Caso don Seppia, un parroco: “Chiesa mi emargina perché ho denunciato”

Don Pier Carlo Casassa, parroco di Recco e una delle persone che ha denunciato i comportamenti di don Riccardo Seppia, sostiene che ora è trattato con freddezza dalla stessa Chiesa. Racconta di rimproveri da parte di altri parroci e inviti a non celebrare messa, proprio perché ha testimoniato e il caso di don Seppia è finito sui giornali.
“Da quando ho dichiarato alcuni trascorsi di don Seppia”, si legge negli interrogatori del 3 giugno, di cui alcuni stralci sono riportati da La Repubblica, “i parroci non vogliono che mi rechi in chiesa”. Casassa era stato convocato assieme alla sua ex perpetua Bernardina Masi dal vescovo vicario di Genova, mons. Luigi Palletti, per parlare con il card. Angelo Bagnasco il primo giugno. Ma, afferma, “il vescovo era molto freddo nei miei confronti e ha tentato di allontanarmi da Recco”, tanto che gli sarebbe stato offerto un appartamento a Genova.
Gli inquirenti intendono sentire le testimonianze dei vari seminaristi compagni di don Seppia ma temono reticenze.
Don Silvio Grilli, parroco di Bogliasco e direttore del settimale della Curia Il Cittadino, avrebbe detto che i parenti di don Seppia e le forze dell’ordine “potrebbero denunciare” proprio don Casassa e l’ex perpetua “perché non avete denunciato i fatti prima”. Già nel 1985 don Seppia, allora vice parroco, avrebbe tenuto comportamenti equivoci con alcuni ragazzini della parrocchia di Recco. Lo stesso don Casassa ricorda che “in confessionale alcuni di loro mi hanno riferito delle cose delle quali non posso parlare per la riservatezza del sacramento della confessione” e che “di questi comportamenti ne parlai con l’allora cardinale Siri”.

Valentino Salvatore

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79 commenti

Federico Tonizzo

Ecco la palese conferma di quanto prescritto nelle “Crimen Sollicitationis” e “De Delictis Gravioribus”: L’OMERTA’! 👿

Diocleziano

Giusto! Ricordiamolo anche a quel men†eca††o che, qualche giorno fa, diceva che non ero in grado di capire il Crimen Sollicitationis. Forse lui lo ha capito troppo bene…

tianlu

Ciao diocle, ma come le fai queste crocettine che mi piacciono un sacco 😆

Diocleziano

tianlu,
nel ‘mac’ premi il tasto ‘alt’ (quello per la @) e clicchi la ‘x’. Se hai altro tipo di computer sarà una procedura simile. La † si chiama obelos.

Federico Tonizzo

Invito a leggere “STORIA DELLA MAFIA” (Giuseppe Carlo Marino – Newton Compton Editori): fin dalle prime pagine si descrive la perfetta sintonia (storicamente datata) e collaborazione fra clero e mafia in Sicilia.

Paul Manoni

@Federico
Anche “I preti ed i mafiosi” di Isaia Sales, non e’ male! 😉
Trovi parecchie recensioni in rete se vuoi farti un’idea.
Premetto che si tratta di un testo, per nulla di parte…Anzi. 😉

Federico Tonizzo

@ Paul
Grazie, ho letto una delle recensioni e penso che leggerò il libro! 🙂

hexengut

Manoni-Tonizzo. sì, l’avevo segnalato appena uscito: pur essendo l’autore docente in un’università cattolica, quello di Sales mi sembra, sul tema, uno dei testi migliori in circolazione

Sandra

“… lì padre Ilario mi ha detto che siamo su tutti i giornali, mi ha lasciato celebrare, dicendomi però di allontanarmi per tre mesi, perché potevano arrivare ordini dall’alto…”

Il problema è che sono su tutti i giornali!!!! La conferma che si tenevano lo sporcaccione in casa, e che la cosa più importante fosse la rispettabilità della casa e non i ragazzi…. Sapevano.

Don Carlo Rebagliati, dimessosi dall’incarico di diocesi dopo aver accusato alcuni sacerdoti di aver coperto casi di pedofilia e taciuto su irregolarità nei conti della Chiesa, era anche indagato per induzione alla prostituzione .

http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2011/06/05/AOWVxlZ-induzione_rebagliati_prostituzione.shtml

Laverdure

“Don Carlo Rebagliati, dimessosi dall’incarico di diocesi dopo aver accusato alcuni sacerdoti di aver coperto casi di pedofilia e taciuto su irregolarità nei conti della Chiesa, era anche indagato per induzione alla prostituzione .”

Insomma,a differenza di Don Pier Casassa, questo e’ un PENTITO analogo a quelli della
mafia.
Comunque,meglio una squallida confessione che una santa omerta .

rik

No, don Rebagliati non è un “pentito”. E’ stato fatto fuori dal vescovo Lupi per aver denunciato le omertà ecclesiasitca.

Chi paga per far sesso può facilmente essere accusato di induzione alla prostituzione. La differenza tra l’illecito e il lecito è nella offerta o meno del denaro.

Ma come si fa a distinguere se vi è stata o meno una offerta di denaro? Chi va con una prostituta in strada non offre forse denaro? Eppure non è punibile solo perché si ritiene che ci sia prima l’offerta della prestazione e poi quella della somma di denaro.

Questo reato è tutta una finzione giuridica per colpire a piacimento persone scomode. E’ il caso di don Rebagliati, che ha denunciato parecchi affaracci della diocesi di Savona. E lo ha fatto difendendo una vittima di preti pedofili, come Francesco Zanardi.

Francesco Beltrami

Questo sig. Seppia deve essere ben protetto nella curia genovese. Il fatto che, invece di ringraziarlo, chi lo denuncia (sig. casassa) venga emarginato ed addirittura proibito l’esercizio ministeriale = sospensione mi lascia molto molto stupito. Che copra il Seppia qualcuno in alto? Da Siri in giù una sfilza di nomi “eccellenti” a tutti i livelli…
Per non parlare del Torquemada savonese (sig. rebagliati) …quanta ipocrisia, mi auguro solo che nelle sue “na botta e via” abbia usato il profilattico almeno come dovere morale nei confronti dell’ignaro partner occasionale, visto che (oltre ad essere prete) è anche affetto da HIV dal 1994….

teologo cattolico

“Da quando ho dichiarato alcuni trascorsi di don Seppia”, si legge negli interrogatori del 3 giugno, di cui alcuni stralci sono riportati da La Repubblica, “i parroci non vogliono che mi rechi in chiesa”. ….ma se è lui il parroco?? quanti co-parocci ci sono nella sua parrocchia?

Lo stesso don Casassa ricorda che “in confessionale alcuni di loro mi hanno riferito delle cose delle quali non posso parlare per la riservatezza del sacramento della confessione” e che “di questi comportamenti ne parlai con l’allora cardinale Siri”….. incredibile, intanto ne starebbe parlando, associando persona e azioni, ossia parla di don Seppia e implicitamente dice i peccati di cui si sarebbe macchiato (si capisce che sono di natura sessuale), e certo fa riferimento ai ragazzini che si sarebbero confessati e dice- se non ho capito male – che di quello che non si permette di parlare ne avrebbe invece parlato con il vescovo…alla faccia del segreto confessionale.

Per fortuna quanto scrive repubblica ha l’attendibilità di un fumetto della marvel

Sandra

Non è non il parroco:
“Don Pier Carlo Casassa ha 73 anni; dal 1981 al 1991 è stato parroco nella chiesa di San Giovanni Battista di Recco che ha poi lasciato per assumere l’incarico di parroco nella Basilica di Carignano a Genova fino al 2003; è quindi tornato a vivere a Recco dove si è sempre reso utile ai colleghi della città che la crisi di vocazioni ha lasciato senza viceparroci e curati.
Dal momento delle dichiarazioni in Tv – riferisce don Casassa – è stato invitato dai colleghi di Recco a non recarsi più nelle loro chiese. Un religioso in particolare gli avrebbe suggerito di lasciare Recco e recarsi in vacanza a Garessio, nel Cuneese. Nessuna spiegazione ufficiale. Ma nessuna novità è intervenuta nella vita di don Casassa se non quell’intervista che sembra più che mai in linea con il comportamento dell’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, il quale sull’argomento ha scelto la via della trasparenza.
E’ evidente che, se la Curia genovese non farà chiarezza all’interno del vicariato di Recco, il caso di don Casassa potrà prestarsi ad equivoci: ha sbagliato a raccontare quel che sapeva di don Seppia? Il suggerimento di non accettare più il suo aiuto è un ordine della Curia (che avrebbe smentito)?” (fonte levantenews)

teologo cattolico

@sandra

“Don Pier Carlo Casassa, parroco di Recco..”

vuoi dire che sono le notizie riportate dell’uaar che hanno l’attendibilità del fumetto marvel?? forse si sarebbe dovuto dire ex-parroco di recco.

visto che ci sono
“Ma, afferma, “il vescovo era molto freddo nei miei confronti e ha tentato di allontanarmi da Recco”…”

Se il Vescovo avesse voluto allontanare il parroco lo avrebbe spostato effettivamente (come il parroco si sarebbe potuto opporre?), non si sarebbe limitato a tentare. Se non lo ha spostato è perchè non voleva e dunqune nemmeno ha tentato.

Sandra

In quanto parroco di Recco aveva segnalato don Seppia a Siri, da quanto capisco. Adesso, Casassa è in pensione e non avendo una casa assegnata dalla Curia, è ospitato dall’ex-perpetua. Da quanto scrive Repubblica gli è stato offerto un appartamento a Genova: in cambio di cosa? Perché non è in automatico nel suo caso? Sembra strano che un parroco in pensione ma che ancora collabora(va) nelle parrocchie dei colleghi come tappabuchi non venga sistemato, e lasciato in castigo. Presso una donna poi!! Strano, non trovi?
Tutta la storia è strana, ma per chi non vuole vedere non si sono dubbi. Prove tanto non ci saranno mai, di questo puoi stare certo.
L’allontanamento si intende da Recco secondo me come ambiente, non si vuole che si chiacchieri, che si finisca sul giornale, o peggio in qualche intervista. Parola d’ordine, s’era mica detto trasparenza?

Poi che tu faccia dell’ironia per un “ex” in più o in meno…. L’attendibilità sotto la lente di ingrandimento qui è tutta sull’incuria della Curia, caro mio.

FSMosconi

@teologo

Perché Il Giornale è più attendibile…
E magari anche indipendente…

Ma in che Universo vivi?

andrea tirelli

Caro Teologo Cattolico,
ma neanche il caso di don Seppia ti induce ad una riflessione sulla questione degli abusi su minori di clerici criminali e la connivenza della chiesa cattolica?
Ma di cos’altro hai bisogno prima di iniziare una seria autocritica sugli stupri di bambini da parte di uomini della tua chiesa?
Perché tanti pedofili? Perché mai nessuna denuncia da parte delle autorità ecclesiastiche?
Io davvero non capisco questo cinismo e l’indifferenza verso una tragedia che dovrebbe scuotere ogni coscienza.
Tanto più se sei teologo e per di più cattolico: perché riguarda la tua fede, compromette la tua chiesa e coinvolge i tuoi correligionari.

Federico Tonizzo

@ andrea tirelli:
La risposta sta in quanto prescritto nelle “Crimen Sollicitationis” e “De Delictis Gravioribus”: L’OMERTA’!

teologo cattolico

@andrea

Non sono cinico, sono intelligente, lettore attento dei fatti, più di te almeno: ad esempio confondi abusi su minori e pedofilia. Quando don Seppia verrà accusato e non dico condannato per pedofilia, prenderò in considerazioni le tue osservazioni.

“Perché tanti pedofili?”…. perchè vi è una eccessiva leggerezza nell’ordinare sacerdoti persone con tendenze omosessuali. Su dieci notizie di casi di pedoflia, riportati puntualmente da uaar, nove sono di sacerdoti omosessuali.

RobertoV

teologo cattolico
No, tanti pedofili ed abusatori di minori per questa ragione:

The stop Children molestation Book (Gene G. Abel, M. D. and Nora Harlow, edito da Xlibris 2001).[30]

Secondo i dati dello studio, i pedofili tenderebbero a modificare le loro attività sociali e lavorative scegliendo stili di vita e mestieri a contatto con i minori, in special modo occupando posizioni che permettano di ottenere agevolmente la fiducia dei bambini e genitori. In particolare un pedofilo adatta la propria professione alle proprie esigenze sessuali.

FedeB

Caro teologo
I dati scientifici, gli innumerevoli studi medici, in ultima analisi “la realtà” dimostrano che non c’è legame fra pedofilia e omosessualità, casomai c’è legame tra pedofilia e un ambiente sessualmente represso.
Se hai dei dati per cui chi è omosessuale ha più probabilità di essere pedofilo, documenta la tua fonte, altrimenti sono chiacchere al vento

Kaworu

curiosamente all’interno delle famiglie la maggior parte degli abusi avvengono da parte di teorici eterosessuali (i padri, gli zii…).

ovviamente qualcuno poi scorda sempre che un 43 (o 47, non ricordo)% dei pedofili è tale proprio perchè abusato a sua volta, e curiosamente si concentrano su vittime del loro stesso sesso ed età al momento dei fatti.

che caso. saran mica tutti omosessuali? -.-”’

firestarter

attenzione che il teologo si e’ autodefinito intelligente

non se ne puo’ piu’

Zoso

@teo

“Per fortuna quanto scrive repubblica ha l’attendibilità di un fumetto della marvel”

secondo me sono più realistiche le creazioni di Stan Lee e Jack Kirby che non la tua bibbia.
Concorderai anche tu che è più plausibile l’Uomo Ragno della “vergine” (???) Maria…

nightshade90

ma anche Thor di gesù, se è per questo…..oltre che valere molto di più (uno è morto per combattere i peccati del mondo, eppure il mondo (e la sua associazione) è pieno di peccatori, l’altro vive per proteggerci dai giganti del gelo, e difatti non ne vedo in giro; uno ha un martello, l’altro è stato inchiodato ad una croce….devo continuare?)

Francesco

“Per fortuna quanto scrive repubblica ha l’attendibilità di un fumetto della marvel”

Quindi e’ piu’attendibile della bibbia.

Zoso

sempre @teo

il prof di analisi matematica un giorno disse: “La matematica non è come la teologia; non vale la regola che chi la spara più grossa ha ragione”

Ecco spiegato il motivo del tuo nickname, oltre che delle tue affermazioni deliranti…

teologo cattolico

@zoso

Dovresti almeno imparare dalla matematica l’uso della non contradizione. Se l’articolo dice che don Casassa è parroco e poi si dice che vi sono altri parroci (e @sandra conferma con altre fonti che non conosco, che in effetti non è parroco, come avevo intutito), chi si contraddice e chi no?

Mi fa piacere che hai chiamato in causa la ragione. Io noto queste contraddizioni (e le altre) tu te le bevi…impara almeno un po’ di coerenza logica dalla matematica

Francesco

Teologo i tuoi tentativi di cercare di difendere la tua associazione a delinquere preferita sono patetici.

Diocleziano

teologo,
per te il problema è nell’aver violato il segreto della confessione? Ecchisenefrega del segreto! Sono solo beghe interne. L’importante è che siano denunciate queste sozzure.

teologo cattolico

@diocleziano

Importa perchè sono indici o di una inattendibilità del parroco casassa, oppure di quanto è stato scritto intorno al caso.
ho fatto notare almeno tre contraddizioni in una ventina di righe dell’articolo (o di repubblica o come è stato riportato dalll’uaar).
questo vuol dire che non vi è attendibilità nel contenuto.

Diocleziano

teologo,
vuoi dire che non esiste un prete che per poca serietà o per troppo sdegno, non abbia MAI oltrepassato il vincolo di segretezza? Inverosimile…

Stefano

@ teologo cattolico

Proviamo così:

Il signor Casassa, prete in pensione che continua a celebrare messa per difficoltà di turnover, ha denunciato i comportamenti di un suo ex collega, tale Sig. Seppia, indagato per pedofilia. I colleghi del signor Casassa lo hanno rimproverato e invitato a non celebrare messa (ritenendo esecrabile quanto ha fatto – Casassa, non Seppia). Casassa, che vive in una casa non sua insieme alla perpetua, ha avuto un incontro con un suo superiore, il Sig. Palletti. Riferisce di averlo trovato freddo e del tentativo di allontanarlo da Recco (ricordo a chi dovesse fissarsi sulla parola tentativo che il signor Casassa è in pensione e vive in casa d’altri, non avendone una propria). Per cercare di farlo muovere dal posto dove abita ad un altro dove non ha casa si è provato (tentato) di convincerlo offrendogliene una.
Stabilito che ormai si sa che il Signor Seppia è finito dentro perché il signor Casassa ha contribuito, intendo la cosa è di dominio pubblico, il signor Casassa può permettersi di dire che qualche indizio sulle malefatte del signor Seppia l’aveva ottenuto durante la confessione e l’aveva riferito ai superiori.

Per gli amanti dei fumetti Marvel (fermo restando che i fatti siano questi). Giusto per evitare di essere distratti (leggi sviare) dai particolari.

Hysteron Proteron

teologo cattolico scripsit:

Importa perchè sono indici o di una inattendibilità del parroco casassa, oppure di quanto è stato scritto intorno al caso.
ho fatto notare almeno tre contraddizioni in una ventina di righe dell’articolo (o di repubblica o come è stato riportato dalll’uaar).
questo vuol dire che non vi è attendibilità nel contenuto.

A onor del vero bisogna dire che alcune inesattezze (sono buono, voglio definirle tali) sono state introdotte da Valentino Salvatore, che forse ha letto sbrigativamente. Salvatore infatti scrive:

«Lo stesso don Casassa ricorda che “in confessionale alcuni di loro mi hanno riferito delle cose delle quali non posso parlare per la riservatezza del sacramento della confessione” e che “di questi comportamenti ne parlai con l’allora cardinale Siri”.»

Mentre l’articolo di Repubblica, che dichiara di estrarre il contenuto dal verbale di don Casassa, riporta:

“Ricordo che in confessionale alcuni di loro mi hanno riferito delle cose… delle quali non posso parlare per la riservatezza del sacramento della confessione… Ricordo che dopo una gita al mare con i bambini, effettuata dal Seppia, molti di loro mi manifestarono la volontà di non volere più andare in gita con don Riccardo… Di questi comportamenti ne parlai con l’allora cardinale Siri“.

Ossia don Casassa avrebbe correttamente riportato all’arcivescovo di allora, il card. Siri, il disagio di alcuni bambini nello stare assieme a don Riccardo, e non quanto questi bambini avevano detto in confessione a don Casassa. Errore non marginale, visto che in nessun caso don Casassa avrebbe potuto riferire al card. Siri quanto saputo in confessione.

Da questo verbale sembrerebbe che l’arcivescovo di allora avesse ascoltato privatamente don Casassa, che gli aveva spiegato il disagio dei bambini della sua parrocchia, ma a quanto pare il card. Siri non aveva cercato di approfondire (cosa gravissima, se fosse confermata).

Comprensibile invece, seppure sbagliato, il comportamento di alcuni sacerdoti della sua zona.
Don Casassa dichiara infatti:

«Da quando ho dichiarato alcuni trascorsi di don Seppia, i parroci non vogliono che mi rechi in chiesa, e se ci vado, lo faccio di nascosto»
«Il 16 maggio 2011 veniva da me don Pasquale Revello, attuale parroco di San Giovanni Battista di Recco, e mi diceva di non andare a celebrare messa… Quello di Bogliasco, don Silvio Grilli, minacciava Dina (Bernardina Masia) di non andare in chiesa e di rimanere chiusi in casa perché era una vergogna…»
«In data 19 maggio 2011 presso il santuario di Nostra Signora della Guardia, don Antonio Servetto (parroco della chiesa di San Rocco di Recco) mi rimproverava, dicendo che mi ero inventato tutto – dichiara don Casassa -. Il 20 maggio, chiedevo a don Pietro Lupo, rettore del Santuario di Nostra Signora del Suffragio in Recco, se potevo concelebrare ed ha risposto negativamente perché ho la donna in casa. Domenica, 22 maggio, sono andato nella Chiesa dei Frati Francescani, lì padre Ilario mi ha detto che siamo su tutti i giornali, mi ha lasciato celebrare, dicendomi però di allontanarmi per tre mesi, perché potevano arrivare ordini dall’alto…»

è comprensibile perché è il comportamento che ha qualunque uomo non indagato né coinvolto in vicende turpi (in questo caso gli altri parroci della zona) quando viene preso di mira dai media allo scopo di avere surrettiziamente informazioni sulle persone coinvolte. Cerca cioè di allontanare da sé la torma di giornalisti che nelle settimane successive stazioneranno come avvoltoi nella zona.

A proposito: le parole di don Pietro Lupo riferite da don Casassa:

«chiedevo a don Pietro Lupo, rettore del Santuario di Nostra Signora del Suffragio in Recco, se potevo concelebrare ed ha risposto negativamente perché ho la donna in casa.»

rispondono parzialmente alla domanda di Sandra:

«Da quanto scrive Repubblica gli è stato offerto un appartamento a Genova: in cambio di cosa? Perché non è in automatico nel suo caso? Sembra strano che un parroco in pensione ma che ancora collabora(va) nelle parrocchie dei colleghi come tappabuchi non venga sistemato, e lasciato in castigo. Presso una donna poi!! Strano, non trovi?»

È infatti stranissimo, per non dire surreale, che un sacerdote “in pensione” venga lasciato a casa della sua ex perpetua. Come saprai, visto che altrove mi hai scritto che hai nella tua famiglia «esempi molto rappresentativi e attivi di quello che la Chiesa cattolica rappresenta», i sacerdoti “in pensione” che non abbiano maturato una vera pensione attraverso i contributi al fondo clero dell’INPS devono sperare in aiuti fraterni da parte di strutture ecclesiastiche. Non credo sia il caso di don Casassa, che immagino abbia una pensione. Se allora ha questi soldi a disposizione, non pensi che possa essere stata una sua scelta personale quella di andare a vivere con una donna sola? Scelta contraria al buon senso e contro la volontà della Curia, ma la Curia non può certamente obbligare con la forza il sacerdote a scegliere alternative meno ambigue. Il disagio di don Lupo evidenzia lo stato delle cose: quell’anziano sacerdote viveva con la perpetua e se ne infischiava dell’ambiguità della scelta. La freddezza del vescovo vicario, che ha convocato sacerdote e perpetua insieme (non vi pare un tantinello strano, se solo il sacerdote era depositario delle informazioni scabrose ricevute dai bambini?), non potrebbe essere anche associata a ciò? Tanto più che il vescovo stesso gli ha offerto un appartamento a Genova per rimediare a questo stato di cose.

Mi chiedo cosa avverrà se si scoprirà che le cose non stanno come ha raccontato don Casassa… Se tanta gente qui (e altrove) che confonde il riconoscimento dei propri errori, causati da accuse infondate, per delle scuse, farà questa volta le sue scuse a chi non ha colpe, o si limiterà anche questa volta ad ammettere l’errore. Per intenderci: dire “ammetto l’errore e lo correggo” non equivale a dire “ammetto l’errore e lo correggo, scusandomi con gli interessati per non essermi informato adeguatamente prima e per aver infangato il loro nome”.

Hysteron Proteron

/me scripsit:

Mi chiedo cosa avverrà se si scoprirà che le cose non stanno come ha raccontato don Casassa… Se tanta gente qui (e altrove) che confonde il riconoscimento dei propri errori, causati da accuse infondate, per delle scuse, farà questa volta le sue scuse a chi non ha colpe, o si limiterà anche questa volta ad ammettere l’errore. Per intenderci: dire “ammetto l’errore e lo correggo” non equivale a dire “ammetto l’errore e lo correggo, scusandomi con gli interessati per non essermi informato adeguatamente prima e per aver infangato il loro nome”.

Quest’ultima considerazione non era per te, Sandra, sebbene l’abbia riportata nel prosieguo della risposta alla tua domanda. Ti ho già riconosciuto la tua onestà! 😉

Sandra

Non ho parenti nel clero, solo attivi cattolici, molto praticanti, ecc, quasi ciellini. Quindi non so nulla più di altri di preti e pensioni.
Il prete sembra aver terminato la sua attività nel 2003, data dalla quale credo viva con questa donna. Per tutti questi anni ha celebrato dove c’era bisogno, e nessuno ha avuto nulla da ridire. Il problema è che ha parlato di don Seppia e di averne parlato con più di un arcivescovo, smentendo Bagnasco che ha fatto finta di cadere dal pero.

Tra i cattolici “normali” il fatto che un prete conviva con la sua perpetua sarebbe accolto con favore, persino dalle vecchiette!

tianlu

Capito, questi ipocriti. Sui giornali tutti a condannare il fatto con aria grave e compunta, dietro le quinte invece continuano a tramare incessantemente e a seguire il loro comandamento principale. Essere ipocriti a ogni costo, prima di tutto le apparenze.

Diocleziano

Più che ipocriti direi che sono delinquen†i perseguibili dalla legge.

Alecattolico

Ad Una persona che ha fatto tanto male come lui troppo difficile,anzi impossibile credere,almeno che non lo si voglia usare cont ro la chiesa ,ma don $eppia rappresenta l’ uno per cento della cChiesa,chiss quanti mascalzni,deliquenti ci sono nelle organizzazioni atee che fanno la morale alla chiesa,parlate dei dissidi per denaro dentro l’uaar,visto che amate la trasparenza,perlomeno i radicali litlgano,anche tra di loro pubblicamente.

Kaworu

beh se sei a conoscenza di “mascalzoni”, denuncia. che aspetti?

altrimenti taci che fai meno la figura del babbeo.

nightshade90

1) le organizzazzioni atee non coprono i criminali al loro interno, non usano il loro potere per mettere a tacere le accuse contro di loro, far sparire le prove o spostare i colpevoli dove possono continuare le loro attività criminali impuniti, nè fà ostracismo e mobbing contri i membri che denunciano i criminali.

questo solo per parlare dell’atteggiamento (quello che viene contestato alla chiesa), se poi si vuole parlare anche del numero, le prendete in ogni caso, perchè non esiste categoria di persone (all’infuori dei genitori acquisiti) con una percentuale di pedofili al loro interno superiore a quello che c’è nel clero (anche tenendo per buono il tuo 1%. che è una percentuale molto maggiore di tutte le altre categorie non ecclesiastiche).

e anche nelle statistiche degli altri crimini (corruzione, riciclaggio, ecc.) le associazioni atee non risultano peggiori del clero (nei casi peggiori le statistiche dei due gruppi coincidono).

Kaworu

stai facendo un discorso sensato con uno che non ci arriva.

non val la pena.

FSMosconi

@aletroll

Non so te, ma al mio Paese le ingiustizie si denunciano. Anche in molti se da soli non si ha la forza… e poco importa se qual caso rappresenta l’1% della comunità/gruppo/associazione/Stato.

tianlu

Ueh sciocchino. E ricordati anche che le bambole gonfiabili sono vietate dal catechismo. Non pensare che i SUOI occhi non ti vedano nello squallore delle tue notti cattoliche.

Rothko61

Un cattotroll voleva querelarmi perché avevo scritto qualcosa del genere qui sulle news… 🙂

il parroco di Funo

si fa prima ad autoemarginarsi.
don Milani si guardava bene dal frequentare i confratelli e in un suo romanzo Bruce Marshall dice che il primo passo per avere dei sacerdoti santi sarebbe il divieto di frequentarsi.

ma io esagero sempre

Rothko61

“per avere dei sacerdoti santi sarebbe il divieto di frequentarsi”…
Ma non sarebbe meglio fare una vita normale?!?!?
A furia di autoemarginarsi, poi qualche tuo collega frequenta troppo i bambini…

Francesco

Parroco ho trovato La sposa bella in formato ebook di Bruce Marshall ora lo leggo se e’ brutto telefono al papa e ti faccio trasferire in Iran.

Questo e cio’ che scrive Marshall del suo libro nella prefazione:

«urterà probabilmente due generi di lettori: quei progressisti che immaginano di essere i soli saggi e virtuosi, e quei tradizionalisti che non si rendono conto delle responsabilità a cui li obbligano le tradizioni ereditate.»

Se il buongiorno si vede dal mattino allora puoi prepare le valige. 😉

Paul Manoni

Che schifo…Poi si lamentano che i battesimi ed i matrimoni sono in calo.
Evidentemente parecchie persone cominciano a pensare che preti e bambini insieme, e’ meglio non tenerceli, e che e’ piu’ opportuno promettersi amore e rispetto reciproco “finche morte non sopraggiunga” di fronte ad un abete o un oleandro, piuttosto che di fronte ad un sacerdote…Questione di autorevolezza e di fiducia.

Cesare b

L’atteggiamento della Curia genovese e del clero della zona in cui ha malvissuto il Seppia probabilmente si spiegano con il desiderio di far dimenticare al piu’ presto l’incresciosa vicenda. Il Seppia, giustamente, in galera (in attuazione di una linea che mi pare ormai evidente e che, personalmente, approvo in pieno: considerare i preti pedofili “pedofili comuni” e rimettere al “braccio secolare” la repressione del fenomeno, nell’ambito della Chiesa, cosi’ come in ogni altro contesto sociale). Chi ormai costituisce – sia pure per i piu’ lodevoli motivi – un ricordo vivente di passate nefandezze individuali e d’altrettanto passate inadeguatezze istituzionali … e’ meglio se risiede altrove.
Saluti.

Kaworu

eh si poverini, devono farlo dimenticare presto…

ma per favore…

ci credi veramente a quel che dici?

Diocleziano

C.b
Hai la morale di un contabile della mafia. L’importante è che i conti tornino, per il resto che te ne importa, eh?

nightshade90

eh, già poverini, fanno un po’ di mobbing contro chi ha parlato e ha permesso al marcio di uscire allo scoperto, ma solo perchè vorrebbero che tutto ora fosse messo a tacere…..come dar loro torto?

Cesare b

La mia ipotesi sulle motivazioni dei comportamenti riferiti da Don Casassa a suo riguardo mi sembra per lo meno verosimile. La Diocesi – affermo – probabilmente desidera non “mettere a tacere” lo scandalo Seppia (cosa impossibile perche’ il Seppia e’ in carcere, e’ su tutti i giornali ed e’ destinato a un pubblico processo), ma evitare di ricordarlo, sia pure involontariamente e indirettamente, ai fedeli di Recco, anche quando vanno a Messa, attraverso la degnissima persona di Don Casassa. Ammettendo che tale interpretazione sia corretta, la valutazione, poi, e’ soggettiva. Per quanto mi riguarda, francamente, quando vado a Messa, preferisco pensare a Gesu’ piuttosto che ai pedofili preti (espressione che giudico piu’ congrua rispetto a “preti pedofili”).
Saluti.

FSMosconi

@Cesare b

Come dire: so che quel bar è gestito dalla mafia e che si sta indagando sull’eventuale copertura della cosa ma intanto non lo faccio ricordare nel bel mezzo del caffè mattutino.
Che discorsi sono?

Sandra

Meglio che risieda altrove…
Stai sicuramente parlando di Bertone, Bagnasco e Marini, vero?

Sandra

Come stupirsi che la mafia e la chiesa cattolica siano le istituzioni tipicamente italiane, operano nello stesso modo, hanno la stessa cultura!!

“Il primo aprile del 2003 il parroco di Recco ne aveva parlato con il cardinale Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato Vaticano, all’epoca arcivescovo di Genova. “Molto provato per gli anni trascorsi con don. .. gli aveva rappresentato il suo malessere… Nei giorni successivi lo stesso Bertone lo inviò dal cancelliere della Curia che gli fece firmare un foglio in bianco…. successivamente scoprimmo che sopra vi furono stampate le dimissioni di don Piero dalla carica di parroco della parrocchia Santa Maria Assunta di Carignano, dovute alle sue precarie condizioni di salute”.
La vicenda ha un secondo passaggio. Nel 2006, al suo insediamento a Genova, il cardinale Bagnasco sarebbe stato informato da don Casassa. “Senza esito”, ripete Bernardina Masia. Il primo giugno scorso, dopo le dichiarazioni di don Piero sullo scandalo riguardante don Riccardo Seppia, che gli hanno procurato il divieto di dire messa, il parroco e Dina hanno nuovamente incontrato, in un faccia a faccia molto teso, il presidente della Cei ed ancora una volta gli avrebbero ricordato la vecchia vicenda di Carignano.”

http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/06/11/news/quel_giro_di_ragazzini_nella_basilica_di_carignano-17538664/

Cesare b

@FSMosconi
“Come dire: so che quel bar è gestito dalla mafia e che si sta indagando sull’eventuale copertura della cosa ma intanto non lo faccio ricordare nel bel mezzo del caffè mattutino.
Che discorsi sono?”
Rispondo.
a – L’equiparazione tra Chiesa e Mafia tanto cara all’ UAAR non regge. La Mafia e’ strutturalmente finalizzata al mal fare, per cui il mafioso o il boss che ipoteticamente facesse qualcosa di buono sarebbe, rispetto all’organizzazione, un deviante. Per la Chiesa avviene esattamente il contrario: e’ finalizzata al bene e se qualche suo membro di qualsiasi livello fa del male devia dalle finalita’ dell’organizzazione e ne viola ne norme.
Per questo troverei giusto che si dicesse non “preti pedofili”, ma “pedofili preti”. (Naturalmente al posto di “pedofili” puo’ andare qualsiasi denominazione di categoria delinquenziale di cui eventualmente un prete venga a far parte).
b – Di conseguenza e’ del tutto ragionevole che uno, quando, assistendo alla Santa Messa, si avvale di quello che per lui e’ il piu’ sublime servizio reso dalla Chiesa al genere umano e il piu’ necessario – per la sua sensibilita’ – a lui stesso, non sia distratto dal ricordo dell’indegnita’ di alcuni ministri. Sara’ in altri momenti e in altre sedi che ci si pensera’, invocando rigore contro chi lo merita.
Saluti.

Sandra

In Olanda per far prima li chiamano “pedopater”, italianizzabile in pedopreti.

Non si tratta di equiparazione, bensì di riconoscere una cultura comune: deferenza verso l’autorità, struttura piramidale, umiltà di chi sta alla base (umiltà potrebbe essere la radice etimologica di omertà), ricerca di una protezione nella gerarchia, scambio di favori, silenzio….. All’opposto è il rispetto per l’individuo, il diritto del singolo che la “società”, onorata o ecclesiastica, non si può permettere di onorare, pena la perdita di potere.

L’indegnità è della struttura che non onora il personaggio che sembra più degno in questa storia, ma che anzi lo umilia e lo zittisce.
Continua pure a non vedere, ognuno sceglie la religione che gli si confà, e tu evidentemente ti meriti quella cattolica.

Diocleziano

Cesare b.
”La Mafia e’ strutturalmente finalizzata al mal fare, per cui il mafioso o il boss che ipoteticamente facesse qualcosa di buono sarebbe, rispetto all’organizzazione, un deviante.”
E chi lo dice? La mafia è finalizzata al lucro, per loro la violenza è un mezzo, non un fine. Quando la mafia riuscirà a farsi pagare senza usare la violenza, avrà raggiunto la perfezione: come la chiesa.

Sandra

La chiesa: un luogo per pregare o per predare?

Documentario trasmesso dalla televisione irlandese, “A mission to prey”, titolo giocato appunto sull’assonanza pray-prey:

http://www.rte.ie/player/#v=1099151

La polizia irlandese si è impegnata a investigare sui preti irlandesi missionari in Africa.

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