L’Unione degli Studenti risponde all’Uaar: “Mobilitazione anche per una scuola laica”

Non si è fatta attendere la risposta dell’Unione degli Studenti alla nostra lettera aperta.

Ci potranno essere differenti valutazioni su come sostituire l’insegnamento della religione cattolica: storia delle religioni, etica laica, educazione civica o semplice estensione dei programmi delle attuali materie curricolari, che al loro interno possono trattare propriamente e laicamente i fenomeni religiosi. Ciò che è importante è affermare che sia giunta l’ora di abolirlo, per investire sulla crescita consapevole degli studenti e su una scuola all’avanguardia.

Per questo esprimiamo il nostro apprezzamento per la risposta dell’UdS, che proponiamo integralmente qui di seguito, auspicando che altre realtà del mondo dell’istruzione prendano pubblicamente posizione per la laicità della scuola in modo altrettanto netto.

L’associazione

 

All’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti,

Carissime e carissimi,

abbiamo apprezzato la Vostra lettera aperta nei confronti della mobilitazione nazionale studentesca dell’11 ottobre indetta dalla nostra organizzazione. Concordiamo con quanto ci scrivete rispetto all’ora di religione cattolica. In particolare pensiamo anche noi che questa sia uno spreco di risorse, che sia dannosa per la crescita consapevole degli studenti del nostro Paese e che sia stata ingiusta l’immissione in ruolo con la legge 186 del 18 luglio 2003 degli insegnanti scelti dalla curie.

All’interno delle nostre piattaforme ed elaborazioni di questi ultimi anni, come l’AltraRiforma della Scuola, abbiamo più volte ribadito l’esigenza di sostituire l’ora di religione con un’ora di storia delle religioni. Pensiamo infatti che solo in questo modo si possa garantire una visione ampia, critica e soprattutto inclusiva di tutte le culture. Non possiamo più permettere che all’interno delle nostre scuole si riproducano discriminazioni su base culturale e religiosa. Pensiamo appunto che questa sia una misura di civiltà e di buonsenso per dare finalmente alle nostre scuole un profilo laico, multiculturale, aperto alle differenze.

Abbiamo sempre lottato per una scuola pubblica e laica e continueremo a farlo auspicando che i nostri rispettivi percorsi si possano intrecciare per condurre assieme questa battaglia di civiltà, a partire dall’11 ottobre e oltre.

L’Unione degli Studenti

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60 commenti

Tiziana

Speriamo che per scuola laica intendano con l’ora di religione facoltativa via dall’edificio e dall’orario. Ovviamente insieme ai crocefissi, arredamento incongruo per un edificio pubblico.

Tiziana

non avevo finito ma mi è scappato il via. c’è poco da sperare nelel nuove generazioni se ritengono indispensabile l’ora di storia delle religioni. se poi spiegano anche chi gliela deve impartire…. magari sarebbe opportuno provare a chiedersi perchè i LAICI sono così insicuri di sè dal dover ricorrere a ogni pi+ sospinto alla conoscenza delle religioni. Poi quali, le cosiddette monteistiche o. anche quella della pasta che ho visto qui su questo blog ?

Alessandro Baoli

La conoscenza delle religioni mi sta anche bene, vista l’enorme influenza che hanno avuto e continuano ad avere; non è che si può ignorare un fenomeno del genere, conoscere – in maniera critica e direi asettica, ovviamente – non vuol dire condividere. Certo, ci vorrebbero insegnanti adeguati, e qui usciamo dall’utopia per franare nella realtà.
Io invero sarei favorevole all’ora (o meglio “ore”) di filosofia, che può essere raccontata nel modo giusto già dalle elementari; in questa materia inserire lo studio storico e critico delle religioni.

Francesco S.

Non mi sembra così malvagia un’ora di storia delle religioni. Già ricordo che alle superiori usavo un testo di storia che prevedeva apposite sezioni di usi e costumi delle varie epoche in cui si trattava anche della religione di Sumeri, Egizi, Assiri, Babilonesi, Greci, Romani. Ben venga lo stesso approccio per le fedi contemporanee. Può essere un interessante approfondimento. L’importante è espellere l’ora di religione cattolica dogmaticamente orientata e fatta come catechismo.

Stefano Grassino

La storia delle religioni non dovrebbe esistere in quanto è già parte attiva nella filosofia, nella storia dell’arte e nella stessa storia.
La religione fine a se stessa se la possono studiare con il prete in parrocchia (pagata dai soli cattolici) così come fanno le comunità Ebraiche e i mussulmani.
Vedo in questa lettera lo spunto per un inizio e non un arrivo.
Solo in questo caso la considero un fatto positivo.

Federix

Ho un dubbio: temo che chi NON conosce sufficientemente le varie religioni, ed in particolare quella cattolica (con tutti i suoi crimini passati e presenti, nonchè con tutta la sua illusorietà, ecc.), da adulto, magari sotto la pressione della pervadente pubblicità mediatica, rischia un po’ di “cascarci” e “diventare” religioso (probabilmente cattolico) per fascinazione, anche se prima era “indifferente” o magari solo “spiritualista”.
In altre parole: la religione, (solo) se la conosci (a sufficienza) la eviti.

gmd85

Condivido il timore di Tiziana. Anche ammesso che in futuro avvenga un cambiamento, chi assicura che l’ora in questione, pur modificata, non rimanga sotto il controllo della ccar?

Tiziana

io sono d’accordo conn

@Grassino

evidentemente però noi laici (anche atei) non siamo in grado di far comprendere , in questo caso a giovani studenti, che la laicità comprende qualsiasi concezione filosofica, anche quella religiosa.
Credo che dovremmo riflettere su questa nostra incapacità.

Aggiungo anche che all’inizio dell’anno, per attrarre bambini piccoli all’ora di religione, gli insegnanti sostengono che fanno un pò di storia delle religioni, cosa che esula dalla loro materia che ha parametri fissati .
Una mia amica che fa la guida al museo ebraico di Roma, mi parla di bambini delle elementari e delle medie che hanno una preparazione molto personale sull’ebraismo, cosa che non dovrebbe sorprendere nessuno visto ciò che il cattolicesimo ha fatto agli ebrei. immagino che questo sia così anche per le altre religioni.

Roberto Grendene

Visto, ma vedo il bicchiere mezzo pieno (anzi, 3/4 pieno 🙂 ).
È molto importante avere una organizzazione nazionale di studenti che afferma:

Concordiamo con quanto ci scrivete rispetto all’ora di religione cattolica. In particolare pensiamo anche noi che questa sia uno spreco di risorse, che sia dannosa per la crescita consapevole degli studenti del nostro Paese e che sia stata ingiusta l’immissione in ruolo con la legge 186 del 18 luglio 2003 degli insegnanti scelti dalla curie

faidate

Mi sembra un risultato positivo per l’Uaar. Dobbiamo concentrarci su questo tipo di interventi più che su quelli funebri tipo eutanasia, suicidio assistito, testamento biologico, funerali laici. Tanto andremo comunque all’inferno.

Giorgio Pozzo

Non farei paragoni. Anzi, secondo me è il contrario.

La laicità della scuola è importante, ma certe libertà civili sono essenziali.

Io, per esempio, sono uscito addirittura migliorato dall’ora di religione al liceo (sono diventato più ateo), mentre purtroppo non ho ancora un diritto di decisione sul mio corpo e sulla mia vita.

faidate

Veramente volevo sottolineare positivamente il coinvolgimento degli studenti.

MASSIMO

Bene, questa lettera dimostra che i giovani d’oggi non sono fessi come si crede.

rederik

No, solo un po’ meno… che necessità c’è di adibire un’ora allo studio della storia delle religioni? Ci sono già la storia e la filosofia, che ricoprono l’oggetto della “storia delle religioni”…
Facciamogli studiare per esempio “educazione civica”: la costituzione, le leggi, com’è composto il governo, cosa vuol dire andare a votare, eccetera…

giancarlo bonini

E da chi, di grazia, dovrebbe essere effettuato l’insegnamento di storia delle religioni?
Alle elementari, da maestrine cattoliche, che non oseranno parlare con distacco delle altre religioni, dando sempre una prevalenza a quella di casa, e più avanti poi ( vista la vastità dell’argomento) occorrerebbe assumere docenti appositi che, anche se si trovassero, avrebbero un costo, magari insostenibili per la scuola.
No, ribadisco il mio pensiero di sempre: via le religioni dalla scuola pubblica; come ho detto, se ne parlerà soltanto nell’ambito di altri argomenti che si affronteranno nelle varie materie, trattandola come un normale contributo alla conoscenza della storia dell’umanità.

Francesco S.

Credo benissimo che un professore di storia, possa benissimo reggere l’impresa.

Le nostre università forniscono una buona preparazione e se c’è riuscito Odifreddi a fare un po’ di analisi storica del cristianesimo, un laureato in Storia dovrebbe disporre di tutti gli “skill” per tenere una lezione in tal senso sulla storia delle religioni.

silvia

scusa ma ho ben 2 figli liceali… l’ unico commento che mi è venuto in mente leggendo il tuo : OTTIMISTA….

Francesco S.

@Silvia

Sarò stato fortunato io allora, che in un paesino pugliese avevo degli ottimi insegnanti.

whichgood

Sono molto soddisfato del loro apprezzamento. Tuttavia considero più opportuno mettere “storia della religioni” all’interno del programma di storia generale. Non vedo nessun motivo per farne un’ora a parte.

Francesco S.

Non è mica detto che serva un’ora a parte basta aggiungere l’ora all’insegnamento di storia. Qui ci vorrebbe un professore di storia per spiegarci che un insegnamento di storia della religioni mica consisterebbe nello spiegare i dogmi, ma raccontare la storiografia che sta dietro quei testi religiosi c’è molto da dire e un’infarinatura generale può essere interessante.

Vi nomino anche un testo di storia che faceva un po’ questo Cliodossier, lo faceva sulla religione degli uomini preistorici, su romani, greci. Mica l’approccio era di catechesi, si può fare lo stesso con le altre fedi.

Ricordo che la stessa Hack, ateaccia come noi, proponeva lo studio critico della bibbia come un testo di letteratura. Non credo che ci sia nulla di male nella conoscenza critica.

Giorgio Pozzo

Infatti, se si parla di storia delle religioni, allora automaticamente si parla di un sottoinsieme di storia e di un sottoinsieme di storia della filosofia.

Ed allora, non ha senso avere un’ora separata come non avrebbe senso avere, che so io, storia delle rivoluzioni o storia delle guerre civili.

Mica abbiamo un’ora separata di “funzioni ellittiche” rispetto ad analisi matematica?! Oppure, un’ora di ginnastica agli anelli rispetto a ginnastica?!

Alfonso

E’ dalle scuole materne e primarie che deve essere abolita l’ora di propaganda e indottrinamento cattolico. E’ a quell’età che i cervelli vengono imprintati e i preti lo sanno molto bene. Se non erro erano proprio i gesuiti a dire “dateci un bambino fino a 6 anni e sarà della chiesa per sempre”. E’ in quella direzione che bisogna lavorare, non sulla scuola secondaria e superiore.

Frank

Papa: L’Eunione de le estudientes responde all’Uaar.
Segretario: E allora?
Papa: No tiengo idea se abbiano respondito pure all’ora.
Segretario: Mi sorge il sospetto che prima dell’elezione papale gli facciano una lobotomia.

Mizar

Storia delle religioni = storia. Perché pagare due volte? No grazie. Ovvietà.

G.B.

L’Unione degli Studenti è una costola del PD, con tutte le contraddizioni in esso presenti. In particolare disturba sentire dei ragazzi che associano la laicità al multiculturalismo, che noi più anzianotti sappiamo benissimo essere di fatto equivalente al multiconfessionalismo: ingenuità giovanile o longa manus degli adulti? Inoltre quanto è davvero rappresentativa l’Unione degli Studenti? Certo se si tratta di bigiare la scuola magari avranno anche un ampio consenso, ma resta il fatto che anche alle superiori la percentuale degli avvalentisi dell’ I.R.C. è ancora largamente maggioritaria. Sarò pessimista, ma non mi faccio grandi illusioni sui giovani, basti pensare che, appena diventano un po’ più grandicelli, prima convivono e poi si sposano in chiesa. Insomma i giovani saranno anche più secolarizzati delle generazioni che li hanno preceduti, ma non hanno una maggiore chiarezza di idee sulla laicità, forse anche perché danno per scontate alcune conquiste. Ma, come già avvertiva benedetto Croce, dare alcune conquiste come acquisite può indurre ad abbassare la guardia e a preparare il terreno favorevole per l’eclissi della libertà.

Engy

Questa è una lettera che rappresenta coloro che l’hanno scritta, non i giovani d’oggi intanto. Ma chi sò sti giovani d’oggi?!
Io invece trovo che la cosa veramente condivisibile di questa lettera sia il concetto di laicità abbinato al multuculturalismo (e perchè no, al multiconfessionalismo, che c’è di sconcio in questo?)
E ancora una volta i giovani vengono citati per parlare di conformismo e di conformismo religioso (prima convivono poi si sposano in chiesa). Ma chi l’ha detto che è così per i giovani? Ripeto, i giovani CHI?
Posto che il conformismo dilaga, in tutti gli aspetti della vita e della politica, mi sembra comunque una generalizzazione e una banalità.
Ad esempio la maggior parte dei giovani che conosco io convive, poi, casomai, si sposa in comune. Ma questo cosa significa? Bisognerebbe avere qualche dato alla mano, non buttarsi sul luogo comune, sia pure con disillusione e amarezza.

Giorgio Villella

Secondo dati ufficiali dell’Istat, in Italia:

Nel 1964, quando mi sono sposato io, i matrimoni civili, in municipio e non in chiesa, erano l’1,2% del totale. In pratica si sposavano in municipio solo i pochi valdesi o ebrei, qualche raro straniero e i pochi “matti” come me. Possiamo dire che “tutti” gli italiani si sposavano in chiesa. Le coppie che convivevamo senza sposarsi erano “inesistenti”.

Nel 1995 i matrimoni civili in Italia erano saliti al 19,98%. Sempre nel 1995 le donne che hanno avuto figli senza sposarsi né in chiesa, né in municipio erano l’8,1% di tutte quelle che hanno avuto figli.

Nel 2010 i matrimoni civili sono stati il 36,52% e i figli di genitori non sposati il 23,6%.

Nel 2011 i matrimoni civili in Italia sono saliti al 39,25% e le convivenze della coppie di fatto sono diventate significative: nel 2011 i nati fuori del matrimonio in Italia è stato del 24,5%. Senza tener conto che la percentuale di chi si sposa in chiesa va abbassata di chi si sposa in chiesa solo per non rompere con i genitori, per non perdere l’eredità dei nonni, per conformismo, perché sarebbe una cerimonia più suggestiva, otteniamo che in Italia la percentuale delle nascite di bambini dei genitori con scarso o nessun legame con la chiesa cattolica nel 2011 è almeno del 55%.

Le statistiche relative al solo Centro-Nord dell’Italia, simili al resto dell’Europa, indicano in più di tre quarti i bambini di famiglie non cattoliche, infatti il 50,2% dei genitori di chi si sposa lo fa in municipio e più di un quarto non si sposa.

Queste statistiche sono confermate drammaticamente da quanto si legge su diversi blog cattolici. Per esempio in uno del maggio 2011 c’è stato il seguente scambio di lettere.
Scrive R.: «Caro Padre, sono un giovane catechista della mia parrocchia e non le so dire la tristezza e lo sconforto che mi prende quando guardo i banchi vuoti della chiesa. Al catechismo, dopo la prima comunione, i bambini si prendono un “intervallo” di un paio d’anni; poi ritornano per la cresima; fatta questa, spariscono quasi completamente: se ne vedi un paio, puoi fare salti di gioia. Non ne parliamo poi dei giovani … La chiesa ormai è cosa di vecchi e di persone “spostate” (scusi la franchezza) …».
Risponde Padre S. P.: «Caro R., hai toccato un tasto dolente della “religiosità” in Italia (altrove è anche peggio), che in questi ultimi anni si sta manifestando in maniera drammatica …».

gmd85

Ad esempio la maggior parte dei giovani che conosco io convive, poi, casomai, si sposa in comune. Ma questo cosa significa?

Desiderabilità sociale. Mai sentita? E non vuol dire che il parametro di riferimento sia positivo.

Engy

gmd85 scrive:
Ascolta, desiderabilità sociale, ma lo sai che hai fatto un’osservazione acutissima? Come ho fatto a non pensarci! E come faccio a non capire – tuttora – che cosa ci azzecchi con quello che ho detto io e che di sicuro non andava in direzione opposta alla suddetta acutissima osservazione.
A proposito di desiderabilità, io desidererei perderti di vista e non averti sempre attaccato al culo. Scusa la volgarità eh!
Sempre se puoi eh !

gmd85

@E.ng.y

Tesoro mio:

Prima critichi il fatto che si tacci l’attuale gioventù di conformismo. Poi, dici che la tendenza sposarsi civilmente dopo la convivenza non significhi nulla. Infine, dici di essere d’accordo con il concetto di desiderabilità sociale. Concetto che è parallelo a quelli di conformismo.
Ancora una volta: o hai problemi o prendi per i fondelli.

Sempre detto di assumerti le responsabilità di ciò che scrivi. Regolati di conseguenza e vieni a patti con i tuoi desideri.

Engy

Allora, ricostruiamo, gmd85 (ragazzi, che pasinsia!)

G.B. dice:

Sarò pessimista, ma non mi faccio grandi illusioni sui giovani, basti pensare che, appena diventano un po’ più grandicelli, prima convivono e poi si sposano in chiesa.

IO dico

Posto che il conformismo dilaga, in tutti gli aspetti della vita e della politica, mi sembra comunque una generalizzazione e una banalità.
Ad esempio la maggior parte dei giovani che conosco io convive, poi, casomai, si sposa in comune. Ma questo cosa significa?

– OVVIAMENTE volevo solo dire che se GB dice che i giovani (gira e rigira) poi si sposano in chiesa, e IO dico che i giovani (gira e rigira) poi si sposano civilmente, stiamo dicendo cose non attendibili o attendibili solo limitatamente alla nostra esperienza come è evidente. E stiamo scadendo nelle banalità e nei luoghi comuni quando diamo dei conformisti ai “giovani” come intera categoria (questi giovani CHI? Ripeto).

E, a proposito di dati, è infatti intervenuto, quanto mai opportunamente, Giorgio Villella al riguardo con i dati ISTAT e, almeno per questa volta, sono stata indotta a pensare di non aver detto stronzate …..

FORSE IL PROBLEMA ce lo hai tu caro nel momento in cui vedi assurdità contraddizioni e stronzate in tutto quel che dico.

E LO SO che la desiderabilità è assimilabile al conformismo, e allora?
I contesti sono diversi, la tendenza al conformismo permane, dunque si troverà sempre il conformista pronto a conformarsi, più o meno di buon grado, agli usi costumi tradizioni del proprio ambiente.
Io stessa non posso assolutamente escludere, per me, forme di conformismo, per quieto vivere.
E allora? Questo cosa c’entra con le statistiche, con i dati, con i numeri di una intera nazione ad esempio?

Sulla responsabilità di quel che dico …. soprassediamo va ..

gmd85

@E.ng.y

Di grazia, ho mai parlato di uno o dell’altro tipo di matrimonio? Mi sono sempre e solo riferito all’istituto, sia esso civile o concordatario. Insomma, l’uno o l’altro, spesso, sono visti come tappa forzata. I dati riportati da Villella sono interessanti, ma la descrizione di G.B non è del tutto peregrina, a seconda dei contesti più locali.

Io la responsabilità me la assumo e non mi lagno se i commenti altrui non mi piacciono. Rinnovo l’invito.

Francesco S.

Perché dici questo leggo che l’UdS è apartitica e non c’entra nulla con il PD.

I giovani di oggi sono il frutto delle avanguardie precedenti. Per criticare i giovani di adesso bisogna criticare prima i loro padri, o megli una critica a loro è una critica ai loro padri.

Lorenzo Galoppini

Io vedo due alternative principali all’ora di religione: storia CRITICA delle religioni oppure (e anche meglio) educazione civica (io la studiai solo un poco in prima media, a.s. 1981-’82).

whichgood

Io non capisco per quale motivo bisogna cercare una’alternativa. Bisogna abolirla e punto. Chi vuole una formazione religiosa vada in parrocchia, in moschea, in sinagoga o dove cacchio riceve il suo dio. E’ così dificile?

Lorenzo Galoppini

Infatti va abolita. Per “alternativa” intendevo nel senso di “al posto di…”.

ANCIA LIBERA

ha i ragione il nulla non può essere sostituito!!!! abolire e basta!!!!!!

benjamin l'@sino

Alternative all’insegnamento della religione? Propongo senz’altro fondamenti di etologia comparata, cui far seguire fondamenti genetico-comportamentali della storia.

rosaria

Sono un’insegnante e penso che storia delle religioni sia superfluo poiché già viene fatta all’interno di altre discipline. Piuttosto investirei quei soldi per diminuire il numero delle classi e aumentare il numero dei docenti.
Attualmente le classi sono in media di 26/30 alunni, gli alunni non italofoni aumentano sempre di più così come gli alunni con bisogni educativi speciali.
Per questi alunni non sono previste figure aggiuntive e, inseriti nelle classi così numerose, non possono avere un adeguato intervento.

MASSIMO

In teoria, insegnare le religioni ai ragazzi, non è una cosa negativa perchè è comunque cultura generale.
Nella pratica è una cosa molto negativa perchè si tende a creare perchè, qualunque religione uno insegni implica la sudditanza a quelli che sono i ministri della religione interessata.
L’unica cosa che rende liberi è l’ateismo.

ANCIA LIBERA

segnalo con una certa soddisfazione come quest’ananno in classe di mio figlio – liceo classico – il numero di coloro che non frequentano l’ora di religione è praticamente triplicato – l’anno scorso su 32 (sic!) studenti otto non frequentavano l’ora di religione; quest’anno su 31 studenti 23 studenti non frequentano l’ora di religione cioè quasi il triplo – come detto dell’anno scorso – per quanto la propaganda clericale si sforzi – le nuove generazioni sono molto più laiche ed indipendenti dalla CCAR di quanto qualcuno ci voglia far credere!!!!!!

whichgood

Questa è una bella notizia per quanto riguarda la secolarizzazione. Il problema rimane in quanto l’insegnanti di religione avrebbero il “diritto” di “insegnare” anche con 1 alunno e questo si traduce sempre in perdita di risorse all’istruzione pubblica e ingerenza vaticana.

ANCIA LIBERA

speriamo che di qui a alla fine del cosro di studi non ci rimanga più nessuno- siamo sulla buona strada nonostante franecsco!!!!!

RobertoV

Anche da mio figlio, in 1° liceo scientifico, a Milano, circa la metà della classe non fa religione, questo nonostante la scuola non offra l’ora di alternativa. Un bel cambiamento rispetto alla media dove solo un 15% non faceva religione.
Già da qualche anno si legge che nei licei di Milano più della metà dei ragazzi non fa religione. Il numero aumenta decisamente con l’ultimo anno, quando i ragazzi maggiorenni possono decidere senza il permesso dei genitori (in paesi come Austria e Germania possono già decidere a 14 anni senza il benestare dei genitori).

dragor

Niente storia delle religioni nella scuola pubblica. C’è sempre il furbastro che ne approfitta per fare proselitismo. Mia figlia, scolarizzata in Francia, ne sa qualcosa. Le religioni non vanno studiate nemmeno in filosofia, perché mettono il carro davanti ai buoi dando per scontato quello che è tutto da dimostrare. Si possono studiare in antropologia come perversione del gene della sottomissione, come suggerisce Dawkins.

Francesco S.

Addirittura neanche in filosofia? Povero Marx, Feuerbach, Nietzsche, Democrito etc. Come si fa a criticare ciò che non si conosce?

giuseppe

Lottano per una scuola laica ? Sarebbe meglio dire una scuola laicista, dove la laicità e il pensiero dominante diventano religione assoluta, discriminando tutte le voci contrarie. Francia docet…Altro che crescita consapevole degli studenti e scuola all’avanguardia !

giuseppe

Ad ogni modo, c’é un concordato da rispettare e qualunque cosa dicano o facciano questi studenti, da voi catturati alla causa anticattolica, sarà irrilevante.

lucman

Tipico.
Fai quello che dico io se no ti spacco il crocefisso sulla testa, perché quello che dici e fai tu non conta niente.
Bravo bel esempio.
Solito cattofascista, ma che lo dico a fare.

Diocleziano

giu,
sei un pidocchietto che saltella su un cane morto (la chiesa), dài tempo al tempo e verrà anche il momento di rimettere mano al concordato. Intanto vai a dire a Sua Banalità che ci sarebbero da pagare 4 miliardi di ICI arretrata (dimenticati da Monti), così, tanto perché possa mettere in pratica davvero le baggianate che rivolge al popolino di boccaloni in piazza.

gmd85

@peppiniello

Allora, prima scrivi:

discriminando tutte le voci contrarie.

Poi scrivi:

Ad ogni modo, c’é un concordato da rispettare e qualunque cosa dicano o facciano questi studenti, da voi catturati alla causa anticattolica, sarà irrilevante.

Devi deciderti, fascistello.

E devi capire che nessuno cattura nessuno, ma che la gent si fa delle idee, a differenza di te che ti bevi quelle preconfezionate.

Fossi in te, poi, mi informerei sull’art. 71 della Costituzione e sul concetto di legge ordinaria, visto che è sufficiente a modificare i Patti. Datti una svegliata, cima

Augusto

Per Tiziana

Due sole osservazioni al tuo commento. 1. Gli insegnanti di storia – posso testimoniarlo personalmente – trattano già oggi le religioni nel loro programma. Non è necessario un insegnamento specifico. 2. Durante l’ora di religione cattolica – si chiama così, non semplicemente “ora di religione” – è già previsto che gli studenti possano uscire dall’edificio scolastico.
Cordialmente

Marcateo

Io resto dell’idea che “storia delle religioni” è un argomento che fa già parte della storia, come le guerre, le rivoluzioni, le migrazioni, le invenzioni, le scoperte etc.
Propenderei o per un’ora di etica laica oppure, meglio ancora, per educazione civica o, perché no, stradale. Guardiamoci intorno, ad ogni incrocio, ad ogni marciapiede, e ci renderemo conto di quanto avremmo tutti (o quasi) bisogno di un “indottrinamento” del genere. Sì, anche in tenera età.

giuseppe

firestarter scrive:
sabato 28 settembre 2013 alle 3:07
Tu fai Pena, giuseppe

La tua povera testolina non ha saputo concepire altro ?

gmd85

Non è necessario sforzarsi troppo con te. Visto che la tua di testolina non è che sia questo fulgido esempio.

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