Lucio Magri, fondatore de ‘il manifesto’, sceglie suicidio assistito in Svizzera

Lucio Magri, tra i fondatori del quotidiano il manifesto nel 1969, è morto ieri sera all’età di 79 anni in una clinica per il suicidio assistito in Svizzera. Ha scelto l’eutanasia perché vivere, scrive Ezio Mauro su Repubblica, “gli era diventato intollerabile”. Colto da una depressione “vera, incurabile”, “un lento scivolare nel buio provocato da un intreccio di ragioni, pubbliche e private”. Sul “fallimento politico” – travagliata è la sua storia politica, dopo esperienze nella DC e nel PCI – si “era innestato il dolore privato per la perdita di una moglie molto amata, Mara”, a causa di un tumore. Già un paio di volte si era recato in Svizzera, da un amico medico, intenzionato a compiere il suicidio assistito, ma era tornato. Sarà seppellito a Recanati, vicino alla tomba della moglie.

Valentino Salvatore

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159 commenti

Francesco

Se era quello che desiderava, perche’ non avrebbe dovuto farlo?

Chiericoperduto

Poveretto, sono favorevole all’eutanasia come forma di autodeterminazione quando la morte è inevitabile ed è solo questione di evitare sofferenze inutili. Mi pare però che Magri non sia stato aiutato: dalla depressione si può uscire e senza danni fisici. Viene da chiedermi se per la depressione l’eutanasia sia accettabile.

Alb

Se Magri era “in grado di intendere e volere”, come si usa dire, l’eutanasia è accettabile. Perche’ non dovrebbe esserlo? Esistono tante sfumature del modo di essere di ciascuno di noi, non esistono il “normale” e il “malato” come categorie cosi’ nettamente disgiunte. Non credo che Magri sia stato abbandonato a se stesso, ma se ha deciso cosi’, cosi’ deve poter fare. E senza dover andare in Svizzera…
Alb

teologo cattolico

Non credo che il tuo argomento possa essere pacificamente accolto da due genitori che hanno un figlio suicida a vent’anni. Non credo che il fatto di essersi liberamente suicidato li renda tanto capaci di accogliere serenamente, come atto di dignità umana quell’atto.

PS: provo a mandare questo post dopo essere stato bloccato per giorni dall’uaar.

Francesco

Che cosa c’entrano i genitori teologo? Possibile che voi credenti quando siete a corto di argomenti tirate fuori altre questioni.

andrea pessarelli

quindi secondo te se un ventenne decide di suicidarsi impiccandosi o lanciandosi dalla finestra o sotto un treno x i genitori sarebbe ok? ma un briciolo di umanità ti è rimasta in qualche anfratto della tua mente plagiata dall’ideologia?

Alb

e aggiungo: ma poi, perche’ mai l’eutanasia dovrebbe essere accettabile solo per i malati terminali o per chi sta “soffrendo” fisicamente? Se decido di voler morire pur essendo sano come un pesce, saranno alla fine un po’ ‘azzi miei???
Alb

paniscus

Ma infatti, in tal caso, si chiama suicidio e basta, non si chiama eutanasia…

Alb

Mah si…eutanasia attiva, passiva, suicidio assistito (che credo sia stato il caso di Magri)…il concetto è sempre lo stesso: dare a chi lo desidera la possibilità di morire in maniera dignitosa e indolore. La discriminante non credo debba essere il fatto che sono in grado di usare le mie gambe per buttarmi sotto alla metropolitana.
Alb

teologo cattolico

@alb…Fuggire di fronte alla vita lo trovo sbagliato. Certo che siano spesso gli atei a suggerire e sostenere tale scelta di fronte ad una vita di cui non si coglie il valore fa pensare.

LEWIS

noi atei non abbiamo una morale comune, non diciamo alla gente cosa è giusto e cosa non lo è come invece tendono a fare i sacerdoti
Se alcuni di noi suggeriscono una via facile, tu non puoi dire che gli atei suggeriscono una via facile.

blitz

@ teoloogo
” Certo che siano spesso gli atei a suggerire e sostenere tale scelta di fronte ad una vita di cui non si coglie il valore fa pensare”

Ma perchè mai un ateo non coglierebbe il valore della vita solo perchè la considera – e la vive – in modo diverso dal tuo?
In quanto al ‘fuggire di fronte alla vita’… non potrebbe essere invece una prorogativa proprio del credente il quale, per paura di ciò che comporta la vita in tutta la sua completezza, compresa cioè la morte… si rifugia in una ‘vita anche dopo la morte’ per esorcizzare la morte?

Francesco

Per teologo.
Fuggire di fronte alla vita? O affrontarla coraggiosamente perche’ io devo essere padrone della mia vita e non la vita mia padrona, come invece le religioni vorrebbero per permettere ai fedeli di “fuggire” dalle proprie responsabilita’ per affidarle a presunti intermediari di esseri mitologici che stranamente finiscono per farsi i comodi loro?
Dipende bisognerebbe conoscere i fatti, non come voi superstiziosi che sapete nulla ed avete stabilito tutto.

“Certo che siano spesso gli atei a suggerire e sostenere tale scelta di fronte ad una vita di cui non si coglie il valore fa pensare.”

Cosa una tua nuova entrata della serie i pedofili sono omosessuali?
Dove l’avresti visto che gli atei sugeriscono questa possibilita’, al limite, e non tutti, accettano la decisione di chi fa questa scelta.
Meglio dei credenti che vigliacchi, nonostante credano nella favola dell’aldila’, preferiscono non solo soffrire loro ma pretendere che lo facciano gli altri.

Dariok

@teologo
le persone che conoscevo e sono morte suicide erano cattoliche

serlver

“Fuggire di fronte alla vita lo trovo sbagliato. Certo che siano spesso gli atei a suggerire e sostenere tale scelta di fronte ad una vita di cui non si coglie il valore fa pensare.”
Le spiacerebbe citare una statistica a sostegno di ciò, perché ho l’impressione che se andassimo a guardare le statistiche sui suicide la proporzione fra credenti e atei sarebbe al medesima che si riscontra nella popolazione

firestarter

teologo, non ce la fai a far eun intervento senza un ignobile insulto strisciante da scarto di sacrestia quale sei.

roby

ma come TEOLOGO CATTOLICO,il vice di don verzè si suicidato,e avuto esequie,dove sarebbe tutta sta didattica atea,a fare degli individui potenzialmenti suicidi..?,mi scusi,oppure guardasi paesi dove il piu alto numero di omicidi e di media cattolico,-messico,equador,brasile…..e pensa che io creda che sta statistica sia vera… no,ma credo che lei se fosse il contrario ci crederebbe,perche?ma perche lei e solo un fazioso,non difende la fede,ma solo le sue tradizioni,ed alla fine ha paura,da passare da idiota.
pero il problema è il suo,no il mio,perche io penso, lei crede e basta a cio che dice,e???se DIO NON ESISTE,io non direi mai che lei è un idiota,invece lei direbbe il contrario su di me,ecco la distinzione tra un credente,e un libero pensatore,che lei mi scusi non è(forse a volte)PS SONO 2 CHE LA SEGUO E LA LEGGO..MI CONSENTA……..

DANX

@teologo: potremmo risponderti dicendo che siccome per i credenti esiste il paradiso, questi disprezzano la vita terrena perchè pensano solo a quell’altro mondo e se è così perchè non si suicidano, anzichè rimanere super attaccati alla vita terrena, tanto da piangere come disperati ai funerali?
Un ateo può benissimo voler vivere, come voler morire, non siamo tutti uguali e visto che non abbiamo scelto noi di vivere, comprendo chi vuole distruggersi.

thyestes

@ teologo

1 – statistica che afferma la ca..ata che hai detto

2 – Per voi cattolici uscire da questa valle di lacrime dovrebbe essere un piacere nel raggiungere la vera vita, quella eterna. Invece vi cag…te addosso e trasformate la vostra preziosa teologia in un ammasso di buffonate misto di paganesimo e superstizione per esorcizzarla.
E giù preghiere, rosari, santini, padrenostri, messe, riti comuni, quadri, icone, acquesante e pagliacciate varie…tutto per esorcizzare la morte, ve la fate addosso consci nel profondo, come siete – anche i più credenti di voi – , che in fondo, le vostre favole sono belle soltanto per consolare la parte più esterna ed ‘evoluta’ del cervello.
Quella profonda, quella istintiva, per tutti voi, sa bene del grande inganno, sa che l’istinto alla vita c’è per un motivo, quello per cui nessun papà buono vi guarda dall’alto amorevolmente aspettando il vostro ritorno a braccia aperte e confortevoli, ma la materia è materia e tornerete, ma già lo siete, come tutti e come tutto, polvere, atomi.

bardhi

teologo non mi sembra che Mario Cal era ateo vero?? pensi che lo hanno convitno i atei??

Francesco

Conta solo la volontà della persona, è infame disquisire sul suo stato; solo chi giuridicamente è dichiarato incapace di intendere e di volere può essere soggetto in proposito a restrizioni; per gli altri è per definizione una loro scelta, che và onorata, non discussa.
Le distinzioni “etiche” tra suicidio,Eutanasia attiva o passiva, sono idiozie degne di chi non ha rispetto per la volontà altrui, a prescindere dal motivo della sua etica antisociale.

Simone

Quindi fammi capire, mettiamo che io sia depresso e voglia suicidarmi. Che faccio? Prima di buttarmi di sotto vado da un giudice il quale attesterà che sono libero di intendere e di volere e che quindi non sono soggetto a restrizioni di eutanasia? Mi verrà rilasciato un certificato per il via libera?

Da ateo, pieno quotone a quanto scritto da Chiericoperduto. Eutanasia quando “come forma di autodeterminazione quando la morte è inevitabile ed è solo questione di evitare sofferenze inutili.” Magri fisicamente stava bene, non era in procinto di morire. Se mentalmente uno sta male va aiutato a superare la sua depressione, non gli si lega la corda alla trave. Che mondo squallido.. E sia chiaro, non ce l’ho con te Francesco che sei un grande e cui ho potuto godere della lettura di commenti intelligenti, ma commenti come questo non posso leggerli e rimanere impassibile. E’ troppo sbagliato e disumano. E poi lo sai che i trolls non aspettano altro.

Francesco

Francesco per Francesco

Ratzinger: La colpen di averen gli stessi nick dipenderen dallen secolariziazionen e da allontanamenten da dien.
Segretario personale: O dall’avere lo stesso nome?
Ratzinger: Disfattisten.

antoniadess

Si, da alcune si può “guarire”, ma ci sono forme di depressione cronica da cui non si guarisce affatto, la riduzione di esistenza e la pessima qualità della vita che le sofferenze psichiche provocano può capirle solo chi le conosce, gli altri non danno “dignità” a questo tipo di dolore a cui solo la morte può porre fine; ma capisco che neanche morire sia facile, perciò sono favorevole ai centri di suicidio assistito, qualunque sia il motivo per cui si scelga, un plauso alla Svizzera, paese civile perchè li permette: la parola chiave dovrebbe essere sempre l’autodeterminazione dell’individuo, ancora scandalosa in un paese bigotto come il nostro, dove la presunzione di avere la verità assoluta fa da cornice all’arroganza di ergersi a giudici verso scelte non condivise. Bravo Magri, ha fatto la scelta giusta, sono solidale con lui, mi indigna che per affermare l’ultima libertà che rimane si debba emigrare 🙁

Enrico

ma l’eutanasia non era riservata solo a malati incurabili? Anche il diabete può essere controllato ma non si guarisce allo stesso modo l’emicrania può non sempre essere controllata ma una remissione non sempre avviene.

Simone

Enrico, non ho capito niente del tuo commento. Puoi formularlo meglio?

Benjamin l'@sino

La morte è inevitabile per tutti coloro ai quali è stata imposta la vita, compreso quel frugoletto rosa che ora vi fa sorridere così tanto.

La depressione provoca sofferenza come qualsiasi altra malattia grave, come ogni altra malattia deve essere trattata. Ergo, non esiste un discorso del tipo “ma era solo depresso”.

manimal

concordo.
la depressione può far soffrire quanto e più di altre malattie.
chi non l’ha provata non può immaginare.

Southsun

Esatto.

Qui da noi c’è stato il caso di una ragazza, da sempre ammalata di depressione, che passò 10 anni di calvario tra psichiatri, psicologi, medicine, ricoveri, tentativi di suicidio, fughe da casa e tutto il campionario di disperazione.

Alla fine si suicidò lo stesso. Quindi l’orrenda domanda è:

era meglio “lasciarla andare” prima – come voleva lei – e risparmiare 10 anni di calvario sia a lei che ai suoi familiari

oppure

tentare lo stesso di salvarla ma rischiando di ottenere lo stesso risultato con ancor più dolore?

nicola

Anche se bisogna rispettare le scelte di ognuno, mi riesce difficile accettare l’idea che si possa preferire la morte alla vita, a meno che non si dimostri che la vita ormai non c’è più e che si tratta solo di ratificare una condizione di fatto. Ma l’idea del suicidio assistito mi lascia perplesso: bisognerebbe aiutare le persone a vivere e non a morire.

Lorenzo Galoppini

Si tratta di stabilire quando una condizione di malattia sofferenza é davvero irreversibile e senza speranza o meno: in genere é agevole farlo, ma nel caso della depressione, trattandosi di una malattia “dell’anima” e quindi ben più sfumata e complessa, la faccenda può essere più complicata; forse si potrebbe guarire o forse no. Nel dubbio, l’unica sembra proprio lasciar decidere all’interessato se vuol continuare a vivere o meno. Altro al momento non mi viene a mente.

Dariok

oggi e’ un anno che e’ morto il grande Monicelli, un gesto, il suo, che dovrebbe far riflettere molta gente

blitz

Poveretto Magri? E perchè mai ? Piuttosto privilegiato, per aver avuto l’opportunità di scegliere consapevolmente come decidere della propria vita, come uscirne scegliendo il modo che ha ritenuto più valido per sè. Sindacare le scelte altrui quando conivolgono solo ed esclusivamente chi le fa per se stesso, non ha senso… sindacarle poi per quanto riguarda questo tipo di scelte a me sembra ancor più incomprensibile.

B'Rat

Piuttosto privilegiato, per aver avuto l’opportunità di scegliere consapevolmente come decidere della propria vita, come uscirne scegliendo il modo che ha ritenuto più valido per sè.
Privilegiato? Le risulta che a chiunque in grado di muoversi autonomamente sia negato di suicidarsi?

blitz

‘Privilegiato’ ovviamente per la possibilità oggettiva di poterlo fare nel modo che ha scelto liberamente. E comunque replicavo a chi lo chiamava ‘poveretto’.

Flavio

Generalizzando (non conosco il suo caso specifico) penso che anche un disagio psicologico possa essere cronico e insopportabile come uno fisico.

blitz

Maggiori dettagli puoi trovarli, se ne hai l’opportunità. nel bel resoconto che ne viene fatto sul sito di Repubblca

Francesco S.

Dal punto di vista laico, il suicidio è una delle più grandi forme di autodeterminazione, ma dal punto di vista umano è una grande sconfitta, un arrendersi alle difficoltà della vita, mi spiace per questo giornalista.

Andava curato dalla depressione, anche perchè penso che non sia stata una scelta lucida visto che era affetto da una malattia che riguarda la psiche.

Il suicidio non c’entra nulla con l’eutanasia e non mischiamo le cose altrimenti si fa il gioco dei catto-fanatici.

blitz

“(…) ma dal punto di vista umano è una grande sconfitta, un arrendersi alle difficoltà della vita, mi spiace per questo giornalista”

Non credo tu possa decidere per gli altri quando, e in quali circostanze, ci si possa o non possa ‘arrendere alle dificoltà della vita’… e proprio ‘umanamente’. Chi ti dice che quella che per te sarebbe, più che comprensibilmente, una ‘sconfitta’, per altri, sulla base di circostanze che solo loro possono giudicare, non sarebbe invece una ‘vittoria’? Soprattutto potendolo fare come Magri ha potuto farlo.

Francesco S.

Guarda che non ho detto che decido io per lui, ho detto che ha sbagliato ad arrendersi.

Ho dei dubbi che una persona affetta da depressione sia in grado di decidere lucidamente visto che ha una visione alterata della realtà proprio a causa della malattia, sarebbe diverso se una persona sana volesse suicidarsi (anche se lo reputo poco probabile).

Io se vedo qualcuno che si vuol buttare da un ponte lo fermo e gli chiedo perchè lo fa, se mi dice che ha un male incurabile e ha poco da vivere glielo lascio fare ma se mi fa capire che è depresso lo accompagno da uno psichiatra o uno psicologo.

blitz

Male incurabile, o depressione (una patologia tra l’altro difficilemnte identificabile proprio come patologia in senso stretto, e proprio per le sue componenti psicologiche), che differenza fa? Dissuadere l’aspirante suicida dal suo proposito è poco più di un dovere, ma senza la pretesa di aver così eliminate le ragioni profonde di tale proposito… per cui non potrò mai sapere veramente se gli ho fatto un favore (come chi lo fa in nome della sacralità della vita sempre e comunque, quale che sia, oggettivamente e soggettivamente) o se ho contribuito solo a prolungare un suo ineliminabile disagio. Certo, se lo lascio morire gli precludo la possibilità di uscire dal disagio, ma devo mettere nel conto anche il contrario. E, alla fine, devo pur sempre rispettare il suo proposito, non considerarlo necessariamente, come si usa dire, un gesto insano.

Arnaldo

@Francesco S.
“…visto che ha una visione alterata della realtà”
Non ti è mai venuto il dubbio che la visione alterata della realtà la possa avere l’ottimista?

Francesco S.

@Arnaldo
Sbagli a confondere il pessimismo con la depressione (che non è la semplice visione negativa del mondo ma un disturbo della psiche) e comunque esiste un opposto della depressione ed è la mania (http://it.wikipedia.org/wiki/Mania_%28psicologia%29), in cui si può avere una visione alterata della realtà in senso opposto.

Comunque nel caso di Magri leggendo i giornali forse non era depressione nel senso patologico (trattasi della solita enfasi giornalistica).

Congo

Come dice uno dei più grandi studiosi contemporanei del cervello, Dick Swaab,
(a proposito, leggete il suo ultimo libro: “Noi siamo il nostro cervello”) il libero arbitrio, come lo intendiamo di solito, non esiste. Cioé, non siamo poi così liberi.
Siamo molto più vincolati di quanto non vogliamo ammettere proprio anche dal nostro cervello.
Quindi, secondo me, ancora c’è molto da riflettere sull’eutanasia. Nel senso che ci sono situazioni per le quali sono favorevolissimo, situazioni per le quali non sono favorevole e un’ampia zona che mi trova in difficoltà.
Quanto avvenuto a Lucio Magri mi mette in difficoltà.

blitz

“Quindi, secondo me, ancora c’è molto da riflettere sull’eutanasia. Nel senso che ci sono situazioni per le quali sono favorevolissimo, situazioni per le quali non sono favorevole e un’ampia zona che mi trova in difficoltà.”

Ma non credo che quanto affermi cambi la sostanza della questione. E’ ovvio che l’essere favorevole o contrario… libero arbitrio o arbitrio condizionato che sia… dipende pur sempre dal giudizio, INSINDACABILE, che ognuno dà per sé. Ovviamente quando – come sembra essere proprio il caso di Magri – lo può fare liberamente. O, per esercitare questa libertà, deve conoscere come si muovono le cellule del suo cervello?

Otzi

@ Congo. Ma cosa vincola il nostro cervello? l’IO? Ciascuno dei molteplici SE’ della linea evolutiva spazio-temporale di cui, come dire?, si compone? Ma se tutto questo fosse illusione, immagine-pensiero prodotti dalla complessità gliale e neurale del cervello? Vedi a proposito il Nobel Benjamin Libet, Mind Time, il fattore temporale della coscienza, in cui espone la sua scoperta che fa molto, molto pensare. Vaticano compreso.
Io non credo ci sia molto da riflettere sull’eutanasia in sè e sul diritto di ciascuno di scegliere liberamente (secondo il proprio unico cervello) per sè. C’è piuttosto ancora molto da combattere contro chi vuol imporci una visione di scelta in nome di dio, facendola conciliare con naturale, umana, quando la sola cosa naturale e umana è a ciascuno il proprio cervello. Il che vuol dire che io non ho mai il diritto di imporre all’altro la mia stessa scelta. Siamo singolarmente unici.

vico zanetti

Credo, laicamente, che un essere umano abbia il diritto di porre termine alla sua vita, se lo fa lucidamente. è la più alta sfida al presunto divino… è dire la vita è mia e nessuno , nè uomo nè dio può disporne, tranne me. C’è grandezza in questa morte, di un uomo che ha vissuto…

Gianni

“..la sfida al presunto divino..” se Dio non esiste non c’è bisogno di sfidarlo, se invece esiste, allora non vorrei essere nei panni di chi lo sfida o, peggio, lo irride…

Don Drakh

Vabbeh vico, dai, mica stiamo parlando di gente alla Yukio Mishima. Non mi sembra di notare nessuna forma di eroismo prometeico nel morire per le conseguenze della depressione.

vico zanetti

depressione è quello che dicono gli altri, a me sembra una scelta… e sì ho pensato a Mishima Majakowsky, e a Monicelli

B'Rat

“Credo, laicamente, che un essere umano abbia il diritto di porre termine alla sua vita, se lo fa lucidamente. è la più alta sfida al presunto divino… è dire la vita è mia e nessuno , nè uomo nè dio può disporne, tranne me. C’è grandezza in questa morte, di un uomo che ha vissuto…”
Immagino quindi se una simile grandezza venisse emulata in lungo e in largo sarebbe un trionfo…

Mamma mia cosa tocca leggere… la mia stima a Gianni che ha mostrato di usare logica…

robby

ma che dici”sfida al presunto divino”ma che vivi,in un film di tarantino, ho l enigmista,ma sai quanti suicidi,ci sono,guarda in giappone per esempio,ecc…o in europa,ma lo sai la gente che si suicida,neanchè sta pensando a sto scontro ideologico che ai posto tu,quando compie tal gesto…..ma che dici? stai fuori

serlver

Io capisco il suicidio assistito se concettualizzato come “morte dignitosa” rispetto a uno stati di vita ai limiti in cui un persona può giustamente giudicare il suo stato oramai insopportabile, il tutti gli altri casi il suicidio mi sembra solo il sintomo di una depressione, che come tale andrebbe curata e non assecondata.
Detto questa e data anche l’età di Magri non si può nascondere che dietro la sua decisione ci sia dell’altro che noi non sappiamo.

giulio

Anch’io ho dei dubbi che sia una buona idea suicidarsi e assistere il suicidio di una persona che magari con una compressa di sertralina al giorno guariva in 3 settimane (parlo in generale, non conosco il caso specifico). Inoltre è discutibile che una persona in depressione grave sia capace di decidere.

nightshade90

piccola correzione

“Ha scelto l’eutanasia perché LA VIVERE, scrive Ezio Mauro su Repubblica, “gli era diventato intollerabile””

meglio vivere, senza l’articolo, o “la vita….gli era diventata…”

Sergio

Un cittadino italiano è stato costretto a recarsi all’estero per esercitare un suo diritto non negoziabile perché uno stato estero – il Vaticano – e una casta di politici venduti, decisi a fare gli interessi di questo miserabile stato estero parassita, per evidenti interessi personali, gli negavano questo diritto. Questo è lo scandalo. I politici italiani dovrebbero fare gli interessi degli italiani, non quelli del Vaticano. Io non riconosco nessuna autorità su di me al Vaticano: Ratzinger può credersi il vicario di Cristo e Viceiddio, per me è solo un povero fesso. Come Bagnasco, Ruini, Scola, Bertone, Risichella, Crociata e tutti gli altri palloni gonfiati cattolici (compresi Monti, Riccardi e compagnia bella).

Marco

“I politici italiani dovrebbero fare gli interessi degli italiani, non quelli del Vaticano”

Io penso che tra gli interessi degli italiani non vi sia la concessione del “diritto a morire a chiunque lo richiede e per qualunque motivo”.

E, comunque, voglio ricordare che, nonostante da qualche anno in Italia sia in vigore la legge elettorale “porcata” per cui non è più possibile eleggere nominalmente i propri rappresentanti in Parlamento, sono pur sempre gli italiani nel segreto della cabina elettorale ad eleggere i partiti a cui i parlamentari fanno capo: se PdL, Lega, UdC e buona parte di PD e IdV sono filo-cattolici e gli italiani votano uno di questi partiti invece di votare il Partito Radicale (che raccoglie al max l’1% delle preferenze), evidentemente significa che alla stragrande maggioranza degli italiani sta bene questa situazione, cioè avere politici (e quindi norme, leggi, decreti, ecc…) di ispirazione cattolica.

giulio

Non direi, perchè i sondaggi dimostrano che sui temi “eticamente sensibili” la maggioranza degli italiani la pensa diversamente dai partiti filoclericali, che vengono votati per altri motivi.

Marco

@giulio
Allora vuol dire che questi “altri motivi” (immagino: lavoro, casa, pensioni, ecc…) sono, agli occhi degli italiani, ben più importanti di eutanasia, fecondaz. assistita, aborto, ecc…
Cioè si conferma il fatto che, dopotutto, per gli italiani non è poi tutto ‘sto problema avere leggi filo-cattoliche sulle questioni bioetiche.
Perché se agli italiani turbasse davvero il fatto che in Italia, ad esempio, non c’è l’eutanasia, il P. Radicale verrebbe votato da ben più di 1 italiano su 100.

Walter

@Marco
Mi sembra un po riduttivo come ragionamento, sappiamo benissimo com’è limitata la possibilità delle scelte nelle urne e nella maggior parte dei casi si è costretti a votare il meno peggio. E spesso e volentieri i radicali hanno compiuto scelte abbastanza discutibile anche schierandosi in più di un’ occasione con il berluska (motivo per cui i radicali persero il mio voto).

Marco

Quello che adesso, purtroppo, rischia di succedere è una serie di suicidi a catena di soggetti depressi, i quali rischiano di pensare che il loro “male di vivere” sia incurabile.
Perciò l’importante è stare vicini a costoro, far loro coraggio e dire loro la verità, cioè che la depressione si può (e si deve) curare!
La depressione si cura sia coi farmaci sia con la psicoterapia (la miglior cosa è l’integrazione di farmacologia e psicoterapia, in quanto i farmaci da soli alleviano i sintomi ma non curano le cause del malessere, cause prese invece in considerazione dalla psicoterapia).
Occorre incoraggiare le persone a prendersi cura di se stesse e a rivolgersi agli specialisti (medici, psicologi, o anche assistenti spirituali per chi lo ritenesse necessario) qualora qualche cosa non funzionasse!

lorenz

Non abbiamo potuto scegliere di venire in questo mondo, ma disponiamo della libertà di lasciarlo quando, come e se lo desideriamo (oggi, grazie alla Scienza, anche senza sofferenza).
Apprezzo molto il gesto di Magri, e spero in tanti possano liberamente e consapevolmente emularlo, come spero di poter fare io a suo tempo, con la lucidità e la fermezza che saranno necessari.
Viva la vita, quando è vita.

Marco

Tu dici “consapevolmente”.

Io ti ripeto quello che ho scritto:

“i depressi spesso rischiano di pensare che il loro “male di vivere” sia incurabile”.

Cioè un depresso può arrivare a togliersi la vita perché crede – erroneamente, cioè il contrario di consapevolmente – che non vi sia altra via d’uscita al suo soffrire.

E’ bene perciò confortare e consigliare i depressi, presentandogli le varie (e ce ne sono) opzioni di cura.

Gianluca

@ Marco

“E’ bene perciò confortare e consigliare i depressi, presentandogli le varie (e ce ne sono) opzioni di cura.”

Su questo siamo d’accordissimo. Un depresso non agisce consapevolmente, è depresso. Consentire a un depresso di morire è come negare le cure a chi è malato e farlo morire per la malattia.

Io però penso che lorenz intendesse i non depressi. Perchè è così difficile concepire che una persona, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, decida di porre a termine la propria vita?

Simone

“Io però penso che lorenz intendesse i non depressi. Perchè è così difficile concepire che una persona, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, decida di porre a termine la propria vita?”

Gente non depressa che vuole suicidarsi? E’ perchè vorrebbe suicidarsi se non è depressa? Poi non è questo il caso in discussione. Dall’articolo si capisce che Luigi Magri:

“era innestato il dolore privato per la perdita di una moglie molto amata, Mara”

QUINDI -> era depresso

QUINDI -> NON in pieno possesso delle sue facoltà mentali

QUINDI in qualsiasi stato civile e non barbaro -> andava aiutato a superare il momento di depressione ed invece di indicare la direzione per la clinica sarebbe stato molto più umano aiutarlo personalmente e/o indicargli l’indirizzo dello psicologo/psichiatra e/o per la farmacia per gli psicofarmaci.

Francesco

Marco sei ancora qui e intanto la gente si suicida perche’ non ti preoccupi di loro?
Sei un ipocrita.

Simone

” e spero in tanti possano liberamente e consapevolmente emularlo”

Eeeeehmmm….. scusa ma mi tocco.

lorenz

@ gianluca

hai capito esattamente.
Penso si possa essere anche non depressi e considerare ugualmente e lucidamente che è arrivato il momento di lasciare spazio agli altri, senza dover vivere, tra l’altro, l’umiliazione di pannoloni, sedie a rotelle, tubicini vari ecc. e senza dover imporre alla società la nostra ingombrante e penosa vecchiaia.
Viva la vita, se è ancora vita e non solo sopravvivenza.

eh, eh, tra l’altro io abito quasi al confine con la Svizzera! 🙂

Simone

Questo è un altro caso, e cioè che la persona non sia sufficiente a se stessa. Non era il caso di Magri (o almeno da quel che ho letto non mi sembra), il quale quindi bastava a se stesso e non era un peso alla società. Magri andava aiutato.

Lorenzo Galoppini

Chi non é depresso ed é in possesso di tutte le sue facoltà mentali mi pare molto improbabile che voglia suicidarsi. Sarebbe quantomeno ben poco logico e razionale. Se uno decide consapevolmente di suicidarsi significa che devono esserci dei motivi ben gravi e dolorosi dietro. Altrimenti non c’é alcuna ragione di togliersi la vita.

luigi

Un plauso al coraggio di Magri. Non è importante se alla base della decisione di porre fine alla sua vita ci siano motivazioni fisiche o psicologiche. Per lui, A SUO INSINDACABILE GIUDIZIO, era giunto il momento di togliere la spina. E’ stata la sua scelta e va rispettata. A quando questa scelta sarà possibile in Italia?

serlver

In realtà anche in italia uno può togliersi la vita come vuole, non è vietato il suicidio, non c’è la precrimine che sonda i tuoi desideri suicidi per intervenire a fermarti tempestivamente.
Il diritto all’eutanasia va garantito a coloro che non si trovano in condizione di poter agire da sé su sé stessi perché dipende dagli altri

B'Rat

Ma io non capisco, qua flotte di persone a sperticarsi in lodi per questo pover’uomo che per suicidarsi è andato in Svizzera. E a tutti i poveretti che si suicidano in patria nulla? Cos’hanno di meno nobile le loro morti, o meglio, cos’ha di più nobile questa?!

Batrakos

Il fatto di aver compiuto un gesto come il suo, apre un dibattito sulla liceità del suicidio, per cui, a differenza dell’atto di suicidio privato, è un ultimo gesto politico, nel senso di riflettere su un possibile diritto.

B'Rat

Batrakos,
perchè, nel suo testamento c’è scritto “parlatene a tutti i Tg”?

Batrakos

Un personaggio noto, come Monicelli per l’eutanasia, che compie un atto del genere non premurandosi minimamente di non renderlo noto (i compagni di una vita erano a casa sua ad aspettare la telefonata del suicidio avvenuto, e ha lasciato una lettera ai compagni per spiegare le ragioni del gesto) apre di fatto e consapevolmente un potenziale dibattito; il fatto che se ne parli è buona dimostrazione empirica.

faidate

Quando un individuo non ha più obblighi (debiti) nei confronti di quella società che gli ha permesso di raggiungere un accettabile livello di esistenza, (a 79 anni presumibilmente i debiti sono stati estinti), credo che uno sia libero di fare quello che vuole della propria vita. Anche le modalità per finirla rientrano nella propria libertà di scelta. Inconcepibile che uno debba andare in Svizzera perché in Italia il Vaticano condiziona alcuni opportunisti, invece che semplicemente indicare il suicidio come peccato mortale: urbi et orbi. Chi ci crede non si suiciderà.

Otto Permille

Le persone che hanno consentito ad un malato di depressione di suicidarsi dovrebbero essere denunciate. Un malato di depressione, con un alterato livello nel bilanciamento dei neurotrasmettitori, va curato e non incoraggiato al suicidio. Si tratta di un paziente psichiatrico e non è proprio il caso di invocare presunte filosofie di libertà o principi di autodeterminazione. Il suicidio non è mai il prodotto di una scelta, ma solo della impossibilità di una scelta.

Sergio

Dunque se uno manifesta intenzioni suicide è un malato ovvero paziente psichiatrico che deve essere assistito e curato e a cui eventualmente deve essere anche messa la camicia di forza (per il suo bene ovviamente)? Ma scherziamo!? E le persone che acconsentono o non impediscono al paziente psichiatrico di suicidarsi vanno denunciate? Ma scherziamo?! C’è un Otto Permille che mi piace di solito (quello degli “acalcici” per esempio), ma questo Otto Permille mi fa paura, non so se è lo stesso. Questo ragiona da cattolico vaticaliano. Nessuno ha incoraggiato Magri al suicidio. È invece più che probabile che i suoi amici abbiano cercato di distoglierlo dal proposito, ma alla fine hanno RISPETTATO la sua volontà.
Tanto di cappello a Carlo Michelstaedter suicida a 22 anni: un atto lucido e coraggioso il suo, anche se non da tutti condivisibile.

serlver

Sergio la depressione è una malattia fino a prova contraria, e nei casi più gravi può anche inficiare la capacità di intendere e volere perché non permettere di inquadrare il mondo nella giusta prospettiva, ma appunto in una distorta.
Poi è vero che può anche esistere chi “manifesta intenzioni suicide” così per partito preso, per bastiancontrariesismo o anche semplicemente per demenza, e in questo caso deve essere lasciato libero di suicidarsi, trattasi in fondo di selezione naturale.

curioso

@serviver
Però la cosa sta diventando una specie di comma 22:
Se uno è sano di mente è libero di suicidarsi.
Ma se uno, sano di corpo, vuole suicidarsi allora è pazzo (depresso) e non può.
Come se ne viene fuori?

Simone

Mi viene in mente una puntata di Futurama, con le cabine per il suicidio. o quel film di un po di tempo fa “2020 i sopravvissuti”.

Lorenzo Galoppini

‘2022 I sopravvissuti’, di Richard Fleischer, del 1973, tratto dal romanzo di Harry Harryhausen ‘Make room! Make room!’ (Largo!Largo!), con protagonista Charlton Heston e con la partecipazione, fra gli altri, di Edward G. Robinson, alla sua ultima apparizione poco prima della morte. Un ottimo esempio di fantascienza apocalittica che vi consiglio caldamente di vedere, al di là della discussione e dell’opinione sui temi in oggetto, che comunque vengono toccati nella trama. 😉

Enrico

Ho letto che molti sapevano delle sue intenzioni e nulla hanno fatto. Consiglio a costoro di denunciare alla procura della repubblica questo carabiniere.

Francesco

Vedo che il vizio di associare due situazioni differenti per farvi ragione non lo perdete mai voi superstiziosi, ma del resto voi siete quel che dite che dio e’ buono e onnipotente e poi lo giustificate se scaraventa terromoti e disastri naturali generale.

Francesco

Se ti informi meglio capisci che Magri ha valutato molto la cosa e che non e’ vero che gli amici non hanno tentato di dissuaderlo, nel caso del carabiniere si tratta di un gesto istintivo che avrebbero fatto tutti (almeno spero).
Non notare una cosi’ grande differenza mi sembra assurdo, ma del resto da uno che crede in figli di dio resuscitati cosa si ci puo aspettare?

robby

che il suicida si era suicidato,il carabiniere è intervenuto durante il suicidio,non l ha convinto del” insano gesto”,la differenza,e che 2 liberi arbitri si sono scontrati,dimostrando che non esistono..forse il suicida,avra del livore verso il carabiniere( voleva morire),o forse no,il carabiniere a fatto cio che suo dovere era da fare,se non lo avrebbe fatto sarebe pure accusato di,reticenza ecc…che argomenti porti enrico,e poi non capisco che centra con scelte personali.

cartman666

io sono favorevole all’eutanasia ed al suicidio. Aveva 79 anni, con una vita lunga e piena di soddisfazioni alle spalle, rispetto la sua scelta.

Simone

Alle spalle, e chi ti dice non potesse avere una vita lunga (anche se non altrettanto) e piena di soddisfazioni non solo alle spalle ma anche davanti a se? Poi ci vuole poco per “rispetto la sua scelta”, ci sarebbe voluto di più invece per aiutarlo. Ritengo che l’eutanasia sia un segno di civiltà, ed il “prego si accomodi giù dalla finestra, anzi vuole una spinta?” un segno di inciviltà e menefreghismo.

Cartman666

me lo dice il fatto che io non sono Lucio Magri. Non posso sapere quello che pensava e come si sentiva, quindi non vedo perche’ non debba rispettare la sua scelta.

ANCIA LIBERA

secondo me ognuno deve essere libero di fare quello che vuole della propria vita !
se si accetta questo principio allora la discussione può andare avanti altrimenti è un dialogo tra sordi ! e per quanto a me sembra quelli della CCAR sono sordi !!!

neverclean

Ho amici olandesi, terra fra le piu’ civili nella nostra Europa, che mi dicono che il problema della depressione – per chi e’ in eta’ avanzata e vuole ricorrrere al suicidio assistito – e’ una delle questioni piu’ controverse e difficili da dipanare per gli assistenti sociali che operano in questo campo.
A maggior ragione noi, che non siamo specialisti in materia e non abbiamo conoscenza diretta del caso Magri, forse dovremmo astenerci dalll’esprimere giudizi ed essere solo rispettosi delle altrui sensibilita’.
Personalmente mi dispiace immensamente la perdita che mi procura il non poter piu’ conoscere i contributi che un grande della cultura politica avrebbe – forse – ancora potuto dare a me e ad altri. Ma se Magri ha scelto così, la sua scelta va rispettata.
Ai Miserabili senza Dio che siedono in Vaticano e alla CEI che frequentano questo blog – direttamente o per interposte persone – ricordero’ solo che i casi come quello di Magri sono rarissimi, mentre la quasi totalita’ dei malati terminali soffre dolori insopportabili a cui vorrebbe autonomamente porre fine perche’ il corso naturale della loro vita si è ormai concluso e non ha alcun senso prolungarlo. L’unico senso che ha protrarre nel tempo le sofferenze dei malati terminali e’ quello di permettere ai Miserabili senza Dio e ai loro Sodali Politicanti di riempirsi le tasche con i contributi che Regioni e cittadini sono costretti a versare alle numerose cliniche cattoliche, le piu’ presenti nel settore (stiamo parlando di qualche centinaio di euro al giorno per malato terminale). Ma sta per arrivare il momento in cui il popolo prende coscienza di questo turpe commercio ….

Sergio

«secondo me ognuno deve essere libero di fare quello che vuole della propria vita !»

Siccome siamo volenti o nolenti animali sociali che vivono in società, dalla quale dipendiamo per cento versi, non possiamo fare quel che vogliamo ovvero fregarcene degli altri: abbiamo diritti e doveri. Bisogna mettersi dunque d’accordo sui diritti fondamentali e inalienabili della persona (o non negoziabili, come dicono i cattolici). Il tribunale federale svizzero ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione dell’individuo e quindi anche al diritto di togliersi la vita quando e come si vuole. Ma gli Svizzeri non sono ancora sottomessi al Vaticano. Per i cattolici, detentori di valori assoluti, l’autodeterminazione è un non senso, una perversione, perché per loro la vita è un bene non disponibile. Il loro è il linguaggio del potere: tu mi appartieni INTERAMENTE.
Però, come detto, bisogna mettersi d’accordo sui diritti inalienabili.

civis romanus sum

Un caro amico ,,, Profondo rispetto per la scelta di un Uomo Libero.

I preti e i loro chierichetti abituali frequentatori di questo sito si esentino, se riescono a contenere il loro proverbiale atteggiamento da avvoltoio, dallo sproloquiare le loro infami sentenze morali ,,, grazie.

claudio285

La depressione non è una malattia fatale, anche se credo che poi finisca per influire sulla aspettativa di vita. La questione se essa dovrebbe dar diritto al suicidio assistito è controversa. Ma lo è meno se si pensa che essa è comunque una malattia fisica, non “dell’anima”. Il dolore psichico (ma non solo) della depressione, non sta in qualche nuvoletta impalpabile che gira intorno alla nostra testa come un’aureola nera. Così ce la rappresentiamo, o meglio ne metaforizziamo i sintomi perchè essa colpisce il sentimento, la volontà, l’ideazione. E perciò ci viene difficile parlarne in termini rigorosamente scientifici.
Ma è pur vero che essistono casi di depressione non reattive alle cure. per questi casi vi è quello che un tempo si chiamava l’elettrochoc, ma che sappiamo avere una capacità curativa limitata nel tempo.
Potrebbe uno scegliere, una volta provate tutte le cure disponibili, di andare avanti a eletttrochoc per una vita, o di passare da un farmaco all’altro senza nessun risultato, di voler morire? Che tipo di suicidio avremmo qui? Se il suicidio discende direttamente da una decisione presa nell’impeto o nella calma lucida della depressione, esso sarebbe considerabile come un “sintomo”,per quanto estremo”, della malattia stessa. Ma qualora una persona abbia lottato contro la depressione, e venisse a decidere che la scelta della morte non è dettata dalla malattia in sè, bensì dalla presa d’atto dell’attuale incapacità della medicina e della psichiatria di procurare quantomeno un minimo di sollievo a quel paticolare caso di depressione che investe quella particolare persona, allora la questione cambia. Io on mi ucciderei in preda alla depressione, ma bensì perchè mi accorgerei che dovrei vivere il resto della mia vita in uno stato insopportabile, senza che nessuno possa farci nulla.

Sandra

“La questione se essa dovrebbe dar diritto al suicidio assistito è controversa.”

Per me la questione è che una persona ha diritto di decidere se la propria vita fa schifo e scegliere se la vuole finire.
A 80 anni la vita non migliora, realisticamente è in discesa. Non tutti se la sentono di affrontarla, e hanno diritto di decidere di conseguenza.

faidate

Sono d’accordo: la misura del valore della propria vita è individuale, fatti salvi alcuni obblighi che abbiamo con la società che ci ha permesso di realizzarla. E chi fa commenti dovrebbe specificare la propria età.

rederik

Premesso che se una persona prende coscientemente una tale decisione è giusto rispettarla, considero il suicidio (di chi è in buona salute, ovio) una sconfitta, comunque la si rigiri.
Se uno non è depresso e non ha problemi particolari, mi sembra abbastanza assurdo che voglia suicidarsi.
Al contrario se uno è davvero depresso, mi sembra un po’ fuori luogo salutare la sua come un’ammirevole scelta di autodeterminazione, è giusto fare il possibile per aiutarlo a uscirne, ovviamente in maniera propositiva e non coercitiva.
E se proprio deve essere, che sia il più dignitoso e indolore possibile…

Maurizio_ds

Ha fatto la sua scelta e nessuno ha il diritto di giudicarla. Spiace solo che sia dovuto andare in un altro paese, molto più civile del nostro, per metterla in pratica.

Francesco S.

Maurizio non ha fatto una scelta perchè era depresso e la depressione è una malattia della mente che altera la cognizione della realtà (leggi qui http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_depressivo).

Sarebbe stata (paradossalmente) una scelta se fosse stato sano “mentalmente parlando” e non avrei niente da dire, ma non deve passare il messaggio che se sei depresso e ti uccidi lo hai fatto nel pieno possesso delle tue facoltà mentali.

Se io fossi affetto da depressione certificata da un dottore, non vorrei che qualcuno interpretasse la mia voglia di suicidarmi come la mia lucida volontà invece che come un sintomo della malattia.

Vi prego non confondiamo le cose per 2 motivi:

1) Non fare il gioco dei cattolici che parlano di eutanasia come suicidio di persone depresse (ammalate, non il termine colloquiale con cui si intende tristi)

2) non confondere un disturbo mentale con la libera scelta di un individuo.

serlver

Dipende sempre da che tipo di depressione era preso, se dalla naturale depressione che può venire in vecchiaia (ridotta prospettiva di vita, decadimento fisico e mentale, possibile dipendenza dagli altri, il ritrovarsi più facilmente in condizioni di vita che uno non ritiene più dignitose per sé) o proprio quella di malattia conclamanta.

Batrakos

Una domanda: ma la depressione lascia in grado di intendere e volere o no?
Perchè questo credo che sia il concetto cardine.
Da quel che ho letto, Lucio pareva esserlo.

Francesco S.

se leggi il link a wikipedia che ho messo, sembrerebbe di no nel senso che nelle forme più gravi si ha una visione alterate della realtà che ha nel suicidio proprio un “sintomo” della malattia.

Poi forse qui Kaworu ne sa di più visto che mi sembri studi psicologia. Comunque a me risulta che la depressione si cura con degli psicofarmaci.

Mi spiace per il giornalista visto che ero un lettore de Il Manifesto (è li che ho conosciuto le vignette di Vauro)

Batrakos

Qua bisognerebbe sapere la cartella clinica di Magri; a leggere Repubblica sembra fosse stato lucido, nè ci sono interdizioni di legge, anche se queste avvengono raramente.
Non vorrei che, nel linguaggio giornalistico, una profonda tristezza sia stata impropriamente chiamata depressione… vediamo se qualcuno ci può spiegare meglio
Anche a me dispiace.

Francesco S.

Se dicono depressione io capisco il disturbo mentale descritto da wikipedia, se per depressione intendono tristezza, pur non condividendo la scelta suicida la rispetto.

Batrakos

Certo, Francesco, sono d’accordo con te.
A quel che ho capito, in ogni caso, anche parlando di depressione, non è detto che essa infici sempre e comunque la capacità di intendere e volere, dipende da forme e gravità.
Esiste anche il problema che una persona può scegliere di non curarsi, e come vale per le malattie fisiche dovrebbe valere anche per quelle definite ‘mentali’ (che sempre fisiche sono), se non ci sono manifeste incapacità di intendere e volere: e, senza saperne tante, un suicidio pianificato ad ogni livello come il suo, sembrerebbe presupporre lucidità.
E’ una questione assai ingarbugliata, e posso aver detto, per poca cognizione di causa, sfondoni enormi di cui mi scuso, ma una cosa è certa: esistono persone che anche nella morte sono capaci di scelte forti tali da aprire dibattiti generali; Lucio Magri mi sembra una di queste.

paniscus

Ma in definitiva, dove sarebbe stata la necessità di andare in Svizzera, e in che modo la legge italiana avrebbe ostacolato i suoi propositi? E’ questo che non riesco a capire.

Il problema si pone per uno ridotto come Welby, una persona che non può nemmeno muoversi, e che se anche volesse suicidarsi non può proprio farlo materialmente.

Ma a un uomo fisicamente sano, non paralizzato, non sofferente di dolori invalidanti, libero di muoversi come voleva, e oltretutto appartenente a una categoria sociale privilegiata sia economicamente che culturalmente… cosa gli avrebbe impedito di fare da solo? Poteva pianificarsi con cura tutti i dettagli, compresa la scelta di un metodo meno doloroso possibile, il ritiro in un luogo di piena riservatezza, i messaggi da lasciare e le modalità di come dare l’annuncio a cose fatte. Non riesco a capire cosa gli avrebbe impedito di farsi un’overdose di sonniferi (ai quali sicuramente aveva accesso), o di dissanguarsi lentamente nella vasca da bagno, e quale causa di forza maggiore l’abbia costretto ad andare in Svizzera.

In questo senso, non vedo proprio alcuna ragione di applaudire alla cosa come eccezionale conquista di civiltà: è un atto privato, e da atto privato dovrebbe essere trattato…

Lisa

Batrakos

Il discorso è secondo me che la soluzione fai da te è sempre un’uscita da un diritto, e se si fosse suicidato col fai da te ci sarebbero meno possibilità di riflettere sulla questione generale che rimarrebbe lasciata all’arbitrio; un po’ come se una abortisse di nascosto da sola, per capirci e, come vuol dire Faidate, non è facile ammazzarsi da soli.
Io avevo un amico che qualche anno fa si è impiccato con un fil di ferro talmente legato stretto che non riuscivano a toglierlo, ma sono casi rari, e se fatti così certo non aprono un dibattito; proprio chi è facoltoso e benestante può eviatre queste situazioni aprendo un dibattito.

giulio

@ paniscus
In Italia è illegale aiutare uno a suicidarsi, quindi Magri avrebbe avuto difficoltà a procurarsi i barbiturici (sono farmaci che vengono prescritti con difficoltà perchè come sonniferi sono obsoleti e perchè il medico di famiglia a cui venisse chiesta la ricetta sospetterebbe propositi suicidari). Con le più moderne benzodiazepine invece non si riesce a suicidarsi.
L’alternativa sarebbe stata scegliere un altro metodo, magari impiccarsi o lanciarsi da un balcone col rischio di finire addosso a qualcuno.

maxalber

Non è facile come lo disegni tu Lisa.
Soprattutto si mettono a rischio le persone coinvolte.
In particolare se legate all’ambiente sanitario (vedi il medico che ha aiutato Welby).
Formalmente si partecipa ad un atto illegale.
Con rischio maggiorato dal fatto che si trattava di una personalità molto conosciuta.
Qualche “talpa” che fa una denuncia la troverai sempre.

Lo hai visto “Le invasioni barbariche”?
http://it.wikipedia.org/wiki/Le_invasioni_barbariche
http://www.bimfilm.com/leinvasionibarbariche/

paniscus

Sì, l’ho visto, ma quello parlava di un una persona con una grave malattia allo stadio quasi terminale, non di uno che sceglie di suicidarsi da sano…

paniscus

Aggiungo, per un dubbio tecnico: ma non è che anche se si agisce come Magri si mette in difficoltà qualcun altro, esponendolo a conseguenze legali? Ossia, mi pare di aver capito che la maggior parte dei suoi amici stretti sapesse tutto delle sue intenzioni, e che qualcuno si sia prestato ad accompagnarlo in Svizzera essendo ben consapevole di cosa andasse a fare. In Italia queste persone sono perseguibili, anche se non hanno partecipato materialmente al suicidio?

Lisa

Simone Martini

Scusate, ma davvero si può ricorrere al suicidio assistito se si soffre di depressione?

Il vantaggio del bosco.

Essere atei e comunisti può portare al suicidio…

Benjamin l'@sino

Un depresso non è un imbecille. E’ lucido e perfettamente in grado di decidere. Inoltre, chi ci dice che a ingannarsi non sia il depresso ma chi indossa gli occhiali rosa dell’ottimismo? Esiste un livello patologico di ottimismo? Si cura, l’eccesso patologico di ottimismo? Possiamo considerare “lucida” e in grado di valutare oggettivamente le cose colui che è patologicamente ottimista? Non so perché, ma ho l’impressione che l’ottimismo oltranzista non sia previsto tra le patologie. Eppure, gli estremi si toccano.

manimal

in effetti non mi sembra che si consideri con sufficiente attenzione la depressione come una “estrema lucidità”.
le funzioni cognitive sono presenti eccome.

distonico

Sento troppo spesso parlare di “fuga dalla vita”, ed e’ implicito un giudizio negativo: in fondo e’ come se si parlasse di vigliaccheria. Rimango sempre profondamente turbato nel constatare tanta superficilita’ nel giudicare una scelta che merita rispetto e silenzio. Silenzio che non e’ indifferenza, ma intima partecipazione. Chi scrive e’ affetto da depressione, per fortuna non grave, ma refrattaria ai trattamenti. Posso assicurare che la vita e’ gravosa per cui, con sgomento, penso alle sofferenze dei depressi gravi. Rispetto, comprensione, silenzio: riscopriamoli.

paniscus

Ma io personalmente non ho espresso nessuna condanna etica verso di lui e verso la sua scelta: solo che, francamente, non capisco perché ammirarla e applaudirla come un grande atto di esempio. Io non lo giudico per il suicidio in sé, non lo approvo né lo disapprovo, semplicemente penso che sia una scelta privata e che avrebbero dovuto essere eminentissimi fatti suoi… e considero il suo caso infinitamente ben diverso da quelli relativi a eutanasia, testamento biologico, e fine vita dei malati incurabili.

Lisa

Sergio

Be’, Magri era un personaggio pubblico, mi sembra perciò comprensibile l’eco del suo gesto. Mi sembra anche che nessuno abbia qui espresso ammirazione o plauso per la sua decisione.

blitz

@ paniscus
Condivido in tutto e per tutto.
In merito alla ‘fuga dalla vita’ ribadisco quanto scritto più sopra: non potrebbe essere la sola vera ‘fuga dlla vita’ una prorogativa proprio del credente il quale, per paura di ciò che comporta la vita in tutta la sua completezza, compresa cioè la morte… si rifugia in una ‘vita anche dopo la morte’ per esorcizzare la morte?

blitz

Chiedo scusa, il mio commento si riferiva non a paniscus, ma a ‘distonico’.

Lorenzo Galoppini

@ blitz

Certo, ma anche in questo caso non andrebbe accusata di “vigliaccheria”, a mio parere.
Ma qui credo che sto deviando dal tema della discussione.

Francesco S.

Distonico spero per te che la tua condizione non si aggravi, ma voglio porti una domanda se ciò dovesse succedere e desiderassi la morte potrebbe essere lecito il dubbio che sia la malattia a parlare e non il paziente?

Purtroppo con le malattie che riguardano la psiche questo dubbio è lecito, a meno che la persona prima di “ammalarsi” o aggravarsi non dichiari di non voler cure, in caso contrario in mancanza di dichiarazioni si dovrebbe pensare il peggio ovvero che sia la malattia a parlare.

Nessuna condanna etica, più che altro preoccupazione.

distonico

Rispondo a Francesco S. Temo che molto spesso sia la malattia a decidere. Mi pongo in continuazione l’interrogativo, ma non ho risposte, non ho certezze. La mia esistenza e’ popolata dai dubbi. Nella lunga “carriera” di depresso, ho assunto innumerevoli psicofarmaci e ho constatato quanto siano in grado di condizionare, di modificare il comportamento. Ho avuto la netta sensazione di essere in balia di un delicato equilibrio di sostanze chimiche e che il mio libero arbitrio, le mie convinzioni, non valessero nulla. Uno squilibrio dei neurotrasmettitori, e posso compiere azioni contrarie ad ogni mia convinziione. Non e’ una sensazione gradevole. Se qualcuno ha provato le stesse esperienze, gli sarei grato se me le comunicasse. Non credente, mi affido soltanto alle mie forze e alla solidarieta’.

libero

Questo è un argomento che provoca molti interventi, non certo per il culto della morte, del quale a volte si accusa l’UAAR, ma per la libertà di segliere per sé.

stefano

da sofferente di depressione e attacchi di panico dal 1995 nessuno più del sottoscritto può conoscere quanto sia straziante alzarsi la mattina dopo una notte spesso insonne e corollata di incubi, e vedere davanti a se solo un enorme tunnel buio, senza via d’uscita, senza che nessuno possa realmente capire di cosa un malato di depressione cronica abbia veramente bisogno, non di parole ma di fatti, di specialisti e di strutture pubbliche realmente in grado di assistere chi soffre di questa orribile piaga del mondo civilizzato.
tutta la mia solidarietà al gesto di Lucio Magri e sincere condoglianze alla sua famiglia.

Simone Martini

“Presupposti: -una malattia mortale e / o -una inaccettabile menomazione e/o -dolori incontrollabili e insopportabili. […] Le persone con malattie mentali sono normalmente in grado di giudicare se preferiscono vivere o morire. Quindi anche loro hanno il diritto di essere accompagnati al suicidio, escludendo ogni rischio. Ma questo diritto deve ancora essere conquistato.” Exit Italia.
Non credo sia così semplice accedere al servizio offerto da Dignitas, da quello che leggo mi sembra di capire che la questione sollevata da Francesco non si ponga.

Simone Martini

Allora, organizziamo un pullman per la svizzera? 🙂

paolina

Sono per il suicidio assistito perché non ci siano casi come quello di Monicelli che, in mancanza di una legge apposita, è dovuto ricorrere a usare crudeltà verso sé stesso, gettandosi da una finestra. Un conto è morire con una puntura o un sonnifero, un altro è un atto che comporti angoscia.
Per il caso di Lucio Magri ho delle riserve. A volte il nostro cervello si incastra, cioè si fissa, perdendo il contatto con l’insieme. Non sempre siamo perfettamente lucidi e meno che mai quando siamo depressi o troppo impressionati da un evento. E’ il tempo la cura di tutti i mali. Insomma il suicidio assistito non dovrebbe essere concesso tanto facilmente. Lucio Magri era rimasto troppo solo e non è giusto morire di solitudine.

Paul Manoni

Ogni singolo individuo, e’ la persona più titolata a decidere per se stesso.
Tutti gli altri sono liberi di criticare la sua decisione, ma devono rispettarla fino in fondo.
Lo Stato, come garante delle libertà individuali, per considerarsi uno Stato civile, deve mettere in condizione gli individui di avvalersi delle proprie libertà.

Batrakos

Credo che ci sia un altro punto che non abbiamo adeguatamente trattato: nella clinica svizzera c’è un colloquio con un medico (mi pare che Magri prima di questo ne avesse fatti altri due), il quale credo dovrebbe attestare le condizioni del soggetto.
Se la procedura è stata svolta, verrebbe da sè (salvo sospetti sulla condotta del medico, che senza prove non possiamo concepire) che Magri sia stato considerato da un medico nel pieno possesso delle sue facoltà mentali.

Roberto

Poveretto, che Dio abbia pietà della sua anima….togliersi la vita è uno dei peccati più gravi…e poi per cosa?!

paolina

Come si fa a dire “e poi per cosa?!”. Voi cattolici siete soltanto allucinanti. Chi è in difficoltà deve essere aiutato e non lasciato all’estremo atto, ma alla fine è sempre la volontà cosciente e matura del soggetto che deve prevalere, non può essere altrimenti, se non voliano aggiungere crudeltà e ignoranza umana alla sofferenza altrui.

Alberto

Ma davvero qualcuno non capisce che a un ottantenne cui è morta la compagna di una vita e che ha visto straziare la sua ideologia dalla miseria di uomini inadeguati ad essa possa non fregargliene più un cavolo di vivere? E siamo qui a chiedere la cartella clinica… Di nuovo, alla cieca, ci arroghiamo il diritto di scegliere per gli altri, manca sempre la modestia di dare loro piena libertà e dignità, per rendere il loro gesto comPrensibile a noi li trattiamo da handicappati.

kundalini444

Secondo me uno deve poter disporre della propria vita senza dover dare spiegazione. Se uno vuole morire, è una sua DECISIONE, a prescindere dai motivi che ha.
L’unica cosa di cui accertarsi è che sia davvero sicuro di volerlo fare. Se lo è, ed è sano di mente e la sua decisione è reale e consapevole, perchè non glielo si dovrebbe consentire? Quali che siano i motivi (dei quali anzi non dovrebbe nemmeno essere tenuto a dare conto).

Pure io penso che, salvo malattie, non esista depressione da cui non si possa uscire. Sono d’accordo che non bisognerebbe mai suicidarsi. Ma questa è la MIA opinione, e la applico alla MIA vita, non a quella degli altri. Se un altro la pensa diversamente , chi sono io per IMPORGLI la mia filosofia di vita?

Se per un cattolico suicidarsi è peccato, non lo faccia. Non ha senso però impedire a chi non è cattolico, o a chi lo è e vuole nonostante tutto peccare, di fare una scelta diversa.

bernardotrombone

La vita è una cosa meravigliosa se è vissuta in totale libertà.
La morte fa parte della vita anche se non ci piace.
Ogni essere umano ha il diritto di vivere e morire come e quando vuole in totale libertà.
La cosa che ogni essere umano ha il dovere di rispettare è la totale libertà dell’altro.

FabioFLX

L’autodeterminazione porta con sé un enorme fardello di critica interiore che nei casi più avanzati impone il distacco da tutto e tutti.
Così come è normale non comprendere la matematica più complessa senza prima aver percorso gli stadi intermedi dello studio, allo stesso modo è impossibile comprendere le scelte di chi arriva ad un’elevazione interiore così spiccata da oltrepassare il freno naturale, automatico, biologico dell’autoconservazione.
Scelte così complesse meritano rispetto e, se si vuole comprenderle, bisogna avere lo stesso impegno di chi vuole affrontare la matematica complessa partendo da quella elementare, con tutto il tempo che ciò necessita.
Gli altri, sarebbe opportuno che non commentassero, ma si limitassero a prendere atto ed esporre al massimo le proprie sensazioni, evitando ogni forma di giudizio.

civis romanus sum

Nel mondo anglosassone – dove il fondamentalismo dei ‘pro-life’ giunge a dei livelli di odio personale che sfocia persino nell’omicidio – i sostenitori della libertà di scelta si chiamano, con invidiabile rigore logico, ‘PRO CHOICE’.

Il ‘partito della morte’ non è una categoria descrittiva, è un’arma retorica impugnata dai vari preti e dai loro chierichetti, Sacconi, Roccella, Binetti e compagnia bella per attaccare chi sostiene, semplicemente, la libertà di ciascuno di decidere sulla propria vita (e, di conseguenza, sulla propria morte).

E sarebbe un’arma ridicola e spuntata, se solo dall’altra parte – da questa parte – non si fosse così schiavi di un pesante retaggio culturale che impedisce di rivendicare apertamente e orgogliosamente la PROPRIA SCELTA per la LIBERTA’ e l’AUTONOMIA.

Un saluto al caro amico e compagno Lucio Magri.

Riky da padova

ATTENZIONE!! Che poi tralaltro c’ è un aspetto del suicidio di cui non ho mai sentito nessuno parlare, ovvero il “pulire dopo”. E’ un argomento un po scabroso, un po tabu per molto, e a molti vi farò schifo dal momento che ne parlo, ma cicci belli, esiste anche il dopo, non è un salto da un palazzo e puff, piu, basta. Contat la gente che assiste alla scena, i bambini che assistono alla scena, qualcuno potrà venire coinvolto. Prendo a esempio il racconto di un mio amico, fermo in treno 6 ore per un buontempone che ha scelto come eutanasia il metodo “buttati tra i binari”, han visto pezzi volare dappertutto, sangue, ecc. Si, che schifo, ma siamo fatti tutti così dentro. il punto qual’ è? come non si può totalmente impedire il consumo di droghe leggere, non si può impedire il suicidio, e allora, perchè non fare come a amsterdam, dove ti fanno fumare erba nei locali, e non ti fanno uscire fin che non rinsavisci, evitando incidenti automobilistici ecc, o come in svizzera dove ti fanno morire, senza sofferenze, senza spargimenti di sangue o scene splatter dal miglior b movie di tarantino, e senza far perdere 6 ore di lavoro o lezione a 500 persone su un treno. detto questo, è ovvio che non è che la giovincella 14enne che è appena stata lasciata dallo stronzetto di turno, non può decidere di prendere e andare in svizzera a farla finita, ma comprendo e condivido pienamente il gesto di Magri, 80 anni depresso e vedovo, stanco, e in pensione (quindi tecnicamente improduttivo), non vedo perchennò

Antonio72

Per me è lapalissiano che chi sostiene l’eutanasia e l’autodeterminazione assolutistica è un fervente sostenitore anche dell’opzione suicidiaria.
L’ho anche postato di recente che l’eutanasia è l’anticamera del suicidio, quindi non ci vedo nulla di straordinario. In Italia ci sono circa 4000 suicidi l’anno che per i 2/3 coinvolgono giovani e giovanissimi. Di recente un fatto di cronaca ha raccontato di un sedicenne che si è precipitato giù da un ponte per una delusione amorosa. Senza citare quei fatti in cui degli scolaretti si buttano dalla finestra per la vergogna di aver preso un brutto voto.
Sappiamo tutti che sono cose che capitano, ed oggi che siamo nell’età adulta, di ricordi del genere ne sorridiamo e forse ne abbiamo un po’ di nostalgia. Ma il dolore è soggettivo e mutevole: un macigno per un sedicenne è una piuma per lo stesso individuo quarantenne, come un dolore opprimente che si consuma in solitudine nel chiuso delle proprie stanze, diventa meno schiacciante se condiviso con altri, familiari, amici, ecc..
Con questo non voglio dire che si devono vietare i suicidi o punire i tentati suicidi, perchè non è proprio possibile farlo. Tuttavia si può evitare di diffondere una cultura che renda il suicidio un gesto razionale, ovvero che lo ricopra di uno strato di dignità artificiosa.
Come sappiamo il suicidio non è mai un gesto razionale, e quindi non può essere un gesto degno di rispetto o ammirazione da parte di nessuno che abbia la testa sulle spalle, anche perchè prima di essere un peccato contro Dio, è un peccato contro gli stessi uomini. Chi uccide se stesso uccide sempre un pezzetto di umanità. Non è affatto vero che si muore da soli.

Batrakos

Sì, non volendo hai detto bene, per me, comunista, è stato un esempio: sia nella libertà critica che lo ha portato ad essere sempre una voce fuori dal coro e a non sposare mai la linea dei partiti mettendo da parte la propria autonomia di giudizio, sia nella scelta estrema pubblica e capace di aprire discussioni sui temi etici quando ha percepito di non avere più possibilità.
Per voi è più un esempio Woytjla e il suo voler tornare alla casa del Padre…beh, a ciascuno il suo come dice la bibbia!

sNap

Lo farei anch’io, e lo farò anch’io se mi piacerà farlo. Spero solo di non dover andare fino in Svizzera per farlo, fra un po’ di anni.

rederik

“un’elevazione interiore così spiccata da oltrepassare il freno naturale, automatico, biologico dell’autoconservazione.”
“Fulgido esempio”
“Lo farei anch’io, e lo farò anch’io se mi piacerà farlo. Spero solo di non dover andare fino in Svizzera per farlo”

Ragazzi, finché si tratta di difendere l’autodeterminazione che ha portato un’80enne a una certa scelta, va bene…
Finché si difende il diritto di scegliere (pur con tutti i distinguo e le cautele del caso), va bene…
Ma qui sembra che si faccia un’apologia del suicidio!
Se foste i genitori di una “giovincella 14enne che è appena stata lasciata dallo stronzetto di turno” che viene da voi a dire: “mi voglio suicidare, lo ha fatto anche Magri!”, sareste così pronti a pagarle un biglietto per la Svizzera?

Una società civile e laica dovrebbe avere come obbiettivo il benessere di chi ne fa parte, il suicidio dovrebbe essere considerato un’estrema soluzione quando sono state fatte tutte le lotte possibili per uscire da una situazione difficile.
E’ troppo facile aiutare un aspirante suicida a morire… Cerchiamo prima di aiutarlo a VIVERE, non con un sorriso di circostanza e una pacca sulla spalla, ma con la presenza di amici e parenti e l’aiuto di persone qualificate…

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