Cittadini di un mondo laico

Raffaele Carcano*

Raffaele Carcano

Dio, Italia e famiglia. Restano questi i valori più importanti. Tale tonitruante titolo troneggia oggi sul sito di Repubblica, a sintetizzare un’indagine realizzata dal Censis nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Sarebbe stato meglio scrivere “Dio, patria e famiglia”: un evergreen dei tradizionalisti, italiani e non.

Del resto, diverse inchieste sociologiche hanno evidenziato che, nel Belpaese, la maggioranza dei fedeli giustifica l’adesione alla Chiesa cattolica con il rispetto della tradizione. Come il pranzo da mammà la domenica. Quanto alla patria, andrebbe ricordato come sia anch’essa ben poco tradizionale, rispetto al più che millenario Stato pontificio. Un secolo e mezzo dopo l’Unità, il monito dazegliano rimane ancora valido, e gli italiani rimangono ancora “da fare”.

Anche perché continuano a rivendicare certi valori. A costo di sembrare etnofobo, vorrei ricordare che non è esattamente questo il miglior momento per rivendicare appartenenze patrie. Siamo un paese avviato verso un lento declino, se non invertiamo la rotta, e più che alla patria dovremmo pensare a introdurre anche in Italia le buone pratiche di tanti altri paesi più civilizzati del nostro.

Paesi che, peraltro, sono assai meno legati alla religione. E alla famiglia. Continua purtroppo a essere tristemente vero che la famiglia ne uccide più della mafia, con buona pace dei tanti aficionados del Family Day: che dovrebbero più spesso ricordarsi di quanto (Banfield docet) il nostro familismo amorale costituisca Le basi morali di una società arretrata. La mentalità del delitto d’onore è ancora diffusissima.

Nessun paese è mai uscito da una crisi adottando il motto “Dio, patria e famiglia”. Sarrebbe invece utile rovesciarlo. Anziché lanciare nuove crociate identitarie occorrerebbe adottare un atteggiamento laico, rispettoso delle opinioni di tutti. Anziché pensare alla patria bisognerebbe aprirsi al mondo, assumere uno sguardo cosmopolita, e cominciare a capire perché altri riescono a cavarsela meglio di noi. E infine, anziché rinchiudersi nella ridotta familiare, bisognerebbe mettere al centro della nostra azione l’individuo, il cittadino, con le sue personalissime opinioni e le sue legittime aspirazioni.

Un obbiettivo non così lontano, a leggere gli stessi dati Censis. Gli italiani sono di anno in anno un poco più lontani dalla religione, mentre nascono nuovi ‘format’ di famiglie. Il legame all’antico regime “Dio, patria e famiglia” è lontano dall’essere reciso. Ma sembra sempre di più un rituale tributo a un passato remoto. Prima o poi forse ce la faremo, a capovolgerci nel suo esatto contrario, e a riuscire a diventare cittadini di un mondo laico.

* Studioso della religione e dell’incredulità, curatore di Le voci della laicità, coautore di Uscire dal gregge, autore di Liberi di non credere, segretario UAAR.

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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99 commenti

bruno gualerzi

Purtroppo proprio in quanto si tratta di cosiddetti ‘valori’, ‘Dio Patria, Famiglia’ sono in realtà entità metafisiche che ‘godono’ quindi di una sorta di extraterritorialità (in senso anche letterale) la quale si colloca sempre oltre ciò che ‘dio, patria e famiglia’ sono effettivamente, concretamente. In altre parole vengono idealizzati – o sacralizzati che è lo stesso – e prima che possano essere considerati per ciò che sono… cioè l’opposto di ciò che si pretende fossero come la cronaca, che giustamente richiami, testimonia… occorre una sorta di rivoluzione culturale che particolarmente in Italia deve superare troppi ostacoli.
Lasciamo perdere la Patria, per cui la Tradizione porta a individuarla – come reazione miope alla plurietnicità – nelle tante ‘piccole patrie’ pre-risorgimentali con portavoce la Lega… per quanto riguarda invece Dio e Famiglia la Tradizione rimanda ad un’eredità ancora – tramite la presenza vaticana – fortemente operante: la Controriforma.

Florenskij

@ Raffaele Carcano. Esiste la pastasciutta alla carbonara
( patriottica ); così pure si dà un altro prodotto tipico: la storia alla manichea, con “buoni” e “cattivi” ben identificati, bianco e nero come per gli scacchi. Purtroppo per chi ama il pensiero corretto non è possibile, perchè il fiume dellas storia si suddivide in rami e diramazioni complicatissime, dominate dall'”eterogenesi dei fini”, in soldoni il fenomeno per cui “si vuole una cosa e si ottiene l’opposto”.

Senza assumere toni alla Pellicciari, a me personalmente piuttosto sgraditi, cominciamo ad analizzare il perchè e il percome della breccia di Porta Pia ( nome significativo ) 20 settembre 1870.
Perchè il nuovo stato nazionale italiano non si accontentava di Firenze capitale e voleva assolutamente Roma? Evidentemente per porsi come continuatrice della gloria dell’ex “caput mundi”. Senonchè questa gloria, associata al fatto benefico che fu la “Pax Romana”, venne conquistata a prezzo di stragi e distruzioni ( basta ricordare Cartagine e Corinto ) di fronte alle quali le supercitate stragi e distruzioni operate dagli Ebrei stanno quantitativamente come il topolino sta all’elefante; inoltre di fenomeni di oppressione economica, come quella che portò alla rivolta generale in Oriente che venne cavalcata da Mitridate. Un altro capitolo non luminoso è quello dello schiavismo in quantità industriale, con fenomeni come le grandi rivolte di schiavi, con repressioni feroci, e lo svago “domenicale” dei Romani: oltre al pranzo di rito da mammà, lo spettacolo dei gladiatori, durato per centinaia di anni. Questo va tenuto presente pensando a quanto fosse intenso il desiderio dei patrioti risorgimentali di corazzarsi la testa con l'”elmo di Scipio”.

Mazzini coltivava il sogno di un’Europa di popoli affratellati ( e nel frattempo i suoi non disdegnavano mezzi violenti, come nell’abortita rivolta milanese del 6 febbraio 1853, che si risolse nell’accoltellamento di alcuni disgraziati soldati austriaci in libera uscita ). Però l’intenzione più o meno incoscientemente coltivata da parecchi patrioti era di fare dell’Italia una grande potenza, secondo l’ideale di Machiavelli ( vedasi l’emblematico caso Crispi ). Di fatto l’Italia ( superata la difficoltà del brigantaggio meridionale con stragi ragguardevoli ) divenne la più piccola delle grandi potenze e la più grande delle piccole potenze, tanto che la sua storia divenne una specie di inseguimento di un ruolo che non era in grado di svolgere per intero. Colonialismo inglese e francese? Ed ecco la necessità psicologica di un colonialismo italiano, magari alquanto in braghe di tela, con la pasticcionesca disfatta di Adua e l’impresa di Libia ( “Tripoli bel suol d’AMORE ) con impiccagioni e campi di concentramento per tenere a freno i Libici. Il fatto più grosso è però quello delle due guerre mondiali, nel genere “Vengo anch’io? No tu no”. ). L’Italia doveva dimostrare di essere una grande potenza, dunque non poteva fare a meno di partecipare allo scannatoio generale, sia pure con ritardo per pensamenti e ripensamenti ( “maggio radioso”1915: nove mesi di ritardo; 10 giugno 1940: dieci mesi ). E’ il caso di ricordare, come dato di fatto di cui non è indispensabile vantarsi, che l’Italia della Controriforma fu tutto sommato un’Italia in pace per quasi tre secoli.

Nuovi format di famiglia, “ne uccide la famiglia più che la mafia”. Ricordo che oltre al “familismo amorale” c’è anche i familismo morale ( come nei filmetti di Aldo Fabrizi ); quello per cui l’individuo sente di avere un solido appoggio affettivo, economico e di servizi, oltrechè identitario, in mezzo alle quasi inevitabili burrasche della vita. I nuovi format di famiglia, tanto lodati dai nuovi laicisti ( quelli vecchi coi baffoni tentennavano di fronte all’introduzione del divorzio ) possono anche andare bene ( ma fino a un certo punto ) per i giovani; ma quando si è anziani o vecchi cadenti, chi dà assistenza fisica e psicologica? Il secondo figlio del terzo convivente dell’ex moglie? I borghesi italiani di questa generazione hanno ancora i soldi per pagare la badante; e la prossima? Quando si è impegnati a “vivere” la propria vita individuale, che è una sola ( le ricompense ultraterrene sono una favola ) quanto si è disposti a sacrificarla per assistere i malati cronici “pesanti” e i vecchi cadenti che non si decidono a cadere? Ci sono paesi nordeuropei all’avanguardia per conquiste laiciste: pensiamo al bell’esempio dell’Inghilterra UK, in cui si pone il problema gravissimo del dilagare delle gravidanze adolescenziali. Anche noi però ci stiamo portando alla pari di cotali conquiste: ho visto in giro manifesti in cui un’organizzazione di donne ( liberate ) offre servizi di “apertura extraconiugale” alla luce dello slogan ” la donna che è fedele a due uomini è doppiamente fedele”: frase che non si sa se definire più idiota o piùà sfacciata.
Uccisioni in famiglia, di cui son piene le cronache: rigurgiti di maschilismo retrogrado oppure ( anche, magari soprattutto ) gesti disperati di uomini che si vedono crollare il mondo addosso ?
E se la nuova attenzione ( laicista ) alle esigenze dell’individuo si risolvesse nello sfaldamento del tessuto sociale? Sfrattiamo pure la “sacra famiglia” dall’antiquato presepio: rimarranno l’asino e il bue.

E quant’altro.

bruno gualerzi

@ Florenskij
Anche se postato come ‘risposta’ al mio commento, ti riferisci ovviamente – come indicato – all”opinione’ di Carcano. Per quanto mi riguarda ho già espresso più volte il mio giudizio sui tuoi interventi. Senza riscontro.

Comunque, siccome ti accusavo,… a dispetto di tutte le tue rivendicazioni di ‘oggettività’… di ricorrere a ‘giudizi pregiudiziali’, la tua obiezione potrebbe essere che, in ogni caso, dovrei estendere questa accusa anche ai tuoi oppositori, uaarini in testa. E qui devo precisare.
I tuoi argomenti – per usare un concetto logico elementare – sono nella sostanza sempre deduttivi, nel senso che, una volta raggiunta la Verità Assoluta (complessa fin che vuoi, conseguita dopo la più sofferta ricerca fin che vuoi, quindi induttivamente… ma che Verità Assoluta resta), per coerenza tutto dovrà ‘derivare’ da essa, trovare in essa la vera legittimazione. Un argomento che intenda invece rifarsi al procedimento scientifico (che, come procedimento, dovrebbe essere proprio di chi non presume di conoscere, o comunque rifarsi ad una Verità Assoluta) dovrà procedere induttivamente… e per raggiungere ‘verità’ parziali’, mai assolute, che possono costituire il punto di partenza (per altro sempre rivedibile) per pervenire ad altre verità relative, e di conseguenza porre a critica serrata chi invece all’Assoluto si rifà. Ecco allora che l’accusa di essere condizionato nei tuoi giudizi da pregiudizi, si deve a questa convinzione di possedere una Verità Assoluta (ovviamente in relazione ai quesiti fondamentali posti dalla condizione umana), mentre chi intende procedere nella ricerca acquisendo di volta in volta conoscenze utilizzabili in quanto messe sempre alla prova come tali, e quindi sempre riconsiderabili, si pone quanto meno nella condizione di evitare pregiudizi. Quindi deduzione contro induzione.
Naturalmente, come premesso, si tratta di uno schema elementare, in quanto non si procederà mai, che lo si voglia o meno, solo deduttivamente o solo induttivamente (in asoluto nemmeno la scienza)… e i pregiudizi sono all’ordine del giorno nell’elaborazione di qualsiasi argomento, che sia un credente o un ateo a proporlo e sostenerlo. Con però una differenza fondamentale: che in chi ritiene esista una verità assoluta (non relativa) alla quale intende uniformarsi, il pre-giudizio (inteso nel suo significato letterale, per un credente non in senso negativo, anzi, ma con riferimento ad un giudizio che è ‘più vero’ proprio perchè ‘viene prima’), è strutturale, necessario per ogni conoscenza che si debba ritenere veramente tale… mentre per chi ritiene che non si possa mai pervenire ad una qualche verità definitiva… poi può sempre pure lui prendere abbagli, illudersi di non avere pregiudizi, esserne condizionato ecc… ma non sarà mai inevitabile, necessario, come per chi si rifà ad una verità intesa come oggettiva in quanto non relativa.
A questo punto l’obiezione – chissà quante volte ribadita da te e da altri sulle tue stesse posizioni) – è inesorabilmente questa: ma anche voi atei vi rifate ad una verità assoluta quando negate l’esistenza di dio e da ciò ricavate tutto quanto ne dovrebbe conseguire. Lasciamo stare adesso la solita eterna questione sulla dimostrabilità o meno dell’esistenza di dio con tutto ciò che ne dovrebbe conseguire… e mettiamo pure nel conto che tanti atei si possano comportare effettivamente come se il loro ateismo fosse vissuto (ulteriore eterna accusa) religiosamente, con le sue verità assolute ecc…. resta il fatto che che questa verità assoluta la ritenete NECESSARIA, un ateo NO. Voi non volete, coerentemente, farne a meno, vi sforzate di non farne a meno; un ateo si sforza, coerentemente, di tirarsi fuori da questa logica che considera perversa,
Quindi – a mio parere – ogni polemica sorta nel valutare eventi e persone, se non la si inquadra in questa contrapposizione insanabile tra credenti e non credenti, sarà solo un parlare tra sordi. Quale sia poi la mia posizione personale nella, per tanti versi inevitabile, polemica che le notizie proposte finiscono sempre per sollevare, è ovvia. Da ateo che si sforza (si sforza, anche se non sempre ci riesce) di essere coerente col proprio ateismo non può che riscontrare il pregiudizio strutturale, necessario, che sottende i tuoi giudizi. Soprattutto stigmatizzare la tua pretesa di essere ‘oggettivo’.

Giorgio Pozzo

Bruno,

a proposito del “parlare tra sordi”, mi sembra che Florenskij non consideri affatto le risposte alle sue encicliche. Tu, da persona non sorda, ascolti e elabori una risposta.

Lui no.

Diocleziano

Esempio da manuale per ciò che loro chiamano ‘dialogo’.

San Dokan

Anch’io stamattina ho letto questo articolo di Repubblica, e anch’io appena visto il titolo avevo pensato che, già che c’erano, era meglio metterci direttamente un “dio, patria, famiglia” di mussoliniana memoria…
Anche se, a dire il vero, a leggere il titolo pensavo fossimo messi peggio, mentre invece l’articolo parla di un quasi 20% di non credenti (stima verosimile), nuovi modelli di famiglia che si impongono (e che il legislatore non potrà continuare ad ignorare per sempre) ed una religiosità che, quando c’è, non sempre coincide col cattolicesimo -anzi- visto che i praticanti sono solo un terzo, e che la religiosità personale (del tipo “sono cristiano ma non sono d’accordo con la chiesa”) sta prendendo piede.

Un ultimo appunto: si vede che io e Carcano dobbiamo avere una certa empatia, visto che anch’io leggendo l’articolo di Repubblica stamane ero arrivato alla conclusione che per cambiare veramente rotta ci sarebbe da mettere l’individuo-cittadino al centro dell’azione personale. Fa piacere constatare come si possa essere d’accordo su cose importanti senza che ci debba sempre essere un papa/duce/capo assoluto che detta le regole a cui tutti devono adeguarsi. “Miracoli” del libero pensiero 🙂

MetaLocX

Fede. Per quanto riguarda la fede, l’82% degli italiani pensa che esista una sfera trascendente o spirituale che va oltre la realtà materiale: il 66% si dichiara credente, cui va aggiunto il 16% di coloro che credono ma si dichiarano non osservanti. Anche se in realtà i due terzi degli italiani di fatto non entrano mai nei luoghi di culto e solo un terzo vi si reca, una o più volte alla settimana, per partecipare alle funzioni religiose.

Mah, secondo me l’articolo stesso contraddice il titolo.

crebs

Concordo.
Quando ho letto l’articolo il primo pensiero che ho avuto è stato che un politico dovrebbe leggere bene questi dati.
A me sembra che il dato fondamentale rilevato, il più importante è che in realtà i due terzi degli italiani di fatto non entrano mai nei luoghi di culto e solo un terzo vi si reca, una o più volte alla settimana, per partecipare alle funzioni religiose.
Notare che la ricerca parla di due terzi degli italiani di fatto non entrano MAI nei luoghi di culto .
Un tale comportamento fa pensare a credenti o a non credenti?

Paul Manoni

@crebs
Credenti ipocriti direi. Battezzati per tradizione, senza nemmeno conoscere ciò in cui dicono di credere. Anche perchè se davvero conoscessero la materia, molti di loro se ne schiferebbero poverini. Quelli della Madonna e dei Santi subito, ed al tempo stesso dei cornetti rossi, degli oroscopi e dei ferri di cavallo appesi alle porte di casa. La peggiore sottospecie di bonobo che fanno marcire questo paese. Quelli “à là cartè” per intendersi, o se vuoi quelli del “cafeteria Catholicism”.
Gente che non ha ancora capito che è proprio grazie alla loro appartenenza alla religione del Papa, che la Chiesa gestisce questo paese da dietro le quinte, e si permette di spacciare la sua falsa morale perbenista del “si fa ma non si dice”, e del “si condanna il peccato, ma non il peccatore”, finendo inesorabilmente per essere complici dei criminali più lerci del paese dei cachi.
Quelli che abboccano al “Principio di sussidiarietà” ed al “fondamentale ruolo della Chiesa in Italia”, senza il quale, a detta loro ovviamente, tutto andrebbe a rotoli.
Quelli che abboccano anche alle “Rosy Bindi” ed ai “GiovanaGasparri” di turno in Parlamento. Vere e proprie pedine che vengono mosse dalla Chiesa, nello scacchiere della politica italiana, dove non a caso, fino a qualche mese fà, il capo del governo era un pornocratico affarista con la fissa dei paradisi fiscali.
Pseudo credenti gli italiani. Pecorelle prive di di una loro coscienza individuale, bombardate mediaticamente dagli Angelus domenicali, dalle trasmissioni sui viaggi a Medjugorje, Fatima, Loreto, Lourdes e S. Giovanni Rotondo, con i loro relativi miracoli annesis e connessi, che servono a fornirgli l’illusione ultima e suprema. DIO.

Paul Manoni

@MetaLocX
2/3 degli italiani che non entrano mai in un luogo di culto, e’ un dato di manica piuttosto larga…Sono sicuramente di meno.
1/3 degli italiani che si recano nei luoghi di culto per partecipare alle funzioni religiose, e’ un dato di manica larghissimissima. Stando alle statistiche di 3 diocesi italiane (2 al centro ed una al nord), la percentuale di credenti che frequenta la messa, non supera il 20%, altro che 1/3!!

“Dio, patria, famiglia” sto paro de ciufoli!! 😉

RobertoV

Infatti una cosa è ciò che si dichiara (per perbenismo, ipocrisia, conformismo o altro), un’altra cosa è ciò che si fa effettivamente. E’ una situazione che si verifica in tutte le indagini fatte anche in Europa, ma sembra che in Italia questa differenza sia maggiore. In uno studio della diocesi di Venezia oltre il 26% dichiarava di andare regolarmente a messa, ma poi solo il 15% lo faceva effettivamente (e i preti lo sanno perchè in parecchi hanno criticato in passato l’affermazione che il 30% degli italiani va regolarmente a messa).
Stessa cosa penso sulla credenza nel trascendente, quell’82% è ciò che dichiarano, sarebbe da vedere se ci credono veramente all’atto pratico perchè dal rapporto sulla secolarizzazione solo il 70% dei bambini viene oggi battezzato (e lo fanno purtroppo anche genitori non credenti). Va detto che credenza nel trascendente non vuol dire credenza nella religione cattolica.

PINK

@ bruno gualerzi
Proprio l’altra sera leggevo una frase che più o meno faceva così:
l’uomo non ha mai abitato il pianeta terra per quello che è, ma ha abitato l’idea di quello che si è fatto .
In un certo senso riflette le sue considerazioni, mi dica se sbaglio .

flaccido

scusate ma ancora non ho capito perchè si festeggiano i 150 dall’unità d’italia
l’italia di oggi geograficamente NON E’ quella di 150 fà perchè i suoi confini sono cambiati dopo la seconda guerra mondiale… o si festeggiano meno di 70 anni oppure si da il passaporto italiano a tutti i cittadini istriani!
basta con questa buffonata dei 150 anni!

PINK

Fede ….
se ci avessero messo quella calcistica sarebbe stata al primo posto !!! 🙂

Batrakos

Un conto è ciò che si predica un conto è come si razzola…

Di dio a gran parte degli italiani non importa granchè e lo dice chiaramente il sondaggio.
Della patria…l’unica patria che solitamente interessa all’italiano medio è il perseguimento dell’utile personale a danno della collettività, evasione fiscale, berlusconismo e federalismo fiscale insegnano.
Della famiglia ci interessiamo per andare a mangiare la domenica da mammà o per affidare i nostri figli alle nonne.

A me pare che il dramma sia il conformismo e l’ipocrisia sociale, il tutto dettato da un individualismo estremo visto in contrapposizione alla collettività, che è poi il sommo dramma da cui gli altri derivano.
Io credo che ci sia certamente bisogno, come dice Carcano, di mettere l’individuo al centro del problema, ma perchè l’individualità sia una virtù e non sia invece berlusconismo, l’individuo deve tornare a sentire vincoli di solidarietà umana, ovvero deve ritrovare una sensibilità sociale, che è altra cosa dal conformismo, dal patriottismo becero o dal familismo, ma che è anche altra cosa dall’idea dell’individuo come astratto dalla collocazione sociale in cui si trova, proprio perchè l’individuo è sempre anche un prodotto sociale.
Se non si ritrova questa sensibilità sociale la vittoria delle banche contro l’umanità è già scritta, perchè, come dice Carcano, dalle crisi non si esce con Dio/Patria/Famiglia (ci hanno provato negli anni ’20 e ’30 in Italia e Germania e si è visto come è andata…) ma non si esce nemmeno se il singolo non torna a sentire legami di solidarietà.

hexengut

Batrakos. concordo con la tua analisi. Come assai giustamente nota M. Bettini (Contro le radici, Il Mulino, 2011), a spingere una società verso la tradizione non è soltanto la propria omologazione quanto la differenza altrui. Aggiungo che al di là del purtroppo indubbio razzismo italico, dal cristianesimo “sistema” secolare del mondo europeo è anche nata l’equivoca confusione tra aspetto locale e dimensione universale della chiesa, che ha portato troppo facilmente ad identificare quest’ultima con la storia del paese. Ma la cosa più grave è la semplicistica e deviante equazione che associa identità a tradizione e ravvisa in quest’ultima i fondamenti dell’individuo; il che è manna per la chiesa che ha sempre basato la propria forza proprio sullo svilimento dell’individuo (ricordi quel bel saggio di Ullmann del ’66?…), confinandolo nel gregge e negandogli e vietandogli espressioni autonome. Quanto all’esaltazione della patria è stata talmente lordata dal ventennio da necessitare ancora di bonifica. Quanto alla famiglia, anche se troppo spesso dietro al perbenismo nasconde i suoi inferni, sarebbe quasi accettabile se non fosse anch’essa marchiata dalla configurazione ecclesiastica (quell’ osceno giorno del family day di s. Giovanni, io e consorte, sposati e innamorati da quasi quarant’anni, eravamo a piazza Navona).

Batrakos

Hexengut, grazie delle integrazioni.
Purtroppo non conosco il saggio di Ullmann al quale ti riferisci.

Florenskij

@ hexengut. Hegel nella sua monumentale ( e per me grandiosa ) “Estetica” afferma che la caratteristica precipua dell’arte cristiana è “l’interno spirituale” ( espressione facilmente comprensibile pensando alle “Confessioni” di sant’Agostino e propaggini ( come le liriche di petrarca, con un cristianesimo già in crisi ). Non è che la grandezza dell’arte occidentale ( quella per cui si faceva il Grand Tour e gli Inglesi ricchi si stabilivano a Firenze ) dipende proprio da questa capacità di cogliere l’epressione della psicologia individuale ( ovviamente in combinazione con l’umanesimo, inizialmente non ostile al Cristianesimo ) ? Trova che ci sia pocoscavo della propria individualità nell'”Imitazione di Cristo, in santa Teresa d’Avila e in Blaise Pascal? nell’arte cinese la natura occupa quasi tutto il campo, mentre la figura umana è piccina piccina. E l’immagine più nota del giapponese Hokusai non è forse un’onda quasi da tsumami? Può essere contraria all’individualità una religione che crede all’incarnazione di Dio in un SINGOLO e particolare individuo umano?

FSMosconi

@Flo’

Può essere contraria all’individualità una religione che crede all’incarnazione di Dio in un SINGOLO e particolare individuo umano?

Lo era il Mazdeismo, i derivati chi più chi meno, perché il cristianesimo no?

rederik

Hanno sbagliato titolo: a sentire l’ordine delle preferenze doveva essere “Famiglia, Italia, Dio”, che era già un po’ meglio…
Ma sulla patria non sputerei tanto sopra, è un valore che ha permesso ad altri paesi (Come gli USA e il Giappone) di far fronte alle difficoltà e crescere…
Una sana affezione verso il nosto Paese farebbe bene a molti

Diocleziano

Una sana affezione verso il paese sarebbe possibile se a governarla ci fossero dei
galantuomini. Invece siamo governati da Iobbisti e deIınquentı. Solo mezz’ora fa, Crozza
a Ballarò, faceva del sarcasmo sui tassi superagevolati riservati ai parlamentari, parenti e
loro amici. Mi chiedo a quale altezza, o bassezza, è collocato il limite di sopportazione
della pecora italica.

Paul Manoni

@Dioclaziano
Tassi superagevolati sui mutui, per i quali appena superate le Alpi, in Germania, ti costringono a dimetterti dalla Presidenza (Leggi cos’e’ successo al presidente tedesco Wulff). Insomma, non e’ bizzarro che qui in Italia, per cose di quel genere, ci si fanno quattro risate in allegria con Crozza, e la in Germania, ti silurano? 😯
Forse, riprendendo il discorso di Carcano sull’esigenza di mettere al centro della nostra azione l’individuo, dovremmo cominciare tutti quanti noi cittadini a pretendere di essere governati da galantuomini. Altrimenti e’ normale che il livello di altezza del limie di sopportazione, del cittadino italiano pecora, si sposta ogni giorno più in alto. 😉

Diocleziano

Paul Manoni

«…dovremmo cominciare tutti quanti noi cittadini a pretendere di essere governati
da galantuomini…» Sì, ma la vedo dura, molto dura.

L’Italia è come un cinema di terza categoria, sporco e degradato. Un bel(!) giorno
ti dicono che il biglietto costa il triplo, ma la sala è sempre la stessa. Sapendo che
in città ci sono altri cinema, dove il biglietto costa sempre il triplo rispetto al
vecchio cinema, ma la sala è nuova e accogliente, che fai? aspetti che a furia di
pagare biglietti salatissimi rimettano a posto la catapecchia, o vai nel nuovo
cinema? Questo è quello che succederà all’Italia: oltre alla fuga di cervelli avremo
la fuga senza ritorno dei quattrini e dei loro proprietari.
L’Italia rimarrà una meta ambìta per clandestini del terzo mondo.

Paul Manoni

@Diocleziano
La cerimonia di rimessa del mandato a Wulff, non gliela volevano nemmeno fare!
Alla fine quando si sono decisi a fargliela, a meno di cento metri da questa, c’era una folla di tedeschi infuriati, discustati ed inorriditi, armati di fischietti, campane e perfino vuvuzelas! 😯
Insomma, un disonore, una vergogna ed una gogna mediatica globale così pesanti, che il povero Wulff, quasi quasi mi ha fatto pena. Il tutto per aver combinato una cosa che da noi, come dimostrano le cronache, e’ pienamente accettata supinamente. Da noi un politico per essere trattato a quel modo, deve aver rubato miliardi e miliardi di euro, ed aver esposto il paese ad un serio pericolo di credibilità…E’ successo solo una volta. Quando Craxi e’ scappato in Tunisia ed i cittadini gli tiravano le monetine. 😉
Vabbè, ora che ci penso, e’ successo anche un’altra volta. Quando pochi mesi fà, si e’ dimesso il governo pornocratico di Mr. B. 😀
A Roma sembrava che la Nazionale avese vinto i mondiali!! 😀

Tutto questo discorso, semplicemente per dirti che tocca a noi cittadini, “costringere” i politici alle dimissioni, quando la fanno fuori dal vasino. A Wulff e’ successo proprio questo!
La speranza e’ che a lungo andare, per evitare gogne mediatiche e picchetti di cittadini sotto le finestre delle case di qualche politico arraffone con le vuvuzelas, porti gli stessi politici a pensarci molto bene prima di commettere illeciti. Fino ovviamente ad ottenere una classe politica di galantuomini. 😉

Southsun

Vi illudete, cari miei, e di grosso.

Storicamente, se fosse stato per gli italiani – il cui carattere “innovativo” è pari a quello del Venerabile Jorge – saremmo ancora in pieno feudalesimo.

Tutte le innovazioni politiche e sociali in senso libertario sono nate all’estero. Dapprima rifiutate sdegnosamente dal popolo bue de noantri insieme agli “illuminati” governanti, poi imposte dalle potenze straniere o dagli ineluttabili eventi storici, poi assorbite e magnificate come “prodotti del cristianesimo italiano”.

Roma non ha fatto altro che proibire, minacciare, insultare, scomunicare, torturare, uccidere e bruciare CHIUNQUE avesse uno straccio di idea appena difforme dalla dottrina mummificata definita dai capibastone (religiosi e politici).

Gli italiani sono nati servi, pecore succubi di Roma (non nell’accezione leghista) e indovinate CHI impera su Roma dal 325 DC?

Non aspettatevi “rivoluzioni” endogene in Italia contro la casta, perchè non ce ne saranno.

Manlio Padovan

Sono convinto che lor signori poco o nulla sappiano delle angherie cui siamo sottoposti noi poveri Pantalone. La stessa cosa valendo per i cosiddetti tecnici, mi permetto di far giungere loro (magari fosse vero!) due fatti di vita vissuta sperando che essi almeno prendano atto e provvedano.

Il giorno 17/9/2010 scrivevo una raccomandata AR a Telecom Italia spa per chiedere l’annullamento del servizio Teleconomy Internazionale concesso a suo tempo alla mia linea telefonica. In data 2/3/2011 ripetevo la richiesta con altra raccomandata AR. In data 2/7/2011 ripetevo per la terza volta la richiesta con altra raccomandata AR. Nel frattempo il servizio continuava ad essermi addebitato. In data 26/7/2011 Telecom Italia spa mi scriveva, facendo però riferimento ad una mia presunta lettera del 12/7, che avevo ragione e assicurando di dare corso alla richiesta nonché di procedere al rimborso di quanto indebitamente fatturato. In data 6/1/2012 nulla avendo ricevuto a saldo del mio credito, intanto le bollette continuavano ad arrivare come il solito e io regolarmente le pagavo, facevo un versamento trattenendo dalla fattura 1/2012, che nel frattempo avevo ricevuto, quanto avanzavo e, nello stesso tempo, trattenevo la spesa delle 4 raccomandate AR (3 quelle sopra e la quarta è questa con cui comunicai alla società l’operazione che avevo fatto) astenendomi dal trattenere gli interessi che erano nel frattempo maturati sul mio credito non essendo uno sporco speculatore. In data 8/2/2012 Telecom Italia spa mi imponeva di restituire quanto avevo trattenuto “al fine di non incorrere nelle azioni previste dalle Condizioni Generali di Abbonamento” e mi comunicava che avrei ricevuto l’accredito di quanto mi spettava con storno sulla successiva bolletta, o su quella dopo ancora, per i servizi erroneamente fatturati…ma non le spese per le 4 raccomandate né, tanto meno, gli interessi per ritardato rimborso. Nulla ancora ho ricevuto. Eppure Telecom Italia spa mi addebitò, qualche mese fa, 2 euro per ritardato pagamento di un giorno, ripeto: di 1 giorno, di una precedete bolletta. Mi astengo dal considerare il diritto di ricorrere all’avvocato per la negligenza della società, perché mi verrebbe da ridere mentre sono effettivamente serio, se penso che in parlamento siedono gli avvocati i quali fanno le leggi per gli avvocati e non per i cittadini.

Sono titolare di una pensione ENASARCO (Ente Nazionale Assistenza Agenti e Rappresentanti Commercio) i cui ratei mi vengono accreditati su un c/c postale. Poste Italiane mi comunica che il mio c/c ha interessi creditori pari a 0 (zero!) e mi invita a passare al conto Banco Posta + per avere almeno una miseria di interessi e rifarmi, così, almeno in parte, del costo di gestione del conto. Ma non posso passare al conto Banco Posta + perché quella dell’ENASARCO, per Poste Italiane, non è una pensione, non ricordo come l’hanno chiamata, ancorché lo stesso ENASARCO la chiami pensione come ogni altro individuo da me fino ad ora conosciuto. Da notare che il c/c rimane in essere su imposizione dell’ENASARCO al fine di evitare perdite di assegni o consegne ritardate dei ratei, come già avvenuto. Poiché a me un c/c non serve, potrei annullare il conto e passare gli accrediti dei ratei di pensione su un libretto postale che non ha costi, gode di un minimo di interessi; ma l’ENASARCO non prevede tra le sue procedure l’accredito su libretto di risparmio: come invece fanno l’INPS e l’INPDAP. Se si considera che viviamo in paese ad economia liberisticocapitalistica, chiedo: con quale diritto non si riconosce un minimo di interesse ad un capitale che si ha a disposizione e nel mentre che si addebitano costi di gestione di un conto cui si è obbligati?

Perché dovrei essere orgoglioso della patria?
Perché dovrei sentirmi parte della nazione?
Perché dovrei comportarmi da cittadino onesto?

Alla pattria, alla nazione, allo stato, il mio comportamento è conveniente, va bene, solo perché sono cittadino UAAR.

faidate

Strano. Ero rimasto con la falsa idea che un valore molto diffuso fosse il denaro.

Leonardo

Per il 21% degli italiani la fede religiosa è un valore. Per il rimanente 79 evidentemente no.

Diocleziano

Probabilmente quel 21% rappresenta chi di religione ci campa: preti, suore,
insegnanti di religione, ciellini…

Paul Manoni

Il dato coincide con la media dei frequentatori delle messe in Italia. 😉

Massimo D'Angeli

Io non sono esperto nelle indagini a campione, ma qualche conoscenza ed enorme dubbio ce l’ho, documentato da esperienze concrete come questa (1). I sondaggi anche tecnicamente possono essere autoreferenziali, o facilmente dirottati da leader, media. Siamo tutti (chi + chi -) molto influenzabili, conformisti e il titolo di Repubblica mostra che i valori più praticati non sono quelli scritti nelle parole ma quelli **impliciti**:apparenza, ipocrisia, mediocrità, conformismo: se uno nemmeno entra in chiesa che credente è !!?!? Gli italiani resteranno mediterranei e buzzurri, arretrati, provincialissimi.
(1) (http://​www.contro-il-tabagismo.it/​index.php/2011/09/27/​ipsos-censura-la-catastrofe​-del-fumo/).

giuseppe

Farneticazioni del signor Carcano, il quale non puo’ digerire i risultati dell’inchiesta. Troppo duri per uno che vuole la distruzione della famiglia e della religione. Comunque sia, se ne faccia una ragione. Non é l’Italia ad essere in declino, ma il vostro laicismo fuori moda.

Kaworu

ah ho capito, stai ribaltando il normale significato delle parole…

quindi “farneticazioni” per te sta per “affermazioni sensate”.

Stefano

@ giuseppe

Siamo al punto che non ti rendi neanche conto che la tua continua presenza qui smentisce quanto affermi.
giuseppe onora continuamente della sua presenza un sito che non conta niente….

giuseppe, di male in peggio…

giordanobruno

@ giuseppe

A Giuse’, se il nostro laicismo è ormai fuori moda, mi vuoi spiegare perché voi cattolici siete costretti ad importare preti dall’Africa equatoriale (manco fossero banane) data la sempre più vistosa carenza di giovani italiani disposti ad offrire la loro vita per il servizio di santa madre chiesa?

Sai, si tratta giusto di una mia piccola curiosità.

giuseppe

I preti nel mondo sono aumentati di numero nel corso del precedente anno. La crisi tocca l’Europa, anche se ci sono segnali di ripresa in molti seminari. Sai, si tratta dei famosi corsi e ricorsi. E la chiesa, in venti secoli, ha attraversato bufere peggiori di quella attuale. Niente paura.

Diocleziano

Non illuderti, Giuseppe, questa è la tempesta perfetta e, per la chiesa, sarà l’ultima.

nightshade90

come ti è già stato fatto vedere più volte, il numero di preti è aumentato in valore assoluto, ma diminuito SULLA PERCENTUALE DI POPOLAZIONE MONDIALE. e ancora di più sono diminuiti i cristiani e cattolici nel mondo. non è che puoi spacciare come dato a favore ciò che dipende solo dall’aumento di popolazione mondiale annuo, sai?

quanto ai corsi e ricorsi, mai visto un “corso” per la chiesa neanche lontanamente simile a questo in tutta la storia: da quando avete preso il potere non avete mai avuto nemmeno una crisi anche solo lontanamente paragonabile a questa. anzi, in tutta la storia, prima d’ora, nemmeno avevate mai perso il potere temporale, e senza quello siete destinati ad un declino inevitabile.

fab

No, giuseppe, la chiesa non ha mai affrontato nulla di simile; e infatti non è in grado di affrontarlo.
Comnque, consolati con 3 preti in più in Mozambico e 4 in Venezuela. 😆

Paul Manoni

@Giuseppe
1° – Vi siete opposti al divorzio con tutte le vostre forze, perchè evidentemente preferite una famiglia senza l’amore al suo interno. Gli italiani lo hanno capito alla grande e siete rimasti gli unici che ancora vedono la famiglia come quella del mulino bianco, con cane e pesciolini rossi annessi e connessi.

2° – Ma l’articolo di Repubblica lo hai letto, ti sei limitato al titolo, o le spari come al solito a vanvera? Il risultato dell’inchiesta dice: “due terzi degli italiani di fatto non entrano mai nei luoghi di culto”. Bellini i tuoi credenti “DIO, patria e famiglia”. Fossi in te, comincerei ad analizzare gli evidenti risultati dell’ipocrisia del cattolico medio, evidenziati nel sondaggio, prima di parlare. Mi pare che a “distruggere” la religione, gli italiani ci riescano piuttosto bene da soli, senza bisogno di laicisti (Aaaarrrrrrggghhhh!).

3° – L’Italia on e’ in declino!?!? 😯 Dicci la verità, stai parlando da Alpha Centauri o da Titano? L’Italia e’ in declino eccome! Ad avercela portata sono proprio gli stessi italiani “dio, patria, famiglia” citati nei tuoi sondaggi dai duri risultati, visto che e’ da più di un secolo su un totale di 150 anni, che ce la menano con “dio, patria, famiglia”. Magari e’ ora di crescere e maturare e PASSARE OLTRE, non pensi?

Stefano

@ giuseppe

A beneficio di giuseppe che è contento senza capire perché:

il 66% si dichiara credente (equivale a due terzi);

“due terzi degli italiani di fatto non entrano mai nei luoghi di culto”.

Quindi secondo questa ricerca (?) chi si dichiara credente non entra nei luoghi di culto (!).

Però, “solo un terzo vi si reca” (?).

Immagino che il terzo che vi si reca sia da imputare ai due terzi di credenti che non entrano nei luoghi di culto (?).

A meno che non si consideri pure chi pur non essendo credente fa turismo.

C’è qualcosa che non va. Lasciamo perdere.

Un terzo di 66 fa 22 che corrisponde a coloro che ritengono la religione importante.

Un fatto di gran moda, insomma, testimoniato che in chiesa ci va meno di una persona su quattro.

Esulta giuseppe….

O pensavi peggio, come dici di solito?

giuseppe, io mi sarei stufato di dover evidenziare ogni tua stupidaggine.

giuseppe

Io mi sarei stufato di essere tallonato da uno che vanta vittoria pur facendo parte di un gruppo tra i più minuscoli della società.

Kaworu

ah si, “la maggioranza vince”, giuseppe.

solo quando fa comodo a te, chiaramente 🙂

comunque fatti due conti come ti fa notare stefano…

Stefano

@ giuseppe

Per quel che conta:

gli atei e gli atei e agnostici nel mondo sono il 16% della popolazione mondiale.

In Europa occidentale il 25%.

I cattolici 17% nel mondo.

Probabilmente è l’1% che ci fa essere minuscoli.

Gli atei sono il 50% del totale dei cristiani (di tutte le confessioni) e il gruppo con il tasso di crescita più alto (in USA).

Non che importi molto, solo per mettere in evidenza l’ennesima fesseria di giuseppe….

Stefano

@ giuseppe

A proposito piccolo, c’è qualche osservazione senza risposta nel thread su padre pio.

Non che mi aspetti granché, giusto per aggiungere qualche altra perla alla collezione delle tue stupidaggini….

Stefano

@ giuseppe

“uno che vanta vittoria pur facendo parte di un gruppo tra i più minuscoli della società”

Pensa quanto sei s c e m o a intervenire qui….

Bee

@giuseppe

Scusa, ma sei tu che vieni a scrivere su un blog che ritieni apertamente espressione di una minoranza insignificante, e mi sembra assolutamente logico che gli utenti ti rispondano esprimendo il loro disaccordo… E questo ti sembra sufficiente per sentirti “tallonato” dichiarandoti anche stufo della situazione? Guarda che il mondo non gira attorno a te…

fab

giuseppe, anche se fossimo in 100, noi cresciamo, voi decrescete. Né potrebbe essere altrimenti, da quando la gente studia e da quando vi hanno tolto le armi.

giordanobruno

@ Raffaele Carcano

C’è una frase del suo (peraltro ottimo) articolo che mi ha lasciato un po’ perplesso: anziché lanciare nuove crociate identitarie occorrerebbe adottare un atteggiamento laico, rispettoso delle opinioni di tutti.

Ecco, io sono un cittadino europeo (per l’esattezza, mio padre è inglese e mia madre è italiana) ed amo profondamente l’Europa, della cui tradizione culturale fatta di umanesimo e razionalismo io sono legittimamente orgoglioso. Bisognerebbe ogni tanto ricordare che la civiltà europea (la nostra comune civiltà europea) nasce proprio con un poema, l’Odissea, che canta le vicende di Odisseo (l’eroe dell’intelligenza) protetto ed amato da Atena (la dea della scienza e della filosofia o, se si preferisce, la personificazione divina della ragione umana). Non solo, io sono anche gay, e se vivessi a Teheran finirei tranquillamente impiccato su una forca (da quelle parti usano fare così). Si tratta allora di una “crociata identitaria” il mio amore per l’Europa e la sua incomparabile cultura?

San Dokan

@ giordanobruno

Sono quasi certo che Carcano con la frase “anziché lanciare nuove crociate identitarie occorrerebbe adottare un atteggiamento laico, rispettoso delle opinioni di tutti” intendesse riferirsi alla sfera interna dei rapporti Stato-cittadino e cittadino-cittadino, visto che come ben sappiamo, qui in italia la discriminazione per chi non è conforme e/o non si conforma è sempre medio-alta in tutti i campi.
Per il resto, apprezzare e lodare la cultura europea (della quale anch’io sono convinto sostenitore) non significa assolutamente voler lanciare crociate identitarie, tranne nel caso in cui tale identità venisse usata come scusa per andare ad imporla agli altri in maniera coercitiva con la solita scusa delle “missioni di pace”, “esportazioni della democrazia” et similia, peccato però che come ben sai così facendo si tradiscono proprio quei valori culturali di cui ci si fa -spesso ipocritamente, ma non è sicuramente il tuo caso- portavoci identitari.

P.s.= mi pare di aver capito che il sistema di filtraggio messaggi di questo blog blocca in automatico gli indirizzi e-mail. Dovresti provare a scrivere l’indirizzo di posta in maniera cifrata, ad esempio scrivendo “chiocciola” al posto del simbolo @, oppure “puntoit” e “puntocom” al posto di .it e .com .

kundalini444

ideali? valori? vediamo…
la famiglia? si, certo, ma QUALSIASI famiglia, anche quella gay, anche quella in cui i miei fratelli sono i miei amici, anche quella in cui i miei alunni sono i miei figli.
la patria? si, certo, ma una patria più grande dell’Italia: l’Europa, anzi il mondo, anzi il cosmo è la mia patria.
dio? si, certo, ma QUALSIASI dio, anzi qualsiasi concezione filosofica e culturale, anche quella che mette al centro l’Uomo, comunque senza tralasciare i valori di chi crede in un “altro” Dio, o in nessuno.

quale patria? quale dio? quale famiglia? Tutti? O solo quelli della maggioranza?

whichgood

Dal dire al fare…

Basta leggere l’articolo per capire che gli italiani PENSANO che questi valori siano importanti ma… i numeri parlano più chiaro delle ideologie e delle rimanenze di pensieri tradizionalisti.

La Patria è un valore che accomuna gli italiani al momento delle partite di calcio ma che non si ricorda più al momento di pagare le tasse DOVUTE.
La famiglia (quella “tradzionale”) ha sofferto dei mutamenti che l’hanno cambiata inesorabilmente, basta leggere l’articolo.
Per quanto riguarda dio, che dire, la solta ipocrisia cattolica, innutile commentare, si commenta da sè.

Gérard

Dio, Patria e Famiglia ( tradizionale ovviamente..) sono valori ad uso dei poveri .
Come si sa i ricchi e i potenti sono in realta atei : per loro Dio non esiste e tutto è permesso .
Patria ? La loro vera patria non è l’ Italia ma la Svizzera, il Liechtenstein e altri paradisi fiscali
La Famiglia ? La maggior parte di loro sono divorziati, hanno l’ escort, sono adetti del Bunga Bunga etc etc…

whichgood

Sei sicuro che il Bunga Bunga non sia un regalo di dio ?. Ti ricordo la profonda manifestazione di fede della Minetti durante una delle famose feste.

Giogio

Scusate il disturbo, ma ancora una volta mi pare che il discorso verta attorno al concetto di religione invece che di ateismo. Senza fare degli iconoclasmi gratuiti, non dovremmo concentrarci intorno ai valori relativi all’assenza di un -qualunque- culto invece di vertere sempre intorno alla sua presenza. Tra l’altro per un articolo scritto coi piedi dove si millantano cifre che si sconfessano, e si è visto, da sole.

Per quanto mi rendo conto che essendo atei il concetto è disturbante.
Cheers.

RobertoV

L’articolo di Repubblica e Censis mi sembra fatto veramente male, tira fuori analisi e conclusioni molto ideologiche non in accordo coi dati e le analisi possibili.
Va detto che diverse analisi si basano su ciò che gli italiani dichiarano e non su ciò che fanno e la discrepanza per un popolo perbenista, ipocrita, falso ed imbevuto di retorica, che da importanza all’apparire come quello italiano è notevole: mi sembra che certe risposte siano più basate su slogan o stereotipate che su reali convincimenti.
Veramente crediamo che per il 55,5% degli italiani l’onestà e la moralità siano importanti e per il 53% la solidarietà? In un paese con un’elevata evasione fiscale, corruzione, che non rispetta le regole e le leggi, che ha votato in massa per Berlusconi e dell’Utri e che non è in grado di gestire l’immigrazione? “Salvarsi tutti insieme” ? Ma quando mai se appena si toccano gli interessi di qualche categoria questi vengono difesi violentemente. Questa sarebbe la crisi del soggettivismo?
Le considerazioni sulla minor propensione degli italiani verso il consumismo sono assurde: stiamo attraversando una pesante crisi economica ed è ovvio che la gente riveda le proprie priorità ed i propri atteggiamenti, inoltre avendo raggiunto un buon “possesso” è inevitabile che si riduca la propensione al consumo (anche grazie ad una maggiore sensibilità ambientale, ancora lontana però da quella di altri popoli)
Anche sulla partecipazione alla messa si rileva sempre come solo il 15-20% al massimo ci vada regolarmente e non il 30% dichiarato per conformismo da “buoni cattolici”.
Dai dati solo il 2% del nostro PIL viene dal turismo verso le città d’arte, se crediamo di poter risollevare la nostra economia con questo basandoci sul “bello” è come credere che il nostro PIL sia basato sulle entrate dall’industria della moda. Tanta pubblicità e demagogia per risultati scarsi.
“Il 56% dei cittadini è infatti convinto che l’Italia sia il Paese al mondo dove si vive complessivamente meglio”. Il fatto che lo pensi dimostra solo il suo provincialismo e scollamento dalla realtà (molti italiani continuano a pensare che gli altri popoli siano i barbari): sono quei miti come “italiani brava gente” e “amati da tutto il mondo”. Strano che in tutti gli studi non siano le città italiane a primeggiare come vivibilità.

RobertoV

Una considerazione su patria e tradizione come “valori positivi”. Le patrie sono state costruite contro qualcuno (quella italiana per esempio contro l’Austria), utilizzando anche le religioni come fattore unificante, e ci hanno portato a varie guerre e divisioni (pensiamo anche ai problemi dei popoli di confine): rivendicare oggi il concetto di patria, come fatto dalle dittature, vuol dire rivendicare concetti passati militareschi e guerrafondai proprio quando dobbiamo costruire l’Europa unita. Dobbiamo passare alla patria europea, anzi mondiale e pretendiamo di farlo portandoci dietro le particolarità e divisioni del passato.
Stesso discorso per le tradizioni che avrebbero valori positivi: il mondo cambia e pensiamo di affrontarlo con strumenti vecchi, che se fossero stati rispettati non ci avrebbero mai fatto evolvere. Rivendicare la tradizione vuol dire avere paura del futuro e dei cambiamenti e, sicuramente gli italiani sono un popolo conservatore e che ha paura del futuro.

giuseppe

Stefano risponde:

mercoledì 14 marzo 2012 alle 11:23

@ giuseppe

“uno che vanta vittoria pur facendo parte di un gruppo tra i più minuscoli della società”

Pensa quanto sei s c e m o a intervenire qui….

Avro’ pure le mie buone ragioni. Ma sei tanto s c e m o da non potere capire.

Kaworu

beh intervieni anche nel thread di padrepio, che ci sono domande inevase 😉

Giorgio Pozzo

Secondo me le buone ragioni di giuseppe hanno qualcosa a che fare con l’ottima qualità degli interventi di questo blog.

Leggevo qualche post nel blog UCCR, ad esempio, dove lui sarebbe di casa, ma mi hanno fatto lo stesso effetto della dolce Euchessina…

Southsun

Il blog dell’UCCR è una macchina del tempo. Sembra di leggere gente che scrive da inizio Ottocento, con la bava alla bocca perchè i Paesi liberi osano disubbidire allo Stato Pontificio.

Non si sono accorti che la loro Chiesa non può più mummificare il mondo imbozzolandolo nelle minchiate scritte dal loro santone in cotta d’oro, senza moglie e senza figli, che decide per tutti in splendida solitudine.

Stefano

@ giuseppe

Io ho fatto un’osservazione, non devo capire un bel niente giuseppe, quindi la tua accusa di essere scemo è scema.
Fosse solo quella….

Stefano

@ giuseppe

“Avro’ pure le mie buone ragioni”

A proposito, grazie di esserci, sei uno dei nostri migliori alleati.

Non riusciremmo neanche nelle nostre peggiori fantasie a costruire un modello del perfetto cristiano come giuseppe e ale 😉

giuseppe

Certo, per te essere un buon modello di cristiano significa abbassare la testa davanti al male e alla menzogna.

Kaworu

mi pare che la testa davanti alla menzogna e al male l’abbassi parecchio

Stefano

@ giuseppe

Come al solito non hai capito un accidente. Tocca perfino spiegargli le battute….

Per quanto ci sforzassimo non riusciremmo con la nostra immaginazione a dipingere zelanti cristiani ridicoli come te e ale, tanto è vero che c’è bisogno di spiegarti addirittura le battute…

Grazie ancora…

E’ un piacere interagire con te….

Stefano

@ giuseppe

per te essere un buon modello di cristiano significa abbassare la testa davanti al male e alla menzogna

Certo, non ti inchini davanti al tuo dio e alla sua chiesa?

fab

No, giuseppe, sei tu che non riesci a capire le tue stesse “ragioni”.

C.P.

Da sempre in Italia (e non solo) clericalismo & nazionalismo si reggono vicendevolmente la coda: basti pensare alla comune implacabile propaganda natalista, malgrado la sovrappopolazione nazionale e la bomba demografica planetaria.
Il guaio odierno è che, come solitamente avviene nei momenti di crisi economico-sociale, tale “santa alleanza” gode di un prepotente e strumentale ritorno di fiamma, dalle prospettive indubbiamente inquietanti.
Rig.do alla ‘famiglia’, effettivamente sarebbe molto più corretto parlare di ‘famiglie’…

Ottimo l’invito a (ri)mettere al centro l’individuo, contro ogni visione organicistico-vitalistica arbitrariamente calata dall’alto!

fab

Religione e nazionalismo possono essere fissazioni, ma non certo valori. Nemmeno la famiglia è un valore, bensì un semplice strumento sociale.

In ogni caso, se i primi due sono davvero resistenti nella mentalità comune il destino dell’Italia è segnato; ma la situazione mi sembra quanto mai fluida.

Florasol

a scuola si diceva…
se bacco tabacco e venere riducon l’uomo in cenere
dio patria e famiglia lo riducono in poltiglia
😆

Pippo

“E infine, anziché rinchiudersi nella ridotta familiare, bisognerebbe mettere al centro della nostra azione l’individuo, il cittadino, con le sue personalissime opinioni e le sue legittime aspirazioni.”

Lasciando perdere (spero) le consuete polemiche fra troll e uaarini, mi interessa sapere la vostra opinione riguardo alla seguente questione.

‘Dio, Patria e Famiglia’ suona sicuramente obsoleto, e forse lo è, ma di sicuro rimanda in tutte e tre le sue voci alla componente ‘comunitaria’ della natura umana.
A mio giudizio tale componente è ineludibile, in quanto credo che l’essere umano sia per natura portato alla socializzazione, a vivere in aggregati più o meno numerosi.

Viceversa trovo nei commenti di voi atei un forte riferimento alla scelta individuale, che mi pare tenda ad escludere qualunque forma di ‘etica condivisa’.

Si possono buttare via Dio, la Patria e la famiglia, ma è innegabile che molti dei progressi nella difesa dei diritti si sono avuti con dei movimenti collettivi.
Basta pensare ai sindacati, ai partiti politici, alle lotte contro le varie forme di discriminazione razziale.
Come disse don Milani “evitiamo di dilungarci sui difetti di tutte queste organizzazioni, si sa che son cose umane”, ma chi ha partecipato a queste lotte e a questi movimenti ha certamente avuto un sentimento di appartenenza e condiviso un’etica più o meno chiara.

Io non vedo come questa componente sia separabile dall’a natura umana, ma mi pare che per la maggioranza di voi non sia così.

Stefano

@ Pippo

Mah, io sono d’accordo con gran parte (se non tutto) di quello che scrivi.

Con la sola considerazione che un’etica condivisa… deve essere condivisa ;-).

E per essere condivisa non può essere che ragionevole e sucettibile di discussione.

Se si introducono elementi non discutibili non può esserlo. Tanto più quanto sono considerati dottrinalmente irrinunciabili. Le norme giuridiche prendono atto, per i risvolti pubblici e comuni, dello stato della condivisione in un certo momento storico.

fab

L’individualismo c’è; d’altronde, quando si pensa diversamente dalla maggioranza che ti circonda, un simile fattore sembra inevitabile. Se ci fossero pochi monoteisti in una società tradizionalmente atea, probabilmente gli individualisti sarebbero i monoteisti.

Siamo anche d’accordo che le persone sono animali sociali, ma c’è società e società. E’ sperabile che oggigiorno bandiere semplici e fuorvianti come religione, nazionalismo e famiglia possano il più possibile essere sostituite da altre come partecipazione, collaborazione e responsabilità.
In particolare la patria, in un modo sempre più globalizzato, diventa qualcosa di evanescente.

massi

Più che altro la patria diventa il confinamento di tutto: delle guerre, delle persone fisiche, delle gabbie salariali e occupazionali, fuorché dell’accumulo capitalista.

San Dokan

@ Pippo

Parli di “noi atei” quasi come se fossimo una sorta di specie a parte, staccata dall’homo sapiens; davvero facciamo questo effetto? 🙂

Sul fatto che l’essere umano sia un animale politico (dal greco politéia, “stare insieme”) non c’è dubbio, e qui nessuno mette in discussione questo nel voler rimarcare l’azione (e, indirettamente, il valore) dell’individuo piuttosto che quella che del gruppo; se nell’articolo ed in parte dei commenti c’è un’impostazione “individualistica” del discorso, è per il semplice motivo che l’essere umano, prima di essere gruppo, è individuo (precisazione importante: tale condizione di individuo non lo pone automaticamente in contrasto col gruppo, nè gli impedisce automaticamente di poterne fare parte). Poi ci sono tanti modi di vivere la propria individualità: quella dell’eremita senza contatti col mondo esterno, quella del rambo eroe-macho incazzato col mondo, quella del bohemien idealista e squattrinato… e c’è anche quella, da me auspicata ed auspicabile, di chi comincia a conoscere e comprendere bene se stesso, prima di voler conoscere e comprendere gli altri, per non dover essere costantemente in balìa dell’ignoranza e della superficialità sia proprie che degli altri, e di avere sempre una valida autocoscienza che lo facciano essere una Persona, non una pecora.

A questo punto arriva la domanda: ma allora, così facendo, è possibile avere un’etica condivisa tra più individui? La mia risposta è sì, e penso che sia questa il caso di chi costruisce la propria etica dal basso senza farsela pigramente ed acriticamente calare addosso dall’alto, condividendola (divendendola-con) con chi ha fatto lo stesso percorso. Per farti un esempio concreto ed immediato di tale etica condivisa dal basso, c’è un mio commento fatto a questo articolo ieri alle ore 18:03, nel quale scrivevo che è un piacere trovarsi d’accordo con Carcano ed essere arrivati a conclusioni simili senza prima conoscere l’uno il pensiero dell’altro, e senza bisogno che ci fosse un capo assoluto a voler determinare la Legge Eterna a cui tutti devono adeguarsi volenti o nolenti. E ti assicuro che questo da me sperimentato è il tipo di “etica condivisa” più piacevole che ci sia, perchè essere delle pecore sempre chine a qualunque cosa dica il Padrone Assoluto non significa “avere un’etica condivisa”, significa semplicemente essere schiavi, intellettualmente ed intrinsecamente schiavi. Magari poi può anche trattarsi di schiavitù volontaria, ma sempre schiavitù resta (con ciò non voglio dire che qualora tu fossi credente questo sia il tuo caso personale, beninteso).

Un saluto.

Pippo

‘voi atei’, ‘noi credenti’…. ‘loro liberisti’ …. ‘loro finlandesi’…. parlando di gruppi cuturali, etnici, politici o religiosi qualche approssimazione nel linguaggio di solito mi scappa. Però è interessante che tu abbia rimarcato proprio questa accezzione, come se l’essere classificato in un gruppo ti desse disagio.
Va un po’ nella considerazione del mio intervento.

Ciao.

Diocleziano

Pippo,
sono dell’opinione che di etica ce ne sia una sola.
Se all’apparenza può sembrare che ci siano etiche diverse è perché qualcuno
prende in considerazione la parte che gli fa comodo… e magari la distorce
anche un po’.
In un mondo perfetto non ci sarebbe posto per il concetto di ‘patria’ e, forse,
nemmeno per quello di famiglia: dove tutti si rispettano i sentimenti non sarebbero
più così ‘esclusivi’, nel senso letterale del termine.

Tornando all’etica, la chiesa si arroga un primato che non ha, anzi, vorrebbe
monopolizzare le coscienze secondo un suo disegno di potere deformato e
sbilanciato su temi nei quali non deve permettersi di intervenire. L’ossessione
centrata sul controllo del comportamento sessuale parla da sola.
Quindi ‘dio’ è un elemento di disturbo nello svolgimento sereno della vita
di un popolo. È sufficiente un’etica compiutamente realizzata.

Il problema della ‘scelta individuale’ sussiste proprio perché la chiesa parcellizza
l’etica: se ne è ritagliato un pezzo e pretende che sia quello giusto. Se, come si
è detto un milione di volte, tu non accetti l’aborto, i matrimoni omosessuali ecc.
non lo devi impedire agli altri e nessuno sarà costretto a fare quelle che ti sembrano
scelte individuali. Nella vostra accezione sembra che ‘individuale’ sia sinonimo
di contro la società (quella sana, immaginata dalla chiesa).

giuseppe

Notizie amare anche per le cellule anti-teiste e razionaliste, in quanto se negli anni ’80 si professava solidamente credente, riconoscendosi in un credo organizzato, il 45,1% (1988) degli italiani, oggi la quota di popolazione che si riconosce in questo è pari al 65,6% (anno 2011). A questi si aggiunge un 15% (nell’88 erano il 22%) di quelli che avvertono una Presenza oltre la realtà materiale, arrivando sopra l’80 per cento. In calo chi afferma di non occuparsi di Dio, solo l’8% nel 2011 mentre nel 1988 era il 12,9%. Il che vuol dire, si legge, che l’ateismo si comprime, e chi crede si affida sempre meno a un Dio fai da te, ricostruito secondo necessità nelle burrascose notti dell’anima, ma si riconosce maggiormente nel cattolicesimo.

Tanto per completare parzialmente i dati. Facile capire chi é in estinzione !!!

FSMosconi

Qualcosa tipo AgereContra o il CCSG, per quel che sembra per i numeri sperticati.
Non escluderei qualche sito CLino però, eh? 😉

Kaworu

tra l’altro, io sarò anche discalculica…

ma 15 mi sembra meno di 22, quindi “A questi si aggiunge un 15% (nell’88 erano il 22%) di quelli che avvertono una Presenza oltre la realtà materiale,” a me sembra “c’è stato un CALO del 7% in quelli che avvertono una presenza oltre la realtà materiale.

Diocleziano

giuseppe,
presto! manda subito quei dati in vaticano: loro pensano che la chiesa stia affondando!

Fri

riconoscendosi in un credo organizzato, il 45,1% (1988) degli italiani, oggi la quota di popolazione che si riconosce in questo è pari al 65,6%

un credo organizzato non significa cattolicesimo. Molto probabilmente questo aumento e’ dovuto all’immigrazione dai paesi musulmani

A questi si aggiunge un 15% (nell’88 erano il 22%) di quelli che avvertono una Presenza oltre la realtà materiale

quindi vuol dire che quelli che avvertono una Presenza oltre la realtà materiale sono diminuiti dall’88 ad oggi. Un punto a favore degli atei/agnostici. Grazie.

n calo chi afferma di non occuparsi di Dio, solo l’8% nel 2011 mentre nel 1988 era il 12,9%

Il che probabilmnete significa che sono in aumento quelli “si occupano di dio”, cioe’ che si pongono domande sulla sua esistenza e riguardo alla religione. Questo non vuol dire che questa gente diventi credente se prima non lo era… puo’ essere anche che si renda conto che la sua religiosita’ e’ semplicemnte dovuta alla tradizione e all’educazione.

Stefano

@ giuseppe

” Il che vuol dire, si legge, che l’ateismo si comprime, e chi crede si affida sempre meno a un Dio fai da te, ricostruito secondo necessità nelle burrascose notti dell’anima, ma si riconosce maggiormente nel cattolicesimo.”

Quindi non devi preoccuparti. Ora puoi andare a nanna tranquillo.

Avverti tu che Missione Metropolis è inutile?

“Lanciando la missione a Lisbona, il patriarca della città, cardinale José da Cruz Policarpo, ha evidenziato come la nuova evangelizzazione sia un tema caro al Papa soprattutto dinanzi ad un’Europa caduta “in una sorta d’indifferenza e agnosticismo” e dove le comunità cristiane sono diventate “minoranza e spesso non tutti i membri di queste comunità hanno una profonda comprensione di ciò che è la fede cristiana”

Che tu non ne azzecchi una neanche per caso è fatto da sottoporre a seria indagine scientifica….

Sandra

“anni ’80 si professava solidamente credente, riconoscendosi in un credo organizzato, il 45,1% (1988) degli italiani, oggi la quota di popolazione che si riconosce in questo è pari al 65,6%”

Distribuzione per età/reddito/titolo di studio?

Resta che la pratica religiosa è bassa: solo 1/3 frequenta abitualmente un luogo di culto, e dato che la messa è obbligo per i cattolici, ne consegue che meno di 1/3 degli italiani è cattolico. Una minoranza quindi.
E’ in estinzione il monopolio della chiesa cattolica. Questo non implica necessariamente l’estinzione del pensiero religioso, al contrario, una ”iddiodiversità” più consona al vivere laico e rispettoso di tutte le “credenze”.

firestarter

La fonte e’ l’Unione Capre Cocciutamente Refrattarie

firestarter

giuseppe,

ma il portale di falliti da cui tu ed altri sottoprodotti della repressione sessuale provenite vi paga tanto a intervento o tanto a parola? (il che spiegherebbe la assenza di concetti)

Stefano

@ firestarter

🙂

Se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti….

Stefano

@ giuseppe

“Notizie amare anche per….”

Caro mio, visti i tuoi interventi qui di notizia amara ce n’è una sola….

Anzi sòla….

RobertoV

Suppongo che la fonte sia il fornitore di numeri ed analisi a caso Introvigne, uno al livello di Voyager, uno che racconta al suo pubblico che sono aumentate le persone che vanno regolarmente a messa dal 38 al 41% quando le stesse indagini fornite dalla chiesa indicano un’effettiva partecipazione del 15-20% e solo nelle dichiarazioni si parla di un 30% (contestato a ragione dagli stessi preti che osservano la situazione reale). Cifre solo per la propaganda, tanto nessuno di loro andrà a controllare perchè vogliono vivere in una realtà illusoria.
Va detto che credere in qualcosa di trascendente non vuol dire credere nella religione cattolica: anche chi è superstizioso, va dai maghi crede in qualcosa di trascendente.

Markus

Anche Repubblica deve ben riempire i suoi spazi.
Talvolta il censis mi trova d’accordo, questa volta potranno forse aver ragione, ma il risultato è penosamente preoccupante.

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