Irlanda: Chiesa non pagherà imposta su immobili, anche commerciali

La Chiesa cattolica riesce a strappare privilegi non solo in Italia, dove l’Uaar ha documentato come arrivi a beneficiare di almeno 6 miliardi di euro l’anno, ma anche all’estero. In Irlanda ad esempio. Un paese fortemente cattolico, ma la dove la credibilità della Chiesa è stata colpita dallo scandalo pedofilia tra i sacerdoti.

E’ recente approvazione dell’imposta sulle proprietà immobiliari, voluta dal ministro Phil Hogan, Ma la Chiesa in Irlanda sarà esente, anche per le attività commerciali. Proprio come in Italia, dove da mesi si tentenna sull’applicazione dell’Imu. Anche in Irlanda la Chiesa possiede un patrimonio immobiliare sterminato. Si stima più di 10mila tra case, scuole, sale, negozi e altre attività lucrative.

L’esenzione garantirà un ‘risparmio’ per la Chiesa – e perdita secca per le casse dello stato irlandese, in un periodo di profonda crisi economica – di ben 500mila euro l’anno. Come chiarito anche dai vescovi, le strutture fanno capo alle diocesi e sono registrate come charities, quindi esenti da tassazione. Secondo le stime, la Chiesa avrebbe l’1% di tutte le proprietà in Irlanda. E negli ultimi 10 anni avrebbe venduto terre per il valore di 667 milioni di euro, ma gli ordini religiosi rimangono ancora il secondo proprietario terriero dell’isola, dopo lo Stato.

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13 commenti

whichgood

Si fanno esentare per € 500.000 all’anno???. Caramelle per la Chiesa. “Pezzenti” ambiziosi senza freni. L’avidità cattolica è sopra qualsiasi comandamento.

Federico Tonizzo

Requisire tutti gli immobili e mandare i preti a LAVORARE!!! 👿

whichgood

Sei matto?. Preferirebbero l’ergastolo a lavorare. Dovremmo riempire fino al tetto i carceri.

Paul Manoni

Whichgood, QUI nel nostro paese, il tetto delle carceri lo abbiamo già SFONDATO da tempo.
A tal proposito, segnalo che a Roma il 25 Aprile, ci sara` la “marcia per l’Amnistia, la Giustizia e la Liberta`” organizzata dai Radicali. Parteciperanno, oltre a sindacati, partiti e personaggi politici bipartisan, anche numerose associazioni leggate ai diritti umani, e confessioni religiose tra cui quella cattolica, quella islamica e quella buddista. A mio parere sarebbe opportuna anche la presenza di un drappello UAAR. Quantomeno per mostrare al paese che certi valori non sono solo prerogativa delle religioni…Anzi.
Scusate l’OT. 😉

whichgood

@ Paul Manoni

E’ una buona idea anche se non condivido del tutto il tema dell’amnistia. Nel nostro paese esistono decine di carceri FINITE e MAI UTILIZZATE. L’amnistia è come lo scudo fiscale (e scusate il paragone un po’ grezzo, certo non si possono paragonare i soldi alle persone) e se verrà applicata non soltanto si darà l’idea che il crimine è conveniente ma creerà anche una profonda indignazione a chi è stato vittima della criminalità, oltre al fatto di indebolire ulteriormente il sistema giudiziario. E poi, con quali criteri verrà aplicata l’amnistia, chi sarà a decidere il tipo di reato assolto, ancora i nostri politici?. Scommetto che i primi ad uscire saranno i delinquenti con condanne per delitti finanziari.
Scusate anche a me l’OT.

Paul Manoni

Whitchgood, guarda che l’Amnistia c’e’ già…Si chiama PRESCRIZIONE, ed e’ una sorta di Amnistia che solo i ricci ed i potenti si possono permettere. Un’Amnistia “di classe” se vuoi. E’ evidente che con la prescrizione, le vittime di crimini sono ancora più indignate, non pensi?
I numeri. Stiamo parlando di oltre un 170.000 processi prescritti all’anno (!). I carcerati sono circa 65.000 per 40.000 letti. Fai un pò tu due conti…!
Il sistema giudiziario e’ GIA’ indebolito…Togliere di mezzo con un bel colpo di spugna tutti i processi in corso, e tirar fuori di galera i detenuti TUTTI, significa l’esatto contrario di indebolirlo ulteriormente. 😉

pincopallino

c’entra poco con la notizia ma è troppo forte. da spinoza.it :
“Benedetto XVI, sette anni da Papa. Al conclave si ruppe uno specchio.”

Mauro Ghislandi

500.000 euro all’anno mi sembrano veramente troppo pochi, forse c’è un errore di tre ordini di grandezza.

whichgood

Disonesti in italia, disonesti in Irlanda. Per la prima volta coerenti.

simon

Nella cattolicissima Irlanda la Chiesa cattolica irlandese avrebbe dunque un patrimonio immobiliare pari all’uno per cento. Stima mi pare del tutto corretta. In Italia che più cattolica non si può, persino più della cattolicissima Irlanda, la Chiesa cattolica italiana avrebbe un patrimonio immobiliare pari al 20-25% dell’intero patrimonio, vale a dire 1200 miliardi di Euro. Ma va là. Se fosse l’uno per cento, come in Irlanda, il patrimonio immobiliare ammonterebbe a circa 50 miliardi di Euro, cifra assai più corretta e probabile.
Personalmente potrei anche essere ben felice che la Chiesa cattolica italiana possedesse un patrimonio di 1200 miliardi ma si tratterebbe, come dicono curiosamente in Francia di un château en Espagne

RobertoV

La stima tra il 17 ed il 23% è fatta da diverse agenzie immobiliari, cioè da professionisti del settore, tra le quali la Pirelli Re che opera parecchio con la chiesa ed è assolutamente attendibile.
Ma la verifica si può fare andando a vedere le proprietà della chiesa e facendo i conti.
La chiesa possiede 26000 parrocchie che sono in genere costituite da una superficie di circa 10 mila m2, spesso in zone centrali di grande valore che già da soli come terreno edificabile possono valere quasi 1 M€ (o più). Ma una parrocchia è costituita almeno da alcuni edifici ed una chiesa. Si possono andare a vedere alcune parrocchie costruite di recente in zone in genere periferiche e si vede che sono costate tra i 10 e 15 M€. Prendendo questo come valore medio (a Milano quelle che vedo valgono almeno il doppio) otteniamo un patrimonio di 300-400 miliardi di € solo come parrocchie.
Ma le parrocchie non hanno solo queste proprietà di base. Ci sono oltre 10 mila scuole e asili, poi palazzi, poi migliaia di monasteri e conventi (un piccolo monastero è stato venduto 6 anni fa per 6 M€), cliniche (2 piccole cliniche avevano un valore catastale di 10 M€).
Inoltre ci sono tante chiese per parrocchia. Rendina aveva stimato circa in 95 mila le chiese in Italia. Il valore varia da meno di 1 M€ per quelle piccole a centinaia di M€ (anche superiori al miliardo di € per quelle più grosse vedendo alcune cattedrali costruite di recente all’estero). A Napoli ne è stata venduta una a 5 M€ con una superficie di 800 m2, una superficie piccola per lo standard delle chiese cattoliche che è sempre esagerato (quella vicino a casa mia è da 1800 m2 ed è una comunissima chiesa milanese). Quindi se prendiamo un valore medio di 5 M€ otterremmo altri 300-400 miliardi di € solo per le chiese in più. Vanno aggiunti 5000 km2 di terreni in prevalenza agricoli che se trasformati in terreni edificabili da soli raggiungerebbero i 1000 miliardi di €. Come vede non è difficile raggiungere quella cifra di oltre 1000 miliardi di € anche con ipotesi conservative. Basta fare i conti.
Anche all’estero stanno facendo i conti in tasca alla chiesa cattolica. In Austria circa la metà dei centri storici di Salisburgo e Vienna è in mano alla chiesa, il monastero di Admont occupa da solo 250 km2 (la superficie del comune di Milano), 2500 km2 la superficie complessiva dei terreni della chiesa.
In Germania Carsten Frerk ha stimato in circa 500 miliardi di € il patrimonio attuale delle due chiese con 270 miliardi per la sola chiesa cattolica i cui possedimenti risalgono per la maggior parte a prima della riforma e che è stata già costretta a vendere negli ultimi anni (circa 1/4 delle sue chiese a Berlino) e a chiudere parrocchie (sono attualmente 10 mila), ma sempre molto meno dei protestanti. Ed in Germania la chiesa cattolica era religione di minoranza dal ‘500, quindi non ha avuto mano libera come in Italia dove era il centro dell’impero, e non ha potuto sprecare così tante ricchezze come in Italia ed impossessarsi senza ostacoli di enormi ricchezze.
La stima per l’Irlanda di solo 1% mi sembra molto in difetto (forse non hanno indagato bene) visto il potere che aveva negli ultimi decenni (ha 1087 parrocchie e 3500 chiese), ma parliamo di una nazione molto povera che è stata sotto la dominazione degli anglicani inglesi per tanto tempo.

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