Burqa e niqab: divieto a Barcellona, previsto per tutta la Spagna

La città di Barcellona ha posto il divieto di indossare qualsiasi indumento che non permetta il riconoscimento e copra il volto, compresi burqa e niqab. L’interdizione vale per i locali e gli spazi che dipendono dal comune – quali mercati, uffici, scuole, biblioteche – mentre non vale, per ora, per gli spazi pubblici e le strade sotto giurisdizione nazionale o della Comunità Autonoma (Generalitat).
Il sindaco Jordi Hereu del Partito Socialista Catalano ha precisato che tale misura “non è in alcun modo rivolta contro alcuna fede religiosa”, ma viene presa come precauzione perchè “non è possibile che qualcuno entri in un luogo senza che lo si possa identificare”. Simili misure sono state prese anche in altre città della Catalogna, come Vendrell e Lerida.
Intanto il ministro della Giustizia spagnolo, Francisco Caamano, ha annunciato che anche a livello nazionale sarà limitato l’uso del velo islamico negli spazi pubblici, nel contesto della prevista legge sulla libertà religiosa (Ultimissima del 13 giugno). Secondo il ministro, il velo integrale è “difficilmente compatibile con la dignità della persona umana” e il governo ha intenzione di adottare “misure nei confronti di quei simboli religiosi che impediscono l’identificazione delle persone nei luoghi pubblici” e possono rappresentare un rischio per l’incolumità dei cittadini. Anche il Partito Popolare, all’opposizione, si mostra favorevole all’introduzione del divieto.

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32 commenti

Sal

Finalmente comincia a evaporare la timidezza e si comincia ad agire da persone ragionevoli. Peccato che l’inizio avviene sempre dall’estero, noi arriviamo sempre per ultimi, in coda e a rimorchio.

Billy Belial

Ora i teocon italiani che vogliono vietare questi costumi si rifaranno alla decisione spagnola, dicendo che la tanto liberale Spagna ha preso la loro stessa posizione, citando l’accaduto come prova che dal cattolicesimo nasce un laicismo ideale, forte ed illuminato

Paul Manoni

Peraltro, Il sindaco Jordi Hereu E’ del Partito Socialista Catalano…
Sono quasi certo che partiti di Destra, in testa la Lega, non mancheranno di far notare la cosa all’opposizione che tende a dubitare di simili leggi. 😉

Pierluigi

il problema è che Barcellona è piena di artisti di strada che si mascherano da statue, spesso nascondendo il loro viso… Dovranno vietare pure quelle!!!

faber

Infatti io penso che semplicemente si potrebbero risolvere tutti questi problemi semplicemente stabilendo l’obbligo, quando richiesto dalle forze dell’ordine, di mostrare il volto per essere riconosciuti! Penso che potrebbe essere una soluzione ragionevole e che tra l’altro non so in Spagna, ma in Italia è già previsto dalla legge. Non si tratta solo delle statue viventi ma per esempio in città molto fredde capita di coprirsi completamente il volto con una sciarpa e il cappello!!!Almeno a me è capitato.

Magar, bieco illuminista,

Misura ragionevole, che eviterebbe i difetti dei divieti “a pioggia”.

faber

Esatto. Vaglielo a spiegare agli abitanti di trieste nei giorni di bora che non possono coprirsi il volto! 😀

#Aldo#

Mmm… non saprei. Pensa un po’ a quante telecamere si installano proprio per evitare di mettere agenti ovunque (non che la cosa mi faccia piacere, anzi…). Una “copertura” integrale rende del tutto inutili quegli aggeggi.

In effetti, ripensandoci, mi sa che converrà a tutti noi (indipendentemente dal sesso) comprarci un burca e cominciare a indossarlo regolarmente…

Alberto

Sig. Pierluigi,
di artisti mascherati non è che ve ne siano a centinaia a Barcellona!
Quelli presenti dvono chiedere un permesso all’Amministrazione comunale, davanti alla quale si presentano evidentemente senza maschera. Quando poi giungono sul posto possono tutti vedere la preparazione, come l’ho vista io! Mentre per queste povere donne non vi è scelta, non si esce di casa senza la palandrana! Che carnevale… mi vien da dire!

Maurizio D'Ulivo

Sono perfettamente d’accordo con quanto scritto da Alberto.

Fra le due fattispecie (“statue viventi” e persone con le sembianze perennemente occultate) vi sono differenze così rilevanti da giustificare una diversa regolamentazione.

Noto in ogni caso che fra certi laici, soprattutto se in odore di terzomondismo, certe forme tribali di violazione della laicità delle regole comuni vengono giustificate e accettate con una certa facilità…

Flaviana

Queste povere donne sono in queste condizioni a causa del fanatismo di altri ma anche loro, e non mi si dica che non hanno scelta. La scelta e costosissima , ma c’e’. alcune di loro, anche a costo della vita, hanno lottato e lottano per ii propri diritti, inizino anche queste, nessuno ti regala nulla.

Dalila

Nessuno ti regala nulla, d’accordo
ma quanta gente conosci disposta a pagare con la propria vita?
Siamo sicure che loro vogliano tirarsi fuori dalla loro cella ambulante protettiva?

Non sottovalutiamo che le prime a discriminare una donna ribelle e consegnarla ai carnefici sono proprio le ALTRE donne, quelle che il coraggio di fare “le occidentali “vorrebbero tanto averlo ma non l’avranno mai.

Paul Manoni

Figuriamoci l’arretratezza italiana in merito…. 🙁
Questa pone addirittura condizioni!!…Ma che si dimettesse pure!

Maurizio D'Ulivo

La signora di cui si parla nell’articolo linkato da maxalber nasconde l’ovale del volto? No.
Si rende riconoscibile in pubblico? Sì.

Non vedo dunque in base a quale principio laco le si dovrebbe vietare di indossare un velo che le copre la testa ma non ne compromette la riconoscibilità negli spazi di vita sociale.

Paul Manoni

In base al principio che oggi, la signora, vuole che le si riconosca il velo.
Domani i suoi amichetti, vorranno che gli sia riconosciuto il burqua, la Sharia e le corti di giustizia islamiche come in GB.

Mario 47

Si, e anche le mascherine dei chirurghi in sala operatoria!

Guardiamo il problema vero: i maschi dominanti – in nome di entità superiori non dimostrabili, impongono – prevalentemente alle donne – ruoli, comportamenti e abbigliamenti mortificanti e sottomessi. Questo vale non solo per l’islamismo ma per molte altre religioni, inclusa quella cattolica.

La maggior parte delle nazioni civili basa le sue leggi sulla parità di diritti: è positivo che in tale logica tali prevaricazioni non vengano accettate e vengano contrastate.

Affermare che per ridurre il fenomeno del burqa si debba rinunciare a far indossare il casco da chi va in motocicletta è sollevare stupidi cavilli.

mario

Dalila

Fa molto piacere leggere opinioni ragionevoli.
La tua affermazione sulla parità di diritti lo è.

Magar, bieco illuminista,

Il problema è che così facendo dai per scontato che vengano indossati sempre solo per imposizione altrui, e non, talvolta, per scelta della persona che li porta. C’è ragione di credere che le cose non stiano così.

Mario 47

Diciamo che l’imposizione altrui in alcuni casi è accettata e che scrollarsela di dosso comporta la rottura di equilibri per cui la vittima preferisce non ribellarsi.

Questo vale anche per la ragazza stuprata dal padre o dal patrigno (qui la religione non c’entra) o altre forme di prevaricazione simili: è giusto che la legge rinunci ad intervenire?

mario

Magar, bieco illuminista,

Non è sempre un’imposizione altrui, ci sono donne che hanno assimilato un certo tipo di ideologia.

In ogni caso, la legge può intervenire quando ha le prove che sia avvenuta una prevaricazione. In questo contesto (come pure nella maggior parte dei casi di maltrattamenti familiari) purtroppo le prove può fornirle quasi solo la diretta vittima.

Dalila

Le donne somale che subiscono escissione ed infibulazione sono le prime a discriminare pesantemente le poche donne della loro comunità non sottoposte a tali orrori.
Anzi, la prima cosa che fanno alle loro bambine è proprio quella: “brucia-taglia-cuci”.
Diciamo allora che queste donne hanno scelto la libera infibulazione?

Direi piuttosto che le hanno convinte in massa al fatto che uno scempio sia cosa buona e giusta.
E, attenzione, il fenomeno esiste illegalmente anche nei nostri bei lidi.

Magar, bieco illuminista,

L’esempio non mi sembra pertinente, quelle donne somale non hanno scelto di essere infibulate (perché erano bambine quando hanno subito la mutilazione), in compenso abusano della propria potestà genitoriale imponendo a loro volte quell’orrore alle loro figlie minorenni. Di scelte compiute da adulti sani di mente su se stessi non c’è traccia.

Mario 47

Mi viene in mente un’analogia non così cruenta ma molto più diffusa:

Donne e uomini che non hanno scelto di essere battezzati, perche lo sono stati a pooche settimane di vita e che impongono la stessa cosa a figli e figlie infanti.

Personalmente sono stato battezzato e costretto fino alla maggiore età a moderata pratica religiosa da genitori colti, non praticanti e probabilmente non credenti: io e mia moglie non abbiamo battezzato le nostre due figlie e recentemente abbiamo aderito allo sbattezzo.

mario

Congo

Sì, ma almeno il battesimo lo ricevono in maniera del tutto paritaria maschi e femmine, senza alcuna discriminazione.
Propongo il velo anche per gli uomini! 🙂

Billy Belial

Bè, Congo, i sikh maschi hanno l’obbligo di portare il turbante, senza poterlo togliere in nessun caso (anche perché racchiude un’acconciatura complessa), proprio come le donne islamiche, e se non ricordo male tempo fa un gruppo protestò perché voleva farsi esimere dall’indossare il casco viaggiando su moto e motorini

Paul Manoni

@Billy Belial
Pero il turbante di fatto rende perfettamente riconoscibile la persona…
Il burqua, il niquab ed il resto, no. 😉

Dalila

Magar, io credo che le cose siano invece intimamente connesse: quell’abuso di potestà genitoriale, come giustamente dici, nasce dal fatto che si assuma l’idea di tale scempio come NORMALE e GIUSTO perchè lo fanno tutte nella comunità.
In questo processo sottile avere la benedizione delle donne stesse è essenziale per perpetuare qualsiasi abuso su di loro e diventa molto più importante del parere maschile: l’uomo ha lanciato la sua pietra e prudentemente si defila delegando alle donne di continuare la sua opera per lui.
Le ragazzine non infibulate sono vittime di ripetute violenze fisiche proprio in quanto tali.

Le ragazze col velo spesso hanno una pessima opinione di chi il velo non lo porta.
Se poi parliamo addirittura di Niqab, la mia opinione è che a nessuna persona sana verrebbe mai in mente di girare cosi’ quindi la ragione numero uno per cui si fa è la PAURA e la necessità di proteggersi in una comunità in cui la donna è ancora una vera preda di caccia.

Roberto Grendene

sul burqua mi e’ difficile sostenere una posizione pro, fondata sul principio liberale, senza misurarmi con la responsabilità che tale posizione comporta nel contesto sociale in cui ci troviamo.

Ora, e temo per tanto altro tempo, rimango per il divieto di indossare burqua nei luoghi pubblici.
Prevale la forza di quel capo di abbigliamento come simbolo di sottomissione, di minorità e di umiliazione sulla libertà di vestirsi come pare all’individuo.

Domani, in un’altra società, potro’ cambiare idea.

Con lo stesso metro per ora e temo per molto sono per limitare la libertà di decorarsi con svastiche

Ratio

Questa notizia mi fa molto piacere, che poi venga da forze di sinistra è anche meglio però la Spagna è un altro mondo, loro hanno, per esempio, Zapatero e noi abbiamo……..D’Alema,Veltroni….
Doppio sob!

Andrea

Forse il divieto totale senza diritto di replica è anche esagerato (almeno secondo me), ma perlomeno viene da uno Stato coerente nella sua laicità, che ha deciso di non fare sconti a nessuna religione.

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