriverebbe da solo.

Giorgio Pozzo

A parte gli scherzi, il famoso ed eccezionale aforisma di Hari Seldon potrebbe essere spunto di moltissimi insegnamenti:

la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci

Giorgio Villella

Leggo nell’articolo queste tre espressioni:

> “Le visioni del mondo laiche dovrebbero essere messe sullo stesso piano di quelle religiose, nelle scuole”
> Anche la risposta del ministro, che parla di “religioni e visioni del mondo”
> anche i non credenti hanno convinzioni meritevoli di pari dignità nelle scuole

Le prime due non mi piacciono per niente.
Non siamo “visionari”.
Abbiamo CONCEZIONI del mondo e non visioni del mondo.
Chissà se al congresso riesco a far passare una direttiva che nei nostri documenti e articoli si usi sempre “concezione del mondo”.

DanieleN

Quoto pienamente! Non mi era sfuggita neanche a me quella parolina. Certo a rigor di grammatica non è sbagliato dire che abbiamo una visione del mondo o della vita diversa da. Però considerato il nostro contesto trovo più corretto usare la parola “concezione” mi sembra più pertinente.

A dire il vero sono rimasto anche molto nel dubbio se criticare o no anche la terza frase che anche tu hai sottolineato: convinzioni di pari dignità.

Se la frase è rivolta, per dire, ad generico modo di vivere nella società potrebbe anche starci, se invece è intesa rispetto alla credenza di un dio o meno allora, secondo me, è semplicemente fuori luogo. E’ come dire che l’astronomia ha convinzioni meritevoli e di pari dignità dell’astrologia! Le due cose, semplicemente, non si possono mettere sullo stesso piano.
La prima, l’astronomia, non ha convinzioni ma studi e teorie ed è sempre pronta ad accettare nuove teorie che spieghino meglio nuovi o vecchi fatti/dati, la seconda sono solo un mucchio di baggianate inventate di sana pianta che non ha mai cercato riscontri o verifiche alle sue asserzioni.

Per il resto Peace & Love 🙂

DanieleN

Errata: A dire il vero sono rimasto molto nel dubbio se criticare o no anche la terza frase che hai sottolineato: convinzioni di pari dignità.

A volte nella foga di scrivere…

Florenskij

Credo che la diatriba sia componibile e in un certo senso “smussabile” facendo riferimento ai problemi di traduzione e relativa resa di sfumature. Per quanto ne so, si tratta di un termine “tecnico” della “filosofia della vita” novecentesca, che in Tedesco, la lingua principe dei teoreti contemporanei, suona “Weltanschauung”, resa dal mio dizionario Duprè – Escher con “concezione del mondo ( della vita)”. D’altronde, se è pacifico che “Welt” significhi “mondo”, risulta nel medesimo dizionario che “Anschauung” può essere tradotto con: vista; veduta; il guardare; contemplazione / opinione; idea.
Nel 1919 il medico psichiatra-filosofo Karl Jaspers pubblicò un’opera molto importante, intitolata “Psychologie der Weltanschauungen”, edito in Italia da Astrolabio nel 1950 come “Psicologia delle visioni del mondo”. Per quanto ricordo, Jaspers collegava l’orientamento di pensiero di alcuni filosofi molto rappresentativi a un particolare “tipo psicologico” innato. L’intenzione era di tematizzare l’inevitabile componente emotiva ( psicofisiologica ) della teoresi, che non è mai fredda, rigorosa, “scientifica” al cento per cento. Anche il termine “idea”, che tendiamo a rappresentarci come “concetto” deriva dalla radice (v)id = vedere.
A vostra consolazione ( su visione = fuffologia ) posso riferire che il grande teologo-saggista italo-tedesco Romano Guardini ( di cui raccomando il volume “Il Signore” sulla personalità di Gesù come assolutamente straordinaria ) tenne con grandissimo successo la cattedra berlinese di “Religionsphilosophie und katholische Weltanschauung” dal 1923 al 1939, quando venne pensionato d’autorità dal regime nazista, di cui era un oppositore.

Il tutto per ribadire che una cosa è il rigore della scienza pura in quanto “falsificabile”, un’altra l’ideologia che si vuol costruire sulla sua base; vale a dire tra scienza e scientismo.

gmd85

@Flo

Vecchio mio, qui il problema è puramente linguistico, semantico. Ora, mi chiedo, lo fai apposta o è un disturbo ossessivo compulsivo?

FSMosconi

@Flo

Scienza e scientismo?
E cosa intenderesti di grazia: se è l’idea di Kierkegaard, poni automaticamente la tua bella visione delle cose nel campo dell’irrazionale.
Se intendi una particolare accezione del metodo scientifico preso troppo a cuore, be’, sappi che era già noto come anche la comunità scientifica non sia assoluta rispetto al resto delle comunità umane e che anche gli uomini di scienza siano umani.
Paradossalmente pare che tu stesso idealizzi una scienza assurdamente simile ai canoni del “freddo” scientismo (e non vorrei mai mettermi a malignare con la Labelling Theory…).
Se, infine, intendi quella visione per cui nessuna visione filosofica potrà essere presa sul serio se non basandosi sulle conoscenza già acquisite tra cui anche quelle scientifiche. Be’, mio caro idealista della domenica, devi prendertela con Kant. Quando non tratta di morale s’intende.

FSMosconi

@gmd

Auto-convincimento.
Bullshiting.
Gossip.
Ipermoralità…

Le spiegazioni son tante. 😉

gmd85

@Mosconi

Vero. Comunque, la labeling theory ci starebbe tutta 😛

Giorgio Pozzo

Esiste purtroppo un’ambiguità semantica nella parola: visione ha un primo significato relativo al semplice atto del vedere, ed un secondo relativo al soprannaturale.

Ad esempio, direi che sia correttissimo dire “i Primati posseggono una visione binoculare”, senza per questo significare che siano dei visionari.

E’ il secondo significato che confonde le acque, ma non certo per colpa del primo significato, che a maggior ragione non dovrebbe essere abbandonato (perchè calare le braghe?). Esiste la visione, come atto del vedere, e la visione mistica, nel senso di traveggola o allucinazione.

Tant’è vero che i due significati, in genere, si possono distinguere in base all’articolo: indeterminativo singolare “una visione” per dire “generico atto del vedere”, e determinativo plurale “le visioni” per dire “precise allucinazioni a sfondo mistico” o che so io.

Comunque, sarei in linea di principio d’accordo, se non fosse che, come dicevo, mi sembra tanto una calata di braghe. Non vorrei proprio arrendermi di fronte a dei soprusi, fossero anche semantici. Come in tanti altri casi, ad esempio per le cerimonie laiche o le feste pagane, si sono appropriati di cose nostre, e noi che facciamo, invece di insistere cone le legittime rivendicazioni, ci arrendiamo?

Roberto Grendene

ok, capisco l’intenzione di sviluppare una comunicazione più efficace, ma non diventiamo dogmatici 🙂

visione, concezione, idea sono sinonimi, e l’accezione di visione=allucinazione è secondaria
vedi:
http://dizionari.corriere.it/dizionario_sinonimi_contrari/V/visione.shtml

1. (fisiol.) vista
2. osservazione, esame, controllo
3. fig. idea, concezione, quadro, concetto
4. (di film e spettacoli) proiezione, trasmissione, presentazione
5. percezione, allucinazione; apparizione, estasi
6. estens. sogno, fantasia, utopia
7. scena, spettacolo.

Giorgio Villella

Dunque il dizionario dei sinonimi del Corriere dice che il vocabolo VISIONE, ha sette DIVERSI sinonimi, diversi come si vede se paragoni tra loro i concetti espressi dai sinonimi 3, 5 e 6.

Secondo me la nostra è una concezione del mondo (sinonimo numero 3) e assolutamente non è la numero 2, 5 o la 6.

La Chiesa cattolica usa accuratamente termini che ci squalificano.
Parla di laicità sana, sottointendendo che la semplice laicità è negativa mentre per noi invece la laicità è una sola; va usata senza aggettivi ed è positiva.

Fa statistiche sulla religiosità degli italiani in cui dice che gli agnostici sono il 18% della popolazione (che è vero, ma va aggiunto che quasi tutti quegli agnostici sono anche atei) e non cita gli atei che non esisterebbero “perché non si può dimostrare che Dio non esiste”.
Ma va precisato che l’impossibilità teorica di dimostrare che Giove, Manitù, Shiva, la befana e il dio cattolico non esistono, non ci indica che non possiamo escludere OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO, che non esistono.

Dice che l’ateismo è un atto di fede, come le credenze religiose.

Perché dobbiamo usare il suo linguaggio e non il nostro?
Se nei NOSTRI documenti si dicesse che noi siamo a favore della laicità SANA dello stato mi darebbe lo stesso fastidio che provo quando sento parlare di visione razionale del mondo, che è un ossimoro (come ghiaccio bollente).

Giorgio Pozzo

Sono perfettamente d’accordo che il termine migliore sia concezione e non visione razionale del mondo, ma ciò non toglie che il termine visione sia corretto quando utilizzato in altri ambiti, nel significato di “vista”. La parola televisione, infatti, non ha alcuna accezione mistica o religiosa.

Per quanto riguarda l’ateismo, poi, distinguerei nettamente tra applicazione di logica oppure scienza: a riguardo di una generica entità trascendente, essendo questa, appunto, trascendente, la scienza non può dire nulla e bisogna per foza di cose essere agnostici (tra l’altro Zeus e la befana non sono enti trascendentali come dio); a riguardo di un particolare dio, come quello cattolico, la logica dimostra che i suoi attributi sono contradditori, e quindi si deve essere atei. Il punto è che la CCAR rifiuta di discutere sia sull’onere di una dimostrazione di esistenza (l’onere spetta sempre a chi afferma un’esistenza, non a chi la rifiuta), sia sull’illogicità intrinseca degli attributi del suo dio.

whichgood

D’accordo, ma CONCEZIONE è anche un nome proprio che fa riferimento al parto del famoso paranoico.
:mrgreen:

whichgood

Sucsate, alla presunta nascita del famoso paranoico. Il parto era della presunta vergine.
:mrgreen:

Giorgio Pozzo

A me invece non piace l’espressione educazione religiosa con approccio scientifico.

Nulla, ma proprio nulla, della religione potrà mai avere niente, ma proprio niente, di scientifico (e viceversa). La religione si basa sul soprannaturale, e la scienza sul naturale. Fine della storia.

Impossibile qualunque commistione, anche minima, tra i due ambiti. Sarebbe un po’ come studiare, che so io, pittura con approccio economico, o musica con approccio biologico. Anzi, peggio.

fab

In realtà, un approccio scientifico è possibile, ad esempio studiando le religioni in senso antropologico, o come sottoprodotto della selezione naturale, o vagliando la coerenza interna secondo i principi della logica formale… certo, non è che le religioni ne escano molto bene, si sa.

alessandro pendesini

La ricerca, l’istruzione e la cultura (esente da dogmi, miti o pseudocultura) dovrebbero essere le priorità di un paese considerato sviluppato o evoluto. Non possiamo militare efficacemente contro la violenza, la disoccupazione, l’irrazionalita e soprattutto l’oscurantismo se non consideriamo la conoscenza/istruzione olistica, basata sulla razionalità, una necessita fondamentale sulla quale schiavizzare il resto !

Concordo che si dovrebbe trattare, (durante la lezione di antropologia, psicologia o storia, ecc…ma anche durante l’ora di religione -why not ?- quando esiste !) le cause che hanno generato l’animismo (circa 300.000 anni fa) cosi come le religioni o diversi culti, con una dialettica neutra e scientifica, esente da qualsiasi sottintesi fantasmatici o puramente illusori.

Roberto Grendene

per me una commistione c’è

è quando l’educazione religiosa, i suoi metodi e i suoi effetti, vengono studiati usando l’approccio scientifico

neuroscienze, psicologia, antropologia possono dire tanto dal punti di vista scientifico sulla religione 🙂

Gianluca

Roberto Grendene

Ma se facessero così sarebbe la fine dell’educazione religiosa.

Giorgio Pozzo

Certamente, ma un conto è studiare “storia delle religioni” (e qui si usa la storia appunto, non la scienza), un conto è studiare la “predisposizione alla religione” (e qui si usa un approccio scientifico), e ancora diverso è studiare “religione”, nel senso di teologia: qui non esiste nulla di scientifico.

Diocleziano

«Nessuna religione ha mai contenuto,
né direttamente né indirettamente,
né come dogma né come allegoria,
alcuna verità»

Parola di Nietzsche.
(Umano, troppo umano – 110)

Stefano Grassino

Perché non cerchiamo di essere realisti e diciamo che, sfumature a parte perché alla fine solo di quello si tratta, questa è un’ottima iniziativa?
Ricordiamoci sempre che in tutti i campi si procede su di una strada sconnessa, fangosa e piena di sterpaglie. Ma intanto si va avanti, checchè ne pensino i nostri amici in gonnella e i politici loro baciapiedi.

Francesco S.

Nell’iniziativa io ci vedo una toppa per coprire un errore. Diciamo che è ottima in relazione all’obbligatorietà dell’insegnamento religioso. Io non credo che a scuola vada insegnata la relgione o visioni del mondo, ognuno si fa le sue, la scuola la più dovrebbe dare gli strumenti per farsene di proprie.

Ma noi atei siam gente pratica: “E’ obbligatorio insegnare la religione? Allora si insegnino anche le concezioni areligiose”

Federix

A scuola basterebbe insegnare solo le concezioni areligiose, tanto per quelle religiose ci penserebbero i cleri vari fuori dalle scuole (e i cleri sarebbero di conseguenza considerabili quello che realmente sono: “spacciatori d’oppio…”).

Che bel RIBALTONE sarebbe, eh? :mrgreen:

MASSIMO

Ma questo implica anche un problema.
Se una scuola paga un insegnante di religione per insegnare determinate cose non può allo stesso tempo pagare un insegnante di ateismo che contraddice l’insegnante di religione e afferma che i suoi insegnamenti sono tutte scemenze.
Allora, a quel punto si crea una situazione ridicola ed assurda.
Dunque meglio non assumere nessuno dei due insegnanti.

stefano

la situazione assurda la vedete solo voi atei ingenui 😉 la religione è un comodo lavaggio del cervello tramite il quale i bambini accetteranno da grandi le migliaia di leggi criminali che opprimono i popoli dalla legislazione sul lavoro a quella fiscale alle guerre democratiche, in nome di dio si sopportano tutte le angherie e le porcate, in nome di dio e nella speranza di un’altra vita dopo questa.
i governi laici se ne fregano della religione, se la sovvenzionano è solo perchè serve a fabbricare schiavi adulti, il resto è trippa.

Gérard

Ciao Stefano

Chi intendi per ” governi laici ” ?
Se parli di governi laici, l’ Italia ne ha mai avuti da quando c’è stato Cavour…
Se parli di Berlusconi, per parlare soltanto di lui e di tutti quanti attorno a lui , che si ponevano da ” credenti praticanti “, è ovvio che tutto ciò era messinscena destinata al popolino .
Un esempio : l’ Italia in Europa è il paese dove si parla piu di famiglia e dove si fa di meno in confronto a paesi come Francia, Germania, Austria etc…

Non siamo atei ( almeno credo la stragrande maggioranza ) ingenui come scrivi te…

Giorgio Pozzo

l’ Italia in Europa è il paese dove si parla piu di famiglia e dove si fa di meno

l’ Italia in Europa è il paese dove si parla di più e si fa di meno.

Su tutto.

whichgood

” Nel Regno Unito la religione è obbligatoria a scuola, sebbene non faccia curriculum ”

Questo la dice lunga sulla natura di questo “insegnamento”.
Nella scuola elementare del mio paese c’è “pittura artistica” (insegnata ai bambini della prima elementare) e “ginnastica”, tutte e due obbligatorie e fanno curriculum. Conocsco chi ha ripetuto l’anno scolastico proprio per ginnastica (per questa materia, ovviamente insieme ad altre, aveva avuto una media inferiore a quella richiesta). Se una cosa è seria allora esiste la possibilità di valutare l’apprendimento. Il resto è fuffa.

Pier

Leggi europee e legge islamica :

Il vostro titolo copiato mi induce a scrivere, sulla base anche di molte mie quotidiane esperienze dirette, che gli stati europei come intorpiditi stanno per allevarsi la vipera in seno.
Premesso che l’islam agonizzante è risorto pericolosamente con Komeini, ora incarna il pensiero di troppi semplici che però sono disposti a dare la vita per la loro religione. La moschea è aggregazione, sindacato, consigliere, protettore….
E ciò a differenza di tutte le altre religioni, specie del molle occidente. In considerazione di ciò e anche del bisogno della prosperità produttiva europea che soffre di denatalità e di elevata età media, mi pare che le continue immigrazioni e concessioni degli stati in questione a emettere leggi a favore delle citate comunità, sia in sostanza masochistica.
Gli islamici considerano infallibile il corano, non cambiano idea nemmeno con le nuove generazioni, al momento opportuno pensano che gli infedeli debbano sparire, che la religione sia sopra tutte le leggi,…
Non sarebbe peregrino prevedere grandi disordini, pericoli cui non siamo nè pronti nè capaci di opporci (tanto più che al momento dipendiamo anche dal loro petrolio); e quindi il nostro atteggiamento di tolleranza è controproducente e temerario.

A meno che l’atea Cina, affamata di materie prime per cui è intenta a svuotare i giacimenti altrui, non entri in conflitto con costoro. Oppure gli islamici stessi, a fronte delle enormi discriminazioni e sperequazioni (vedi il povero Egitto e i vari sfarzosi Q8, Quatar, Dubai,… ) , non giungano a un regolamento di conti tra loro.
Cosa improbabile perchè quando è da confliggere con noi si trovano uniti. Ed allora dove dirigere i nostri programmi ?

gmd85

Beh, di solito, non sono catastrofista, ma devo concordare con te. Ieri leggevo un po’ di dati sui tassi di criminalità. E quelle derivanti dagli islamisti in Svezia sono allarmanti.

Federix

In Europa si iniziò a liberarsi dalla religione (“cristiana cattolica”) con la Rivoluzione Francese: questa fu promossa da una classe “media” un po’ più acculturata del popolo analfabeta.
Oggi nei paesi islamici i popoli non sono analfabeti e mediamente stanno un po’ meglio di come stavano le classi più svantagiate in Francia nei tempi pre-rivoluzione, ma non per questo “mollano” la religione, anzi vi si attaccano tanto più quanto più vengono loro a mancare le dittature “non-religiose” o “poco religiose” (Reza Palhavi, Saddam Hussein, Muhammar Gheddafi…). Per troppi secoli nei paesi islamici la religione è stata il “pensiero unico”, e la gente fa ancora fatica a staccarsene. Ovviamente, ci saranno i capetti religioso-politici locali che sfruttano la dipendenza mentale della gente dalla religione, e che addirittura fa di tutto per riaccendere il “pensiero religioso-fanatico” nelle persone. Soprattutto quando queste persone sono all’estero (ma anche non all’estero: in Egitto, in Irak, in Libia, ecc, non hanno ancora “risolto” la questione di “chi comanda in casa propria” e si stanno ancora azzuffando).
I popoli islamici dovrebbero fare un salto di qualità nel loro pensiero: dovrebbero rendersi conto che le religioni (e non è certo la loro a far eccezione, anzi!) sono pressoché sempre state usare come strumenti di dominio mentale, oppressione, violenza.
L’unica speranza che intravedo per i popoli islamici e per gli stati in cui essi emigrano è che, soprattutto attraverso internet e attraverso lo scambio di idee con gli altri popoli (soprattutto quelli in via di secolarizzazione), ma anche – e forse soprattutto – guardandosi in faccia l’un l’altro e chiedendosi “ma perchè ci stiamo ammazzando tra di noi in nome dello stesso dio?”), tali popoli si rendano conto che tutte le religioni, inclusa la oro, sono illusioni e fonti di grandi mali, e quindi se ne stacchino e dedichino le loro energie a pensieri più civili e socievoli.
Però non la vedo una meta a breve termine. Il mantra “Allah akbar”, come tutti i mantra, è difficile da “schiodare” una volta che si è conficcato nei cervelli.

Francesco S.

Io credo che almeno per gli immigrati, se li si fa sentire “ben voluti”, ovvero rompendo il legame moschea = aggregazione, sindacato, consigliere, protettore … ovvero offrendo alternative laiche potrebbe esserci il superamento dell’islamismo e forse qualcuno che torna nel proprio paese contagiato dalle nuove idee le diffondano.

Aristarco

France’, secondo me ti sbagli di grosso, guarda che i peggiori integralisti li trovi qui da noi piuttosto che, per esempio, in Marocco.
Se poi parliamo dei nostrani neoconvertiti …

Aristarco

Federix
Domanda “ma perché ci stiamo ammazzando tra noi in nome dello stesso dio” ?
Provo a dare una risposta “perché a questo dio piace veder scorrere il sangue”.
Ed allora, vai con Allah akbar.

Federix

@ Aristarco
Domanda “ma perché ci stiamo ammazzando tra noi in nome dello stesso dio” ?
Risposta “perché tutti coloro che dicono “LA CONOSCO IO, LA VOLONTA’ DI DIO!” dicono anche che gli altri che dicono la stessa cosa sono “infedeli” e che “dio” vuole che si faccia loro la guerra”.

Federix

@ Francesco S.
Forse.
Probabilmente dipende dalle persone e dagli incontri che fanno “qua”. Certo che se non fanno amicizia con nessuno di “qua” (e quindi rimangono “tra loro”) o, peggio, se incontrano qualche leghista… 😯

parolaio

“Gli islamici considerano infallibile il corano, non cambiano idea nemmeno con le nuove generazioni”
Non è vero, basta conoscere di persona i ragazzi delle cosiddette 2G, nati in Europa da genitori islamici, per sapere che non è così.

gmd85

Si, ma sono quelli che hanno avuto accesso a istruzione adeguata e che provengono da background più tolleranti.

Giorgio Pozzo

che però sono disposti a dare la vita per la loro religione

tieni presente che molti lo fanno per soldi (credo che diano qualcosa come qualche decina di migliaia di dollari alle famiglie) quando non ci sono addirittura costretti con la forza.

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