La truffa dell’Otto per Mille si vede sempre meglio

Se la proposta del Governo di introdurre il Due per Mille con un tetto, senza ripartizione dell’inoptato, ha reso plateale come l’Otto per Mille (senza un tetto, e con ripartizione delle scelte non espresse) sia una truffa, quanto avvenuto ieri in parlamento ne costituisce un’ulteriore conferma. Curiosamente, è accaduto per iniziativa di un parlamentare cattolico.

Luigi Bobba, ex presidente delle Acli, ora deputato Pd, ha infatti presentato un’interrogazione in merito alla ripartizione del Cinque per Mille 2011. Gli ha risposto Stefano Fassina, viceministro dell’Economia (anch’egli del Pd), comunicandogli che l’importo totale versato dai contribuenti è stato pari a 488 milioni di euro. Tuttavia, poiché il Cinque per Mille ha un tetto (400 milioni), 88 milioni sono rimasti alla fiscalità generale. Anzi, anche qualcosa in più. Perché, secondo quanto affermato dallo stesso Fassina e riportato oggi dal Fatto Quotidiano, “in data 30 gennaio 2013 la Ragioneria dello Stato ha comunicato che le risorse disponibili in bilancio sull’apposito capitolo 3094 corrispondevano a 395.012.422 euro”. Gli altri quasi cinque milioni non saranno a loro volta distribuiti. E Fassina non ha saputo nemmeno spiegare perché.

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L’Otto per Mille un tetto non ce l’ha. Non ha nemmeno dati pubblici aggiornati e trasparenti. Tuttavia, in occasione della ripartizione dei redditi 2010 (redditi 2009) la Chiesa cattolica, che dispone dei dati in anteprima, ha ricevuto 1.032.667.596,34 euro per l’82,01% delle scelte espresse. Non una parola su quante siano state le scelte inespresse. Secondo l’ultimo dato ufficiale a nostra disposizione, risalente addirittura alle dichiarazioni 2007, le scelte espresse erano solo il 43,95%. Assumendo che siano rimaste invariate, ne consegue che a fronte di un prelievo totale di 1.258 milioni, i cittadini ne hanno voluti dare soltanto 553.

Riepilogando, i contribuenti destinano esplicitamente 553 milioni per l’Otto per Mille, lo Stato eroga però 1.258 milioni. I contribuenti destinano esplicitamente 488 milioni per il Cinque per Mille, lo Stato eroga però 395 milioni. Ancora una volta, trovate la (non) piccola differenza. Ancora una volta, senza dimenticare che comunque 8 è più di 5. Il bello è che c’è chi si chiede perché venga lanciato un referendum per porre fine a questo scempio…

La redazione

11 commenti

faber

A parte la truffa dell’8×1000…ma quanto è grave quello che ha detto Fassina sul 5×1000? Lo Stato non è in grado di versare la quota dovuta? Ma siamo impazziti? A maggior ragione che è previsto il tetto, come è possibile che non avessero previsto in bilancio quei 400milioni? 5 milioni spariti nel nulla e lo Stato si limita a dire: vabbè non ci sono, non li distribuiamo. Be allora ho un consiglio per i “ragionieri” del governo, per l’anno prossimo prevedano in bilancio solo 200milioni, così lo Stato ne risparmierà addirittura il 50%! Allo stesso modo potrebbero dare un 10% di stipendio in meno a tutti. Basta non stanziarli!

Serlver

La stortura è ne fatto di come è stato disegnato l’otto per mille all’inizio: esso è definito come una quota del gettito totale Irpef, mentre il due per mille come una frazione delle tasse del singolo che egli decide come destinare – tralasciando la gabola dell'”iniptato”.

Personalmente trovo quasi un bene che il cinque per mille non sia stato distribuito, perché so per certo che tra gli enti beneficiari ce ne sono tantissimi (circoli sportivo quasi famigliari, bocciofile, ecc) che è uno scandalo che siano ammessi a tale contributo da parte dello Stato.

Senjin

Ma perchè non introdurre una decima alla tedesca? Chi vuole firma il suo bel modulino e paga di tasca SUA il suo X% alla religione che preferisce, chi non vuole non paga nulla.
Semplice, chiaro e trasparente.

faber

“Ma perchè non….? Semplice, chiaro e trasparente.”
Ecco, appunto. Penso che sia soprattutto il trasparente a dare prurito anche solo a sentire la parola.

Ratio

Accidenti! “Semplice, chiaro, trasparente.” ???
Ma qui siamo in Italia!………

Roberto Grendene

è proprio quello che chiede l’Uaar come “male minore”

vedi Tesi Uaar, punto 27:
http://www.uaar.it/uaar/tesi/obiettivi

TASSA DI RELIGIONE. L’UAAR sostiene tutte le forme di opposizione al sistema dell’Otto per mille ritenendolo incomprensibile, discriminatorio nei confronti di tutti coloro che non appartengono a una delle confessioni ammesse alla ripartizione e, soprattutto, causa di un ingente danno alle dissestate finanze dello stato italiano.
L’UAAR ne chiede con forza l’abolizione. Come male minore, l’UAAR suggerisce semmai di prendere in considerazione, in alternativa al meccanismo attuale, le legislazioni di alcuni paesi europei, come la Germania, che tassano solo i contribuenti che vogliono espressamente concorrere economicamente alle sorti della confessione religiosa cui appartengono.

Rester

Una precisazione, pagherà di tasca sua OLTRE le sue tasse. Non come l’8 per mille, che sono soldi statali in quanto una parte delle tasse che paghi. Si pagherà X+Y, dove X sono le tasse dovute e Y il contributo di soldi del contribuente e che suddetto contribuente vuole effettivamente dare. Altrimenti sarebbe come adesso, solo un pò meno costoso. Ma faglielo capire ai cattolici che se vuoi qualcosa devi pagarlo e se non lo vuoi non lo devi pagare. La prossima volta che cambio la macchina chiedo l’8 per mille allo stato, a me che mi importa cosa ne pensa il popolo

Antonio

Con il sistema alla tedesca il 95% dei cattolici farebbe lo sbattezzo per non pagare, magari poi però andrebbero comunque in chiesa, sempre che la CCAR non crei un tesserino di riconoscimento per i credenti paganti senza il quale non potrebbero ricevere i sacramenti.

MASSIMO

Infatti io farei proprio così. Sistema molto più chiaro, sincero ed onesto per entrambe le parti.

RobertoV

In Germania e Austria se non paghi la Kirchensteuer (o Kirchenbeitrag) sei fuori dalla chiesa e non puoi usufruire di tutti i suoi servizi. E’ stato ribadito anche recentemente dal consiglio dei vescovi e dallo stesso Vaticano a cui si erano rivolti per chiarezza per la questione sollevata da un teologo cattolico.

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