Il mio sogno eretico

Roberto Amabile*

Sono andato al concerto in Piazza Stazione a Firenze la notte di Capodanno. Nella pausa dopo il primo gruppo (bravissimi), erravo alla ricerca di due dei nostri quando ti si manifesta l’incontro della serata, proprio come in una… manifestazione. Ascolti Bella ciao e la intoni, poi Fischia il vento, proponi Stalingrado, continui con La fabbrica e noti che quei ragazzi non sono propriamente all’altezza di tuoi compagni “vetero”. È salito un altro gruppo sul palco? Poco importa. Nella foga del momento, quando realizzi che per una serata di Capodanno rispolverare il repertorio – bistrattato, rimosso da tantissime persone che si ritiengono “di sinistra” – in compagnia di gente sconosciuta non è affatto male, così per curiosità e perché non sai cosa dire tra i sorrisi di tutti chiedi “Di dove siete?”.

Fano.

FANO.

F-A-N-O.

La mia faccia sbigottita. “In provinca di Pesaro-Urbino”. CERTO! LO SO! È proprio quella città marchigiana, sogno e miraggio di un apostata nolano che si affaccia al 2012, dove si sono animati tantissimi meeting anticlericali, totalmente diversi dai meeting cieliini che puzzano di sagrestia. Una ministoria di questi meeting è qui.

Sia detto: io non ci ho mai partecipato, non conosco quasi nulla di quegli eventi. Per me sono come una leggenda che viene tramandata di padre in figlio, dove il padre è la Rete e i figli gli internauti. E non potete pretendere che decine di anni prima questi figli avessero partecipato a quelle situazioni, vista la tenera età.

Subito chiedo se sanno. Non sanno. Questi giovani, che mi dicono animare il Circolo Allende locale, non hanno mai sentito parlare dei meeting anticlericali.

E questa è amarezza. L’amarezza di avvertire quella rimozione, che i ragazzi sentono di poco conto, ma il cui peso per me è forte. Un po’ come se avessero perso un pezzo di storia, come se qualcuno di Nola non sapesse di Giordano Bruno (e – fidatevi, ahimé – ce n’è una moltitudine!).

E uno di quei ragazzi, G., che mi ricorda in parte Gaber e in parte Francesco Mandelli, storce il naso quando gli racconto della necessità anticlericale del momento storico – un momento in effetti troppo lungo – che comincia dalla (falsa) donazione di Costantino e arriva alle (ancora false) radici cristiane prevalenti e imposte e alla negazione di diritti umani e civili in nome di un’autorità venuta dall’alto (e mai dimostrata), di una superiorità morale (inesistente… forse un po’ macchiata dai trascorsi storici, politici, economici e delittuosi di questa potente organizzazione?).

Anticlericalismo è un termine semplice e indica opposizione al clericalismo. Rispetto a questa nuda semplicità persone “di sinistra” còlte dal morbo del politically correct prendono distanze e mettono riserve. Preferiscono “laicità”, dopotutto. Anche a me piace la laicità, tant’è che i miei diritti e la mia stessa esistenza sarebbero compromessi in uno stato confessionale o peggio ancora teocratico, come l’Iran e il Vaticano, ma anche in uno stato ateo come l’URSS o i “socialismi reali” asiatici (molto poco razionalisti). Il problema del termine “laicità” sta in chi è culturalmente e mediaticamente influente e ne manipola il significato. Peggio ancora: ne accosta altri per cambiarne completamente senso, come la “laicità sana” di Ratzinger (come se fossimo laici deformi) o la laicità… creativa dell’ApI! (come se noi fossimo… poco originali) Le strade per superare questo stallo sono due: o si rifà una battaglia culturale su un vocabolo e ce ne si riappropria con zanne e artigli (la laicità senza aggettivi, diceva il buon Raffaele: nella consapevolezza di imitare Malatesta?), oppure si valica la questione e si adotta definitivamente anticlericalismo.
La rimozione di “anticlericale” è stata opera del PCI, è forse per questo che chi ha vissuto anni non recenti lo guarda con cipiglio e le nuove generazioni con sospetto. Berlinguer diceva nel 1974 che “il movimento operaio italiano si è liberato da tempo di questo bavaglio [NdR: dell’anticlericalismo] in un processo profondo che ha avuto per protagonista il PCI di Gramsci e Togliatti”. Questo distacco cosa voleva significare? È stato fatto a torto o a ragione? (e siccome siamo in tema: qualcuno mi deve ancora spiegare, a me mente piccola, cosa accadde con l’articolo 7)

Molti rileggono le ansie di Berlinguer e compagni, in fondo in fondo il PCI non era laico e avrebbe preferito perdere, per esempio, il referendum sul divorzio. Queste persone dimenticano quale fu la votazione in parlamento (favorevoli socialisti, liberali, comunisti, socialdemocratici, repubblicani, socialproletari, indipendenti di sinistra, comunisti dissidenti del Manifesto; si oppongono democristiani, missini e monarchici) e trascurano in che campagna referendaria si impegnò il PCI. A breve trascriverò due brani dei discorsi di Berlinguer per il referendum del 1974 [AGGIORNAMENTO: eccoli! Per chi bazzica nel forum UAAR – e ci vuole un minuto per fare un account – sono corredati dal testo da cui sono tratti], anche per dare una risposta a queste persone, lo stesso discorso in cui, certo, dice che “l’anticlericalismo è un abito mentale che il movimento operaio si è buttato alle spalle”. Dice però ancora: “proprio perché ha compiuto questa critica e questo superamento, esso ha tutte le carte in regola per opporsi e combattere, insieme a tutti i cittadini democratici credenti e non credenti, contro ogni ritorno dell’errore uguale e contrario, e cioè del clericalismo”. Un discorso che ti espelle dalla pseduo-laicità, “torbida”, della politica istituzionale (mi permetto questa volta io un aggettivo). Un discorso di un’attualità pulsante.

Sono sostanzialmente d’accordo, anche se personalmente non “comprometterei” nulla, con Luca Telese quando scrive nel suo Qualcuno era comunista (da quel libro traggo quei discorsi di Berlinguer) che gli epigoni del PCI, di fronte alle esitazioni e alla loro “ritrosia a proporre ai cattolici un compromesso alto sui valori”, tentano di trovare una giustificazione nel passato alla loro incapacità di discorrere sui temi della laicità. Si era più laici quarant’anni fa! Senza dire… centoquaranta. Ma questo è un gioco da ragazzi!

Dobbiamo ringraziare anche quelli dei meeting fanesi se hanno ripreso e nobilitato l’anticlericalismo e se oggi ci permettono di intraprendere una battaglia culturale in meno su un vocabolo, comunque faticosa coi mezzi che abbiamo. Dobbiamo ora concorrere ad una battaglia più grande, e anche velocemente – ma senza fretta – se vogliamo rimanere in vita e vederne gli effetti. Siamo anticlericali: ognuno professi la fede, il credo, la religione che vuole, ma guai a chi ne usa e abusa per scopi politici, economici, per interessi molto materiali e poco metafisici.

L’argomento al compagno era il seguente. Sei antifascista, giusto? Come tra gli antifascisti ci sono i monarchici e i democristiani, allora puoi trovare liberali e socialisti tra gli anticlericali. Come tra gli antifascisti ci sono violenti e non violenti, allora anche tra chi è anticlericale puoi trovare violenti e non violenti. Nel cervello mi bazzica la convinzione – di cui non fornisco dimostrazione alcuna, per cui prendete con le pinze – che la percentuale di chi si definisce antifascista ed è violento è molto più alta di chi è anticlericale e violento. Eppure con nonchalance ci si dice antifà e con tutti i distinguo anticlè (che non si può proprio sentire).

Per me la laicità è il fine, ottenere fattivamente istituzioni laiche che sono tali solo sulla carta. E il mezzo è l’anticlericalismo, ovvero opporsi al clericalismo, alla sudditanza etica e politica, alla genuflessione calcolata. Tutto ciò che è avverso alle chiese, alle religioni e alle fedi in quanto tali va oltre questo termine.
A quei ragazzi ho promesso di andare a Fano. Che DEVO andarci. E spero che ci andremo tutti e, per quei pochi che un tempo ci sono stati, che torneremo insieme.

Nota di colore: quella sera ho perso lo zainetto a causa di un pogo spaventoso all’inizio del concerto di Caparezza (a cui devo il titolo del pezzo). Il mio peregrinare tra una transenna e una volante per chiedere una mano mi porta fino a Borgo Ognissanti nella caserma dei carabinieri. Tutte persone squisitissime e fuori dallo stereotipo che si suole coltivare.

Nella sala di attesa veleggia la riproduzione di un crocifisso grande quanto quello zainetto. Posso anche capire il gusto artistico che abbiano avuto nel posizionarlo (forse è un Giotto, non me ne intendo e non ne vado fiero), ma è ragionevole chiederne la deposizione visto che anche una caserma deve essere laica? Solo io noto la contraddizione stridente tra quella terribile icona e la squisitezza di quelle persone?

* Studente di Chimica a Firenze

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.

70 commenti

Batrakos

Roberto Amabile.

Io sono stato al meeting anticlericale nelle sue primissime edizioni, forse la prima e la seconda.
C’erano convegni (ricordo Joyce Lussu), dibattiti (ricordo quello sulla bestemmia come forma di espressione e ribellione popolare), stands gastronomici con piatti come gli strozzapreti e concerti.
L’anima dell’iniziativa era prettamente di gruppi anarchici e anche il vescovo locale aveva esternato sul giornale la sua contrarietà.
Ma sono passati molti anni e la mia ricostruzione non può essere molto precisa e dettagliata, ma ricordo che furono belle giornate.

Concordo sia sull’anticlericalismo, che deriva dal clericalismo, come mezzo necessario per la laicità e che sappiamo non voler dire proporre dittature ma eliminare i privilegi dei preti; e sul crocifisso in un luogo isitituzionale come una caserma dei CC.

Batrakos

Sai, dipende molto dai fondi economici a disposizione.
Io avrei ripreso l’intelaiatura, curando meglio il livello musicale che, ricordo, non mi aveva esaltato.
Aggiungerei una sezione coi films, che allora mi pare non ci fosse, e curerei alcuni dibattiti sul pensiero scientifico di cui allora non ricordo molto.
Non ho molta fantasia, per cui più di questo non mi viene in mente.

Paul Manoni

Io non ho mai partecipato a quei meeting anticleicali, ma ne ho sentito parlare parecchio, visto che abito nella stessa città dell’amico Batrakos, che si trova a 15 minuti di macchina da Fano. 😉

Per ciò che mi hanno raccontato, i meeting anticlericali di Fano, erano un tantino sopra le righe… 😯 Quel tanto che basta, che anche un qualsiasi iscritto all’UAAR troverebbe piuttosto “pesante”, figuriamoci.

Erano comunque altri tempi… 😉

Batrakos

Paul: nei primi due anni a cui andai la situazione non era così sopra le righe, anzi era un clima assolutamente tranquillo; mi hanno detto che nelle ultime due edizioni in particolare, a cui non andai, la presenza di molti punkabbestia e consimili degradava un po’ il livello.
Personalmente -essendo forse io un amante di situazioni non convenzionali e avendo allora quella volta un po’ la mentalità del ragazzetto che allora ero- le due volte che sono andato il clima mi pareva bello e accettabile: goliardico in alcune cose, ma simpaticissimo.

ΔΙΩRAMA - Roberto Amabile

Vediamo un po’…
Potreste parlarmi dell'”intelaiatura” di questi meeting.
In che senso i fondi possano essere discriminanti? Qual era il profilo dei meeting che furono? Come pensate di autofinanziare l’evento? (ottimi i menu)
Musica, film, scienza…

Cosa intendete per “sopra le righe”? Perché ritenete che i “punkabbestia” possano degradarne il livello? A priori non restringerei il target.

ΔΙΩRAMA - Roberto Amabile

AVVISO: per esigenze di sito i commenti saranno chiusi a breve. Se vi va di aggiungere altro oltre tempo massimo c’è il forum, ci vuole un minuto per iscriversi e si può continuare lì.
Qualsiasi discussione potrà eventualmente seguire qui.

giuseppe

Nella sala di attesa veleggia la riproduzione di un crocifisso grande quanto quello zainetto. Posso anche capire il gusto artistico che abbiano avuto nel posizionarlo (forse è un Giotto, non me ne intendo e non ne vado fiero),

Ecco la spiegazione. Non si intende di Giotto e non ne va fiero; cieoé un italiano incolto, che forse saprà quattro formule di chimica ma non ha capito niente della cultura e della vita.

FSMosconi

Ecco la spiegazione. Non si intende di Giotto e non ne va fiero; cieoé un italiano incolto, che forse saprà quattro formule di chimica ma non ha capito niente della cultura e della vita.

Due pesi due misure: chi era quello che accusava gli atei di generalizzare banalità?

Florenskij

@ Roberto Amabile. Rendo omaggio al signir Amabile per il contributo alla comprensione del fenomeno “nuovo ateismo”. Grazie ad interventi come il suo mi convinco sempre più che la lotta contro l’8 per Mille e tutte le malefatte grandi o piccole del mondo clericale, che sul Blog vengono meticolosamente contabilizzate, è in larga misura un buon pretesto, o se volete una buona occasione per lottare contro il principio dell’Ordine, con la O maiuscola. L’Ordine è Javert, il commissario di polizia de “I miserabili” per il quale “sorvegliare e punire” è una vera e propria ossessione; l’Ordine è il Supermegapresidente galattico ( notare l’ultimo aggettivo = astrale, celeste ); è l’Invisibile che dal suo posto di comando con la poltrona in pelle umana ordina di timbrare il cartellino; è il principale Grand. Uff. Figl. Putt. che opprime e deprime. La posizione dell’UAAR è ben rappresentata da Paolo Villaggio, ossessionato, oltre che dal Tragico della vita quotidiana, anche dalla merda ( mi ripugna ma devo citare ); M. in quanto disfacimento dell’organico come armonicamente strutturato e traboccante cascame ultimo del vivente. Da notare come l’UAAR, pur professandosi aperta a tutti gli indirizzi ideologici, purchè anticlericali, di fatto sia costituito da elementi della sinistra, molti di quali, sdegnosi degli atteggiamenti alla Peppone del PD, sognano una specie di rivolta metafisica nel senso del Satana carducciano ( prometeico – spartachista in versione casareccia ).
Rimane sempre più confermata l’osservazione che i papi dell’800, pur con il loro linguaggio tronituante, avevano visto giusto nell’individuare nel “NON SERVIAM”” ( “non servirò nè a Dio nè a padrone ) l’amimus luciferino della modernità.

bruno gualerzi

E così, caro Florenskij, per cacciare agli inferi l”animus luciferino della modernità” terrorizzato dall’Ordine fantozziano, spari a zero contro il NON SERVIAM, di cui si è evidentemente servito il Maligno per istigare il povero mortale a ribellarsi al vero Ordine, quello divino.
“Non servirò nè a Dio nè a padrone?” Non sia mai! Ma che presunzione è questa, ma chi crede di essere questo omuncolo che si ribella al suo creatore? D’accordo sull’ateismo, ma che sia un ateismo alla Peppone, il quale in fondo (ma neanche tanto in fondo) sa perfettamente che don Camillo ha ragione e che meglio di lui sa combattere ingiustizie e prepotenze. Che sia un ateismo in sostanza il cui anticlericalesimo sia solo una forma di ribellismo adolescenziale facilmente superabile quando ci si avvia alla maturità. Continuare ad essere anticlericali anche dopo questa fase significa non voler crescere… e allora l’ateismo si manifesta per quello che è, l’opera di quel Satana che i lungimiranti papi ottocenteschi, tra un anatema e l’altra scagliato contro quel ritrovato frutto dell’orgoglio luciferico che era il treno, ispirati dallo Spirito Santo, avevano così lucidamente identificato.
No, caro Florenskij, sei tu che sei terrorizzato dall’ipotesi di dover affrontare la condizione umana per quello che è e che sai riconoscere nei suoi aspetti tragici, senza l’aiuto del frutto di questa paura: il Dio Padre Padrone, che ci prende per mano e ci guida in questa valle di lacrime. Tu sapessi come ci si sente liberi e pienamente umani senza doversi inchinare nè a dio nè a padroni! Nessuno di loro, soprattutto coloro che si presentano come rappresentanti in terra del Padrone Divino… che naturalmente non si farà mai vedere in prima persona perchè in realtà è solo un fantasma evocato dalla paura… ti darà veramente una mano. Te la darà solo in cambio della tua umanità. L’anticlericalismo è un modo per difendersi da questi predatori di umanità.
Saluti anarchici.

Francesco

Flo, se Paolo Villaggio fosse veramente ossessiona dalla “M. ( mi ripugna ma devo citare )” allora sarebbe un grandissimo fan dei tuoi commenti. 😆

ΔΙΩRAMA - Roberto Amabile

@ Florenskij: mettiamo in chiaro.
a)Non conosco il fenomeno “nuovo ateismo” e gradirei un’ampia dissertazione, anche sulle eventuali differenze col “vecchio ateismo”. Eppure l’ateismo non c’entra con ciò che scrivo.
b)Non sono socio UAAR. L’associazione mi permette di pubblicare cose che non necessariamente ne riflettono le posizioni (c’è scritto in fondo).
c)Le note sugli “indirizzi ideologici” dei soci contano zero perché sono indotte da premesse sballate e da pochi casi concreti.

Francesco

“ma non ha capito niente della cultura e della vita”

Detto da uno spione dei sitarelli cattolici, superstizioso e rompiscatole.

alesssandro

che affermazione idiota…conoscere la paternità di un quadro non ti rende nè colto nè tanto meno conoscitore della vita.

fab

giuseppe, ancora una volta sbandieri la tua beceraggine: conoscerai anche Giotto, che comunque non è più cultura italiana da secoli, ma vai fiero di non conoscere la chimica, che è qualcosa di decisamente più essenziale ad una cultura degna di questo nome.
Chi conosce la chimica, o qualunque cosa che meriti di essere conosciuta, ha perlomeno la possibilità di capire qualcosa della cultura e della vita. Chi si è imparato a memoria soltanto il titolo di 4 dipinti e il loro autore non è nessuno, nemmeno per se stesso. E la pena intellettuale che desta la maggioranza dei tuoi interventi lo mostra appieno.

giuseppe

E chi ti ha detto che non conosco la chimica ? Cosa fai, il solito giochino uaar, uno dice una cosa e tu ne tiri fuori un altra ? Questo tuo intervento si che desta molta pena “intellettuale”.

fab

Non esiste alcun “solito giochino uaar”. In ogni caso, se davvero la chimica per te non è soltanto uno spettro del passato scolastico, non ho alcun problema a scusarmi.

ΔΙΩRAMA - Roberto Amabile

@ giuseppe
Un consiglio, da compare di dispute: non rispondere nel merito non giova alla tua causa.

Sull’attribuzione: è da un po’ di giorni che cerco ma non mi è andata bene.
C’è il Christus patiens in croce, isolato dal contesto della Crocifissione. È in due dimensioni, su tavola, con cimasa, terminali, scomparti e calvario. Penso sia di quel periodo perché è molto simile ai crocifissi dell’epoca, ma non può essere di troppo antecedente perché è notevole lo stacco con quelli dei primi del 1200. Altri elementi non posso fornirteli perché non ricordo precisamente.
Mi affido a te, mentore di vita e di cultura, mentre vado a imparare quattro formule che domani mi sarà necessario…

manimal

non essere reticente: illuminaci con la tua profonda comprensione della vita…

bruno gualerzi

Amici, è possibile commentare il bell’articolo di Roberto senza farsi troppo coinvolgere nelle cialtronate dei vari giusppe? Offre così tanti spunti interessanti questa ‘opinione’ che svilirli per ribattere a questi troll sarebbe un vero peccato. Lo so che è una vecchia questione relativa al blog, che ci sono tanti pareri discordanti a proposito di come comportarsi con questri signori, ma mi dispiacerebbe particolarmente deludere il giovane (almeno per me) amico Roberto. O si presenta qualche credente non solo con lo scopo di provocare, e comunque veramente interessato ai temi proposti, oppure lasciare che i giuseppe (‘questo’ giuseppe e compari, perchè c’e un altro giuseppe di ben altra pasta) si esrcitino nel loro compitino… che tanto si squalificano da soli… concedendosi al massimo qualche battuta.
Grazie.

hexengut

D’accordissimo con quanto dice Gualerzi; smettiamola di pasturare i troll. Del meeting anticlericale, una ventina d’anni fa, ricordo anche spettacoli di teatro d’avanguardia. Oggi insisterei soprattutto sull’equivocità della chiesa in campo economico e giuridico, sull’intollerabilità delle sue intromissioni, sul suo odierno impossessarsi, sia in campo culturale che politico, di ogni elemento che risulti di risonanza diffusa; non mi stancherei di suonare a martello su ottopermille e ICI; e promuoverei la diffusione di tutti i buoni e tanti testi (anche se forse sono un po’ meno di quelli pessimi), antichi e recenti, che toccano il tema della sopraffazione clericale e delle mistificazioni ecclesiastiche. E non mi illuderei, purtroppo, su un qualche aiuto partitico e/o politico.
Per problemi di vista non posso soffermarmi oltre; desidero però complimentarmi con Roberto Amabile, con cui concordo anche su mezzi e fini; e sono felice che ci siano ancora giovani come lui.

Calinero Della Torre

L’autore è sicuramente comunista. Belle idee fuse ad una realtà che bella non è e che quindi necessitano d’uno sviluppo parimenti utopico (legame tra perfezione e deformità = miracolo = utopia).

Apprezzando le mete del discorso, consiglierei di rivedere le strategie.

bruno gualerzi

“Berlinguer dice: “l’anticlericalismo è un abito mentale che il movimento operaio si è buttato alle spalle”. Dice però ancora: “proprio perché ha compiuto questa critica e questo superamento, esso ha tutte le carte in regola per opporsi e combattere, insieme a tutti i cittadini democratici credenti e non credenti, contro ogni ritorno dell’errore uguale e contrario, e cioè del clericalismo”.

Qui il buon Berlinguer secondo me non è molto lucido. In sostanza dice che, per combattere nel miglior modo possibile il clericalismo, bisogna buttarsi alle spalle l’anriclericalismo (un pò come quando, di questi tempi, si sostiene che per battere il berlusconismo bisogna non intestardirsi nell’anitiberlusconismo). Si può comunque in parte capire quanto afferma rifacendosi alla storia del PCI, cioè proprio a quell’art.7, votato da Togliatti in sede costituente. Allora, per quanto fosse abbastanza miope – come si dimostrerà in seguito – questa scelta, c’era, da un lato, la giustificazione che l’Italia del dopoguerra, in seguito al trattato di Yalta, faceva parte definitivamentre del mondo occidentale, al di qua cioè di quella ‘cortina di ferro’ che spaccherà in due l’Europa dando vita alla cosiddetta guerra fredda… e un partito comunista che volesse avere un ruolo significativo in un paese occidentale non poteva, specialmente in Italia, contrapporsi radicalmente ad un potere ecclesiastico che esercitava un’egemonia su una popolazione in stragrande maggioranza cattolica. Questo da un lato. Dall’altro c’era indubbiamente nel dna del PCI, quanto meno nella sua classe dirigente e nei suoi intellettuali ‘organici’, una vocazione autoritaria – implicita nel cosiddetto ‘socialismo reale’, cioè sovietico – in parte giustificata dalla necessità di ‘ideologizzare’ una base priva, come si diceva allora, di un vera coscienza di classe… finendo però inesorabilmente per indottrinarla, più o meno sul modello della chiesa. Con contenuti alternativi, certamente, e dando comunque (parlo un pò per esperienza) un notevole contributo alla emancipazione di un proletariato in gran parte culturalmente arretrato e che il fascismo (per non andare più indietro, diciamo alla controriforma) non aveva certo modernizzato… ma con questa palla al piede. Scelta comunque miope, si diceva, perchè, invece di allearsi con tutte le forze che avevano dato vita alla rersistenza, il PCI finì – al di là di alcune alleanze tattiche (tipo il Fronte Popolare con i socialisti) – per isolarsi politicamente e culturalmente contrapponendosi spesso, o comunque non appoggiando, iniziative autenticamente laiche.
Torniamo a Berlinguer. Nessun dubbio sulla sua vocazione laica (oltre a rappresentare una figura di leader politico di grande sensibilità e onestà, specialmente se lo si confronta con qelli odierni)… ma questo dichiarare obsoleto l’anriclericalismo, anzi un vero e proprio errore, sia pure nella convinzione di battere meglio in questo modo il clericalismo… sembra proprio il residuo di quella mentalità che aveva portato a votare l’art.7, senza per altro che ci fossero quelle motivazioni che c’erano allora. Se mai si trattava di rendere l’anticlericalismo più consapevole (per esempio estendendo la nozione di clericalismo anche al di là delle religioni vere e proprie, alle ideologie praticate in un certo modo), meno conflittuale con gli individui e più agguerrito con il potere ecclesiastico… ma ritenere l’anticlericalismo come tale uno steccato da abbattere ha significato solo aprire la strada a tutti i compromessi e a tutti gli equivoci così ben rappresentati dai cosiddetti ‘atei devoti’ e, soprattutto, rendendo quanto meno ambiguo, a mio parere, il concetto di laicità.
(Concetto di laicità – altro tema centrale di questa ‘opinione’ così interessante, almeno per me, perchè espressa da un giovane che si confronta col passato – di cui vorrei trattare (sempre sulla scorta di come ne parla Roberto) in un secondo momento)

Manlio Padovan

Scusami Bruno se intervengo nel tuo discorso che dimostra certo una esperienza di analisi storica che io non ho, nel senso che tu sai come interpretare gli accadimenti per professione e per studi, mentre io mi appello alla realtà e alla mia memoria.
A me pare che non si possa fare tanta analisi, né filosofia, sull’articolo 7 perché se si tiene conto di chi lo votò (dovrei andare a rintracciare un qualche trafiletto che ricordo di avere conservato; ma i socialisti di certo erano contro: solo per fare un esempio) ne esce che il PCI intendeva semplicmente, con quell’articolo, arruffianarsi il Vaticano. Ma dimenticava che né il Vaticano, né gli americani avrebbero mai acconsentito a che il PCI andasse al governo: cosa poi, mi pare, dimostrata dal caso Moro.
Quanto ci è costato, però, quell’articolo 7 se ogniqualvolta vogliamo laicizzare l’Italia esso esce come una spada di Damocle pronta ad abbattersi in chi è veramente laico.

bruno gualerzi

Caro Manlio, non credo proprio di aver parlato ‘per studi’ e tantomeno ‘per professione’, ma, come te, appellandomi più che altro alla memoria. La breve stagione del mio impegno politico diretto l’ho vissuta collaborando, senza essere iscritto, col PSI che consideravo (e se mi riferisco al PSI com’era molto prima dell’avvento di Craxi, tutt’ora considero) come il partito di massa più laico presente sulla piazza politica… quindi non ho alcuna indulgenza per chi ha votato l’art.7, scelta comunque tutta di vertice, accettata dalla base più che altro perchè ‘educata’ a non mattere mai in discussione ciò che veniva deciso dalla dirigenza. Bisogna però cercare di capire (non certo giustificare) alcune ragioni di quella scelta. Tu parli di ‘arruffianarsi il Vaticano’… si può anche accettare questa espressione, ma credo che si sia trattato più che altro di una scelta politica tattica… profondamente sbagliata e miope per le ragioni che anche tu (e anch’io nel mio commento) richiamavi… ma scelta appunto tattica in relazione alla collocazione del’italia nello scacchiere occidentale. Certo ha poi influito ciò che anche qui più volte ci siamo detti, e cioè l’affinità ‘ideologica’, nella prassi, di molti partiti comunisti (e Togliatti proveniva dal’esperienza sovietica) con la chiesa. Personalmente sono però sempre convinto, per esperienza personale, che, con tutti i suoi limiti, il PCI di allora abbia dato un contributo notevolissimo all’emancipazione degli strati più poveri di questo paese.
Purtroppo – nonostante la buona volontà di Berlinguer, per altro contraddittoria – questa impronta ‘confessionale’ è speso riemersa negli eredi di quel PCI, incrementando tra l’altro (come dico nel mio intervento successivo) il fenomeno degli ‘atei devoti’, impersonato nella sua versione più repellente dal comunista-stalinista (è stato uno dei più feroci ‘epuratori’ dei compagni del manifesto), poi craxiano e infine (almeno per ora) berlusconiano baciapile Giuliano Ferrara.

bruno gualerzi

@ Manlio Padovan
Ti ho risposto ma non compare.
Buona notte

ΔΙΩRAMA - Roberto Amabile

Le vostre esperienze personali sono preziose.
C’è modo di studiare un tantino più “storicamente” queste vicende, questi movimenti, questi protagonisti? Anche per capire in che prospettiva storica ci stiamo muovendo.

Enrico

Sono stupito come uno studente di chimica una scienza esatta possa dilungarsi in un articolo di simile lunghezza.

In merito al fatto che i giovani non si documentino o meno sulle iniziative anticlericali è ovvio di solito si parla di calcio mica del ruolo del clero nella società.

Comunque cosa vuol dire pogo?

Batrakos

Il pogo è quel tipo di ballo su musiche particolarmente veloci in cui, consapevolmente e bonariamente, i partecipanti si spintonano tra loro senza volontà di farsi male, come fosse un gioco ed uno sfogo di energie.
E’, come detto, una libera scelta e prevede un galateo, come non sconfinare indietro dove la gente vuol ballare normalmente (di solito chi ‘poga’ si piazza immediatamente sotto il palco) e tenere le braccia sempre in modo di non toccare i volti degli altri e non farsi male.

P.S.
Non sono un amante del pogo, preferiso ritmi più morbidi.

manimal

🙂

scusate è stupido lo so, ma vedere enrico “successione apostolica” che si informa sul pogo mi fa sorridere…

Paul Manoni

Gli ho postato un video preso dal tubo sul pogo, ma e’ ancora in attesa di giudizio… 😉

joseph

“Solo io noto la contraddizione stridente tra quella terribile icona e la squisitezza di quelle persone?”

Tranquillo, viene compensata dalla sublime armonia tra il pregiudizio e l’ideologia.

FSMosconi

@joseph

Disse colui al quale bisognava spiegare l’ovvio ogni volta che non voleva capire…

joseph

ciao prof.

l’ultima volta ci siamo lasciati con il sottoscritto che ti accusava di sostenere due tesi contrastanti. poi ho dovuto scollegarmi, anche se so che avrai avuto modo di rispondere. ne riparleremo quando potremo farlo senza andare OT.

per quanto concerne il mio commento delle 18.24, IO non mi sono mai stupito di intelligenza e gentilezza di chi eventualmente porta falce e martello.

FSMosconi

@Joseph

per quanto concerne il mio commento delle 18.24, IO non mi sono mai stupito di intelligenza e gentilezza di chi eventualmente porta falce e martello.

L’allusione è giustificata ma non necessariamente la riconduzione: così come non è detto che tutti i votanti di sinistra siano comunisti nel senso di filo-dittatoriali, parimenti è altrettanto irrealistico dire che tutti i votanti di destra siano filo-fascisti.

O vogliamo fare come i bambini che esagerano la propria posizione alla prima smentita?

joseph

Non ho dato del filo-dittatoriale all’autore dell’articolo (non si può, effettivamente). Ma ci sono fondati motivi per ritenerlo comunista o filocomunista, o no?

Rimane il fatto che LUI si stupisca di vedere esposto un Crocifisso e poi trovarsi ad aver a che fare con persone civili. Il che secondo secondo lui è “una stridente contraddizione”. Se questo non è pregiudizio, dammi un’altra definizione….

FSMosconi

@Joseph

Ma ci sono fondati motivi per ritenerlo comunista o filocomunista, o no?

Scusa: sai, a furia di troll che fanno continuamente riferimento a quegli episodi viene un fastidioso callo. Diciamo che ogni volta che sento qualcuno citare “falce e martello” presumo già, magari a torto, la fallace riconduzione…

Rimane il fatto che LUI si stupisca di vedere esposto un Crocifisso e poi trovarsi ad aver a che fare con persone civili.

Emh: forse hai letto a pezzi. Io leggendo da un po’ più in su ho capito che, e qui metto un bel “a suo modo di vedere” per evitare polemiche, essendo la polizia simbolo di legalità ed essendo il crocifisso pleonastico in una caserma di uno Stato costituzionalmente laico, e quindi i fatti illegali, si chiedeva perché la polizia facesse finta di niente.

Poi non so…

joseph

Oooookay….lo ammetto… avevo la trollata sulla punta delle dita (stavo per usare una litote) ma poi mi sono trattenuto, un po’ per non andare OT, un po’ per quieto vivere.

Comunque l’ultima frase dell’articolo, in qualsiasi modo o contesto tu voglia leggerla, da poco adito ad interpretazioni…

P.S: scusa prof ma ho un dubbio: la litote è quando per citare un argomento dici di non volerne parlare o quando per descrivere una cosa neghi la caratteristica contraria?

FSMosconi

@joseph

Comunque l’ultima frase dell’articolo, in qualsiasi modo o contesto tu voglia leggerla, da poco adito ad interpretazioni…

Se non si nota quel “terribile” (in effetti a prenderlo nudo e crudo il crocifisso cattolico rappresenterebbe l’istantanea di una condanna a morte, questo non lo puoi negare).

ma tolta questa sottigliezza è vero: è abbastanza chiara.

scusa prof ma ho un dubbio: la litote è quando per citare un argomento dici di non volerne parlare o quando per descrivere una cosa neghi la caratteristica contraria?

Litote è quando si nega il contrario di quel che si vuol dire. L’esempio classico è la descrizione di Don Abbondio “non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno”

joseph

“in effetti a prenderlo nudo e crudo il crocifisso cattolico rappresenterebbe l’istantanea di una condanna a morte, questo non lo puoi negare”

Non lo nego affatto: è la rappresentazione di una condanna a morte. Sulla veridicità della condanna (come sistema di esecuzione) in sè non cedo vi siano dubbi, per quanto riguarda la Persona in oggetto, è chiaramente troppo OT per discuterne qui. In ogni modo “terribile” può essere, a vari livelli, un giusto modo di decriverla.

ciao, prof. ci sentiamo.

joseph

@ roberto amabile:

è che ci sono più tipi di comunisti che di cristiani, e quindi faccio fatica ad orientarmi.

Francesco

Per joseph.
Quindi per accettare il crocifisso in un luogo pubblico statale, bisogna avere pregiudizi ed essere legati ad una ideologia come te e i tuoi amichetti con cui ti trastulli nel sitarello dell’uccr, manipolando commenti presi senza permesso dai siti altrui?
Per una volta non posso che darti ragione.

joseph

Se ce l’hai tanto con quelli dell’uccr perchè te la prendi con me? Vai di là ed esponi le tue ragioni.

marilena maffioletti

tutti i pd che io conosco non sono anticlericali! E poi non so se avete visto cacciari con enzo bianchi da fazio, che vergogna! Cosa ci aspettiamo da una politica piena di queste persone opportuniste che non hanno il coraggio delle loro idee(ammesso che cacciari sia veramente ateo!) e si prostituiscono continuamente? Telmo pievani un paio di mesi fa, presentando il suo libro nel suo paese clusone, ha fatto alcune dichiarazioni che a me non sono piaciute e che ho segnalato a uaar. Praticamente si è dichiarato disponibile a confrontare le sue teorie con uno studioso monsignore del vaticano di cui non ricordo il nome(un astronomo mi pare) auspicando non so cosa. Ora, io stimo pievani, però certe debolezze non le condivido, forse il timore di scontentare i suoi compaesani gli ha suggerito prudenza. Così alla fine il quotidiano bergamasco cattolico integralista ne ha approfittato per un articolo più che accomodante. Mi dispiace.

marilena maffioletti

Naturalmente non volevo dire che anche pievani si prostituisce:

ALESSIO DI MICHELE

Yawn (verso di Topolino quando si assopisce, e spero che qualcuno lo spieghi a Giuseppe): che sottile excursus ! Che raffinata crestomazia di acute indagini ! Che bell’ album della sinistra di quando si stava peggio, ma si stava meglio !

Invece oggi bisogna ragionare in modo diverso: questo spazio deve servire a vedere quale laicità lavi più bianco od a far recedere di almeno 1 angstrom i tentacoli della piovra vaticana ?
Nel secondo caso occorre “ragionare” (vabbè, verbo impropriamente usato) come Giuseppe: la vera cultura è solo il nozionismo artistico-mikebongiornesco; e chi si muove così (o, ad esempio, è analfabeta funzionale, vedi cifre agghiaccianti di ISTAT e De Mauro) non riesce a ragionare in termini di negazione, perchè intimamente il suo cervello rettiliano non coglie il “NON”. Come rispondiamo qui ? Discettando di ANTIclericalismo. E dire che il bavarese ci ha fornito un termine bellissimo: LAICISMO, di cui dovremmo andare fierii ! Il suffisso “-ismo” significa elevare un’ idea a principio uniformatore di una società (comunismo, fascismo, socialismo, …). Il papa fa un clamoroso autogol, ma noi protestiamo con l’ arbitro perchè c’ era un nostro attaccante in fuorigioco ! Invece noi diciamo, mutatis mutandis (vedete che sfoggio di cultura?: conosco la lingua ungherese) che sia Sean Connery che Alvaro Vitali sono non-femmine: io non mi intendo di maschi, ma qualche differenza tra i 2 la rilevo.

Inoltre: Pinochet è stato un delinquente, ma non santinifichiamo S. Allende, a cui si intitolano i circoli: se non altro per opportunità politica, per non alienarci chi veramente può dare lezioni di laicismo a tutti, in Italia: liberali e radicali.

civis romanus sum

Bell’articolo.
Ricorda delle “dimenticanze” anticlericali della politica di sinistra ,,, evoca sensazioni, bei ricordi e tante amarezze.
Bravo mister Amabile.

massi

In politica i numeri sono potenza.
Berlinguer non amava i toni alti.
Perseguiva con fermezza obiettivi laici e di sinistra che migliorarono enormemente le condizioni dei lavoratori e dello stato sociale, in una società affatto comunista.
Era un comunista vero, che poneva al confronto democratico il suo modo di essere comunista.
Io, nel ’74 a quella campagna refendaria ho partecipato, nelle file del PCI.
Isollammo clericali e fascisti, che, al solito, usarono toni apocallittici – fuori tema – in nome dell’anti comunismo. E persero.
Persero, anche perché molti cattolici capirono.
Capirono quello che oggi neppure presunti laici riescono più a capire: in politica l’intelligenza dell’altro, del compagno, è necessaria.
Non a caso, oggi e non ieri, in questo contesto dove ognuno pensa di poter essere “laico da solo”, vince la logica “ognun per sé e (un) dio per tutti”.
Daltronde la ‘diversità comunista’ è qualcosa che chi non è comunista non riesce a capire.
Più spesso neppure a colocare, in uno spazio politico che non gli compete.
La dove il limite sta nel poter aderire ad altre forme-partito sue proprie, senza abolire le spazio dell’altro. E questo si pone un serio problema democratico, ma non a carico dei comunisti; o almeno, non più degli altri.

bruno gualerzi

“Per me la laicità è il fine, ottenere fattivamente istituzioni laiche che sono tali solo sulla carta. E il mezzo è l’anticlericalismo, ovvero opporsi al clericalismo, alla sudditanza etica e politica, alla genuflessione calcolata. TUTTO CIO’ CHE E’ AVVERSO ALLE CHIESE. ALLE RELIGIONI E ALLE FEDI IN QUANTO TALI VA OLTRE QUESTO TERMINE”

Ho posto in rilievo questa frase perchè, a differenza del resto tutto da condividere, non mi convince, la trovo contrafddittoria. Ritenere di battere il clericalismo opponendosi “alla sudditanza etica e politica, alla genuflessione calcolata” e poi ritenere che, per “ottenere fattivamente istituzioni laiche che sono tali solo sulla carta”, occorra andare oltre l’avversione “alle chiese, alle religioni e alle fedi in quanto tali” (se questo è il significato di “va oltre questo termine”) non ha molto senso. Chiese, religioni, fedi (anche quelle per così dire, ‘laiche’: ce ne sono tante), se prese proprio ‘come tali’, laiche non lo saranno mai. Si può far leva sui singoli aderenti a chiese, religioni, ecc. ma se questa adesione è piena e convinta, la laicità cozzerà sempre con i loro principi. Certo, moltri credenti, anche convinti, possono aderire a battaglie laiche (come, per fortuna, è già avvenuto con divorzio e aborto… ma erano in effetti altri tempi), ma sarà solo se verranno a compromesso con la propria coscienza… e quando la laicità che dovrebbe essere costitutiva di ogni posizione anticlericale in realtà – come ora in questo paese – ‘amoreggia’ con ‘chiese, religioni, fedi PROPRIO IN QUANTO TALI (tanto per fare un esempio: il laico, e per quanto se ne sa non credente, Napolitano, presidente della repubblica, non perde occasione per manifestare la sua deferenza al magistero morale della chiesa cattolica definito prezioso, anzi insostituibile, per il nostro paese, ben al di là delle esigenze diplomatiche), l’opporsi alle indicazioni del vaticano per il cattolico che intende essere coerente… ma anche per chi, pur non praticante, ha comunque nella chiesa un punto di riferimento etico e politico… diventerà sempre più problematico.
In altre parole, pensare di coinvolgere i cattolici mostrando deferenza e apprezzamento nei confronti delle chiesa come istituzione… fa solo l’interessa della chiesa come istituzione.

ΔΙΩRAMA - Roberto Amabile

Sono stato poco chiaro, mi spiego meglio con un esempio.
Posso essere anticlericale e NON antireligioso, posso essere anticlericale E antireligioso.
Il termine anticlericalismo NON include NÉ esclude l’avversione alle chiese, alle religioni e alle fedi in quanto tali.

E non convinto ancora di averti risposto, riprovo.
La pretesa dell’anticlericale non deve essere quella di rendere laiche le chiese, ma di rendere laico il paese, la città, la repubblica, il mondo in cui vive. Se per diventare laico il credente deve venire a compromesso con la propria coscienza, allora i suoi “superiori” hanno già valicato il limite “chiesa/religione/fede in quanto tale” con un’indebita ingerenza nelle cose immanenti. A loro già spettano le cose metafisiche, e che gli bastino.

Provo in modo ancora più chiaro: se la religione prevede e/o pretende di dettare legge sulle cose immanenti, allora l’anticlericale è mutuamente antireligioso.

In altre parole, pensare di coinvolgere i cattolici mostrando deferenza e apprezzamento nei confronti delle chiesa come istituzione… fa solo l’interessa della chiesa come istituzione.
Se proprio è necessario un’apprezzamento che ritieni ambiguo, lo circostanzi. Se dico che la Cattedrale Metropolitana di Santa Maria del Fiore a Firenze suscita meraviglia non sto dando credito all’istituzione, e puoi immaginare come posso “circostanziare”.

bruno gualerzi

“A loro già spettano le cose metafisiche, e che gli bastino”.

Ma non gli basteranno mai, questo è il punto, perchè della ‘metafisica’ si servono solo per mettersi in pace con se stessi e per indottrinare il prossimo… in buona o mala fede, non è questo il punto.
La chiesa gioca su un terreno privilegiato, perchè può proporsi a seconda delle circostanze e delle convenienze sia come potere spirituale che come potere temporale, e l’uno dovrà sempre servire all’altro. Che lo voglia o no, la chiesa non potrà mai rinunciare all’ingerenza, pena il suo perdere un ruolo nella storia al quale non potrà mai rinunciare perchè sparirebbe dalla storia. Quindi illudersi che, come dicevo, gli possano bastare ‘le cose metafisiche’, è lo stesso che chiederle di non esistere. Un sostenitore della laicità potrà contare su tante cose, prima fra tutte sul dialogo interpersonale e, certamente, dovrà proporsi come difensore di qualunque ideologia… purchè non pretenda, questa ideologia, di dettare o comunque sostenere norme che dovrebbero valere per tutti. Il che è ovvio… ma non può esserlo per la chiesa come istituzione, nemmeno in quelle sue componenti che lo vorrebbero. Quindi, a mio parere, sono auspicabili tutti gli abbattimenti di tutti gli steccati che impediscono le aperture, compreso certamente anche un anticlericalismo solo viscerale, violento, di segno uguale e contrario a ciò che vorrebbe abbattere (questo credo auspicasse – giustamente da questo punto di vista – Berlinguer), ma illudersi di ‘aperture’ che non siano puramente tattiche, da parte dell”istituzione COME TALE (cioè proprio in quella sua componente ‘metafisica’ che la pone al riparo di fronte a qualsiasi esigenza concreta, storica, perchè lei si pone sempre ‘al di sopra’), è, appunto, una pericolosa illusione. Che pure sta illudendo tante forze laiche… il cui anticlericalismo, quando c’è, finisce per essere puro ideologismo, uno sparare a vuoto senza puntare ad alcun bersaglio concreto.
Tu dici che quando esprimi la meraviglia di fronte ad un gioiello architettonico come Santa Maria del Fiore non per questo dai credito all’istituzione… Tu no, ma l’istituzione questo credito lo esisgerà sempre.
Buona giornata.

ΔΙΩRAMA - Roberto Amabile

bruno, non mi sto illudendo e il tuo messaggio l’avrei potuto scrivere io.
Se quelli non si fanno bastare le cose metafisiche non è un mio problema. Su questo non transigo: la sovranità non appartiene a loro.

massi

Non ci sono persone “uguali” con idee diverse, ma (quando le cose funzionano democraticamente) persone diverse con idee diverse.
L'”ecumenismo all’italiana” (l’omologazione buonista), il “doverla pensare tutti alla stessa maniera” o, al massimo, in “due modi diversi”, cancella la diversità – ma solo nelle opinioni e, con ciò, il Paese reale dai contenuti della politica. Ma i vuoti di politica non sono vuoti di potere, bensì, al contrario, è l’esclusione del Paese dalla politica (con lo spostamento del vero poter in altri luoghi: ad esempio, le banche e le chiese).

Murdega

lorenskij risponde:
lunedì 9 gennaio 2012 alle 5:25

@ Roberto Amabile. Rendo omaggio al signir Amabile per il contributo alla comprensione del fenomeno “nuovo ateismo” … e tuttgo il resto.
___
Flò sei caduto a livello di un’infantilismo da catechismo,

Diocleziano

Probabilmente soffre di disturbo bipolare, ogni tanto sente il bisogno(!) di lasciarsi andare nello scatologico. Pur sempre scagazzando citazioni qua e là… :mrgreen:

marilena maffioletti

ragazzi, attenti agli apostrofi dopo l’articolo un!

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