Cecenia, il velo è imposto: denuncia di Human Rights Watch

Human Rights Watch ha pubblicato giovedì scorso un dossier sulla condizione della donna in Cecenia. Secondo l’organizzazione umanitaria, le autorità locali cercano di imporre il velo islamico a tutte le donne, tollerando per di più le aggressioni nei confronti di coloro che si rifiutano di farlo. Alle donne senza velo sarebbe inoltre vietata la possibilità di lavorare nel servizio pubblico; analogo obbligo si sarebbe di fatto imposto all’interno delle scuole, nei cinema e in altri spazi pubblici. Il governo russo, che ha nominato il presidente ceceno, non farebbe a sua volta nulla per modificare la situazione.

Raffaele Carcano

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7 commenti

Chiara Ferrari

Nell’indifferenza si consuma l’ennesima violenza di genere.

Sandra

Il secondo capitolo del rapporto HRW parla di come le donne vengono convinte a indossare il velo. Chi osa passeggiare per le strade d Grozny con gonna sotto il ginocchio, maglietta sopra il gomito e senza velo può essere colpita con paintball (proiettili di gelatina contenente vernice, sparate ad aria compressa), tra grida di approvazione del tipo “ben vi sta” dei passanti.

Poi ci sono i volantini.
Come questo (maiuscole come nell’originale):

“Care Sorelle!
Noi vogliamo ricordarvi che, in accordo con le regole e le tradizioni dell’Islam, ogni donna cecena è OBBLIGATA A INDOSSARE IL VELO.
Non siete disgustate quando ascoltate “complimenti” indecenti e proposte che vi sono rivolte perché vi siete vestite in modo provocante e non vi siete coperte la testa? PENSATECI!!!
Oggi noi vi abbiamo spruzzato di vernice, ma questo è solo un AVVERTIMENTO!! NON OBBLIGATECI A RICORRERE A METODI PIÙ PERSUASIVI!!”

O questo:

“Cara sorella nell’Islam! Oggi la Cecenia vuole difendere la decenza e la moralità. Il tuo abbigliamento, sorella, dovrebbe essere la dimostrazione della tua purezza e della tua moralità, ma soprattutto della tua fede. I tuoi abiti e la tua moralità conservano il tuo onore e quello dei tuoi familiari!
Purtroppo bisogna ammettere che nelle strade si assiste a uno spettacolo orribile. Non stiamo accusando le donne. Lo sbaglio più grande è da parte degli uomini. Una donna non perde il lume della ragione se suo marito non perde il suo. Uomini, abbiamo bisogno del vostro aiuto. Di tutto ciò che possiamo vedere, la cosa peggiore è il modo in cui si vestono le donne. Ma quello che è ancora più terribile è che i maschi permettano a sorelle, mogli e figlie di vestirsi in questo modo e che non lo considerino sbagliato.”

Nel luglio 2010 il primo ministro ceceno Kadyrov ha dichiarato di essere pronto “a dare un premio” agli uomini responsabili degli attacchi con paintball, che le donne colpite si erano meritato il trattamento subito e che dovrebbero “sparire dalla faccia della terra”. In un’intervista a Newsweek ha dichiarato che “il mio sogno è che tutte le donne cecene indossino il velo”.

Viet

Dov’è la rossa bandiera, con le gialle insegne di libertà, ora? Davvero la codardia dell’uomo l’ha
riposta in qualche teca da museo?

Costantino Rossi

In Cecenia non so, ma in Italia i difensori di chador a scuola e burqa in pubblico sono quasi tutti comunisti.

antoniadess

che orrore! ma se non si afferma la laicità piena, nemmeno noi possimo dirci vaccinati da tanta oppressione, e chi indulge su certo comunitarismo (“il burqa è solo un capo di abbigliamento”) certo va in direzione opposta a una società più libera

Soqquadro

Ma va’??
No, ma.. indossare il burqa è una libera scelta, eh, lo dicono le stesse donne alla tv. Certo, nessuno però si ricorda che quelle donne, dopo aver “detto alla tv” devono tornare a casa.
“Ma quello che è ancora più terribile è che i maschi permettano a sorelle, mogli e figlie di vestirsi in questo modo e che non lo considerino sbagliato”
Già…
(Il governo russo è fortemente misogino, ovvio che non abbia nulla da dire, in merito a questo)

Laverdure

Non so se l’avete notato,ma quando nella ex Jugoslavia (ed e’ durato per molti anni)imperversava la “pulizia etnica” con metodi di puro stile nazista,e i sangue scorreva a fiumi,i nostri ( e non solo) politici belavano che l’unico intervento possibile era di natura politica tramite “l’apertura del dialogo”.
Quando il sia pur tardivo intervento militare in grande stile della NATO ha riportato la zona ad uno stato di calma,sia pure imperfetta,ed l’intervento politico sarebbe stato possibile in molti modi,tramite ad esempio aiuti economici,finanziamenti per scuole,ospedali,posti di occupazione ecc,e’ subentrato il disinteresse piu’ completo,malgrado non sia certo un segreto
l’infiltrazione sempre piu’ evidente dell’integralismo islamico nelle zone musulmane ,che non prelude certo ad una stabilizzazione della zona.
Senza dubbio l’interesse per il dialogo tornera a manifestarsi solo quando la situazione dovesse di nuovo degenerare a tal punto che l’unico intervento efficace sarebbe di nuiovo quello militare.

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