La nostra Costituzione è la più bella del mondo?

Domani si terrà a Roma la manifestazione nazionale “Costituzione via maestra“. Una mobilitazione che ha coinvolto molte associazioni, diversi partiti e personalità di spicco della cultura e della politica, uniti nella difesa della costituzione italiana. Tra i promotori dell’appello i giuristi Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà e Lorenza Carlassare, don Luigi Ciotti di Libera, il sindacalista Fiom-Cgil Maurizio Landini.

Molti ci hanno chiesto se l’Uaar parteciperà. Qualunque socio è chiaramente libero di manifestare, ma la presenza come associazione è un altro discorso. Pur condividendone alcune istanze, l’attenzione irrinunciabile per la difesa dei diritti che il testo costituzionale afferma e l’esigenza di vigilare per non fare pericolosi passi indietro, riteniamo però che la Costituzione vada rivista e migliorata in alcuni punti. Come d’altronde abbiamo ribadito nelle nostre tesi, dove mettiamo in evidenza quelle che sono le criticità.

A nostro modesto avviso, un approccio razionale e critico non dovrebbe infatti contemplare testi sacri intoccabili o dogmi indiscutibili. Non possiamo non chiederci quindi, mettendo da parte le sensibilità politiche e la retorica, se la nostra sia davvero la Costituzione “più bella del mondo”, per parafrasare Roberto Benigni. Qualsiasi testo in teoria è migliorabile, anzi, deve essere costantemente migliorato nell’estendere dignità e diritti man mano che la società cambia. Per venire alle questioni che riguardano più da vicino l’associazione, va detto che la nostra Costituzione dal punto di vista laico è sempre stata alquanto deficitaria. Già l’articolo 7, pur dichiarando formalmente che Stato e Chiesa sono “ciascuno nel suo ordine, indipendenti e sovrani”, blinda un concordato originariamente sottoscritto da Vaticano e regime fascista che garantisce ampi privilegi alla religione cattolica.

L’articolo 8, che dà alle altre confessioni religiose la possibilità di stipulare intese con lo Stato, introduce un multiconfessionalismo multilevel che pone un gradino sotto la Chiesa. Atei e agnostici non vengono citati, né si presta attenzione alle loro istanze. Più auspicabile sarebbe una riforma costituzionale che vada nel senso di una reale parificazione tra credenti e non, con l’abolizione di privilegi per le comunità di fede.

art7cost

Inoltre, la laicità non è espressamente enunciata nel testo costituzionale, e questi decenni di vita politica hanno dimostrato quanto sia difficile far valere tale principio e come il clericalismo sia ancora influente. Lacuna che ha pesanti ricadute proprio su tutta una serie di temi che stanno a cuore ai manifestanti e che riguardano da vicino i diritti degli individui. Per esempio, come gestire la propria sessualità, scegliere se avere un figlio e avere la possibilità di interrompere una gravidanza, vedere tutelati i propri legami affettivi per coppie di fatto e gay, non vedersi imposta a scuola l’ora di religione, poter scegliere in autonomia le direttive per il fine-vita.

L’impianto della Costituzione rispecchia purtroppo un approccio datato e con un sottofondo tradizionalista anche su questioni che riguardano la famiglia, definita all’art. 29 come “società naturale” e “fondata sul matrimonio”, circostanza che rende difficile il riconoscimento di altre forme di famiglia, in una società in cui convivenze (anche omosessuali) sono ormai fenomeni di massa. Anche la formulazione dell’art. 33, in cui si garantisce a enti e privati “il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”, è ambigua e lascia aperta la porta ai finanziamenti pubblici per il mantenimento delle paritarie, non a caso in parte cospicua cattoliche.

Altro punto dolente è la sussidiarietà (art. 118 e 120), incardinata con la riforma del Titolo V del 2001, che per come si è venuta a evolvere in Italia corrisponde in pratica alla dottrina sociale della Chiesa e permette di lasciare in appalto a organizzazioni legate al clero diversi settori. Tutto questo ha pesanti ricadute in termini di laicità e di efficienza dei servizi pubblici.

Comprendiamo che, in questo momento, il rischio di modifiche peggiorative è concreto, e che occorre pertanto prestare la massima attenzione per la salvaguardia dei diritti e dei principi su cui si fonda la nostra democrazia. Ma ciò non toglie che la difesa di quanto vi è di buono non può comportare una sacralizzazione della Costituzione tutta intera. Per questo motivo non riteniamo sostenibile la difesa della Costituzione senza se e senza ma: sarebbe diverso se invece si puntasse a difendere una serie di paletti che non la rendano facilmente modificabile in base agli umori della maggioranza di turno.

La redazione

98 commenti

Giuseppe Annunziata

Mi pare che la manifestazione è SOPRATTUTTO a difesa dell’architrave della Costituzione, l’articolo 138. Possiamo modificarla, ma non possiamo modificare il MODO di modificare la Costituzione.
Semplice semplice.

Roberto Grendene

Allora perché non dirlo chiaramente?

“L’articolo 138 non si tocca” sarebbe stato un titolo migliore

Francesco

_ La sinistra si straccia le vesti per conservare la costituzione tradizionalista e cattocomunista scritta sulle macerie del secondo conflitto mondiale;

_ La destra sogna di ripristinare il clericofascismo nazionalista precedente il secondo conflitto mondiale;

_ I 4 liberali rimasti si trascinano sui moncherini per sostenere il processo di affermazione dei diritti umani avviato due secoli fa con l’illuminismo

Tutto in un clima di arraffa tutto e si salvi chi può

L’ideale, stante i tempi e gli animi, sembrebbe un bell’Imperatore nuovo e per diritto divino ed un agguerrito Papa vicario di pietro.

Tiziana

Non credo che i manifestanti pensino solo a quell’articolo. La Costituzione va rivista, intanto nell’articolo 7 che va soppresso, ma direi anche nell’1 ad esempio. Tante altre norme di fuinzionamento andrebbero veramente rivisitare e pure in fretta. Magari non è questo governo che dovrebbe farlo .
Quanto alla manifestazione, dopo le importanti defezioni dell’anpi ecc., secondo me sarebeb stato meglio evitarla. Anche perchè l’intento dei manifestanti,almeno a sentire Landini e Rodotà, è quello di dare vita ad una nuova formazione partitica.

Francesco S.

Che cosa c’è di male nell’art. 1 :

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

La forma Repubblicana? La Democrazia? Il Lavoro? La Sovranità Popolare?

Comunque art. 1 è immodificabile secondo l’art. 139 della Costituzione. Con buona pace di tutti.

Per l’art. 7 basterebbe eliminare il 2° capoverso.

Diocleziano

Francesco S.
”…Comunque l’art. 1 è immodificabile
secondo l’art. 139 della Costituzione…”

Più che un articolo costituzionale,
sembra un incantesimo!
Quando il comico involontario
ci mette lo zampino…

Giorgio Pozzo

Per l’art. 7 basterebbe eliminare il 2° capoverso

Esattamente. Infatti i due capiverso sono in netta contraddizione l’uno con l’altro.

Ma come si fa ad accettare una calata di braghe colossale come i Patti Lateranensi, alla luce di quanto si dice subito prima, relativo all’indipendenza di Stato e Chiesa?

Francesco

Per rispondere a Francesco S.
Dell’articolo 1 va soppressa la seconda parte.
Come dicevo, questa costituzione è stata redatta attraverso compromessi ideologici e mentalità cattocomunista, sancendo per altro quello che sarebbe stato il futuro del nostro paese, inclusi i residui, duri a morire, del ventennio fascista.
La frase “fondata sul lavoro” risponde appunto all’ “ora et labora” benedettina e poi ciellina, e alla tradizione operaista del PCI e del comunismo internazionale dell’epoca. Ci sono naturalmente anche residui fascisti in questa frase, che tuttavia sono assimilabili alla sua matrice socialista,

Niente di male se si inquadra il cittadino non in quanto individuo unico, originale e padrone della propria esistenza nonché della propria identità, ma piuttosto per la sua appartenenza familiare e regionale, per le sue prerogative religiose e per il suo mestiere che, ovviamente, non deve possibilmente cambiare per tutta la sua esistenza, in quanto tratto distintivo della sua identità e del suo ruolo sociale.
Ma c’è chi preferisce determinare la propria esistenza e identità a prescindere da ciò che fa e dal luogo e dalla famiglia dai quali è nato.
Non so tu, ma Io sono fra questi ultimi.
Inoltre il lavoro, tanto nel secondo che nel terzo millennio, è si inquadra in un contesto di puro guadagno economico (spesso legato alla mera sopravvivenza) e NON personale. E’ dunque risulta sostanzialmente strumento di controllo sociale e in ultima analisi di schiavitù.

Francesco

Sacrosanta conclusione dell’articolo.
L’approccio manicheo sembra essere la regola del pensiero e dell’azione degli italiani.

Una riforma di questa costituzione è urgente e necessaria.
Una costituzione buona, ma datata, tradizionalista, impostata con scarsissime idee liberali e improntata dalla convergenza di idee cattoliche e comuniste (l’articolo 1 rispecchia tanto l’imperativo “ora et labora” che la difesa a oltranza del “mondo dei lavoratori”).
Una carta costituzionale che ha una iperattenzione per associazioni, partiti, consorzi politici, religiosi ecc. ecc. e un approccio a dir poco distratto verso l’individuo, che sembra esistere -sempre per convergenze di vedute comunistei e cattoliche, ma anche reminiscenze fasciste- solo se inquadrato sotto un ombrello che lo fagociti e lo controlli.

SilviaBO

Benigni ha studiato le costituzioni di tutti gli altri stati, per dire che la nostra è la più bella? Mi pare un giudizio molto superficiale e presuntuoso.
La nostra costituzione ha parecchi punti discutibili, non solo per quel che riguarda la laicità. A me ad esempio danno parecchio fastidio i limiti, che considero non sempre ragionevoli, agli istituti di democrazia diretta, in particolare al referendum.

Federix

“in particolare al referendum.”
Io trovo in particolare mostruosamente iniquo che per i referendum abrogativi sia richiesto un “quorum” e per le elezioni no: è un atto di prepotenza della “casta” dei politici.
Quanti referendum sono stati vanificati dal mancato raggoingimento del “quorum”, puntualmente boicottato dalla parte politica (o vaticana) contraria all’abrogazione di qualcosa?

Gianluca

@ Federix

Io trovo altrettanto assurdo che ci sia il controllo di legittimità.
Migliaia di cittadini si ammazzano per raccogliere firme per proporre un referendum, arriva la consulta e ti annulla tutto per difetto di legittimità, tra l’altro con motivazioni volutamente contorte e incomprensibili.

Fate in un altro modo, fate una lista degli ambiti giuridici da non poter toccare (come l’abolizione delle tasse, che è già esplicitato in ogni testo giuridico come esempio) e stiamo a posto.

Francesco S.

C’è una bella differenza tra essere bello e essere funzionale. Diciamo che in alcuni punti ha cessato di essere funzionale, tipo l’articolo 7, quello circa la definizione di famiglia. Un po’ di ritocchi ci vorrebbero.

Federix

Poi c’è anche una bella (anzi: brutta!) differenza tra essere bella e funzionale, ed essere rispettata ed applicata.

kundalini444

se la costituzione viene considerata modificabile, sta pur certo che la cambieranno solo “in peggio”, di certo non faranno quelle migliorie che vorrebbe l’UAAR!
Quindi è meglio blindarla, anche se dal punto di vista del principio non si dovrebbero far dogmi

Roberto Grendene

c’è del vero, visto i nuovi democristiani delle larghe intese che siedono al Governo

il punto però è che la nostra Costituzione non è così bella, soprattutto per atei e agnostici, soprattutto per i diritti civili laici

alle

@ kundalini: “Quindi è meglio blindarla”
sono totalmente d’accordo, pensare a quelle manacce sulla carta costituzionale…

giulio

Pienamente d’accordo con l’UAAR, la Costituzione non può essere la Bibbia del mondo laico, noi bibbie non ne abbiamo.
Temi laici a parte ci sono anche altre cose che non vanno nella costituzione del 1948, l’architettura istituzionale sembra fatta apposta per rendere debole il Governo e lento il Parlamento, occorre abolire il bicameralismo perfetto, introdurre la sfiducia costruttiva, e dare al Premier il potere di indire le elezioni anticipate se non sfiduciato costruttivamente entro 15 giorni dalla proposta di queste. Occorre poi abolire il quorum per i referendum abrogativi.
Però non credo si possa nemmeno aprire il discorso in parlamento finché c’è in campo Berlusconi, non si può avviare un percorso di riforme istituzionali con chi non ha nemmeno l’intenzione di fare l’interesse generale ma vuole solo sottomettere il sistema giudiziario alla classe politica e introdurre forme di governo cesaristico.

Frank

Papa: La costipazione etaliana es la più bella do mundo?
Segretario: Costituzione, non costipazione……
Papa: Me son sbagliato, accade……

bruno gualerzi

Tanto per non ricorrere a frasi fatte (^_^): attenzione a non gettare l’acqua sporca (‘sporca’ se non altro per la necessità di adeguamento ai cambiamenti storici) col bambino (che, a mio parere, con tutti i suoi limiti – art.7 in primis – è pur sempre il prodotto di un clima, purtroppo irripetibile, dovuto alle forze antifasciste)! E il fascismo è tutt’altro che morto nel nostro paese… che per altro lo ha ‘inventato’.

PS. Mi sbaglio (cosa probabilissima), oppure le più antiche costituzioni in epoca moderna (quella inglese e quella americana), non sono mai state rivedute?

DucaLamberti74

@bruno_gualerzi:

Due risposte al suo intervento.

#01) In passato ho detto bamboccioni e pensionati…era rivolto ai popolani italioti e non a persone come lei che hanno lavorato bene per lo stato e la pensione se la meritano…ribadisco, non era mia intenzione mancarLe di rispetto.

#02) Il fascismo è tutt’altro che vivo nel nostro paese e dove ? Il sig. berlusconi sta per decadere…non m isembra che forza nuova e casapound ed altri partiti similari abbiano percentuali “temibili” oltre al 5%…mi dice dove è ancora vivo il fascismo ?

Ritorno al lavoro….leggerò il suo intervento più tardi…ed eventualmente non potrò replicare.

Cordiali Saluti, DucaLamberti74

P.S.: Vediamo il re dei mugugnanti italioti quanto ci mette a contro-rispondere 🙂

Enrico Matacena

Secondo me è un errore non partecipare. Ricordiamoci che nonostante l’ art. 7 la Costituzione italiana ha tra i suoi principi fondamentali quello della laicità. Per fare leggi filoclericali si è dovuto aggirare la costituzione (ad es per finanziare la scuola privata) e la corte costituzionale ha abrogato parti di leggi clericali (vedi legge 40 sulla procreazione) perchè esse violavano principi e dirittio costituzionali . Credo che l’ UAAR abbia fatto un grave errore a non aderiere alla manifestazione. Cerrto modifiche tecniche vanno fatte, ma toccare i principi fondamentali delal carta sarebbe molto negativo anche per la difesa della laicità .

MetaLocX

Sono d’accordo.
La costituzione italiana penso sia molto valida, naturalmente come ogni altra cosa non è perfetta ed è suscettibile di migliorie, però non esisterà mai un testo perfetto da difendere ma solo uno imperfetto da migliorare e difendere, per cui trovo sarebbe stato meglio partecipare.

Manlio Padovan

Un ottimo articolo, chiaro, lucido, equilibrato, onesto, sincero, degno di figurare pariteticamente accanto agli articoli della Costituzione.
Leggere questo articolo e leggere i migliori articoli della Costituzione danno la stessa emozione.

MASSIMO

Se i discorsi che fa questo Papa fossero veri e sinceri, dovrebbe immediatamente abolire il Concordato perché:
1) Lui parla di libertà di religione, ma che libertà di religione esiste in Italia se questa è imposta dalla legge?
2) Lui dice che la fede è una cosa meravigliosa e che tutti voglio essere cattolici. OK, e allora se c’è questa spontaneità da parte della gente a diventare cattolici che bisogno ha la Chiesa dell’aiuto di queste leggi?
3) Lui dice che la chiesa deve essere povera. Benissimo, e allora abolisca subito il Concordato e rinunci a tutti i privilegi economici, a partire dall’esenzione delle tasse sugli immobili. Così la chiesa si incammina subito sulla strada della povertà.

Questo Papa sa sicuramente come fare ad attirarsi la simpatia delle persone, ma ovviamente sappiamo tutti che si tratta solo di chiacchere che non avranno nessun seguito.

Gianluca

Massimo

“…ma che libertà di religione esiste in Italia se questa è imposta dalla legge?”

In realtà è anche peggio, la religione non è imposta dalla legge, ma è imposto il prelievo forzoso di denaro dalle nostre tasche per finanziarla.

MASSIMO

Si appunto, la Chiesa va bene anche economicamente solo perché si appoggia a queste leggi fasciste, mica per una fede spontanea della gente.

Frank

Segretario: Santità, Santità….
Papa emerito: Cosa volere da me questo rompicoglionen, neanche adesso che essere in pensione mi lasciare in pacen.
Segretario: Ha sentito che Roberto benigni ha detto che la costituzione italiana è la più bella del mondo?
Papa emerito: Mmmmmm…..cosa pensare Benigni di capacità recitative di sua moglie?
Segretario: Ha detto che è l’attrice più brava del mondo.
Papa emerito: Allora dire solo cazzaten.
Segreatrio: Santità, ma insomma.

claudio285

la nostra Costituzione è per molti versi ancora attuale, ma ci sono tantissime istanze comuniste e cristiano sociali di cui si farebbe volentieri a meno

Francesco S.

Un certo influsso cristiano c’è, comunista non so, forse quel “fondata sul lavoro”, ma più che comunista mi sembra fondato sul buon senso.

claudio285

beh, io pensavo a quello. Più avanti nella Costituzione mi par di ricordare che il lavoro viene di nuovo citato. A che serviva metterlo all’inizio, se non a dare un contentino ai comunisti, pagato tra l’atro col famigerato art. 7
Credo che la Costituzione andrebbe fondata sui diritti umani non sul lavoro, che è un tema troppo specifico.

Diocleziano

Più che buon senso direi una lungimirante ipocrisia.

Se lo ha detto un comico che è la più bella,
perché non credergli?
Ora, è sempre un comico che vorrebbe portare il vessillo
del rinnovamento.
Una risata ci seppellirà, sul serio.

Federix

Le parole “fondata sul lavoro” furono un’aggiunta voluta dal PCI durante la stesura della Costituzione; di per loro non sembrano significare granché (si può capire che in quei tempi febbrili ci sia stata un po’ di fretta, un po’ di improvvisazione, un po’ di approssimatività), se non che esse sono come un “piede messo dal PCI nel vano della porta prima che la porta si chiuda”, per poter in seguito, il PCI, avere ancora voce in capitolo. In realtà in seguito ci fu (probabilmente per tener buone quanto possibile le sinistre di allora) solamente un po’ di “stato sociale” che fu gentilmente concesso da “DC & Co.” che hanno governato l’Italia per decenni, ma è durato soltanto fino alla frantumazione dell’URSS: cessato il cosiddetto “pericolo comunista”, quel po’ di stato sociale venne pezzo a pezzo smantellato, ed in questi anni siamo agli ultimi colpi di piccone prima del ritorno al medioevo.
Guarda l’ironia da brividi della storia: l’Italia aveva il miglior sistema di assistenza sanitaria del mondo, basato sulla mutualità (“da tutti secondo le loro possibilità, a tutti secondo le loro necessità”), ma oggi lo sta smantellando; gli USA invece hanno un sistema di assistenza sanitaria incivilissimo basato sulle assicurazioni private (per chi se le può permettere), e solo negli ultimi decenni qualcuno (Hillary Clinton prima, Barack Obama ora) ha provato o prova a modificarlo (sia pur moooolto vagamente) in direzione del sistema italiano.
A proposito: la Clinton, secondo il film “Sicko” di Michael Moore, alla fine desistette perché le assicurazioni private le diedere molti soldi per farla desistere (e non solo a lei, ma anche a molte altre persone).
Scusate la divagazione…

Francesco S.

Claudio non è comunque la costituzione ad essere fondata sul lavoro, ma l’Italia Repubblica democratica ad essere fondata sul lavoro. Capisco l’articolo 7 etc, ma almeno l’art. 1 salviamolo.

Dico almeno di “principio” lasciamo il lavoro tra i “principi fondamentali” 😆

Federix

Ah, dimenticavo di dire una cosa nel post delle 23:27 di venerdì 11, poco più sopra: l’ “aspettativa media di vita alla nascita” degli Italiani era nel 2012 di 79,4 anni per gli uomini e 84,5 per le donne, mentre quella degli Statunitensi era 75,15 anni per gli uomini e 80,97 per le donne. L’Italia è al quarto posto della graduatoria (dopo soltanto Giappone, Macao e Andorra), e gli Stati Uniti sono solo al 46 esimo posto su 195!!!
(fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_stati_per_aspettativa_di_vita )
Significherà pure qualcosa anche riguardo al sistema sanitario nazionale…

Stefano Grassino

Scusate ma se non si lavora, la sera a casa che si mangia? Su cosa si fonda un paese? Forse su quelli che stanno seduti sulle panchine dei giardini a grattarsi i testicoli, o sui preti che dicono ave marie tutto il giorno? Ma vogliamo scherzare?

Federix

@ Stefano Grassino
Scusa Stefano, ma in quante Repubbliche Democratiche (e Repubbliche Non Democratiche, e Monarchie Assolute, e Monarchie Costituzionali, ecc.) si prevede che la gente mangi senza aver lavorato?

Diocleziano

Federix
Eppure c’è uno staterello in cui gli unici che lavorano
sono le guardie e i giardinieri…
😎

Federix

Diocleziano
Vuoi mettere il titanico lavoro di equipe, lo stress, la fatica e il sudore che costa a qualche centinaio di persone scrivere gli illuminanti e salvifici discorsi di Bergoglio? 😉

Federix

Diocleziano
Dimenticavo: pensa, per esempio, alla terrificante mole di lavoro mentale che hanno dovuto fare centinaia di persone per pensare la fulminante trovata di far dire a Bergoglio che i suoi discorsi sono “improvvisazioni” 🙂

Diocleziano

Federix
Se mi danno cinque locali ad uso esclusivo all’interno del vaticano, glieli scrivo io aggratis! :mrgreen:

Francesco

@faderix
Hai letto la storia d’italia dai manuali dell’ex PCI
La tua “narrazione” è fiabesca
Il PCI ha co-governato con la DC “per decenni” (80% di leggi varate con l’astensione del PCI, mentre questo inscenava manifestazioni pagate da Pantalone)
Ha stretto i bulloni dei contratti di lavoro dipendente fino a spanarli
Mentre chi era disoccupato o autonomo si attaccava
Ha rovesciato valanghe di denaro pubblico sulle grandi industrie, sempre per ideologia, per salvare i posti di lavoro, creando la GRANDE imprenditoria parassita che si è poi trasformata nella GRANDE finanza parassita all’italiana
Ingrassando per altro clientelismo e business mafiosi, dal momento che il denaro pubblico si rovesciava a secchiate
Tutto mentre la media imprenditoria, ma soprattutto il tessuto, vitale per l’Italia, della piccola imprenditoria, che quei denari generosamente regalati, forniva col proprio lavoro, moriva.

L’aspettativa di vita in Italia è alta perché si mantengono in vita le Englaro, con lo spirito caritatevole e la “cultura della vita” tutta cattolico. Perché teniamo in vita i moribondi per decenni, e meno male che abbiamo l’immigrazione delle ucraine.

Federix

@ Francesco
La DC ha pressochè sempre governato con altri 3-4 partiti che di fatto si comportavano come partiti di centro / centrodestra, e con i quali ebbe la maggioranza dei seggi ogni volta. Come fosse una “maggioranza blindata”, insomma.
Riguardo alla tua frase “L’aspettativa di vita in Italia è alta perché si mantengono in vita le Englaro,” non penso che tu possa averla letta da qualche parte: suppongo che tu l’abbia sognata.

Ermete

@ Francesco

Tutto vero sul PCI, che favorì sempre per motivi elettorali e di connivenze sindacali l’aristocrazia operaia e che cogovernò, soprattutto nelle ‘regioni rosse’, rendendosi uno dei principali ‘invitati al banchetto’ dello Stato.
Ma dire che la piccola imprenditoria sia stata distrutta è un falso: essa ha continuato bellamente a vivere tramite l’evasione fiscale sostanzialmente tollerata e legalizzata (e attraverso continui aggiramenti dei diritti dei lavoratori, tanto per non farla passare solo da vittima, e chiunque ha lavorato nel settore alberghiero e ristorativo, o, come mio fratello, nel settore edilizio come muratore, può benissimo rendersi conto di come sono sempre andate le cose), e solo da qualche anno questa piccola imprenditoria è stata distrutta dal capitalismo stesso e dalla concentrazione di oligopoli, che sono, tanto per dirne alcune per essere chiaro, gli ipermercati, le grandi catene di distribuzione, e le grandi catene alberghiere internazionali.
Dunque di fatto la piccola imprenditoria è stata penalizzata realmente dalla concorrenza del grande Capitale più che dal PCI.

Dire che la longevità italiana sia dovuta ai casi Englaro richiederebbe una prova di documentazione, altrimenti resta un’asserzione buttata là, ma dire che il passaggio dalla gestione ospedaliera di enti clericali al SSN non sia stato un buon passo, mi pare davvero ideologico e settario, in modo speculare a chi vede nel PCI il paladino degli oppressi di tutto il mondo.

DucaLamberti74

@Ermete:

Pienamente d’accordo sul PCI che ha co-governato con la DICCI’…solo che una volta c’erano politici con un minimo di senso dello stato e stile signorile (il gobbo zio giulio avrà anche fatto il mafioso ed il servo del vaticano ma decisamente con più stile del nano di arcore e dei suoi bunga-bunga e dei suoi stallieri).

Solo una cosa contraddico…l’evasione fiscale dei piccoli imprenditori in ultimo è stata la orivna dell’Italia…

Diverse sono le due casistiche:

#A) Evado le tasse e mi faccio un nuovo SUV all’anno.

#B) Evado le tasse ed i soldi che evado li investo nella mia azienda e/o allungo qualche banconota da centomila lire ai miei dipendenti.

In Brianza (quando la voglia di lavorare c’era) la casistica #B) era quella predominante…in ultimo decisamente prevale la casistica #A) ma il popolino italiota è felice e contento di come stanno andando le cose da bolzano fino a Lampedusa…

Se agisci come #A) e la globalizzazione avanza…se sei un piccolo imprenditore e non riesci a “spostare” l(leggasi avere voglia di lavorare) a tua azienda verso nuovi mercati ed opportunità …pesce grosso mangia pesce piccolo è la regola del libero mercato.

Chi si addormenta sugli allori … c’è sempre dietro nella corsa uno pronto diventare leader … lo dice Bill Gates (Re ed imperatore supremo dei Nerd).

I figli dei piccoli imprenditori italioti sono invece dei bamboccioni viziati del cavolo … se ne sono fregati delle loro aziendine … gli italioti hanno fatto i popolani …e fino a metà anni 2000 è andata bene… ora il mondo in corsa accellerata (i tassi di crescita globale di tutto il pianeta sono oltre il 3..4% annuo) travolge questa italietta degli italioti.

Altre nazioni europee (che hanno adottato comportamenti seri e non da popolani come appunto grecioti ed italioti) stanno riprendendosi dalla crisi.

DucaLamberti74

Ermete

Duca.

Non ho mai detto che l’evasione dei piccoli imprenditori è stata la rovina dell’Italia, ma che essi non si sono rovinati tramite l’uso, spesso costretto per tirare avanti spesso fatto per arricchire a dismisura (dipende spesso da quanto si evade), dell’evasione fiscale, e che a rovinarli è stata la concentrazione della proprietà, visto che un piccolo imprenditore edile fa fatica a competere economicamente con una cordata transnazionale, o che fruttivendoli e macellai fanno fatica a tirare avanti davanti agli ipermercati, e che dunque, valutando l’obiezione di Francesco, è stata proprio la piega del capitalismo a rovinarli e non il PCI di allora.

Poi dire che non pagare le tasse investendo è meglio che non pagarle per spendere non so quanto valga: ha senso non pagare le tasse quando queste sono irragionevoli e pagandole non riesci ad andare avanti; non pagarle per costruire plusvalore, come in entrambi i casi che dici, è per me da galera.

Federix

@ Sandra
Ops… Grazie dell’aggiornamento! Evidentemente ero rimasto al 2000 circa!

DucaLamberti74

Certo che evasione fiscale è da galera…
Su questo si che dobbiamo prendere dagli yankee imperialisti ….

Dove pagare le tasse è quasi un obbligo religioso.

Però c’è differenza tra il plus-valore italiota (SUV e seconde..3e e 4e case al mare, monti e collina) ed investire nella fabbrichetta per farla diventare più grandicella…almeno per mio modesto parere.

DucaLamberti74

Federix

La notizia di oggi riguardo alla macellazione dell’ Assistenza Sanitaria italiana:
“Se la legge di stabilità comprendesse nuovi tagli lineari alla sanità pubblica, come trapela da indiscrezioni giornalistiche, «salta il servizio sanitario nazionale, e non saranno garantiti i livelli essenziali d’assistenza». È l’allarme che trapela dal ministero della Salute dopo le ipotesi di una nuova «sforbiciata» ai fondi per la sanità pubblica.”
Da: http://www.lastampa.it/2013/10/14/economia/saccomanniletta-da-napolitano-presentato-lo-schema-della-manovra-OKo2rwh0mJnR7LKVUOPa2J/pagina.html

Federix

@ Francesc, Ermete e Duca:

1) Riguardo l’ “astensione” del PCI dalle votazioni delle leggi, mi risulta che fu limitata al periodo particolare 1976 – 1978 (la cosiddetta “non sfiducia”).

2) Guardate che io non sono esattamente un difensore del PCI di quei tempi (e tantomeno di quello che esso è diventato dopo e ancor meno di quello che è il “PD” attuale). Tuttavia vi domando: se ce l’avete con il PCI per quello che secondo voi fu una sua connivenza con la DC, ne deduco che ce l’avete anche con la DC; allora dovreste dirmi: per avercela con la DC e con il PCI, vi considerate a destra della (di allora) DC oppure a sinistra del (di allora) PCI? Se la distinzione non vi sembra sufficientemente precisa, ditelo pure. Grazie.

claudio285

A me non risultano altre costituzioni con un primo articolo simili. Forse quella sovietica. Credo che la Repubblica dovrebbe fondarsi primariamente sul rispetto dei diritti umani così come vengono enunciati nelle vaie dichiarazioni, in primis quella dell’ONU e quella Europea.
I diritti umani fondamentali vengono prima del lavoro, che comuqnue è citato anche più in seguito nella Costituzione.

http://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf

Francesco

@Claudio285

Ti lascio qui il mio contatto tewitter: @francofalc

per l’art.1 della costituzione, neanche a dirlo…
Quella frase (“fondata sul lavoro”), è un preciso programma, tanto rispetto ai cittadini-sudditi, quanto rispetto al programma politico che si sarebbe sviluppato da li ad oggi (larghe intese). Ed è sotto il mirino della cultura autenticamente liberale da diversi anni.
Tuttavia l’Italia è dominata da un inestirpabile retaggio culturale che scaturisce dalla sua stessa storia: comunisti, fascisti e cattolici.

I compagni hanno coniato (e a loro pare cattolicamente “naturale) la definizione “diritto-dovere”. Un ossimoro che hanno cominciato ad applicare al lavoro, poi sono passati alla casa ed ora sono arrivati ai figli.
Il passo per arrivare alla vita è breve, e il cerchio cattocomunista si chiuderebbe senza suture.

a.f.

Oltre a trovarne commoventi diversi articoli per lo spirito di equita` e giustizia che ne promana, mi sembra che sia scritta tecnicamente davvero bene; p.es. come livello di astrazione, considerando anche solo il controverso art. 29:
“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.”
E’ ben vero che oggi non e` piu` solo (o quasi minoritariamente) il matrimonio a fondare la famiglia, mentre quando e` stata scritta era cosi`, pero` in questo istituto non viene fatta distinzione di sessi, restando ad un livello di astrazione (pur piu` di 60 anni fa) che consente di regolare la questione a livello di legge ordinaria, lasciandola fuori da quella costituzionale in cui compaiono solo i “coniugi”, non marito e moglie, non uomo e donna. Bello anche il prosieguo, art. 30 dove vengono garantiti ai figli nati fuori dal matrimonio gli stessi diritti degli altri figli purche’ questi siano garantiti (recenti leggi ordinarie hanno stabilito la parita` completa delle due situazioni). E’ davvero sfavillante di bellissime e alte affermazioni di diritti e doveri, tradite da leggi farraginose che non sono riuscite a implementarli degnamente.
Certamente sarebbe da riformare, ma non sostanzialmente, sostanzialmente sarebbe da attuare.

a.f.

Per quanto riguarda il 118 e il 120 non capisco, forse per ignoranza, cosa e come c’entrino con la sussidiarieta` cattolica.

a.f.

e ditelo che se uno usa doppie virgolette caporali tutto il testo in mezzo scompare. Direi che è un baco del software.
Citavo l’art. 33, senza oneri x lo stato come in articolo.

a.f.

Laico o laicita` non compaiono, religione due volte, una in cui possono essere compresi anche gli atei e/o agnostici, dato che afferma che non vi debbano essere discriminazioni religiose a livello di diritti individuali, ma poi, l’altro articolo in cui compare

Art. 20.
Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività

sarebbe opportuno venisse riformato con l’aggiunta di un’asserzione che nemmeno possano godere di agevolazioni per il loro carattere religioso.

Francesco

Ritengo la ns. costituzione sia avita e caratterizzata ideologicamente
Tuttavia, se la si rispettasse alla lettera (e la si fosse rispettata) saremmo assai più garantiti e assai più liberi come cittadini

Francesco

Non dimentichiamo che i patti stretti tra Chiesa e Stato sono inseriti nella stessa Costituzione, sebbene in evidente contrasto con i suoi principi.

Mauro

Da ateo qual sono direi che stavolta state però tentando di spaccare il capello in quattro invece che dedicarvi a questioni più concrete e importanti.
Saluti,
Mauro.

Lorenzo Galoppini

Anche questa è una questione concreta e importante, direi, come del resto l’articolo spiega in modo chiaro.

Paul Manoni

Condivido al 100% le argomentazioni con cui l’UAAR motiva la sua mancata partecipazione, a quella che é un’importantissima manifestazione.

Ottima anche l’analisi di ciò che nel dettaglio da consistenza a queste motivazioni, e che coincide purtroppo anche con ciò che non può rendere la nostra Costituzione, “la più bella del mondo”…Con buona pace di buffoni e saltimbanchi che si fanno strapagare dalla TV di Stato per venircelo pure a raccontare, peraltro.

Al di là di articoli e titoli che vengono citati però, c’é una cosa in particolare che rende la Costituzione italiana, assolutamente insopportabile per ogni individuo dotato di un briciolo di etica e buonsenso e quindi degno di rispetto: la palese e criminale contraddizione orwelliana, che c’é tra l’Art. 7 (Concordato) e l’Art. 3 (Uguaglianza).

Se infatti viene fissato in Costituzione, un Concordato con la CCAR che concede privilegi di varia natura ad una sola religione (la solita), e ad un solo gruppo di cittadini (cattolici), automaticamente viene meno il Principio di Uguaglianza di tutti i cittadini.

Solo per fare un piccolissimo esempio, si pensi all’IRC nelle scuole dello Stato, come privilegio esclusivo per un solo gruppo di cittadini (i cattolici), a cui altri gruppi di cittadini (i non-credenti o i diversamente-credenti) non possono accedere.

In questo caso é lampante come la Costituzione abbia dei grossissimi errori da dover correggere al più presto. Sostanzialmente i nostri padri costituenti (con dolo o ingenuità, non ci sarà mai dato di sapere!), hanno fissato nella nostra Costituzione, che “nella fattoria (Italia) degli animali, tutti gli animali (i cittadini) sono uguali, ma alcuni di loro (i cittadini cattolici), sono più uguali degli altri”.

É una cosa che a me personalmente manda fuori giri (!).
L’UAAR, i suoi soci ed i suoi simpatizanti (non che non lo facciano, per carità!) dovrebbero denunciare con forza questa contraddizione costituzionale ad ogni singola occasione, e sollevarla di fronte a qualsiasi Istituzione italiana, sia essa politica o giuridica.

Chiunque dopo ciò, dica che la nostra Costituzione continua ad essere “la più bella del mondo”, o la difenda da questa specifica modifica, é come se commettesse un tradimento nei confronti dei valori sui quali si é unito il nostro paese, e sui quali é nata la nostra Repubblica.

Stefano Grassino

Ma il punto è: si tratta della Costituzione in se stessa o di coloro che, chiamati a farla osservare non adempiono al loro dovere e per i motivi che ben conosciamo, la tradiscono?
Perché il punto, per come la vedo io che non sono un costituzionalista, è il fatto che la laicità scritta su questa carta, in realtà è solo teoria.

Paul Manoni

@Stefano, entrambe le cose.
Che la Costituzione non sia mai stata applicata a fondo, e che sin dalla sua nascita, la partitocrazia, ovvero la “dittatura di una pluralità di partiti” antifascisti, abbia sistematicamente operato in continuità con la “dittatura del singolo” regime fascista, é sostanzialmente un dato di fatto. Ingenuo é colui che ritiene che in questo paese, “la sovranità appartiene al popolo”.

A questo devi aggiungere che le parti della Costituzione da modificare che interessano l’UAAR, ed ogni cittadino veramente laico di questo paese, é stata scritta con i piedi.
Sicuramente per un compromesso tra i costituenti PCI e DC. Sicuramente perché la CCAR ha esercitato tutto il suo peso, a mio avviso anche economico, sulla costituente. Sicuramente perché chi l’ha scritta, per quieto vivere e dopo la guerra e la dittatura, ha deciso di interpretare alcuni Principi in modo alquanto discutibile. Sicuramente chi ci ha rimesso le mani dopo, ha combinato più casini che altro, fatto sta che l’hanno scritta coi piedi, ed andrebbero rivista e modificata. Punto.

Occhio poi…Come dice anche l’articolo UAAR, la parola “Laicità” nella Costituzione italiana, nemmeno compare. Si sono schifiti pure a scriverla!
A meno che non si faccia lo sforzo sovrumano di vederla sottintesa negli Art. 7 ed 8, é difficile perfino affermare che questo paese sia costituzionalmente laico…Figuriamoci COMPIUTAMENTE laico.

La strada per una modifica in tal senso é difficile…Vergognosamente difficile.
La Corte costituzionale, vera e propria arma della partitocrazia e del suo regime, non ha minimamente aiutato o facilitato le cose. Anzi.

Non ci rimane che il continuo denunciare di vivere in un paese “diversamente laico”, e quindi in un paese con un deficit rispetto agli altri occidentali.

Stefano Grassino

Il guaio è che se ci vai a mettere le mani, conoscendo chi sono i nostri politici, per una cosa fatta bene, ne avremo dieci fatte a modo loro!!!!!

Paul Manoni

Condivido al 100% le argomentazioni con cui l’UAAR motiva la sua mancata partecipazione, a quella che é un’importantissima manifestazione.

Ottima anche l’analisi di ciò che nel dettaglio da consistenza a queste motivazioni, e che coincide purtroppo anche con ciò che non può rendere la nostra Costituzione, “la più bella del mondo”…Con buona pace di buffoni e saltimbanchi che si fanno strapagare dalla TV di Stato per venircelo pure a raccontare, peraltro.

Al di là di articoli e titoli che vengono citati però, c’é una cosa in particolare che rende la Costituzione italiana, assolutamente insopportabile per ogni individuo dotato di un briciolo di etica e buonsenso e quindi degno di rispetto: la palese e criminale contraddizione orwelliana, che c’é tra l’Art. 7 (Concordato) e l’Art. 3 (Uguaglianza).

Se infatti viene fissato in Costituzione, un Concordato con la CCAR che concede privilegi di varia natura ad una sola religione (la solita), e ad un solo gruppo di cittadini (cattolici), automaticamente viene meno il Principio di Uguaglianza di tutti i cittadini.

Solo per fare un piccolissimo esempio, si pensi all’IRC nelle scuole dello Stato, come privilegio esclusivo per un solo gruppo di cittadini (i cattolici), a cui altri gruppi di cittadini (i non-credenti o i diversamente-credenti) non possono accedere.

In questo caso é lampante come la Costituzione abbia dei grossissimi errori da dover correggere al più presto. Sostanzialmente i nostri padri costituenti (con dolo o ingenuità, non ci sarà mai dato di sapere!), hanno fissato nella nostra Costituzione, che “nella fattoria (Italia) degli animali, tutti gli animali (i cittadini) sono uguali, ma alcuni di loro (i cittadini cattolici), sono più uguali degli altri”.

É una cosa che a me personalmente manda fuori giri (!).
L’UAAR, i suoi soci ed i suoi simpatizanti (non che non lo facciano, per carità!) dovrebbero denunciare con forza questa contraddizione costituzionale ad ogni singola occasione, e sollevarla di fronte a qualsiasi Istituzione italiana, sia essa politica o giuridica.

Chiunque dopo ciò, dica che la nostra Costituzione continua ad essere “la più bella del mondo”, o la difenda da questa specifica modifica, é come se commettesse un tradimento nei confronti dei valori sui quali si é unito il nostro paese, e sui quali é nata la nostra Repubblica.

Frank

Segretario: Allora Santità, la “costituzione” italiana è la più bella del mondo?
Papa: Io no direi, especialmiente nel meridion poi son un poco tarchiatelli.
Segretario: Ma allora è proprio de coccio.

Frank

Alcide De Gasperi: Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani e il Popolo Italiano è sottomesso ad entrambi.
Giulio Andreotti: Io quest’ultima parte la toglierei, diciamo che la diamo per scontata e non è necessario scriverla.
Alcide De Gasperi: Sei un furbone Giulio, tu farai carrriera nella nuova Repubblica Italiana.
Giulio Andreotti: Non mi adulare Alcide lo sai che sono timido.

Engy

Sulla critica all’approccio dogmatico nei confronti della nostra costituzione che obbligatoriamente deve essere la più bella del mondo (sulla base di quali raffronti come già altri hanno detto, non si sa), sono molto d’accordo, tantopiù che Benigni ormai è tristemente ben lontano dall’essere quel giullare irriverente che era agli inizi.
A proposito di incostituzionalità (premettendo che non sono certo un’esperta costituzionalista, anzi) e del fatto che qualcuno giustamente sottolinea che in molti casi la nostra costituzione dovrebbe magari essere attuata, ecco un esempio di cose buone e edificanti scritte, ma tristemente non attuate ovvero sempre più disattese da quando è in voga, in un crescendo selvaggio, il lavoro precarissimo e senza diritti:

Articolo 36
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

Giuliano

Beh, visto che questo è il Parlamento più laico che abbiamo mai avuto dovremmo stare tranquilli. O no?

kundalini444

no.
Se la costituzione non fosse stata provvista di solidi meccanismi di autodifesa da tempo l’avrebbero stuprata in modo orribile.
Oggi stanno provando a scassinare anche il lucchetto dell’art.18 per poterla stuprare con maggiore libertà, e STATE PUR CERTI che le modifiche che vogliono fare alla nostra carta NON SONO CERTO quelle chieste dall’UAAR!
Quindi bisogna difendere la nostra costituzione, anche se non è al 100% laica come ci piacerebbe che fosse. Dire che è la più bella del mondo è dire una bugia, ma serve per far capire che se permettiamo certi scempi non avremo certo una costituzione migliore, ma solo peggiore

Stefano Grassino

Condivido e ti riporto il post sopra che ho scritto a Paul Manoni.

Il guaio è che se ci vai a mettere le mani, conoscendo chi sono i nostri politici, per una cosa fatta bene, ne avremo dieci fatte a modo loro!!!!!

Engy

Certo, l’articolo 18 … ricorderai come andarono le cose una decina di anni fa circa, con un referendum andato a monte anche perchè chi aveva fatto di tale articolo una questione sacra, poi disse che il referendum (che riguardava le aziende piccoline, cioè il 90 e passa per cento delle aziende ….) era dannoso e che metteva in ginocchio i piccoli padroni.
Alcuni anni prima però passò, nell’indifferenza generale e dei confederali in particolare, la legge Treu sul lavoro flessibile, interinale, precarissimo.
E altro che articolo 18! Zero malattia (neanche per cancro), zero ferie, zero tredicesima, zero liquidazione, zero indennità di maternità e – dulcis in fundo – paga oraria più bassa dei dipendenti più tutelati, altro che parole altisonanti come collaborazione a progetto ecc.
Adesso salta poi fuori che si rischia NON vengano conteggiati ai fini pensionistici, tutti quei permessi legati alla donazione del sangue e – addirittura – alla legge 104 per l’assistenza a persone con handicap gravi.
Maurizio Landini e il suo bel faccione da montanaro buono, che ci va a fare a difendere la Costituzione, così, tanto per dovere di firma?
Cosa ha intenzione di fare per queste questioni?

claudio285

Passò la Treu e nel 2006 avemmo la disoccupazione al 6%, la metà di quella che è ora,
Purtroppo passò solo quella, e non la montagna di altre riforme (tra cui una che liberalizzi il lavoro a tutti i livelli, e non solo per i giovani s.f.igati come adesso). Ma purtroppo il vecchiume economico, anche per colpa dei sindacati come della confindustria si è reso ancor più marcescente. E’ venuta una crisi messa bene ed è venuto giù tutto. Non certo per il pacchetto Treu, che al tempo, col vento buono, massimizzò l’occupazione.
Naturalmente i “liberalizzati” furono solo i giovani lavoratori, e i giovani i generale. Tutti gli altri rimasero ben protetti, da tutti i governi, dai sindacati e dalla confindustria

Ermete

@ Claudio 285

La disoccupazione era la metà di ora semplicemente perchè non eravamo ancora a questo livello di contrazione dei mercati, dunque c’era più richiesta di manodopera.

Ermete

@ Claudio
Più si liberalizza il lavoro più calano i salari, visto che anche i contratti sono molto meno rigidi e normati, e dunque a tutto vantaggio del datore di lavoro.
Non è un caso che in questi anni, abbassando i salari, sia calato il potere di acquisto delle persone comuni, che è in gran parte la causa dell’impoverimento della piccola imprenditoria, soprattutto quella legata alla sfera della ristorazione e delle vacanze, ma allo stesso modo ne risente l’edilizia, cosa che avviene, visto che con meno soldi è difficilissimo avere finanziamenti e prestiti, e dunque la precarizzazione è stata un ariete dell’attuale impoverimento.
Che poi i lavoratori di alcuni settori non siano stati toccati, un po’ per interesse di bottega dei sindacati e un po’ per capacità loro di organizzarsi e mobilitarsi, in questo senso è solo un bene visto che sarebbe calato anche il loro potere di acquisto e la catena economica ne avrebbe risentito maggiormente.
L’errore è stato precarizzare in sè, anzichè colpire con tassazioni ferree e nazionalizzazioni (previste dalla costituzione stessa) chi, in contraddizione con la costituzione, non faceva in alcun modo delle proprie strabordanti (e spesso poco legali) ricchezze un uso sociale, ma anzi ne faceva un uso antisociale mettendo la gran parte dei soldi nei fondi off shore invece di spendere nell’economia reale, cosa che i miliardari non fanno nemmeno per mangiare visto che hanno le loro catene, tipo Eataly slowfood, tanto buone, genuine e curate quanto costose e ben diverse, nella gestione e nel modo di impresa, dal fruttivendolo o dal macellaio sotto casa,.

ALESSIO DI MICHELE

Da qui in poi sembra di seguire un dialogo di Ionesco, forse perchè “138” è diventato “18”: “18” è l’ articolo della legge 300 (statuto dei lavoratori), “138” è l’ articolo della Costituzione.

claudio285

Engy,
Ho letto la prima parte dell’articolo. Non mi pare che dica cose tanto diverse da quello che dico io. Infatti la liberalizzazione dei soli contratti di dalv. subordinato creano le diseguaglianze e le insicurezze sociali che conosciamo, se non sono accompagnate da riforme complessive, e investimenti (liberalizzazioni in tutti i settori, investimenti in ricerca e infrastrutture, soprattutto ad alta tecnologia) e se non si crea una rete protezione/empowerment che consente al lavoratore di sopportare l’insicurezza sul lavoro (indennità di disoccupazione di lungo periodo, formazione continua, servizi personalizzati alla riqualificazione e alla rioccupazione). Tutte cose che fai se tagli da altre parti, pensioni, cassa integrazione, tutta una serie di sussidi e sussidietti ecc.
Tutte cose non fatte. Tra l’altro anche la Treu e la successiva (inutile piùche sannosa) Biagi son le uniche riforme di flessibilizzazione. I lavoratori pubblici e quelli delle grandi aziende sono sempre degli intoccabili, e la condizione dei lavoratori giovani e anziani è di completa diseguaglianza

Ermete

Perfettamente d’accordo con Kundalini: visto che le ‘riforme’ saranno peggiorative meglio la difesa dello status quo.
Ogni tanto alcune posizioni dell’UAAR, soprattutto quando parla di politica, mi sembrano molto ingenue.

Ermete

@ Claudio
Più si liberalizza il lavoro più calano i salari, visto che anche i contratti sono molto meno rigidi e normati, e dunque a tutto vantaggio del datore di lavoro.
Non è un caso che in questi anni, abbassando i salari, sia calato il potere di acquisto delle persone comuni, che è in gran parte la causa dell’impoverimento della piccola imprenditoria, soprattutto quella legata alla sfera della ristorazione e delle vacanze, ma allo stesso modo ne risente l’edilizia, cosa che avviene, visto che con meno soldi è difficilissimo avere finanziamenti e prestiti, e dunque la precarizzazione è stata un ariete dell’attuale impoverimento.
Che poi i lavoratori di alcuni settori non siano stati toccati, un po’ per interesse di bottega dei sindacati e un po’ per capacità loro di organizzarsi e mobilitarsi, in questo senso è solo un bene visto che sarebbe calato anche il loro potere di acquisto e la catena economica ne avrebbe risentito maggiormente.
L’errore è stato precarizzare in sè, anzichè colpire con tassazioni ferree e nazionalizzazioni (previste dalla costituzione stessa) chi, in contraddizione con la costituzione, non faceva in alcun modo delle proprie strabordanti (e spesso poco legali) ricchezze un uso sociale, ma anzi ne faceva un uso antisociale mettendo la gran parte dei soldi nei fondi off shore invece di spendere nell’economia reale, cosa che i miliardari non fanno nemmeno per mangiare visto che hanno le loro catene, tipo Eataly slowfood, tanto buone, genuine e curate quanto costose e ben diverse, nella gestione e nel modo di impresa, dal fruttivendolo o dal macellaio sotto casa,.

Francesco S.

Comunque sarebbe interessante sapere cosa pensano gli organizzatori della manifestazione dell’art. 7 della costituzione, così per avere un giudizio completo e “a ragion veduta”. Spero che l’UAAR abbia dato notizia del comunicato agli organizzatori.

Giorgio Pozzo

Se qualcuno è genuinamente convinto che la nostra Costituzione sia la più bella del mondo, significa che si trova d’accordo con la mancanza di tutti i riferimenti alla laicità. La Costituzione francese, ad esempio, che addirittura nell’articolo 1 definisce esplicitamente la Francia come repubblica laica, è quindi da considerarsi inferiore a quella italiana.

Significa anche che questo qualcuno si trova d’accordo con l’esplicita accettazione dei Patti Lateranensi dell’articolo 7, che sono uno schiaffo in faccia alla laicità e alla Storia.

Già questo mi impedisce di essere d’accordo su tale professata bellezza, ma tutte le opinioni sono da rispettare. Tra l’altro, secondo me, anche il tanto osannato articolo 3 è tutt’altro che “bello”. Intanto, fa un assurdo riferimento al concetto di razza, la cui sola parola, priva di senso, implica una sorta di discriminazione. E poi, scusate, ma utilizzare la parola “lavoratori” al posto di “cittadini” a me lascia molto perplesso. Forse che un non lavoratore ha meno diritti costituzionali?

La mia conclusione è piuttosto semplice: come dicono gli amici napoletani, “uonne scarrafone pare bbello a mamma soia”.

Ermete

Che sulla laicità abbia carenze d’accordo. Ma chi dice che l’unico ed esclusivo metro di valutazione di una costituzione sia la laicità?
L’articolo invece 3 è stato scritto in un’epoca storica in cui si credeva quasi universalmente nell’esistenza delle razze, il problema era se esistessero razze superiori o inferiori o se fossero tutte uguali. Dunque, giacchè di una costituzione si valutano i punti ideali essendo una carta elastica a differenza dei codici di procedura o delle forme immediate politiche, il riferimento all’eguaglianza razziale è tutt’altro che divisivo.
Sui lavoratori: il lavoro nella Costituzione è considerato il mezzo con cui uno contribuisce al Paese, soprattutto se si pensa che quando fu scritta l’Italia era un cumulo di macerie. Dunque, se uno nasce ricco sfondato e non ha bisogno di lavorare non viene mandato nè al gulag nè viene privato dei diritti in alcun modo, ma è evidente che considerare una infima minoranza di ricconi in una carta costituzionale sarebbe ridicolo: se essi non vengono privati dei diritti non ha senso nominarli nella parte in cui si dice che lo Stato ha il compito di rimuovere gli ostacoli che portano all’uguaglianza, dal momento che costoro già sono, per loro fortuna, ‘molto più uguali degli altri’.

Ermete

Ovvio che non voglio dire (nè posso dirlo perchè non conosco tutte le costituzioni del mondo) che la nostra costituzione sia ‘la più bella del mondo’, che, come dice Kundalini, è un espediente retorico che serve per mobilitare le masse; ma che sia una buona costituzione lo reputo.
Se poi si prendono troppo sul serio anche gli espedienti retorici diventa un po’ un problema.

——————-

Sul vecchio discorso sul concetto di cultura, visto che si è chiuso il thread prima che potessi replicare.
Di fatto nella lingua italiana cultura, come ti ho mostrato, implica, tra i significati, anche la religione (da Tylor in poi) e ti ho indicato i riferimenti.
Tu puoi dire di non essere d’accordo con questa accezione e mettere il culto fuori dalla cultura, intesa in senso dell’antropologia culturale,, ma non che chi usa questa accezione, confermata da dizionari ed enciclopedie, sbaglia, altrimenti ognuno di noi potrebbe rifare il vocabolario a seconda di come la pensa, con ovvie conseguenze caotiche, mentre la semantica linguistica è essenzialmente una convenzione, al di là delle nostre opinioni in merito.

Giorgio Pozzo

Ma chi dice che l’unico ed esclusivo metro di valutazione di una costituzione sia la laicità?

Certo non lo è, ma io parlo da socio UAAR, e come socio UAAR mi preme la difesa della laicità e dei diritti dei non credenti. Ti faccio un esempio: da ingegnere aeronautico sistemista, valuto un aeroplano dal punto di vista della sicurezza del volo, senza curarmi troppo del comfort o del livello di rumore, o del consumo.

Un dizionario italiano online riporta

Cultura = l’insieme della tradizione e del sapere scientifico, letterario e artistico di un popolo o dell’umanità intera

Ora, come ti dicevo, sono d’accordissimo sul concetto di cultura come “sapere”, in quanto conferma che secondo me la cultura è semplicemente conoscenza (non essendo la religione assimilabile a conoscenza, non può essere considerata cultura). In aggiunta, lasciami ribadire che non riesco proprio ad essere d’accordo con la generalizzazione fatta su un popolo o addirittura l’umanità intera. Ho controesempi in ambedue le direzioni: primo, esistono degli analfabeti o poco più che tali in quasi tutti i popoli, e non capisco come si faccia a considerarli parte della cultura generale di quel tale popolo; secondo, la conoscenza scientifica che riguarda -ad esempio- la velocità della luce è potenzialmente parte integrante anche di civiltà aliene, e riguarda quindi sapere scientifico che non fa parte dell’umanità.

Giorgio Pozzo

Il fatto è che il termine “cultura”, come il suo derivato dal quale nasce la discussione, “multiculturale” e addirittura “multiculturalismo”, viene utilizzato molto, ma molto, impropriamente al posto di “etnia” o “civiltà”.

alle

Concordo e aggiungo, dire che l’italia è una repubblica fondata sul lavoro è una delle cose più “di sinistra” contemplate nella costituzione. A mio parere si basa sull’assunto che, in una società civile e democratica tutti dovrebbero lavorare e le posizioni di pura rendita, anche speculativa, dovrebbero essere scoraggiate.
A questo proposito ricordo una canzoncina che i “vecchi compagni” cantavano diversi decenni fa “e noi faremo come la russia chi non lavora non mangerà”, e anche il caso di un mio conoscente sinologo che, dovendo perfezionare il suo cinese, negli anni 70 se n’è andato in cina e ha dovuto lavorare, come tutti gli altri, in fabbrica per otto ore nei giorni previsti. La lingua l’ha imparata benissimo.
Del resto tutte le rivoluzione, da quella francese in poi, come movimento di popolo, si sono basate sulla reazione alle posizioni di privilegio parassitarie (nobili, clero).
Seguendo questa linea, e riportandoci all’attualità è molto, ma molto più corretto in tutti i sensi, il “lavorare meno, lavorare tutti” in qualunque senso lo si intenda, come diritto e come dovere, piuttosto che postulare un reddito di cittadinanza che porta a “democratizzare”, via pulciose elemosine, il concetto di rendita.

Ermete

Il reddito di cittadinanza è un concetto abbastanza ragionato, perlomeno negli ambienti di sinistra da cui viene originariamente.
Al di là delle forme con cui potrebbe essere applicato, esso parte dall’evidenza che siamo ormai in una società di consumatori anzichè di produttori, ergo consumando noi già produciamo continuamente, anche e soprattutto nel tempo libero, ricchezza per altri: un esempio evidente è facebook, in cui addirittura ogni foto venga da te postata può essere utilizzata dall’azienda più o meno come vuole.
E il reddito è il salario, che dovrebbe essere espropriato tramite le tasse dalla rendita dei ricconi, per socializzare un po’ la ricchezza che il nostro consumare, e spesso purtroppo non lavorare, produce e che andrebbe utilizzato per permettere all’individuo di avere, proprio perchè non in condizioni materiali brutali, possibilità di non scegliere il primo tipo di lavoro ipersfruttato e strozzinato che incontra per poter sopravvivere, non essendo di suo sufficiente su lunghi tempi per nessuno.
Certo, una misura, diremmo, socialdemocratica, ma secondo me in questo momento migliore delle varie tutele dei disoccupati odierni che, quelle sì, sono elemosine e tozzi di pane, anche tramite la capacità di molti padroni di aggirare le ore contrattuali con ore in nero che legalmente non verranno mai conteggiate, e qua si dovrebbe affiancare una riforma strutturale dei controlli sul lavoro, ma che come tale non va vista in opposizione al ‘lavorare meno lavorare tutti’, giacchè è proprio un mezzo, o così e pensato, per non dequalificare ulteriormente il lavoro.
Il problema è che, se la crisi e l’impoverimento aumenta, è una misura che negli anni sarebbe comunque destinata a dissolversi, essendo direttamente collegato allo stato sociale, che in questo momento è in via di smantellamento, ma certamente non introdurre il reddito, come pensato a sinistra nel senso in cui lo dico, non eviterebbe egualmente l’attacco allo stato sociale. Certo è che, se non è affiancato da una lotta contro la deindustrializzazione del Paese, e questo purtroppo la sinistra dei centri sociali fa fatica a capirlo, non servirà a molto, mentre se si riqualificano l’industria e le infrastrutture può avere un senso, magari solo transitorio ma potenzialmente utile.

Milamber

Per quel che mi riguarda la costituzione mi va bene così com’è, ma non escludo che possa essere migliorata.
Il problema principe è: mi fido a far mettere le mani sulla Carta da quelli che, attualmente al governo, ce le vogliono mettere? La mia risposta è sicuramente no. E, per estensione, non mi fido nemmeno di quelli che vorrebbero farla cambiare da loro (spesso con scuse che sarebbero ridicole in un contesto meno importante).

neverclean

Ottimo intervento che condivido al 100% nelle premesse.
Il rischio concreto, dati i rapporti di forza a livello parlamentare, è quello paventato nell’ultimo paragrafo di questo intervento:
che la Costituzione sia modificata in senso maggiormente autoritario e illiberale di quanto non lo sia già ora da una maggioranza parlamentare di nominati (eletti non democraticamente con una legge dichiarata incostituzionale) che ha proditoriamente aggirato l’art. 138 per modificare la Costituzione stessa.
Per questo, avrei visto con favore una partecipazione CRITICA dell’UAAR alla manifestazione, con una piattaforma/comunicato che, sulla falsariga di questo intervento, mettesse in evidenza che – non in questa occasione dove i rapporti di forza sono sfavorevoli, ma in un futuro che speriamo prossimo in cui gli equilibri politici siano mutati in favore dei laici veri – bisognerà armonizzare il “supremo principio costituzionale” della laicità desunto dai vari articoli che hanno chiara questa ispirazione con – da un lato i principi contenuti nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (dove i non credenti sono citati), e dall’altro quegli articoli che sono contraddittori su questo tema (come appunto quelli citati nell’intervento).
Peraltro, l’impostazione di chi ha dato vita alla manifestazione era quella non di una difesa tout-court della Costituzione così com’è, ma di una difessa attiva della stessa: affermando che la Costituzione va attuata e dispiegata in tutte le sue potenzialità.
Secondo me c’era il margine per affermare: l’UAAR partecipa alla manifestazione e vorrebbe, come gli organizzatori, che alcuni suoi principi fossero attuati. Come ad es. “il supremo principio costituzionale della laicità”!
Inoltre, non essendo una manifestazione organizzata da un partito, ma da associazioni, movimenti, etc., era un’occasione rara di partecipazione a un evento veramente di massa, e, peraltro sono anche convinto che la presenza delle nostre bandiere non sarebbe passata inosservata!
Comunque, si tratta soltanto di un’opinione. Sarà per un’altra volta!

unka-dunka

.. in alcuni interventi si leggono tali e tanti strafalcioni e sfondoni da farmi venire la voglia matta di una bella solida dittatura che regoli la questione costituzionale per almeno altri 20 anni.
Eh..sì.. ci vuole una “expire date” pure per la costituzione come la scadenza dell’ ortofrutta con queste teste.
Durata minima costitutiva di 20 anni perchè nessuno in cielo terra e mare ha mai ordinato agli italiani che la loro costituzione debba durare più delle chiappe poggiate sulle sedie del parlamento.
Volete fare una costituzione più durevole?
Allora datevi una Costituzione Etica basata su principi immortali ed immarcescibili come quelli delle Costituzioni di USA e Francia.
Una costituzione vera di una Repubblica onorata e onorabile nata dopo il 1945 andrebbe basata sul primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani che recita:
« Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. »
Altro che “lavoro”.. e poi a me non mi piace lavorare perchè sono nato per cantare e per scopare e non voglio lavorare.

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