Rabbi Sacks, il lord anti-ateo dai modi molto grezzi

Il quotidiano inglese Spectator ha ospitato un veemente articolo del rabbino capo Jonathan Sacks. Un uomo che deve aver recentemente conversato con il cardinal Gianfranco Ravasi. Perché anche lui si lamenta che non c’è più l’ateismo intellettuale ed elitario dei bei vecchi tempi dei Marx e dei Nietzsche, serioso fenomeno di nicchia e di cattedra che non poteva impensierire troppo il clero. Gli intellettuali atei odierni come Dawkins invece non gli piacciono. E nemmeno l’ateismo contemporaneo di massa, a ben guardare. Comprensibile, in un paese come la Gran Bretagna dove ormai un quarto della popolazione è ufficialmente composta da non credenti.

Se quello dei “sani” intellettuali atei di una volta è un argomento di Ravasi, quello della civiltà in pericolo è del buon vecchio papa Ratzinger. Il florilegio della demonizzazione religiosa nei confronti dei non credenti, accusati di ogni nefandezza e etichettati come carenti di umanità o sentimenti, è un refrain che va avanti da millenni, fin dal pensiero ebraico. Il rabbino Sacks non si esime quindi dall’attaccare i non credenti sulla scia della lunga tradizione monoteista, e contesta il “fallimento” dell’ateismo battendo su alcuni cavalli di battaglia (si fa per dire) dell’apologetica. Non solo, ne preconizza l’estinzione (mentre la tendenza internazionale, specie fra i giovani, dice proprio il contrario) e invoca la religione come panacea di tutti i mali perché la civiltà starebbe collassando. A suo dire, non ci sarebbe un’etica laica valida, capace di reggere una società e promuovere valori positivi come altruismo e virtù. Ci sarebbe però da riflettere sui disastri causati dalla religione nel corso della storia, quando ha voluto imporre in maniera assolutistica le proprie pretese, come qualsiasi altra ideologia. Come riconosce lo stesso religioso criticando i “fondamentalisti che cercano di imporre una singola verità a un mondo plurale”, definendoli “nuovi barbari” e paragonandoli a quelli che hanno distrutto l’impero romano.

sacks

Evidentemente il rabbino è rimasto molto indietro: a smentirlo non è solo la ricchezza del pensiero incredulo che da millenni si è interrogato su questioni filosofiche — come Dio, la morale e la ricerca di senso — e lo fa ancora oggi con il tanto vituperato new atheism, ma è la vita stessa dei tantissimi non credenti che già danno il loro contributo per una società migliore e che di certo non vivono la loro vita come replicanti. E l’evidenza ci mostra come proprio le società più democratiche, libere e prospere abbiano una maggiore presenza di atei e agnostici. Va anche considerato che usare Dio come tappabuchi etico o sentimentale non è certo una soluzione a un occhio laico: il sospetto è che mostri piuttosto la povertà di fondo dell’integralista religioso. D’altronde chi presume in maniera assolutistica che Dio sia la fonte di ogni bene non sarà capace di immaginare qualcosa di molto diverso: per contro, il non credente è consapevole che valenze positive possono prescindere dall’aver fede o meno, perché fanno parte del nostro bagaglio in quanto esseri umani e animali senzienti. Che ci siano intellettuali atei come quelli che dipinge Sacks è una barzelletta: basta far notare quanto sia strumentale che un integralista religioso esalti (ora che sono morti) i pesi massimi della miscredenza d’antan, gli stessi che fino a ieri venivano giudicati vecchi, intolleranti, astrusi e alfieri dell’anticristo.

Le tesi del religioso sulla mancanza di serietà degli atei moderni e sulla religione come unica fonte di etica vengono controbattute con decisione e in maniera calzante, tra gli altri, dal biologo Jerry Coyne. Oltre a riecheggiare concetti che abbiamo già espresso cita anche, non a caso, l’ultima preziosa opera dello psicologo Steven Pinker, Il declino della violenza (The Better Angels of Our Nature), in cui si argomenta come l’umanità sia diventata tendenzialmente più tollerante ed empatica anche grazie, tra diversi altri fattori, al processo di secolarizzazione che ha diminuito l’influenza nefasta dei diktat religiosi assolutisti su norme e costumi, con cui si giustificavano violenze e abusi di ogni genere.

Rabbi Sacks è anche barone e lord. Ecco, da questo punto di vista ammettiamo l’inferiorità degli atei: l’idea di diventare lord e far parte dela relativa Camera solo in quanto rabbini-capo non li sfiora nemmeno. È vero, vogliono mettere in pericolo proprio la “civiltà” che ha dato vita a questi privilegi religiosi. Comprendiamo il punto di vista di rabbi Sacks, ma la sua preoccupazione fin troppo umana di perdere certi onori ben remunerati non è la nostra.

La redazione

44 commenti

Stefano

Perché esiste un’etica (sottolineo una) religiosa?
Quale, “quella” per la quale si sono massacrati a vicenda?
Un’etica laica è semplicemente un’etica che può rendere conto di sé stessa e non del dio di turno che la comanda.

bruno gualerzi

Azzardo una previsione. Si dirà: ha ragione il rabbino in quanto l’Olocausto è stato colpa del regime ateo nazista!
Oltre tutto, ‘recuperando’ Marx si dovrebbe smetterla quanto meno di imputargli gli orrori del comunismo, mentre, ‘recuperando’ Nietzsche, lo si dovrebbe assolvere dall’aver ‘ispirato’ (sciocchezza enorme, ma tant’è) il nazismo.
O no?

Tiziana

@bruno gualerzi

Questo rabbino può dire quel che crede, ma la maggior parte dei rabbini e soprattutto la totalità degli ebrei pensano che la responsabilità della Shoah è sulle spalle del cristianesimo, soprattutto nella sua versione peggiore il cattolicesimo. A differenza di quello che dicono i papi e che i cattolici con le pecorelle che possono solo fare si con la testa.
Qualche volta togliersi gli occhiali del pregiudizio fa bene

bruno gualerzi

Ma io mi riferivo proprio a ciò che potrebbero dire (che in realtà hanno già detto, ad es. Ratzinger) cristiani, cattolici e papi vari.

Tiziana

In realtà quando si parla di un rabbino che ha una idea si parla del nulla, perchè nell’ebraismo e nel rabbinato non c’è una versione comune. Comunque Rabbi non vuol dire nulla , Si dice rav rabbino o se proprio si vuole fare i sofisticati rebbe.

bruno gualerzi

@ Tiziana
Spero comunque che, con queste precisazione, tu non ti rivolga a me.
Ripeto: non mi interessa ciò che ha detto il rabbino (o comunque si chiami), ma la strumentalizzazione che se ne potrebbe fare in quanto sotto accusa sono gli atei.

Tiziana

a volte bisognerebeb pure ignorare certe cose, se ci si mette a rispondere a tutti Sacks è stato zittito così tante volte. Se propri o uno ci tiene imparasse dal libro degli ebrei dove faraone non viene neanche mai chiamato per nome (come saprai di certo) La correzione era per chi hha scritto il titolo, ma così per l’esattezza dei termini

bruno gualerzi

@ Tiziana
Continuiamo a non capirci. Per l’ultima volta: non intendo confutare quanto detto da Sacks, né mi interessa… mentre mi interessa la strumentalizzazione che se ne potrebbe fare. Che non è teorica, ma, come tu stessa dici, è ricorrente nel modo cattolico in particolare.

Tiziana

@Gualerzi

Ho capito. Ma anche questi commenti lo sono. IO scrivevo proprio di non prendere in cosniderazine qualsiasi stronzata viene detta.

Francesco S.

Certo che questo “rabbino” sembra incarnare tutti gli stereotipi antisemiti, a cominciare dal fatto di essere un Lord, ricco e presuntuoso, attaccato ai propri privilegi. Non fa fare una bella figura agli ebrei, il che mi spiace.

Tizio

Certa gente è davvero strana, la morale dipenderebbe dal credere o meno in un fantomatico essere invisibile, dotato dei più strabilianti poteri, infinitamente buono, che però nulla può (o nulla vuole) per estirpare il male da questo mondo.
Tra la gente strana poi, ve n’è di ancor più strana: questo essere invisibile non ha un nome, ossia ce l’ha, ma non serve, nessuno lo deve nominare e allora giù con acronimi e accrocchi, tra l’altro la loro santa moralità, come riportato nel loro testo sacro, si compone di incesti, omicidi, stragi, uccisione di bambini primogeniti innocenti, conquista delle altrui terre con la forza e l’inganno, cespugli in fiamme che parlano, puro splatter e pornografia di bassa lega.

Laverdure

@Tizio
Solo per il gusto della precisazione :
certe usanze,specie quelle di guerra,a quell’epoca (vale a dire circa 3000 anni fa)non erano certo monopolio del popolo ebraico.
Assiri,babilonesi,Ittiti e,diversi secoli dopo, anche i Romani,non applicavano certo le regole della Convenzione di Ginevra o della Dichiarazione dei diritti dell’uomo ,in pace e in guerra.
Quello che e’ ovvio invece ( ma non a tutti)e’ che pretendere di
ricavare esempi morali da testi di quell’epoca e’ altrettanto assurdo di ricavarne insegnamenti sulle leggi fisiche,o sulla medicina.

FSMosconi

Ma possibile che certi reazionari dell’ultim’ora non si sforzino nemmeno di inventarsi argomenti nuovi? Che è, assieme all’idea di miglioramento si son castrati anche dell’immaginazione?

Ermete

Non capisco, ma (passi parzialmente per Nietzsche su cui, comunque, ritornerò di volata a fine intervento) a me non pare che l’ateismo marxista sia stato elitario, perchè, insieme al socialismo libertario, ha diffuso l’ateismo e l’anticlericalismo tra gli strati più umili della società.
Al contrario, è l’ateismo di Dawkins ad essere secondo me elitario e ristretto ad un pubblico esperto e di difficile suggestione per le masse per la mancanza di portata critica sociale ed economica.
Che poi ci sia un aumento dell’ateismo (o dell’indifferentismo religioso) di massa, penso che sia conseguenza dell’ondata di secolarizzazione degli scorsi decenni, in cui ha influito proprio il pensiero di Marx (e di alcune di Nietzsche, emendate dall’aspetto più propriamente di critica filologica e filosofica) che della diffusione di massa del pensiero dei vari Dawkins o Hitchens.

bruno gualerzi

Il ‘teorema’ di Ravasi (ripreso a quanto pare dal rabbino):
I veri atei’, quelli che si possono definire ‘atei doc’, in realtà sono credenti senza sapere di esserlo. E questo può scoprirlo, ovviamente, solo un credente… ergo un ateo, per sapere se il suo ateismo è genuino, deve rivolgersi ad un credente.
Per facilitargli il compito, meglio se dopo morto…

Tiziana

gualerzi

però che senso ha rispondere a quello che dicono i religiosi? è un pò fornirgli la biada
la maggior parte dellepersone che conosco proprio non si pongono il problema di Dio nè della sua negazione. Io credo che sia la maggior parte delle persone al mondo che pensa così.

vincenzo d'addario

Giusto, non bisognerebbe neanche rispondergli a questi integralisti senza cervello.

Stefano

@ Tiziana

Più o meno lo stesso che ha rendere noto che omeopatia, astrologia, tarocchi, cura di Bella sono da considerarsi panzane.
E spiegare perché lo sono. Magari qualcuno capisce.
Vedila in altro modo: immagina comunicazioni a senso unico sugli argomenti che ho elencato senza alcuna voce critica. Fai pure, io no.
Poi ognuno scelga la sua strada.

bruno gualerzi

@ Tiziana
Non concordo. Non credo affatto (ovviamente opinione personale) che lasciare in monopolio ai preti le questioni ‘teologiche’… ovviamente non di per sé, ma per ciò che comportano sul piano culturale, cioè poi esistenziale… sia fornire biada ai religiosi. Credo, al contrario, che in questo modo si dia loro l’opportunità di tentare poi operazioni come, ad esempio, questo ‘recupero’ degli atei storici, quelli famosi e morti da tempo, inquadrandoli di fatto tra gli atei devoti: quelli che, viventi, non credono in dio, non sono interessati alla questione, ma poi credono magari nella chiesa. Certamente – almeno in Italia – sono la maggioranza quelli che se ne fregano della religione… ma poi sono sempre la maggioranza quelli che si fidano più della chiesa che di qualsiasi altra istituzione. In sostanza abbiamo una maggioranza – per motivi che adesso non sto qui a ripetere – di ‘atei devoti’.
Pronti tra l’altro… immagino che ne conosca anche tu come ne conosco io… a ritornare in grembo a mamma chiesa di fronte a certe scadenze esistenziali non eludibili. Accentuate tra l’altro in periodi di crisi.

massi

Quoto Bruno,
evidentemente a molti sfugge il tipo d’imbroglio che ci perviene dai messaggi religiosi: essi si pongono (e ci vengono propinati) come “sopra le parti”, senza esselo affatto. Una sorta di “pre-politico” a cui molti sfugge la radicale politicità.

Tiziana

Va bene parlate di questioni teologiche se vi interssa. Per me quel che conta è un Paese equo e laico.

Stefano

@ Tiziana

Per me quel che conta è un Paese equo e laico

Anche per noi. E qualcuno potrebbe chiederti ragioni. Spero e credo tu ne abbia e sappia difenderle. Perché altri potrebbero non ritenerle giustificate alla luce di altri principi.
Una questione può essere discussa a diversi livelli di astrazione. Tutti importanti.

Stefano

@ Tiziana

Chiunque può avere l’idea che vuole. Ciò non vuol dire che non ci siano idee migliori di altre e cha si possa giustificarle senza mandare nessuno sul rogo ma semplicemente argomentando. Spero che la tua (e mia) idea di volere un paese più equo e laico sia da te giustificata in qualche modo e che tu ritenga buona la giustificazione, migliore del suo contrario. O per te “everything goes” è il massimo della vita?
Ora, se qualcuno ti viene a dire che un paese più equo e laico è una cavolata, forse tu ritieni la sua posizione equivalente alla tua? E se no cos’è, inquisizione?

Francesco

Rabbi Sacks è anche barone e lord

Papa (emerito): Si vantare di essere “lord”, facevamo bene durante seconda guerra mondialen a mandarlen a fare la “doccien”.
Segretario: Sua Santità ma insomma…..

bruno gualerzi

Papa (emerito): ma io mica ce l’ho con gli ebrei. Ce l’ho con gli inglesi, che Dio li stramaledica…
Segretario: Santità, in Italia questa imprecazione l’hanno già sentita. Era quando governava l’amico di Hitler…

Francesco

Papa (emerito): Essere solo una coincidenzen.
Segretario: Ne è sicuro?

vincenzo d'addario

Io non mi meraviglierei troppo delle “sparate” di questo rabbino.
Ma avete presente cosa fanno gli ortodossi ebrei a Gerusalemme? Quell’ondeggiare spasmodico della testa davanti al muro del pianto……….Quei cappelloni neri e quelle palandrane nere sotto il sole cocente……….e il sabato non puoi lavorare perché così ha stabilito Jahvè………….no, ma dico, avete minimamente idea di chi stiamo parlando?!
Questi signori il cervello lo hanno da numerosi secoli messo a bagno maria, non stupiamoci se dalle loro bocche fuoriescono le migliori cazzate in circolazione………dai!

massi

vero ateo è colui che se la ride delle divinità di volta in volta inventate da loro

Stefano Grassino

“Rabbi Sacks, il lord anti-ateo dai modi molto grezzi.”

Anche io, essendo molto grezzo (forse più pratico che grezzo) dico che non si deve rispondere a questa gente. Per loro esiste solo un sistema che qui non posso dire per non far arrabbiare il Prof. Bruno Gualerzi.
Ora, essendo egli un brav’uomo, non intendo creargli problemi alle coronarie, anche se da persona intelligente quale è, sicuramente avrà già compreso quali sistemi adotterei con questo tipo.

bruno gualerzi

@ Stefano Grassino
Del ‘brav’uomo’ lo vai poi a dire ad un altro (hai sorelle? (^_^))! Questo, più di ogni altro insulto, potrebbe mettere a repentaglio le mi coronarie.

Come sempre comunque beccati la lezioncina, se no che prof sarei? (per inciso: avevo chiesto anche ai miei studenti di non chiamarmi ‘prof”, da tempo una prof-essione troppo squalificata). Ecco la lezioncina, per altro non nuova: guarda Stefano che essere ‘pratici’ – nel senso di far parlare i fatti, il fare, come si dice – a volte può essere quanto di più’ ‘teorico’ (metafisico) si possa immaginare. I fatti da soli non significano niente… oppure possono diventare molto pericolosi… se non li si sa interpretare. Ciò che per altro, consapevoli o meno se ne sia, si fa sempre. E tieni sempre presente – come ricordato altre volte – che siamo ancora qui a dover fare i conti con un ventennio di ‘governi del fare’!
Naturalmente non sto dicendo che tu ‘non sai interpretare’, anzi… solo non vergognarti di essere per questo (altro termine più che mai squalificato, da recuperare nel suo vero significato) un ‘intellettuale’: cioè un uomo che usa il cervello, prof o meno che sia.

Stefano Grassino

Di questi tempi, lo cervello usar sconveniente lo trovai assai. Son venti anni che co sta marmaglia, più che il parlar le mani avremo dovuto usar.
Lo guaio nostro “o brav’uomo d’un professor” fu che le mani non sapremmo, almen noi adoprar.
Conveniente più di tutti fu semmai lo tacer.

MASSIMO

Preti, Rabbini ed Imam sono dei piazzisti che vendono le loro religioni. L’ateismo li lascerebbe senza lavoro e pertanto è logico che ne parlino male.

MASSIMO

Ma la Chiesa non è solo religione. Possiede scuole, ospedali, università, alberghi ecc… e potrebbe campare benissimo in un mondo di atei.
Ma allora non sarebbe più giustificato il Concordato e così si avvererebbe il suo peggior incubo….PAGARE LE TASSE!

bruno gualerzi

Più che il Concordato, per farle pagare le tasse occorrerebbe paradossalmente farla diventare ‘chiesa di stato’. Apparentemente si tratterebbe di garantirle un’ingerenza maggiore.. ma alla ccar sta molto meglio così: si ingerisce ugualmente e allo stesso tempo non paga le tasse.

bruno gualerzi

“Rabbi Sacks è anche barone e lord. Ecco, da questo punto di vista ammettiamo l’inferiorità degli atei: l’idea di diventare lord e far parte dela relativa Camera solo in quanto rabbini-capo non li sfiora nemmeno.”

Amici della Redazione, ammettetelo: siete solo invidiosi! Non potendo diventare lord (raggiungere l”uva’) tirate in ballo l’essere atei (“nondum matura est”!). Se invece confidaste di più in Dio, chissà che un giorno…

bruno gualerzi

Per riuscire a inviare un commento, dopo aver riempito ancora ogni volta le caselle con nome e-mail ecc., devo per forza tenere aperto il post scrivendo comunque qualcosa. A corto ormai di argomenti ho inviato questa spiritosaggine. Cancellate pure tutto.

Stefano

@ Giorgio Pozzo

Già, ma il punto è proprio quelllo. Sono state tolte alla religione molte sfere di competenza. La morale è l’ultimo fortino.

maurizio

Eh già, non ci sono piú i sani intellettuali atei di una volta…

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