L’ateismo è roba per ricchi?

Si sente spesso, e si legge altrettanto spesso sui mezzi di informazione religiosi, che l’ateismo sarebbe “roba per ricchi”. Tesi talvolta sostenuta accostandola a una presunta “umiltà” e “semplicità” dimostrata dalle persone credenti, con annesso giudizio negativo sulla ricchezza. I ricchi sono dipinti, soprattutto dalla retorica pauperista delle religioni, con stereotipi simili a quelli che colpiscono i non credenti: amorali, frivoli, asociali, senza sentimenti. Per citare solo il Vangelo, emblematica è la parabola del “cammello” che passa per la cruna dell’ago. Il bello è che queste filippiche moralistiche spesso arrivano proprio da esponenti religiosi, storicamente fuori dai circuiti lavorativi e di solito mantenuti del resto della popolazione. Cosa che ha permesso alle confessioni religiose di accumulare enormi ricchezze, cui i singoli sacerdoti possono attingere.

È indubbio che la storia dell’incredulità è stata, fino a pochi decenni fa, un fenomeno prevalentemente circoscritto alle classi più elevate e agli intellettuali. È altrettanto indubbio che oggi le inchieste sociologiche mostrino come sia un fenomeno più diffuso nei ceti più abbienti, meno in quelli più poveri. Ancora, è indubbio anche che i paesi con il più alto indice di sviluppo umano e il più alto Pil sono caratterizzati da un alto tasso di incredulità, mentre quelli più poveri e meno progrediti si contraddistinguono per un altissimo tasso di religiosità e dalla virtuale assenza di non credenti. Date queste evidenze, quali riflessioni trarne?

Se l’è chiesto sull’Huffington Post Daniel Cox, direttore del Public Religion Research Institute. Cox parte dalla crescente influenza dei “non affiliati” negli Usa: ormai quasi uno statunitense su cinque non è affiliato ad alcuna religione e un quarto dei voti che hanno permesso la rielezione di Barack Obama vengono proprio da loro. Secondo l’American Values Survey del 2012, il 39% degli unaffiliated si definisce laico, il 36% ateo o agnostico, il 23% credenti che non fa capo a confessioni religiose. Il dato interessante è che coloro che si definiscono atei e agnostici hanno uno status socio-economico più alto degli altri “non affiliati”: tendono a essere più istruiti, più ricchi, provenienti dalle classi medio-alte. La loro importanza nel panorama sociale, culturale, politico e anche economico statunitense va aumentando, soprattutto di coloro che si definiscono esplicitamente atei e agnostici.

Foto di brookesb su Flickr

La sociologia in passato dava risalto al ruolo dell’istruzione accademica per spiegare la messa in discussione delle credenze religiose tradizionali. Una ricerca più recente rileva che questo tipo di istruzione incide più sulla partecipazione religiosa che sulla fede. Pippa Norris e Ronald Inglehart in Sacro e secolare argomentano che tra le popolazioni o fasce di società più insicure a livello economico ci sono tassi più alti di partecipazione religiosa, perché sono più minacciate da problemi come malattie, povertà, morte prematura. Come fa notare Cox, la ricchezza non porta necessariamente all’abbandono della fede. Giocano anche altri fattori, come quelli familiari o di relazione. Nelle famiglie con standard di vita medio-alti ci possono essere stili più aperti di genitorialità rispetto a quelle meno abbienti; nelle prime i genitori tendono a educare secondo valori che favoriscono la crescita autonoma dei figli, mentre in quelle meno agiate si punta su un approccio più tradizionalista. Come sostengono gli autori di Of Human Bonding, l’autoritarismo è fortemente associato con la religiosità.

La libertà di espressione è, salvo casi particolari — il petrolio nella penisola araba, per esempio — un requisito indispensabile per la crescita economica. Anche la cultura, il cui accesso in molti paesi è troppo spesso limitato a pochi. Ricordiamolo ancora una volta: le soluzioni irrazionali sono una risorsa quasi inevitabile quando non sembrano esserci a portata di mano soluzioni razionali, o uno stato sociale che garantisca diritti e stabilità economica. Tuttavia, il fenomeno dell’incredulità emerge sempre di più anche in paesi poveri, come il Bangladesh. Dove di recente è scattata la caccia al blogger ateo, tramite mobilitazioni che chiedevano l’impiccagione dei blasfemi e liste di proscrizione date dagli integralisti islamici al governo. Si comprende quindi che per permettere il coming out dei non credenti è importante che sia garantita la libertà di espressione.

C’è anche da dire che la religione è un fenomeno ereditario, trasmesso soprattutto dalla famiglia. O per decreto, quando i missionari sono riusciti a convertire (o quantomeno a convincere) i regnanti, che poi a cascata l’hanno imposto con leggi liberticide al resto della popolazione. Come avvenuto nell’impero romano da Teodosio in poi e tra le popolazioni “barbare” (in alcune aree, come la Lituania, addirittura solo nel XV secolo). E come tentò di fare il gesuita Matteo Ricci in Cina, cercando di convertire i regnanti ritenendo la zona terreno vergine da evangelizzare proprio perché “non religiosa”, sebbene fossero diffusi confucianesimo e buddhismo. Oppure per conquista militare, come ci ricorda ad esempio l’espansione islamica in Africa e Asia o la colonizzazione europea in America. Per contro, lo stesso ateismo può essere imposto anche in paesi poveri da regimi autoritari, come avvenuto in Cina o in Russia.

Ma, in generale, la non credenza sembra essere un fenomeno che si sviluppa più facilmente laddove le persone godono di maggiori capabilities, opportunità, diritti, autonomia anche economica, libertà. Anche i credenti dovrebbero soffermarsi sopra questo aspetto. I loro leader sembrano invece continuare a inseguire la vecchia strada di evangelizzazione top-down: coccola i politici e ottieni (o quantomeno mantieni) privilegi. Il gregge seguirà.

La redazione

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67 commenti

rosalba sgroia

Non è tanto essere ricchi, ci sono anche tanti ricconi che dicono di essere cattolici. Il fatto è che molti credenti di quelle zone povere sono disperati e in quanto disperati possono solo confidare in un dio. Questo perché glielo fanno credere, proprio per tenerli sempre poveri Basterebbe di un po’ più di istruzione e di conoscenza ( laica) per renderli liberi dal giogo religioso. http://neroassenso.wordpress.com/2012/10/22/il-potere-ha-bisogno-della-poverta-dellignoranza/

rosalba sgroia

Aggiungo, tempo fa adottai una bambina ugandese a distanza, purtroppo con un’associazione cattolica. Lei scriveva che stava studiando, ma la sua lettera era piena della parola DIO (GOD). Studiava sì, ma ringraziava solo dio…ma non era dio a darle i soldi. Molti potrebbero dire che non è importante questo e io rispondo: No, è importantissimo, si chiama evangelizzazione e così si tengono sotto scacco le persone, non si rendono autonome e consapevoli che sono le persone a cambiare le cose.NON DIO

Otzi

E’ talmente vero che sono le persone a cambiare le cose e non dio, che quelle persone che le cambiano secondo la volontà di dio lo fanno per garantirsi e legittimare i propri interessi secondo la forza evolutiva delle cose utilizzando anche un tappabuchi-dio.

tommaso

Ove si dimostra che le gerarchie religiose, per vedere assicurata la loro sopravvivenza, si augurano che il gregge non se la passi tanto bene, anzi, peggio sta meglio è per loro !!

Francesco S.

Di questo ne ha parlato K. Marx in maniera più corretta filosoficamente parlando. Basta sostituire poveri con POPOLI e ricchi con CLASSI DOMINANTI.

L’ateismo non c’entra nulla con la ricchezza (almeno qui in Europa) conosco persone incolte e economicamente svantaggiate che sono atee fino al midollo, certo il loro ateismo sarà più di pancia, meno fine ma non meno sincero. E conosco persone acculturate, benestanti e bigotte,

Le valutazioni sulla popolazione USA non sono applicabili all’Europa, lì il pensiero socialista non ha mai attecchito invece qui ha avuto ampi sviluppi e comunque ha influito sulla società europea.

Mi riferisco alle conseguenze filosofiche-antropologiche della questione, non tanto politiche.

gmd85

Concordo. E aggiungo che, oggi, la fruizione della cultura avviene in maniera relativamente più semplice, rendendola accessibile a fasce di popolazione più ampie. Penso anche io che l’analisi made in USA non sia applicabile universalmente. L’istruzione universitaria statunitense, ai massimi livelli, prevede costi elevati, quindi se davvero esiste questo legame ricchezza/ateismo, io lo attribuirei piuttosto alla possibilità di accedere a sistemi d’istruzione costosi ma di alto livello. Ora, però, questo trend era tipico di quando, effettivamente, le masse non avevano modo di accedere ad una istruzione di più alto livello. Oggi, proprio perché si ha più possibilità di apprendere, si può pensare che un’istruzione quanto meno buona, sia raggiungibile da più individui. Ciò non toglie che l’attitudine personale è imprescindibile.

Sandra

C’è da tener conto del fattore economico: la famiglia povera, con poca istruzione e che vive di lavoro umile e malpagato, ha poche conoscenze che contano e che siano in grado di fornire aiuto: trovare un lavoro, accelerare una lista d’attesa in ospedale, … problemi che la famiglia abbiente risolve anche grazie ai propri contatti. Per i poveri la rete “importante” di contatto è ancora la Chiesa: anche solo per riuscire a far studiare un figlio, anche come prete, e ricavarne di riflesso una migliorata situazione sociale. L’indipendenza per molti è un lusso.

Stefano Grassino

Sandra, le menti delle grandi rivoluzioni e gli ideologhi dei movimenti che hanno cambiato il corso della storia, non sono mai venuti fuori dalle classi povere; questo è un dato accertato.
La fame dei ceti ridotti in miseria è stata la molla, lo strumento che ha fatto scattare la rivolta ma solo quello.
Diciamo che per l’esplosione occorre l’esplosivo con il detonatore assieme.
Tu dici giustamente: ” L’indipendenza per molti è un lusso”. Diciamo che questo non vale solo per i paesi poveri.
Anche per noi essere atei dichiarati comporta rischi non da poco sul posto di lavoro o peggio ancora per chi lavoro non ne ha..

Gérard

@ Sandra
Quello che scrivi vale soltanto per l’ Italia oppure paesi dove la Chiesa gode ( ancora ? ) di alcun prestigio . Non mi ricordo che in Francia ( oppure in Germania ) aver sentito dire che occoreva rivolgersi ad un prete per avere qualche vantaggio, sia per un posto di lavoro o migliorare la sua situazione sociale ( lista di attesa in ospedale ?? Questo non esisteva sia in Francia che in Germania ) .
La gente si rivolgeva sempre al suo deputato ( Ahime questo purtroppo non esiste piu… ) .
@ Stefano G.
Anche per noi essere atei dichiarati comporta rischi…
Personalmente sono sempre stato ateo dichiarato ma non mi ha mai creato problemi ( Nel mio ufficio, c’era scritto al muro ” Chi non pensa crede – Chi pensa non puo credere . Mai avuto problemi in merito e quando veniva il prete per la benedizione pasquale, uscivo io, ma anche tutti altri quadri commerciali… ) .

Sandra

Gégard,
sì, infatti vale solo per i paesi del terzo mondo o ad essi assimilabili per quanto concerne accesso e uguaglianza nell’ottenere servizi. Dove manca lo Stato, o dove esso non è uguale per tutti, bisogna rivolgersi ad altra struttura, la Chiesa e/o la mafia. Poi la Chiesa, come ente di potere politico ed economico, si declina diversamente a seconda del paese, può essere benissimo la Fratellanza in paesi musulmani.
L’unica eccezione, da quanto scrive spesso qui Roberto V, potrebbe essere costituita dalla Germania, dove la Chiesa, importante datore di lavoro, tanto da condiziona l’assunzione di personale nelle sue strutture all’avvenuto pagamento della tassa ecclesiastica. Negli altri casi non penso valga l’adagio italico “i preti, meglio tenerseli buoni ché non si sa mai”.

Stefano,
per questo parlavo di indipendenza: se sei indipendente, economicamente in primis ma non solo, non devi piegarti a una partecipazione religiosa non sentita. Diversamente partecipi e speri che la tua piccola commedia ti possa rendere in contatti o raccomandazioni. E’ una indipendenza su cui devi poter contare anche nel lungo periodo, e di questi tempi è davvero un lusso.

Augusto

Vorrei segnalare che la qualificazione dell’ateismo come elemento caratterizzante “i ricchi”, o comunque le classi privilegiate, è uno stereotipo di certa cultura cattolica. Faccio un esempio. Nel 1869 il quotidiano palermitano di ispirazione crispina “Il Precursore” propose l’abolizione dell’istruzione religiosa nelle scuole pubbliche. Il giornale “La Regione”, organo clericale, replicò che l’accoglimento di una simile proposta avrebbe significato l’abbattimento di ogni principio di eguaglianza e di libertà essendo l’ateismo “principio aristocratico per eccellenza”.
Buon pomeriggio.

Mizar

Che l’ateismo sia una prerogativa dei ricchi è una stupidaggine talmente grossa che non meriterebbe nemmeno commento. Basti pensare all’anticlericalismo anarchico di fine ‘800, nato nell’alveo del movimento operaio e contadino… Fesserie. Se invece da un punto di vista sociologico maggiori redditi corrispondono a maggiore livello di istruzione e conseguente maggiore propensione all’ateismo è un altro discorso, ma il problema è appunto sociologico non culturale.

faidate

Allora il prossimo slogan per gli ateobus (ricordate?) potrebbe essere: “Abbandonate dio, diventerete ricchi”

Bertrand Russell2

faidate

Mi sa che negli U.S.A. potrebbe anche funzionare, ma qui in Italia c’è troppa gente che sembra godere nel fare la vittima, se diventassero ricchi perderebbero il loro più grande piacere.

fab

Più che altro la ricchezza è roba per atei, nel senso che una società razionalista impiega meglio le risorse e produce con più efficienza di una che non lo è.

Ignorant

Per quanto veri gli esempi a proposito degli altri paesi, io parlerei un secondo ancora dell’Italia, perché penso che qui da noi anche su questo c’è un’anomalia.
Ovvero cerco di spiegare con un piccolo esempio, banale ma che rende:
Per lavoro mi trovo spesso a dover consegnare plichi e corrispondenze varie a qualcuno residente in vaticano. Quando entri e cominci a fare i soliti “rimbalzi” da un gendarme all’altro finché non trovi quello giusto che ti firma la ricevuta, alla fine ci parli, in un certo senso per quei pochi secondi diminuisce il distacco popolo-autorità e scopri che tutti i gendarmi sono più romani di te, e tra una cosa ed un’altra ti dicono anche che l’unico modo per accedere ai concorsi di reclutamento è avere uno che dall’interno ti da una dritta, e oltretutto (ma questo si sa) bisogna avere addirittura la referenza ecclesiastica che in tutti i sensi ti “raccomanda” e certifica la tua buona condotta spirituale. Questo per dire che come si può ben capire, qui in Italia abbiamo il fulcro dello svolgersi e dello sbocciare degli interessi patrimoniali e comunque a quei rapporti di convenienza che tanto inquinano la nostra società, in cui si crea quindi questa classe sociale che difende la chiesa e lo stato vaticano poiché per lui sono fonte di reddito, di convenienza e quant’altro. E parlo di classe sociale perché non ne è composta solo da gendarmi venduti in un certo senso per il solito e famoso “tozzo di pane”, ma di industriali, grandi investitori e ovviamente politici che a livelli molto più alti manovrano altre sacche di voti gigantesche. Ed è questa quindi l’anomalia italiana, ovvero quella di vedere personaggi ricchi, lussuosi, elitari che ben poco avrebbero a che fare con ideali di carità e redenzione ma che portano avanti la loro cristianità come una virtù, e la gente (ed ecco che torno all’ignoranza del popolino) pende dalla loro bocca e tende a fidarsi di più di loro non per meriti acquisiti, ma piuttosto perché si proclamano più fedeli di altri, e quindi più bravi e giusti.
Spero di aver reso l’idea

MASSIMO

Non è una questione di essere ricchi o poveri,ma casomai di fare determinati ragionamenti oppure no.
Io sulla religione la penso esattamente come FREUD
http://it.wikipedia.org/wiki/L'avvenire_di_un'illusione

La religiosità è una particolare situazione psicologica nella quale uno immagina nella sua fantasia di parlare con degli esseri invisibili o di vederli.
Nella preghiera una persona pensa nella sua fantasia di parlare con Cristo o con la Madonna, ma forse questa persona si dimentica che queste sono persone morte 2000 anni fa. Dunque i casi sono due, o uno ha il potere di parlare con i morti oppure è tutto scemo.

Altre idiozie sono quelle dell’esistenza dell’anima, o della vita dopo la morte e di mondi paralleli (inferno e paradiso). Prendiamo ad esempio l’idea del paradiso. Si vede in molte chiese come i pittori disegnano il paradiso come un luogo basato sulle nuvole dove sopra ci sono angeli e altre persone con l’aureola in testa.
Forse le persone che credono a questa cosa si dimenticano che le nuvole sono solo ammassi di vapore acqueo e tutti i giorni tra le nuvole ci passano gli aerei e non è mai stato visto un angelo svolazzarci dentro. Allora se uno ha un briciolo di intelligenza gli dovrebbe venire il dubbio che questa è solo una favola.

Personalmente non capisco che bisogno abbia una persona adulta di nutrirsi di queste idiozie.

Marco Tullio

Quanta profondità di pensiero! Quali inconfutabili argomenti! Splendida dimostrazione di quanto sia vera la frase che Gérard aveva scritto nel suo ufficio:
” Chi non pensa crede – Chi pensa non può credere”. Vedi, Gérard, c’è anche una terza categoria di persone: quelli che riescono nello stesso tempo a non pensare e a non credere,

Diocleziano

Eppure, sotto la prosa rozzamente vigorosa di Massimo,
vi sono delle incontrovertibili verità.

colpani gioacchino

Vuoi dire che le eminenze grigie, hanno tratto dalla ricchezza che li attornia, la forza per divulgare il contrario di ciò che realmente non credono?

MASSIMO

A dire il vero, non so nemmeno se i preti credono nella loro religione.
Secondo me loro dicono “noi vendiamo questa roba da 1.700 anni, e per campare abbiamo bisogno dei gonzi che ci credono”.

Losna

Verissimo. Gli atei sono ricchi!
Ricchi di ragionamenti, di dubbi, di confronto con se stessi, di amore per la vita e le persone, di rispetto per le altrui opinioni, e di consapevolezza, e personalmente anche di serenità.

Francesco S.

La redazione secondome me trova smentita nella sua stessa utenza, qui mi sembra che i ricchi siano ben pochi, lo stesso segretario UAAR è un impiegato e tra molti soci ci sono insegnanti, qualche ricercatore: tutte categorie non note per essere piene di soldi.

Siamo si ricchi ma non di moneta ma di cultura e fortunatamente qui in Italia le 2 cose non coincidono come purtroppo sembra avvenire in USA.

gmd85

In effetti, non si capisce bene, quali fasce siano state prese in considerazione. Già un’educazione completa da high school non è roba da poco.

Nathan

Fortunatamente? O sfortunatamente? Ti sembra una fortuna che studiare e aumentare la propria culturA QUI IN ITALIA NON PORTI ad un miglioramento della condizione economica, al contrario di altri paesi occidentali e pure no.Lo sai che mentre negli USA, e negli altri paesi avanzati, chiunque abbia un PhD lo mette bene in evidenza quando cerca lavoro, in Italia è noto che conviene cancellare il dottorato dal curriculum che si manda ad aziende private, e questo succede ormai da anni anche nelle zone più sviluppate industrialmente, tipo Lombardia. Lo so per certo, essendomi stato raccontato da docenti universitari di ingegneria.

Francesco S.

Io mi riferivo al fatto che può studiare fino ai livelli univertitari anche ch non dotato di mezzi, non a ciò che avviene dopo (che per inciso fa riferimento al mercato del lavoro e non al sstema di istruzione, semmai il problema è lì)

Diocleziano

Non si diventa ricchi perché si è atei, ma si diventa atei perché si è ricchi.
(La ricchezza favorisce il tempo libero, le buone letture e l’ottimismo).

Se ne deduce che la povertà favorisca la fede.
(La povertà incupisce l’animo e lo predispone al pessimismo: il dolore avvicina a dio).

La chiesa prospera sulla fede, quindi la povertà favorisce la chiesa.
La chiesa favorisce la povertà ingurgitando risorse che altrimenti solleverebbero
gli indigenti dal loro stato.
Il papa inneggia alla povertà e critica i beni materiali, e dà il buon esempio indossando
un orologio di plastica. Sarà sufficiente? Mah…

MarcusPrometheus

Giustissimo, ma aggiungerei un altro fatto importante:
che la Chiesa nel mondo incoraggia la poverta’ anche e soprattutto incoraggiando la folle esplosione demografica (ed anche incoraggiando malattie ed handicaps per esempio le malattie a diffusione sessuale lottando contro l’uso del preservativo.)
Quasi sempre gli imam islamici fanno altrettanto e si alleano in sedi internazionali al Vaticano per sostenere politiche conformi alla folle dottrina dell’espansione demografica illimitata su di un pianeta limitato.
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L’alto reddito goduto da miliardi di umani oggi e’ sostenibile nel tempo?
E’ reddito vero?
Oppure, e’ prodotto dalla vendita / distruzione / consumo una tantum di beni patrimonio naturale?
Quanto di quel che definiamo crescita, è entrata derivante dalla distruzione del capitale naturale non rinnovabile e quanto e’ vero reddito da lavoro?
Carburanti fossili, Acqua fossile, Foreste, Specie pescabili, Metalli rari, Superfici coltivabili, Topsoil fertile, Spazio pro-capite, Bellezze naturali, Biodiversita’ non son consumati per sempre? http://www.rientrodolce.org/

Cordiali saluti a tutti i liberi e laici. Marcus Prometheus.

Stefano Seguri

“L’ateismo roba per ricchi”. A questa pretesa si arriva solo alla fine della caduta del pensiero liberal-borghese, laico o ecclesiastico che sia: di fronte alla crisi economica irreversibile del capitalismo mondiale ecco che poveri vecchi e nuovi devono essere sinonimo di persone sempliciotte, oneste ma ingenue e……religiose, poichè possono sperare solo in Dio per il loro riscatto.
La versione radical-chic del pensiero ateo riserva la miscredenza soltanto alla piccola e media borghesia illuminata (fino a che non è toccata dagli aspetti più deteriori della crisi).

Si depenna dalla storia l’enorme apporto di ateismo e anticlericalismo negli strati popolari che ha prodotto il movimento socialista di operai e contadini tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Apporto storico che a tutt’oggi fa ancora sentire i suoi influssi nella classe operaia e lavoratrice dei paesi europei, e non solo.
Tanto per citare degli esempi storici marcanti nei feudi cattolici: il potente anticlericalismo in Spagna sia della CNT anarchica che dell’UGT socialista fino agli incendi delle chiese da parte di operai e contadini spagnoli nell’insurrezione contro il golpe franchista del luglio 1936, la critica alla religione intrinseca nella prassi e nella cultura politica dei partiti comunisti degli anni ’20-‘30, nei loro militanti (di estrazione proletaria e contadina nella stragrande maggioranza), nei partigiani garibaldini, fino ad arrivare ai movimenti della sinistra extraparlamentare degli anni ’70 .
Tutto questo aveva persino prodotto una soggettività di laicità e radicalismo politico persino in ambienti cattolici di estrazione operaia e popolare: Cristiani per il Socialismo, MPL (di origine aclista), oppure gli ancor più radicali MAPU e Izquierda Cristiana in Cile in rottura aperta con la DC cilena ed il Vaticano (tanto per guardare anche fuori casa nostra). Vogliamo poi ricordare il contributo del movimento operaio e popolare nei referendum sul divorzio e l’aborto?

Ma anche nei paesi coloniali e neocoloniali di Africa e Asia i movimenti di liberazione nazionale tra gli anni ’60-’70, con una base sociale di guerriglia popolare e rurale, avevano lanciato un attacco notevole alla religione, al clericalismo e alle tradizioni animiste tribali.
Ci fu un periodo storico nel passato prossimo, che forse i più giovani intellettualoidi “laici” di oggi non sanno o gli hanno insegnato a dimenticare e sottostimare, che movimento “democratico-popolare” era sinonimo di anticlericalismo e, attraverso di esso, di veicolazione dell’ateismo, a tutte le latitudini del pianeta.
Ed è curioso che coloro che coniavano e urlavano come comari isteriche questa equazione come spauracchio dell”ateo-comunismo” erano gli stessi che oggi pretendono la simbiosi immutabile povertà = credulità religiosa.

Questo è conseguenza del fatto che oggi non c’è più diritto di cittadinanza politica e culturale per l’anticapitalismo (e l’antiborghesismo). E quindi istanze di riscatto sociale per le classi subalterne devono essere incardinate soltanto nell’attesa dell’evento chiliastico codificata e gestita dagli autoproclamati venditori di indulgenze per i paradisi eterni.
La pretesa di voler far apparire l’ateismo, o la critica alla religione più in generale, come afferenti alle classi agiate o medio-agiate, è comprensibile quando viene promossa dai cortigiani della classi dominanti, bardati con licenze divine e dotati di strumenti di detassazione e riciclaggio per l’accumulazione capitalista (IOR, Compagnia delle Opere, Opus Dei, banchieri islamici ecc. ecc.), ma tale pretesa assume ben altro significato quando viene avanzata persino dagli “illuminati” laico-liberali, che evidentemente, dimostrano la loro internità alle politiche dominanti di crisi da far pagare alle classi subalterne, le quali, anche per la versione radical-chic dell’ateismo, possono affidarsi a Dio per la propria emancipazione, casomai sono da “compatire”, ma sono da stigmatizzare se dovessero rivolgersi al “democratismo popolare” anticapitalista.
Ecco il capitalismo by-partisan laico-clericale.

Bertrand Russell2

Stefano Seguri

Si questa ricerca ha il torto di trascurare l’impatto delle ideologie e dei movimenti politici ateisti, che sono stai molto forti in quasi tutta l’Europa e in molti altri paesi del mondo.

Stefano Seguri

Le tue parole confermano quanto osservavo con il periodo:

“……ben altro significato quando viene avanzata persino dagli “illuminati” laico-liberali, che evidentemente, dimostrano la loro internità alle politiche dominanti di crisi da far pagare alle classi subalterne, le quali, anche per la versione radical-chic dell’ateismo, possono affidarsi a Dio per la propria emancipazione, casomai sono da “compatire”, ma sono da stigmatizzare se dovessero rivolgersi al “democratismo popolare” anticapitalista”

E in questo vi è convergenza oggettiva tra poteri confessionali e versioni socialmente conservative dell’ateismo.
Del resto la demonizzazione dell”ideologia” ha origini clericali. Come se la credenza religiosa non fosse anch’essa un prodotto ideologico della contraddizione uomo-società dell’uomo. Come se la riduzione ideologica dell’organizzazione politico-programmatica delle classi subalterne fosse un mantra esorcistico contro le spinte anti-sistemiche.
Vi è del religiosismo in questo. Anche nella sua versione “laica”. Religiosismo nei confronti dei rapporti sociali storicamente esistenti, visti come immutabili: o per natura divina (teismo) o per risultanza di evoluzioni puramente naturalistiche, senza problematiche dialettiche (de-umanizzazione laica della storia sociale).

Bertrand Russell2

Stefano Seguri

Io ho solo confermato quello che hai detto tu, poi hai fatto tutto da solo, trasformando una mia frase d’approvazione nei tuoi confronti in una critica e una critica alla ricerca, alla base dell’articolo, in una sua approvazione!

Questa reazione perché? Perché ho usato la parola “ateististi”? Si vero ma questa parola se riferita al comunismo è perfettamente adeguata e spesso lo è anche con l’anarchismo! Se avessi usato questo termine riferito a qualche governo socialdemocratico o liberale avresti avuto ragione ma qui hai montato su una filippica per una parola che in questo contesto è esatta!

La verità è che qui c’è molta gente che se le presa perché dopo l’ennesima sconfitta del centrosinistra, per cui ho votato, ho usato termini troppo pesanti!

diego

atei sono i ricchi che riempiono la testa i bambini poveri di sciocchezze facendole passare per verità assolute e dominando il popolo in questo modo.

Francesco

Dialogo della foto:

– E a foto tua andò sta?
– Ma sono magnata.

stefano

era la tesi di molti illuministi come Voltaire che l’ateismo fosse aristocratico, chi non aveva problemi economici poteva mangiare e bere al punto che credere in dio era inutile, ragionamento poi ripreso anche da Saint Just e Robespierre durante i giorni della nascita nella Francia rivoluzionaria del “movimento per la scristinizzazione” di ispirazione montagnarda del 1791.
l’ateismo è il modo di pensare di chi approccia la vita da un pusto di vista razionale, come l’agnosticismo che al contrario non nega dio fino a prova contraria ma nemmeno può ammetterlo su una base razionale.

Stefano Grassino

Secondo le statistiche gli stati dove esiste maggior benessere, hanno maggior secolarizzazione. Quelli dove il benessere è scarso, la religione la fa da padrona.

Stefano Seguri

Tendenzialmente è così. Del resto l’industrializzazione permette il soddisfacimento di bisogni sociali che rende più lontana la necessità delle consolazioni soprannaturali in luogo della risposta concreta ad esigenze concrete.
Lo stesso Marx diceva che la religione è la consolazione dalla mancanza di felicità cocnreta, l’afflato nella valle di lacrime, e che solo con la felicità concreta si supera la religione.

La realtà storica è caraterizzata da una natura dialettica: esiste un divenire storico diseguale ma combinato.
Per cui ti ritrovi un paese come gli USA, prima potenza economica al mondo, che è la culla del creazionismo fondamentalista cristiano che viene esportato anche in America Latina, Africa.
Viceversa, il movimento storico ci ha presentato movimenti politici rivoluzionari nei paesi del cosiddetto “terzo mondo” che avevano nei programmi e nelle basi teoriche una laicità (o un atesimo) ben più avanzato di molto docenti universitari di Harvard (la quale nei suoi saloni ha ancora le targhette che menzionano i Salmi, ndr).
Poi, tutte queste realtà storiche subiscono le oscillazioni di dinamiche oggettive (crisi economiche, congiunture storiche varie) e soggettive (involuzione delle direzioni politiche su pressione diretta o indiretta di altri elementi soggettivi o oggettivi endogeni oppure esogeni) e quindi il decorso non è lineare.
Fare astrazione dalla problematica dialettica della realtà concreta, nel concreto sviluppo di questa, significa fare proprio in termini laici l’approccio gnoseologico religiosista.

Stefano Grassino

Stefano, il mio era certo un esempio toppo semplice che tu giustamente hai corretto. Continuando con il mio modo di esprimermi (tu poi correggi) ti faccio un altro esempio: negli USA i Democratici prendono i loro voti negli stati più ricchi e culturalmente più avanzati (generalmente) e i Repubblicani in quelli culturalmente meno avanzati (zone contadine). La stessa cosa avviene per la secolarizzazione. Ciao Stefano.

Federix

Non per niente il fascismo del secolo scorso in Italia ebbe tanto seguito: la gente era in gran parte contadina e analfabeta, e andava a messa ecc.
Quello che mi è più difficile da capire, è il fatto che in questi anni, cioè quasi un secolo dopo, pur non essendoci praticamente più analfabeti, ci sono ancora mostruosamente tanti che votano convintamente B (per vari aspetti il Mussolini di questi tempi) e che continuano ad essere credenti in qualche modo.
E’ pur vero che ci sono statistiche che correlano positivamente il grado di istruzione (in particolare in campo scientifico) e la non credenza, ma evidentemente non basta l’istruzione (e quindi – se vogliamo – i mezzi finanziari per ottenerla) per far scomparire la credenza: per questo ci vuole probabilmente anche qualcos’altro… Forse, ci vuole il “senso della realtà”?

bruno gualerzi

Molti ritengono – secondo me a ragione da questo punto di vista – che sociologia, pedagogia, psicologia, anche economia intesa come economia politica, insomma le cosiddette scienze umane, non possono essere considerate vere scienze in quanto si basano su dati di natura sostanzialmente culturale, da definire quindi preliminarmente sotto questo aspetto. Il che ne farà necessariamente un dato continuamente da relativizzare, rendendo quindi impossibile utilizzarlo come dato oggettivo in senso propriamente scientifico, cioè tale da costituire un’invariante da riscontrare in un determinato ambito di ricerca come tale.
In concreto. Non è possibile, per esempio, fare uno studio con pretese scientifiche sulla diffusione della felicità, della paura, della sicurezza e così via in un determinato ambiente in quanto deve necessariamente basarsi sulle risposte di soggetti che conferiscono un valore a queste che sono sostanzialmente delle emozioni, degli stati d’animo, determinato dalla loro cultura. La quale a sua volta è vissuta in buona misura soggettivamente. Pretendere di stabilire oggettivamente se, ad esempio, è più felice un ateo o un credente non ha alcun senso. E ritenere di conferire oggettività a queste emozioni in quanto si è rinvenuta la loro fonte bio-fisiologica – in genere in una zona del cervello – potrebbe essere possibile una volta definito preliminarmente cosa si deve intendere, oggettivamente, per felicità, paura ecc. Cioè riproponendo sempre lo stesso problema.
Ma – si dirà – in questo caso si tratta di mettere in relazione una condizione sociale e l’essere o non essere credenti, due dati quantificabili. Ora… a parte che, anche se impostati su questi dati, studi analoghi a quanto pare danno risposte diverse… resta sempre da stabilire sia il modo di vivere la propria condizione socio-economica che il valore da dare al credere o al non credere, il tutto pur sempre determinato da una specifica identità culturale.
Credo per altro che gran parte degli interventi non facciano che confermare quanto detto.

gmd85

@bruno

Dipende. Se i dati sono ottenuti con osservazioni sistematiche e su campioni sufficientemente rappresentativi, si possono considerare ottenuti scientificamente. In alcuni casi si può poi generalizzare, in altri no.

Federix

L’ateismo può non essere roba solo per ricchi, ma la fede religiosa certamente si confà più ai POVERI di spirito.

alessandro pendesini

…..Come fa notare Cox, la ricchezza non porta necessariamente all’abbandono della fede….. Dice l’articolo

Sacrosanto ! Specialmente quando chi è ricco non ha nessun interesse a diventare ateo e/o dimostrarsi tale.
In Belgio esistono scuole private (tenute da gesuiti o cattolici) considerate « ottime » : Vero ! Ma quando si discute con gente (che le hanno frequentate per anni), di tematiche « scottanti » tipo « dio esiste o non esiste ? » le loro risposte sono tuttaltro che chiare e ancora meno razionali. Questi, molto sovente, confondono metafisica con fisica, e non è sempre facile far capire la differenza di questi campi che non sono -diciamo- « complementari » ! Poi, ovviamente, possiamo trovare persone agiate o ricche che hanno capito l’antifona ; tra queste troviamo degli opportunisti tipo « made in Italy », ma anche, sia pur raramente, gente che ha capito che l’Etica non è dedotta dai Libri Santi, ma li precede….e, da persone integre, colte ma soprattutto adulte, se l’occasione si presenta, lo dicono apertamente.
L’umano non nasce con predisposizioni genetiche di tipo « credente » o « ateo » ! E come dice molto bene l’articolo : “la religione è un fenomeno ereditario, trasmesso soprattutto dalla famiglia”….
P.S. La macchina più complessa dell’universo non può sfuggire alla sua animalità, ne semplicemente al fatto che il suo pensiero è il prodotto dei suoi circuiti neurali.
Per cui la funzione più evidente della morale non puo’ essere altro che epigenetica !

Augusto

Scusate l’interruzione. Vorrei solo segnalare che il Parlamento più laico degli ultimi anni ha poco fa prodotto un governo formato quasi interamente da cattolici molto osservanti. Come alcuni avevano previsto, ci aspettano tempi molto tristi.

Agnos XVI

Sono quasi tutti nuovi, non ne conosco quasi nessuno, solo Bray.
Lasciando ovviamente perdere Alfano, Franceschini, Lupi, Mauro, Lorenzin e la moglie di Boccia, hai qualche notizia particolare per gli altri?
In particolare per il nuovo ministro dell’Istruzione (che è particolarmente importante), che dal poco che ho letto mi sembra una dei pochi (l’unica?) con tutte le carte in regola?
Facci sapere.

Agnos XVI

Nell’articolo viene citato il caso dei blogger atei del Bangladesh, di cui si era già parlato nel post del 10 aprile.
A tale riguardo vorrei sapere se le principali associazioni islamiche italiane, a cui avevate spedito una lettera, hanno risposto.
Mi interessa notevolmente la cosa, in quanto dalle risposte (o dalle non risposte) ottenute dipenderà il mio atteggiamento verso l’islam.
Non scordatevi di farci sapere se e cosa rispondono queste associazioni.

whichgood

Veramente Dio è roba da ricchi. Più che Dio la sua rappresentanza. In Italia soltano la Chiesa cattolica costa più di 6 miliardi d’euro all’anno, alla faccia della crisi economica e sociale. Per fortuna ora c’è un Papa umile con annello d’argento che ci risparmierà circa 900 euro. Dicono che non sia il materiale prezioso dell’annello in sè il risparmio ma il gesto simbolico, infatti, ultimamente ha dichiarato che lo IOR serve fino ad un certo punto, ma non ne ha fatto niente, appunto, ha diminuito il suo valore simbolico, non materiale e men che meno economico/finanziario. Un Papa di espressioni simboliche e introiti tutt’altro che spirituali. E’ questo il cambiamento di cui la Chiesa aveva bisogno, meno ostentazione e più azioni concrete; un Dio fatto di contanti a cui nessuno può accedere senza l’intermediario di Cristo in terra. Il gran Dio denaro.

gcr

credo che le nazioni non emancipate lo siano proprio perchè sono anche le più religiose, le religioni in genere non hanno mai permesso lo sviluppo mentale della popolazione, rallentando la scienza e i diritti umani, in particolare alle donne che guarda caso sono più religiose degli uomini, se alla gente riesci a far credere le panzane scritte sui testi sacri riesci a far credere loro ogni cazzata e a tenerli in ginocchio davanti ai loro idoli di cartapesta, intanto accumulano ricchezze su ricchezze, questi sono i veri “valori”della chiesa.

El Topo

Mah! Inviterei a vedere la questione sotto un punto di vista un poco diverso, non è il censo quanto il livello culturale a dirimere la questione, più elevato è il livello culturale più è probabile che l’individuo in questione sia ateo o perlomeno agnostico, indipendentemente, ripeto, dalla disponibilità economica. Per quanto riguarda poi i ricchi ritengo che le religioni siano nate appositamente per tutelarne e conservarne i privilegi (il messaggio rivoluzionario Cristiano in questo senso è stato pienamente disatteso).

Federix

Ricordi come finiva il “Monologo del discepolo perduto”, di Stefano Marullo?
Diceva a Gesù: “Voglia il cielo che il tuo nome non sia mai associato ai potenti di questo mondo”.

Federix

Agghiacciante…
Spero che il blog di “comunicazione di genere” si diffonda velocemente, ed aiuti le donne a denunciare e gli uomini violenti a ricorrere ad uno psichiatra (anche se, proprio essendo violenti, temo non siano molto predisposti all’introspezione e all’empatia – al pari di “certe bestie che scrivono in questo blog le loro idee ripugnanti”, peraltro) 🙁

Sandra

I ripugnanti del blog esprimono la stessa identica prepotenza verbale riportata nel sito. Pensandoci anche la stessa frustrazione, e la necessità di annullare l’altro per illudersi di essere superiore.

MASSIMO

La religione è una cosa che porta una persona a vivere in un mondo immaginario, creato dalla propria fantasia.
Ma oggi viviamo in un mondo in cui uno deve affrontare mille problemi. I giovani devono trovare lavoro, la gente deve pagare sempre più tasse e la vita è sempre più frenetica.
Ma qual’è il motivo per cui una persona decide di perdere tempo ad immaginarsi cose inesistenti?
Chi difende la religione, in realtà difende quel mondo creato dalla propria fantasia e che non serve asslutamente a nulla.

faber

Non so se l’ateismo sia roba per ricchi, di certo la religiosità è roba per ministri visto l’ultimo squadrone presentato da Don Letta.

Francesco S.

Gli errori politici si pagano, a farne le spese saranno PD e M5S e noi ci ribeccheremo il sig. B. o un suo alterego prossimamente.

Agnos XVI

Come dicevo poco sopra, vorrei informazioni su questo altissimo tasso di religiosità di cui parlate, perchè con poche notizie che ho io non mi sembra (confrontato, per esempio, con i due governi precedenti).
Ovviamente le notizie ho cercato di coglierle su Wikipedia (escluso quelle su Bray) e non posso dire che sia peggio degli altri.
La Bonino si conosce.
Su Moavero non ho trovato niente.
Lo stesso per Saccomanni (anzi solo ora la Banca d’Italia inizia a vigilare sugli strani movimenti finanziari vaticani).
Stessa cosa per Giovannini, Cancellieri.
Di Zanonano qualcuno potrà dire con i fatti.
Trigilia mi sembra accusi la chiesa di corresponsabilità per la situazione del Sud.
La stessa Boccia- De Gerolamo è sposata solo civilmente (qualcosa dovrà pure significare)
Maria Chiara Carrozza non appare presentare elementi di religiosità particolari.
Della Idem non so nulla, ma essendo stata per tutta la giovinezza in Germania est, a meno di qualche particolare “visione” non credo in una sua particolare religiosità.
Enrico Letta è sicuramente (non so di quanto) meno papalino di Gianni Letta.
Andrea orlando mi sembra solo opportunista,
Alfano, Lupi, Mauro, Franceschini, Quagliarello, Del Rio, Lorenzin, D’Alia sono ovviamente emissioni quasi dirette del Vaticano.
Confrontate con i governi precedenti (o devo ricordare i Balduzzi, gli Ornaghi, quello del s. egidio, i Monti e i Tremonti, i Bertolaso, le Roccella……)
Se qualcuno ha notizie migliori sono prontissimo a ricredermi.

massi

I ricchi sono soliti a far tutte le parti in scena, definire il vero e il falso, aver cattiva opinione della povera gente che piega la schiena per loro nei campi e nelle officine. Ma i poveri un grosso difetto fideistico ce l’hanno davvero: fidarsi di loro!

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