Nuovo numero de “L’Ateo”: I costi della Chiesa

È in corso di distribuzione il sesto fascicolo dell’anno della rivista L’Ateo, il bimestrale dell’UAAR. Il numero è dedicato ai costi della Chiesa e presenta articoli di Turchetto, Bernardini, Borchi, Seregni, Tamagnone, Bonali, Borgio, Lugli, Ruggia, Accorti, Rota, Barbato, Fazio, Trevisan, Gagliano, Donati, Saponaro, Cartolari.

La Redazione

26 commenti

antoniadess

già letti gli articoli in chiaro: ottimi entrambi! condivisibili le riflessioni di Bernardini e sempre puntuali le ricerche di Accorti intorno ai costi degli intoccabili

ALESSIO DI MICHELE

Come acquistarne una copia, possibilmente cartacea ?

Grazie

Flavio

Lo trovi in molte librerie, piu’ spesso alle Feltrinelli, o lo puoi comprare online nello shop!

Cesare b

Nel vostro elenco ragionato dei “costi della Chiesa”, alla voce ICi ho trovato una frase che e’ indicativa della vostra mentalita’, a mio parere contraddittoria con i principi di laicita’.
“Folena sostiene che «gli alberghi pagano, e se ciò non avviene, li si induca senza remissione a pagare: senza alcuna incertezza», confermando quindi che non esiste alcun controllo ecclesiastico ‘superiore’ che verifichi la correttezza tributaria dei vari enti ecclesiastici proprietari di edifici in cui si pratica l’attività alberghiera”.
E perche’ mai tale “controllo ecclesiastico ‘superiore’ dovrebbe esistere?
Simili controlli sono di competnza dell’autorita’ civile.
Mi sembra, tuttavia, che dalle dichiarazioni del Card. Bertone (probabilmente “ispirate”) si possa desumere che un “controllo ecclesiastico ‘superiore’” stia arrivando, per eliminare (come in altri casi – anche di ben piu’ grave materia – in varie parti del mondo) per supplire al mancato intervento delle autorita’ civili nei confronti di ecclesiastici indegni. Ma e’, ripeto, una “supplenza”: cio’ che viola la legge dello Stato, chiunque lo faccia, dallo Stato deve essere scoperto e punito. E se si scopre che cio’ non e’ avvenuto, il biasimo non e’ del Vaticano, ma di chi ha omesso l’esercizio dei propri compiti istituzionali.
Saluti.

Cesare b

Lo deduci dalla mia opinione che a vigilare sull’esatto pagamento dell’ICI da parte di chicchessia (preti compresi) avrebbero dovuto essere i Comuni?
Dalla mia opinione che “cio’ che viola la legge dello Stato, chiunque lo faccia, dallo Stato deve essere scoperto e punito”?
Diocleziano (quello vero) si sara’ rivoltato nella tomba.
Saluti.

Emanuele

Allora, lafrase che hai riportato («gli alberghi pagano, e se ciò non avviene, li si induca senza remissione a pagare: senza alcuna incertezza») senza un contesto é difficile da giudicare. Detto ciò, non credo che qualcuno voglia che ci sia qualcuno diverso dai comuni a vigilare. Il problema, che ignori o fai finta di ignorare non é l’evasione fiscale da controllare (anzi é un problema, ma non inerente alla discussione), ma la legalizzazione di un privilegio: il poter non pagare una tassa in quanto nell’edificio vi é anche una zona di culto. Questo privilegio non solo arricchisce la chiesa cattolia italiana, ma sfavorisce chi fa commercio senza tale privilegio.

Tornando alla frase, immagino che gli alberghi a cui si fa riferimento siano alberghi i cui edifici sono di proprietà della chiesa cattolica italiana. Indurre in questo caso si può interprtare nel senso di abolire il menzionato privilegio e di conseguenza far pagare l’ICI a tutti gli edifici non adibiti esclusivamente al culto.

Diocleziano

cesareb,
nella tua amorale putredine non arrivi a capire che è colpevole
chi commette il reato?
E spesso chi non persegue il reato lo fa perché sollecitato dall’infame profittatore.
Quindi la chiesa è doppiamente colpevole: ladra e corruttrice.

pastore tedesco

Ho appena ascoltato a Radio24 (la zanzara), la senatrice Binetti (bleah), dire che è falso che la chiesa non paga l’ICI e paga tutte le tasse per le attività commerciali. Addirittura ha detto che tutto ciò che lo stato dà alla chiesa, gli ritorna in benefici. Innanzitutto, dice quella, che il turismo in Italia è merito della chiesa perchè è proprietaria del patrimonio artistico quasi intermente costituito da chiese e beni artistici al loro interno.
Ma roba da pazzi. Ma mentire non è peccato per i creduloni cattolici? Brutta s…..a.

Giorgio Pozzo

Riporto qui di seguito una parte della risposta del Comune di Torino ad una interrogazione dei Radicali in tema ICI beni ecclesiastici:

Con l’entrata in vigore dell’art. 7 co. 2-bis del DL 203/2005 che introduceva l’esenzione alle attività di cui sopra “a prescindere dalla natura eventualmente commerciale delle stesse”, si era creata un’indubbia situazione di vantaggio, in particolare per gli immobili degli enti ecclesiastici, in cui si svolgono attività ricettive. A seguito dei chiarimenti richiesti dalla Commissione Europea in ordine alla compatibilità dell’art. 7 con le regole in materia di aiuti di Stato, i tentativi del legislatore di trovare una soluzione in linea con la normativa europea sulla concorrenza, sono sfociati in una norma (DL 223/2006) di difficile applicazione, che ha limitato l’esenzione alle “attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale” introducendo, in tal modo, un concetto che non trova riscontro nella normativa tributaria vigente in quanto un’attività o è commerciale, o non lo è, non essendo possibile individuare una terza categoria di attività. Pertanto nell’agosto 2007 la C.E. ha chiesto al governo italiano informazioni supplementari su tali vantaggi fiscali che violano l’art. 87 del Trattato. Il governo italiano non ha mai fornito i chiarimenti richiesti e ad ottobre 2010 è stata aperta un’inchiesta formale.

Come la mettiamo? Nemmeno i Comuni sanno come interpretare l’ambiguita´della norma (esistono attivita’ “non esclusivamente commerciali”? Ma che significa? O lo sono o non lo sono!)

Cesare b

@Emanuele che ha scritto: “Il problema, che ignori o fai finta di ignorare non é l’evasione fiscale da controllare … ma la legalizzazione di un privilegio: il poter non pagare una tassa in quanto nell’edificio vi é anche una zona di culto”.
Rispondo che un altro problema che molti ignorano e che certi laicisti fingono d’ignorare e’ come la polemica sia nata accusando alcuni Enti ecclesiastici (e con indebita estensione la Chiesa in generale) di EVADERE imposte legalmente dovute. Se cio’ e’ avvenuto – sostengo -il biasimo spetta soprattutto a chi doveva esigere quel tributo e non lo ha fatto.
Quanto alla legge che tanto vi scandalizza, e’ chiaro che, come ogni legge, potrebbe prestarsi a diverse interpretazioni. Trovo comprensibile che i diretti interessati la abbiano intesa nel senso piu’ lassista: basta che nell’edificio vi sia anche una zona di culto. Ma (e qui rispondo anche a Giorgio Pozzo) biasimo i pubblici amministratori che non hanno almeno tentato un’applicazione piu’ rigorosa: occorre che la destianzione a fini di culto, oppure beneficenza o istruzione, dell’edificio sia effettiva, significativa e dimostrabile e che l’attivita’ “commerciale” abbia carattere del tutto accessorio.
Se non lo hanno fatto, la colpa non e’ certo del Vaticano. E se la Chiesa, autonomamente, obblighera’ in coscienza (altro non puo’ fare) a pagare le imposte i gestori di immobili adibiti solo nominalmente a fini di culto, oppure beneficenza o istruzione, questo costituira’ per la Santa Sede un merito.
Saluti.

Francesco

Per la serie: da punire il peccato e non il peccatore a punire il peccato e fare i complimenti al peccatore che e’ costretto (non di sua volonta’) a ravvedersi, compotamento tipico dei cattolici.

LaBusta

Quindi se la polizia dorme io sono autorizzato a rubare…
Ma roba da pazzi, ogni società è responsabile di avere i conti in chiaro con la giustizia, se poi il comune ti becca che stai “barando” allora paghi, oltre al dovuto, anche una penale.
Si biasima nell’ordine:
1) Il Ladro
2) Il Ladro

999)Il Ladro
1000) chi non l’ha controllato

Il ladro in questo caso è la chiesa
PS: sappiamo benissimo quanta influenza ha la chiesa sui vari politicanti, molto ben disposti a chiudere tutti e due gli occhi di fronte alle sue porcate.
Chiesaroli maledetti, quanto vi piacciono i quattrini (degli altri)?

Cesare b

@laBusta. Cerco di prescindere dalla tua emotivita’ e di risponderti con un pacato ragionamento.
Primo. La Chiesa si compone di una pluralita’ di persone fisiche e giuridiche, dotate, nella vita materiale, di ampia autonomia. Percio’ non ha senso incolpare “la Chiesa” delle eventuali colpe di qualsiasi ecclesiastico.
La Gerarchia non ha funzioni di polizia (tanto meno tributaria) nei confronti degli ecclesiastici. Percio’ non ha alcuna colpa se alcuni di loro hanno pagato in un determinato periodo poche tasse. Se il Vaticano interverra’, come sembra, in questa materia in senso favorevole all’ Erario italiano, fara’ certamente bene, e ne avra’ merito di fronte all’opinione pubblica, ma avra’ fatto piu’ del suo dovere, e lo Stato non ci fara’ una bella figura.
Secondo. In questa faccenda dell’ ICI bisogna distinguere almeno tre diverse situazioni: chi ha puramente e semplicemente evaso; chi ha applicato troppo largamente a se stesso la legge d’esenzione, invocandola per immobili che di “cultuale”, “culturale” o “caritativo” non avevano se non qualche apparenza; chi si e’ legittimamente avvalso della suddetta legge. I primi meritano senz’altro l’appellativo che tu loro attribuisci (indebitamente estendendolo alla Chiesa in generale). E il biasimo loro spettante si estende in identica misura a chi non ha vigilato, tanto piu’ considerando che vigilare in questa materia era facilissimo. I secondi esercitavano il diritto che ha ogni cittadino d’interpretare le leggi nel modo a lui piu’ favorevole: sta a chi si ritiene danneggiato agire per un’interpretazione piu’ rigorosa. Dar loro di ladri e’ francamente esagerato. Invece affermare che chi non li ha corretti in tempo non ha fatto il proprio dovere e’ del tutto legittimo.
Chi si e’ avvalso, senza forzature, d’una legge approvata dal Parlamento e promulgata da un degnissimo Presidente della Repubblica (quindi da presumersi non incostituzionale) non vedo proprio perche’ (ne’ di che cosa) dovrebbe essere chiamato a rispondere.
Se, prendendo atto delle attuali circostanze, questi beneficiati non faranno obiezione ad un mutamento per loro sfavorevole della legge, faranno cosa in Italia assai rara e molto lodevole.
Saluti.

LaBusta

La mia scoietà risponde dei miei errori, quindi la chiesa, comprese le sue più alte cariche, rispondono delle magagne dei suoi dipendenti.
Questo per quanto riguarda chi truffa. Per le esenzioni che spettano di legge, invece, spero semplicemente la leggge cambi

manimal

insomma, la chiesa come un gruppo societario, nel quale la controllante si avvale della controllata a suo piacimento, fino a che non lascia i creditori della seconda a bocca asciutta perchè hanno distinte personalità giuridiche. tutto a norma di legge, forse.
anche etico?

Francesco

Cesare b, dimostrami che le alte sfere della chiesa non sapevano e non sanno ancora che all’interno delle chiesa c’era chi rubava, poi ne discutiamo, con me i dogmi non attaccano.

Sandra

“La Gerarchia non ha funzioni di polizia (tanto meno tributaria) nei confronti degli ecclesiastici.”

Dipende. In materia di dottrina e di rispetto per i superiori non si è mai lasciata sfuggire granché. E in ambito di intercettazioni la polizia è tenuta a contattare il vescovo, non trattando il sacerdote quindi come un normale cittadino. Risulta qualche obiezione da parte di Bagnasco? No, perché quando volevano ridurre i contributi alla scuola cattolica, si sono fatti sentire, e parte dei soldi dello scudo (frutto di evasione fiscale) sono ritornati alla Chiesa.

Goethe

E’ una balla che si sia esente dall’ICI l’ albergo o esercizio commerciale in cui vi sia un locale adibito al culto (cattolico). Al contrario anche quel locale dovrà pagare l’ICI, facendo parte dell’esercizio commerciale. Buontemponi astenersi.

Per contro l’elenco di innobili esenti dall’ICI pubblicati dal Male comprende 1
13. CATTEDRALE S. CUORE DI GESÙ E MARIA
Via del Cenacolo, 43 – Loc. La Storta
Roma (RM)

Non credo che la cattedrale della Storta sia un albergo o un esercizio commerciale. E’ una chiesa. Lo Stato può certo decidere di far pagare l’ICI a tutti gli edifici chiese (in Italia ve ne sono forse 50000, di cui un migliaio sono di proprietà dello Stato, come il Pantheon a Roma) ma la legge attuale esenta le chiese da detta imposta. Quandi i radicali avranno la maggioranza cambieranno la legge, ma se va avanti così dovranno anche chiudere la radio. Et sic finitur.

Paul Manoni

@Goethe
Cosa ti sfugge del fatto che qualsiasi edificio di culto che produce un profitto debba pagare l’IMU??? Puo’ essere una Cattedrale o tutto cio’ che vuoi, ma se all’interno si svolge un’attività di tipo commerciale, mi pare il minimo che li si faccia pagare!!

Vittorio

E poi come sarebbe che gli edifici di culto non producono profitto? Provate andare per esempio a Venezia: almeno 3 euri per entrare in una chiesa qualsiasi per dire una orazione, anche senza la guida rossa del TCI. Eccetto S. Marco, bontà loto!

Paul Manoni

@Vittorio
Se e’ per questo, come ricordava qualcuno in un thrad precedente, tutte le chiese in qualche modo, “vendono” e possono essere benissimo inserite alla voce “attività commerciali”. 😉

Vittorio

@ Paul.
Certo che dovrebbe essere così! Ma te l’immagini considerare (e soprattutto tassare) queste (e numerosissime altre, per la vereità) operazioni come nornali e comuni “attività commerciali”! Che la CCAR operi in base a principi divini e soprannaturali ècosa ormai arcinota: quello che colpisce è che usi dei mezzucci tipicamente e banalmente umani. Che scadimento di stile! :-)))))

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