Nuovo sondaggio sul sito UAAR

Un nuovo sondaggio è iniziato oggi sulla home page del sito UAAR. La domanda è la seguente: “In Francia è entrato in vigore il divieto di indossare pubblicamente il burqa: cosa ne pensi?”
Tre le opzioni tra cui scegliere la risposta preferita:
– Sono d’accordo con il divieto
– Sono contrario al divieto
– Non so / altro
Si è nel frattempo concluso il precedente sondaggio. Il quesito era il seguente: “Il direttore di Radio Maria dice che i soci UAAR adorano il diavolo. Cosa ne pensi?”
Questi i risultati (3347 voti):
31,0% È vero
26,5% Non ci crede nessuno, ma i cattolici sono abituati a demonizzare chi non la pensa come loro
17,0% Il direttore è un furbo: non ci crede, ma sa che ci credono i suoi ascoltatori
12,5% Radio Maria è ascoltata solo da vecchi bigotti, non vale la pena perderci troppo tempo
10,5% Purtroppo sia il direttore, sia i suoi ascoltatori ci credono veramente
1,5% Sono cattolico, ma non si sento rappresentato da padre Fanzaga
1% Non so / altro

La redazione

70 commenti

vecchio laico

Sono stupito dal fatto che in un sito di non credenti la risposta maggioritaria, 31% sia stata data all’affermazione “adorano il diavolo” e riferita ai soci UAAR.

nightshade90

alcuni hanno risposto così per umorismo.

ma molte centinaia di voti sono apparsi “per miracolo” in poche ore, quasi tutti per “vero”. ondata di umorismo o cattotroll dal voto compulsivo e con tempo da perdere?

Ernesto

Oppure un ateo simpaticone che s’è voluto divertire.
Io sono contento che abbia vinto “E’ vero”.
E’ la risposta ironica che dovevamo ad un iddiota come Fanzaniga.

nightshade90

un ateo solo dubito, perchè per fare centinaia di voti ci si deve disconnettere e riconnettere in continuaazione per ore. per quanto umoristico, dubito che un ateo faccia una tale fatica solo per frodare il contavoti e far vincere una risposta divertente. più facile che un lavoro del genere lo faccia uno dei cattolesi che scorrazza qui in giro, o che gli atei umoristi siano davvero in tanti e per semplice coincidenza abbiano votato in tanti nelle stesse ore.

comunque concordo che è la risposta che fanzanaga si merita. affermazzioni del genere meritano risposte del genere.

P.C.

Ha ragione Ernesto, basta cancellare i cookie ed aggiornare la pagina per poter votare di nuovo. E quanti usino Ccleaner regolarmente l’avranno sicuramente notato…

CosmoGioioso un Giorno

esistono dei programmini che fanno tutto in automatico, non solo per mandare voti ai sondaggi, ma anche per frodare le compagnie di pubblicità online. Potrebbe usarli anche un bambino. Non chiedetemi perchè lo so.

Domenico

Io ho messo -è vero- perchè era troppo divertente per non metterlo!

Kaworu

che fantasia, hanno un sito che ha curiosamente la stessa veste grafica di quello uaar.

non so loro, ma se io disprezzassi qualcuno non mi affannerei a copiarlo in tutto e per tutto.

Paul Manoni

DAL SITO UCCR….

gabriele ha detto:
12 aprile 2011 alle 17:19
intanto col sondaggio http://www.uaar.it/news/2011/04/12/nuovo-sondaggio-sul-sito-uaar-131/ l’uuar ha avuto un bel colpo, visto che è stato sostituito in fretta e furia prima che la percentuale di ‘è vero’ salisse ancora. ringrazio tutti quelli che hanno collaborato allo scherzo; l’uaar si combatte anche con l’umorismo

La notizia dove e’ possibile ritrovare questo commento, e’ la stessa segnalata da Marco poco sopra.

Federico Tonizzo

Concordo con il divieto.

Riguardo al sondaggio precedente, secondo me un terzo di coloro che hanno votato al sondaggio su Radio Maria sono cattolici che leggono le Ultimissime ma abitualmente non ci scrivono commenti (forse perchè hanno paura di parlare col diavolo? ;-)).
Il fatto che ci siano più lettori di quanti siano coloro che abitualmente scrivono commenti è attestato dalla fungaia di cattolici che è spuntata improvvisamente a commentare sarcasticamente le Ultimissime sulla sentenza finale della UE sul crocifisso nelle aule.
Il fatto che ci siano anche MOLTI più lettori di quanti siano coloro che abitualmente scrivono commenti più coloro che sono intervenuti in occasione della sentenza UE, lo dedurrei dal fatto che in genere, in un gruppo di persone che ascoltano un discorso fatto da altri, non sono molti quelli che intervengono nel discorso stesso, e di solito sono quelli più in vena di polemica.

Semola

@ Vecchio laico. 31% adorano il diavolo ? Non ci credo. Ripeto per l’ennesima volta, Dio ci ha creati liberi di amare o odiare (vedi satana) All’uomo la scelta.

Massimiliano

Sono d’accordo con il divieto.
Il burqa non è solo un indumento, ma anche un messaggio politico-religioso ben preciso, che esprime sottomissione, asservimento della donna ai capi maschi.

Massimiliano

@ vecchio laico

Questo è un sito frequentato non solo dai non-credenti , ma anche dai credenti stile DeMattei o Fanzaga. Non c’è nulla di che stupirsi, quindi, se molti hanno cliccato su “È vero”.

vecchio laico

Forse hai ragione, ma non pensavo che l’incidenza statistica dei “troll” fosse così elevata.

Dalila

No: il troll è uno solo (due-tre al massimo) e probabilmente fanno ben poco durante il giorno quindi è facile votare a ripetizione…pero’ questo fa anche riflettere sul modo arbitrario (poco razionale forse) di fare un sondaggio utilizzando questo sistema.

bradipo

Ma infatti questi sondaggi penso nessuno li legga per i risultati, quindi sarebbe pure un po’ uno spreco stare a mettere su una piattaforma per raccolta dati certificati. Son giusto per parlare, magari pure concedersi un po’ di qualunquismo ogni tanto… io li vedo come le pagine di vignette de “La Settimana Enigmistica”.

Se qualcuno l’ha fatto per divertirsi o divertirci ci sta tutto… ma se aveva intenzioni serie dev’essere un ragazzino… o un esercito di chierichetti magari mandati da Fanzaga 😆

Lorenzo Galoppini

Quel 31% o é un errore del programma oppure é dovuto al fatto che i troll hanno votato molte volte. In ogni caso non era mai accaduto prima d’ora.

nightshade90

o che semplicemente molti di noi abbiano voluto dare una risposta confacente all’affermazzione di fanzanaga: ad affermazzioni idiote si risponde con risposte idiote (ancora meglio se pure divertenti).

il dubbio più che altro viene nel notare l’aumento improvviso di “è vero” avvenuto in poche ore: o moltissimi votanti ironici in poco tempo o una manciata di cattotroll senza vita sociale che hanno un paio d’ore da perdere…..

nightshade90

non è vero, non centro, io avevo votato che ci credono sia fanzanaga che gli ascolatori……

Semola

@ Bradipo , questi sono sondaggi del cavolo , non rispecchiano sicuramente valori reali. Meglio La settimana enigmistca , molto più istruttiva.

corradoventu

sono d’accordo con il divieto. anni fa ho lavorato per qualche settimana in Quwait, e il burqa in pubblico era vietato. nota che era un paese di stretta osservanza tanto che all’arrivo all’areoporto un tizio in fila davanti a me è stato costretto a lasciare il portapassaporto di cinghiale perchè il cinghiale come il porco è impuro.

Ernesto

Non è che il Quwait debba essere preso come modello di civiltà…

Pietro

Sul sito UCCR circolano trucchi per falsare i risultati dei sondaggi UAAR. Li chiamano “scherzetti”.
Questo è l’estratto di un post da lì copiato e incollato:

“…vorrei suggerire una cosa, riguardo allo ‘scherzetto’:…
…Votare piu’ volte e’ semplicissimo: basta spegnere e riaccendere il modem e, per maggior sicurezza, dal proprio browser al menu Opzioni (o strumenti, dipende dal browser che si ha) si fa’ ‘cancella cronologia recente’, et voila’…”

Meno male che i cristiani dovrebbero essere onesti

Francesco

Se fossero stati onesti la religione cattolica non sarebbe esistita.

Semola

@PIetro. Vedo che conosci bene come funziona…. ma sei proprio sicuro che sia andata così?

FSMosconi

31% È vero

O qui qualcuno è particolarmente dotato di senso d’humor
O qui qualche trolletto è andato a richiare i suoi amici CLini…

Oppure entrambi. 😉

neverclean

L’alto numero di voti rispetto al solito fa presumere un intervento organizzato dei CLini.
Bene: stiamo iniziando a dare fastidio tanto da costringerli a dedicarci parte del loro prezioso tempo spesso dedicato a lucrose attività economiche!
E vai!

Matelda

Sono d’accordo con il divieto. Sarà difficile farlo rispettare ma almeno la Francia ci prova. Mi piace la fermezza e il coraggio che questo paese dimostra contro l’arroganza islamica.

Paul Manoni

Riguardo al risultato dello scorso sondaggio, propongo ufficialmente di arginare il problema in qualche modo…Magari registrandosi o lasciando la mail o altre alternative informatiche che disconosco.
E’ evidente che una cosa simile, puo’ essere solo uno “scherzo da prete”.
Ringrazio a titolo personale l’autore di questo attacco, con la speranza che mi attraversi la strada quando sono in macchina.

Semola

@Paul Manoni . Neanche il KGB l’avrebbe pensata meglio. Per quello che riguarda l’attraversamento stradale quando guidi la tua macchina : complimenti! E poi parli male dei cattolici.

Paolo Piedoni

Si… e poi il rilevamento dell’impronta digitale, lo scan dell’iride, il riconoscimento del timbro vocale… no, quello no, è facile da craccare, basta fare l’accento di Cuuuuneeeeeo…..
Perchè te la prendi tanto?? Non esiste, no???

StefanoM

Non so/altro.

Obbligare una donna ad indossare il burqua è chiaramente sbagliato, ma vietarlo del tutto significa fare lo stesso gioco di chi si vuole combattere.

Non è vietando qualcosa che si sistema un problema.

Piccoli esempi: la cocaina è vietata, guidare sbronzi è vietato, evadere le tasse è vietato.

lucrezia

Però se la cocaina, guidare sbronzi e evadere le tasse non fosse vietato, che succederebbe?

E’ ovvio che ci saranno infrazioni, ma almeno si stabilisce un principio generale: il volto umano – che è ciò che, già a prima vista, ci rende unici e non intercambiabili – non va nascosto (di regola, s’intende, ovvio che se devi fare un tragitto in moto il casco te lo metti, ma non è un sistema di vita!).
Nascondere il volto significa nascondere l’identità, unica e irripetibile, del singolo. In questo caso, significa rendere una donna solo una femmina, scambiabile con qualunque altra. Quando si vede un burka, l’unica cosa che si sa è che li sotto c’è un essere di sesso femminile. All’islam probabilmente basta questo. Credo che noi (atei) dovremmo volere qualcosa di più.

StefanoM

Sono perfettamente d’ accordo con te.

Tuttavia sono convinto che vietare alle persone qualcosa è un fallimento per tutti.
Il divieto dovrebbere essere l’ ultima opzione. Prima c’è il dialogo e la spiegazione.

So che è complicato e le persone sono complicate ma mi piace credere in questa utopia ^^

es: se dovessi spiegare a mio figlio che farsi di cocaina è sbagliato avrei due opzioni.

1(divieto)- non DEVI farsi di coca è sbagliato e illegale e vai in prigione se lo fai.
2(dialogo)- non DOVRESTI farti di coca perchè è una sostanza che ti fa blablabla ma anche blablabla, le conseguenze positive sono blablabla e quelle negative blablabla etc…… e inoltre è vietato dalla legge.
Cosa ne pensi?

Converrai che il dialogo è più costruttivo e logico che un semplice divieto (che sarà fatto cmq per il suo bene se il dialogo non dovesse bastargli a capire).

lucrezia

In linea di massima sono d’accordo con te, ma il punto è:
chi dialoga con chi? Come si dialoga? Quando si decide che il dialogo è finito? E chi lo decide?

Lasciamo tutto a livello privato, del tipo dialogo padre-figlio, sperando che il figlio scelga la via giusta?

Inoltre: perché certe cose possono essere punibili e altre no? Se domani la mia religione/cultura/tradizione/visione del mondo ecc…ecc… mi “impone” di girare nuda per le strade, perché sono una “naturista” o che so io, non avrei forse il diritto di farlo liberamente, visto che non danneggio nessuno? O se mi “impone” di assumere regolarmente sostanze allucinogene per “contattare il divino”? Faccio esempi assurdi, ma dalle religioni non si sa mai cosa aspettarsi…

Dico questo perché mi pare che nei confronti dell’islam ci sia una tolleranza (paura? segreta attrazione?) che non noto (fortunatamente) nei confronti delle altre religioni.

CosmoGioioso un Giorno

Sono d’accordo con questa legiferazione ma mestamente. Tutela la sicurezza di tutti quanti, indipendentemente dal fatto che si ritenga o no che il burka leda la libertà della donna. E’ da prendere atto che una simile legge dovrebbe valere per maschere di carnevale e simili. Inoltre è possibile che molte donne lo indossino di propria spontanea volontà. Insomma penso che la legge andrebbe specializzata ai vari contesti urbani/commerciali (ignaro del fatto che possano già averci provveduto).
Infine si auspica il carcere lungo ai maschi che al burka le costringono.

Marcus Prometheus

Come il femminismo ha spianato la strada all’islam

[Una versione più lunga di questo articolo è uscita su Enclave. Rivista libertaria, n. 36, giugno 2007]

Il femminismo radicale ha diffuso con successo una cultura che disprezza il maschio e tutti i caratteri solitamente associati alla mascolinità. Come ricorda Alessandra Nucci, nel recente libro La donna a una dimensione (Marietti Editore), molte università occidentali prevedono dei corsi sul femminismo che diffondono un odio per gli uomini impensabile in qualsiasi altra parte del mondo. Nelle scuole dei Paesi anglosassoni e del Nord Europa i giovani maschi vengono sistematicamente attaccati per la loro identità e denigrati dalle insegnanti, che arrivano a provocare le femmine per farle adirare contro il sesso maschile. Fin da piccoli i maschi si sentono marchiati come il sesso violento e insensibile, e vivono in uno stato permanente di colpevolezza.

La mentalità ingenerata dal femminismo organizzato suggerisce anche che i padri sarebbero un elemento di poco conto all’interno della famiglia. Questo spiega perché i tribunali assegnino di regola i figli alla madre in caso di separazione, perché il parere del padre sulla decisione di abortire o meno non conti nulla, e perché i programmi televisivi e le pubblicità ritraggano raramente figure positive di uomini.

Questa pressione giuridica e culturale fa sì che siano sempre più numerose la famiglie in cui il padre è assente, perché respinto dalla madre o perché scacciato e perseguitato dai tribunali imbevuti di ideologia femminista. Negli Stati Uniti, ad esempio, pare siano ormai il 40 % i figli minorenni che non vivono con il padre. Tuttavia, come ha dimostrato anche lo psicologo Claudio Risè nel libro Il padre. L’assente inaccettabile , gli studi indicano che la mancanza della figura paterna danneggia irreparabilmente lo sviluppo armonioso dei figli. Il padre infatti ha il compito di sciogliere il nodo protettivo che lega la madre al bambino, spingendo il figlio a diventare intraprendente e ad aspirare all’autonomia.

Nell’ideologia femminista però vi è un aspetto ancora più inquietante: solo i maschi occidentali vengono messi sotto accusa e stigmatizzati fin dalla più tenera età. Le femministe non spendono una parola di critica nei confronti degli uomini che appartengono a culture molto più oppressive e “patriarcali” di quella occidentale. Nel 2002 la femminista svedese di idee marxiste Gudrun Schyman, il cui usuale grido di battaglia è “morte alla famiglia nucleare!”, ha affermato che gli uomini svedesi non sono differenti dai talebani, e ha proposto una tassazione collettiva per legge a carico di tutti gli uomini svedesi, in riparazione delle loro presunte violenze sulle donne.

Nel 2004, sul maggior quotidiano svedese Aftonbladet, la femminista Joanna Rytel ha scritto un articolo intitolato “Non darò mai vita a un bambino bianco”, nel quale affermava che i maschi bianchi sono tutti egoisti, sfruttatori, presuntuosi e sessuomani, concludendo con l’avvertimento “uomini bianchi, statemi lontani!”. Le femministe norvegesi stanno cercando di far approvare una legge che impone la chiusura di tutte le imprese che non assumano almeno il 40 per cento di donne nei loro consigli di amministrazione; inoltre hanno chiesto anche quote per gli immigrati musulmani.

L’attacco al maschio occidentale potrebbe produrre però un inatteso effetto boomerang: la progressiva islamizzazione culturale e demografica del continente europeo. Distruggendo la famiglia e la figura paterna e maschile, le femministe stanno spianando la strada alla penetrazione indisturbata dell’islam nelle società occidentali, preparando così un futuro da incubo per le prossime generazioni di donne. In altre parole, la vittoria del femminismo potrebbe paradossalmente favorire l’avvento dell’Eurabia.

Per quanto alcune delle più coraggiose e indomite avversarie dell’Islam siano donne (si pensi a Oriana Fallaci, a Bat Ye’Or, a Ayaan Hirsi Ali), è indubbio che, nella media, le donne occidentali siano più favorevoli al multiculturalismo e all’immigrazione islamica rispetto agli uomini occidentali. In tutto l’Occidente i partiti più critici verso l’immigrazione sono tipicamente maschili, mentre quelli che esaltano la società multiculturale sono spesso dominati dalle femministe. Se negli Stati Uniti avessero votato solo le donne, il presidente in carica l’11 settembre 2001 sarebbe stato Al Gore, non George W. Bush. In Norvegia l’unico partito che cerca di contrastare l’immigrazione islamica di massa che sta cambiando il volto del paese è il Partito del Progresso, il cui elettorato è per il 70 per cento maschile; all’estremo politico opposto il multiculturalista Partito Socialista riceve il 70 per cento dei suoi voti dalle donne.

La spiegazione femminista di questo diverso comportamento elettorale è che gli uomini sarebbero “più xenofobi ed egoisti”, mentre le donne avrebbero la mente più aperta e sarebbero più solidali con gli estranei. La verità, probabilmente, è che tradizionalmente gli uomini hanno sempre avuto la responsabilità di individuare i pericoli e di proteggere la propria comunità dai potenziali nemici esterni.

Il rifiuto delle femministe di confrontarsi con il problema dell’immigrazione musulmana non ha però solo motivazioni psicologiche, ma anche ideologiche. Molte femministe sono silenziose sull’oppressione islamica delle donne perché hanno abbracciato un’ideologia terzomondista e antioccidentale che le paralizza. A giudicare dalle retorica femminista, infatti, tutta l’oppressione del mondo proviene dall’uomo occidentale, che opprime sia le donne sia gli uomini non occidentali. Gli immigrati musulmani sarebbero anch’essi delle vittime: al massimo con qualche pregiudizio patriarcale, ma comunque sempre meglio degli uomini occidentali.

Quasi tutte le femministe radicali, infatti, sono anche delle accese “anti-razziste” che si oppongono ad ogni minima limitazione dell’immigrazione islamica in quanto “razzista e xenofoba”. Il femminismo radicale si è trasformato gradualmente in egualitarismo, cioè nella lotta contro tutte le “discriminazioni” e nell’idea che tutti i gruppi di persone debbano disporre di una quota uguale di tutto, e che sia compito dello Stato assicurarla.
Le femministe hanno contribuito enormemente alla diffusione della cultura del vittimismo in Occidente, che permette di ottenere i vantaggi politici sulla base dello status di appartenenza nella gerarchia delle vittime. Inoltre hanno chiesto, e in larga misura ottenuto, la riscrittura dei libri di storia che facesse giustizia dei “pregiudizi” maschilisti ed eurocentrici. Queste loro idee fanno oggi parte dei programmi scolastici e sono praticamente egemoni sui media. In breve, le femministe radicali hanno rappresentato l’avanguardia della “correttezza politica” in tutto l’Occidente.

Quando i musulmani arrivano in Occidente portandosi dietro la loro mentalità vittimista si trovano il lavoro già preparato da altri. Colgono quindi su un piatto d’argento l’opportunità di sfruttare una tradizione vittimista già stabilita, che gli permette di ottenere interventi statali a proprio favore, quote preferenziali, la riscrittura della storia in senso filo-islamico, e campagne politiche contro “l’islamofobia” e “l’incitamento all’odio”. Le femministe occidentali hanno dunque spianato la strada alle forze che annienteranno il femminismo occidentale, e di questo passo finiranno a letto, letteralmente, con il nemico.

La graduale trasformazione dell’utopia femminista nel suo opposto, la legge coranica, è ormai evidente nei paesi scandinavi, dove l’applicazione dell’ideologia femminista e multiculturalista ha raggiunto le punte più avanzate. Negli ultimi anni, infatti, si è verificato un enorme aumento degli stupri e delle violenze sulle donne, per opera nella quasi totalità dei casi di giovani immigrati islamici.
In Svezia il numero degli stupri è quadruplicato in una generazione, parallelamente all’afflusso di una immigrazione islamica senza controllo che ha già preso possesso di intere città, come Malmoe. Pur rappresentando non più del 5 % della popolazione, in Norvegia e in Danimarca due terzi di tutti gli uomini arrestati per stupro sono “di origine etnica non-occidentale”, un eufemismo usato per designare gli appartenenti alla religione musulmana.

Nel 2001 Unni Wikan, professoressa di antropologia sociale all’università di Oslo, ha dato la precedenza al multiculturalismo sul femminismo, spiegando in un’intervista al quotidiano Dagbladet che “le donne norvegesi hanno la loro parte di responsabilità in questi stupri” perché, essendo ormai la Norvegia una società multiculturale, le donne norvegesi devono adattarsi ai costumi degli immigrati, abbigliandosi e comportandosi in maniera giudicata non provocatoria dalla loro cultura.
Per i multiculturalisti, quindi, i norvegesi sono solo una delle tante etnie che popolano il paese dei fiordi (forse neanche la più importante), e sulle decisioni che riguardano la Norvegia non hanno più voce in capitolo dei somali o dei curdi giunti la settimana scorsa.

La risposta degli uomini scandinavi a queste continue aggressioni è stata quasi inesistente. Viene da chiedersi dove siano finiti i vichinghi di un tempo, che certo non si sarebbero voltati dall’altra parte se degli ospiti stranieri avessero violentato le loro donne. Probabilmente la mancata protezione delle donne da parte degli uomini scandinavi è dovuta al fatto che queste notizie vengono deliberatamente censurate o minimizzate dalle autorità e dai media, in modo che il pubblico non si renda conto delle eclatanti dimensioni del fenomeno.

La ragione principale, tuttavia, ha a che fare con l’influenza delle idee fortemente antimaschili che le femministe scandinave hanno diffuso negli ultimi decenni. L’istinto protettivo maschile non si manifesta perché le donne nordiche hanno lavorato senza sosta per sradicarlo, insieme a tutto ciò che fa parte della mascolinità tradizionale. In questo modo il femminismo ha indebolito mortalmente la Scandinavia, e probabilmente l’intera civiltà occidentale.

Dal punto di vista femminista questa situazione ha una sua logica: se tutta l’oppressione del mondo proviene dai maschi occidentali, il regno di pace e di eguaglianza sognato dalle femministe potrà essere raggiunto solo quando gli uomini bianchi verranno messi in condizione d’impotenza. La soppressione e la ridicolizzazione degli istinti maschili, tuttavia, non sta conducendo al paradiso femminista, ma all’inferno islamista.

Una società in cui gli uomini sono stati “femminilizzati”, infatti, è destinata a cadere preda delle più aggressive civiltà tradizionali. Invece di “avere tutto”, le femministe rischiano di perdere tutto, e la crescente violenza degli immigrati contro le donne occidentali è un sintomo del crollo dell’utopia femminista. Cosa faranno le femministe quando si troveranno di fronte bande di giovani musulmani armati e violenti come quelli che spadroneggiano in Palestina, in Afghanistan e in tutto il mondo musulmano? Diranno loro che “il corpo è mio e lo gestisco io” o leggeranno loro l’ultimo libro di Catharine McKinnon?

La vita, la libertà e la proprietà possono essere protette solo con la forza o con una credibile minaccia di applicazione della forza, altrimenti sono lettera morta. Per questa ragione la responsabilità principale della difesa dei diritti individuali, anche delle donne, spetterà sempre in larga misura agli uomini. Raramente le teorie femministe tengono conto di questo fatto sociologico fondamentale. Le doti e le capacità delle donne sono indispensabili, ma nessuna civiltà vitale può fare a meno della forza e dell’energia maschile.

Come si spiega allora l’ammirazione delle donne progressiste occidentali per l’Islam, quando non esiste un solo paese musulmano in cui le donne godano di diritti lontanamente paragonabili a quelli dell’uomo? Le attiviste occidentali che a casa propria attaccano duramente “l’arretratezza” e “la mentalità patriarcale” della Chiesa cattolica sono le stesse che si sottomettono con più voluttà alla sharia quando si recano nei paesi musulmani. Di recente la giornalista Lilli Gruber, la cantante Gianna Nannini e la speaker del Congresso americano Nancy Pelosi, che in Occidente fanno quotidianamente professione di femminismo, progressismo e trasgressione, hanno ostentato con orgoglio le loro foto con il chador scattate durante i viaggi in Medio Oriente.

Quando si comportano così, ha ironizzato qualche commentatore “maschilista”, le femministe tradiscono i propri desideri più nascosti. Lo scrittore danese Lars Hedegaard ha scritto, in un articolo intitolato “Il sogno della sottomissione”, che “quando le donne occidentali spalancano le porte alla sharia, presumibilmente lo fanno perché vogliono la sharia”. La scrittrice inglese Fay Weldon ha rincarato la dose affermando che “molte di queste donne trovano sessualmente attraente la sottomissione” e poco seducenti e noiosi gli uomini femminilizzati dell’Europa Occidentale, rispetto ai virili sceicchi del deserto.

Ma nello stesso modo si comportano probabilmente anche gli uomini occidentali quando devono scegliere una compagna di vita. È stato notato che nei paesi scandinavi sono in forte aumento gli uomini che preferiscono una moglie straniera proveniente da culture più tradizionali dell’estremo oriente o dell’America Latina. Il femminismo radicale ha portato separazione, sospetto e ostilità tra i sessi, non cooperazione. E non ha sradicato la naturale attrazione per le donne con caratteri femminili e per gli uomini con caratteri mascolini.

Ai musulmani spesso piace far notare che in Occidente si convertono all’islamismo più donne che uomini. In un servizio giornalistico sulle donne svedesi convertite all’Islam, risulta che l’attrazione per la famiglia islamica sia una delle motivazioni principali. Queste donne nordiche convertite trovano appagamento nel ruolo ben definito di cura della casa e dei figli che l’Islam assegna loro. Hanno scoperto un senso da dare alla propria vita che non trovavano nella cultura secolare o nell’insipido e succube Cristianesimo modernista.

In psichiatria è stato notato che le donne tendono più frequentemente a rivolgere la propria nevrosi su se stesse, infliggendosi delle ferite o tenendo dei comportamenti autodistruttivi. Gli uomini invece sono più portati a dirigere la propria aggressività verso l’esterno. È inoltre risaputo che un certo numero di donne maltrattate dal marito tendono a giustificarne i comportamenti aggressivi e ad incolpare se stesse.

La sensazione è che l’Occidente nel suo insieme, dopo decenni di propaganda antimaschile, abbia adottato inconsciamente alcuni di questi tratti negativi della psiche femminile. L’Occidente femminilizzato viene quotidianamente minacciato, insultato e aggredito con prepotenza dal mondo musulmano, ma reagisce – come la moglie abusata – incolpando se stesso, come se fosse in qualche modo affascinato dai suoi aguzzini.

Come ha scritto Alexandre Del Valle nel suo recentissimo libro Il totalitarismo islamista, questo masochismo espiatorio degli occidentali, frutto della tendenza a dubitare della propria civiltà e a flagellarsi di continuo, costituisce una irresistibile esortazione alla liberazione delle pulsioni più sadiche del fondamentalismo islamico.

La femminista americana Ellen Willis scriveva nel 1981 su “The Nation”: “Il femminismo non riguarda solo una questione o un gruppo di questioni, ma è l’avanguardia di una rivoluzione dei valori culturali e morali. L’obiettivo di ogni riforma femminista, dalla legalizzazione dell’aborto alla promozione degli asili-nido pubblici, è quello di demolire i valori della famiglia tradizionale”. L’icona del femminismo Simone de Beauvoir affermò che “nessuna donna dovrebbe essere autorizzata a stare a casa per allevare i bambini, perché lasciandogli questa libertà troppe donne farebbero la scelta sbagliata”. Oggi ci accorgiamo che i desideri delle femministe degli anni Sessanta e Settanta, come la Willis e la de Beauvoir, si sono avverati oltre le più rosee previsioni: in Occidente i divorzi hanno avuto una crescita esplosiva mentre il numero dei matrimoni e delle nascite è crollato, determinando un vuoto culturale e demografico che ci ha resi vulnerabili all’irruzione dell’Islam.

Il femminismo radicale ha inferto un colpo durissimo alla struttura famigliare del mondo occidentale, ma sarà impossibile risollevare i tassi di natalità se le donne non tornano ad essere apprezzate per il loro ruolo di madri e se il matrimonio non viene rivalutato. Non esistono altre istituzioni diverse dalla stabile famiglia tradizionale per crescere bambini culturalmente, emotivamente e psicologicamente sani e felici. Il matrimonio non è “una cospirazione per opprimere le donne”, ma la ragione per cui noi siamo qui.

In definitiva, il femminismo radicale ha rappresentato una delle più importanti cause dell’attuale indebolimento della civiltà occidentale, sia dal punto culturale che dal punto di vista demografico. Le femministe radicali, portatrici spesso di una visione del mondo marxista, hanno dato un contributo fondamentale all’affermazione della soffocante “correttezza politica” che impedisce ogni reazione dell’Occidente; inoltre, debilitando la struttura famigliare dell’Occidente hanno contribuito a rendere la nostra civiltà incapace di reggere l’assalto di società prolifiche e patriarcali come quella islamica.

Il destino di una società dominata dall’ideologia femminista, dove gli uomini sono troppo demoralizzati, indeboliti e inebetiti per difenderla, è quello di essere schiacciata e sottomessa dagli uomini provenienti da altre culture più aggressive e mascoline. È questo che sta accadendo all’Europa occidentale.

L’ironia della sorte è che quando in Occidente le donne lanciarono la seconda ondata del femminismo negli anni sessanta e settanta godevano già di una situazione in via di miglioramento e non erano particolarmente oppresse, almeno rispetto ad altre parti del mondo. Alla fine del ciclo, quando gli effetti a lungo termine del femminismo radicale si saranno compiuti, le donne si troveranno realmente schiavizzate sotto l’implacabile tallone dell’Islam. Sarà l’ennesima eterogenesi dei fini che, da sempre, scombussola i disegni e le vicende della storia umana.

(Guglielmo Piombini)

[Una versione più lunga di questo articolo è uscita su Enclave. Rivista libertaria, n. 36, giugno 2007]

posted by Piombo @ 17:46 14 comments links to this post

14 Comments:

At 3/7/07 10:11 PM, Nessie said…
Complimenti vivissimi per la scelta dell’articolo. Un’analisi davvero interessante e completa.
Temo che le femministe siano afflitte da una strana sindrome sado-maso che le porta inconsapevolmente ad andare in cerca di nuove e dissolute emozioni e vibrazioni.
Dopo aver ottenuto TUTTO dai loro uomini occidentali, vogliono forse provare l’ebbrezza di ritornare schiave e sottomesse dagli islamici.

At 4/7/07 5:35 AM, Lontana said…
Complimenti per l’articolo!
É quello che osservo ogni giorno qui in Québec, Canada…Poco tempo fa alla tele hanno mostrato delle giovani mamme, tutte ex donne in carriera, che avevano deciso di restare a casa coi loro figli. Sono state presentate quasi come delle ribelli retro’ e additate dalle femministe ultracinquantenni che “tanto avevano lottato per liberare le donne dalla gogna domestica”.
L’uomo é effettivamente disprezzato e ridicolizzato in tutti i contesti. Fa parte dei discorsi comuni quotidiani prendersi gioco di loro, quasi fossero dei debili mentali e anche la pubblicità mostra uomini, all’interno della coppia, che sono rozzi, incapaci, pigri e bisognosi dell’aiuto della superdonna.
Effettivamente nell’immaginario femminile nordamericano il maschio arabo o comunque islamico é pieno di fascino misterioso, mentre l’uomo occidentale sbiadisce
É inevitabile che allo scontro con l’islamismo, si sia perdenti.

At 4/7/07 8:01 AM, Hoka Hey said…
Secondo me, in quest’articolo c’è tutto. Grazie per averlo segnalato.

At 4/7/07 8:20 AM, Paolo Marcon said…
Bellissimo ed inquietante articolo.
Grazie, Paolo

At 4/7/07 8:21 AM, Marco Baldassarri said…
I miei complimenti per un saggio realmente spiazzante che unifica molto bene una visione coerente e progettuale, di rinascita.
da mandare a memoria in tutte le universita occidentali.

At 4/7/07 2:32 PM, D.O. said…
C’è una dura battaglia culturale da fare, e sarà la sfida dei prossimi anni. Grazie per i tuoi continui contributi.

At 4/7/07 3:23 PM, Armando Ermini said…
Eccellente, Guglielmo.
Osservo:
1) L’imporsi del femminismo è dovuto anche, ma direi soprattutto, alla rinuncia maschile all’esercizio della responsabilità che è propria del nostro genere. Ci siamo liquefatti, e questo fenomeno merita un approfondimento che ancora non è stato sufficientemente fatto, secondo me.
2) La rinuncia all’esercizio della responsabilità da parte maschile, alla fine va a detrimento proprio delle donne
3) Sono convinto che, se sapremo ritornare un po’ noi stessi, le donne accetteranno molto volentieri, perchè e’ vero quello che scrivi a proposito dei desideri insconsci femminili di sharia.
4) Le alternative per le donne sono solo due. Proseguire sulla strada attuale che le porterà al disastro, insieme coi maschi occidentali, oppure riconoscere all’odiato maschio bianco ciò che gli è proprio e dunque anche ciò che è proprio della femmina, ma questo, secondo me, dipende molto da noi.
armando

At 4/7/07 6:40 PM, Paolo said…
Certo femminismo e il multiculturalismo sono infezioni che stanno compromettendo il “corpo” d’Occidente. Prendete l’Italia, ormai non si tratta più di elaborazioni teoriche (il migliore “femminismo della differenza” è residuale), ma di “pensieri pratici”, luoghi comuni e di potere che “funzionano” per vendere gomme da masticare, come per vietare ai figli la relazione con i propri padri, o espropriare la casa a quest’ultimi.
Se non ci svegliamo, generazioni di maschi pentiti allevati in batteria, terranno pulite le stalle dei maomettani, in Eurabia.
Alle donne non resterà che proporre ai muslim “la procedura”, oggi imposta in diversi college americani ai giovani ragazzi (che per toccare la mano di una ragazza, devono prima chiederglielo, se no può scattare la denuncia).
Magari otterranno rispetto, se a mediare sarà la “velata” (da “velina” a “velata”) lilligruber.
Tutto vero poi quel che dice Armando: certe derive hanno colmato il vuoto, ora tocca combattere dentro (per l’identità) e fuori (per la sopravvivenza, maschile, femminile, e di una Civiltà).
Grazie ancora per la serietà, la fermezza e il coraggio.

At 4/7/07 7:31 PM, Anonimo said…
Complimenti. Analisi impietosa, previsioni sensate.
Con un’opera di demolizione sistematica in corso da 2 generazioni, il femminismo sta scavando la fossa al maschio occidentale. Il quale reagisce solamente cedendo e arretrando. Va verso la fossa come se quello fosse il suo destino. L’energia vitale in lui è agli sgoccioli. Un demone ha rubato la sua anima o un ciclo millenario si sta compiendo sotto i ns occhi?
Spengler dice che le Civiltà finiscono quando si esaurisce la loro “animità”. Il fuoco vitale che le aveva create, foggiate e forgiate.
Mi pare che assegnasse all’occidente ancora due secoli.
Da quando scriveva uno è già passato.
La conclusione è avvilente e spettacolare al tempo stesso:
è solo la fine di questa Civiltà, esito peraltro così spesso pronosticato.

Rino DV

At 5/7/07 3:57 PM, vincenza perilli said…
E un articolo di questo tipo è stato pubblicato su di una rivista “libertaria”???
Tempi tristi …
Comunque viva il femminismo! Viva l’Eurabia!

At 5/7/07 5:41 PM, Piombo said…
Allora è proprio vero, come conferma Vincenza Perilli, che le femministe si battono per la sharia e vogliono andare in giro con il burqa!

Saluto invece nessie, lontana, hoka hey e tutti gli altri per gli interessanti commenti.

At 5/7/07 7:43 PM, Freeman said…
Hai espresso in modo chiaro e lucido i comportamenti che stanno portando alla scomparsa del’Europa (oggi sono usciti i dati istat sulla demografia italiana). Quanti europei non hanno rispetto della propria cultura, anzi la odiano e pretendono di insegnarci come rispettare gli altri! Illuminante l’esempio delle donne che si devono adeguare a chi arriva e non viceversa. Comunque le antioccidentali non le convincerai mai, neanche con questo bellissimo articolo, spero invece che qualcuno dei troppi che restano indifferenti di fronte all'”arrendismo” imperante si scuotano un pò. Io, come te, non mi rassegno.

At 5/7/07 11:59 PM, Anonimo said…
Bravo.Bravo.Bravo.
Analisi perfetta.

Davide.4

At 17/9/07 10:47 PM, Anonimo said…
Aiutooooooooooo! Ha ragione! Questa mentalità di tolleranza verso chi ti vuole distruggere è quella della moglie che accetta le percose al marito! L’istinto di sopavvivenza in tutto questo dov’è. Meglio un equilibrio fra i sessi. A dire che a volte basterebbe un po’ di sano buonsenso!

Soqquadro

Io parlerei di finte femministe terozomondiste. Chè una femminista quantomeno per coerenza non dovrebbe appoggiare un culto misogino. (Noto, effettivamente, e con estremo dispiacere, che diverse veterofemministe lo fanno, purtroppo quelle “celebri”, ma la maggioranza ne ha orrore).
Riguardo al parere del padre sulla questione aborto… quello sarà contemplabile quando detta gravidanza si svolgerà nel suo utero. E il resto dell’articolo di una misoginia incredibile direi che si può condensare qui.

Marcus Prometheus

E’ sbagliato difendere il burqa in nome della liberta’: Ci sono svariate liberta’ concrete ed importanti che si perdono, mentre c’e’ solo un fasullo diritto a scegliersi l’abbigliamento (anche se l’abbigliamento con l’obbligo alla decenzae’ e’ gia’ limitato per tutti e senza contestazioni da parte di nessuno, ed anche se il burqa ed il niqab non sono un normale capo di abbigliamento, ma sono invece strumenti di nascondimento).
Che cosa e’ un burqa invece?
Il burqa e’ uno strumento per la marcatura del territorio in funzione comunitarista e per facilitare gli stupri delle peccatrici chiaramente individuate.

Questo devono considerare i libertari la cui “squisita” sensibilita’ e’ disturbata dal divieto di burqa.

E’ proprio con questo assurdo atteggiamento che si trasformano in alleati dei comportamenti di concreta oppressione.

1) La diffusione del burqa nelle periferie dense di immigrati porta a gravi pericoli di aggressione (e di stupro) per le donne che il burqa lo rifiutino, come gia accade nelle banlieux francesi, a Malmoe ed in Olanda, tutti paesi che hanno gia’ oggi la densita’ di immigrati islamici che noi non abbiamo ancora, ma che avremo inevitabilmente entro un decennio in base alle attuali tendenze demografiche come certificate dai demografi.
2) e’ assoluto disprezzo di ogni possibile valore positivo della propria civilta’ il non pretendere che siano gli immigrati ad adadeguarsi alle nostre leggi (per esempio di pubblica sicurezza, circolare solo a viso riconoscibile) ma che siamo invece noi indigeni ad allinearci a qualsiasi loro ubbia.
3) C’e’ poi l’aggravamento dei problemi di ordine pubblico a causa di non riconoscibilita’ del volto (gia’ si e’ letto di rapine con burqa in Europa)
4) C’e’ la Falsita’ di una presunto uso tradizionale di Burqa e Niqab per il 99,9 % delle immigrate mussulmane in Italia o in Francia o in Europa in genere.
5) Infine, perche’ rifiutare di tener conto della positivissima esperienza francese della legge anti burqa nelle scuole che ha ridotto quasi a zero i casi di liti in merito al burqa e, piu’ importante ancora non ha prodotto abbandono scolastico ma migliore integrazione e MINORI aggressioni alle reprobe ragazze libere, senza velo, indigene ed immigrate.
Il rifiuto di questi 5 DATI FATTUALI e’ ideologismo della peggior specie.

Marcus Prometheus

Ci dicono i rappresentanti degli industriali che mancano 100.000 tecnici all’anno in Italia.
Poi mancano badanti generiche e mancano Infermiere specializzate.

Certamente non si trovano tecnici specializzati ne’ infermiere sui barconi di giovanotti islamici col bernoccolo islamista sulla fronte resa scura e callosa a forza di testate sui tappeti di preghiera, a dimostrazione del loro fanatismo.

L’Italia NON RESPINGE coloro che in stragrande parte dovra’ sopportare come ladri rapinatori spacciatori lenoni o che si dovra’ rassegnare a mantenere a suon di elemosine o sussidi di stato.

L’Italia poi spaventata da troppi immigrati negativi ed in piu’ in piena deriva da atarassia burocratica e politica non si sogna ne’ di aprire le
porte a coloro che finissero su una semplice lista di tecnici ricercati da potenziali datori di lavoro interessati ad assumerli, ne’ tanto meno di ricercarli attivamente.
Eppure io li cercherei con annunci nell’Est Europa sia gia’ comunitaria eppoi in caso di perduranti carenze nell’Europa sempre dell’Est, anche se ancora non comunitaria, ed in primis alla latina Moldavia.

Ma i cattolici si vogliono salvare l’anima con l’accoglienza ad ogni costo ed i comunisti sfascisti si vogliono vendicare della societa’ capitalistica. E cosi’, per questi folli si mette a rischio la democrazia la liberta’ l’eguaglianza fra i generi, l’intera nazione e l’intera Europa.

Cordiali saluti a tutti i liberi e laici
Marcus Prometheus.
Penso che tutte le grandi religioni del mondo: …
… cristianesimo, islamismo e comunismo,
siano, a un tempo false e dannose. Bertrand Russell

Accogliere solo i profughi laici dall’Islamismo Espellere tutti gli islamisti.
Combattere il masochismo antioccidentale, che mina liberta’ e democrazia.

hexengut

Marcus Prometheus. esiste ancora, nella violentata lingua italiana, un termine bellissimo: sintesi.

Batrakos

Hexengut,
In sintesi i tre post dicono questo (che poi è il Prometheus-pensiero di tanti altri post).

-Anatema sulle femministe, che inducendo sensi di colpa nel maschio occidentale femminizzano la società e poi da terzomondiste cedono al fascino dell’uomo islamico aprendo la via alla sharia (l’articolo del primo post dice questo).

-Anatema sui comunisti, traditori della patria, che, orfani dell’URSS, accolgono gli integralisti callosi e barbuti (di cui parla Souad Sbai ma di tutte queste barbe e calli musulmani la documentazione fotografica non mi pare evidenziarne molte…) per ripicca sul capitalismo vincente.

-Anatema sul masochismo occidentale, che accoglie delinquenti brutti e cattivi e fanatici religiosi e non tecnici e badanti (figure necessarie all’economia) pescati possibilmente dall’Europa Orientale perchè non islamica.

-Anatema su chi colpevolmente smette di attaccarsi alle proprie antiche ‘radici’ e tradizioni snaturandosi e diventando un avamposto del nemico che approfitterà della nostra debolezza per toglierci diritti e poteri.

Io pur essendo contrario al burqa e al niqab nei luoghi pubblici dissento completamente dai contenuti di questi ragionamenti e anche dall’aggressività verbale spesso rivolta ad altri commentatori che nulla di offensivo gli avevano detto e che semplicemente portavano visioni meno apocalittiche riguardo l’islam e che riflette un esasperato manicheismo nel vedere il mondo, manicheismo che spesso poi viene rovesciato su buonisti, comunisti, femministe radicali tutti, secondo lui, avamposti più o meno consapevoli dell’avanzata islamista.
Personalmente credo che per quanto ci voglia fermezza e inderogabile laicità nel gestire il rapporto con le religioni il mondo sia un po’ meno in bianco e nero di così.

Batrakos

femministe radicali va insieme, i Radicali come partito non c’entravano niente, per chiarezza.

Marcus Prometheus

@ Batrakos rispondo:
Sulle femministe ho gia’ precisato il mio pensiero, vedasi gentilmente quanto ho scritto a Ferrer.

Per il resto non mi pare invece che gli apporti che io do alle discussioni in tema di islamizzazione dell’Europa siano serenamente sintetizzabili,specialmente da uno che si presenta come piu’ sereno di me come una serie di anatemi.

Dato che mi sento pienamente sottoposto al principio di realta’ e dato che so di non avere ne’ pretendo di avere autorita’ alcuna, per convincere, a me sembra di basarmi esclusivamente su informazioni (che molti non hanno) e su ragionamenti (che molti non fanno).
Se poi a conclusione di tanti dati di fatto presentati e discussi logicamente (e a me pare sempre da pari a pari, info & ragionamenti, la ricetta di cui dicevo poco sopra), arrivo a delle conclusioni negative e di condanna verso qualcosa, non credo di assumere toni da profeta religioso che lancia anatemi autoritari, bensi’ di laicissima cassandra che spera di essere in tempo a svegliare qualcuno soprattutto mostrando carenze di dati sulla realta’ e contraddizioni interne al sistema di valori laico, democratico rispettoso della liberta’ e dell’eguaglianza fra uomo e donna eccetera che presumo abbiano anche i miei interlocutori e non imponendo valori assoluti miei esclusivi e che magari io ho oltre a quelli gia’ citati, per esempio l’amore delle radici precristiane della nostra cultura e della storia Romana ed Italiana.
Insomma Batracos io credo di fare dei rgionamenti, tu li etichetti negativamente come anatemi che e’ termine religioso e non e’ un complimento per uno che cerca di essere razionalista, ma sei proprio sicuro di non stare anatemizzando a tua volta un compagno ateo che cerca di stare sul terreno del razionalismo anche se non la pensa sempre come te?
Discutiamo sulle singole informazioni e sui singoli ragionamenti che forse e’ meglio per tutti e di sicuro per la discussione, piuttosto che concentrarci sulle nostre persone, e peggio se con “ad personam”.

Batrakos

Marcus Prometheus,

no, non sto anatemizzando il fatto che tu la pensi diversamente, sto sottolineando che spesso -non in queste due repliche- secondo me modi e toni dei tuoi interventi tendono spesso alla denigrazione dell’avversario, pur nel pieno livello argomentativo che come sai non ti ho mai negato.
Credimi sulla parola: sono sincero, e forse non sono stato l’unico a notarlo, spesso i tuoi toni sono molto aggressivi verso le idee politiche di categorie umane che possono partecipare al blog, anche se in queste tue repliche odierne hai tenuto toni molto rispettosi.
Quindi nessun argomento ad hominem, è una constatazione sincera, visto che peraltro in questo thread anche io sono contrario al burqa e, dove dissento, non mi pare il caso di discutere perchè presupporrebbe un off topic politico di proporzioni bibliche…anzi coraniche per riderci sopra.
Le riserve di fondo sulla tua visione della geopolitica le ho già espresse in passato, quelle sui migranti dalla Tunisia le ho accennate, ma ora sarebbe troppo lunga parlarne, ricapiterà.
Se percepirò toni più pacati come in questo caso e ove il disaccordo sia centrale in un topic, compatibilmente con tempo e voglia non verrò certo meno al dir la mia.

giuseppe

Di solito la prima risposta é quella che ha meno successo, perché presentata come fideista. Questa volta non é accaduto, al punto che é stata la più votata. Segno che molti di voi, pur dicendosi atei, sono adoratori del diavolo. E questo spiega tutto.

Kaworu

guarda che se leggi qualche post più sopra, ti accorgerai che sono stati i tuoi colleghi cattolici a falsare il sondaggio 😉

Florasol

caro Giuseppe, il diavolo è una delle vostre divinità invisibili, impalpabili e di cui è impossibile provare l’esistenza. Non vedo perchè dovremmo credere in una simile assurdità, non parliamo poi addirittura di adorarlo. Quello lo lasciamo fare a voi, che siete bravini a credere in entità di fantasia.

StefanoM

Giuseppe EPIC FAIL ^^

Non so gli altri votanti, ma io ho votato che adoro il diavolo xkè è così, “tenacious d and the pick of destiny” è un film stupendo e l’ assolo di batteria del diavolo è un orgasmo per le orecchie.

cito testualmente: “i’m the Devil, i love metaaal!!” tum tum tututum tum….

Ferrer

Come anarchico, tengo a precisare che la rivista “Enclave”, citata da Prometheus, non era affatto una rivista libertaria ma bensì una rivista reazionaria, legata al cosiddetto “anarco-capitalismo”, movimento rigettato dalla quasi totalità degli anarchici e libertari, e prono alle peggiori teorie politiche reazionarie neo-liberiste, come del resto evidente dal tono apertamente maschilista e razzista dell’articolo.
Per quanto riguarda l’adorazione del diavolo, bisognerebbe capire cosa si intende con “diavolo”, mi può star bene, ad esempio dell’interpretazione di Carducci

Salute, o Satana
O ribellione
O forza vindice
De la ragione!
Sacri a te salgano
Gl’incensi e i voti!
Hai vinto il Geova
De i sacerdoti

(Carducci, A Satana)

Marcus Prometheus

Gentile Ferrer, Lei ha probabilmente ragione sull’orientamento del lungo articolo sul femminismo e che io non condivido in toto. Pero’ l’ho voluto mandare perche’ contiene spunti interessanti su un notevole paradosso: che cioe’ le femministe che hanno avuto tantissimo da dire sul maschilismo occidentale. e di solito sostanzialmente molto a ragione (salvo alcune cadute in esagerazioni separatiste), siano cosi’ silenzose con il maschilismo islamico e peggio l’offensiva islamista a suon di stupri razzisti etnici e religiosi contro le donne non sottomesse e specialmente le “bianche” almeno per cominciare nei quartieri di immigrati in Svezia, Olanda Francia ecc.
Insomma tanto coraggiose coi gatti selvatici di casa nostra e tanto codarde con le tigri in arrivo! Ma perche? Paura pura e semplice? O gran parte perfino della motivazione originaria del femminismo contestativo del maschilismo occidentale era la spinta antioccidentale stessa piu’ che la ricerca di una giustizia di genere?
Mi e’ piu’ facile capire e giustificare le scivolate delle estremiste separatiste, che dopo la grandiosa galoppata trionfale del femminismo semplicemente non hanno saputo fermarsi al punto giusto, come un pendolo potente che naturalmente sorpassa il centro di gravita’ prima di tornare a tendere ad esso, piuttosto che capire chi si lamentava dell’acqua calda e non ha nente da ridire sul piombo fuso.
Tutto qui il motivo del mio invio di quell’articolo, certo non per antifemminismo o peggio misoginia.
Insomma il femminismo che ha il merito di aver distrutto il cristianesimo in mezzo mondo,
anzi in tutto il mondo civile, liberando le energie dell’altra meta’ del cielo, assistera’ senza fiatare alla introduzione della piu’ ferrea diseguaglianza legale (e sancita dalla unica fonte del diritto cioe’ il Corano) dei potenziali prossimi dominatori del continente (gli islamici continuando cosi’ le tendenze demografiche in atto, sia riproduttive sia di nuovi ingressi di immigrati) ?

lucrezia

Un passo interessante da C. Lévi-Strauss, ancora del lontano ’55:

“Che l’Occidente risalga alle fonti del suo laceramento: interponendosi fra il buddhismo e il cristianesimo, l’Islam ci ha islamizzati; quando l’Occidente si è lasciato trascinare dalle crociate a opporglisi e quindi ad assomigliargli, piuttosto che prestarsi – se non fosse mai esistito – a quella lenta osmosi col buddhismo che ci avrebbe cristianizzati di più e in un senso tanto più cristiano in quanto saremmo risaliti al di là dello stesso cristianesimo. Fu allora che l’Occidente ha perduto la sua opportunità di restare femmina.”
Claude Lévi-Strauss, Tristi Tropici, 1955

ateo3

favorevole al divieto.

lo stato non può rendersi complice di un’usanza chiaramente lesiva nei confronti della donna.

Marcus Prometheus

@Batrakos
La mia geopolitica?
E’ semplice: se sono contrario alla islamizzazione non posso essere d’accordo con chi alla islamizzazione apre le porte.
Per me sono proprio dei traditori della cittadella della civilta’ assediata dai piu’ fanatici fra i fanatici monoteisti.
Ma non credo di ricorrere alla invettiva o all’anatema.
Cerco di spiegare la Taqyyia e che sotto i nuovi barbari che vengono dall’oriente si stara’ peggio ancora che sotto i vescovi (gia’ per me troppo barbari e troppo orientali).
Amen.

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