Francia, prima sentenza su legge anti-burqa: giudice multa due donne

Il tribunale di Meaux, cittadina nei dintorni di Parigi, ha multato due donne per aver indossato il niqab in pubblico. Le due donne in questione, la trentaduenne Hind Ahmas e la trentaseienne Najat Nait Ali, il 5 maggio si erano presentate a maggio davanti al municipio di Meaux col velo integrale. Scelta simbolica, anche perché il sindaco della città è Jean-François Copè, segretario del partito del presidente Sarkozy (Ump). E’ la prima sentenza dopo l’entrata in vigore della legge che proibisce burqa e niqab. Le due donne sono state condannate al pagamento di una multa tra gli 80 e i 120 euro, ma il loro legale ricorrerà in appello e intende portare il caso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu).

Valentino Salvatore

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19 commenti

Gargiulo

Giusto applicare la legge. Se questa è giusta o meno è un’altro discorso. I francesi non amano il populismo come in Italia.

Leonardo

Quindi, quando leggiamo che magari in Iran è stata lapidata una donna colpevole d’adulterio, il nostro commento dev’essere: “Giusto applicare la legge. Se questa è giusta o meno è un’altro discorso. Gli iraniani non amano il populismo come in Italia.” ?

Gargiulo

No, la barbarie è un’altra cosa. Per il resto, gli iraniani amano il populismo come gli italiani in quanto hanno scelto Ahmadinejad. Ora si rendono conto dell’errore e non lo vogliono più ma non è facile estirpare il cancro, un po come succede nel nostro paese con Berlusconi.

Leonardo

Quello che volevo dire è che il fatto che una legge esista non implica di per se che sia giusta.

Gargiulo

@ Leonardo

Su questo sono completamente d’accordo. Non cercavo di evadere la tua domanda. Non sono assolutista nell’applicare le leggi (che d’altra parte si contradicono in continuazione nel nostro paese) e specificamente non sono d’accordo sulla legge sul velo integrale ma fin che non ci saranno un sacco di ricorsi non sarà possibile rivederla. Trovo nonostante inaccettabile che una legge così giovane e ampliamente discussa sia ignorata completamente dopo l’approvazione, anche se ingiusta. Sarebbe un caso di populismo pratico che non aiuterebbe sicuramente a sfornare altre “buone” leggi.

Leonardo

@Gargiulo
C’è da essere fiduciosi sui ricorsi ? Il precedente del governo italiano e del crocefisso imposto nei luoghi pubblici non promette nulla di buono. Mi sembra ci sia una tendenza a scavalcare i principi di laicità, in nome della realpolitik e dell’acquiescenza al volere dei governi e delle maggioranze.

Marco Uno

@ Leonardo

Se c’é una legge va applicata.
Se la legge non è giusta va cambiata, non ignorata.
Tra 100 euro di multa e una lapidazione… beh dai.

Soqquadro

A proposito di niqab e Iran..

“Che cosa significa velare le ragazze? Significa farne degli oggetti sessuali: degli oggetti, poiché il velo è loro imposto e la sua materialità fa ormai parte del loro essere, della loro apparenza, del loro essere sociale; e degli oggetti sessuali: non solamente perché la capigliatura nascosta è un simbolo sessuale e perché questo simbolo è a doppio senso (ciò che si nasconde, lo si mostra, ciò che è vietato è l’altra faccia del desiderio), ma perché il velo mette la bambina o la giovane adolescente sul mercato del sesso e del matrimonio e la definisce essenzialmente attraverso e per lo sguardo degli uomini, attraverso e per il sesso e il matrimonio.
Ma questo oggetto del desiderio maschile esprime un altro divieto e un’altra ambivalenza. Una ragazza è niente. Il ragazzo è tutto. Una ragazza non ha alcun diritto, un ragazzo ha tutti i diritti. Una ragazza deve stare in casa, al suo posto, non può camminare all’aria aperta. Nessuno può ignorare che, nei Paesi musulmani, gli uomini, solamente gli uomini, si ritrovano sulla pubblica piazza. Non li si vede, pure qui, in Francia, occupare la scena, lo spazio pubblico?
Perché gli uomini musulmani vogliono ancora velare le donne? Perché il velo delle donne li riguarda? Per quale ragione sono così attaccati al velo femminile? Se adorano tanto il velo non hanno che da portarlo anche loro. Questa volta la rivendicazione di “una nuova identità attraverso il velo” acquisterebbe un senso! Immaginate gli uomini musulmani velati! Sarebbe veramente l’invenzione del XXI secolo! Perché velare le donne è una banalità religiosa fin dai tempi dell’Antico Testamento.

Chahdortt Djavann “Bas le voiles! ”

http://www.giuiveli.com/articolo1.php

Stefano Grassino

@ Leonardo

Vero quello che dici. Considera però un’aspetto fondamentale: esiste legge e legge. Una legge condominiale può non piacere a me ma può andare bene a te e su un’altra può accadere l’opposto. Per quello che riguarda la vita delle persone e le libertà individuali……….. lì il discorso è diverso: la nostra civiltà contempla l’obiezione di coscienza. Mi dirai che non sempre è facile applicarla da parte di chi prende ordini ma tant’è……

Leonardo

Obiezione di coscienza significa violare la legge in maniera plateale, con lo scopo d’essere sanzionati per denunciare l’iniquità della legge stessa. Mi sembra, pari pari, ciò che hanno fatto le due donne in questione.

Stefano Grassino

Infatti, è proprio quello che dicevo io. In tempo di guerra ci sono stati episodi di soldati delle ss che si sono rifiutati di fucilare civili inermi e a loro volta sono finiti davanti al plotone di esecuzione ed uccisi dai loro stessi camerati……….Personalmente, non considerandomi un eroe credo che avrei ubbidito (poi vai a sapere quella che può essere la reazione umana). Ripeto, esiste una differenza abissale tra il vigile che non ritiene giusta una sanzione contro l’automobilista ma la applica (cosa giusta a parere mio) e colui che a suo tempo, pur facente parte delle forze dell’ordine, non obbedì alle leggi razziali promulgate dal regime fascista e nascose a casa sue cittadini ebrei….

Sandra

Iniquità per iniquità, come mai non si vede nessun obiettore di coscienza maschio che si infila un burqa oppure in un lenzuolo da kkk?

Soqquadro

Dato che il precedente, contenendo un link è ancora in approvazione:
A proposito di niqab e Iran..

“Che cosa significa velare le ragazze? Significa farne degli oggetti sessuali: degli oggetti, poiché il velo è loro imposto e la sua materialità fa ormai parte del loro essere, della loro apparenza, del loro essere sociale; e degli oggetti sessuali: non solamente perché la capigliatura nascosta è un simbolo sessuale e perché questo simbolo è a doppio senso (ciò che si nasconde, lo si mostra, ciò che è vietato è l’altra faccia del desiderio), ma perché il velo mette la bambina o la giovane adolescente sul mercato del sesso e del matrimonio e la definisce essenzialmente attraverso e per lo sguardo degli uomini, attraverso e per il sesso e il matrimonio.
Ma questo oggetto del desiderio maschile esprime un altro divieto e un’altra ambivalenza. Una ragazza è niente. Il ragazzo è tutto. Una ragazza non ha alcun diritto, un ragazzo ha tutti i diritti. Una ragazza deve stare in casa, al suo posto, non può camminare all’aria aperta. Nessuno può ignorare che, nei Paesi musulmani, gli uomini, solamente gli uomini, si ritrovano sulla pubblica piazza. Non li si vede, pure qui, in Francia, occupare la scena, lo spazio pubblico?
Perché gli uomini musulmani vogliono ancora velare le donne? Perché il velo delle donne li riguarda? Per quale ragione sono così attaccati al velo femminile? Se adorano tanto il velo non hanno che da portarlo anche loro. Questa volta la rivendicazione di “una nuova identità attraverso il velo” acquisterebbe un senso! Immaginate gli uomini musulmani velati! Sarebbe veramente l’invenzione del XXI secolo! Perché velare le donne è una banalità religiosa fin dai tempi dell’Antico Testamento.

Chahdortt Djavann “Bas le voiles! ”

Non farei esattamente un parallelismo tra l’obiezione di coscienza e le leggi razziali, considerato che gli appassionati del niqab negano la prima e applicano le seconde ovunque ne hanno la possibilità, foss’anche solo uno scantinato.

Gérard

Suppongo che ti sei comprato ” Abbasso i veli ” ( Lindau Ed. )
Non si farà mai abbastanza pubblicita qui in Italia per questo libro scritto già diversi anni fa, libro che farebbero a leggersi tutti quanti sono favorevoli al porto del Niqab in pubblico!

Soqquadro

Considero una cosa. Anche in Francia, il diritto si basa sulla responsabilità personale.
Se guardiamo alla via quotidiana di chi usa niqab e burqa nei luoghi da cui proviene, si palesa che la “responsabilità personale” non è minimamente contemplata. Una donna non ha volto, non ha persona. Responsabile di lei, delle sue azioni (fosse il furto di una mela al mercato) è il maschio che l’accompagna (padre/fratello/zio/marito/figlio).
Il direttore varesotto di un supermercato, si è trovato a dichiarare di una cliente dello stesso supermercato che “certo, la conosceva, era una cliente da tempo che faceva la spesa sempre lì, in compagnia del marito”. Stava affermando una bestialità, dato che non ha mai potuto riconoscere “la cliente”. In realtà riconosceva il marito.
Libertà PERSONALE?

(la traduzione italiana di quel libro è “Giù i veli!”, Gèrard :-))

Marcus Prometheus

Il velo integrale e’ un accessorio dell’abbigliamento da liberalizzare ……
….. come le manette o il collare con guinzaglio, o la gogna.

Oltre a tutti i motivi di eguaglianza fra i generi, e motivi di sicurezza per l’identificazione delle persone negli spazi pubblici, ricordo anche che se si lascia impunita la possibilita’ di circolare col velo, nei quartiieri dove gli islamisti stanno cercando di imporre un contropotere shariatico alla sovranita’ repubblicana, si mettono in pericolo tutte le donne laiche mussulmane o no, indigene o immigrate che vogliono resistere alla imposizione della sharia in quel quartiere ed alla perdita di eguaglianza e perdita di sovranita’ dello stato laico e democratico europeo. Coloro che RESISTONO alla imposizione del velo vengono immediatamente identificate come ribelli alla sharia e fatte oggetto di aggressioni verbali (putain!), fisiche (pestaggi) ed infine oggetto di STUPRI “educativi” alla sottomissione. E ricordate che sottomissione e’ proprio ISLAM, letteralmente ed etimologicamente.
Dunque se si permette il velo integrale si facilita la conquista agli islamisti, blocco per blocco, strada per strada, quartiere per quartiere di spazi di contro-potere antidemocratico anti laico ed anti europeo. Per gli islamisti i veli integrali imposti sono bandiere che permettono di affermare, QUA COMANDIAMO NOI, e permettono nello stesso tempo di identificare a colpo d’occhio de non sottomesse da aggredire.
Riflettano i laici che non desiderano questo ma che troppo leggermente si sono lasciati convincere sulla presunta giustizia della liberta’ di velo integrale se per caso siano anche convinti della giustezza di liberta’ di manette, di guinzaglio, di gogna, e, peggio di tutto
DI IMPOSIZIONE (PER QUANTO INDIRETTA) DI BERSAGLIO SULLA SCHIENA DELLE DONNE NON SOTTOMESSE.
Permettere il velo integrale e’ eguale a dare armi ai jihadisti. L’identificazione del bersaglio da attaccare fa parte di ogni sistema d’armamento modernamente efficace.
Permettere il velo integrale nei quartieri in via di islamizzazione di rifiuto della sovranita’ degli stati laici e democratici europei e’ come imporre una stella gialla sulla schiena delle donne non sottomesse ovvero proprio disegnare un bersaglio per additarle fra le oppositrici da aggredire.
E’ un ottimo strumento per la conquista del contropotere islamista e la distruzione di ogni possibilita’ di mantenere la sovranita’ degli stati Europei su tutto il loro territorio.
E’ questo che volete?
Winston Churchill defini’ l’Islam ‘the most retrograde force in the world’, la forza piu’ retrograda esistente al mondo e fu forse il primo o comunque fra i primissimi a comparare il CORANO col Mein Kampf. Da allora le cose sono solo peggiorate. E possono solo peggiorare se perfino chi si ritiene laico democratico e progressista senza riflettere e giudicare correttamente fornisce armi alla forza piu’ retrograda al mondo, perfino peggiore del cristianesimo.

Leonardo

@Sandra
Intendi dire tipo questi http://www.labachecadabruzzo.it/abruzzo_eventi/eventi-in-abruzzo/details/2796-processione-degli-incappucciati.html?pop=1&tmpl=component ?
O tipo questi http://www.surrentum.com/2008/03/processioni-pasqua/ ?
O questi: http://www.repubblica.it/2003/l/sezioni/weekend/weekendarticoli/riti-sardegna/riti-sardegna.html ? Oppure questi: http://www.corriere.it/foto_del_giorno/home/11_aprile_17/processione_f608c8c8-68fc-11e0-a121-46bb9d21a26f.shtml ?

Leonardo

Sandra scherzava ? Sono curioso di vedere se la legge sarà uguale per tutti, con conseguente divieto di manifestazioni come quelle che ho mostrato nei link, o se si faranno due pesi e due misure.

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