Programma definitivo del convegno “In un mondo senza dio”

Manca poco più di un mese all’evento che farà della città di Genova la capitale europea del mondo della non credenza. Nel fine settimana compreso tra il 5 e l’8 maggio si svolgerà infatti nel capoluogo ligure un doppio evento: l’assemblea generale della Federazione Umanista Europea, realtà continentale che raggruppa le più importanti associazioni umanistiche europee e del cui Consiglio d’Amministrazione fa parte l’UAAR, e il convegno internazionale “In un mondo senza dio – In a Godless World”.
Tutti  sono naturalmente invitati a partecipare alle conferenze tenute da prestigiosi relatori italiani e stranieri. L’ingresso è libero per tutte le conferenze, ad eccezione del workshop sull’assistenza morale non confessionale per il quale, a causa della limitata capienza della sala, è richiesta la prenotazione. Le richieste di prenotazione vanno inviate alla casella di posta elettronica Genoa2011@uaar.it, a cui è possibile rivolgersi anche per eventuali richieste di chiarimento. Online è disponibile il pieghevole ufficiale, in calce il programma definitivo dell’evento.

L’associazione

Giovedì 5 maggio:
17.00 – 20.00:Consiglio d’Amministrazione della EHF-FHE
(Hotel Astoria)
Riservato ai delegati FHE
Venerdì 6 maggio:
9.00 – 12.30:EHF-FHE incontra le associazioni membri
(Palazzo Ducale – sala Camino)
14.30:Saluto della Sindaco di Genova Marta Vincenzi
(Palazzo Tursi)
15.00 – 17.00:EHF-FHE General Assembly
(Palazzo Tursi)
17.00 – 17.30:Consiglio d’Amministrazione della EHF-FHE
(Palazzo Tursi)
Riservato ai delegati FHE
18.00 – 20.00:“Le basi morali in un mondo senza dio”
(Palazzo Ducale – sala del Maggior Consiglio)
Giulio Giorello e Telmo Pievani
modera Raffaele Carcano (segretario UAAR)
Sabato 7 maggio:
15.00 – 19.00:“Pensare ed agire in un mondo senza dio”
(Palazzo Ducale – sala del Maggior Consiglio)
Gilberto Corbellini:“Del buon uso delle prove. Come la scienza moderna ha inventato la libertà e l’autonomia”
Paolo Flores D’Arcais:“L’autodeterminazione in tutte le scelte di vita”
Taslima Nasrin:“Libertà di espressione e di ricerca”
A.C. Grayling:“Un’educazione liberale”
modera David Pollock (presidente EHF-FHE)
con traduzione simultanea
Domenica 8 maggio:
10.00 – 12.00:“L’etica della responsabilità”
Workshop internazionale sull’assistenza morale non confessionale

(Palazzo Ducale – sala delle Letture Scientifiche)
introduce Isabella Cazzoli (tesoriere UAAR)
Laura Balbo, Carlo Flamigni e Freddy Boeykens
con la partecipazione degli European Humanist Professionals

con traduzione simultanea
18.00 – 20.00:“Vivere senza dio”
(Teatro Politeama Genovese)
Margherita Hack e Nicola Piovani
modera Valerio Pocar

23 commenti

ser joe

Ringrazio anticipatamente se in seguito verranno pubblicati gli atti del convegno con gli interventi dei relatori per quanti non possono parteciparvi.

Alfonso

@Roberto Grendene
Le donazioni vanno bene sempre e comunque, sia chiaro. Ma per riprendere con una telecamerina e pubblicare sul web non sono necessari investimenti, è sufficiente qualche volontario. Forse sono io che la vedo troppo semplice?

fiertel91

Basterebbe un volontario in possesso di una videocamera. Poi YouTube non fa certo pagare per l’hosting 😉

Fermo restando che le donazioni sono sempre buone!

andrea pessarelli

secondo me radioradicale potrebbe essere interessata a produrre l’audiovideo io un tentativo suggerisco di farlo

Roberto Grendene

boh, gli intervento di un convegno di questo tipo registrati con una videocamerina e un audio che inevitabilmente sarebbe pessimo?

meglio qualcosa di piu’ professionale, no?

giuseppe

Potreste cambiare il titolo del programma del convegno : ” La disperazione in un mondo senza Dio “, tristezza e aggressività nell’esperienza dell’uaar !

giuseppe

Roberto Grendene risponde:

sabato 26 marzo 2011 alle 9:01

Le spese che l’uaar affronta per il convegno sono già elevate

Si accettano quindi donazioni, anche per offrire i servizi che chiedi

http://www.uaar.it/uaar/erogazioni

ricordo che le erogazioni liberali all’uaar sono deducibili in sede di dichiarazioni dei redditi

Speriamo nel fallimento.

ANCIA LIBERA

io manderei l’invito a partecipare a napo orso capo – secondo voi interverrà come invece sembra faccia al congresso di cl ???

Francesco

Perche’ non dovrebbe intervenire ci sono belle ragazze anche tra gli atei.

Francesco

Avevo letto nano non napo chiedo scusa, per far intervenire lui potreste dire che ci sara’ ospite il papa.

Paul Manoni

@Francesco
Brrrrrr! 😯
L’idea di invitare lui, mi mette i brividi…!

stefano

un mondo senza dio…bè io non pretendo tanto 🙂 un mondo secolarizzato senza gerarchie religiose sì è auspicabile se poi nel privato una persona vuole credere in un dio, o nella reincarnazione, o nella tejera di Russell sono legittime opinioni personali.

Markus

Speriamo ci vadano pure vendola e formigoni che per essere cattolici soprendono per come si trattano

POPPER

dio non esiste ma per molti è come se esistesse sia in senso teologico che in senso mistico, come prova della sua esistenza portano i sacri testi, le reliquie, il martirologio, i miracoli, il paranormale, ma soprattutto le parole dogmatiche dei rappresentanti autorevoli delle religioni, tipo le parole del papa, l’infallibile.

Giriamo pagina per favore!

Dio non esiste e non ci sono conciliazioni fede-ragione sufficienti per dimostrarne l’esistenza, la ragione che concilia con la fede non può essere la ragione ma una specie di autoconvincimento ben indottrinato fatto di un falso sillogismo le cui premesse a monte sono dogmatiche da cui la deduzione non può essere logica, ma nemmeno apparentemente logica.

Di consenguenza, tutto ciò che forza la ragione a cedere a principi dogmatici, è solo una arroganza e prepotenza da parte di autorità religiosa o un atteggiamento mistico mazochista, cioè, che si auto-flagella con rimorsi e sensi di colpa, con l’uso dei testi sacri per cercare in se stessi i peccati e detestarli, ossia, per deterstarsi, visto che il peccato e il peccatore sono moralisticamente complici.

Non si può dire che il peccato l’abbia fatto l’anima mentre la mente era incosciente e non sapeva quello che faceva, quindi, ottendendo il perdono del padre (persona loro perchè non sanno quello che fanno) o magari l’infermità mentale davanti al tribunale ecclesiastico, mentre l’anima attende che io corpo muoia per giungere al tribunale di dio e togliersi il dente del giudizio.

Io non credo in dio e uno dei motivi per cui non credo è che ci tengo all’igiene mentale, oltre che il mio quotidiano sforzo di conoscere meglio me stesso (gnosce te ipsum), i miei talenti e le mie potenzialità umane, e che da ateo non è un problema insormontabile, e che questi mie ragionamenti vogliono mettere il dito nella piaga proprio dove i credenti in se stessi si contorcono nel conoscere su se stessi il giudizio divino (cosciena precettistica), mentre io ritengo che vivere senza dio può essere ugualmente appagante, anche se non si pensa al premio dell’aldià quando si fa del bene, il proprio dovere o ci si sacrifica se necessario in segno di solidarietà con chi ha meno opportunità o non ha niente.

Ma partiamo dall’abc:
– Il credente legge il testo sacro e ne coglie il messaggio fondamentale, non senza una guida teologica, e non senza, purtroppo, una educazione religiosa fin dalla nascita.
– Il testo sacro gli presenta insegnamenti non compatibili con le leggi costituzionali e dei trattati internazionali sui diritti umani, quindi, deve fare una scelta, deve ritenerli anacronistici e fuorvianti, non rappresentano il contesto attuale, non sono precetti da seguire alla lettera, sono solo letteratura religiosa non condivisibile, cruenta e fonte di odio inter religioso.
– Il credente allora si rivolge ad un interprete teologo del testo sacro e lo trova in ultima analisi anche in contraddizione con tanti altri suoi colleghi gerarchici, anzi, vuol sentire altre campane a riguardo e scopre che altri credenti come lui sono in crisi, non hanno, come dice il buon Battiato, un centro di gravità permanente e iniziano ad interpretare i testi sacri a modo proprio, fuori dagli schemi teologici, e iniziano a farsi domande, in loro si insinua il dubbio su dio e la validità della religione, e la saggezza di lasciarlo maturare, ecco che da credenti diventano agnostici un po’ alla volta.
– Il credente che vuole dialogare con il non credente dapprima ha raggiunto una mentalitùà agnostica e poi matura una propria apertura mentale verso l’ateo e lo accetta, non lo condanna, non lo manda più all’infernop come faceva una volta, anzi si pente di essere stato fanatico, ora si sente aperto e diosposto a dialogare senza imporsi come credente, oltretutto vede che nel dialogo con l’ateo riece a scoprire in se stesso le ragioni del proprio dubbio su dio e in silenzio lo lascia maturare.
– Il credente smette di sentire il bisogno di una trascendenza e vuole conoscere meglio le ragioni laiche dell’ateo, non lo vede più come una minaccia alla porpria fede, vede invece la fede come un ostacolo asociale, come un impedimento a ragionare razionalmente con tutti, credenti e non, melgio ancora, è indlgente con i credenti, essendolo stato lui stesso, e simpatico agli atei perchè ormai è una perona matura, adulta, capace di ragiobare con tutti e senza alcun fanatismo.

Ci sono davvero credenti che han fatto questo cammino e poi si sono scoperti predisposti ad essere agnostici e capaci di dialogare senza più dogmi da difender.

POPPER

Grazie Murdega, ma i credenti come gli atei hanno ancora tanto lavoro interiore da fare, ribadisco il motto socratico “Gnosce te ipsum” che vale per entrambi, e che in entrambi i casi richiede una mentalità aperta, che lascia aperta la porta ai dubbi e la saggezza di lasciarli maturare.

Il dubbio, per essere lasciato maturare, ha bisogno comunque di una serenità e lucidità nel prendere le decisioni importanti per la propria vita, infatti certe decisioni importanti non possono vivere del dubbio, si deve essere risoluti e puntuali nel risolvere i problemi contingenti e immediati, ce lo chiedono anche gli altri che ci stanno intorno e che vogliono vederci sicuri di noi e autonomi, dobbiamo, come diceva anche Ingrid Bergman, mostrare le nostre maschere sul set, anche se interiorente rimangono quelle insicurezze che non mostriamo mai per non apparire deboli.

E’ proprio di queste insicurezze che parlo nel caso dei credenti, a volte prendono decisioni come noi, anche molto gravi, antipatiche e impopolari, a tratti anche in difesa di quei piccoli dogmi a cui nessuno in se stessi rinuncia per non perdere la bussola, vuoi di natura religiosa vuoi di natura filosofica.

Allora sarebbe bello che il cammino interiore dei credenti partisse proprio da queste insicurezze e bisogno di quei piccoli dogmi o anche trascendenze, è necessario che il dubbio su dio non sia radicale all’inizio, nessuno di noi si aspetta dai credenti una caporetto dlela loro fede, al contrario, vediamo di buon occhio dapprima un’apertura sui temi laici, che accomuna anche i credenti come nostri concittadini.

Eventualmente, in seguito ad una loro richiesta di maggiore chiarimento sul significato filosoofico del dubbio su dio, ci si potrà confrontare e dialogare sull’importanza del corretto ragionamento epistemologico, al fine di imbastire ragionamenti sia deduttivi che induttivi perchè si sfati finalmente la falsa concezione della “conciliazione fede-ragione”, che non trova alcuna giustificazione filsoofica ma solo nell’ambito di una “acrobazia teologica”, fatta per credenti che fanno capriole dialetitche girando e rigirando fritatte.

TaK

Venerdì 6 dalle 18 alle 20 non ci sarebbe dovuto essere Odifreddi ???

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