‘L’Unità’ a Pasqua difende la “radice cristiana” in politica

Il quotidiano L’Unità, storico organo del Pci poi vicino ai Ds e al Pd, negli ultimi anni sembra decisamente orientato in chiave clericale. Specie ora che è diretto da Claudio Sardo, già direttore del settimanale delle Acli, nonché giornalista per l’agenzia cattolica Asca e i quotidiani Il Mattino e Il Messaggero. Di recente d’altronde intellettuali ed esponenti del Pd si rifanno esplicitamente al pensiero di Benedetto XVI, come il responsabile del settore economia del Pd Stefano Fassina, proprio su L’Unità. Tempo fa l’appello di alcuni intellettuali, i ‘marxisti ratzingeriani‘ del Pd, era stato pubblicato su Avvenire.

Per Pasqua arriva anche un editoriale di Sardo, a difesa della “radice cristiana” anche in politica. Editoriale che sembra più un sermone, in prima pagina di domenica. Il direttore si premura di spiegare che con la festività “è la Resurrezione che cambia il senso dell’incontro con Cristo e della storia dell’uomo”, “ovviamente secondo la fede dei credenti”. “Ma la forza del messaggio, che ha attraversato epoche e organizzazioni sociali ed è alle radici della nostra civiltà”, si affretta ad aggiungere, “non può lasciare indifferente chi dà alla fraternità una prospettiva solo umana”.

Il cristianesimo “non è una cultura, né una morale”, ma “un incontro che modifica un destino” e l’orizzonte escatologico “non è motivo di separatezza, né alibi per chiusure fondamentaliste”, assicura il direttore del giornale. E la Chiesa, nonostante si sia trovata “tante volte dalla parte della conservazione politica, o della reazione autoritaria contro la modernità e la scienza”, sarebbe “anche forza rinnovatrice” a favore dell’intera comunità. Quindi, aggiunge il direttore, la fede è “spinta ad agire” nel sociale e “può portare speranza al pensiero progressista” contro il “paradigma individualista” e la “prepotenza della globalizzazione finanziaria”. In un momento di “crisi non solo economica”, la sinistra “deve essere capace di raccogliere da tutte le fonti”. “E le fedi religiose possono essere tra queste fonti molto propizie”, conclude. Parole pie che ottengono anche il plauso di Avvenire, il quotidiano dei vescovi.

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186 commenti

francesco s.

per fortuna che ha almeno l’onestà di dire che la Chiesa si sia trovata “tante volte dalla parte della conservazione politica, o della reazione autoritaria contro la modernità e la scienza”.

Dovrebbero cambiarlo il nome di questo giornale per rispetto nei confronti del fondatore.

robby

aaa,mi vien da ridere vicino……….. al pensiero nazingheriano,neanche.hans kung,neanchè costui..avrebbe dato tanto spazio,..lasciamo perdere iquella sua marxisti nazingherianni,perlle di prosa filosofica ho causuale contattato tra flautulenze dentro un bagno. di monaco di baviera

spapicchio

E’ questo il vero – autentico – comunismo – italiano, e Napolitano docet et cumfirmat 😀

francesco s.

Spapicchio, ti posso rassicurare che il PD e il suo giornale l’Unità non hanno nulla a che vedere con il comunismo e questo è un dato di fatto ormai da anni.

Io personalmente aggiungo che ho dei dubbi anche sul fatto che sia un partito di sinistra.

Kaworu

è che erano così a sinistra che hanno fatto il giro…

(sarcasmo)

spapicchio

😆

L’UAAR è una delle poche testate che parano chiaro, e questo va a suo merito.

spapicchio

L’UAAR è una delle poche testate che parlano chiaro, e questo va tutto a suo merito.

Federico Tonizzo

@ francesco s.
Era Partito Comunista, ma è Pervenuto Democristiano 🙁

francesco s.

sono d’accordo anche con la faccina.

(per inciso faccio parte di quella categoria definita i giovani, lo dico perchè non vorrei passare per un vecchio nostalgico).

Laverdure

@Kaworu
Di cosa ti meravigli ?
Guarda Dario Fo :era cosi anarchico,cosi contrario ad ogni regola,da rifiutare anche le regole dell’anarchia.
Cosi quando gli e’ stato conferito un premio finanziato da una grande industria, con
enormi interessi nel campo degli armamenti,non ha esitato a indossare lo smoking
e a inchinarsi davanti ad un re per incassarlo.
E credi che questo sia l’unico esempio ?

Kaworu

ma figurati.

mi meraviglio più che altro che qualcuno ancora possa pensare (o abbia mai pensato) che il pd sia “a sinistra” XD

mistergrey

Solo dei dubbi? Sei troppo possibilista.
Della “sinistra” organizzata in Italia restano solo i Cobas e , forse, la Fiom, più qualche gruppuscolo extraparlamentare.Le deboli forze riformiste ,in mano ad arrivisti senza troppi scrupoli,sono divise e screditate dopo il catastrofico appoggio al secondo governo Prodi.Siamo dominati da zombi famelici e beffardi, che raccontano barzellette sui poveracci e ammettono senza troppi problemi che in Italia c’è la tortura.

emmebi

l’Unità. quotidiano fondato da Antonio Gramsci organo del P.C.I. “era così”?
ora? qualche “comunista” si rivolterà nella tomba, anche se il mitico “fortebraccio” era anche lui tiepido con cattolici e democristiani, ma lo schieramento era chiaro. oggi coi tempi che corrono (……….) meglio un vescovo come amico che una frittura di trote….in salsa (ladro)leghista

Florenskij

Vi sarà gradito sapere che Antonio Gramsci aveva un fratello FASCISTA, residente a Varese, che morì in conseguenza dei mali trattamenti subiti durante la detenzione post 25 aprile. Avrebbe potuto andargli peggio: esser fatto fuori subito durante la mattanza post Liberazione (60 – 70.000 morti “espunti” dalle liste anagrafiche ad opera di elementi che si ritenevano espressione della Resistenza ).

Il mitico Fortebraccio era un ex democristiano. Il padre di Togliatti era stato in seminario. La convivente di Togliatti, Nilde Jotti, era stata una studentessa molto in vista tra quanti frequentavano l’Università Cattolica del sacro Cuore. Gramsci riteneva un fatto necessario il volgersi di molti elemeti delle classi popolari verso il partito cattolico: secondo il suo pensiero in tal modo si sarebbero educati all’azione politica per poi laicizzarsi, secono la formula, potremmo dire noi,”Farfalla laica da bozzolo cattolico”.

Commento ulteriore. Per la serie: l’UAAR non è schierata politicamente. In teoria no; in pratica tutti a sinistra, con disprezzo e/o compatimento per chi non lo è o non lo è abbastanza.

giulio

70.000 morti dopo la Liberazione? Florenskij, ma cosa ti sei fumato?
Ne avranno fatti poche migliaia in Francia, dove sono stati molto più duri che in Italia.

Federico Tonizzo

Florenskij
tu STAI DELIRANDO!!! Vai da uno psichiatra, e che sia uno dei migliori!!!!!!!!!

Francesco

Per Florenskij.

Antonio e Mario Gramsci sono morti perche’ sono stati coerenti con le loro idee, a differenza delle persone come lei che non si fanno scrupoli a mettersi a servizio del padrone di turno.

francesco s.

@florenskij

E’ l’associazione ad essere apartitica, nè i soci nè i simpatizzanti. Eppure di solito le gerarchie cattoliche la conoscono bene questa distinzione la usano spesso come scusante per i crimini commessi da alcuni membri.

Poi se il tuo vuol essere un invito all’aumento dei simpatizzanti di destra (già ce ne sono) non posso che essere d’accordo con te, è l’ora che si capisca che la laicità riguarda tutti a prescindere dallo schieramento politico.

[OT]
Per quanto riguarda il Antonio Gramsci: anche i grandi possono avere dei fratelli stronzi, quindi?
[/OT]

Laverdure

@Giulio
Non direi proprio
In Francia polizia e magistratura ripresero rapidamente il controllo della situazione,
qui ci volle molto piu tempo, a causa dello sfascio generale.
E parecchi ne approfittarono,per fini piu’ o meno politici.
Mai sentito parlare del “Triangolo della morte in Emilia”,tanto per dirne una ?
O della famosa “amnistia” promulgata in seguito per i “delitti “politici”,su iniziativa di Togliatti ?

Manfredi

A Laverdure:
Molto velocemente ho letto il numero di morti uccisi x rappresaglia dai partigiani a fine guerra, la fonte è wikipedia, non autorevolissima, lo ammetto.
Bon, si oscilla tra 1.732 dichiarate da Mario Scelba, a 9364 in un’indagine della Direzione generale di Pubblica Sicurezza.
Alcuni storici contemporanei parlano di 10.000/12.000 vittime.
Cifre lontane da quelle di Florenskij, ma certo consistenti, meritevoli in ogni caso di un approccio storico/scientifico lontano da condizionamenti ideologici della resistenza ed in generale di quel periodo.

ΔΙΩRAMA

@ Florenskij: fonte?
Sai com’è, il sospetto che si faccia revisionismo come e peggio delle foibe è alto.

Mario

Ferruccio Parri (ministro) li stima tra 10000 e 15000
Giorgio Bocca (!!) li stima tra 12000 e 15000.
I neofascisti dichiaravano 300000 (te pareva), ma Giorgio Pisanò dice 34500.
Le cifre sono (Bermani):
Piemonte 2363
Emilia 2093
Lombardia 1481
Liguria 1360
Veneto 907
FVG (no Trieste) 472
Toscana 308
Lazio 136
VAosta 107
Marche 84
Umbria 17
Abruzzo 16
TAA 6
Campania 5
Basilicata 3
Molise 1
In Francia appunto ci sono cifre più alte, la resistenza ha avuto effetti molto più cruenti.
E dire che l’ultimo morto è del 1990 ad opera di Bonfanti, ritornato in Italia per picconare Oppici.

fab

OK, Florenskij, nessuno è perfetto; e allora?
Quanto all’essere di sinistra, come dire, fatico a viverlo come una colpa. 🙂

RobertoV

Il nostro come Berlusconi identifica sinistra con comunista e cattocomunista, ma la sinistra è su posizioni molto differenti tra loro (e si vede anche negli interventi qui) e identifica l’area progressista (è un problema tipicamente italiano che la destra italiana sia in prevalenza conservatrice, clericale e fascista, in Germania i liberali sono un’altra cosa. Che fine ha fatto Fli ?).
Nella sinistra ci sono i radicali, i verdi, anche Grillo, i socialisti, i socialdemocratici e Repubblicani, la sinistra cattolica e certamente l’ex partito comunista e la sinistra antagonista. Ma al congresso della Bolognina era risultato chiaro che il PC degli anni ’80 (e in parte degli anni ’70) non fosse più un partito marxista, tanto che si parlava di Eurocomunismo, riconosciuto dagli stessi americani, che accettava il sistema capitalistico e l’occidente. Era più un grosso partito socialdemocratico e dubito che si possano definire l’SPD o l’SPÖ dei partiti comunisti. Il modello erano le socialdemocrazie nordiche.
Continuare a parlarne come se fossimo ancora al dopoguerra non ha senso e dubito fortemente che anche allora il partito fosse a maggioranza marxista (tranne nelle sue gerarchie). Non mi stupisce che fossero attenti all’epoca al mondo cattolico visto la situazione tutta particolare italiana con una chiesa così onnipresente (infiltrata capillarmente come dice l’attuale papa) così forte politicamente ed economicamente e socialmente e che aveva imposto un’unica religione a quasi il 100 % della popolazione.

Federico Tonizzo

Ho letto (con estremo disgusto) l’editoriale di Sardo. 😯
Che SQUALLORE, da parte di chi dovrebbe sempre ricordare a tutti che LA RELIGIONE E’ L’OPPIO DEI POPOLI 👿
La “chiesa” si sta impossessando, come un cancro che metastatizza, di tutte le istituzioni pubbliche e private che riesce, per mantenere ed aumentare il suo lurido potere. In questo particolare caso, si è comportata come l’HIV, che entra nei linfociti T (che sarebbero invece deputati a distruggerlo) e li usa per riprodursi! 👿
“La chiesa: se la conosci, la eviti!”

Florenskij

Ribadisco: continuate a evitare il “pensiero pericoloso”: dalla visione “agonistica” e “catastrofistica” del mondo correlata con l’idea darwinista della selezione naturale può derivare LEGITTIMAMENTE un’ideologia politica fasciorivoluzionaria; anzi per molti versi il FASCISMO si collega con la “selezione naturale” del Darwinismo più delle ideologie progressiste, basate su un “giusnaturalismo” di inconfessata matrice teologica.

Kaworu

davvero non hai ancora capito una cippa, nonostante tutte le spiegazioni che ti sono state date?

Bigalfry

Ma cosa stai dicendo? Cosa c’entra Darwin con Mussolini? Fra l’altro uno degli effetti del fascismo, fu proprio la perdita d’importanza in Italia delle materie scientifiche.
E poi, per completezza, Darwin non era darwinista, anzi, secondo lui conoscere le leggi della natura serve a liberarsene.
Ripassa….

Federico Tonizzo

Ribadisco, Florenskij:
Sei in confusione mentale, in delirio!!!!! Trovati un ottimo psichiatra!!!!!

FSMosconi

@Flo’

Infatti è arci-noto che Mussolini propugnò l’insegnamento della selezione naturale nelle scuole e che Hitler ne comprese ogni aspetto senza modificarla fors’anche solo per “comune ignoranza” per adattarla ai suoi fini.
Senti va’: segui il coniglio di Tonizzo e trovati un bravo psichiatra.

Stefano

@ Florenskij

Le ho già detto che la selezione naturale non ha scopi. Quella umana ne ha. Quindi il cosiddetto darwinismo sociale ha più a che vedere con l’allevamento di cani che con darwin. E’ semplicissimo da capire, posto si comprenda una cosa e l’altra.
Non c’è bisogno di introdurre visioni del mondo o citare alcunché: basta aver letto e assimilato. Non è il suo caso.
Quel che è peggio, a fronte di una sciatta lettura e ancor più volgare comprensione degli argomenti lei si permette di pontificare (e già questo basterebbe) e lo fa dicendo stupidaggini (!). Non contento, accusa gli altri di fare i salumieri con le fette di salame davanti gli occhi mentre ammette una fortissima miopia che non le permette di discernere se un commento è di Stefano, stefano o Ferrer.
Quando è troppo è troppo….

Rudy

@ Florenskij
avevo dubbi sulla tua cultura e sulla salubrità dei tuoi “ragionamenti”: definitivamente dissipati e sostituiti dal grottesco.

Florenskij

@ Kaworu. Non solo non sono stato morso da un comunista, ma avevo uno zio comunista e, udite udite, un compagno di banco comunista per i cinque anni di ginnasio-liceo: ragazzo estremamente serio, positivo, intellettualmente dotato, anche se non così secchia come me ( in questo nessuno mi batteva ); per la gioia delle lettrici posso dire che il compagno comunista era davvero bello: praticamente uguale a Charlton Heston in “Ben Hur”.
Lei ha voluto farsi di me un’idea completamente arbitraria: mai pensato che i comunisti fissero trinaricuti e mangiassero i bambini.

@Manfredi. per la solita fretta ho citato a memoria: credo sia quella fornita da Giampaolo Pansa: Peraltro so della grande mattanza da più di trent’anni, avendo letto un libro di autore missino che si trovava nella biblioteca rionale COMUNALE ( nel senso che io non ho una biblioteca specificamente di destra; piuttosto il contrario per quanto riguarda la politica ).

@ Kaworu, Bigalfri, Tonizzo. Io deliro? Se dite così vuol dire :

1) non sapete NIENTE di “storia della cultura” ( studio delle convinzioni ideologiche e delle “visioni del mondo” ( in tedesco”Weltaschaungen” ) attravesrso l’analisi delle espressioni “spirituali”: letteratura, filosofia, arti figurative, musica, abbigliamento…

2) siete obnubilati dall’EFFETTO VISMARA: FETTE DI SALAME SUGLI OCCHI.

@ FAS Mosconi. Si vada a vedere anche sulla sola Wikipedia quale fosse il pensiero di Enrico Corradini, il pubblicista che con la rivista “Il Regno” più di ogni altro propagandò l’ideologia nazionalista che è alla base del fasciasmo: intriso del bellicismo stile “la guerra è l’igiene dei popoli” che prendeva spunto da concetti anche e soprattutto darwiniani.

Senta, vada: legga meno Gazzetta dello Sport e più libri sostanziosi.

Florenskij

@ Kaworu e altri. In aggiunta. Voi bollate il “wishful thinking” perchè praticate il “wishful NOT tinking”. Quando non sapete rispondere a un’affermazione sostanziosa ( soprattutto perchè vi mancano le informazioni relative e il quadro concettuale necessario per organizzarle ) chiamate l’ambulanza del manicomio. Come razionalismo militante non c’è male davvero.

Stefano

@ Florenskij

Lei sta dicendo che l’elettricità è ritenuto principio buonissimo per far funzionare la sedia usata per le esecuzioni capitali ma non vale la pena parlarne a scuola, anzi lì la si combatte.
Insisto, non sappia l’emisfero destro cosa fa il sinistro.
Florenskij, alcune delle sue sono talmente grosse che non vale la pena perdercisi.

Lei ha indubbiamente visioni del mondo, ma non come intende….

Del resto il darwinismo sociale ha influenzato la Conquista….

Ovviamente si può fare un’analisi marxista di fenomeni storici, ciò non significa che quei fenomeni fossero influenzati da quei principi. Salvo per chi – avendo buttato la ragione alle ortiche – dà degli sragionatori a coloro che non vaneggiano come lui.

E porta citazioni sbagliando quelle tra Stefano e Ferrer….

Federico Tonizzo

@ Florenskij
Segui il consiglio di Kaworu e piantiamola qui, è meglio.

RobertoV

Come la mettiamo col clerico-fascismo o austrofascismo in Austria? Cristiano sociali (partito della chiesa, antisemita) che dopo oltre 30 anni di governo confluisce nella dittatura fascista del Vaterlaendische Front con l’appoggio della Chiesa cattolica austriaca?
Ed in Spagna con l’alleanza tra il fascista Franco e la chiesa cattolica?
E i tanti bei concordati chiesa-dittature fasciste o naziste che ci legano ancor oggi le mani? Il fascismo ha una sua origine come anti-bolscevismo.

Cosa centra Darwin? E’ uno scienziato, non un filosofo o un politico per fortuna. Evidentemente chi ha usato la teoria dell’evoluzione per i propri pregiudizi lo ha fatto in malafede distorcendone il pensiero o per non aver capito niente come lei. Lo scopritore del DNA Watson ha fatto qualche anno fa dichiarazioni razziste: quindi tale scoperta porta ad esserlo?
Che confusione! Continua a confondere teorie scientifiche con teorie filosofiche e politiche. Si costruisce un suo falso mondo sui suoi pregiudizi.

Per la precisione è “Weltanschauunge”. Le sue “visioni” non diventano valide perchè utilizza qualche termine straniero.

FSMosconi

@Flo’

che prendeva spunto da concetti anche e soprattutto darwiniani.

Cosa c’è di difficile nella clausola a questo punto assimilabile anche al fascismo “senza modificarla fors’anche solo per “comune ignoranza” per adattarla ai suoi fini”?! Crede davvero che la selezione naturale, in quanto naturale, non si stesse e si stia attuando già hic et hunc al livello sociale? O ritiene che solo che dopo un modello della realtà sia dapprima posto come essere in sé e poi attuato al livello legislativo allora e solo allora se ne sortiscono gli effetti e che questi non siano piegati ad altre visioni dei suoi umanissimi legislatori? E’ davvero così miope?

E ad ogni modo: bravo. Continui pure con l’Ad Consequantiam. Se della sua ampissima cultura questo è l’apice, sia pure nella sola frangia della dialettica e della logica, buon per lei.

nightshade90

due parole in croce e rieci comunque a confondere le virgolette e gli apostrofi con gli accenti….

LittleMissGiggle

Avesseero la decenza di togliere la dicitura “fondato da Antonio Gramsci”.

fab

Che il cristianesimo non sia cultura o morale è noto da tempo; è anche l’unica affermazione riportata che sia esclusa dal buon vecchio vilipendio alla ragione.

Mario

Eh il buon vecchio vilipendio alla ragione. 🙂
Non è ancora puntio però.
E’ invece punito quello alla religione.
Pensa dove siamo capitati.

Francesco

Con l’Unita’ questa settimana, con soli 9,99 euro in piu’, potrete avere la trilogia del voto che comprende i tre film diretti dal regista Sergio Leone e aventi per protagonista Massimo D’Alema, con le colonne sonore di Ennio Morricone:

Per un pugno di voti.

Per qualche voto in piu’.

Il buono, il brutto e l’ateo devoto.

RICCARDO ATEO

L’UNITA’, IL MIO GIORNALE FONDATO DA ANTONIO GRAMSCI ORA INSULTA LA STORIA DEL PCI E COSA PEGGIORE IL SUO STESSO FONDATORE.
ALLORA LE COSE QUI SONO CHIARE: A SINISTRA SI SONO INFILTRATI PERSONAGGI DI VARIO GENERE PAGATI DAL VATICANO STESSO, RESTA A NOI VIGILARE, CERTO E’ CHE NON POTRO’ PIU’ COMPRARE L’UNITA’.
AVETE FALLITO!!!!!!

LittleMissGiggle

io sono anni che non compro piu’ L’Unita’ e non leggo nemmeno il quotidiano online! 🙂

Ottone

Penso che ormai quel giornale sia segnato, lo era già prima ma adesso è ufficiale. Dispiace comunque anche se non lo leggevo.

Florenskij

@ RICCARDO ATEO. Le è mai venuto in mente che il PCI ha sempre seguito la linea dell'”attenzione” nei riguardi dei Cattolici, a partire dai riconoscimenti coituzionali? Per Togliatti & c. si trattava di “accarezzare” il mondo cattolico per avviare la trasformazione dei miltanti cattolici di base in “impegnati a sinistra” e poi “comunisti con ispirazione cristiana”. La stessa compagna di Togliatti, Nilde Jotti, era una postcattolica importante. Più intimità di così… Evientemente Guareschi non aveva sbagliato nell’additare la coppia relazionale don Camillo – Peppone; lui stesso, per una strana ambivalenza, si era fatto crescere i baffoni alla Stalin. Non parliamo poi del fatto che la contestazione del ’68 ebbe come protagonisti eminenti molti post-cattolici.
In ogni caso Togliatti era abbastanza consapevole, per non dire cinico, nel condurre questo gioco; tant’è vero che si lasciò scappare l’espressione, divenuta presto proverbiale, di “UTILI IDIOTI”, riferita ai cattolici progressisti ingenui, che nel loro generoso e sprovveduto idealismo giustizialista non si accorgevano di portare acqua al mulino del PCI. D’altra parte il cardinale Alfredo Ottaviani, grintoso capo del Sant’Uffizio ( romano de Roma e stranamente per voi, proveniente da famiglia popolana disagiata) puntava il dito contro i “COMUNISTELLI DI SACRESTIA”.

Il livore dei Comunisti contro Pio XII era causato appunto dal fatto che papa Pacelli si era messo di traverso per impedire questo “abbindolamento soft”; da cui la campagna antipacelliana, con la punta di diamante costituita dal dramma “Il vicario” di Rolf Hochhut, fabbricato, secondo quanto alcuni sostengono, su commissione dei servizi della Germania dell’Est.

Il tutto corrisponde perfettamente all’idea per cui il Comunismo occidentale sarebbe impensabile senza le RADICI EBRAICO-CRISTIANE. Marx era di famiglia rabbinica: il fatto significherà pur qualcosa o no? Voltaire aveva studiato dai Gesuiti ( che alimentavano nelle loro file anche un certo filone “aperturista”, come nel caso delle missioni in Cina e in Paraguay ) aveva una notevolissima erudizione nel campo della storia e critica della religione; Rousseau era nato a Ginevra, la mecca del Calvinismo, e per qualche tempo aveva aderito al Cattolicesimo.
Hitler vedeva negli Ebrei “laicizzati”, portatori di una apertura cosmopolitica che contraddiceva le sue nostalgie localistiche, tirolesi e Biedermeier.

Mario

Il tutto corrisponde perfettamente all’idea per cui il Comunismo occidentale sarebbe impensabile senza le RADICI EBRAICO-CRISTIANE.
EVIDENTEMENTE lei non ha letto nemmeno una riga del Capitale.
Perchè PER LO MENO le sono sfuggite tutte le battutine acri su cattolici di cui è infarcito

Kaworu

perchè, per trovare l’attenzione che vai disperatamente cercando, non scendi in strada in mutande?

son sicura che qualcuno che ti dia retta lo troverai, flo.

mi limito a ripeterti che questo sito non sta qui per soddisfare la tua continua richiesta di attenzioni e di pubblico…

gmd85

@florenskij

Sei uno strazio, però. Il PCI ha cominciato a interessarsi alla DC con il compromesso storico. Un’operazione puramente politica, in cui le radici cristiane non c’entravano una beneamata mazza.

@Mario

Il grande problema di Marx. Non l’ha capito nessuno, neanche i comunisti. 🙂

bardhi

@ gmd85
“Il grande problema di Marx. Non l’ha capito nessuno, neanche i comunisti.”
direi soprattutto i comunisti, dal Lenin e in poi hanno inventato il socialismo, che per quello che ho letto io, non risulta come sistema economico nei scritti di Marx.

Mario

Hihihi allora è vero che più di tutti lo hanno capito i borghesi.
D’altronde si saranno accorti che ravanava nelle loro mutande!
Beh il nazionalSOCIALISMO tedesca ammetteva la proprietà pivata della produzione di massa, no?
E pure cpn la NEP in russia idem.

Michele Gaismayr

Per mia sfortuna mi è capitato di leggere l’omelia pasquale di quel ciellino che è stato messo al posto di Concita De Gregorio a dirigere l’Unità. Che nausea questo ometto così attaccato ai gonnelloni delle gerarchie vaticane, e che tristezza vedere l’antica versione italiana della Pravda, ora ridotta a giornalino episcopale.

Dani

Questi dell’unità sono come i rapanelli: Rossi di fuori e bianchi dentro.

Federico Tonizzo

“… sono come i rapanelli: Rossi di fuori e bianchi nei cervelli.”

Gianluca

““Ma la forza del messaggio, che ha attraversato epoche e organizzazioni sociali ed è alle radici della nostra civiltà”, si affretta ad aggiungere, “non può lasciare indifferente… ”

Certo, in qualcuno potrebbe anche suscitare grasse risate.

Stefano

@ Stefano

Florenskij confonde me con stefano (e non disdegna scambiarmi per Ferrer).
Ti pregherei di non complicargli ulteriormente la vita…
Grazie.

Florenskij

@ Stefano. Il tutto a conferma della miopia ( fortissima ) che mi ha contraddistinto fin dalla terza elementare. Ci sarà dell’altro anche nella materia grigia, non troppo concentrata…

Non potreste chiamarvi Stefano’ e Stefano” comenei procedimenti geometrici? E’ quel che ci vuolle per due teste quadre.

E poi Ferrer, l’impagabile Ferrer, quello che per riassumere lunghi “dispositivi” di condanna mi chiama “fascistello” e “poveraccio”! Mi dàl’impressione di una specie di rospetto.

Kaworu

mah, che io sappia, gli occhiali sono stati inventati da un po’.

Bee

Esistono gli occhiali, Flo. Te lo dice uno che è miope da tempo. E che in quanto tale sperimenta annebbiamento della vista da lontano, non da vicino. E non sei nella posizione di chiamare Stefano testa quadra.

Ferrer

@ Fascistello-poveraccio

Mi sembra proprio che sia lei stesso a rendere palesi le sue simpatie ideologiche e i suoi riferimenti culturali:

“Giampaolo Pansa: Peraltro so della grande mattanza da più di trent’anni, avendo letto un libro di autore missino che si trovava nella biblioteca rionale”

Pansa – ex progressista riciclatosi reazionario che scrive su “Libero” del neo-fascista Feltri (il quale propose di dare una medaglia al poliziotto che assassinò un uomo disarmato a Genova nel 2001) – è un giornalista sedicente storico la cui attendibilità scientifica è pari a zero, ma molto apprezzato negli ambienti reazionari (come Nolte che lei ha più volte citato). Sulla natura neo-fascista del MSI (Almirante, filo-nazista e sostenitore del razzismo biologico, che persino Evola considerava troppo brutalmente razzista) non credo sussistano dubbi…

In generale, tutto il suo impianto culturale, che si palesa nelle sue citazioni, appartiene al milieu romantico-idalistico e simbolico-esoterico che Furio Jesi pone correttamente alla base della cultura reazionaria. Peraltro, lei non arriva neppure ai grandi reazionari (fascistoni) ai Guenon o agli Evola, ma si ferma ai reazionari da strapazzo (Pansa, Nolte, Ratzinger) e condisce tutto con una cultura superficiale (Pawles e Berger) o con nozioni scolastiche di teorie ormai obsolete (l’estetica idealistica).

“rospetto” è un insulto riguardante l’aspetto fisico. Alle competizioni atletiche da studente me la cavavo bene, ma naturalmente lascio a chi mi conosce giudicare se io sia più un Adone o più un Tersite (peraltro un simpaticissimo pacifista ante-litteram). Mi affascina molto come lei giudichi l’aspetto di qualcuno che non ha mai visto…ma ovviamente sono limitato: uno che vede poltergeist e bilocazioni può evidentemente questo e altro…

Stefano

@ Florenskij

Testa quadra? Mi consolo, rispetto alla sua a triangolo ottuso….

robby

io non ho mai letto l unita,e gramsci,non mi è mai piaciuto……anzi quando alle l elementari con tanto di sordi sganciati a alle sore,per dormire e studiare,si prendevano alcuni di noi di media 30.circa 10 ore a settimana per d incartamenti in plichi,che sarebbero serviti come distribuzione esterna e noi grrr grazie ragazzi…si al c…o,gli dico a certi amici de profumo di s acrestia,oggi si vengono a fare menate …come sfruttavano bene il lavoro dei bambini….

Ottone

Non entro nella polemica sull’unità che non mi interessa, ma una riflessione/domanda me la permetterai, dalla elementari non sei uscito con la licenza vero?

robby

con la patente no..piu tardi 4 anni dopo OTTONE,la facero chiudere,pe motivi cosidetti,amministrativi.capito…per un quinquennio di lavoro minorile se lo sono goduti….poi come tutto come se non fosse successo….

robby

con la patente no..piu tardi 4 anni dopo OTTONE,la facero chiudere,pe motivi cosidetti,amministrativi.capito…per un quinquennio di lavoro minorile se lo sono goduti….poi come tutto come se non fosse successo….

Manlio Padovan

Sempre più buffoni!
Non è un imbecille chi va a votarer?

Ottone

Più che altro penso che sia imbecille chi vota sempre la stessa cosa turandosi il naso e senza fare una critica ragionata. A mio avviso è meglio lasciare perdere l’antipolitca perchè nel vuoto di potere a goderne dei vantaggi son sempre quelli. Credo che sia bene portare avanti le nostre battaglie per cambiare le cose e vigilare che chi sia eletto rispetti gli impegni, in primis i partiti poi tutto il resto anche vista la legge elettorale che ci troviamo.

Manfredi

Ottone, il guaio è che la critica ragionata, puoi benissimo farla, ma ti troverai di fronte sempre quelle persone da votare.
Alla fine, molti che votavano democristiano, non votavano Dc perche’ erano democristiani, ma perche’ erano anticomunisti che “Montanellianamente” votavano il male minore.
Anche adesso, tra chi vota Pd, ci sono molti che lo votano perche’ non vogliono berlusconi o peggio, patetici burattini in mano sua (alfano).
Una soluzione ci sarebbe, se non puoi/non ti senti in grado/non riesci ad entrare nelle liste elettorali di un partito, puoi sempre PARTECIPARE far sentire la tua voce, protestare veementemente, si lo so, non sempre raggiungi gli effetti sperati, e x dirla tutta quando rientri da lavoro, non sempre ne hai la voglia/forza.

Ottone

Guarda in giro vedo che si stanno muovendo molti, basta ricordarsi i referendum dell’anno scorso. Bisogna ricominciare da capo un po’ per volta. Penso che l’inizio sia cominciare a votare non i soliti partiti, ma quelli fuori establishment tanto per rompere le uova nel paniere ai signori a cui tutto è dovuto, certo nell’immediato è dura, lo so, ma mai si inizia mai si otterrà qualcosa. Se questi non cominciano a perdere la seggiola da sotto il culo non si arriverà da nessuna parte. Pensiamo alle regionali del Piemonte del 2010, qualcuno che pensava già di aver vinto ha poi perso, certo per noi lì le cose non sono andate bene visto chi ha vinto ma ad un certo punto qualcuno lassù se non vuole continuare a perdere dovrà cominciare a riflettere. E poi chi ha detto che i cambiamenti devono arrivare per forza subito, bisogna combattere sapendo che la battaglia sarà lunga e difficile e per me lunga significa come minimo 40/50 anni. Pensa all’uaar, ha 25 anni di vita sociale tra informale e formale ma guai se non ci fosse e speriamo che continui. Io credo che si debba partire con una forma mentis di lungo lunghissimo periodo, altrimenti è meglio neanche pensare. Credo però che sia un obbligo muoversi, altrimenti gente come Giordano Bruno per cosa è morta? Per noi che al minimo problema o anche a grossi problemi abbandoniamo il campo?

Manfredi

Su cio’ che hai scritto ti do ragione in toto, Ottone, occorre muoversi e partecipare con rinnovato vigore.

John

“contro il “paradigma individualista” e la “prepotenza della globalizzazione finanziaria”.”

Leggere queste cagate mi fa venir voglia di simpatizzare per quelle che, a ben vedere, non sono affatto un male di per loro… Komunisti, cristiani, gente ideologizzata non abituata a ragionare ma ad avere fede.

spapicchio

A parte che è confusa, sempre, la radice romana cattolica con la cristiana evangelica (come al solito, in tutti i comunicati di regime in Vaticalia, anche se quello è il minimo ed è scontato).

lector

Anche quella nel comunismo è una fede, con tanto di paradiso … dei lavoratori. Dunque, di che ci si meraviglia? L’importante è avere una favola in cui credere, che sia quella di Stalin o di Ratzinger, non importa.

spapicchio

Non conosco la favola del “paradiso dei lavoratori”… cosa è, forse la “dittatura del proletariato”? 🙂

Mario

Concordo, in molti casi i comunisti hanno fede nel comunismo.
Purtoppo è come dire che molti scienziati hanno fede nella scienza.
Ma la gente che non ragiona ci stà un dovunque no?
Ne ho pure conosciuti parecchi di scienziati cattolici.
Ma dire che per questo la scienza è una fede significa non aver capito un casso.

spapicchio

Secondo me definirsi “scienziato cattolico” è degradante ed anche abbastanza ossimorico.

Mario

Un medico lo ritengo uno scienziato.
Fai un po’ te.
E non vorrei essere proprio curato da un medico che non conosce la scienza.

Otto Permille

Non esistono radici cristiane. Tutto il cristianesimo è un rifacimento di una struttura culturale, linguistica, mitologica, razionale precedente – la cultura greca e latina, con contaminazioni ebraiche e buddiste. Ma è stato dimostrato che oltre il 90% del presunto “messaggio” cristiano è scopiazzato da altre culture preesistenti.

whichgood

In realtùà quando parlano di radici cristiane vogliono dire metastasi ma la loro coda di paglia è più forte delle stesse “radici”.

whichgood

Claudio Sardo è il Minzolini dell’Unità e la Chiesa il Berlusconi che lo manda, i vescovi sono le pu++ane e San Pietro è palazzo grazioli.

ziomaul

Che roba vomitevole! L’unità finirà come l’Avanti che è diventato un giornalino scolastico!!!

Mario

Dunque ora è chiaro che il PCI e propaganda annessa ha avuto il ruolo storico di impedire la rivoluzione in Italia. D’altronde non era questa la strategia politica di Stalin?

Batrakos

Secondo te se si fosse tentata la rivoluzione in Italia nel dopoguerra con gli accordi di spartizione in atto, gli Usa ci avrebbero lasciato fare? (Basterebbe anche studiarsi la vicenda Stay behind -che già prima di Gladio era attiva dal 1949- per capire meglio il discorso).
Era appena finita la carneficina della seconda guerra mondiale e chiedere un tributo ulteriore ed enorme di sangue ad un popolo appena uscito da quell’esperienza per forzare una rivoluzione in condizioni quasi impossibili sarebbe stato un atto di follia politica, almeno a parer mio.

Batrakos

Prima della Guerra il Pci era una forza rivoluzionaria: non aveva accettato il parlamentarismo, nè mi pare che fu mai pompiere della rivoluzione, dal momento che il fascismo nacque anche per paura di una rivoluzione bolscevica imminente. Più complesso è il discorso sul Pci e gli Arditi del Popolo, ma credo che nemmeno in quel problema complesso il mancato appoggio derivasse da una volontà borghese, quanto dalla paura, tutta leninista, di perdere l’egemonia politica sul movimento, e pensando che comunque sarebbe probabilmente naufragato per la scarsa organizzazione e le scarse finanze di quel movimento, almeno per quel poco che so io sugli Arditi; se sbaglio, lieto di essere corretto.
Nel dopoguerra fu una necessità non tentare la forzatura rivoluzionaria, non capisco come sia possibile con un pizzico di realismo (se sei marxista ti direi di materialismo) una critica in questo senso, come già detto.
Se andiamo nei ’70 e ancor peggio negli ’80 ragioniamo di un fenomeno diverso, e lì ti posso dare ragione: anche se una rivoluzione non ci sarebbe comunque stata, il PCI aveva ormai perso finanche la struttura mentale per capire le esigenze di un movimento e di una fase economica e storica molto diversa, forse anche a causa del progressivo smantellamento delle strutture politiche che hanno sviluppato il carrierismo interno.

Batrakos

Chiaro che parlamentarismo intendo, in senso tecnicamente improprio ( e appunto vorrei evitare a priori una polemica sul termine), l’accettazione del modello liberaldemocratico e dunque il lavoro politico ad esso interno.
L’averlo accettato nel dopoguerra non è stato un ‘tradimento’, visto che era impossibile fare altro e comunque l’Italia ebbe poi una delle legislazioni sociali più avanzate (troppo avanzate per molti liberisti).
Su Stalin…L’URSS nel dopoguerra, dopo la carneficina e le macerie in cui era ridotto il suo Paese, non poteva permettersi uno scontro frontale con gli Usa, che erano economicamente molto più forti non avendo avuto i nazisti in casa, e lo erano anche militarmente con l’atomica.
Se parliamo di prima della Seconda Guerra…l’URSS (peraltro ancora nemmeno in grado di farlo perlomeno sino a metà del primo piano quinquennale che arriverà molto dopo), se si fosse messa a mandare appoggi a tutte le potenziali rivoluzioni occidentali avrebbe avuto un’aggressione militare concentrica da parte di tutta l’Europa, molto peggiore di quella immediatamente successiva alla Rivoluzione, visto che il primo nemico internazionale (che spinse ad accettare inizialmente anche un Hitler) era il bolscevismo.
Solo un fanatico come Trockij (Stalin era un dittatore ma non un pazzo nè uno s t u p i do, come diceva Trockij, se si leggono le Questioni sul Leninismo lo si capisce) poteva pensare che questa fosse una linea vincente, e mi stupisco spesso di come alcune facilonerie del trotzkismo trovino spazio oggi che la lontananza storica comincia a permettere un’analisi maggiormente disincantata dei fatti.

Mario

Se è per questo fin dalla sua fondazione fu “chiaro” che non vi erano le risorse per una rivoluzione italiana. Bordiga fu ben messo all’angolo.
Ma allora non si capisce come abbiano quella volta interpretato la rivoluzione nel rapporto industriale di produzione in una Russia agricola: se ci sono riusciti lassù…
Poi con Stalin tutto fermo. E dire che gli italiani si sono sempre vantati della propira autonomia politica.
Quindi secondo me non c’è mai stata volontà rivoluzionaria. Forse nel primo anno, ma purtroppo per Gramshi, Lenin erà già metà paralizzato dal ’23.
Si può in definitiva quasi DA SEMPRE riconoscere nel PCI le stesse considerazioni che fai tu.

Batrakos

La verità spesso è più amara di quel che sembra.
Fu la pesantissima industrializzazione staliniana e le collettivizzazioni forzate, insieme alle purghe che eliminavano l’opposizione, a consentire lo sviluppo industriale sovietico, non l’epoca di Lenin (consiglio la lettura di Getty in merito). Peraltro, col senno di poi, senza quel livello di industria pesante e bellica (implementata durante il Patto con la Germania) probabilmente la Germania avrebbe subito attaccato l’Urss, come nelle intenzioni del Mein Kampf con ‘l’espansione a est’, e, visto che già il Giappone aveva in mente di attaccarla dall’altra parte (tentata invasione della Mongolia), probabilmente l’Asse si sarebbe preso l’Eurasia, o comunque la sua gran parte prendendo un vantaggio bellico enorme.
Lenin era molto speranzoso in una rivoluzione nell’occidente industrializzato, in special modo nella Germania, perchè, coerentemente con Marx, pensava che il socialismo fosse molto più facile da instaurare in un Paese altamente industrializzato.
Il fallimento della rivoluzione in Germania, e poi l’avvento del nazismo, mostrò che le possibilità di esportare la rivoluzione era impossibile, visto che la Germania era il paese idealmente migliore per farla, visto l’alto grado di industrializzazione e l’alta tensione rivoluzionaria del proletariato tedesco.
Il marxismo insegna che se non ci sono le condizioni oggettive, tentare una rivoluzione diventa controproducente, e infatti una rivoluzione dove non la si può fare (e Lenin diffidava molto del carattere remissivo degli italiani, oltre alla scarsa industrializzazione) porta alla ‘rovina di entrambe le parti in causa’…e la fine che ha fatto la Germania (dove la rivoluzione sembrava possibile) lo mostra molto bene.

Mario

Ecco, non volevo dirlo, ma com’è la storia del famoso treno che portò Lenin in Russia?
A bordo non aveva con sè il tesoretto fornito dalla borghesia tedesca per compiere la rivoluzione in un paese in cui non c’erano le condizioni?
Forse che Lenin e Germania avevano fin da subito un rapporto particolare?
Niente da eccepire comunque nell’usare il capitale borghese per fare una rivoluzione.

Batrakos

Qua, amico mio, entriamo in discorsi molto complessi: meglio avere un debito post rivoluzionario che non avere soldi per gestire una rivoluzione che, nei fatti, in Russia stava fermentando da decenni?
Meglio sarebbe stato aspettare la rivoluzione industriale borghese?
Difficile rispondere, perchè se si fosse scelta questa linea non ci sarebbe stato Brest Litovsk e la Russia avrebbe continuato la carneficina bellica che era stato un grossissimo motivo di malcontento (la giornata del primo maggio, calendario nostro, è indicativa in questo senso) e dunque non si sapeva come sarebbe andata, contando che i nazionalismi stavano già mostrando tutta la loro pericolosità…
Insomma, sono quei rompicapi storici a cui è davvero difficile, almeno per me, rispondere!

Mario

Guarda, la paura nelle mutande i borghesi l’hanno sempre avuta. Marx certo non era il primo socialista (non come si intende oggi il socialismo).
E che conoscano bene il comunismo l’ha dimostrato Berlusconi facendo finta di confondersi i nomi, è riuscito a dire Max, Leli e Stali :-).
Quindi la Germania ha visto immediatamente l’opportunità di finanziare la rivoluzione lassù per togliersi dalle scatole lo Zar e per sfogare i movimenti comunisti interni.
Quindi addirittura anche la rivoluzione russa è sevita alla borghesia (del caso quella tedesca) che ne ha controllato la nascita e l’evoluzione accettando il rischio.
Quindi del PCI che dire…

Batrakos

Scusate l’errore, ma gli argomenti sono tali e tanti da rischiare di confondersi.
La manifestazione di cui dicevo non era il 1 maggio, ma l’8 marzo -calendario corrente- da cui derivò la festa della donna (che erroneamente è, nell’immaginario di molta tradizione, attribuita all’incendio di un’inesistente industria Cotton, che invece avvenne alla Triangle ma avvenuto il 25 marzo).

Batrakos

Mario.
Dunque che avrebbe dovuto fare Lenin? E che avrebbe dovuto fare, di conseguenza, il Pci? Iniziare una rivoluzione in quel momento ‘impossibile’ facendo massacrare il proletariato con pochissime possibilità di vincere?
In verità -parlando del resto- i comunisti interni tedeschi ebbero un’impennata rivoluzionaria dopo la Rivoluzione d’Ottobre, tanto da mettere davvero in crisi l’assetto borghese proprio tra il ’18 e il ’19, tentativo che vide una spietata repressione degli organi di Weimar (Luxemburg e Liebknecht), per cui, in ogni caso, difficile dire chi sia stato l’utile i d i o t a di chi…

Mario

La rivoluzione andava fatta in Germania. A casa dei più forti borghesi. Ma tant’è.
Forse in effetti hai ragione non c’era successivamente nessuna opportunità per nessuno.

bardhi

Secondo Marx, in via tutto eccezionale l’unico paese in cui poteva essere svilupato la rivoluzione, era l’Inghilterra del 1850, paese che a causa della dispersione del esercito per il mantenere le sue colonie aveva un apparto repressivo molto debole. Il comunismo per la sua natura non poteva essere instaurato in un solo paese tanto meno in quello meno sviluppato industrialmente e con poco proletariato come la russia zarista

Batrakos

Se però in Russia fossero rimasti i menscevichi si sarebbe costretto il popolo russo a continuare la guerra, e il popolo russo della guerra non ne poteva più…
Marx non aveva conosciuto il ‘900 e l’epoca dei nazionalismi, occhio a non storicizzare Marx e considerarlo un riferimento assoluto, rischieremmo di fare il gioco di chi ci dice dogmatici!
Voglio solo dire che sarebbe stata in ogni caso una situazione criticabile: se i bolscevichi avessero mollato la rivoluzione e lasciato un sistema borghese non sappiamo come sarebbe andata la Storia e magari oggi li criticheremmo proprio per la loro scarsa volontà rivoluzionaria.
Il senno di poi è facile e con esso si ha sempre ragione…

bardhi

@ Batrakos
In guerra non erano solo i russi ma piu della metta dei popoli d’europa, a prescindere dalla rivoluzione di ottobre la guerra prima o poi sarebbe esaurita.
Il socialismo come sistema economico di transizione fra capitalismo e comunismo non era sviluppato nella teoria economica di Marx, infatti fu inventato, teorizzato e messo in pratica dal Lenin e Stalin, almeno nella teoria di Marx non puoi costruire il comunismo con i contadini, ma con i proletari, classe sociale che possiede solo le proprie bracia.

Batrakos

Certo che tutti i popoli erano in guerra, ma la volontà di finire la guerra prima possibile era uno dei principali motori della rivoluzione di febbraio, e forse lasciare andare la guerra sarebbe stato un tradimento dei bolscevichi verso le masse.
E io credo che la debolezza dei menscevichi rispetto alla base di appoggio popolare fu proprio uno dei nodi della loro debolezza che permise la forzatura del Palazzo di Inverno.
Dire che prima o poi il conflitto sarebbe finito è proprio quel teleologismo della storia che Lenin contestava fortemente, tantopiù che nessuno sapeva come sarebbe finito.
Sulla fase transitoria: Marx fu molto bravo nella critica al capitalismo ma fu molto carente su tutta la modalità organizzativa, sia nella presa del potere che nella gestione dello stesso (ed è giusto visto che lui non era un politico in senso tecnico), ma nella Critica al programma di Gotha -almeno mi pare quello il testo-Marx parla esplicitamente di dittatura del proletariato come controllo politico rispetto alla socializzazione dei mezzi di produzione, e dunque in embrione abbiamo già questa distinzione.
Certo, Marx riteneva in modo corretto che ci volesse un Paese indsutriale ed una classe operaia e non un mondo contadino ed arretrato, ma anche qua ci sarebbe un grosso dibattito tra teleologismo storico e forzatura volontaria.
Di fatto si tentò una forzatura socialista anche senza i prerequisiti di Marx, questo senz’altro, ma la questione mi pare molto più complessa rispetto ad una posizione nettamente manichea

whichgood

Ho già scritto comunicato all’Unità che non intendo comprare più un solo giornale fino quando il nuovo “direttorissimo” non sarà rimosso. Veramente ribaltante che l’Unità diventi un giornalino clericale, uno schifo.

Giorgio Pozzo

Personalmente, non mi stupisco più di tanto. Comunisti e cristiani hanno sicuramente in comune un certo dogmatismo sulle cui basi hanno costruito un messaggio con contenuti piuttosto simili. Dietro ad un’apparenza di contrapposizione escatologica, si erge la stessa costruzione finalistica: da un lato, il finalismo della Natura, e dall’altro il finalismo della Storia.

Non è che i comunisti italiani siano tali solo di facciata, è proprio che l’ideologia dogmatica del comunismo ha parecchie similitudini intrinseche con ideologie dogmatiche non propriamente politiche.

Certamente, bisognerebbe distinguere tra cristianesimo e cattolicesimo, come fa giustamente notare spapicchio. Qui, allora, in prima approssimazione, abbiamo da una parte un cristianesimo originario che si pone a difesa dei deboli, esattamente come nelle (quando buone) intenzioni del messaggio comunista originario: dire che siamo tutti fratelli è esattamente come dire che siamo tutti compagni. Dall’altra, un cattolicesimo gerarchico di sapore fascista, che appunto strizza l’occhiolino, corrisposto, alla destra. Nell’editoriale, infatti, mi sembra che si parli di cristiani, e non di cattolici.

Il problema invece è a monte di tutto questo: ormai, sparita la DC, l’influenza nefasta del cattolicesimo italiano ce la ritroviamo in orizzontale, trasversalmente in tutti i partiti, con forse un’eccezione. Questo editoriale non mi stupisce affatto, ripeto. Io di cattocomunisti ne ho conosciuti parecchi; ma questi si dovrebbero chiamare cristocomunisti, secondo me, in quanto gli altri sono cattofascisti.

Mario

OIBO’!!
Quali sono i dogmi comunisti?
Certo conosco quelli cattolici, ma quelli comunisti mmm… proprio non ricordo.

Giorgio Pozzo

I dogmi possono essere assunti come basi da religioni ma anche da fedi politiche. Non a caso, si parla proprio di fedi politiche. Ideologie, insomma.

Il comunismo, inteso come struttura politica, è un’ideologia. Insisto sempre nel non voler confondere un ideale con un’ideologia.
L’eguaglianza dei cittadini è un ideale, il comunismo è un’ideologia.
La laicità dello stato è un ideale, le influenze religiose nella politica sono un’ideologia.

Questo editoriale è intriso di ideologia, ma poverissimo di ideali.

Mario

Insomma un’accidente.
La fede è la fede l’ideologia è l’ideologia.
E’ pur infatti lecito pure a me che non ho fede capire come mai a questi gli viene l’idea che esista un dio.

spapicchio

@ Giorgio Pozzo

sono d’accordo con te, è “molto meglio” (oltre che indice di maturità e conoscenza dei fatti storici che hanno interessato il nostro Paese) non confondere i cristiani (che sono per forza di cose evangelici) con i romani cattolici: questi sono cattolici romani, perché evitano con cura di riportare notizie aggiornate sulle chiese evangeliche italiane, allineandosi e coprendosi con la stampa di regime all’ossequio devoto alla CCAR.

Non si può nemmeno escludere che dentro la CCAR ci siano anche soggetti che sono potenzialmente cristiani diciamo, ma si va su questioni personali.

Qui per l’Unità si può parlare di un neocomunismo cattolico, anche se in Italia, il comunismo da Togliatti il concordato con la CCAR lo fece fin da subito.

ale cattolico

ha fatto benissimo,teste vuote come voi neppure loro le ascoltano.

Kaworu

lui ha una trave in altri lidi… va capito.

tra un po’ lo rimettono nella cuccia per qualche mese.

Gérard

Incredibile !!
In Francia, se un giornale di sinistra o di tendenza a sinistra scrivesse un articolo di questo tipo, i suoi lettori darebbero fuoco alla sua sede !!!!

spapicchio

In Francia c’è stata un Rivoluzione del 1789, un Richelieu, un Napoleone, anche se Parigi valse bene una messa, eccetera 😉

Gérard

Un fatto è che la laicita è talmente entrata nel DNA dei francesi, almeno della stragranza dei francesi, cattolici compresi, che nessuno ( salvo una parte della popolazione di fede musulmana e gli ultra-conservatori cattolici ) verrebbe a contestarla .
Una cosa importante è che da noi la Chiesa cattolica conta quanto il 2 di picche e che le sue valori non vengono mai prese come referenza .

Beatrice

per spapicchio che scrive “anche se Parigi valse bene una messa”
attenzione che la scuola italiana insegna che forse re Enrico 4. avrebbe detto che Parigi valeva bene una messa, ma leggendo libri francesi la situazione è un po’ diversa, Enrico 4 viene presentato come il re che vuole fermare la guerra civile e concede un editto di tolleranza agli ugonotti, e non per caso re Enrico 4 sarà ucciso da un estremista cattolico che non era molto convinto della sua conversione di facciata, se Enrico 4 si fosse veramene convertito (a parte le apparenze esteriori) non sarebbe stato ucciso da un cattolico
l’alternativa alla finta conversione sarebbe stata attaccare parigi alla testa delle forze protestanti, ma avrebbe voluto dire creare un solco fra cattolici e protestanti che non sarebbe stato facile da rimuovere

spapicchio

@ Beatrice

quindi non solo una messa ma una conversione di facciata; in Italia i testi usano quell’espressione per riassumere, sintetizzando.

tuttavia appare maggiormente la violenza assassina dei cattolici romani che anche in Francia a quanto pare si sentivano legittimati a fare i sicari in nome del papa e della religione cattolica.

Un “atteggiamento” che non pare molto ehm… cristiano, né molto evangelico :mrgreen:

ShadowRider

Come credo abbia già fatto notare qualcuno (ho scorso velocemente i commenti…), la ‘svolta’ clericalista da parte di un movimento comunista non dovrebbe stupire. Il comunismo e religione sono, alla fine, entrambi ideologie e condividono molti meccanismi fondamentali. La mistica del ‘radioso futuro’ (l’aldilà per la religione, le future generazioni per il comunismo) dove le nostre sofferenze attuali saranno ripagate con un’eternità di beatitudine; l’ammirazione per ‘il capo’ (rappresentante terreno del divino per la religione, rappresentante terreno degli ideali rivoluzionari per il comunismo), che ci ‘guida’ con saggezza e benevolenza verso il summenzionato futuro, coadiuvato da una gerarchia di aiutanti; il continuo riferirsi al ‘libro’ (i vari testi sacri per la religione, il pensiero di Marx e Lenin per il comunismo), che però va ‘interpretato’ dal leader e dalla gerarchia per un corretto uso (e che ogni tanto va doverosamente ‘revisionato’, per adattarsi al mutare degli interessi…); l’attaccamento al cerimoniale, e la lista potrebbe andare avanti.
E’ abbastanza ovvio che i seguaci del comunismo saranno persone simili ai seguaci di una religione: ideologizzati, volontariamente incapaci di pensiero indipendente, spaventati da chi invece vuole pensare per conto proprio, desiderosi di reprimere e punire quei comportamenti che le gerarchie indicano come ‘sconvenienti’. Certo, i seguaci di ideologie diverse litigheranno tra loro, allo stesso modo degli ultras di squadre di calcio rivali, ma a un osservatore esterno le differenze appariranno minime (il colore della maglia/bandiera e poco altro…). Che cosa farà mai, quindi, il seguace di un’ideologia, quando il proprio movimento perde forza? Ovviamente, si attaccherà ad un altro movimento, il più simile possibile. Il che è ciò che sta accadendo adesso, in Italia, con i movimenti che si dicevano di sinistra.

Ho detto ‘si dicevano’ di sinistra perchè al discorso qui sopra, di carattere generale, occorrerebbe innestare un capitolo a parte per la società italiana, ma non ho tempo ne’ voglia di farlo ora. Diciamo che per quel che posso capire io i movimenti ‘di sinistra’ italiani, con qualche eccezione, non sono mai stati ne’ realmente laici ne’ realmente anticlericali, anzi tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX contribuirono a reprimere i tentativi di costruzione di uno Stato realmente laico in Italia. Le sezioni del PCI che andavano a messa la domenica portandosi la bandiera del partito e l’appoggio all’articolo 7 della Costituzione non sono anomalie, sono la regola…

Batrakos

Però molti del Pd attuale nemmeno erano vivi, o comunque non erano adulti, per vivere il passaggio che dici tu e per essere figli del periodo dogmatico del comunsimo…

Sul clericalismo comunista non esagererei: nella mia città (Senigallia) la lapide a Simoncelli fu voluta proprio dal sindaco comunista Zavatti, e anche l’andata a messa di massa va bilanciata con la scomunica latae sententiae che ha toccato solo i comunisti come partito organizzato: evidentemente la questione è un poco più complessa.

Per finire: la sinistra italiana ha prodotto tra i maggiori intellettuali (certamente ‘eretici’, ma figli del marxismo, e lo studio di Marx è tuttaltro che la supina acquisizione di dogmi, se lo si conosce bene); dunque evidentemente qualche spazio di riflessione c’era…nè confonderei la realpolitik, che arrivava sino al dialogo con la Chiesa, dei vertici del Pci coi ‘movimenti’, che avevano un portato radicale (non so però quanto realista) molto più radicale.

Mario

l’ammirazione per ‘il capo’ (rappresentante terreno del divino per la religione, rappresentante terreno degli ideali rivoluzionari per il comunismo), che ci ‘guida’ con saggezza e benevolenza verso il summenzionato futuro, coadiuvato da una gerarchia di aiutanti;

Povero trozkij. Oltre il danno pure la beffa.

le nostre sofferenze attuali saranno ripagate con un’eternità di beatitudine.
Via…! Che SOMARIA similitudine 🙂

E’ abbastanza ovvio che i seguaci del comunismo saranno persone simili ai seguaci di una religione: ideologizzati, volontariamente incapaci di pensiero indipendente, spaventati da chi invece vuole pensare per conto proprio, desiderosi di reprimere e punire quei comportamenti che le gerarchie indicano come ’sconvenienti’.
Mi spiace per te che hai avuto a che fare con gente stupida. Poi però li hai presi sul serio :-).

Batrakos

Ecco, proprio le divergenze tra me e Mario -e anche su Trockij, dove ora non entro perchè finirebbe in un OT di proporzioni bibliche- mostrano come la mancanza di dialettica interna sia qualcosa di superato e che comunque toccò molto parzialmente il marxismo occidentale (basta vedere la Scuola di Francoforte, che in URSS sarebbe stata proibita visto l’uso di Freud).
E io in più di vent’anni di militanza nei collettivi ho affrontato tantissime accese discussioni molto più cogenti di un dibattito sul web, senza che mai nessuno sia stato espulso o senza che a nessuno sia stato imposto il silenzio.
Peraltro, il culto della personalità era diffusissimo in quell’era (basti vedere le lettere a Roosevelt, talvolta visto letteralmente quasi come un nuovo Cristo, o l’acritica ammirazione per Gandhi), e anche l’assunto di fondo del capitalismo ottocentesco e prenovecentesco (peraltro oggi di nuovo in voga nel liberismo più duro e puro), che l’aumento di ricchezza privata genererebbe per ricaduta un aumento della ricchezza sociale, mi sembra molto lontano dall’evidenza empirica e dunque piuttosto dogmatico.
Insomma, mi pare che sia stato scambiato l’accidente storico con il nucleo di un concetto.
E proprio Marx dice ‘Il comunismo non è il paradiso in terra’, perchè era già dal socialismo utopico e premarxiano dell’epoca che si tendeva ad idealizzare troppo l’avvenire futuro…

Mario

Intendevo dire esattamente questo. 🙂 Niente da dire su troskij in se per sè, solo che mi pare chiaro che non era stalinista. nemmeno leninista. era lui punto.
Devo dire invece che purtroppo conosco più di qualcuno che è stato espulso. Cioè non gradito. Poi dipende magari dal movimento, ma un paio ne conosco che non erano proprio graditi al PCI (e che non si sono sognati di manifestare i dubbi sul PCI stesso come ho fatto io più sopra 🙂 ).

Batrakos

Mario.
Sono un militante della sinistra cosidetta antagonista e alcune volte detta no global, anche se io rifiuto nettamente il termine: diritto alla casa, collettivo precari per cercare vertenze nel mondo del precariato poco rappresentato dal mondo sindacale, campagna referendaria (che nella regione e nella mia città in particolare è toccata a noi), diritto ai beni comuni e sottrazione degli spazi alla speculazione edilizia (molto forte da noi soprattutto per i preti e anche a loro abbiamo parecchio rotto le scatole -io allora ero infortunato a casa per parecchio tempo e non c’ero fisicamente- come sa Paul Manoni che è mio concittadino) sono le nostre aree maggioritarie.
Non ho mai avuto tessere del Pci (ero troppo piccolo), nè di formazioni uscite dal suo sfaldamento.
In tutta questa discussione, come vedi, mi ponevo solo cercando equidistanza storica, non certo apologia visto che appartengo ad un’area politica che non è mai andata d’accordo coi partiti comunisti. Ci tenevo a precisartelo. 😉

Mario

Accidenti è rimasto ben poco e ben frazionato.
Quello che tu rivendichi ai miei occhi è poco.
Io rivendico la collettività della produzione di massa.
D’altronde “che fare?”
Cercare di tamponare le quotidiane angherie?
Ricostruire da zero il partito? (IL partito che persegua la collettivizzazione della produzione di massa)
La guerra è persa e credo che ne passerà di tempo ancora…

Batrakos

La rivendico anche io, Mario e anche molte compagne e compagni miei!
Semplicemente mancano soldi, motivazioni, strutture per trovare una sintesi unitaria e la formazione di un organismo centralizzato, pecca che io rivendico da sempre palesemente, anche se credo che ciò non dipenda da una dimensione locale (ossia dal mio collettivo) ma da un problema più a monte nel meccanismo, su cui ora non entro perchè davvero degenererebbe troppo OT essendo un discorso molto interno a chi ci sta.
Ma siccome ho parecchia rabbia sociale e non mi piace lamentarmi e basta, e poichè ho sempre trovato ottime compagne ed ottimi compagni in quel mondo io ci sto dentro, contento dei piccoli risultati ottenuti grazie al volontarismo di persone comuni, conscio però che ciò non basta pur sapendo che proprio dalle lotte nel quotidiano di queste persone un giorno forse germoglierà qualcosa. O perlomeno credo che senza di loro certamente non germoglierà nulla.

ShadowRider

@Batrakos & Mario: sarà. Probabilmente ho vissuto i periodi sbagliati, incontrato le persone sbagliate, capito tutto male, quel che volete. Sta di fatto che, da quel che ho visto durante il mio periodo (breve, devo ammettere…) di politica ‘attiva’ in area sinistra, ho riscontrato esattamente quel che dicevo. I ‘comunisti’ (all’epoca andava Bertinotti, non so bene oggi…) erano altrettanto dogmatici e letteralisti dei ciellini, e quando discutevo con l’uno e poi con l’altro per, che so, i corsi di informatica autogestiti dagli studenti, riuscivo a distinguerli solo dalle citazioni (Paolo di Tarso gli uni, Lenin gli altri, ma era l’unica differenza. Perfino la mimica era uguale). Ovviamente i ‘comunisti’ frequentavano assiduamente l’ora di religione, “un amico in più tra i prof quando si fanno gli scrutini fa comodo”, e andavano disciplinatamente a messa la domenica, “Se no la nonna si dispiace”. Ma se mi dite che così non era, allora così non era. Probabilmente ho avuto sfiga io…

Si discuteva, dentro i movimenti di sinistra? Discussioni accesissime? Certamente. D’altra parte anche gli integralisti discutono tra loro, messa in latino contro messa in italiano e via dicendo. A me non sembra molto diverso. Ma se mi dite che così non è, allora così non è…

I ‘comunisti’ secondo voi non reprimevano? Sarà. Io mi sono perso l’epoca delle okkupazioni, ma da quel che mi han raccontato dove i ‘collettivi’ erano abbastanza forti le minoranze (che fossero ‘fascisti’ o semplici ‘aspiranti borghesi’) venivan sbattute fuori. E non in senso figurato. Ma se mi dite che così non era, allora così non era. Probabilmente mi han raccontato balle…

Tra l’altro, leggendo quel che ho scritto prima, mi accorgo di aver dimenticato tra le analogie il riflesso difensivo istantaneo, stile anticorpo, verso qualunque cosa venga percepita come ‘attacco’…

[NOTA: lo so che ho semplificato e che il discorso sarebbe molto più complicato di così. Mi pareva sottinteso che, se anche fossi capace, in 20 righe di post scritto nei momenti morti in ufficio è difficile fare un trattato storico…

RobertoV

Però eistevano diversi “comunismi”. Quello di Democrazia Proletaria, del PdUP, di lotta continua, degli Eurocomunisti del PCI di fine anni ’70 e degli anni ’80 dove i marxisti erano diventati minoranza. Gli Eurocomunisti non avevano più in mano, per fortuna, il libro di Marx, Lenin o Mao e dialogavano attivamente al loro interno. E già negli anni ’60 qualche cambiamento era iniziato. Certo questa religiosità del libro e intolleranza verso idee non conformi una parte l’aveva e credo sia sopravissuta nei partiti comunisti attuali visto che sono riusciti pur in pochi a dividersi in più partiti.

ShadowRider

RobertoV: Sì, è vero che esistevano diversi ‘comunismi’…solo che, da quel che riesco a capire io, alla fine almeno in Italia (anche qua, bisognerebbe dilungarsi) quelli che non sono rimasti ideologizzati da Marx, sono passati ad essere ideologizzati da Paolo di Tarso, ammesso che non lo fossero fin dal principio. Giusta la tua osservazione sulle divisioni…alla fine, Trotsky era scismatico o eretico? 😉

Mario

Sapessi quanti ne ho visti che dicevano:
“Ma si diventa così a essere comunisti?”
Chiaro che poi non c’è più nulla da fare.
Maledizione alle zavorre.

francesco s.

Io dubito che un marxista possa essere dogmatico, il materialismo è incompatibile con qualsiasi dogmatismo, questo non vuol dire che non ci sono stati comunisti dogmatici, anzi ce ne son stati fin troppi.

Mario

Pensa che ancora oggi secondo alcuni dovrebbero essere i soviet a decidere cosa e come produrre. Dimmi tu se non è dogmatismo questo.

Batrakos

Shadow Rider.

Il livello quasi caricaturale con cui riporti le cose -fiumi di citazioni e disuisizioni dogmaticje- mi fanno pensare che tu abbia avuto brevi e limitate, come dici tu, ma anche tra le peggiori esperienze: mai visto nulla di simile. Tra l’altro stai parlando di compagni di scuola e non della tua diretta esperienza interna in un collettivo politico (i collettivi scolastici sono cosa diversa da un gruppo organizzato sul territorio).
Il riflesso di attacco si dà in qualsiasi comunità quando: qualche troll scrive qua contro gli atei gli rispondono in dieci insieme, facci caso.
Qualsiasi partito politico espelle chi è incompatibile con esso, e ci mancherebbe che un collettivo orientato a sinistra non espelkla i fascisti, oppure semplicemente c’è stato uno scontro tra due anime di un collettivo precdentemente neutro? Sinceramente il livello del racconto è talmente vago che diventa anche difficile capire che succede.
Che anche gli integralisti litighino è vero, ma dunque questa non è una prova della vicinanza tra comunisti moderni e integralisti…

Non so, il tuo quadro mi sembra molto ideologico: brevissima, circoscritta e scolastica esperienza da cui hai tratto dati assoluti con un metodo ben poco ‘razionalista’…

spapicchio

Sì però dire “una religione” dà un senso di genericità tale dal risultare inadeguato, perché in Italia oggi c’è un regime romano cattolico che controlla la stampa di regime, allineata coperta ad ossequiare rispettosamente la CCAR – Stato del Vaticano,

Se quella religione a cui si ispirerebbe un comunismo italiano fosse quella Tibetana, o Buddista o chessò Cristiana Evangelica o Protestante, o Induista eccetera, la cosa sarebbe diversa perché non corrisponderebbe alla confessione cattolica romana di regime attualmente in Italia.

Invece quella religione a cui si riferisce l’Unità con falso nuovismo è quella della CCAR – Stato del Vaticano, non una generica ed altra religione.

RobertoV

In effetti quando si parla di religioni in Italia si intende solo la religione cattolica perchè non c’è spazio per le altre. Stessa cosa quando si parla di cristianesimo come se fosse un corpo unico e la chiesa cattolica ne fosse l’unica rappresentante.
E’ assurdo come fa l’articolista pretendere di presentare come nuovo e utile un sistema che sperimentiamo da secoli e sappiamo non essere assolutamente progressista, essere intollerante e quale sia la sua visione del sociale: la cultura dell’elemosina, del buon suddito di un re che sta al suo posto e non crea problemi. La cultura dei minimi bisogni e del minimo per vivere (Weber, solo per la massa ovviamente): non per nulla il papa proponeva un ritorno all’agricoltura, cioè una perdita di benessere e di varietà di opportunità e un mondo più facilmente controllabile, meno dinamico, ovviamente sotto il suo controllo.

Un appunto: quando parla di chiesa protestante dovrebbe anche specificare a quali confessioni si riferisce perchè sono oltre 20 mila confessioni e molto differenti tra loro, certe progressiste tipo i valdesi e anche i luterani europei, altre fondamentaliste e conservatrici tipo alcune confessioni americane. Per l’italiano medio il termine evangelico (corretto in tedesco) richiama automaticamente delle sette protestanti americane. E’ sbagliato considerare i protestanti come un corpo unico (e anche all’interno di una confessione come i luterani vi sono parecchie differenze): loro stessi si riconoscono come fratelli nelle differenze, ma non con tutti.

spapicchio

Che Pol Pot fosse cattolico comunista (o cattolicizzato) con famiglia cattolica, del resto lo avevo anche fatto notare su altre Ultimissime.

mistergrey

Mo’ guarda un po’, tra tanti esempi disponibili , il nostro “sinascecriminaliallafacciadituttiisociologismimarxisti”, nonchè ultrà atlantico, ti va a citare il comportamento di Dario Fo, un attore che a suo tempo venne cacciato dalla RAI per avere tentato di fare un po’ di satira sociale.

Se la maggioranza dell’Uaar è composta da reazionari siffatti andiamo di molto bene 🙂

Raffaele Carcano

Estrapolare da un commento a un’Ultimissima la linea politica della maggioranza dei soci Uaar è un pochino arbitrario, non trovi? Anche perché, ragionando allo stesso modo, sarebbe da annoverare nella compagine sociale anche il diacono alecattolico.
Ribadisco ancora una volta che l’Uaar è un’associazione apartitica, e che i suoi scopi sociali possono essere condivisi da cittadini di destra, centro, sinistra, sopra, sotto, nonché da qualunque astensionista cronico :-).

stefano marullo

Altrimenti avrei suggerito di chiamarci… “Democrazia Atea” (un nome a caso, naturalmente)

Sole

“Non ci serve a niente la vecchia propaganda ateistica. Lo stesso problema della coscienza religiosa, del suo contenuto, delle sue radici tra le masse, e del modo di superarla, deve essere posto in modo diverso che nel passato, se vogliamo avere accesso alle masse cattoliche ed essere compresi da loro”

Palmiro Togliatti, dal promemoria di Yalta , agosto 1964

“Il nostro Stato è sorto come conseguenza del pieno ingresso nella vita politica nazionale della masse proletarie, contadine e popolari di orientamento comunista, socialista e cattolico. […] All’interno delle strutture scolastiche, assistenziali e sanitarie cui i poteri pubblici danno vita debbono poter entrare e operare, a titolo pieno, con il loro patrimonio ideale e culturale, le diverse energie di tutti coloro che vogliano e siano capaci di soddisfare le esigenze delle famiglie e dei cittadini. E qui si apre un largo spazio alla partecipazione degli appartenenti agli ordini e alle istituzioni religiose, alla iniziativa degli enti e delle autorità ecclesiastiche, sol che si sforzino di comprendere la democrazia con le sue regole, e di appropriarsene, di contribuire a svilupparla non unicamente intendendola come moltiplicazione di corpi separati e incomunicanti, bensì come crescita di realtà sempre più ricche di una loro multiforme, pluralistica vita interna.”

Enrico Berlinguer, 14 ottobre 1977

“Nel mondo cattolico si sviluppano, però, e si esprimono sensitività e iniziative (si pensi al movimento, unico nel suo genere, delle Pastorali del Lavoro o i gruppi che operano per la pace) che si manifestano come popolo autonomo rispetto alla vecchia area democristiana; ebbene, a tutte queste forze della cultura, della scienza, del lavoro, del mondo giovanile, a quelle più vive e aperte della realtà cattolica, i comunisti indicano una prospettiva di pace, in Europa e nel mondo, di risanamento e di trasformazione del nostro Paese, di rinnovamento della politica e dell’organizzazione della società, in una salda garanzia di democrazia e di libertà.”

Enrico Berlinguer, 11 giugno 1984, poco prima di morire.

Batrakos

Sul primo punto concordo con Togliatti: un partito politico non è un’associazione di atei razionalisti, e un uomo politico deve inglobare anche i credenti se vuol diventare vincente; ma questo non avrebbe dovuto portare a tanta acquiescenza (e qNon per nulla l’UAAR ha sempre scelto di non essere una forza politica.
E nello stesso senso leggo le parole di Berlinguer.

Batrakos

Mi è partito l’invio.
Dico che un conto è il discorso di Togliatti e un altro arrivare sino all’acquiescenza di quell’articolo.
Allo stesso modo hanno senso le parole di Berlinguer.
Se si pretende che un partito di massa che doveva cercare di essere maggioritario avesse dovuto ragionare come l’UAAR forse non si ha ben chiaro quello che è la politica e le diverse situazioni storiche…
Scommetto che volendo si troverebbero frasi anticlericali del mondo comunista, come frasi concilianti erso la chiesa tra i campioni della liberaldemocrazia…
Insomma, la citazione si sceglie in base a cosa si vuol dire dell’avversario, e dunque tre citazioni non fanno assolutamente un discorso storico.

Batrakos

Mario.
Non ho capito se dici che non hai capito quel che ho scritto io, che in effetti è stato un po’ caotico.
Io dico che Togliatti ha fatto un grosso errore di iper realismo con l’articolo costituzionale sui privilegi della Chiesa, ma in tutto quello che è scritto lì non vedo nulla di male.
Anche le citazioni di Berlinguer non dicono che bisogna essere proni alle gerarchie ma cercare di portare i credenti, e quelli più democratici tra loro che non si possono identificare tout court con l’area democristiana, ad una convergenza politica su questioni sociali, e, appunto, ciò non va fatto dall’UAAR ma da un partito che dovrebbe rappresentare i lavoratori e le masse l’esclusione a priori del mondo cattolico mi sembra sia incoerente che strategicamente perdente.
Che poi anche Berlinguer sia stato un po’ troppo ondivago è vero, ma non vedo nulla di così grave in quelle frasi, se si vuole essere un partito di massa.
Con tutto quel che ho già detto a proposito del metodo di ricorrere a citazioni e basta…

Sole

“Scommetto che volendo si troverebbero frasi anticlericali del mondo comunista, come frasi concilianti erso la chiesa tra i campioni della liberaldemocrazia…”
Perché invece di scommettere non le citi e le argomenti storicizzandole?

Dalle citazioni si evince che non si ravvisa alcuna soluzione di continuità tra un editoriale, bollato come clericale, di apertura verso il “mondo cristiano” e la linea di apertura verso il “mondo cattolico” storicamente sostenuta dal Partito Comunista Italiano (che gioverà ricordare non è sinonimo di un pedissequo marxismo).

Ricordo che l’anticlericalismo è proprio dei poteri borghesi, liberisti e massonici.

Quando si mira a governare, si cerca il dialogo e l’apertura con le persone.

Chi vuole approfondire, può andare a leggere gli scritti di Gramsci, Togliatti o Berlinguer.

gmd85

Quando si mira a governare, si cerca il dialogo e l’apertura con le persone.

L’apertura dev’essere bilaterale.

Ricordo che l’anticlericalismo è proprio dei poteri borghesi, liberisti e massonici.

Beh, ciò rende l’anticlericalismo negativo? Perché?

Mario

Suvvia che dopo la rivoluzione francese ben si son messi d’accordo…

Batrakos

Gmd85.

Non lo rende negativo: fatto sta che l’anticlericalismo frontale (a parte la rivoluzione francese in cui il clero era parte dell’Ancien Regime e che esplose sopratttutto per le condizioni miserabili delle masse, che mai si sarebbero mosse per puro spirito anticlericale) è sempre stato tipico delle elites nell’epoca ottocentesca, e poi, nella società di massa, dei partiti di nicchia… se si vuole essere un partito di massa vanno contestati i privilegi economici e sociali del clero, non si può basarsi sull’anticlericalismo ideologico e sistematico o addirittura sull’antireligione (che invece trova il suo senso iun un movimento di opinione, quale è l’UAAR)…altrimenti le masse rischiano di andare da un’altra parte e chi vuole migliorare la realtà rischia di rimanere solo…duro e puro, ma solo… e in politica il solipsisimo porta poco lontano.
Certo, dagli anni ’70 in poi, visto il livello della contestazione, si sarebbe potuto alzare il livello di scontro col potere clericale, e questo è un errore che oggi si vede facilmente anche se, come dico sempre, col senno di poi è molto facile avere ragione, ma negli anni ’50 e nei primi ’60 dubito molto che una ciritica in stile Dawkins sarebbe stata accessibile e soprattutto aggregante.

gmd85

@Batrakos

Concordo sul discorso dei partiti di quadro e i partiti di massa (che poi, a mio avviso, un partito resta di massa per poco), ma, secondo me, Sole ha argomentato in chiave negativa, almeno nel secondo commento. Andiamo con ordine.

Berlinguer: come già ho cercato di far capire a florenskij (sempre ammesso che legga tutti i commenti) Berlinguer è stato promotore del compromesso storico. Non prenderei la sua apertura al mondo cattolico come frutto di riflessione personale ma come una chiara strategia politica. Strategia che poi è stata bloccato proprio dalla DC, pensa un po’.

Anticlericalismo: forse, una volta poteva essere un atteggiamento di nicchia, Ora no. E poi, direi che è piuttosto ovvio che esso sia correlato al LIBERALISMO (il liberismo è la corrente eonomica).

Batrakos

Guarda Sole, sono assolutamente d’accordo e ho capito male: mi scuso con te.
Sulle citazioni, non ho voglia di cercarle: basti pensare, rispondendo così al volo, a Benedetto Croce e a quel che diceva del cristianesimo e della sua importanza sociale,.
Sulle frasi anticlericali: basta sfogliare Marx per trovarne.
Non approfondisco perchè, appunto, si tratta di fasi e momenti diversi dell’esperienza storica comunista e del liberalismo che vanno messe nella cornice dell’epoca, mentre mi pareva che tu facessi l’esatto opposto, per cui mi scuso e concordo col senso del tuo intervento, senza dover mettermi a spulciare i libri, che preferisco sempre a google e scorciatoie simili, che mi farebbero trovare citazioni molto velocemente, ma senza il filo storico a cui giustamente ti richiami tu.
Sorry!

Mario

E secondo voi è possibile che i creduloni permettano l’acquisizione delle proprietà della loro chiesa da parte della comunità. Betai voi.
Possibile però che quando la rivoluzione della produzione di massa avverrà loro saranno magari ridotti ad un movimento di psicologi senza più alcuna pretesa teologica. Ma non credo che disperderanno i capitali comunque per quell’epoca.

Batrakos

Mario e Gmd85: rispondo a tutti due insieme perchè credo di riassumere le due critiche in un singolo intervento.

Anche le masse francesi e ancor di più quelle russe erano profondamente religiose, ma quando il privilegio diviene inaccettabile e le condizioni sono povere, il rispetto per l’autorità religiosa viene meno (questo riguarda Mario in particolare).
Ma, appunto, questo del venire incontro alle masse è un discorso che oggi non tiene più (come avevo detto), visto che le condizioni culturali e sociali profondamente diverse.
Che poi anche allora spesso in passato andare incontro alle masse cattoliche sia diventato più volte andare incontro alle gerarchie (dunque contraddicendo l’assunto base gramsciano del nazionalpopolarismo) è vero ed è uno degli errori dei comunisti italiani.

Verissima la distinzione tra liberalismo e liberismo: ma certamente il liberalismo classico era movimento di elite; oggi è certamente possibile un certo liberalismo senza il liberismo (e viceversa), ma non mi pare di avere negato mai questo e proprio per questo dico che è un’altra epoca storica.
Semmai sopra ho detto che l’idea che il mercato fosse garanzia di diffusione sociale della ricchezza è un topos del liberalismo classico che oggi sopravvive nel liberismo duro e puro, per cui mi pare di aver mantenuto la giusta distinzione.

Mario

E che dopo che ti apri ai cattolici, chi glielo dice che statalizzi le loro proprietà?
Avrebbero pure ragione a darti del cornuto voltagabbana. 🙂

gmd85

@Batrakos

Il mio sottolineare la differenza fra liberismo e liberalismo era diretto a Sole. Credo, comunque, che in un certo senso vediamo la realtà nello stesso modo, pur esprimendoci diversamente e se è trasparso un po’ di acidume nel mio commento (me ne accorgo rileggendolo) mi scuso.

Batrakos

Gmd,
non hai assolutamente nulla di cui scusarti: sei stato molto educato nei miei riguardi mentre esponevi le tue idee, e in una discussione questo è quello che conta.

Mario,
le proprietà della Chiesa mica sono proprietà delle masse cattoliche! Teoricamente un cattolico può non volere una Chiesa ricca: ora sono pochissimi (Noi Siamo Chiesa e pochi altri) e ormai hanno un puro ruolo di rappsentanza che forse alla fin fine gioca solo di vantaggio all’immagine della CCAR, ma un tempo erano tanti, e su quello si provava a lavorare.

simon

Dalla Concita al Sardo l’é dura; è come se i razionalisti del blog (che, scrive l’amato Segretario possono essere di sinistra, di destra, di centro, di sotto, di sopra, apartitici, apolitici, comunisti, democristiani, fascisti, leghisti, lepenisti, melanchonisti, hollandisti, bling bling kai talla) invitassero a devolvere lo 0.8% globale dell’IRPEF alla Chiesa o addirittura a versare una offerta deducibile per il sostentamento del clero o il proprio 0.5% (e se io pago 10 milioni di euro di IRPEF il mio 0.5% vale da solo 50000 Euro mentre per lo 0.8% i miei dieci milioni di IRPEF valgono solo quanto i 100 Euro di IRPEF del vicino) al sacro convento di Assisi. Ma le vie del Signore sono infinite e chi vivrà vedrà.e

Mario

La sinistra “deve essere capace di raccogliere da tutte le fonti”.
Ipse dixit.

stefano

io, politicamente non schierato ma vicino a posizioni anarchiche, ricordo una frase di un vero Comunista morto di tubercolosi in galera ai tempi del fascismo, si chiamava Antonio Gramsci;

“dato che sono in pericolo di vita causa l’aggravarsi delle mie condizioni, sono vegliato giorno e notte da alcuni compagni reclusi nella mia cella, affinchè se dovessi morire in modo improvviso nessun prete possa raccogliere la confessione di un moribondo come me, estorcendola come un vile, cosa che i preti sono soliti fare da secoli…la minaccia più grande per il mondo odierno e quello che verrà è il Vaticano; con l’antimodernismo e l’appoggio incondizionato ai regimi che stanno mettendo in ginocchio il mondo intero, costituisce una minaccia antropologica, che se non neutralizzata costituirà un costante pericolo anche negli anni a venire…” lettere dal carcere- 1938.

questo era un vero comunista, che ha sacrifiçato la vita per un ideale combattendo contro il nazifascimo clericale anche dal carcere al cui confronto i quadri dirigenti del pd attuale sono solo un’oscena caricatura di un partito, ne comunista ne clericale, sempre con un piede a destra l’altro chissà dove, annaspando per non perdere i voti dell’ala conservatrice…mi fanno una compassione immensa.

Giorgio Pozzo

A me sembra che queste parole, più che dimostrare il vero ideale-ideologia comunista di Gramsci, ne dimostrino il sincero anticlericalismo.

E un anticlericalismo di tale fattura lo possiamo trovare in qualunque persona di qualunque fede politica. Anticlericalismo non è affatto sinonimo di comunismo.

stefano

lo era molto di più di un certo Togliatti scappato in Urss e poi tornato a liberazione ultimata, ne conviene? che invece di punire i colpevoli collaborazionisti ne promosse il perdono per “la pubblica riconcilazione e unità nazionale” che ci sono costati 70 anni di pseudo-democrazia conditi da stragi di stato tutt’ora senza mandanti.

Mario

No dimostrano che ha capito che i privilegi della rivoluzione francese sono destinati a scomparire.
No ne è semplicemente un sottoinsieme. Come l’antisoldatismo, l’antiborghesismo e l’antiquartopoterismo. 🙂

civis romanus sum

Una sola parola per definire tutta la questione ,,, RIVOLTANTE.

Rivoltante il tentativo di rifondare un neo-Partito Democristiano coi voti di un elettorato di sinistra.
Come rivoltante tutta la politica del vecchio PCI da tre decenni a questa parte.
Come è rivoltante il sermone del direttore giornale di questo partito.
Come è rivoltante l’intento di far passare tutto questo agli occhi dei vecchi elettori del PCI come un attività di politica progressista.

mistergrey

“Estrapolare da un commento a un’Ultimissima la linea politica della maggioranza dei soci Uaar è un pochino arbitrario, non trovi? Anche perché, ragionando allo stesso modo, sarebbe da annoverare nella compagine sociale anche il diacono alecattolico.
Ribadisco ancora una volta che l’Uaar è un’associazione apartitica, e che i suoi scopi sociali possono essere condivisi da cittadini di destra, centro, sinistra, sopra, sotto, nonché da qualunque astensionista cronico ”

Non conosco la linea politica dell’Uaar, ammesso che ne esista una (e non ho voglioa di prendermi la briga di scoprirlo).

Pure io sono “apartitico”, che è cosa ben diversa dall’essere “apolitico”.

Comunque la mia era un’ipotesi (ho scritto “se”).

Seguendo le “ultimissime” ho avuto l’impressione che, a parte i cosiddetti “troll” cattolici che vengono “in partibus infidelium”per provocare, in questo spazio scrivano molte(forse la maggioranza?) persone di orientamento genuinamente reazionario.Non è detto che siano tutte iscritte alla tua organizzazione, anzi spero proprio di no.

Per me un ultrà del liberismo che si prosterna davanti al vitello d’oro non è migliore di un cattolico/luterano che fa salamelecchi davanti ad un altare.

L’ antisinistrismo di molti ospiti di questa bacheca elettronica, per lo più condito da stereotipi presi dai rotocalchi rusconiani e berlusconiani, è stucchevole quanto mediocre.
Il loro forcaiolismo da borghesi piccoli piccoli fa pensare alla famigerata maggioranza silenziosa.

Non bisogna essere dei politogi per sapere che le chiese cristiane sono incluse nel blocco conservatore che tiene in mano il pianeta.

Nella “destra democratica” dell’occidente non c’è nessuna organizzazione politica importante, cioè governativa, che non abbia rapporti cordiali con le chiese cristiane
ed è logico che sia così. Non parliamo poi della destra francamente fascista.

In Italia la situazione è particolarmente squallida; siamo pur sempre la nazione che ospita il vaticano e inoltre scontiamo decenni di opportunismo togliattiano.

I tempi in cui la borghesia europea, per affermarsi completamente, doveva liquidare il potere temporale dei papi sono lontani; adesso viviamo negli anni ruggenti della “sussidiarietà”, uno dei must della nostra epoca.

Gli apostoli del darwinismo sociale, che sparano bordate contro i cosiddetti “comunisti” e che non sanno distinguere tra religione e dottrina politica, sono pertanto alleati oggettivi di gonnelloni e zucchetti.

A mio avviso, si tratta di problemi che non possono essere elusi quando si parla di laicità e quindi degli “scopi sociali ” dell’Uaar.

Raffaele Carcano

Altri potrebbero risponderti che anche i cosiddetti “comunisti” non sanno distinguere tra religione e dottrina politica e sono pertanto alleati oggettivi di preti e imam. Scopo dell’Uaar è far sì che destra, centro e sinistra veicolino buone pratiche di laicità, mentre la classifica dei migliori partiti la lasciamo volentieri alla riflessione individuale di ognuno. Anteporre la propria visione politica alle istanze di laicità è invece proprio ciò che fece Togliatti, e che stanno facendo quasi tutti i partiti odierni, con i risultati che vediamo: se l’Uaar esiste, è proprio perché tutti gli schieramenti si caratterizzano più per clericalismo che per laicità.

Mario

Buone pratiche di laicità?
E io che pensavo difondesse un metodo teorico.

Batrakos

Carcano.

—–Altri potrebbero risponderti che anche i cosiddetti “comunisti” non sanno distinguere tra religione e dottrina politica e sono pertanto alleati oggettivi di preti e imam—-

Sarà…non so gli imam, ma i preti non sono mai stati tanto limitati nei loro poteri (e spesso purtroppo anche nei loro diritti umani) come sotto i comunismi nè i preti hanno mai combattuto un’ideologia come hanno fatto col comunismo (il liberalismo fu sdoganato prima perchè faceva loro meno paura), per cui chi direbbe che c’è un’oggettiva alleanza si sbaglia di grosso visto che gli alleati non si picchiano altrimenti non sono alleati.
Credo che si volesse dire ‘nemici della laicità’ in quanto ‘ideologici’, ma a me sembra che questo topos dell’eguaglianza ideologia e religione sia stato ampiamente smontato.
L’ideologia è un sistema concettuale di organizzazione sociale, la religione la credenza in un Dio e la sua venerazione spesso collegata alla vita dopo la morte la qual religioni è spesso ideologia perchè è anche modello di organizzazione sociale (islam in particolare oggi). Del culto della personalità si è già discusso sopra, così come del dogma, perchè contario ai fatti, per cui l’aumento della ricchezza privata genererebbe per ricasco un aumento della ricchezza sociale…mentre al comunismo viene rimproverato un elemento accidentale -i culti delle personalità, che peraltro avvengono in quasi tutte le epopee rivoluzionarie- rispetto alla sua concezione, che è la socializzazione dei mezzi di produzione, non si rimprovera mai al liberismo la fede nella ‘mano invisibile’ del mercato che è invece sostanza del suo assunto, e se il liberismo col tempo si è mitigato con la socialdemocrazia negli ultimi anni mi pare tornare -a causa dell’accessorietà dei diritti rispetto al profitto che regge anche la socialdemocrazia e dunque per una debolezza intrinseca della socialdemocrazia cosa di cui ora sarebbe lungo parlare dettagliatamente- la sua fede cieca nel mercato, che i sostenitori dell’equazione ideologia=religione non notano mai mentre lo notano nel comunismo nonostante quanto sopra; il che mi fa pensare che siano anch’essi, magari inconsciamente, devoti della ‘mano invisibile’ nel momento in cui non notano il problema.
Se poi vogliamo dire che un sistema autoritario non può essere per sua essenza laico ci sarebbe molto da discutere (io non sono d’accordo perchè se non può esistere democrazia vera senza laicismo, il laicismo può sussistere anche senza forma democratica, almeno stando alla logica), ma dire che i comunisti non sanno distinguere tra ideologia e religione e quindi sono alleati oggettivi di preti ed imam mi pare davvero una posizione un po’ difficile da sostenere con serietà.
Che dal ‘900 in poi i governi liberaldemocratici (oltre al fascismo di franco, Mussolini, e dei vari Pinochet e Videla) siano stati tendenzialmente più amici delle religioni rispetto ai Paesi comunisti mi pare un dato di fatto.
L’eccezione in quanto liberali e anticlericali sono i Radicali, ma se si guarda il mondo e la Storia i radicali non sono non sono mai stati messi allla prova di governare, ma numericamente sono ben poca cosa, e sta a loro riflettere su come mai non siano mai cresciuti, non a me che radicale non sono…

Batrakos

Ovviamente qua parlo dei Paesi di ambito cattolico rispetto all’anticlericalismo liberale, che ad esempio nei Paesi protestanti (dove però quasi tutte le forze sono più laiche di noi) e con l’eccezione cattolica della Francia, anche se l’islam sta cambiano un po’ il laicismo post rivoluzione francese perchè poi alla fine le situazioni le determinano più i rapporti di forza delle leggi, esiste; ma giacchè l’Uaar si occupa in particolare dell’Italia, dove esiste l’anomalia vaticana, si dovrebbe vedere anche quelli che sono stati i rapporti tra comunisti e clericalismo, e appunto la Chiesa ha avto sempre molta più paura del comunismo che del liberalismo sin da dopo Pio IX.
Non credo sia nemmeno un caso se le iniziative di leggi laiche volute dall’UAAR siano oggi volute dalla gran parte delle forze alla sinistra del PD o che giornali di sinistra diano spazio all’Uaar, vedi Left, mentre difficilmente organi liberisti come Il Giornale o Libero lo fanno se non per far polemiche contro.
Per cui i fatti non mi paiono mostrare questa santa alleanza di un’eventuale critica che sembra proprio non avere molta forza argomentativa.

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