Essere sacerdote, una condizione “aggravante”

Si sa, i religiosi amano presentarsi circonfusi dall’aura del sacro. Un concetto le cui radici latine rimandano all’intangibilità. Tre millenni dopo, siamo ancora allo stesso punto: “colpire” un operatore del sacro, un sacerdote, comporta delle aggravanti. Non solo con le parole, come avviene nel caso del vilipendio. Ma anche nel portafogli.

La vicenda riguarda un uomo, Raffaele C. (niente a che fare col segretario Uaar), che lo scorso anno fu condannato per truffa dalla Corte d’Appello di Trieste a quattro anni di reclusione e a 800 euro di multa. La pesante sentenza era dovuta al riconoscimento di aggravanti, in quanto la truffa era stata esercitata a danno di un sacerdote. L’uomo presentò ricorso in Cassazione, che ha tuttavia confermato la sentenza di secondo grado.

Va infatti ricordato che il comma 10 dell’articolo 61 del Codice penale fascista, ancora in vigore nel nostro paese, stabilisce che costituisce sempre circostanza aggravante “l’avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di un pubblico servizio, o rivestita della qualità di ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato, ovvero contro un agente diplomatico o consolare di uno Stato estero, nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio”.

La norma rappresenta l’ennesimo retaggio di un’altra epoca, in cui la cultura giurisdizionalista concepiva il sacerdote quale dipendente dello Stato, regolarmente stipendiato dallo stesso attraverso il supplemento di congrua. Non è un caso che il comma 9 dello stesso articolo prescriva che costituisce aggravante anche “l’avere commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio, ovvero alla qualità di ministro di un culto”. Il fatto che, nel dispositivo, i doveri precedano i diritti è un’ulteriore conferma di tale impostazione.

Tuttavia, con il concordato del 1984 e con l’introduzione della legge sull’Otto per Mille, il ruolo di dipendente pubblico del sacerdote è venuto meno. Ed è forse per questo che i giudici, sia quelli di Trieste che i cassazionisti, hanno deciso di andare oltre il Codice. Avanzando e facendo propria la tesi che “le opere di carità rappresentano un servizio tipico del ministero cattolico – basti pensare alla destinazione delle elemosine o delle somme espressamente destinate dagli oblanti ai poveri della parrocchia – sicché modeste elargizioni a persone bisognose o a indigenti costituiscono di fatto una costante dell’attività dei parroci”. E sarebbe pertanto più semplice approfittare  di una persona “vulnerabile” quale il sacerdote a causa della sua costitutiva generosità.

“È giusto così”, ha commentato Avvenire. E invece no, non è giusto così, rispondiamo noi. E per numerose ragioni.

Siamo contro ogni truffa, anche nei confronti dei preti, e non si tratta certo di difendere il truffatore, che dovrebbe essere punito come tutti i truffatori. Ma la generosità, persino secondo la stessa dottrina cattolica, non è costitutiva dell’essere sacerdote. Una circostanza confermata dai fatti: la storia e la cronaca sono piene di esempi di preti che mostrano una completa aridità verso il prossimo, quando non una propensione ad approfittarsi egoisticamente di esso. E tuttavia, anche se per assurdo fosse vero che la generosità dei sacerdoti deve costituire un aggravante per chi li truffa, l’assunto non dovrebbe essere esteso anche ad altri, che si occupano a tempo pieno del prossimo? A tutti coloro che lo fanno volontariamente, senza essere retribuiti come accade invece ai preti?  Una valutazione del genere dovrebbe essere semmai condotta caso per caso, valutando la tendenza alla prodigalità del truffato. Di ogni truffato. Rischiando di finire laddove molti hanno ironicamente cominciato a commentare: la prodigalità fuori misura non costituisce forse un’incapacità costitutiva?

Non se ne esce. Quel che resta, alla fine del caso, è solo l’ennesima eccezione legislativa e giurisprudenziale a favore dei ministri di culto, come quella per esempio delle dispense nell’obbligo di testimonianza, che grava invece su tutti i “comuni” mortali. Un privilegio sancito da un vetusto Codice penale fascista (che nessuno sembra proporsi di sostituire) e da una Suprema Corte in vena di sentenze inclini al favor religionis. Non stupisce che il quotidiano dei vescovi Avvenire esulti. Un motivo in più per preoccuparsi del pregiudizio positivo mostrato per l’ennesima volta nei confronti di uomini non diversi dagli altri.

La redazione

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69 commenti

doc

Come al solito mescolate pere con mele.
Come ricordate voi stessi, la legge in vigore stabilisce che sia sempre circostanza aggravante

“l’a­ve­re com­mes­so il fatto contro un pub­bli­co uf­fi­cia­le o una per­so­na in­ca­ri­ca­ta di un pub­bli­co ser­vi­zio, o ri­ve­sti­ta della qua­li­tà di mi­ni­stro del culto cat­to­li­co o di un culto am­mes­so nello Stato, ovvero contro un agente di­plo­ma­ti­co o con­so­la­re di uno Stato estero, nel­l’at­to o a causa del­l’a­dem­pi­men­to delle fun­zio­ni o del ser­vi­zio”.

Il resto dell’articolo è un insieme di parole inconcludenti.
Perché non altrettanta acrimonia nei confronti delle altre categorie citate nel comma?

myself

“Perché non altrettanta acrimonia nei confronti delle altre categorie citate nel comma?”

L’aggravante nel caso in cui una truffa sia perpetrata ai danni di un pubblico ufficiale o di una persona incaricata di pubblico servizio, quando questa stia svolgendo tale servizio, ha perfettamente senso in quanto la truffa oltre a danneggiare la vittima danneggia il servizio pubblico.

doc

@ myself

E per quel che riguarda gli altri soggetti citati nel comma?

Reiuky

un pub­bli­co uf­fi­cia­le – si intende “in divisa”, quindi nell’atto di svolgere le sue mansioni verso il cittadino che -dovrebbero- essere di difendere il cittadino onesto. Una truffa contro un pubblico ufficiale è (virtualmente) una truffa contro tutti coloro che il pubblico ufficiale sta proteggando.

una per­so­na in­ca­ri­ca­ta di un pub­bli­co ser­vi­zio – anche qui si dovrebbe intendere, nell’atto dello svoglimento del suo lavoro. Quindi una truffa contro la scocietà.

ri­ve­sti­ta della qua­li­tà di mi­ni­stro del culto cat­to­li­co o di un culto am­mes­so nello Stato, ovvero contro un agente di­plo­ma­ti­co o con­so­la­re di uno Stato estero – ovvero il rappresentante di uno stato estero.
Un momento… uno stato estero? Quindi fare una truffa contro un prete non danneggia in alcun modo il cittadino italiano in quanto tale.

Eppure ci si chiede perché i ministri di culto non dovrebbero essere tutelati. bho, valli a capire questi razionalisti. Pretendono che a posizioni che rappresentano il cittadino venga data una tutela maggiore di posizioni che non lo rappresentano.

myself

“E per quel che riguarda gli altri soggetti citati nel comma?”

Come dice Augusto più sotto: “…agente diplomatico, ad esempio, perchè in quel caso il reato compiuto danneggia l’immagine internazionale del paese.”

“Eppure ci si chiede perché i ministri di culto non dovrebbero essere tutelati.”

I ministri di culto sono tutelati in quanto cittadini come tutti gli altri, ciò che non va bene è che siano tutelati “di più” degli altri cittadini in quanto ministri di culto. Questo è solo un retaggio di quando il cattolicesimo era religione di Stato.

Serlver

Reiuki, la ratio dell’aggravante nei confronti di un “rappresentante di uno stato estero” sta nel fatto che, al pari di un “agente di­plo­ma­ti­co o con­so­la­re”, in quanto rappresentante, anche in questo caso truffa può comportare il deterioramento dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. Non è difficile da capire, se ti applichi un pochino ci arrivi anche col tuo piccolo cervellino.

Reiuky

Grazie per il piccolo cervellino. E dimmi, dispensatore di conoscenza, come mai i preti vengono considerati ambasciatori dello stato del vaticano? Io ho sempre creduto che fossero rappresentanti del culto e del credo.

firestarter

certo che bisogna essere miserabili servi e felici per scrivere certe cose.

doc, giusto per curiosita’, tu sei uno che campa da parassita con i soldi del contribuente italiano (8×1000) oppure sei semplicemente un servo sciocco mandato qui a perdere gli ultimi residui di dignita’?

gmd85

Cioè, la cassazione fa passare il sacerdote per uno che si fa intortare in virtù del suo ruolo e a voi va bene così? Contenti voi.

Strano che per i cittadini che si vedono sparire capitali tutto questo impegno non ci sia.

tapioco

Oh, sempre tra i primi quando si tratta di avanzare critiche pretestuose, in (mala)fede o dietrologiche, arrampicarsi sugli specchi o spaccare il capello in quattro. Pensa di essere arguto, ma i risultati sono da catto-fail.

robby

come non capisco,mi par di ricordare che a i tempi fu fatto ufficiale che i sacerdoti non al erano l servizio della chiesa,e dunque non era imponibile obiettare a loro nessuna giustificazione,oltre al fatto che era un fatto individuale quel che detravano da introiti nelle propoie parrocchie ecc..ecc..poi,si decise che ci voleva il vescovo per autorizzare le intercettazioni,dunque (il sacerdote era da cio considerato un cittadino nèanche soggetto alla legge italiana)di conseguenza,il buon senso mi dice che questo refuso è inconcludente e paradossale…
poichè se un gruppo di rastafariani,ho buddisti,oltre i soliti cattolici se commettono un reato hanno delle attenuanti sicuramente..,sè no non avrebbe senso il contrario…da qui si evince che non si puo dire chè i sacerdoti non sono membri a tutti gli effetti di uno stato estero,se le autorita di polizia ecc.ecc.devono chiedere il permesso,al vescovo…
il permesso nelle intercettazioni,è nello stesso tempo,devono essere pagati quando insegnano nelle scuole ho fanno i cappellani,nel nostro stato……questo è giuridicamente eèun mostro di incomprensibile di incivilta giuridica

Augusto

L’inserimento nel comma della categoria “ministro del culto” fu una scelta del legislatore fascista, giusitificata esclusivamente dal favore con il quale il regime guardava alle gerarchie ecclesiastiche, peraltro fervidamente ricambiato. Come ha scritto myself, la scriminante è “a causa o nell’adempimento delle funzioni o del servizio”. Un ministro del culto non è ovviamente paragonabile ad un agente diplomatico, ad esempio, perchè in quel caso il reato compiuto danneggia l’immagine internazionale del paese.

Florenskij

Domanda: l’attuale dispensa dei sacerdoti dall’obbligo di testimonianza è relativa SOLO al segreto confessionale, oppure anche a quanto conosciuto in colloqui privati, diciamo “per cura d’anime”? Qual è il trattamento delle altre categorie relativamente al segreto professionale, ad esempio gli psicologi e gli avvocati? Se un nevrastenico con gli occhi di fuori chiede a un legale la pena che deve aspettarsi per un “femminicidio” da compiersi, il legale può ( o addirittura DEVE ) avvisare la potenziale vittima?

Per quanto ne so, la violazione del segreto confessionale secondo la Chiesa ( non posso indicare quale articolo del C,D, Canonico ) rappresenta un delitto di una gravità estrema.

Si racconta ( verità o pia diceria? ) che il vescovo di Praga san Giovanni Nepomuceno sia stato fatto affogare dal re perché non aveva voluto rivelare i peccati della regina.
Parecchi anni fa in Francia ci fu il caso di un cappellano si cui si diceva che avesse ricevuto la confessione del vero colpevole di un delitto e che non potesse rivelarlo per scagionare l’innocente condannato. Qualcosa di analogo nel film “Io confesso” con Montgomery Clift
( stavolta l’accusato innocente è il prete ).

FSMosconi

Stai confondendo: se uno è a conoscenza di una minaccia è tenuto ad agire. Anche solo denunciando a chi di dovere.
In più non mi pare che, al pari della privacy, il segreto d’ufficio venga rispettato nelle indagini, se dalla rivelazione di questo si può portare avanti.

Ciò detto tutta l’impalcatura (oh, dimenticavo: OT come sempre…) cade.

Reiuky

Di storie di preti che si sono fatti ammazzare / picchiare / arrestare per non violare il segreto confessionale, ne girano parecchie in ambito ecclesiale. Quanto siano vere non lo so.

Ciò nonostante, il segreto di un prete non dovrebbe valere più del segreto professionale.

Martin L'Utero

La “cura delle anime” è tuttora un concetto assai buffo.

L’autorità arbitraria dei preti è pura zavorra sociale, chi credete di prendere in giro?

Otzi

La questione più che buffa è tragica ed essenzialmente razzista. B16, il giovedi santo del 2006, giorno del ricordo della presunta istituzione del sacerdozio cattolico, scrisse e disse: “Il sacerdote è una speciale proprietà di Dio”.
Pertanto di diritto e per primo a lui spettano speciali privilegi umani in uno Stato confessionale. Non in uno Stato Democratico Laico. Dio è la fonte del razzismo.

fab

Che esista qualcosa come il segreto confessionale è semplicemente barbaro.

moltostanco

E’ barbaro che tale “diritto” sia riconosciuto dal nostro codice penale

RobertoV

Che senso ha equiparare un sacerdote ad un pubblico ufficiale, quando non esiste più ufficialmente la religione di stato.
Questa legge fascista significa che fino agli anni ’90 i rappresentanti dell’ebraismo erano trattati diversamente da quelli cattolici, che fino al ’96 anche i valdesi erano trattati diversamente e che fino ad oggi, visto che la ratifica non è stata ancora effettuata dal parlamento, una truffa ai danni di un monaco buddhista ha un iter diverso rispetto a quello di un sacerdote cattolico.
Eppure i valdesi fanno più attività umanitaria dei cattolici.
Seguendo la logica della sentenza anche i vari volontari e loro associazioni dovrebbero godere di questo privilegio visto che fanno sicuramente più attività umanitaria di un prete.
E per i preti pedofili decade?
E se è il prete ad essere il truffatore viene applicata l’aggravante?

Losna

Mah! Alcuni pur di compiacere la chesa e il suo capo sarebbero disposti oltre che a passar sopra sul principio di uguaglianza, anche di uccidere, è già successo.

Roberto Grendene

fossi un sacerdote o altro ministro di culto mi sentirei offeso: se una truffa ai miei danni ha una pena più aspra, potrei essere considerato un soggetto non pienamente capace di intendere e volere

non rivestendo alcun incarico di rappresentanza istituzionale non si capisce perché i ministri di culto dovrebbero essere maggiormente tutelati dalla legge dello Stato

la soluzione sarebbe semplice: che sia il diritto ecclesiastico a prevedere pene diverse, se lo ritengono opportuno gli ecclesiastici, mentre per la legge della Repubblica un ministro di culto non dovrebbe avere né maggiori diritti né maggiori immunità rispetto a qualsiasi altro cittadino

Roberto Grendene

tra l’altro, sulle abitazioni dei ministri di culto non viene pagata nemmeno l’IMU, che pagano invece le case abitate dai normali cittadini: palazzi vescovili, canoniche, conventi sono tutti considerati pertinenze degli edifici di culto, e dunque esenti IMU
le altre abitazioni non godono invece di questa esenzione

MASSIMO

Qui si parla di truffa contro i preti.

Ma i preti che lavoro fanno?
Prendono i soldi perchè loro dicono di essere rappresentanti di Dio.
Ma in 1700 anni che fanno il lavoro non hanno mai:
a) dimostrato che Dio esiste;
b) che Dio vuole essere rappresentato da loro.

E fino a che loro non mi dimostrano queste due cose, per me loro sono solo dei truffatori.

Giuliano

Essendo io un ateo probabilista devo immaginare che esistano anche, specularmente, i credenti probabilisti.
Forse quelli che tu chiami truffatori stanno attendendo (si lo so, duemila anni cominciano ad essere un po’ tanti) la dimostrazione della loro remotissima probabilità.

MASSIMO

Il problema è che senza bisogno di dimostrare quella remotissima probabilità, loro si fottono sei miliardi di euro l’anno allo stato italiano.
Dipendesse da me, prima mi dovrebbero dimostrare le cose che ho detto sopra, e poi dopo gli darei i soldi (ma solo dopo).

Giuliano

Le ordinazioni sacerdotali sono calate in 30 anni del 40%. Le previsioni parlano di un ulteriore calo del 30% da qui al 2023.L’età media dei preti italiani è sui 60 anni ed un 13% ha ora più di 80 anni.
Quindi i sacerdoti italiani sono in via d’estinzione e come tali vanno preservati, anche con leggi ad hoc.
(I dati, ma non la considerazione finale, sono presi dal mensile 30 Giorni diretto da Giulio Andreotti) http://www.30giorni.it/articoli_id_21164_l1.htm

MASSIMO

Sono in via di estinzione?
Ah bene, Allora stasera stappo lo champagne buono.
Credevo di dover aspettare l’asteroide dei dinosauri per vederli estinguere!

Martin L'Utero

@ Giuseppe

Illuso? Un cacchio. Se non fosse per il vostro continuo approfittare dei poveri sareste belli fregati da un pezzo.
Il CV II vi ha dato ARBITRARIAMENTE il potere di disporre delle altrui miserie, ma è legittimo come il desiderio di Hannibal Lecter.

In più siete degli impostori poiché approfittate pure della buona fede delle persone che combattono in prima linea, senza pensarci un secondo ad abbandonarle per comprare (con soldi RUBATI) la Bat-Mobile a un COGL**** (****IONE) vestito di bianco, o a un pappone vestito di rosso.

Martin L'Utero

Suore e preti italiani sono in via d’estinzione, per questo esiste Propaganda Fidae e il nuovo colonialismo. In Africa è troppo facile rimpolpare le fila.

Tenete conto che il potere resta perlopiù concentrato in Italia: i vertici (generalesse, vescovi, cardinali ecc.) restano le vecchie megere.

Effettivamente questo sarebbe un ottimo momento per farsi prete.

Federico Tonizzo

Suore e preti saranno anche in via d’estinzione, ma le finanze del Vaticano, le sue proprietà immobiliari e il suo colonizzare la politica degli altri stati (Italia in primis), sono in drammatico aumento 😐 Mi chiedo: cosa se ne farà (poniamo, fra alcuni decenni) un papa e una ristretta cerchia di “alto clero”, di tanta ricchezza e potere? Secondo me, già adesso “peccano” ( 😉 ) di AVIDITA’, INVIDIA E AVARIZIA.

Marcotullio

Finché esistono l’ 8 per mille e la detraibilità fiscale per le offerte al clero, il ministro di un culto che gode di tali benefici gestisce, di fatto, pubblico denaro, ed è giusto tanto che abbia maggior tutela rispetto a di un privato, quanto il suo essere vincolato ad usare quel denaro conformemente ai doveri propri della sua funzione.

gmd85

Poi, è proprio il semplice sacerdote che gestisce il denaro dell’8×1000, eh.

Francesco

Condannato per truffa nei confronti di un sacerdote.

Sacerdote: Così impara a dire che i bambini che mi portava avevano meno di otto anni.

Diocleziano

Considerando che non sono soldi guadagnati con un onesto, quotidiano lavoro,
che spesso sono gestiti male, spesso sperperati (cripte dorate…),
che il truffato non ne avrà un danno personale diretto che possa danneggiare
il suo status, avrei pensato che truffare un prete dovesse essere una attenuante.

Mario 47

Se la legge prevede che truffare un sacerdote – per la sua posizioe di benefattore sociale (?) – sia un’aggravante, dovrebbe prevedere che quando un sacerdote infrange la legge o non si attiene alle condizioni che ne dovrebbero fare un benefattore sociale debba essere trattato più duramente: ciò notoriamente accade per i reati di truffa, adescamento sessuale, pedofilia etc commessi da sacerdoti!!!

mario

kundalini444

a ben vedere io toglierei anche la maggior tutela delle altre figure!
Le aggravanti della truffa dovrebbero riguardare soltanto le circostanze in cui viene eseguita e le persone coinvolte e danneggiate. Il soggetto “in se” per me non basta a costituire un’aggravante!
Semmai dovrebbe costituire aggravante il fatto che la truffa venga esercitata DA (e non CONTRO) un ministro di culto, qualora la truffa sia messa in atto facendo uso e abuso della credulità che tale figura spesso suscita.

Serlver

L’aggravante stacca solo se le figure sono “nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio”, questo ha un senso nel caso di “pubblico ufficiale o una persona incaricata di un pubblico servizio, [ecc.]” perché si tratta di persone incaricate di agire nel nome e nell’interessa della cosa pubblica e della collettività. Cosa che invece non v’è proprio nel caso di un “ministro di culto” il quel opera discrezionalmente e non dovendo rendere atto a nessuno di quello che fa.

Serlver

Dunque:
– l'”aggravante per omofobia” NO: perché sarebbe un’aggravante “ad personam”, anche se non si basa sull’omosessualità della vittima, ma sulle motivazioni del reo (quindi applicabile anche se la vittima fosse un eterosessuale scambiato per omosessuale);
l”aggravante verso un sacerdote” SI’:anche se basata sulla semplice figura sacerdotale in quanto tale, e quindi veramente “ad personam”:
veramente un modo di ragionare “ad minchiam”.

whichgood

Si arriverà all’assudità di riconoscere ai preti il diritto di non presentarsi un aula dopo un delitto perchè incompatibile con l’agenda del tribunale divino.
Giustizia bananera.

MassimoP

Un caso interessante sarebbe quello di un prete omosessuale aggredito perché omosessuale: l’aggravante dell’omofobia NON a carico dell’aggressore sarebbe compensata dall’aggravante pretofila voluta dalla legge pre-repubblicana (chiamiamola così “per carità”) – e il risultato sarebbe che un membro della più agguerrita associazione contro i diritti per tutti (il contrario esatto di quanto professa) sarebbe difeso “di seconda mano” in quanto gay grazie al fatto di aver formalmente rinnegato se stesso.
Un altro e nuovo fronte dell’inesauribile paradosso italico!

spapicchio

“le opere di carità rappresentano un servizio tipico del ministero cattolico – basti pensare alla destinazione delle elemosine o delle somme espressamente destinate dagli oblanti ai poveri della parrocchia – sicché modeste elargizioni a persone bisognose o a indigenti costituiscono di fatto una costante dell’attività dei parroci”

L’attività dei parroci è anche quella di mantenere e conservare l’ordine sociale di poveri ed oblanti e di mantenere e conservare i bisognosi ed indigenti sottomessi nelle loro condizioni abiette per potersi sentire e mantenersi al di sopra di loro nella scala sociale.

Finché ci sono poveri ed oblanti, eccetera in parrochia il ruolo dei sacerdoti potrà essere quello di concessione di generosità a tutti i parrocchiani prelevando denaro pubblico dall’Erario e mettendolo nelle disponibilità provvigionali della cassa parrocchiale a questo fine.

spapicchio

Finché ci sono poveri ed oblanti, eccetera nella chiesa cattolica il ruolo dei sacerdoti potrà essere quello di concessione di generosità a tutti i parrocchiani e cattolici, prelevando denaro pubblico dall’Erario e poi mettendolo nelle disponibilità provvigionali della cassa parrocchiale e diocesana a questo fine.

Questa si rivela essere una risorsa infinita perché lo stato non può mai fallire, poiché i sudditi sono comunque costretti a pagare le tasse dal sistema repressivo dell’amministrazione pubblica.

spapicchio

Il mantenimento e la protezione delle classi sociali dei poveri, degli oblanti, dei derelitti in parrocchia garantisce al clero cattolico ed alla CCAR – CEI la facoltà di prelievo esclusivo a sua discrezione di denaro pubblico dalle casse dello stato, finalizzato al mantenimento dei poveri, i quali così restano esclusi dai diritti di cittadinanza, a tutto vantaggio dei cattolici clericali e della CCAR che è così in grado di strozzare la società, in primo luogo nelle sue istanze civili più vive.

E quindi si svela la vera natura anticristiana della CCAR – CEI operante contro la vita ed a favore della indigenza e della morte della società civile, il tutto a favore dei clericali e dei parrocchiani e cattolici che seguono la gerarchia cattolica romana, contro lo Stato di diritto e contro la società civile.

spapicchio

Questa per la CCAR CEI si rivela essere una risorsa infinita perché lo stato non può mai fallire, poiché i sudditi sono comunque costretti a pagare le tasse dal sistema repressivo dell’amministrazione pubblica, fino alla loro morte, e anche dopo, attraverso i famigliari.

spapicchio

Finché ci sono poveri ed oblanti, eccetera in PARROCCHIA il ruolo dei sacerdoti potrà essere quello di concessione di generosità a tutti i parrocchiani prelevando denaro pubblico dall’Erario e mettendolo nelle disponibilità provvigionali della cassa parrocchiale a questo fine.

Poiché “lo stato non può mai fallire” la CCAR CEI potrà sempre in questo modo vivere da grande parassita pubblico, assorbendo denaro senza fine e senza limiti, costringendo all’abiezione ed alla morte una sempre maggiore fetta di cittadini, e attraendo sempre affiliati e proseliti in cerca di denaro e protezione.

spapicchio

Per questo la CCAR – CEI vuole che si facciano più figli, a prescindere dalle condizioni economiche da fame a cui vengono costretti i cittadini degli stati a maggioranza e cultura cattolica.

Giuliano

Penso che noi atei dovremmo essere meno manichei nei giudizi.
La Chiesa Cattolica è una galassia sterminata, molto meno monolitica di quanto appaia. Va da Bagnasco a Don Gallo, da Padre Georg a Don Giorgio de Capitani, dai lefebvriani ai teologi della liberazione.
Vivere in Italia, con tutte le deformazioni del caso ivi compresa la legislazione di cui sopra, ci porta ad avere una visione deformata di una realtà che è estremamente complessa e foriera di cambiamenti che potrebbero essere più prossimi di quanto non pensiamo.

stefano marullo

E’ un errore in cui si può incorrere. Il peso della gerarchia cattolica e della corte papale ha però il suo indubbio peso in una Societas non democratica. Nella galassia di cui parli bisogna sicuramente però tenere conto che Pontifex/Uccr/Radio Maria non sono sovrapponibili a Nigrizia/Adista/Concilium o Bonaventura Kloppenburg con Pedro Arrupe, od ancora Maricnkus con Heldem Camara. E’ certo che i migliori (Leonardo Boff ad esempio) in genere se ne vanno. Altri (don Gallo che citi) possono paradossalmente fungere da utili idioti (sia detto absit iniura verba)

Giuliano

Nelle galassie ci sono stelle e buchi neri e la comprensione dipende da quali strumenti si hanno per leggere cosa c’è intorno a noi.
Concordo con quello che dici anche se non so se sia meglio che i cattolici illuminati lascino la Chiesa (in mezzo anche tanti preti che hanno abbandonato la tonaca) o restino per fare massa critica e provare a cambiare le cose. Esperimenti in tal senso in giro ce ne sono più di quanto appaia ma hanno difficoltà di rappresentanza sia all’interno delle organizzazioni di credenti che a livello politico.

giuseppe

Senza volere entrare in polemica, visto il garbo con cui ti esprimi, non credo che si possa pensare che i vari don Gallo o don Giorgio de Capitani possano segnare un cambiamento di rotta. Infatti, nella chiesa sono l’espressione di una minoranza, molto rumorosa, ma poco seguita. la stragrande maggioranza dei cattolici, almeno in Italia, non condivide molte delle loro posizioni. E te lo dice uno che nell’ambiente ci bazzica molto.
Tra l’altro, di questi cattolici “illuminati” ( per me eretici ) ce ne sono sempre stati; hanno scosso la barca, ma non l’hanno mai affondata. Forse anche questo é un segno eloquente della non validità di tanti loro discorsi.

gmd85

Che per te siano eretici è irrilevante.

La stragrande maggioranza dei cattolici: già sappiamo che le proporzioni non sono il tuo forte.

Segno di non validità: no, segno che stanno scomodi ai gonnelloni.

fab

Prendo atto che non hai obiezioni nel merito, ma soltanto un giudizio vuoto buono per tutto. Non che sia una novità; alla faccia dei tuoi famosi proclami di amare tanto tanto il confronto.

Otzi

Giuseppe, cosa schifezza? Ce l’aveva ancora indosso il tradizionale straccetto!

FabioFLX

Sono erbacce da estirpare. Tutti. Non esistono persone di chiesa veramente buone perché una persona bugiarda resta tale anche se in buona fede.

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