Ravasi attacca pesantemente Celentano

Sarà anche alla guida dell’austero Pontificio Consiglio della cultura, ma i toni che usa sembrano semmai perfetti per i talk show italiani. Abituato a prendersela con gli atei nazional-popolari, questa volta gli strali del card. Gianfranco Ravasi si sono indirizzati contro Adriano Celentano. Un cantante che si professa cristiano, ma in un modo che non piace al porporato.

Per cui ieri, scrive l’ASCA, Ravasi ha deciso di commentare a suo modo anche gli sproloqui teologici che il Molleggiato ha dispensato dal palco di Sanremo. Il cardinale ha voluto riservarsi l’uso di “parole come ‘Dio’ o ‘paradiso'”: perché “quando vengono usate da persone ignoranti” finiscono per essere avvolte “come da una nuvola dorata”. E diventano pertanto “realtà vaghe che possono essere accolte perché inoffensive per le scelte di vita”. A questo punto ha fatto un esplicito riferimento alla new age.

Secondo Ravasi, “la spiritualità non è decollare dalla realtà concreta verso cieli mistici, ma interpretare il reale attraverso uno sguardo più profondo”. E ha aggiunto: “Anche l’autentica teologia non può essere solo speculazione, ma analisi e giudizio sul reale, la contingenza, la realtà”. Bando ai teologi “non autentici”, dunque: nello stesso tempo, per il suo Cortile dei gentile cerca atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza. La teologia “autentica”, ovviamente.

La sparata contro il teologo Celentano è giunta però da un pulpito sospetto: quello della presentazione di una nuova collana di libri di spiritualità proposti da Famiglia Cristiana. Guarda caso, proprio uno dei due giornali cattolici presi di mira anche sabato scorso da Celentano. Oggetto a sua volta di una contestazione che quasi tutti gli operatori del settore hanno definito “orchestrata”.

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66 commenti

massi

Celentano è un credino simpatico: ha fatto inalberare tutti dicendo nulla più che fesserie.

Francesco S.

Ovviamente il monopolio ($) su dio ce l’hanno le alte sfere della gerarchia, non faranno più roghi di eretici e miscredenti ma la mentalità è rimasta la stessa.

Federico Tonizzo

Però il mio messaggio sul sito di Celentano è “in attesa di approvazione”… 🙁

Giuseppe1

Direi che questo è uno dei casi in cui di può dire «ciò di cui non si può parlare, occorre tacere».
Due millenni di autofraintendimenti con gli altri e con se stessi con parole come «Dio» e «Paradiso», e poi negl’ultimi cento anni frenata brusca a “interpretare il reale attraverso uno sguardo più profondo”.

Giorgio Pozzo

La teologia, rispetto alla scienza, non utilizza affatto uno sguardo più profondo sulla realtà: chiude proprio gli occhi!

Giuseppe1

Infatti sto aspettando che si concluda la frenata. E’ un problema loro se non sanno (e non possono di fatto) intendersi universalmente sulle cose in cui dicono di credere (autofraintendimento, appunto).

Federico Tonizzo

Ogni “credente” si fa un dio “a propria immagine, secondo la propria somiglianza”, specularmente rispetto a quanto racconta Genesi. Per questo le religioni “abramitiche” (e il cristianesimo in particolare) hanno sempre avuto molte “eresie” 🙂
Giusta l’osservazione “La teologia, rispetto alla scienza, non utilizza affatto uno sguardo più profondo sulla realtà: chiude proprio gli occhi!”, infatti le religioni, eresie comprese, sono altrettanti deliri.
La “frenata”? Forse ci sarà quando tutta l’umanità sarà molto ben istruita riguardo a storia e scienze naturali… Prima, le religioni (eresie comprese) possono sempre avere una qualche sussistenza e magari possono anche venirne inventate di nuove…

sergio

dio e paradiso hanno il copyright? Ganzo, parole senza significato che tutti si contendono

Diocleziano

«…per il suo Cortile dei gentili cerca atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza…»

Se troverà atei taroccati potrà trovare la conferma per una scienza taroccata.

Ma Ravasi… Ravasi… benedetto uomo, scenda dal pero! Colmi la lacuna che c’è nella sua
mostruosa cultura e legga Jarry: troverà la risposta che le aprirà la visione sull’ineffabile
scienza del nulla, la PATAFISICA, la scienza delle soluzioni immaginarie. Esattamente come la teologia.

faber

“Anche l’autentica teologia non può essere solo speculazione, ma analisi e giudizio sul reale, la contingenza, la realtà”
Ahahahahah teologia come analisi del reale!!! Ahahahahahah teologia e contingenza!!! Ma ci credono almeno loro a quello che dicono?

bruno gualerzi

“Bando ai teologi “non autentici”, dunque: nello stesso tempo, per il suo Cortile dei gentile cerca atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza. La teologia “autentica”, ovviamente.”

Lo ‘status di scienza riconosciuto alla teologia’? Ma di che scienza sta parlando il Ravasi? Non si è sempre detto (loro hanno sempre detto) che la scienza può spiegare molte cose, ma non tutto… e adesso si pretende che la teologia diventi scienza per ‘spiegare’ ciò che può essere solo oggetto di fede? ‘Scienza teologica’, certo, ma non è casuale che venga metabolizzato questo termine…
La verità è che la lotta della chiesa contro la modernità non può più essere relegata alle denunce dei limiti della modernità (limiti che a mio parare ci sono… ma l’ultima a denunciarli dovrebhbe essere proprio la chiesa), ma deve impossessarsi dello strumento che ha reso il suo processo – almeno sul piano culturale – irreversibile, cioè porre il suo marchio su quella razionalità che sta alla base della ricerca scientifica. E così il ruolo che la teologia ha sempre ricoperto all’interno delle religioni (‘spiegare’, nel senso di rendere comunque plausibile, il perchè del primato della fee), va sempre più rafforzato, ‘modernizzato, appunto. Incuranti della insostenibilità di simile tentativo: l’importante è non perdere il treno della storia. Tanto, alla prima occasione (v. Galileo, Darwin ecc, ) pretesti per fare marcia indietro il necessario per non perdere troppo la faccia non mancheranno certo.
In quanto al buon Celentano… che tra l’altro alla fine è pur sempre uno della parrocchia… ci vorrà poco per rimetterlo in riga.

Otzi

Io penso che Ravasi sia l’espressione più autentica di un delirio teologico. E chi sarebbero mai i teologi non autentici? Egli sa bene che autenticità teologica é ben altro da autorità teologiche che si autodefiniscono ortodosse e… infallibili. E da tale posizione fallace blatera (la sua vita é solo verba praetereaque verba ossia la fallacia teologica): “L’autentica teologia é analisi e giudizio sul reale, la contingenza, la realtà”. Proprio ciò che il Molleggiato (forse voce di istanze conservatrici e fondamentaliste) contestava chiedendo di chiudere e riprendere l’infantile discorso della favola del paradiso magari nella più attuale terminologia puffesca. L’assurdità di questa contestazione, che ha finito anche per attirargli fischi e contestazioni, ha condotto però Ravasi al delirio. Cioè l’autentico discorso su dio é analisi e giudizio sul fenomeno della sacra pedofilia clericale e relative cure canoniche, sulle banche del Vaticano e sulla scientificità della verità assoluta che papa e vescovi, privilegiati produttori del “reale” devono poter commerciare in piena libertà e senza alcun vincolo di garanzie per l’utente. Questo sarebbe il reale-dio ravasiano: Tutto il resto è mistica e metafisica antiscientifica. Il reale è ciò che alberga nella mente di questi uomini di dio. Che schifo!

crebs

Ho riletto la notizia riportata e la frase “…per il suo Cortile dei gentile cerca atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza. ” non è virgolettata; non sono quindi sicuro che una frase del genere sia stata pronunciata da Ravasi.
Se invece avesse detto proprio questo, la frase qualificherebbe o la cultura o la buonafede di Ravasi, qualunque sia invece l’idea di Florensky in merito.

gmd85

Eh, mi sa che questo gli atei che dice lui non li troverà mai. La teologia come scienza? Si, della fuffa, al massimo.

Congo

Atei che riconoscono la teologia come scienza??!!! :-O

E’ più facile trovare vegani che mangiano carne!!

Rudy

“Anche l’autentica teologia non può essere solo speculazione, ma analisi e giudizio sul reale, la contingenza, la realtà”: dovesse, veramente, perseguire questo obiettivo si troverebbe in mezzo ad un mondo, quello reale, totalmente differente da quello sul quale le istituzioni ecclesiastiche, è il caso di dirlo, pontificano.
Mi è diventato relativista?

crebs

……….Celentano. Oggetto a sua volta di una contestazione che quasi tutti gli operatori del settore hanno definito “orchestrata”.

Già due giorn prima della contestazione a Celentano qualcuno aveva scritto cosa si stava preparando, ad opera, secondo l’articolo, di Gorla e Verro.
L’articolista è un forunato, un profeta, un indovino, un medium o solo una persona informata?
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/sanremo-disoccupati-i-consiglieri-rai-verro-e-gorla-ahi-loro-berlusconiani-corrono-allariston-con-35670.htm

Per quanto riguarda Ravasi e la teologia, come formazione professionale (sono ingegnere) e per esperienza lavorativa concordo pienamente con lui; si sa infatti che tutte le macchine (elettriche, meccaniche, elettroniche) funzionano, almeno in Italia, secondo il principio del miracolo: una preghiera e la macchina si avvia, un’altra preghiera e si ferma, così, per miracolo.
Se poi si dovesse guastare, vuol dire che è stato commesso qualche peccato; basta confessarsi e, per miracolo, la macchina riprende a funzionare.

gioacolp

Perbacco, mi trovo in buona compagnia. Se la macchina si dovesse fermare una seconda volta, be allora ci vorrebbe solo la benedizione con l’acqua santa

Giorgio Pozzo

Attenzione a leggere correttamente l’infido messaggio che si cela dietro alla “ricerca di atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza”.

A parte il fatto incontrovertibile che di atei siffatti ce ne sono, purtroppo (qualcuno li chiama “atei devoti”, o sbaglio?), resta il fatto che qui si cela una strategia molto discutibile, oserei dire proditoria e oltremodo fastidiosa.

Per la teologia (e soprattutto per Florenskij), la teoria dell’Evoluzione è scienza solo parzialmente. Riguardo agli aspetti che possono piacere alla teologia, allora la teoria è accettabile. Per quanto riguarda invece quegli aspetti che non piacciono alla teologia, allora abbiamo “scientismo”, cioè manipolazione faziosa della scienza.

Che siano atei oppure no, tutti quelli che non hanno capito, o si rifiutano di capire (sempre Florenskij, ad esempio), che tra religione e scienza (come tra fede e ragione) non esiste alcuna sovrapposizione, fanno il gioco della teologia più meschina, e cioè quella volta a rifiutare, anzi peggio, scardinare, la scienza “scomoda”.

E, notate, non è solamente la teoria dell’Evoluzione nel mirino della teologia: non dimentichiamoci che avevamo un presidente del CNR il quale affermava che uno tsunami era stato inviato da dio. Se questa persona fosse veramente una persona di scienza, non asservita alla teologia, saprebbe benissimo che i fenomeni naturali non contengono finalismo (questo è il postulato fondamentale su cui si basa la scienza).

Scienza e teologia, quindi, non hanno nulla in comune, semplicemente.

Stefano

@ Giorgio Pozzo

“tra religione e scienza (come tra fede e ragione) non esiste alcuna sovrapposizione”

Mica sono così d’accordo. Se la religione fa affermazioni che rientrano nel campo di indagine della scienza certo che si sovrappongono.

Deismo e scienza forse no, ma teismo interventista e scienza credo proprio di si.

In caso contrario non vedo come tu possa dire:

“non dimentichiamoci che avevamo un presidente del CNR il quale affermava che uno tsunami era stato inviato da dio. Se questa persona fosse veramente una persona di scienza, non asservita alla teologia, saprebbe benissimo che i fenomeni naturali non contengono finalismo (questo è il postulato fondamentale su cui si basa la scienza)”

Qui si pretende un intervento (non dimostabile) su un fenomeno naturale la cui spiegazione sufficiente è data dalla scienza.

Idem per fede e ragione. Se la prima fa un’affermazione irrazionale intende farla sovrapponendosi a quella razionale. Non credo che una persona faccia sullo stesso oggetto una affermazione irrazionale e una razionale e le possa ritenere ambedue valide e non sovrapponentesi.

O, forse, non capisco cosa intendi.

bruno gualerzi

Credo di concordare con Giorgio Pozzo.
Sostenere che ‘scienza e teologia non hanno nulla in comune’ è da mettere in relazione al fatto che perseguono un tipo di conoscenza il cui fondamento non ha proprio nulla in comune, il che condiziona poi ovviamente sia i procedimenti che gli obiettivi.
E anche quando la scienza smentisce inequivocabilmente tante tesi pretese scientifiche dalla dottrina in modo tale che – per quelle specifiche questioni – alla dottrina non resta che abbozzare (sia pure dopo la più strenua resistenza… e in ogni caso pronta a sfruttare qualsiasi difficoltà della scienza per denunciarne la fallacia),
la fede consente di metabolizzare tutto, e infine…
proprio per lo statuto epistemologico e deontolgico della scienza secondo cui non si pone mai un traguardo ultimo alla ricerca, sia nel senso che ogni conoscenza raggiunta diventa la base oggettiva per ulteriori conoscenze, in ogni caso sempre rivedibili e precisabili, sia nel senso di non prefiggersi spiegazioni esaustive della cosidetta realtà…
la teologia può ‘permettersi’ sempre un passo avanti (nel senso di presumere di superarne i limti) di qualsiasi traguardo conoscitivo raggiunto dalla scienza.

Il che non toglie – e credo sia questa la tua principale obiezione a Giorgio – che, per restare all’esempio, si possa dare una spiegazione correttamente scientifica ad un fenomeno naturale e poi ‘giudicarlo’ secondo una visione che appunto, appartiene alla teologia e non alla scienza. Lo tsunami è certamente dovuto a vicende naturali spiegabili razionalmente… ma il loro ‘perchè’ (la ragione ultima per cui la natura si comporta in un certo modo, il significato vero da dare alle conseguenze) solo la teologia può offrirlo.

Bee

@bruno

“Lo tsunami è certamente dovuto a vicende naturali spiegabili razionalmente… ma il loro ‘perchè’ (la ragione ultima per cui la natura si comporta in un certo modo, il significato vero da dare alle conseguenze) solo la teologia può offrirlo.”

Certo, tuttavia dire, come è stato fatto, che terremoti e tsunami sono punizioni atte a castigare con indicibili sofferenze questa o quella popolazione per i suoi peccati (ogni riferimento a vicedirettori di istituti scientifici nazionali è puramente casuale…) non solo è intellettualmente disonesto, ma anche moralmente ripugnante. E per questo sono sicuro che vi sono fior fiore di teologi, o comunque credenti, che rimarrebbero inorriditi di fronte a tali affermazioni, e volendo proprio dare interpretazioni del suddetto fenomeno di sicuro opterebbero per soluzioni più “soft”. Ed è proprio questo il punto: l’estrema soggettività della teologia, o più semplicemente dell’ attribuzione di un senso superiore a tutto ciò che ci circonda, che in ultima analisi si rivela, a mio parere, in tutta la sua pochezza. Perché è sempre la stessa, presunta “forza che tutto muove”, letta a piacere a seconda delle proprie esigenze, simbolo ultimo della tendenza dell’ uomo a voler dare un significato ad un mondo che non perde occasioni per ricordargli quanto egli sia insignificante. Considerando questo, quello stesso passo avanti che la teologia si permette, per sua stessa natura… E’ sostanzialmente, a mio parere, del tutto arbitrario e senza valore.

bruno gualerzi

@ Bee
Spero che la frase del mio commento che hai riportato non sia stata travisata (non mi pare, ma in certi passaggi mi è sorto il dubbio…). Figuriamoci se non ritengo assurda, anzi ignobile, una simile ‘iterpretazione’ del fenomeno! Volevo solo porre in rilievo (e tieni presente che per tanti credenti la ‘lettura’ di Radio Maria – te lo dico per esperienza diretta – è sostanzialmente condivisa… e del resto esiste una teodicea inventata dai teologi apposta per ‘giustificare’ il male nel mondo!) che può benissimo coesistere nello stesso individuo, quale che sia il suo livello culturale (esistono o no tanti scienziati credenti?), sia la ‘giustificazione naturale’ (lo tsunami è dovuto ad un maremoto ecc.) che la ‘giustificazione religiosa’. Niente accade che dio non voglia… altrimenti che dio sarebbe?

Stefano

@ Bruno

Continuo a pensarla come ho esposto sopra.

Prima di sapere in che modo avvenga la combustione posso attribuirla al flogisto.
Quando ho trovato la soluzione, se sono uno strenuo sostenitore del flogisto, posso pure tentare di trovare una riformulazione di quello che faccia entrare dalla finestra quel che è uscito dalla porta ma è chiaro che è una scusa necessaria a non abbandonare un’ipotesi cara. Flogisto o dio.

Specie se la spiegazione fondata e attendibile produce effetti tangibili e la riformulazione solo chiacchiere.

Non solo, le riformulazioni che si vogliono sovrapporre alle spiegazioni scientifiche non solo sono di per sé stesse meno credibili ma inevitabilmente – come forzature – cozzano con altre parti del sistema di credenze sovrannaturale, facendolo funzionare a singhiozzo e contro sé stesso. Non si può certo dire a cuor leggero che le spiegazioni scientifiche contrarie ad affermazioni di fede non costituiscano un problema per il sistema di credenze sovrannaturale. Ne richiedono un supplemento, per buttar giù un ulteriore rospo.

I tentativi goffi di Florenskij di sovraimporre una finalità all’evoluzione – per dirne una – lungi dal risolvergli il problema gliene creano altri.

Se De Matteis avesse detto che i terremoti sono un castigo di dio nel medioevo nessuno si sarebbe sognato di ridergli dietro, anzi, probabilmente quasi tutti avrebbero fatto penitenza. Oggi non è così semplice spararle così grosse.

Non si sovrapporranno, ma a un pò a pugni fanno.

Insomma, si è capito, non sono certo un fan di Stephen Jay Gould e dei magisteri che non si sovrappongono.

Stefano

@ Bruno

Aggiungo, mentre la crescita del sapere scientifico tende ad accrescerne la coerenza in ogni suo ambito, allo stesso tempo non credo che ne aggiunga a quello religioso, anzi.

bruno gualerzi

@ Stefano
“Aggiungo, mentre la crescita del sapere scientifico tende ad accrescerne la coerenza in ogni suo ambito, allo stesso tempo non credo che ne aggiunga a quello religioso, anzi.”

Ciò che affermi può valere per la comunità scientifica, non certo per la teologia. Alla quale attribuisci una coerenza di tipo, appunto, scientifico, razionale, che invece per lei non ha alcun valore… o meglio, alla quale attribuisce un valore solo relativo. E relativo soprattutto per quel che riguarda ‘il fine ultimo’ di tutto ciò che esite e accade… ciò che ovviamente esula completamente dalla scienza. D’altra parte… come replicavo a Bee (che però mi ha frainteso !(^_^)… le infami dichiarazione dei vari De Matteis, trasmesse da quella potentissima emittente che è Radio Maria, che ha milioni di ascoltatori che aspettano solo di sentir dire cose del genere (compreso, per sua ammissione, il nostro Florenskij)… fanno presa e come! Perchè infine (sempre come dicevo sopra) c’è tutta una teologia… che naturalmente usa toni meno beceri… ma che NELLA SOSTANZA ritiene le stesse cose.
Tu puoi dimostrare senza che ti si possa smentire in base a criteri razionali la causa di un qualsiasi fenomenno naturale, ma di fronte alla fede la partita, se la vuoi giocare nel suo campo, è persa in partenza. E’ stato dimostrato che i fulmini non li scaglia Giove, che la terra è rotonda e viaggia intorno al sole diversamente da ciò che dice la bibbia (cito ovviamente due casi emblematici di chissà quanti altri)… ma non mi sembra proprio che la credulità della stragrande maggioranza dei credenti, il fideismo in generale sotto qualsiasi forma si manifesti, siano diminuiti di molto da allora. Per certe cose, sempre NELLA SOSTANZA, siamo ancora al medioevo.

Stefano

@ Bruno

“Tu puoi dimostrare senza che ti si possa smentire in base a criteri razionali la causa di un qualsiasi fenomenno naturale, ma di fronte alla fede la partita, se la vuoi giocare nel suo campo, è persa in partenza”

Non si può certo dire a cuor leggero che le spiegazioni scientifiche contrarie ad affermazioni di fede non costituiscano un problema per il sistema di credenze sovrannaturale. Ne richiedono un supplemento, per buttar giù un ulteriore rospo.

A forza di ingoiare rospi molte volte si affoga 🙂

firestarter

bruno,

se la teologia e la scienza non fossero sovrapposte l’esegesi biblica sarebbe inutile. Invece orde di patetici teologi si affannano a tradure in virtu’ teologiche le necessita’ scientifiche (citazione da Jerry Coyne) che ogni giorno rendono sempre piu’ nudi i loro re

Giorgio Pozzo

Stefano,

io volevo mettere in guardia sul pericoloso tentativo cattolico-clericale di asservire la scienza (o meglio, parte di essa) alla teologia.

Tentativo che, aggiungevo, oltre che essere pericoloso, risulta anche insostenibile, in quanto religione e scienza non hanno nulla in comune. La religione è fondata sul trascendentale e soprannaturale, mentre la scienza è fondata su un’epistemologia del naturale.

giancarlo bonini

Bravo Ravasi!
Quando sento parlare di teologi non “autentici”, pertanto certificati dalla Chiesa, mi ricordo delle diatribe da pollaio tra i “veri” e i “falsi” maghi, che deliziano a volte le serate televisive.

ALESSIO DI MICHELE

Che il tutto sia una “manfrina” (per i non romani: manovra artificiosa che mellifluamente vuole ottenere uno scopo molto diverso dall’ apparente) è evidente: in primis Celentano è uno che concepisce i libri solo come strumenti per schiacciare le zanzare, e quindi Ravasi, se vuole “se lo mangia e se lo ricaca”. In secundis è un vecchio trucco: ti attacco virulentemente su un argomento secondario, di cui frega poco a noi e molto meno ai cattolici, per far vedere che il cardinale accetta le critiche persino dai suoi, e per far accapigliare i poveri di spirito su questioni irrilevanti, mentre magari se ne stuprano i figli al catechismo ed il lavoro con le prebende di stato. Un po’ come l’ antichissima questione del bacio di Andreotti a Riina. Sarà un caso che è tutto avvenuto dal podio di Sanremo ?

Otzi

Credi a questo: Non usare mai il verbo “dovere”. Tu non “devi” credere. Non ti basti?

giulio

“Bando ai teologi “non autentici””

E quali siano i teologi autentici lo autocertifica la CCAR.

“nello stesso tempo, per il suo Cortile dei gentile cerca atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza”

Atei che riconoscono alla teologia lo status di scienza tutto si possono definire tranne che atei.

ALESSIO DI MICHELE

Non è vero: è la scienza per fottere il prossimo. Efficientissima, con apparato teorico e fior di riscontri sperimentali.

Stefano

“cerca atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza”

Difficile, a meno che non ammetta la possibilità di falsificazione di ogni sua (della teologia) ipotesi.

E costui sarebbe l’uomo di cultura tanto osannato dal “nostro” Florenskij?

Stefano

@ Kaworu

No, anzi, le parole di Ravasi mi sembrano quelle di Florenskij. Che sia lui in incognito?

🙂

elena

La teologia con lo status di scienza? ussignùr. M’immagino un Ravasi che introduce un aneddoto che parla di tutt’altro per fare sfoggio di erudizione e poi si approcci a alla teologia scientifica: “Mi va di raccontarvi che durante l’assedio della città di Ninive un soldato Caldeo si allontanò una notte per osservare le stelle in pace e meditando sul transfinito vi trovò tracce dell’eterna domanda che scuote il cuore dell’uomo e che secoli e secoli dopo si sarebbe riversata in un sogno narrato da Cesario di Heisterbach come si evince da una glossa ai commentari di San Crapazio di Scarbendola ritrovati a Saragozza insieme ad altri manoscritti, secondo la testimonianza dello Pseudo-Jan Potoki. Ora possiamo affermare che, secondo la scienza teologica, Gesù Cristo è vero dio e vero uomo nel limite di più o meno tre sigma”

(A proposito, la teoria dell’errore viene dal Maligno?)

Federico Tonizzo

“cerca atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza” HA HA HA!!! 😆

Già, sembra un annuncio di ricerca di cose estremamente rare: “AAA – Atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza crecansi. Inviare curriculum da leccaculum. Massima considerazione per atei noti in ambito scientifico, ma devoti alla Santa Romana Chiesa. Astenersi perditempo, perchè abbiamo fretta di combattere il relativismo e di riconq… ehm, di rievangelizzare l’Italia e il mondo” :mrgreen:

whichgood

“la spiritualità non è decollare dalla realtà concreta verso cieli mistici”

E l’atterrare della realtà concreta in un pantano di fuffa.

Bulk

l’uso di parole “babbo natale e fatina del bosco” quando sono usate da chiunque, sono l’esatto corrispondente delle parole “Dio e Paradiso” usate dalle gerarchie eclesiastiche.
Tutte favole.

FSMosconi

Puro marketing.
Piuttosto vigliacco anche visto che il prodotto viene venduto subito dopo la contestazione. Sui temi della contestazione.
Come dire: Ma no… cosa vi viene in mente… con la freccia “torto marcio” visibile a tre chilometri di distanza.
🙄

Syd

“Atei che riconoscano alla teologia lo status di scienza”; sì, e liberaldemocratici che riconoscano a Kim Il-Sung lo status di presidente (eterno) della galassia.
Ravasi, a me più che uomo di cultura sembri l’imperatore delle cacchiate.

stefano

è una polemica strumentale, tra un povero mentecatto che si crede un profeta e una struttura gerarchica potente e ricca che in passato lo aveva difeso quando quest’ultimo si scagliava contro aborto e divorzio.
uno spettacolo triste, che può esistere solo in questa repubblica delle banane.

Batrakos

In tutta la querelle il più reazionario, tra Ravasi e Celentano, è secondo me Celentano.
Il vecchio molleggiato vorrebbe -o così a me pare avendo letto qualcosa qua- che i media cattolici parlassero di dio e di paradisi e non di attualità e politica, come a dire che i cattolici non dovrebbero essere troppo informati sulla politica, in modo che altri la possano fare come vogliono intanto che loro leggono discettazioni teologiche ed escatologiche
Se ha ragione Gaber per cui ‘libertà è partecipazione’, Celentano spinge decisamente contro la partecipazione e verso l’assunzione di massicce dosi di oppio dei popoli.

Paul Manoni

Non proprio Batrakos… 😉
Non e’ che Celentano vorrebbe che i media cattolici, non parlassero di politica, o addirittura che i cattolici non venissero informati su essa. Semplicemente vorrebbe che i media cattolici “non influissero” (leggi ingerenze) sulla politica.
Perchè e’ vero che l’attacco della prima puntata di S.Remo e’ stato fatto principalmente nei confronti dei media cattolici, ma e’ anche vero che l’attacco e’ stato ribadito nella seconda, stigmatizzandolo ed evidenziando la colpa di Vescovi e Cardinali vari.
Non si parla quindi di un una “censura” vera e propria che Celentano avrebbe chiesto, ma di un “invito” alla CCAR, ad occuparsi più di ciò che di loro competenza: dio, Jesus, ed altre illusioni di questo genere. Pittusto che politica ed ingerenze solite. 😉

Batrakos

Per me, in una società laica e democratica, i cattolici, come cittadini ma anche negli organi di infornazioni e anche nelle gerarchie, possono mettere bocca sulla politica e dire la loro sempre nei limiti costituzionali.
I preti in chiesa e nelle loro funzioni dovrebbero parlare di dio e delle loro cose, ma quando un prete finisce la sua funzione perchè non dovrebbe poter dire la sua, nè più nè meno (e in questo ‘nè più nè meno’ sta tutto il senso della laicità) di chiunque altro?

mistergrey

Certo, tuttavia dire, come è stato fatto, che terremoti e tsunami sono punizioni atte a castigare con indicibili sofferenze questa o quella popolazione per i suoi peccati (ogni riferimento a vicedirettori di istituti scientifici nazionali è puramente casuale…) non solo è intellettualmente disonesto, ma anche moralmente ripugnante”

Ma infatti a volte ci si chiede se tali individui giovino alla chiesa.

Esiste una “teologia” ufficiosa e spicciola, non riconosciuta dalla chiesa ma non condannasta decisamente, che prospetta una visione più accomodante del rapporto uomo-divinità .

Sicuramente lassista per i più conservatori, negli ultimi decenni ha permesso a questi ultimi di non restare soli a custodir le insegne (almeno in Europa), per dirla manzonianamente.

Di contro, ogni tanto si leggono certe deliranti e , direi provocatorie, affermazioni.

Permetterle è forse un modo per lanciare codesto iattante messaggio: “siamo cosi potenti da piazzare certi personaggi “preconciliari” al vertice del CNR”.Questo
in un paese dove , malgrado tutto, si rincorrono i neutrini pei tunnel e si fabbricano razzi spaziali.

MetaLocX

I preti credono di conoscere la volontà di Dio e di esserne i portavoce, Celentano pure…

massi

Ma è come alle partite di calcio: se gli dai un pallone (gonfiato) ciascuno finisce il divertimento.

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