Giornata mondiale contro l’omofobia

Oggi è la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Data scelta non a caso come anniversario della rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali stilata dall’Organizzazione mondiale della sanità e resa ufficiale dall’Unione europea dal 2007. Un’occasione importante per riflettere ancora una volta sulle discriminazioni che subiscono gay, lesbiche e trans, sui diritti che vengono negati in maniera più o meno sottile, sui pregiudizi ancora diffusi da certi ambienti, sugli atti di violenza alla luce del sole.

L’omosessualità in generale ha visto una massiccia opposizione nei secoli e nei millenni soprattutto perché diverse religioni l’hanno aspramente condannata, legandola alla trasgressione, al peccato, allo sconvolgimento dell’ordine “naturale” e della famiglia tradizionale. Questa ideologia ha marchiato un pesante stigma nei confronti dei gay, alimentato un clima di odio radicato che ha giustificato diffuse violenze e persecuzioni nei loro confronti. Tuttora in diversi paesi islamici è prevista la pena capitale per gli omosessuali; il caso più noto è quello dell’Iran teocratico, dove i gay vengono impiccati.

Nell’Africa subsahariana le credenze tribali tradizionali, gli islamici e i fondamentalisti evangelici fomentano la discriminazione. Come avviene in Uganda, dove stava per passare la famigerata “kill the gay bill”. Pericolo ancora non scongiurato, anche perché è preoccupante l’attivismo proprio degli evangelici in Africa contro gli omosessuali, come testimoniato dal documentario God Loves Uganda. Oggi le associazioni gay si daranno appuntamento per un sit-in davanti all’ambasciata ugandese a Roma. In Occidente, con alcune eccezioni eclatanti come l’Italia, le confessioni religiose in genere si astengono dal condannare duramente l’omosessualità. Sono state abolite le discriminazioni ancora esistenti e si è avviata la strada per il riconoscimento delle unioni omosessuali, frenata però dagli ambienti di estrema destra e da quelli religiosi più integralisti.

Anche la Chiesa ortodossa russa veicola una visione retriva nei confronti dell’omosessualità, tanto da ottenere che il governo di Vladimir Putin approvasse una legge discriminatoria che condanna la “propaganda” gay. Tale da impedire qualsiasi espressione pubblica dell’omosessualità, mentre le forze dell’ordine reprimono le manifestazioni per i diritti dei gay, che vengono puntualmente colpite con violenza dagli estremisti e dagli integralisti religiosi. L’omofobia in Russia si fa più estrema: proprio pochi giorni fa un giovane è stato brutalmente seviziato e ucciso perché avrebbe rivelato di essere gay.

Intanto in Georgia il patriarca ortodosso Ilia II si è persino rivolto al sindaco di Tblisi per vietare una manifestazione per i diritti degli omosessuali. “Ogni insegnamento religioso e scientifico, a parte la moderna pseudoscienza, considera l’omosessualità anormale e una malattia”, ha scritto il pope per giustificare il divieto.

La Chiesa cattolica ancora oggi presenta l’omosessualità come moralmente sbagliata, un fenomeno ‘contro natura’, che può essere ‘corretto’ o ‘curato’. La sua politica non è più condannare violentemente contro i gay, ma piuttosto compatirli, mantenerli in uno stato di minorità, invitandoli a entrare in un percorso di fede fatto di penitenza, preghiera e castità. Posizione esplicitata dalla lettera ai vescovi sulla “cura pastorale delle persone omosessuali“, firmata nel 1986 dall’allora prefetto per la Congregazione per la dottrina della fede cardinale Joseph Ratzinger. Qui viene ribadito, sulla scorta della tradizione ecclesiale, che l’omosessualità è “oggettivamente disordinata”, “un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale”.

Liberi di amare

D’altronde la Chiesa ha sempre osteggiato l’approvazione di norme anti-omofobia e per il riconoscimento delle unioni e dei matrimoni gay. La tendenza recente, sulla scorta delle terapie anti-gay importate malamente dagli Usa, è dipingere gli omosessuali come persone con pesanti disagi psicologici, che hanno bisogno di essere “curate” per tornare sane, cioè eterosessuali. Oppure, sulla base di ricerche tendenziose, viene alimentata una subdola delegittimazione su basi pseudiscientifiche. Anche in Italia si registrano casi di “terapie” per gli omosessuali spesso sostenute proprio da religiosi, come scoperto da Le Iene, dove gli esercizi spirituali si mischiano a psicologia spicciola.

Una sottocultura che trova spazio anche nelle scuole, come la vicenda che ha visto protagonista un insegnante di religione di Venezia. E che trova le sue giustificazioni anche nella visione cattolica più retriva dell’omosessualità, sostenuta proprio dalle gerarchie religiose. L’approccio del Vaticano, anche in sede internazionale, è impedire che si abbiano “privilegi” per i gay e il riconoscimento di una “ideologia” del gender, per una difesa retorica della famiglia tradizionale: ciò si traduce nel porre di fatto ostacoli alla depenalizzazione da parte dell’Onu del reato di omosessualità.

L’Italia, che deve scontare questa eredità culturale retriva e tradizionalista, rimane ancora uno dei pochissimi paesi in cui non esiste normativa contro l’omofobia né a tutela delle unioni gay. Secondo il rapporto di Arcigay, pure in Italia si registrano omicidi a sfondo omofobo, oltre a periodiche aggressioni. Il Parlamento, sebbene la società si mostri più aperta verso gli omosessuali e più propensa ad accettare l’estensione dei diritti, non ritiene la questione importante. Mentre negli altri paesi — anch’essi alle prese con la crisi economica — come la Francia e gli Usa, cresce una diffusa sensibilità dei diritti e si approvano leggi che tutelano anche le coppie gay. Si conferma la “specificità” italiana: lo spread dei diritti rispetto agli altri paesi aumenta sempre di più.

La redazione

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157 commenti

Tiziana

Francamente se non ne convinta a me non sembra importante. Quel che conta è che riesca a candelarizzare.

diego

quanto ne sia convinta? poco importa è al servizio del paese e ancor di più del suo programma.

Francesco S.

Come esponente di un partito che ha il matrimonio per tutti in programma quantomeno credo che ci debba essere un certo convincimento. Ma sono realista non ci sono le condizioni oggettive che questo governo faccia nulla in materia di diritti, inoltre è bello sapere che il presidente della camera faccia simili dichiarazioni. Purtroppo il nostro ordinamento è tale che più un ruolo è di rappresentanza meno potere è associato, quindi quelle dichiarazioni rimarranno tali senza nessun seguito non avendo la Boldrini alcun potere pratico.

Federix

OT:
Però il concetto di “matrimonio” mi piace poco in generale… Preferirei qualcosa tipo i PACS o i DICO (o qualcosa del genere), per tutte le unioni, etero e omo.
“Martimonio” mi sa troppo di “mercimonio”, di “compravendita”, in specie di “comprevandita di una madre” 😯

Enrico

Alcune precisazioni.

La chiesa cattolica mostra col suo insegnamento come tutelare la dignità della persona umana ed essendo evidente che l’omosessualità degrada la stessa persona umana a mero strumento di piacere egoistico condannando l’omosessualità difende la persona umana.

Marco Tullio

L’omofobia non cessa di essere tale neppure se limitata a determinate categorie di persone, come ad esempio il clero.

Enrico

*Federix

Spero che questi indegni sacerdoti prendano coscienza dello stato di degrado morale e personale in cui si trovano.

Questa è un altra prova dell’amore di Dio nei nostri confronti lascia liberi tutti di sbagliare ma continua a rendersi presente anche tramite sacerdoti indegni.

gmd85

@Marco Tullio

E chi condanna i preti? Si critica il fatto che si predichi bene e si razzoli male.

@Enrico

Spero che questi indegni sacerdoti prendano coscienza dello stato di degrado morale e personale in cui si trovano.

Evidentemente, no.

Questa è un altra prova dell’amore di Dio nei nostri confronti lascia liberi tutti di sbagliare ma continua a rendersi presente anche tramite sacerdoti indegni.

Ora, la frase non ha il minimo senso logico. Ci credi davvero alle idiozie che scrivi?

Enrico

*gmd85

Noi peccatori quando pecchiamo non ci rendiamo conto di come ci abbruttiamo peccando, altrimenti non peccheremmo

Si credo a ciò che scrivo.

gmd85

@Enrico

Noi peccatori quando pecchiamo non ci rendiamo conto di come ci abbruttiamo peccando, altrimenti non peccheremmo

No, ragazzo mio, no. Questa è una petitio principii bella e buona. Giustifichi la premessa con le sue conseguenze. Avrà senso per te, ma non è una proposizione valida. Non te la commento ulteriormente.

Si credo a ciò che scrivo.

Non so se compatirti o provare stupore.

lucman

Si come quando istituiva i tribunali dell’inquisizione per difendere la dignità umana.
Probabilmente sei la persona più intelligente del mondo (insieme a giuseppe) perchè arrivare ad un tale livello di illuminazione non è umano.
Forse sei gesù….o forse sei anche meglio.
Adesso giù con l’amore cristiano, ovvero bastonate nella schiena.
…..lo so sono un diavoletto……..che ci vuoi fare….se mi trovi puoi bruciarmi magari.

faber

La chiesa cattolica mostra col suo insegnamento come tutelare la dignità delle persona umana ed essendo evidente che la religiosità degrada la stessa persona umana a burattino nelle mani di Dio e i principi morali a mero scambio in favore di una eterna beatitudine, condannando se stessa la chiesa cattolica difenderebbe la persona umana.

gmd85

@Enrico

Alcune precisazioni.

Della chiesa cattolica non ci interessa. Ci pensino i cattolici.

Dei pareri della chiesa cattolica ci interessa ancora di meno, visto che non sono verità. Ci credano i cattolici.

Quanto può interessarci dei tuoi pareri, secondo te?

Se poi credi che il rapporto fra due persone si espliciti solo nell’atto sessuale, sei messo malissimo.

Adesso, fammi il favore, non continuare. tanto lo sappiamo che stai li attento a vedere quali news escono e conosciamo il tuo repertorio. Non ne vale la pena.

Fatti una scopata ogni tanto.

Stefano Grassino

Più che una scopata, a certi elementi mancano i sentimenti. Li sento astiosi, prevaricatori e pronti alla rissa.
Ma dico: non avete cose migliori da fare? Siete capaci di stare in compagnia di fronte ad un buon bicchiere di vino, indipendentemente dall’orientamento sessuale di chi vi è accanto?
L’amicizia, il piacere di far festa, l’allegria hanno forse sesso? Cosa vi turba la mente tanto da farvi tirar fuori cotanta cattiveria?

gmd85

@Grassino

Senso di superiorità morale mal riposto. E, penso, anche un po’ di paura. Come se temessero di essere travolti da un terribile status quo anomico. Anche se, non di rado, questo timore è più usato per giustificare il senso di superiorità.

Gianluca

Enrico

” ed essendo evidente che l’omosessualità degrada la stessa persona umana a mero strumento di piacere egoistico”

Essendo evidente? Da cosa lo si evince?

Ps: sei lo stesso “enrico” che si firma con lettera minuscola o un altro?

Stefano

@ Gianluca

Un altro, molto peggio.
In questo caso è riuscito a produrre una frase di senso compiuto e concetto aberrante. Nel giro di poco si corromperà anche la grammatica per scendere al
medesimo livello delle idee, che nel frattempo avranno fatto ulteriori passi verso il basso, in un continuo rincorrersi verso abissi impensabili. Roba per stomachi forti…

Ermete

@ Grassino

‘Ma dico: non avete cose migliori da fare? Siete capaci di stare in compagnia di fronte ad un buon bicchiere di vino, indipendentemente dall’orientamento sessuale di chi vi è accanto?
L’amicizia, il piacere di far festa, l’allegria hanno forse sesso? Cosa vi turba la mente tanto da farvi tirar fuori cotanta cattiveria?’

Parole da incorniciare. Sei un grande.

Enrico

La moglie che dice lei si autoregala una collana, i coniugi devono vedere nell’altro non una persona diversa ma parte delle proprie membra.

Nello scegliere moglie certamente ho scartato le donne a che volgiono andare al ristorante per svagarsi.

Alex

Una precisazione Enrico la chiesa cattolica mostra col suo insegnamento come non rispetta la dignità della persona umana essendo evidente che paragona l’amore fra due persone a mero strumento “riproduttivo”.

gmd85

@Enrico

Io ti chiedo di nuovo: pensi che l’unione fra due individui sia il mero copulare?

Risulta evidente che non hai la minima idea di cosa sia un legame fra due persone, di cui l’attività sessuale è un aspetto.

Ti chiedo ancora: quali fatti sono i tuoi cosa fanno gli altri nel privato?

E ti raccomando di nuovo di farti una scopata. Chissà che non ti giovi un po’.

Alex

Enrico resta esattamente la stessa cosa che rimane dopo un qualunque rapporto sessuale: la soddisfazione di aver condiviso bei momenti con il proprio compagno\a.
Ma per te l’amore tra due persone è davvero limitato alla sola “attività riproduttiva”?
Riduce la persona umana ad un semplice animale da riproduzione. Io la trovo una cosa davvero squallida.

Stefano

@ Alex

Spero che Enrico sia astemio, visto che la bocca serve (anche) per bere e per dissetarsi basta l’acqua. Del resto che rimane dopo aver bevuto un bicchiere di Brunello di Montalcino?

Enrico

Non sono astemio ma ritengo che bere il brunello di Montalcino non sia etico perchè costa troppo.Alcuni giorni fà ho spiegato anche ai miei colleghi che ritengo non etico andare al ristorante perchè la sobrietà è fondamentale nella vita umana.

Stefano

@ Enrico

Ti ho già suggerito la clausura, strettissima.
Un gran bene per te, per noi, per l’umanità.

Bee

Deve essere uno spasso averti come conoscente…
Ricordati di non accompagnare mai il pesce con la maionese, non è etico.

gmd85

@Enrico

Allora rivolgiti a Enrica. Così sobria, ma così appagante. Metti il caso che ti piaccia.

Che dite… la capirà?

gmd85

Ah, Enrico, mi raccomando. Dovessi trovarne una tanto pazza da decidere di starti accanto, non baciatevi mai. Il bacio è una parafilia senza scopo.

Diocleziano

Vorrete mica confrontare la tristezza di una scopata dove magari avete
goduto a mille, con la frizzante ebbrezza di una via crucis?
Magari col sottofondo delle prefıche di radiomaria… :mrgreen:

Questo qui non tromba, non beve Brunello, non va al ristorante,
per caso usi anche il cilicio?

Enrico

*Bee

Vede io osservo una cosa uno dei problemi di questo mondo è l’ostentazione della ricchezza che genera comprensibilmente rabbia e frustrazione negli altri, andare al ristorante è anche una esibizione di potere sia sui dipendenti del ristorante che sull’altra gente eliminando ciò si risolve molto.

*gmd85

Questa volta non le rispondo.

*Diocleziano

non uso il cilicio e come dice nel suo linguaggio si rispetto la donna.

gmd85

@Enrico

Questa volta non dovevi rispondere e basta, povero alienato.

Bee

“Vede io osservo una cosa uno dei problemi di questo mondo è l’ostentazione della ricchezza”

Si vede che abbiamo standard differenti di valutazione della suddetta ostentazione.
Il brunello una volta ogni tanto, Enrico, suvvia…

“andare al ristorante è anche una esibizione di potere sia sui dipendenti del ristorante che sull’altra gente eliminando ciò si risolve molto.”

*facepalm*

Primo: c’è ristorante e ristorante, e di solito la gente sceglie dove andare a mangiare
in base alle proprie condizioni economiche.

Secondo: senza la tanto amorale “esibizione di potere” i dipendenti del ristorante non campano. Sveglia.

Diocleziano

”…uno dei problemi di questo mondo è l’ostentazione della ricchezza
che genera comprensibilmente rabbia e frustrazione negli altri…”

Immagino che tu abbia quotidiane convulsioni nel vedere la sibaritica
ostentazione di ricchezza del clero.

”…sì rispetto la donna…”

O forse sono le donne che rispettano le tue difficoltà? 😉

nightshade90

“…uno dei problemi di questo mondo è l’ostentazione della ricchezza
che genera comprensibilmente rabbia e frustrazione negli altri…”

è per questo che prova disgusto verso i quintali d’oro usati nella cripta di padre pio, vero?

ah, già, dimenticavo che quando uno va in trattoria è per umiliare i dipendenti, ma se la chiesa ricopre i propri simboli d’oro e broccati oltre ogni ragionevole decenza sputando così in faccia ai poveri è solo per esaltare dio (che a quanto pare gode ad umiliare i poveri, altro che cena al ristorante) ed allora va bene…

Enrico

Chi regala l’oro a padre Pio si priva di qualcosa di suo per darlo ad un altro dietro vi è una rinuncia non cosi chi và al ristorante.

enrico

@ Enrico

Anche Gesù è andato alle nozze di Cana.
Suvvia lei esagera.
Se lei vuol fare una scelta di ascesi per carità ma il suo ragionamento mi pare estremo.
A me per esempio la richezza degli altri non genera nessuna rabbia. ( Ho altri difetti)

gmd85

@Enrico

No, infatti. Va a ornare una chiesa. E siccome ti piace, quella non è ostentazione, vero? Sei ridicolo. La puoi chiudere qui.

nightshade90

quindi se una moglie si fa regalare diamanti e collanoni, poi andare in giro ad indossarli (invece di venderli e dare il ricavanto in carità) non è ostantazione vero? perchè in fondo è una rinuncia del marito (che “rinunciando” all’oro e gioielli per darli alla moglie ostenta la sua ricchezza più che fare un atto di carità, ma va bè…) non una ostentazione della moglie (che però ostenta palesemente tali doni)….

gmd85

@nightashade

Concordo. Il che mi fa pensare che il nostro Enrico potrebbe estendere il suo ascetismo (che con la discussione non c’entra nulla, al solito) anche a una sua futura moglie.

gmd85

@enrico

Vuoto quantistico:

ht tp://w ww.treccani. it/enciclopedia/vuoto-quantistico_%28Enciclopedia-Italiana%29/

h ttp://ww w.paroleinutili .it/contStd.asp?lang=it&idPag=619

Il vuoto quantistico è quanto di più vicino ci sia al nulla, seppur con un stato di energia ridotto al minimo possibile. L’interpretazione di Hawking non è più metafisica di altre, eh.

Enrico

La moglie che dice lei si autoregala una collana, i coniugi devono vedere nell’altro non una persona diversa ma parte delle proprie membra.

Nello scegliere moglie certamente ho scartato le donne a che volgiono andare al ristorante per svagarsi.

ho postato anche sopra per sbaglio.

Enrico

La moglie che dice lei si autoregala una collana, i coniugi devono vedere nell’altro non una persona diversa ma parte delle proprie membra.

Nello scegliere moglie certamente ho scartato le donne a che volgiono andare al ristorante per svagarsi.

ho postato anche sopra per sbaglio.

gmd85

@Enrico

La moglie che dice lei si autoregala una collana, i coniugi devono vedere nell’altro non una persona diversa ma parte delle proprie membra.

Frase priva di senso.Se anche fosse, l’ostentazione non viene meno.

Nello scegliere moglie certamente ho scartato le donne a che volgiono andare al ristorante per svagarsi.

Continua così 😆

Diocleziano

Enrico
e quali sarebbero gli svaghi che concederesti a quella poveretta che
avesse la dısgrazıata idea di mettersi con te?
Continua a farti pıppe mentali e non, immaginando delle sciagurate
felici solo di condividere la tua miseria intellettuale, e che, magari una volta
all’anno in novembre, gli concedi una euforica tre giorni di vie crucis.
E non dimenticare di portare da casa due lattine di chinotto…
mi raccomando: gonna grigia sotto il ginocchio, eh.

Enrico

*gmd85

Cosa due coniugi?Un solo corpo ed una sola carne per mè.Lei come li vede?

gmd85

@Enrico

Due individui la cui autonomia decisionale non è inficiata dal loro rapporto. Se continui così temo che non ne troverai mai una, eh.

enrico

@ gmd85

Credo sia doveroso risponderle.
Il termine vuoto quantistico l’ho usato io.
E io so di cosa sto parlando.
Non lo sapeva Gianluca, che infatti non aveva compreso il pensiero di Hawking, ed ora lei dimostra invece di non comprendere che nessuna cosa esistente è paragonabile al nulla.
Non ha senso affermare che uno stato di enrgia “molto basso” sia “quanto di più vicino al nulla”.
Il nulla non è, qualsiasi cosa che esiste è.

gmd85

@enrico

Non ha senso affermare che uno stato di enrgia “molto basso” sia “quanto di più vicino al nulla”.

Non ha senso per te. Il vuoto quantistico prende in esame campi, non materia.
Poi, il nulla è un concetto che di per se non ha alcun significato tecnico. Possiamo continuare a parlare di vuoto quanto vuoi, ma il fatto che esso non sia assoluto non è che dimostri qualcosa, eh.

Marcoz

Enrico, si fa tutto per il piacere. Naturalmente, il piacere nelle sue svariate forme: non solo azioni per la soddisfazione dei bisogni primari e degli istinti, quindi, ma anche tutto ciò che si mette in atto per tenere lontani dalla psiche stati di disagio e di angoscia.

Stefano

@ Marcoz

No, non ci siamo, passi con giuseppe ma Enrico no, non capirà mai! 😉

Bee

“Naturalmente, il piacere nelle sue svariate forme: non solo azioni per la soddisfazione dei bisogni primari e degli istinti, quindi, ma anche tutto ciò che si mette in atto per tenere lontani dalla psiche stati di disagio e di angoscia.”

Rileggi e dicci cosa non hai capito.

Stefano

@ Marcoz

Non dirmi che non ti avevo avvisato.
In questo thread sono profetico….

gmd85

@Enrico

E no, lavoriamo per fare contento te, deficiente.

Sottoscrivo Bee: rileggi il commento di Marcoz.

Che dite… evito di spiegargli qualcosina di Marx sul lavoro, vero?

Marcoz

Calma e gesso, signori.
È vero, Enrico ha fatto una domanda difficile da mettere in relazione con quanto ho scritto, ma io preferisco sorvolare e rispondere.

Assolutamente sì, Enrico, lavoro per pagarmi una serie di piaceri. Per esempio, lavoro per comprarmi da mangiare, per avere vestiti e un tetto con i quali ripararmi; per consentire ai miei figli di studiare e altre amenità del genere. Inoltre, lavoro per procurarmi altri momenti piacevoli, come la lettura di un libro, la visione di un film, la possibilità di fare un viaggio. E l’acquisto della Settimana Enigmistica, non ce la vogliamo mettere? Perbacco, se ce la mettiamo.

La fortuna vuole, poi, che io faccia un lavoro che già da solo mi dà molto piacere e che probabilmente continuerei a fare anche se dovessi trovarmi all’improvviso a vivere di rendita.

Bee

Perché sta utilizzando la parola “piacere” in modo tale da comprendere in essa anche i bisogni primari. Basta leggere. Puoi non essere d’accordo sulla definizione, ma basta leggere.

gmd85

@Enrico

E tu trascuri il fatto che bisogni e piaceri possono coincidere. E se i primi sono fondamentali, i secondi sono la ciliegina sulla torta. Se i tuoi gusti sono pessimi, tienili per te.

Marcoz

“Lei confonde bisogni con piacere.”

Enrico, io intendevo glissare sul modo superficiale con cui lei ha letto il mio commento iniziale, ma a questo punto non posso fare finta di niente.
Mi perdonerà se la sintesi mi costringerà a forzature.

Come può notare (e così come le hanno fatto notare altri), ho ben chiara la distinzione tra bisogno e piacere: il primo è uno stimolo, il secondo una risposta.
Tuttavia, lo stimolo potrebbe non essere adeguatamente forte, per vincere l’inerzia del soggetto, e allora che cosa si è “inventato”, la natura? La sofferenza, intesa anche semplicemente come smania.
In presenza di uno stimolo dato, quindi, per placare l’irrequietezza (che in alcuni casi è vero e proprio dolore), l’individuo risponde usando i mezzi che sempre la natura stessa ha fornito (in genere, per agevolare la sopravvivenza finché non ci si riproduce) o altri di propria invenzione. E, quando la risposta funziona, ecco che si materializza il piacere, che può essere breve o prolungato a seconda del tipo di stimolo e di risposta.
Naturalmente, come ho già accennato all’inizio, questo meccanismo non riguarda solo gli aspetti meramente biologici dell’essere umano, ma pure – e in maniera rilevante – la psiche, che è esposta agli di stimoli generati dalla socialità e dalla cultura (che si sostituiscono alla natura); stimoli che sono potenzialmente generatori di sofferenza e che richiedono, a loro volta, risposte.
Adesso potrei pure fare un esempio a caso di sofferenza generata dalla cultura e della risposta che la cultura stessa offre per lenirla, ma trovandomi a commentare sul sito dell’UAAR mi pare proprio cosa superflua.

Buon fine settimana a tutti.

Enrico

*Marcoz

Leivede tutto egoisticamente, soffrire vuol dire sopratutto amare.

*gmd85

Se un ha volontà piacere è diverso di bisogno.

gmd85

@Enrico

Leivede tutto egoisticamente, soffrire vuol dire sopratutto amare.

Nel tuo mondo in cristovisione.

Se un ha volontà piacere è diverso di bisogno.

Se un ha volontà piacere è diverso di bisogno.

Irrilevante. E soprattutto se vuoi demonizzare qualcosa.

Marcoz

Enrico, speravo che lei argomentasse, seppur brevemente. Non mi aspettavo di essere liquidato così, con una frase da incarto di cioccolatini.

Enrico

Sapere risolvere un problema brevemente è conseguenza dei miei studi.

Marcoz

Sarà che lei ha studiato, Enrico, però essere apodittici non è mai un bel vedere.

E anche essere torppo ellittici ha le sue controindicazioni. Per esempio, quando lei, dopo quello che ho scritto, dice che vedo tutto egoisticamente, non è chiaro se intende sostenere che io ho comportamenti egoistici o che interpreto il comportamento umano in chiave egoistica.
E come fa, uno che non ha studiato come me, a starle dietro?

Enrico

Il vostro problema è che voi non capite che amare significa soffrire per l’altro.

gmd85

@Enrico

Sapere risolvere un problema brevemente è conseguenza dei miei studi.

E allora riprendi in mano i libri.

Il vostro problema è che voi non capite che amare significa soffrire per l’altro.

Spegni il cristovisore.

Marcoz

Invece il suo problema (scusi, Enrico, ma ha iniziato lei) è che non comprende che anche la sofferenza è un mezzo per raggiungere il piacere, a determinate condizioni. Non necessariamente piacere fisico, s’intende. Il benessere può essere esclusivamente intellettuale e consistere anche solo nell’allontanamento di pensieri non graditi (tra l’altro, questo aspetto si intreccia col tema dell’egoismo, che a volte si presenta dove meno ce lo aspetteremmo: nella mente di una persona che rischia la vita per un salvataggio, quanto incide il piacere di poter essere ricordato come un eroe, qualora morisse dopo aver messo in salvo qualcuno? E quanto lo condiziona il pensiero negativo, la repulsione, di essere considerati dei vigliacchi, se non agisce?).

Ma torniamo a lei.
Possiamo, ipotizzare che lei, che dice di soffrire per amore, tragga piacere da questo modo di porsi verso il prossimo? Direi che possiamo.
Possiamo altresì supporre che se lei non facesse (dicesse, pensasse) tutto ciò che in cuor suo le procura quel dato genere di sofferenza, la cosa la farebbe stare male. Soffrirebbe e basta, in questo caso? Forse. Ma non c’è da escludere che sarebbe una sofferenza utile, perché lei, pentendosi di non aver amato soffrendo, si potrebbe procurare una buona dose di piacere, abbandonandosi alla giusta penitenza.

Insomma, beato lei che sa senza ombra di dubbio cos’è che la spinge ad agire (fisicamente e mentalmente): io, semplicemente, la sua sicumera non ce l’ho. Posso solo affermare che, ogni volta che ho indagato, sono arrivato alla stessa conclusione: il motore è il piacere.

Detto questo, mi congedo dalla discussione con una citazione.
Arrisentirci.

(se vuole può anche non replicare, ci mancherebbe. Ma se nel caso lo facesse con la solita frasettina fatta, si può considerato mandato a cagare).

La citazione:
“Amare è soffrire. Se non si vuol soffrire, non si deve amare. Però allora si soffre di non amare. Pertanto amare è soffrire, non amare è soffrire, e soffrire è soffrire. Essere felice è amare: allora essere felice è soffrire. Ma soffrire ci rende infelici. Pertanto per essere infelici si deve amare. O amare e soffrire. O soffrire per troppa felicità. Io spero che tu prenda appunti.” (tratto da “Amore e guerra”, Woody Allen)

Marcoz

ERRATA CORRIGE

“di essere considerati dei vigliacchi”
doveva essere
“di essere considerato un vigliacco”

gmd85

@Marcoz

Ma tu devi capire che, per Enrico, l’unico concetto di amore concepibile è quello che un tizio avrebbe dimostrato verso tutti, facendosi inchiodare su una croce. Puoi sviluppare l’argomento come vuoi ( e complimenti per questo commento), ma, date le premesse, Enrico non capirà e non concorderà mai.

Enrico

Non citi Woody Allen lo ritengo sciocco.

Ma mette limiti alla sua ricerca di piacere?

gmd85

@Enrico

Non citi Woody Allen lo ritengo sciocco.

Problema tuo.

Ma mette limiti alla sua ricerca di piacere?

Quelli dettati dal buon senso e dall’autocontrollo. E non è comunque cosa che riguardi te.

Marcoz

Certo che lei è veramente un fenomeno, Enrico, sempre ammesso che non faccia finta, s’intende (in tal caso, tanto di cappello).
Non è che magari, da qualche parte, ha un blog dove scrive cose sue? Dica, dica, non sia timido. Se ce l’ha, sarò lieto* di dedicarle del tempo.

Saluti

*come vede, il piacere mi càpita. Non ho bisogno di cercarlo.

Reiuky

Amare una persona la declassa a mero piaacere sessuale? So che per te l’unico scopo del matrimonio è l’acquisizione di un buon elettrodomestico a comando vocale, ma non è un po’ troppo anche per te?

Stefano

@ Reiuky

Non precisamente, oltre all’elettrodomestico è prevista una batteria di allevamento di bimbi per aumentare il problema della sovrappopolazione del pianeta e un sacrificio (uno qualsiasi, basta che ci sia, meglio se muore qualcuno) qualsiasi unione “declassa” ed è egoista.

fabrizio

Tu scrivi:
“essendo evidente che l’omosessualità degrada la stessa persona umana a mero strumento di piacere egoistico”.
Puoi illustrarmi i passaggi attraverso i quali giungi a dire questo?

gmd85

No, ti prego. Adesso comincerà con le solite menate su amore, atti fecondi, bla, bla, bla…

Enrico

Mi spiega qual’è lo scopo per cui due omosessuali si uniscono carnalmente?

Bee

Lo stesso che in media anima la stragrande maggioranza dei rapporti sessuali esistenti. E non dire che è la procreazione perché non è vero.

gmd85

@Enrico

Fai una cosa. Vai in giro fra la gente dicendo di stare conducendo una ricerca. Chiedi religione e motivazioni dell’atto sessuale. Poi ne riparliamo.
Fino ad allora, da uno che probabilmente non ha neanche mai eiaculato in vita sua, domande sulle unioni sessuali altrui non se ne possono leggere.

nightshade90

“Mi spiega qual’è lo scopo per cui due omosessuali si uniscono carnalmente?”

ipotizzando (ad esagerare, e tanto) che l’1% dei rapporti carnali in una coppia stabile eterosessuale che si ama abbia lo scopo di concepire un figlio, direi che è lo stesso scopo del 99% dei rapporti carnali di una coppia stabile etero che si ama.

Enrico

Fermo restando che lei stesso amette che vi è una differenza numerica, le dico il fatto stesso di un possibile ed involontario concepimento non cambia tutto?

gmd85

@Enrico

Fermo restando che lei stesso amette che vi è una differenza numerica

Irrilevante.

il fatto stesso di un possibile ed involontario concepimento non cambia tutto?

No. Il possibile è irrilevante. L’involontario è evitabile. Che a te non piaccia è un problema tuo. Hai scocciato.

Laverdure

@Gmd85
“..il fatto stesso di un possibile ed involontario concepimento non cambia tutto?”
“No. Il possibile è irrilevante. L’involontario è evitabile”.
Non essere ingiusto con Enrico,la possibilita di un concepimento involontario ha in effetti una importanza notevole.
Infatti ,nel caso si verifichi,espone la coppia ai disagi di un aborto,oppure a quelli,peggiori,di una gravidanza indesiderata,con tutte le possibili conseguenze negative,specialmente psichiche,per la donna.
Nonche’ a quelle,ancora peggiori,della presenza di un figlio non amato.
Gia,perche statisticamente e’ ragionevole pensare che per ogni figlio indesiderato
che viene accettato dai genitori, che sviluppano con lui un normale rapporto affettivo,ce ne siano ben di piu’ che rimangono dei “reietti,con le conseguenze ben note.
Non e’ ingiusto che gli omosessuali siano immuni da tale rischio ?
E che Santa Madre Chiesa perda una occasione di provocare disagi alla gente ?

Enrico

*Laverdure

Una donna ed anche un uomo responsabili ed adeguatamente formati sanno che quando vanno in sposi si trasformerà la loro vita e che sarà loro divere accettare tutte le vite che si genereranno.Gli aborti sono frutto di immaturità.

gmd85

@Enrico

Una donna e un uomo responsabili fanno le proprie scelte, che ti siano gradite o meno. Sono i tuoi commenti a essere frutto e sintomo d’immaturità. La smetti?

nightshade90

“Fermo restando che lei stesso amette che vi è una differenza numerica, le dico il fatto stesso di un possibile ed involontario concepimento non cambia tutto?”

forse devo essere più preciso:
“lo stesso identico scopo dei rapporti carnali tra coppie di persone etero affetti da sterlità”
coppie che per voi vanno benissimo se si sposano. e no, se involontario il concepimento non cambia una virgola. se lo scopo è il concepimento, vuol dire che cerchi volontariamente di fare un figlio. se lo scopo non è avere un figlio, il fatto che possa capitare in modo accidentale non influisce minimamente nè sullos copo nè sulla natura del rapporto.

Laverdure

@nightshade90
“lo stesso identico scopo dei rapporti carnali tra coppie di persone etero affetti da sterilità”
coppie che per voi vanno benissimo se si sposano.
Cosa vuoi,caro nightshade,Madre Chiesa sa che in questo caso non si batte chiodo in materia di bambini,per cui si accontenta dei soldi che puo’ spillare col matrimonio.
Ma dalle tempo e vedrai che si rendera conto che anche i soldi che puo spillare da
un matrimonio unisex “non puzzano”.
Dopotutto non ha impiegato secoli per ammettere che la terra gira intorno al sole ?
Vdrai che sapra adattarsi ( per necessita) come sempre.

Enrico

*nightsade90

L’atto omosessuale è intrinsecamente sterile.Sono certo che molti sterili fanno sesso comunque sperando che magari riescano a concepire.

gmd85

@Enrico

L’atto omosessuale è intrinsecamente sterile

Non è un problema.

Sono certo che molti sterili fanno sesso comunque sperando che magari riescano a concepire.

Passi dalla sterilità intrinseca a quella biologica? Disonesto. La frase ha senso se si vuole concepire. Ma dato che si può non voler concepire, riprova.

Bee

“L’atto omosessuale è intrinsecamente sterile”

Il che è un problema solo per la dottrina cattolica, di cui lo Stato laico dovrebbe non tenere conto (pur accettandone l’esistenza) nel legiferare in fatto di diritti individuali.

gmd85

@Enrico

Diritti individuali

Sono quelli inalienabili, ti piaccia o meno.

non di coppia.

Coppia che non annulla i diritti individuali. Tu che in una oppia non ci stai non dovresti proprio parlare.

Florasol

Una donna ed anche un uomo responsabili ed adeguatamente formati sanno che quando vanno in sposi si trasformerà la loro vita e che sarà loro divere accettare tutte le vite che si genereranno.
ah sì? Francamente non mi è cambiata tanto la vita dopo sposata, visto che convivevamo da due decenni abbondanti. Non si genera comunque nessuna vita, perchè non vogliamo figli e prendiamo adeguate precauzioni. Quindi secondo te siamo uguali o diversi da una coppia omosessuale?
p.s. un possibile ed involontario concepimento NON cambia tutto perché abortirei di volata.

Florasol

Una donna ed anche un uomo responsabili ed adeguatamente formati sanno che quando vanno in sposi si trasformerà la loro vita e che sarà loro divere accettare tutte le vite che si genereranno.
ah sì? Francamente non mi è cambiata tanto la vita dopo sposata, visto che convivevamo da due decenni abbondanti. Non si genera comunque nessuna vita, perchè non vogliamo figli e prendiamo adeguate precauzioni. Quindi secondo te siamo uguali o diversi da una coppia omosessuale?
p.s. un possibile ed involontario concepimento NON cambia tutto perché abortirei di volata.

Bee

Il fatto che tu non veda amore in un rapporto che biologicamente (o volontariamente) non può produrre figli è un problema unicamente tuo. E non giudicare gli altri. Non sei il genere di persona che può permetterselo.

gmd85

@Enrico

Scopo del suo matrimonio?Amore od egoismo?

A parte il fatto che non sono caz.zi tuoi, la tua visione di amore è aberrante. Quindi, la tua domanda è priva di significato. Ora che hai riproposto di nuovo tutto il tuo repertorio, puoi finirla.

Giorgio Pozzo

A = La chiesa cattolica mostra col suo insegnamento come tutelare la dignità della persona umana
B = L’omosessualità degrada la stessa persona umana a mero strumento di piacere egoistico
C = Condannando l’omosessualità, la chiesa cattolica difende la persona umana.

Sillogismo logicamente corretto (dati A, B => C), ma con risultato totalmente invalidato dalle premesse errate.

In termini “strettamente logici”, A è campata in aria, mentre B è una fregnaccia

:mrgreen:

Enrico

Se A ècampata per l’aria mi dice chi per tutelare l’uomo alleva gli orfanoi della Tanzania?

Enrico

emergency si limita alle cure non cerca mai e non è nel suo interesse la promozione totale della persona umana.

gmd85

@Enrico

Questa della promozione della persona umana è una boiata, soprattutto per come la poni tu. L’esempio di assistenzialismo che hai posto non ha senso. Se poi la genuinità di chi fa assistenzialismo, per te si può giudicare diversamente a seconda di ciò che preferisci, è un turo problema.

Enrico

Visto il concetto aberrante che avete dei rapporti sociali promuovere una persona socialmente scombussola la vostra concezione esclusivamente utilitaristica che avete delle persone.

Kaworu

ragazzi dai, rinunciateci.

non ha senso.

è come pretendere che un pesce faccia la parigi-dakar

fab

Enrico, le tue non sono affatto precisazioni, piuttosto il contrario.

parolaio

Leggendo l’articolo sembra che l’omofobia abbia le sue radici nella propoaganda religiosa, il che è palesemente falso, è più probabile che le varie religioni abbiano fatto proprio un atteggiamento storicamente consolidato di ostilità verso tutti coloro che, in qualche modo, sono ‘diversi’.

Fatta questa premessa il tono generale che ne risulta è assai simile a quello secondo cui per Borghezio il presidente della Camera Boldrini “è il mandante morale del Ghanese che ha ucciso 3 persone a picconate”.

Non è che la somiglianza vi faccia onore.

Diocleziano

I latini vivevano in un’allegra promiscuità con qualche distinguo di facciata.
Mi pare che con l’avvento del cristianesimo si sia sviluppata la paranoia
sessuofobica in tutte le sue declinazioni. O no?

Gianluca

parolaio

“Leggendo l’articolo sembra che l’omofobia abbia le sue radici nella propoaganda religiosa, il che è palesemente falso, è più probabile che le varie religioni abbiano fatto proprio un atteggiamento storicamente consolidato di ostilità verso tutti coloro che, in qualche modo, sono ‘diversi’.”

Concordo, o meglio, può darsi che l’atteggiamento storicamente consolidato di ostilità verso i “diversi” sia concausato e rafforzato reciprocamente dal connubio tra religione e cultura.

manimal

parolaio, onestamente mi pare un accostamento molto tirato per i capelli, il tuo.
non saprei dire se le radici dell’omofobia siano esclusivamente religiose, ma è indubbio che ciò che afferma la chiesa degli omosessuali non sia quanto di più opportuno vi possa essere per cessare di vedere gli omosessuali come “diversi” dalla “normalità”.

gmd85

@parolaio

Si, può essere. D’altronde, ciò che destabilizza un ordine costituito, vuoi per motivi ideologici (e non puoi negare che vi siano), vuoi per motivi tecnici, viene attaccato e, se possibile, rimosso.

Fatta questa premessa, fare proprio questo atteggiamento, soprattutto se su basi ideologiche, non fa onore.

claudio285

e allora neghiamo che la Chiesa oggi sia la più grande agenzia di propagazione culturale dell’omofobia. Neghiamo l’evidenza, tanto, che ce frega.
Però non credo che hai del tutto torto. Almeno per come la vedo io, in effetti la religione non è altro che l’ipostasi del senso comune. Soltanto che a volte il senso comune un poco si modifica, e la religione, essendone l’ipostasi, e non semplicemente l’ombra, non riesce a cambiare con esso, e finisce o per confliggere con esso, o per soffocarlo.

Francesco

Papa (ufficiale): Los omosessuales son personas che necessitano de cure ed in caso recoprano alti encarichi es melio che renuncino e se retirino a vida privada.
Papa (emerito): Grrrrrrrrrrr!!!!!
Segretario: Finitela!

Giorgio77

Perchè gli psicologi e gli psichiatri non fanno delle ricerche e degli studi sulla clero-sessualità? Sarebbe piuttosto questo fenomeno da considerarsi come un disturbo e un disordine della sessualità.

Tino

Vi informo che il Consiglio Costituzionale francese ha appena convalidato integralmente la legge sul matrimonio per tutti.

Gérard

Subito dopo, in una manifestazione contro, un buon cristiano ha buttato liquido infiammabile su un agente della polizia …

manimal

@ gèrard

devi capire: non è così facile procurarsi fascine al giorno d’oggi.

MetaLocX

Ben venga la critica delle istituzioni all’omofobia, ma trovo che per essere una critica seria manchi completamente la critica agli omofobi, che in altri contesti o in altre vesti vengono lodati o addirittura dipinti come modelli positivi o di moralità.
Non penso che ci siano dubbi nel sostenere che la maggior parte degli italiani sia contraria ad operare discriminazioni su base di genere o orientamento sessuale, questo è uno dei casi in cui lo Stato dimostra di essere meno progredito del popolo, evidentemente intrappolato [lo Stato] nel giogo di poteri politici che non vogliono questo progresso, e che hanno gioco facile perché non vengono mai chiamati in causa, neanche individualmente, perché la critica agli omofobi è trattata come un tabù.

Kaworu

ragazzi, ma da uno che ritiene che ci si sposi per avere la colf e la fattrice, oggettivamente che cosa vi aspettate?

continuo a ripeterlo, lasciatelo marcire nel suo putridume ignorandolo, il disprezzo del mondo civile è l’unica cosa che merita.

Francesco S.

E’ rimasto nel neolitico, dove forse aveva senso quel tipo di organizzazione sociale.

Kaworu

comunque, lasciando da parte l’ignoranza di certi analfabeti affettivi…

http://lecosecambiano.org/blog/16

«Non occorre essere una stanza
per sentirsi infestati dai fantasmi»
Emily Dickinson

Le cose cambiano è smettere di pensare: «perché sono omosessuale?»1 e iniziare a pensare: «perché sei omofobo?».2

Le cose cambiano è raccontare il silenzio.3

Le cose cambiano è passare dal «minority stress»4 al «risveglio felice».5

Le cose cambiano sconfigge il bullismo6 con la resilienza.7

Le cose cambiano perché conosciamo i risultati delle ricerche sulle conseguenze del bullismo omofobico.8

Le cose cambiano è il canto del cigno dell’omofobia interiorizzata.9

Le cose cambiano è scoprire che la persona omosessuale non è un «tipo psicologico», ma una o uno come tanti.

Le cose cambiano è il colpo di grazia alle terapie riparative.10

Le cose cambiano è l’inizio della cittadinanza.11

Le cose cambiano è capire che omofobia è misoginia è xenofobia.

Le cose cambiano è la politica del disgusto che cede il passo alla politica dell’umanità.12

Le cose cambiano è far parte dell’ONU13 e dell’Unione Europea.14

Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è professore ordinario alla Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza, Università di Roma, dove dirige la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica. Ha pubblicato numerosi volumi e articoli su riviste italiane e internazio- nali. Nel 2012 ha pubblicato due libri: un saggio (Citizen gay. Affetti e diritti, il Saggiatore) e una raccolta di poesie (La confusione è precisa in amore, Edizioni Nottetempo). Collabora con l’inserto culturale Domenica del Sole 24 ore e dirige per Raffaello Cortina Editore la collana scientifica «Psichiatria, Psicoterapia, Neuroscienze».

P.S.: l’accademico si rifugia nelle note.

Endnotes

1 Fino al secolo scorso studiato come patologico e stigmatizzato come deviante, il comportamento omosessuale è oggi considerato dalle scienze (biologiche, psicologiche, sociali) una variante normale della sessualità, dell’affettività e del desiderio. Dell’attrazione per le persone del proprio sesso, molti studiosi (gli psicoanalisti in particolare, e più recentemente i biologi e i genetisti) hanno cercato di indagare le «cause», ma nessuno è approdato a una risposta definitiva, o quantomeno convincente. Non sappiamo infatti come le forze biologiche, la genetica, la regolazione affettiva nelle relazioni primarie, le identificazioni, i fattori cognitivi, l’uso che il bambino fa della sessualità per risolvere i conflitti dello sviluppo, le pressioni culturali alla conformità e il bisogno di adattamento contribuisca- no alla formazione dell’individuo e alla costruzione della sua sessualità. Né sappiamo se sarà possibile rispondere a queste domande.

2 L’omofobia è disagio, svalutazione e avversione, su base psicologico-individuale e/o ideologico- collettiva, nei confronti delle persone omosessuali e dell’omosessualità stessa. Sistema di credenze e stereotipi che mantiene giustificabile e plausibile la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale. Uso di un linguaggio o slang offensivi per le persone gay/lesbiche. È importante ricordare che il termine «omofobia» ha ricevuto alcune critiche, a cominciare dal non essere una «fobia» nel senso stretto del termine. Nonostante ciò, rimane il termine più diffuso.

3 Il coming out è un processo necessario, spesso difficile, talvolta doloroso, che comporta il «rivelare» la propria identità ai genitori, alla famiglia, agli amici, ai colleghi. Al mondo. Per una vita più autentica. Ogni persona sperimenta il coming out in maniera unica. Esso provoca ansia e preocupazione, ma rappresenta anche una sfida evolutiva e sociale. Il proprio orientamento sessuale non è solo un affare privato. Un ambiente di lavoro, per esempio, è un luogo dove le persone condividono racconti sul proprio mondo relazionale (famiglia, vacanze, amici) e sui propri interessi, preferenze, gusti (per esempio: qual è l’attore/attrrice da cui ti senti più attratto/a?).

4 Minority stress è l’insieme di disagi psicologici causati da una condizione di minoranza stigmatizzata. In questo caso si riferisce alle discriminazioni e ai pregiudizi di vario ordine e grado cui fin dall’adolescenza sono sottoposte le persone omosessuali. Per molte di loro, lo sviluppo psicologico sarà segnato da una dimensione di stress continuativo, conseguenza di ambienti ostili o indifferenti, episodi di stigmatizzazione, casi di violenza. Il minority stress si compone di tre dimensioni: a) omofobia interiorizzata, ossia l’interiorizzazione del pregiudizio che porta a vivere in modo negativo la propria omosessualità, fino a volerla contrastare; b) stigma percepito, per cui quanto maggiore è la percezione del rifiuto sociale, tanto maggiori saranno la sensibilità all’ambiente, il livello di vigilanza relativo alla paura di essere «identificati» come gay o lesbiche, il ricorso a strategie difensive inadeguate; c) esperienze vissute di discriminazione e violenza, con caratteristiche traumatiche acute e/o croniche.

5 «Se si vedono due omosessuali, o meglio due ragazzi che se ne vanno insieme a dormire nello stesso letto, in fondo li si tollera, ma se la mattina dopo si risvegliano col sorriso sulle labbra, si tengono per mano, si abbracciano teneramente, e affermano così la loro felicità, questo non glielo si perdona. Non è la prima mossa verso il piacere ad essere insopportabile, ma il risveglio felice.» Michel Foucault (1978), «Il sapere gay», trad. it. in Le Bitoux, J., Sulla questione gay, il Saggiatore, Milano 2009, pp. 43-66.

6 È accertato da un infinito numero di ricerche che il bullismo, in tutte le sue forme, rappresenti un fattore di rischio che può favorire l’emergere di problemi psicologici di natura affettiva, relazionale e sociale, comportamenti di ritiro come l’abbandono scolastico, autoemarginazione e isolamento, problemi psicosomatici, depressione, ansia, insonnia, comportamenti autodistruttivi fino al suicidio.

7 Resilienza è un termine mutuato dall’ingegneria, dove indica la proprietà di un materiale di resistere senza spezzarsi. In psicologia designa le capacità e le risorse individuali che aiutano a far fronte alle difficoltà e agli eventi traumatici, riorganizzando positivamente la propria vita. Fortunatamente a molti ragazzi gay e lesbiche non mancano la capacità e le risorse per fronteggiare con successo le esperienze traumatiche, riorganizzando positivamente la propria vita. La consapevolezza e l’accettazione della propria «diversità» possono funzionare da rinforzo ad essere «migliori» per essere più accettati o almeno non penalizzati: un meccanismo compensatorio che può offrire una delle possibili spiegazioni della spinta all’autoaffermazione che troviamo in alcune persone gay o lesbiche, ma che, seppur «virtuosa», è conseguenza di una triste convinzione, che spesso è una consapevolezza: quella di dover «fare più degli altri» per farsi accettare.
Affrontare le avversità in modo adattivo contribuisce ad accumulare esperienze positive che potranno essere riutilizzate in futuro, a beneficio individuale, ma anche collettivo, mettendo il proprio know how a disposizione di altre persone in difficoltà. Rispetto al minority stress, diverse ricerche sono concordi nel rilevare che un importante fattore protettivo è l’appartenenza a una comunità da cui si può ricevere, e a cui si può fornire, sostegno.

8 Un’ampia maggioranza dei giovani omosessuali subisce offese verbali, e una rilevante minoranza soprusi e maltrattamenti fisici. Sul tema negli ultimi anni si è sviluppata una consistente letteratura scientifica: Poteat e Espelage esaminano la relazione tra bullismo e omofobia, mostrandone gli effetti in termini di sintomi ansiosi e/o depressivi; Rivers studia gli effetti post-traumatici a lungo termine del bullismo omofobico; Balsam, Rothblum e Beauchaine estendono lo studio degli effetti delle aggressioni all’intero arco di vita delle persone omosessuali. Di particolare interesse, nelle ricerche condotte in Gran Bretagna da Ian Rivers (2004, 2011), è la ricorrenza di sintomi da stress post- traumatico in soggetti che hanno subito atti di bullismo omofobico. La disistima e la svalutazione di sé in relazione al proprio orientamento sessuale, elementi costitutivi della cosiddetta «omofobia interiorizzata», risultano associate a difficoltà nell’instaurare e mantenere relazioni intime, possono sfociare in condotte sessuali pericolose e addirittura preparare il terreno al suicidio. In particolare, i ragazzi vittime del bullismo e con un’identità sessuale ancora fragile, sono più a rischio per quanto riguarda la salute mentale. Quasi la totalità del campione studiato ha affrontato il primo coming out oppure un outing all’età media di 18.5 anni e data i primi ricordi di aggressione attribuita all’orientamento sessuale a circa 10.5 anni. A distanza di circa 15 anni dal primo episodio di bullismo subìto, il 26% dei soggetti riferisce di essere ancora regolarmente disturbato dal ricordo del bullismo scolastico, il 21% di avere flashback di quegli episodi, il 4% di avere incubi notturni legati a tali esperienze. Dal punto di vista clinico, al 17% del campione potrebbe essere attribuita la diagnosi di disturbo post-traumatico da stress.

9 Omofobia interiorizzata è l’insieme di sentimenti e atteggiamenti negativi (dal disagio al disprezzo) che una persona può provare nei confronti della propria omosessualità (fino a nutrire sentimenti negativi verso le altre persone gay e lesbiche). Le caratteristiche associate all’omofobia interiorizzata sono una scarsa accettazione e stima di sé, fino all’odio di sé, sentimenti di incertezza, inferiorità e vergogna, incapacità di comunicare agli altri il proprio orientamento, convinzione di essere rifiutati a causa della propria omosessualità, identificazione con gli stereotipi denigratori. Lascio che sia Pier Paolo Pasolini a raccontarlo, in una lettera scritta nel 1950 all’amica Silvana Mauri: «Io ho sofferto il soffribile, non ho mai accettato il mio peccato, non sono mai venuto a patti con la mia natura e non mi ci sono neanche abituato. Io ero nato per essere sereno, equilibrato e naturale: la mia omosessualità era in più, era fuori, non c’entrava con me. Me la sono sempre vista accanto come un nemico, non me la sono mai sentita dentro… Fu a Belluno, quando avevo tre anni e mezzo […] che io provai per la prima volta quell’attrazione dolcissima e violentissima che poi mi è rimasta dentro sempre uguale, cieca e tetra come un fossile».

10 Dette anche terapie di conversione, terapie di riorientamento o terapie ex-gay, le terapie riparative costituiscono una sedicente forma di psicoterapia volta a «cambiare» l’orientamento da «omosessuale» a «eterosessuale», partendo dal pregiudizio che l’omosessualità sia una patologia e che l’eterosessualità sia la «meta naturale» dello sviluppo psicosessuale. Sono chiaramente basate su premesse ideologico-religiose e non clinico-scientifiche. Come dimostrato dagli studi empirici, non solo non ottengono il risultato voluto, ma possono causare gravi danni all’individuo. Pertanto sono state bandite dalle più autorevoli organizzazioni internazionali per la salute mentale. Nel 2000 l’American Psychological Association emette un documento, Position Statement on Therapies Focused on Attempts to Change Sexual Orientation – Reparative or Conversion Therapies, in cui: a) disconosce qualunque trattamento psichiatrico basato sull’assunto che l’omosessualità possa essere un disturbo mentale e mirato a indurre il soggetto a modificare il proprio orientamento sessuale; b) sottolinea l’assenza di dati scientifici a sostegno delle terapie riparative; c) mette in guardia dai danni procurati dalle stesse. Vedi anche: Rigliano, Ciliberto, Ferrari, Curare i gay? Oltre l’ideologia riparativa dell’omosessualità. Raffaello Cortina, Milano 2012.

11 Minority stress è anche l’anomia sociale, giuridica e inevitabilmente simbolica in cui crescono le persone omosessuali e i loro legami affettivi. È un circolo vizioso: la mancanza di leggi che riconoscano il diritto di cittadinanza affettiva implica la mancanza di un vocabolario per denominare la realtà. Il vuoto legislativo produce un vuoto semantico, che diventa un vuoto esperienziale. Un vuoto di cittadinanza. Il mancato riconoscimento delle relazioni omosessuali implica una delegittimazione delle persone gay e lesbiche, che finiscono per trovarsi confinate in una zona grigia, a un livello di «cittadinanza minore», che favorisce la svalutazione, il disprezzo e la discriminazione da parte della società, ma anche di se stessi. Sono sicuro che un effetto collaterale dell’approvazione di una buona legge sul riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso avvierebbe un drastico prosciugamento della palude in cui proliferano l’omofobia e il bullismo omofobico. Vedi anche Vittorio Lingiardi, Citizen gay. Affetti e diritti, il Saggiatore, Milano 2012 (con la collaborazione di Nicola Nardelli).

12 Martha Nussbaum, Disgusto e umanità. L’orientamento sessuale di fronte alla legge, trad. it. il Saggiatore, Milano 2011.

13 Ricordando che il bullismo omofobico rappresenta una grave violazione dei diritti umani, il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon ha sollecitato gli Stati a prendere misure adeguate al fine di proteggere i cittadini dalle violenze e dalle discriminazioni a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere: «Questo genere di bullismo […] colpisce i giovani di tutto il mondo fino all’età adulta, causando enormi e inutili sofferenze. I bambini vittime di bullismo sono a rischio di de- pressione e di dispersione scolastica. Alcuni sono addirittura spinti al suicidio. […] Affrontare questo problema è una sfida comune. Tutti noi abbiamo un ruolo in questo in qualità di genitori, familiari, insegnanti, vicini di casa, dirigenti di comunità, giornalisti, figure religiose, funzionari pubblici. […] Gli Stati sono giuridicamente obbligati a proteggere i propri cittadini da questo tipo di violenze. […] Gli Stati si stanno pian piano rendendo conto che l’impegno a eliminare la discriminazione, sancito dalla Dichiarazione universale [dei diritti umani] e fulcro imprescindibile dei trattati sui diritti umani delle Nazioni Unite, deve valere per tutti, non solo per gli eterosessuali, ma anche per i gay, le lesbiche, i bisessuali, i transgender e gli intersessuali» (Ufficio Stampa ONU, 8/12/2011).

14 Il 18 gennaio 2006 il Parlamento europeo approva una prima risoluzione contro l’omofobia. Il 26 aprile 2007 il Parlamento europeo approva una seconda mozione contro l’omofobia. Essa sollecita le autorità degli Stati membri ad astenersi dal proporre e approvare leggi discriminatorie nei confronti delle persone omosessuali, nonché a condannare dichiarazioni di leader pubblici «incitanti alla discriminazione e all’odio sulla base dell’orientamento sessuale». Nel documento si sottolinea che «qualsiasi altro comportamento costituirebbe una violazione dell’articolo 6 del trattato UE», invitando, laddove tale violazione si verifichi, la Commissione europea a promuovere azioni giudiziarie contro gli Stati membri. Si chiede inoltre la depenalizzazione mondiale dell’omosessualità. Nella risoluzione si condannano «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo», e si chiede «alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli», nonché si invitano «tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso».

Vittorio Lingiardi

Marco Tullio

Non consta che alcuna delle brutte cose in danno degli omosessuali elencate nel lungo e dettagliato documento riportato da Kawaru sia incoraggiata dalla Chiesa.
E non consta neppure che la dottrina ufficiale della Chiesa (né la più diffusa) riguardo agli ordinari e leciti piaceri della vita sia così rigorosa come qualcuno – forse un po’ giansenista – qui sostiene. E come sostiene qui anche qualche fiero avversario del Cattolicesimo, nell’intento di disgustare da esso qualche anima semplice. Ma quei cattolici che non vivono a certi livelli di cenobitica austerità (né tanto meno predicano che gli altri dovrebbero farlo), che sono indulgenti anche nei confronti di chi, a stretto rigore, sia oggettivamente in peccato, che prendono molto sul serio il divieto di giudicare gli altri espresso nel Vangelo … beh … allora cominciate a strepitare che sono degli ipocriti, se non dei nemici della società pronti a giustificare ogni nefandezza. Insomma, non si scappa: dal vostro punto di vista, o sei ateo o sei una m….a!

gmd85

@Marco Tullio

No. O sei una brava persona o sei una mer.da.

Non è che sono ipocriti. Semmai, è che si ricordano di non giudicare quando conviene.

Gérard

Hi Kaworu

Forse avrai sentito parlare della ” Milivitudes ” , un organismo francese che significa ” Mission interministerielle de vigilance et de lutte contre les dérives sectaires ” ( Missione interministeriale di vigilanza e lotta contro le derive settarie ” nato con decreto presidenziale del 28 novembre 2002 .
E un organismo che osserva e analisa il fenomeno delle sette attraverso comportamenti che ledono i diritti dell’ uomo, le liberta fondamentale e altri comportamenti condannabili …
E da notare che da dicembre 2013, questo organismo ha iniziato una vigilanza particolare sugli ” seminari ” religiosi che si propongono di ” guarire ” l’ omossesualita in alcune zone della Francia . Ultimamente un paio di questi ” seminari ” hanno dovuto chiudere battenti grazie all’ azione di questo organismo… !

Marco Tullio

Fino dal secolo scorso studiato come patologico e stigmatizzato come deviante da alcune scuole di pensiero, il COMPORTAMENTO RELIGIOSO è, invece, da considerare una variante normale della mentalità umana. Della FEDE NEL SOPRANNATURALE, molti studiosi (gli psicoanalisti in particolare, e più recentemente i biologi e i genetisti) hanno cercato di indagare le «cause», ma nessuno è approdato a una risposta definitiva, o quantomeno convincente. Non sappiamo infatti come le forze biologiche, la genetica, la regolazione affettiva nelle relazioni primarie, le identificazioni, i fattori cognitivi, l’uso che il bambino e l’adulto fanno della razionalità per risolvere i conflitti dello sviluppo e della vita associata, le pressioni culturali alla conformità e il bisogno di adattamento contribuiscano alla formazione dell’individuo e alla costruzione della sua visione del mondo. Né sappiamo se sarà possibile rispondere a queste domande.
La RELIGIOFOBIA e` disagio, svalutazione e avversione, su base psicologico-individuale e/o ideologico- collettiva, nei confronti delle PERSONE RELIGIOSE e della RELIGIOSITA’ stessa. Sistema di credenze e di stereotipi che mantiene giustificabile e plausibile la discriminazione sulla base dell’ ORIENTAMENTO RELIGIOSO. Uso di un linguaggio o slang offensivi per le PERSONE RELIGIOSE (ad esempio, in lingua italiana, “bigotto”, “bacchettone”, “collo torto”, “beghina”, “gesuitico”, “pretesco”).
La pubblica TESTIMONIANZA della propria fede è – in certi contesti – un processo necessario, spesso difficile, talvolta doloroso (e talvolta dannoso per la carriera), che comporta il «rivelare» la propria identità al mondo per una vita più autentica. Ogni persona sperimenta la TESTIMONIANZA in maniera unica. Esso provoca ansia e preoccupazione, ma rappresenta anche una sfida evolutiva e sociale. Il proprio orientamento SPIRITUALE non è solo un affare privato. Un ambiente di lavoro, per esempio, è un luogo dove le persone condividono racconti sul proprio mondo relazionale (famiglia, vacanze, amici) e sui propri interessi, preferenze, gusti.
Minority stress e` l’insieme di disagi psicologici causati da una condizione di minoranza stigmatizzata. In questo caso si riferisce alle discriminazioni e ai pregiudizi di vario ordine e grado cui fin dall’adolescenza sono sottoposte le PERSONE RELIGIOSE. Per molte di loro, lo sviluppo psicologico sarà segnato da una dimensione di stress continuativo, conseguenza di ambienti ostili o indifferenti, episodi di stigmatizzazione, casi di violenza. Il minority stress si compone di tre dimensioni: a) RELIGIOFOBIA interiorizzata, ossia l’interiorizzazione del pregiudizio che porta a vivere in modo negativo la propria RELIGIOSITA’, fino a volerla contrastare; b) stigma percepito, per cui quanto maggiore è la percezione del rifiuto sociale, tanto maggiori saranno la sensibilità all’ambiente, il livello di vigilanza relativo alla paura di essere «identificati» come BIGOTTI, il ricorso a strategie difensive inadeguate; c) esperienze vissute di DISCRIMINAZIONE, DILEGGIO, persino VIOLENZA, con caratteristiche traumatiche acute e/o croniche.

Bee

Marco Tullio, se stai cercando di porre una indebita equivalenza tra la diffidenza, la discriminazione, il dileggio e la persecuzione subita dagli omosessuali e le discriminazioni portate avanti nei confronti dei credenti, non lo fare, a meno che tu non ti voglia riferire a persecuzioni subite da gruppi religiosi in paesi non democratici (e che, non di rado, avvengono grazie ad altri gruppi religiosi). In Italia, parlare di religiofobia e minority stress è decisamente inappropriato. Rischia di farti apparire intellettualmente disonesto.

gmd85

@Marco Tullio

Se volevi risultare ridicolo, complimenti, hai fatto centro.

Marcoz

il COMPORTAMENTO RELIGIOSO è, invece, da considerare una variante normale della mentalità umana.

Sono del parere che il comportamento religioso (o anche solo la spiritualità, a volte), che prevede un disegno, non sia altro che lo “spin-off” della tendenza, maturata dal cervello umano con l’evoluzione e che prende il nome di apofenia, a riconoscere significati in dati casuali, non legati tra loro.
Correlata ad altri fattori, come la tendenza alla pareidolia, questa peculiarità ha evidentemente fornito vantaggi in termini di sopravvivenza, per svariati motivi. Uno di questi potrebbe essere l’aver favorito connessioni mentali per lo sviluppo della creatività, cioè la capacità di concepire idee originali, molto utili se si deve imparare a trovare il modo di accendere un fuoco o costruire una lancia per andare a caccia.

In questo senso, la tendenza al soprannaturale non ha nulla di deviante; non è, cioè, una prerogativa che rende di per sé invalida una persona.
Sfociano nella patologia solo determinati comportamenti di impronta prettamente culturale, che fanno leva sulle cablature mentali innate e di cui le religioni sono ottimi campionari.

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