Belgio: il divieto del velo integrale in pubblico preoccupa Amnesty International

Nel suo rapporto annuale, appena presentato, sullo stato del rispetto dei diritti dell’uomo nel mondo, Amnesty International incolpa il Belgio di aver fatto uso eccessivo della forza durante manifestazioni di piazza, di non aver un’adeguata politica d’asilo per i rifugiati e di aver respinto con la forza quelli provenienti dall’Iraq. E inoltre, secondo quanto scrive Le Vif, «ha espresso il timore che la legge che vorrebbe impedire l’uso del velo integrale in pubblico, potrebbe costituire un attentato ai diritti di libertà d’espressione e di religione». La legge sarebbe in contrasto con l’art. 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che prevede, infatti, la libertà d’espressione religiosa senza restrizioni da parte dei governi, se non quelle necessarie a garantire l’ordine pubblico.

Franco Virzo

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35 commenti

ale cattolico

Il divieto del velo integrale in pubblico è una cosa saggia poichè col velo integrale è più facile compiere attentati non raramente succede che dei maschi indossino il BBurqa per compiere attentati,questi fatti succedono inAfganistan, in Pakistan,ma anche in altre nazioni dal governo islamista.

P.C.

“Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che prevede, infatti, la libertà d’espressione religiosa senza restrizioni da parte dei governi, se non quelle necessarie a garantire l’ordine pubblico”
La libertà di religione non è imporre la propria religione agli altri.
Mi sto riferendo a quelle ragazze “occidentalizzate” figlie di musulmani…
Sarebbe poi il caso di sapere, nel caso dell’accettazione volotaria della sottomissione da parte delle donne credenti, quanto ciò sia dovuto effettivamente alla loro volontà e quanto al condizionamento mentale (durante l’infanzia) e sociale (o famigliare)…

Diocleziano

Ho l’impressione che, per salvaguardare i diritti di tutti, si vogliano annullare i doveri di tutti.

Federico Tonizzo

Qualcosa del genere. Correntemente si chiama “cerchiobottismo”.

myself

Se le persone fossero tutte ragionevoli ovviamente questo divieto non ci vorrebbe: chi ha scelto consapevolmente di sua spontanea volontà di indossare un determinato copricato in luoghi pubblici sarebbe sempre disposto ad identificarsi in caso di necessità.

Ma al mondo ci sono anche integralisti che obbligano e/o indottrinano le donne di modo che queste debbano andare in giro con uno strumento di tortura e sottomissione, il burqa.
Quindi questo divieto in un paese civile è necessario.

fab

Non si capisce davvero in che cosa il diritto alla religione sia meritevole di tutela.

Roberto Grendene

la libertà di religione non dovrebbe essere che una delle tante forme di libertà di coscienza

invece sembra che in nome della libertà di religione si possano instaurare privilegi e violare i diritti degli individui (o categorie di individui, vedi donne, omosessuali, non credenti)

fab

Sì, a me il diritto alla religione sembra più il diritto di fare cose a caso perché tanto me lo dice qualche nume.

Roberto Grendene

Amnesty mi sembra sorvoli sul fatto che dietro ad una presunta libertà di religione non si celi una discriminazione, una tortura, una sottomissione delle donne

sarà un caso che i veli integrali li portano solo le donne?

le associazioni di donne come la pensano? a me risulta che la loro mobilitazione sia per avere il divieto di sottomissione pubblica delle donne tramite veli integrali

“…se non quelle necessarie a garantire l’ordine pubblico”
passamontagna, caschi integrali, velo integrale o cappuccio del KKK ecc. io li proibirei nei luoghi pubblici (tranne all’aperto in alta montagna, mentre si guida la moto, alle feste di carnevale, in casa propria)

Marioque

Amnesty dovrebbe avere ben altre preoccupazioni che il burqa. Quale espressione di libertà religiosa è mai un sacco bucato dentro il quale costringere un’infelice creatura ?
Se mai una vittima di questa barbarie sostenesse, come ibcredibilmente accaduto anche da noi, che lo fa per sua spontanea convinzione, ebbene, più che da assecondare sarebbe da compatire e possibilmente curare…Non è la prima volta che degli schiavi benedicono le loro catene (San Paolo dixit…)
Andiamo, finiamola con questi falsi rispetti per cose decisamente ripugnanti. Donne e uomini civili, femministe, insorgete, insorgiamo, a difendere le vittime dell’oppressione maschilista più becera, inumana e retrograda !!!

ser joe

Impedire l’uso del preservativo tipo “velo” in testa ai cattotroll potrebbe costituire un attentato ai diritti di libertà d’espressione e di religione?

Otto Permille

E’ solo un problema elettorale. Hanno scoperto che facendo dell’anti-islamismo si guadagnano dei voti. La storia del pericolo di attentati è solo una balla. Credo che se uno volesse fare un attentato non andrebbe in giro intabarrato col burka attirando l’attenzione di migliaia di persone. Se uno volesse fare un attentato e passare inosservato andrebbe in giro con giacca, cravatta e valigetta 24 ore!
Non è certo il caso di difendere il burka, ma tra tutte le stranezze, le stravaganze, le ridicolaggini delle religioni, non è certo questa la più ridicola. Anche il cappellone dei papi e dei vescovi è ridicolo e, se per questo, in teoria, anche tale voluminoso cappello potrebbe nascondere un bomba per un attentato.

Sandra

Dopo anni di politiche di integrazione in Europa si sono accorti che gli islamici non si integrano per niente, e stanno facendo precipitosamente marcia indietro. La religione vissuta in modo più o meno integrale, con foulard o burqa, ma con restrizioni per tutti nella vita sociale all’occidentale, non si mescola con la democrazia. Il divieto al burqa vuol essere un segnale ai musulmani che la loro mentalità non è tollerata nei paesi dove si vuole essere liberi in quanto individui, non corporazioni religiose.

Federico Tonizzo

E temo che ormai si sia andati già un po’ troppo lontano dal limite di sicurezza.
Prevedo scintille e fuochi d’artificio per il futuro.
Prima di “mescolarsi”, le popolazioni avrebbero dovuto amalgamarsi mentalmente e CIVILMENTE. Ma la globalizzazione selvaggia lo ha impedito.

Laverdure

E’ tarda sera,e’ buio e piove a dirotto.
Un ubriaco entra nell’osteria del paese e si mette a cercare qualcosa per terra.
Alla curiosita degli avventori risponde che sta cercando le chiavi di casa,che gli sono cadute poco prima in strada.
“Ma sei scemo ?”Gli chiedono.”Se le hai perse in strada peche’ le cerchi qui ?”
“Furbi voi!” Ribatte lui.” Con questo buio col cavolo che le trovo !Qui almeno non mi bagno “.
Ogni volta che sento parlare di quelle meravigliose istituzioni come Amnesty e molte altre,
che si affannano per le violazioni dei diritti in Belgio,USA,Italia,Israele,Francia,Inghilterra e Svizzera,mentre mostrano la massima pacatezza riguardo a LIbia,Iran,NordCorea,Cuba,Sudan,Somalia ecc,mi viene automaticamente in mente la barzelletta di cui sopra,chissa perche.
Misteri freudiani.

serlvrer

“la libertà d’espressione religiosa senza restrizioni da parte dei governi, se non quelle necessarie a garantire l’ordine pubblico.” i l’identificabilità negata dal totale occultamento del volto non è una questione di ordine pubblico?

albialbi

Amnesty, a forza di stare con tutte le vittime non fa più distinzione, basta che arrivi lì e gli dici che sei una vittima perchè le toghe rosse ce l’han con te e ti prendono. Oddio! se lo sa B. lo vedremo con Amnisty…! vabbè..
Io penso che vorrei andare in giro nudo, che male c’è? però neanche i sessantottini più strafatti andavano in giro nudi in città ma stavano nelle comunità sulle colline o montagne, e ancora oggi ci sono delle comunità dove si fanno queste cose tutto l’anno. Allora se vuoi portare il burka è bene che tu ti faccia una comunità, perchè comunque in città darei la precedenza ai ragazzi del ’68 che conquistano delle libertà e dei diritti anzichè chi si batte per rimanere in uno stato represso in cui si ha paura di ribellarsi per problemi psichici molto forti. E poi per giunta ogni individuo deve essere RICONOSCIBILE per legge.
Questo deve essere un dato di fatto e consolidato, indiscutibile e va allargato verso le forze dell’ordine, che devono portare una PETTORINA COL NUMERO durante certe ‘azioni’ di sicurezza con giovani e donne in un corteo. Perchè fino a che le forze armate possono pestare la gente senza farsi riconoscere anche una musulmana dirà che c’è gente in italia che va in giro senza farsi riconoscere.
La legge è uguale per tutti.

Federico Tonizzo

“Questo deve essere un dato di fatto e consolidato, indiscutibile e va allargato verso le forze dell’ordine, che devono portare una PETTORINA COL NUMERO durante certe ‘azioni’ di sicurezza con giovani e donne in un corteo. Perchè fino a che le forze armate possono pestare la gente senza farsi riconoscere anche una musulmana dirà che c’è gente in italia che va in giro senza farsi riconoscere.”

Concordo!

ethan

resto sempre convinto del vecchio principio per cui è meglio un colpevole libero di un innocente in galera. Se per combattere il fanatismo religioso di alcuni si deve violare la libertà individuale di espressione e di pensiero anche di una sola persona, non sono più d’accordo.

Laverdure

@Ethan

“…vecchio principio per cui è meglio un colpevole libero di un innocente in galera”

Vorrei fare una piccola osservazione riguardo soltanto a quanto sopra.
Detta cosi la frase suona molto bene,bisogna ammetterlo,”colpevole” e’ una parola cosi
“burocratica”,cosi asettica.
Ma proviamo a sostituirla con qualcosa di piu’ specifico:se al posto di colpevole mettiamo
“evasore fiscale” suonera ancora bene, ma proviamo a metterci qualcosa come “omicida”,
o meglio ancora “psicopatico omicida” (non scarseggiano di certo),non vi pare che non suoni piu’ bene come prima ?
Quando un neurochirurgo opera un tumore al cervello,non ha molto senso chiedersi se
e’ meglio tagliare troppo asportando pure un pezzo di cervello (con le conseguenze immaginabili)oppure troppo poco,lasciando che prosegua la metastasi:e’ ovvio che in quel lavoro il margine di errore ammesso e’ ridottissimo,se non praticamente nullo,
in molti casi.
Peccato che per molta gente la stessa cosa non sia altrettanto ovvia nel caso dell’amministrazione della giustizia nei reati piu’ gravi.

Odino

La violazione della libertà religiosa c’è ma cos’altro si può fare?

Per una sana educazione alla laicità e al rispetto dei diritti fondamentali non c’è tempo, oltre ad essere improponibile per gli adulti.
Certi comportamenti dei fanatici sono incompatibili con le società civili.
Il multiculturalismo è fallito e l’attuale sistema di chiudere un occhio in attesa che il secolarismo faccia il suo corso si è dimostrato inefficace.
Bisogna turarsi il naso e rispondere a mali estremi estremi rimedi.
Non facciamone una tragedia, non è la prima volta che per combattere un male si limitano i diritti individuali.

daigoro

concordo con te, la società deve dare un segnale.

la libertà religiosa è un pò come la libertà di fumare o di bere alcolici, ciascuno può goderne con misura, ciononostante vengono messe in atto misure per non indurre all’eccesso o prevenire danni ai più deboli.

è giusto che la società limiti la libertà di religione la dove fenomeni ad essa collegati come quello del burqa introducono una discriminazione sessuale e istigano all’apartheid femminile.

Marcus Prometheus

Attentati col Burqa in Europa ANCORA non se ne son visti, MA RAPINE ed altri crimini si’, e pertanto NON e’ il caso di ESENTARE per privilegio religioso dalla normalita’ della legge che per la RESPONSABILITA’ richiede la RICONOSCIBILITA’, anche per evitare che del crimine di uno (o una) si incolpi una intera comunita’.
MA SOPRATTUTTO
E’ importante evitare che il velo integrale prenda piede nelle periferie anche perche’ se le donne mussulmane non hanno la “SCUSA” che esso e’ vietato, cadono facile preda delle famiglie integraliste che il velo lo PRETENDONO, eppoi cadono vittime sia loro immigrate sia le autoctone europee dei caporioni fondamentalisti di quartiere e degli stupri organizzati e/o incoraggiati da costoro contro le mussulmane progressiste e contro le autoctone “scostumate” che non vogliono abbandonare quei quartieri ne’ sottomettersi.

Paul Manoni

Concordo Giorgio…
Prima di appellarsi alla “libertà di religione”, dovrebbero prima verificare se il velo integrale, costituisce un precetto islamico per le donne.
Una volta dimostrato che il velo integrale, non e’ nemmeno nominato nei testi sacri ai mussulmani, voglio proprio vedere come argomenteranno l’imposizione di questo, e come potranno sostenerla in un’eventuale aula di tribunale. 😉

Dalila

Peccato che l’Islam non sia una religione “universalmente” codificata per cui la lettura del Corano si presta a molteplici interpretazioni (spesso discordi fra le stesse comunità islamiche).

Paul Manoni

@Dalila
Motivo in piu’ per non avanzare pretese assurde.
Se non hanno nemmeno loro una linea condivisibile da tutte le correnti della loro religione, perche’ appellarsi ad una “Libertà di religione”.
Comprano prima la frusta, e poi il cavallo??? 😉

Odino

Per me è la pratica religiosa che fa il canone e non viceversa.

Non credo, poi, che sia molto influente stabilire se il velo integrale sia imposto per religione o per tradizione, tanto nella stragrande maggioranza dei casi è sempre una forma di imposizione.

peppe

Quindi se la mia religione mi imponesse di girare nudo con l’uccello di fuori imbracciando una scimitarra (rituale eh, mica una scimitarra qualsiasi) mentre mi fumo un carciofone, sulla base dell’art 9 della Convenzione europea, nessuno governo potrebbe ragionevolmente impedirmelo… se è la religione che lo richiede, eh! 🙄 Mah…

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