Iran, donna rinuncia alla legge del taglione

Ameneh Bahrami, una giovane accecata e sfigurata da Majid, un uomo di cui aveva rifiutato un’offerta di matrimonio, ha rinunciato ad avvalersi della legge sul taglione, prevista dalla sharia, e quindi a chiedere che il suo aggressore sia a sua volta accecato. La notizia è stata data dalla tv di stato iraniana ed è stata ripresa da Repubblica. Nei giorni scorsi Amnesty International aveva definito “disumana” l’applicazione della legge del taglione. La giovane chiede ora un risarcimento a compensazione.

Luciano Vanciu

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29 commenti

Gargiulo

Secondo il cristianesimo se ti accecano e sfigurano dovresti mettere anche una gamba e dire: tagliamela. Poi dovresti andare in chiesa a pentirti per il male che hai causato al tuo aggressore e magari cercare di convertire al cristianesimo anche lui. Se fai tutto questo hai una gran possibilità di diventare prete e abusare della debolezza di altre persone per diffondere l’ignoranza e la sofferenza.

FelipeFelice

Ritengo che questa donna sia una persona matura che ha valutato come l’applicazione della legge del taglione, oltre che una barbarie, non le riporta il viso che ha perso per colpa di quello sciagurato. La vendetta non risolve il problema di base, cioe’ l’abuso sulla donna e l’idea che essa sia un oggetto. Se lei riuscira’ a ricevere un compenso a suo giudizio sufficiente e se quel b.astardo marcira’ in galera il resto dei suoi giorni possiamo considerare questo come un caso risolto in maniera accettabile.

Gargiulo

Pensa che i cristiani come premio alla sofferenza chiedono la vita eterna addirittura!

Barbara

La vendetta è un bell’atto liberatorio del male subito, certo che per l’organizzazione di una società è un altro paio di maniche. Comunque 30 anni di galera o un risarcimento in denaro sempre a quella si riferiscono, non sono certo espressione di un perdono come se nulla fosse successo.

Nathan

Non confondiamo la morale con la legge. Se la vittima perdona fa una azione di alto livello etico, secondo la morale cristiana (quella vera, non quella deviata del vaticano), come pure per la morale laica, se esiste qualcosa cosi denominabile. Ma la legge civile della comunità deve punire, e duramente, atti criminosi come quello in discussione, e ovviamente ci deve essere un adeguato risarcimento del danno subito dalla vittima, che in questo caso non sara mai abbastanza. Noto che questa continua confusione tra piano morale e piano giuridico è purtroppo tipica di un paese immaturo e incompleto, privo di senso civico, come l’Italia, che dopo 150 anni si sente ancora sotto il regno del papa-re.

Stefano Grassino

Come disse Indro Montanelli: “quelli che mi hanno gambizzato, come uomo li ho perdonati ma come cittadino esigo che la pena venga scontata”.
Purtroppo, spesso in italia si confonde questo principio perchè crediamo che con il perdono si passi automaticamente alla cancellazione della pena, dimostrando come tu dici, una grande immaturità in fatto di giurisprudenza.
Tra l’altro, se ben ricordo, anche sotto il papa-re il perdono in genere voleva dire si scansare mastro Titta ma fare la galera a vita o quantomeno una lunga detenzione.

teologo cattolico

quoto @stefano. Il perdono implica una penitenza. la possibilità di espiare è espressione di un grande dono.

Francesco

Teologo.
Infatti dopo le scuse da parte della chiesa per le atrocita’ commesse stiamo attendendo ancora la penitenza.

SilviaBO

Credo che uno stato civile non possa infliggere punizioni fisiche di tale gravità. Lo stato non può porsi allo stesso livello di un essere spregevole e non può risarcire una vittima che ha subito danni fisici gravi consentendole di decidere che sia fatto altrettanto al colpevole.
Penso che questo sia una violenza anche nei confronti della vittima, che così si macchia dello stesso crimine che ha subito. La vittima è poi esposta alle pressioni e alle ritorsioni del colpevole e di altre persone (anche nel caso riportato c’è il dubbio che la donna non abbia deciso liberamente).
Non parlerei di perdono: un conto è perdonare, un altro conto è non voler fare accecare il colpevole. Se mi fossi trovata al posto di questa donna, probabilmente anch’io avrei rifiutato l’accecamento del colpevole, ma avrei preteso che rimanesse prigioniero a vita, lavorando 16 ore al giorno, versandomi ogni singolo soldo prodotto dal suo lavoro. Questo non è perdono, perché certi atti non sono perdonabili e non è giusto perdonarli.

Stefano Grassino

Hai ragione Silvia e per svariati motivi. Il primo è perchè la vendetta non porta a nulla; al massimo può sedare per un attimo la tua sofferenza ma non ti toglie il male.
Il secondo è perchè un risarcimento in denaro potrebbe un domani, grazie alla chirurgia plastica (ma qui non sono un’esperto) ridarti tutto od in parte il tuo volto.
Il terzo motivo è perchè far sapere all’eventuale prossimo lanciatore di acido che passerà trent’anni in galera a lavorare duro ed a consegnare tutti i soldi guadagnati (quelli si con il sudore della fronte) alla sua vittima, sarebbe un’ottimo deterrente.
Però, questa lasciamela passare, una volta al mese due frustatine sulle natiche nella pubblica piazza, mica ci starebbero male è…. 🙂

SilviaBO

Infatti ho parlato di punizioni fisiche gravi. Qualche frustatina leggera può essere lecita.

Federico Tonizzo

O forse si potrebbe applicare un trattamento stile “Arancia meccanica”: obbligare l’aggressore, per alcune ore alla settimana, a vedere tutte le immagini disponibili (da atti commessi in precedenza da altri) di persone prima e dopo l’aggressione con l’acido.
Ma bisognerebbe approfittare collateralmente anche per impartire al reo qualche lezione verbale di “educazione alla convivenza umana”.

mistergrey

“…….rimanesse prigioniero a vita, lavorando 16 ore al giorno, versandomi ogni singolo soldo prodotto dal suo lavoro.”

Praticamente una sorta di restaurazione della schiavitù ; Interessante.

Mi sembra che gli antichi romani, inventori del diritto romano, si regolassero in modo simile.

Quell’altro vuole la fustigazione sulla pubblica piazza.

Certo che qui è pieno di gente illuminata.

Queste illuminate proposte si potrebbero trasmettere al guardiasigilli in vista di
un’ ormai imprescindibile riforma del diritto penale

Non oso pensare a cosa si propala nei siti leghisti o fascistoidi.

Gargiulo

Anche lo Stato italiano applica la legge del taglione:

ochio x occhio = occhio x 1000

Roberto Grendene

“La giovane chiede ora un risarcimento a compensazione.”

non e’ chiaro se per poter avere il risarcimento era necessaria la rinuncia alla legge del taglione

temo di sì

stefano marullo

E’ proprio così. Questa donna è stato molto intelligente. Aggiungere barbarie a barbarie sarebbe stato inutile. Il “portafoglio” potrebbe essere un buon deterrente anche per questi misogeni fondamentalisti fanatici nemici dell’umanità

Federico Tonizzo

Concordo con Stefano Marullo.
La legge del taglione, prima di tutto, non rimedia ad alcun danno ma ne fa uno simile al primo danneggiatore (cosicchè alla fine i danneggiati sono due, punto e basta), e in secondo luogo poi – se venisse applicata “in privato” – potrebbe dare origine a faide.
Invece, il riscarcimeto a compensazione prima di tutto magari riuscirà – se adeguato – a far ripristinare il meglio possibile, con la chirurgia estetica, i lineamenti precedenti del volto, in secondo luogo colpirà l’aggressore in qualcosa che non lo marchierà come l’acido ma lo pungerà in qualcosa di più intimo e invisibile dall’esterno (il portafoglio: probabilmente anche più “punitivo” di un colpo d’acido) e in terzo luogo darà al disgraziato Iran, infettato dalla sharia, una lezione di civiltà.

Paul Manoni

Pecunia non olet, l’acido per accecare, evidentemente si! 😉

Sai

“La giovane chiede ora un risarcimento a compensazione.”
In realtà l’ha gia chiesto, 150000 euro per rifarsi la faccia, e il tizio resta in galera finchè non trova il modo di pagare.

Se lo cercate trovate anche il video di questo sfigato che frigna e implora alla donna di risparmiarlo ora che tocca a lui, sicuramente non era così triste quando l’acido lo ha lanciato addosso a lei.

sin.night.

“Se lo cercate trovate anche il video di questo sfigato che frigna e implora alla donna di risparmiarlo ora che tocca a lui, sicuramente non era così triste quando l’acido lo ha lanciato addosso a lei.”

Stando a quanto ho sentito al tg ad ora di pranzo, la donna l’avrebbe graziato dall’accecamento quando ormai gli era stata fatta l’anestesia ed erano pronti a versargli l’acido sugli occhi… Mi sembra che gli abbia dato una lezioncina coi fiocchi; ho qualche riserva sull’opportunità di aspettare l’ultimo momento utile prima di graziarlo perché mi sembra un po’ una tortura psicologica, però non ho dubbi che sia efficace per dare alla vittima la sensazione di “avergliela fatta pagare” e, forse, per ridurre la spavalderia dell’aggressore.

Non so… per quanto sia contrario alla tortura (compresa quella psicologica), se mi trovassi al posto di quella ragazza probabilmente farei esattamente come quella ragazza (con buona pace di tutti i miei principi… è che un contentino alla pancia dovrei pur darlo, faticherei a dare spazio esclusivamente alla razionalità “graziandolo” per tempo).

andrea tirelli

eh già: una gran bella soddisfazione per lei (aspettare l’ultimo momento utile prima di graziarlo) e, nel contempo, una gran bella lezione per tutti (la giustizia non è vendetta).

fab

Spero proprio che non perdoni nessuno: intanto incassa il risarcimento, per la vendetta c’è tempo.

Barbara

Il risarcimento è una forma di vendetta meno “brutale” per i nostri standard, il perdono di per sé implicherebbe che non le venisse riconosciuto proprio niente.

andrea tirelli

Quando esprimi un’opinione, spesso ti preoccupi di farci sapere che è quella di gesù cristo.
Non hai mai un’idea tutta tua?
Hai mai pensato di testa tua senza dover scopiazzare i pensieri di qualcun altro (il tuo vicina di banco, il tuo parroco, il tuo dio)?

qkuroin

dio non esiste, è solo una costruzione umana prodotto culturale di paure e fisiologica limitazione cognitiva.
o forse esiste, e ciò nonostante non disponiamo nemmeno lontanamente degli elementi per poterlo affermare o negare.
la vera domanda è: ‘è dio veramente necessario per vivere?’
qui la risposta è certa: no, non almeno se hai superato il timore infantile del mondo, degli altri e ti sei relativizzato.
come si può contenere ciò che ti contiene?
vivete, e non perdetevi in macchinazioni sterili e inutili.
qk

c.j.

Grande ammirazione per una donna che non s’è voluta piegare alla violenza e alla vendetta. Certamente esige giustizia, naturale, di fatti ci sarà una punizione, l’imbecille andrà sicuramente in galera e pagherà anche dei soldi alla ragazza, ma resta il fatto che la giovane donna avrebbe potuto anche scegliere la strada della vendetta, cosa che non ha fatto.

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