Festival di Cannes, presentato il film “Corpo celeste”

Ieri al festival cinematografico di Cannes, nell’ambito della Quinzaine des réalisateurs, è stato presentato il film “Corpo celeste”, diretto da Alice Rohrwacher. La pellicola, scrive l’Unità, “parla di una tredicenne, Marta (Yile Vianello) che deve passare la cresima in una Reggio Calabria d’inverno dopo dieci anni passati in Svizzera. Qui la ragazza vivrà i turbamenti di un corpo che cresce mentre viene educata alla religione, tra compagne che già si atteggiano a veline e un sacerdote, Don Mario (Salvatore Cantalupo) che utilizza il voto di scambio per fare carriera o solo per sopravvivere”.
Accusata di “anticlericalismo” prima ancora del debutto, la regista replica: “Non volevo offendere la Chiesa. Anzi sono un grande ammiratrice di padre Giacomo Panizza delle Comunità Progetto Sud e se dovessi scegliere tra Chiesa e tv, per mia figlia Anita che sto crescendo come atea, direi Chiesa sì e tv no”. Intervistata da Europa, ha dichiarato: “Prima di iniziare le riprese ho fatto molta ricerca documentaria frequentando raduni di catechisti, giornate della gioventù, preti e insegnanti di religione. E ho scoperto cose agghiaccianti come libri di preparazione ai sacramenti dal titolo Saranno testimoni o il quiz Chi vuol esser cresimato?”.

Raffaele Carcano

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16 commenti

Kaworu

per la serie “cosa non si fa per non estinguersi” (magari s’è accorta dei catemon, trovata “geniale” di un parroco di qualche anno fa)

FSMosconi

Evidentemente chi l’accusava di “anticlericalismo” non ha visto i libri di catechismo… 😆
Quando si dice la trave e la pagliuzza… 😆

bradipo

Se non mettessero riferimenti espliciti nel titolo questi accuserebbero di anticlericalismo pure un film basato su uno che sbrocca in un tempio in mano a mercanti…

Sai

“accuserebbero di anticlericalismo pure un film basato su uno che sbrocca in un tempio in mano a mercanti”
bellissima!

Sai

Complimenti per il film, ho sentito che è piaciuto molto a Cannes.

Ma perchè sul “L’Unità” c’è scritto “per mia figlia Anita che sto crescendo come atea”
mentre sul “Il Tempo” (giornale filofascista) c’è scritto “mia figlia Anita, che sto crescendo come laica” ?

“Chi vuol esser cresimato?”
LOL!

Lorenzo Galoppini

Non capisco: sta crescendo la figlia come atea ma fra la chiesa e la tv per lei preferirebbe la chiesa?! Va bene che anche la tv fa male, ma la chiesa fa ancora peggio! Non la starà crescendo come un’atea devota?
O forse si riferiva alla chiesa migliore, quella minimale? Cosa sono quelle “Comunità Progetto Sud” cui accenna? Boh!

Paul Manoni

“viene educata alla religione, tra compagne che già si atteggiano a veline e un sacerdote, […]che utilizza il voto di scambio per fare carriera o solo per sopravvivere”

La regista ha sbattuto in faccia al pubblico, la realtà dei fatti di certe zone del nostro paese (se non di tutto il paese intero), ed ora l’accusano di anticlericalismo!?!? 😯
Ma tutti questi critici e detrattori papalini, perche’ anzichè ciarlare, non mettono la testa fuori dai loro gusci, e non vanno a vedere come stanno davvero le cose!?

“se dovessi scegliere tra Chiesa e tv, per mia figlia Anita che sto crescendo come atea, direi Chiesa sì e tv no”

Già mi puzza che una madre voglia crescere la figlia come “Atea”, perche’ la vedo come un’imposizione inopportuna, al pari di chi vuole crescere i suoi figli da “cristiani”, da “mussulamni” o da “Testimoni di Geova”, ma se ci aggiungo che questa regista preferirebbe mandarla in chiesa, per “educarla” alla non-credenza (???), trovo la cosa anche grottesca e ridicola. Speriamo che prevalga il buonsenso, e cresca sua figlia scegliendo passatempi piu’ interessanti per sua figlia. 😉

Sai

O.T.
“mussulamni”
Capita spesso anche a me di scrivere la parola così!
A volte scrivo anche “italaino”
Ma capita molte volte, sempre con queste due parole.
Spiegazione Freudiana?

Paul Manoni

@Sai
Tastiera…. 😉
La “N” e la “M” sono vicine, nel caso della parola “mussulmani”.
Nel caso della parola “italaino”, penso si tratti di un refuso, dovuto alla fretta con cui spesso si scrive al pc. 😉

Mauro

Dato che l’obbligo di scegliere tra chiesa e televisione non c’è (tra l’altro mi sembra che nel nostro paese tra le due opzioni ci sia collaborazione), pronunciare una frase del genere sembra avere solo il senso di allontanare le accuse di anticlericalismo. Ora, se la regista è anticlericale, perché preoccuparsene? Se non lo è, perché, ancora, preoccuparsene? Sono entrambe cose lecite. Il film, poi, parlerà da solo, inducendo in ognuno diverse riflessioni; se non è un film a tema, difficilmente sarà definibile come anti o filoclericale.
Quanto al crescere la figlia come atea… sì, suona male anche a me.

Kaworu

se tanti ci berciano sopra facendo pubblicità gratuita, di sicuro.

Lorenzo Galoppini

@ Paul Manoni

Se crescere la figlia come atea sia discutibile non lo so (comunque non mi pare proprio il caso di metterlo sullo stesso piano del crescere un figlio da cristiano considerandole entrambe un'”imposizione inopportuna” allo stesso modo, come se fosse la stessa cosa), ma di sicuro un ateo nell’educare suo figlio dovrebbe evitare che crescendo diventi un integralista religioso, fascista, omofobo, razzista, antidemocratico, eccetera. Questo mi pare il minimo.

Paul Manoni

“diventi un integralista religioso, fascista, omofobo, razzista, antidemocratico, eccetera”

Beh…A me questo non mi pare “il minimo”. Mi pare scontato! 😉

Lorenzo Galoppini

Cosa che dovrebbe valere per tutti, per inciso, ma immagino che un ateo abbia più sensibilità verso queste problematiche.

Giuseppe C.

Per giudicare un film bisogna prima vederlo.
Alcune risposte della regista forse sono dovute alle aggressioni verbali a cui sono sottoposti coloro che si “permettono” di parlare degli ambienti religiosi senza stare in ginocchio…

Ieri, alle 12,20 Tg3, in un servizio di Margherita Ferrandino sul Festival di Cannes si e’ parlato
della Rohrwacher senza minimamente spedere due parole sulla trama del film!
Forse M.Ferr. sconta il fatto di essere una ex boy scout?
Oppure il nuovo dg della RAI puo’ scagliare le scomuniche? 😀

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