Niente soldi per l’asilo? E il parroco si “dimette”

Inedita protesta quella di don Giuseppe Cassandro, parroco della chiesa di Sant’Ambrogio a Pionca, nel padovano, che domenica scorsa durante la celebrazione eucaristica ha annunciato, tra lo sconcerto dei fedeli, le sue “dimissioni” a causa delle incomprensioni che lo hanno visto protagonista di un duro braccio di ferro con il Comune. La storia ruota attorno all’impegno di acquisto da parte del Comune dell’attuale asilo parrocchiale, fatiscente e inagibile, per una somma non sufficiente a metterlo a nuovo che costringerebbe la parrocchia ad aprire un mutuo per la parte mancante (circa 600 mila euro) ritenuto da don Cassandro eccessivamente oneroso. Sembra che all’origine del malumore del sacerdote ci sia anche la questione del campo sportivo parrocchiale dove gioca la squadra di calcio del Pionca che milita in Seconda Categoria. Il nuovo asilo dovrebbe sorgere sull’attuale campo di calcio, così la parrocchia sarebbe costretta ad acquistare un nuovo terreno. Anche su questa faccenda il Comune non sembra disposto a dare una mano. Da qui la clamorosa decisione di don Cassandro, la cui richiesta di trasferimento pare sia già arrivata nelle mani del vescovo Mattiazzo. Il prete ha manifestato un certo risentimento anche per il silenzio degli altri parroci della zona che hanno rinnovato la convenzione triennale con il Comune per la gestione degli asili parrocchiali. Tutto annunciato rigorosamente “in diretta” durante la messa.

Stefano Marullo

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35 commenti

Bismarck

Articolo un po’ lacunoso!
Ma se la parrocchia vende l’asilo al comune perchè deve rimetterlo a nuovo la parrocchia?
E poi, se lo rimette a nuovo cosa centra il campo di calcio, si rimette a nuovo una cosa che c’è già altrimenti ne costruisce uno nuovo oppure lo amplia, ma se occupa un’intero campo di calcio che razza di complesso mette in piedi!
Specificare meglio, qui si capisce solo che c’è uno scontro parroco-comune ma non i motivi.

teologo cattolico

quoto @ bismarck. Avrei altri appunti da sollevare ma bastano i suoi. Suggerisco agli articolisti di ricordarsi di inserire sempre i link della fonte primaria della notizia, anche se spesso non aiutano a chiarire di molto il fatto riportato.

stefano marullo

Bismarck francamente non vedo la lacuna. Il Comune si era impegnato a ristrutturare l’asilo parrocchiale, che rimane parrocchiale, ma non ci mette tutti i soldi. Il parroco si infuria perchè non vuole accendere un mutuo per la parte rimanente.
La notizia dal mio punto di vista non verte tanto sulle motivazioni, storie di pecunia, ma sul fatto che un prete scambi lo scranno liturgico per una sorta di reality show dove può fare annunci ad effetto

stefano marullo

Aggiungerei l’annosa questione della sussidarietà, questione felicemente affrontata da Carcano nel suo ultimo pezzo su Opinioni. Mi pare ce ne sia materia su cui riflettere

Bismarck

Scusa eh, ma se qui mi specifichi che il comune si è impegnato a ristrutturare, NON AD ACQUISTARE, ma non ci mette tutti i soldi perchè sopra scrivi che: “… La storia ruota attorno all’impegno di AQUISTO da parte del Comune dell’attuale asilo parrocchiale…”.
Acquisto è diverso da dare i soldi per ristrutturare.
Tutto qui.

Bismarck

Comunque il mio intervento non voleva essere vietamente polemico nei tuoi confronti, solo che bisogna specificare bene altrimenti non si capisce cosa succede. In ogni caso mi pare che la parrocchia sappia solo lamentarsi poverina con un contributo ritenuto da lei “misero” di 600.000, forse il comune dovrebbe farselo da solo l’asiloe il parroco se va via non credo che faccia niente di male anzi penso che più di qualcuno tirerà un sospiro di sollievo. Non hanno mai abbastanza vogliono sempre tutto, magari che il comune gli fornisca direttamente i soldi della gestione….

Bismarck

Ops i 600.000 non sono il contributo ma i soldi che la parrocchia dovrebbe mettere oltre al contributo del comune per ristrutturare lo stabile.

Franco

Che il parroco ne dia l’annuncio in chiesa mi pare accettabile. Del resto normalmente al termine delle funzioni c’è sempre un momento in cui il prete dà gli annunci che riguardano la parrocchia, visto che la messa è il momento in cui si riunisce la comunità.

Franco

Da quel che si legge nella stampa locale (Il Mattino di Padova, Il Gazzettino) e che si è visto nelle tv locali, il “malumore” del parroco è esteso non soltanto all’impossibilità di realizzare la struttura per il mancato accordo con il comune (che afferma di volere che sia la parrocchia a fare la materna) ma anche alla mancanza di dialogo e collaborazione con gli altri parroci.
In sostanza il Comune comprava la vecchia struttura e il terreno, per demolirla e farne una piazza pubblica, con quei soldi la parrocchia doveva fare l’asilo in un terreno di sua proprietà dove c’è il campo sportivo. Il problema, da quel che si dice, sta nella modalità di erogazione del milione e cento, che prevede un’esposizione troppo alta per la piccola parrocchia, e i tempi ristretti imposti dal Comune per la realizzazione dell’opera.
Credo che in un paesetto di campagna il parroco mantenga una certa rilevanza “pubblica”, almeno per chi rappresenta. Se non ha più l’appoggio dei suoi pari e non è in sintonia con il suo interlocutore presso l’ente locale, la decisione in un certo senso “politica” di dimettersi secondo me ci sta.

Francesco

Questo parroco potrebbe richiedere l’aiuto economico alla chiesa oppure direttamente al suo dio. O no?

Federico Tonizzo

Chiara o no che siani i particolari della faccenda, rimane chiaro senz’altro che il motivo delle rimostranze del prete è che lui “vuole più soldi” 😀 , tanto per non smentire il suo essere prete! 👿

Godspeed you

Insomma, basterebbe smettere di dare i soldi agli asili o dargliene meno per toglierseli di torno, anche se noi lo si sapeva gia`… Un po’ come quando dai da mangiare a un animale per strada, quello ti segue fino a casa (io una volta l’ho fatto con mio fratello).

Reiuky

Hai dato da mangiare a tuo fratello e questo ti ha seguito fino a casa? O___o

Franco

Evidentemente anche il comune ha il suo interesse, economico e politico, a collaborare con la parrocchia per fare la scuola. Economico, perchè è meglio se i soldi li spende qualcun altro (con un milione e cento il comune comprava l’asilo vecchio, cioè un immobile da demolire e un terreno per costruirci sopra dei palazzi ed una piazza pubblica, quindi faceva un investimento, non una donazione). Politico perchè dietro la volontà di una parrocchia c’è una comunità. Votante.
L’accordo non l’hanno trovato sull’erogazione della contropartita da parte del comune per l’acquisto della vecchia struttura, non sull’importo complessivo della stessa. Su Il Mattino è scritto che l’ente locale pagava intanto 100 mila euro, il resto a rate successive ma l’ultima di queste, pari a 600 mila euro, soltanto a lavoro di realizzazione ultimato.
Insomma, qua la questione ruota attorno ad un mancato accordo tra due enti, uno pubblico, l’altro privato, che ha minato i rapporti anche personali tra i vari soggetti coinvolti tanto da determinare la necessità per qualcuno di fare un passo indietro.

Sandra

“Davanti a un centinaio di persone è stato presentato a Pionca il progetto del nuovo centro per l’infanzia Maria Immacolata composto da una scuola per i bambini dai 28 mesi ai 6 anni e un nido integrato per quelli fino ai 3 anni. Il tutto costerà 1.770.000 euro. La parrocchia attende l’acquisto da parte del Comune del vecchio asilo parrocchiale che esaurirà la sua funzione nel 2013 e le farà incassare 1 milione. L’aspettativa è che poi giungano contributi dei parrocchiani per almeno 70.000 euro. Per i restanti 700.000 la parrocchia intende ottenere un mutuo decennale per 350.000 da un istituto di credito e chiedere un contributo alla Regione per gli altri 350.000.” (Mattino di Padova)

Gli interessi ci sono da parte del comune, altrimenti il parroco non avrebbe dato le dimissioni 😉 E’ l’ultima carta che gioca perché sa che c’è chi ci guadagna e quindi basta che parta quel paio di telefonate giuste…. Leggo che c’è un progetto di urbanizzazione abbastanza ambizioso, che prevede tra l’altro la costruzione di parecchie villette dietro la chiesa…. Non è difficile immaginare gli occhi a forma di euro di qualche imprenditore o politico, no? Dove si costruisce, si magna. E il parroco vuole la sua superscuolamaternanido, sarebbe una bella coccarda nel proprio cv. La popolazione di Pianco è di 2700 persone ma forse in espansione, non è un’occasione da farsi sfuggire. Adesso i bambini all’asilo sono 87.

Io ho capito che al posto della vecchia scuola materna vogliono costruire una zona parcheggio, non palazzi. A me sembra che sia un’operazione costosina per il comune, inteso come comunità (non per gli amighi dei amighi, cio’). Anche ipotizzando che la vecchia scuola sia stata costruita a costo zero per il comune (ma con donazioni dei parrocchiani per esempio) mi sembra che la cifra per il terreno con il costo della demolizione a carico di una struttura che si è contribuito a mantenere (vd caldaia o contributo stipendio insegnanti) sia molto generoso. Per di più guardando il sito della scuola i genitori pagavano una retta mensile, quindi sembrerebbe di dire che nell’operazione scuola materna la Chiesa padovana non esca di certo incassando una perdita. Ma starei tranquilla, il prete ha l’aria sveglia (YT), vedrai che i schei i salta fora.

sin.night.

Comprendo benissimo le motivazioni che spingono il parroco a dimettersi, 600 mila euro è una grossa cifra molto onerosa da far rientrare, ci vogliono necessariamente dei finanziamenti straordinari da parte della diocesi…

Non voglio neanche immaginare in che situazione si trova questo parroco con la sua parrocchia, mi basta pensare alla situazione della “mia” parrocchia (il virgolettato è d’obbligo, dico mia solo per riferirmi al posto in cui vivo, io non ho proprio niente a che farci), una piccola frazione in un comune del Veneto, il cui asilo parrocchiale è in larga parte sostenuto dall’aiuto della gente del luogo e che non può fare a meno di organizzare delle campagne di raccolta fondi (ad esempio con la vendita di fiori davanti alla chiesa)… con un sistema del genere si può riuscire a sostenere l’amministrazione ordinaria, con grossa fatica alcuni interventi di manutenzione straordinaria, ma oltre non è possibile andare…
Parlo della “mia parrocchia”, però va così più o meno in tutto il Veneto, gli asili pubblici scarseggiano (e comunque non bastano per coprire la domanda) ed il servizio viene sostanzialmente coperto dagli asili parrocchiali, che però navigano a vista tra scarsi finanziamenti delle diocesi, degli enti pubblici, rette mensili dei frequentanti e raccolte fondi/donazioni… Mi sembra che questo parroco abbia fatto l’unica scelta responsabile che gli era possibile fare.

Quello che mi fa rabbia è che in Veneto un servizio importante come la scuola dell’infanzia sia così trascurato e lasciato sostanzialmente in mano ai privati che “ci mettono una pezza” (non è possibile che ci debba essere gente che si sbatte in campagne di raccolte fondi – ad esempio vendendo fiori – per fare la manutenzione necessaria in modo che si possa continuare ad erogare il servizio)…
Mi fa rabbia la politica che non pensa ad un piano complessivo per garantire un servizio di scuola dell’infanzia sostanzialmente pubblico e con le adeguate risorse, mi fa rabbia la Chiesa che potrebbe spendere i soldi in modo più utile di quanto troppo spesso non faccia (mi basta pensare alla visita del Papa di qualche mese fa, parte dei soldi spesi – mi riferisco ad esempio al palco che, da quel che ho visto per i tg, penso potesse essere realizzato in modo molto più frugale e, conseguentemente, economico – sarebbero potuti servire per fini più utili, ad esempio l’erogazione del servizio della scuola dell’infanzia).

Intanto quelli che ci rimettono da questo andazzo sono i bambini e le loro famiglie (tanto per restare in tema, in questi giorni sulle reti locali sento parlare dei tagli dei finanziamenti regionali che metterebbero a rischio le scuole dell’infanzia paritarie… e, purtroppo, aumentare le rette non è una strada tanto praticabile perché molti genitori non hanno chissà che redditi…). 🙁

sin.night.

Ho appena letto in un commento che, nel caso in questione, parrebbe che il problema riguardi l’erogazione dell’ultima rata, mentre io pensavo dovesse spenderli la parrocchia… In ogni caso mi rendo conto che la parrocchia non abbia la forza per poter affrontare una simile esposizione (a meno che non intervenga la diocesi a fare da garante), basta che il pubblico ritardi il pagamento o si veda congelare i fondi… 😕

Franco

La cifra che si impegnava a pagare il comune per comprare la vecchia scuola e il terreno dove è situata, pari a 1 milione e centomila euro, veniva pagata alla parrocchia a rate. La rata più “grossa” di 600 mila euro veniva pagata solo una volta ultimata la nuova materna. La realizzazione però ha un costo più alto, quindi la differenza doveva pagarla la parrocchia con un mutuo.

robby

ma scusate ma non possono usare i soldi della paghetta del papa,cioè l obolo di S PIETRO,mi pare che quet anno sia stato di 68 milioni di dollari

Alecattolico

Non si doveva dimettere doueva convincere i parrocchiani a prot estare contro il sindaco,dicendoche non lo votavano pi.

stefano marullo

Nessuno ha colto anche il lato esilarante della faccenda. Si dimette da parroco perchè ha litigato col sindaco. E’ come se uno si separa dalla moglie perchè ha litigato con il capoufficio…

Paul Manoni

Io piu’ che altro ho notato come le loro questioni siano sempre molto di natura “spirituale” 😀
Sempre e solo questioni relative al loro unico dio…Il dio denaro.

Franco

Beh ma i due aspetti si completano vicendevolmente. Il parroco ha sia una mansione spirituale che una “temporale” in qualità di amministratore dell’ente privato-parrocchia.
Se amministrare la parrocchia non gli è più possibile non può proseguire nemmeno nella prima, almeno in quel territorio. Anche perchè sembra che la faccenda vada al di là del semplice “litigio”.
Quindi secondo me tutta la questione non va considerata dal punto di vista spirituale, per quanto coinvolga un prete e una parrocchia.

Francesco

Mi dispiace molto per l’ironia che ritrovo in certi messaggi.
Credo che si debba del rispetto ad una persona, che vedi caso è anche un prete, che si impegna per il bene di altre persone. Non so se avete dei figli come me, però vi garantisco che non è affatto facile farli crescere in un contesto in cui lavorano entrambi i genitori. Forse andrebbero sostenute e incoraggiate maggiormente le persone che si fanno carico di questi problemi, invece di fare considerazioni di tipo politico o citare stereotipi che ormai hanno stufato. Credo che in questi contesti la soluzione stia nel cercare un compromesso che trovi il maggior consenso possibile, lasciando da parte preconcetti, orgoglio personale e interessi politici, ma puntando direttamente al bene comune, che in questo caso coincide con il bene di parecchi bambini e delle loro famiglie. Questo obiettivo dovrebbe mettere d’accordo anche il sindaco (e la sua giunta) e il parroco di un paesino di periferia. Apprezzo chi ci mette la faccia quando prende certe decisioni e mi sembra che il parroco citato lo stia facendo.

L'Orchiclasta

Se leggete con attenzione i post di Sandra e Franco capirete come stanno in effetti le cose.
Io, che sono di Vigonza, vorrei spostare l’attenzione su un’altra cosa: i contributi che, prelevati dagli oneri di urbanizzazione, sono destinati ogni anno alle parrocchie.
In origine avevano la valenza di fornire un “servizio”, quello religioso, ai nuovi insediati nei quartieri e nelle case che tali oneri di urbanizzazione versavano al comune.
Ora le cose vanno così: il comune versa ogni anno la percentuale prevista non alla singola parrocchia, ma, in forma indivisa, a tutti i parroci del comune. Che poi si spartiscono i soldi in base alle loro logiche.
Con la conseguenza che l’unica NUOVA parrocchia sorta nel comune deve ancora finire di pagare chiesa, campanile e annessi servizi parrocchiali costruiti oltre trent’anni fa.
Se fossero stati, quei soldi, impiegati per gli scopi in origine previsti, la nuova parrocchia non avrebbe da tempo più debiti, e ci sarebbe anche la possibilità di finanziare adeguatamente la nuova scuola materna di Pionca.
Dato e non concesso che debbano essere le parrocchie a gestire le scuole per l’infanzia, e non la comunità civile.
Forse sarebbe anche avanzato qualche soldino da dare ai cittadini italiani di fede islamica per farsi la loro moschea, e ai testimoni di geova per la loro sala del regno.
Dato e non concesso che debba essere la comunità civile a finanziare chiese, moschee e sale del regno, e non unicamente chi di tali strutture si avvale.

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