Iraq, Amnesty International lancia un appello contro la violenza anti-gay

Amnesty international ha lanciato un appello alle autorità della repubblica irachena affinché siano svolte “indagini indipendenti e approfondite” sugli autori di violenze nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, sollecitandole inoltre a “garantire speciali misure di protezione alle persone Lgbt”. Nel testo si evidenzia come “diverse aggressioni sono avvenute dopo che leader religiosi, e non solo, avevano condannato l’omosessualità”: nella presentazione dell’iniziativa si precisa ulteriormente che “alcuni leader religiosi avevano esortato i seguaci a sradicare l’omosessualità dalla società, ricorrendo a un linguaggio che apertamente incitava alla violenza verso le persone sospettate di omosessualità”. L’omicidio commesso nei confronti di un parente sospettato di omosessualità è punito dalla legge irachena meno severamente, per ragioni di “onore”.

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14 commenti

Gérard

Hanno cacciato via Sadam per fare dell’ Irak uno stato islamico…!

laverdure

Inutile scandalizzarsi piu’ di tanto.
Se per caso Saddam fosse morto ammazzato da infiltrati islamici,come in un noto
romanzo di fantapolitica,cosa tutt’altro che irrealistica,l’Irak si sarebbe islamizzato
anche piu’ in fretta di oggi.

Mario

Laverdure, spero che il tuo messaggio non sia una giustificazione verso la guerra in Iraq portata avanti dagli U.S.A. .

laverdure

Caro Mario,c’e’ tanta malafede in tutte le parti coinvolte,NESSUNA esclusa,
compresi beninteso la Comunita Europea,Amnesty ,i pacifisti,la stampa mondiale,
gli intellettuali in generale e il Vaticano,che qualunque considerazione possa dare
qualche consolazione va benissimo.

Mario

Guarda Laverdure, preferisco non esprimermi sulla (presunta) malafede delle parti in causa da te citate; mi limito a dire che la guerra in Iraq non andava fatta, ed in questo caso ti assicuro che le considerazioni che possano dare “consolazione” non c’entrano nulla, anche perchè in tutta la faccenda ci vedo ben poco di consolante.

laverdure

@mario

Caro Mario,per fare un solo esempio:quando le “parti in causa da me citate” si stracciano le vesti per i maltrattamenti dei prigionieri a Guantanamo,e si astengono
da qualsiasi commento verso chi manda dei poveri imbecilli a farsi saltare in
mercati affollati o addirittura dentro gli ospedali,decapita i prigionieri in
diretta televisiva,compie attentati perfino contrto i bambini delle scuole,io mi ritengo
pienamente in diritto a giudicarli in piena malafede e di esprimermi in questo senso.
Le responsabilita di altri non entrano minimamente in questa particolare questione.
Sarebbe come portare rispetto alle critiche che i gerarchi nazisti negli anni 30
rivolgevano ai governi inglese o francese per gli aspetti poco edificanti delle
loro politica coloniale,o che la propaganda staliniana rivolgeva al problema dei
negri negli States.
Naturalmente ognuno puo’pensarla come vuole.

Mario

Guarda Laverdure, il tuo ragionamento è e rimane corretto finchè si applica agli atteggiamenti ipocriti delle parti in causa da te citate, ma perde la sua validità nel momento in cui, per via dell’ipocrisia dimostrata da parte di chi valuta la situazione, tu cerchi di svalutare conseguentemente la situazione stessa, negandone la veridicità, o perlomeno cercando di ridimensionarla.
Mi spiego meglio: tu parli in maniera critica di chi si lamenta per via del trattamento riservato ai detenuti del carcere di Guantanamo mentre allo stesso tempo sorvola sul pronunciarsi riguardo coloro che mandano dei “poveri imbecilli”, come tu li chiami, a farsi saltare in aria nei mercati; e fai bene a lamentarti di ciò, perchè non è giusto protestare verso un solo tipo di ingiustizie, e su questo siamo d’accordo. Quello sul quale non posso (e non devo!) essere d’accordo con te è la conclusione alla quale arrivi: e cioè, che se ci si lamenta soltanto del carcere di Guantanamo e non di chi si fa esplodere nei mercati, allora improvvisamente il problema dei detenuti maltrattati a Guantanamo perde di importanza, e i suddetti detenuti diventano automaticamente dei signor nessuno senza alcun diritto nonostante essi vengano pestati quotidianamente e tenuti chiusi in autentiche gabbie per polli in spregio alle regole internazionali alle quali gli U.S.A. dicono ipocritamente di rifarsi quando vanno ad innaffiare il mondo con le loro malaugurate bombe nell’ottica della “guerra al terrorismo”. E visto che citi anche le critiche della Germania nazista verso l’Inghilterra colonialista, io ti dico che hai senz’altro ragione a dire che i nazisti usassero questo argomento con ipocrisia, per via del fatto che loro stessi non fossero dei gran paladini dei diritti umani (anzi, tutt’altro, come ben sappiamo…), ma non posso accettare che, soltanto per via dell’ipocrisia insita in tali critiche, noi dobbiamo dimenticarci cosa hanno significato per il Mondo intero 3 secoli di colonizzazione inglese, perchè sarebbe un torto troppo grande nei confronti di tutte le generazioni di ribelli indiani, africani, pakistani, malesi, iracheni che hanno combattuto con dignità e coraggio contro le truppe colonizzatrici di “Sua Maestà” britannica e le loro criminali azioni imperialiste.

In sintesi: se non ti piace il fatto che c’è chi si lamenta della pioggia e non parla della grandine, allora tu inizia a sopperire alle mancanze altrui lamentandoti di entrambe le cose, invece di fare come fai adesso, e cioè di sminuirle entrambe, di chiuderle nel baule, e di buttarlo sotto il letto con un calcio; insomma, “sii tu stesso il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”, per dirla come Gandhi.

E ti chiedo scusa se il mio intervento ti potrà sembrare una predica, non era mia intenzione dare lezioni a nessuno, è che non mi piacciono le generalizzazioni qualunquiste che vengono a volte fatte involontariamente e magari anche a cuor leggero ma che, nel concreto, hanno il solo effetto di sminuire problemi seri, importanti e meritevoli di attenzione.

laverdure

E’ un peccato che negli anni 30 Amnesty International non esistesse.
Altrimenti,dopo la Kristalnacht avrebbe potuto esprimere al governo hitleriano un formale richiesta di indagini sulle violenze ai danni della comunita ebraica tedesca.
I risultati non sarebbero certo stati inferiori a quelli di oggi.

laverdure

Dimenticavo:non sarebbero nemmeno stati infeririori ai risultati delle sue energiche
proteste alla autorita Iraniane per violenze analoghe.
Come?
Dite che non he fatto energiche proteste?
E che differenza fa ?

Paul Manoni

Firmato l’appello! 😉
Grazie all’UAAR per la segnalazione.

enrico69

Provate a fare un piccolo ragionamento. Un ragionamento piccino piccino. Ricordate da chi venne scatenata la guerra in Iraq del 2003? E questo signore era forse un attivista del movimento gay americano?

Purtroppo, nei miei post, in un modo o nell’altro finisco sempre con l’assumere un tono saccente ed antipatico. Preferirei farne a meno, ma ci sono costretto. Voglio solo ricordarvi una cosuccia. I principali nemici di noi gay sono le narcomafie (e questo ormai dovrebbero averlo capito anche le commesse della PAM). Ma queste narcomafie che rapporti hanno con le Seven Sisters? Se la memoria non mi tradisce, proprio il signore che scatenò la guerra in Iraq del 2003 (tanto bramata dalle Seven) aveva prima scatenato una guerricciola in Afghanistan (tanto bramata dalle narco): niente niente le due avventure belliche erano in rapporto tra di loro?

Mario

Enrico, mi sa di aver perso il filo del discorso… potresti ricapitolare, per favore? Scusami, è che non riesco a seguire il tuo ragionamento, soprattutto quello sull’omofobia delle narcomafie, temo di essere un tantino ignorante a tal proposito (e non è che sia un bene).

Flavio

“I principali nemici di noi gay sono le narcomafie” questa mi sa che me la devi spiegare, non ho un PAM vicino per chiederlo alle commesse.

ser joe

Un anno prima dell’invasione americana in Iraq ho portato per un mese in giro per l’Italia una delegazione di 5 tecnici iracheni del Ministero dell’elettricità di per visitare le ditte alle quali avevano ordinato dei generatori di corrente per scuole e ospedali che furono bombardati nella prima guerra di Bush padre. Tra questi c’era un tecnico cattolico e rimasi molto sorpreso del loro rispetto sull’appartenenza religiosa reciproca. Una Domenica che li portai a Roma, questo cattolico volle vedere il Papa e gli altri senza defilarsi lo accompagnarono così come quando a Venezia volle visitare SanMarco e lo stesso quando a Milano entrò in Duomo per accendere dei ceri per desiderio di sua madre. Un altro tecnico era apparentemente gay e non c’è mai stata una indiscrezione o una allusione al suo comportamento. Anzi le battute erano per un “accompagnatore” e cioè una spia del regime che oltretutto anche lui in modo spiritoso contracambiava a volte anche a tavola mangiando salame e bevendo birra o vino a dispetto degli altri.
Ripeto che mi ha molto sorpreso questo comportamento amicale.Purtroppo con la guerra dei “portatori di democrazia” in quella nazione sono emerse le lotte religiose per il potere mettendo gli uni contro gli altri. Di loro non ho saputo più nulla.

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