La Svizzera vuole istituire un registro dei preti pedofili

La presidente della Confederazione elvetica, Doris Leuthard, ha dichiarato di voler istituire una lista dei preti autori di abusi su minori. “La Chiesa deve assumersi la sua parte di responsabilità. Che gli autori siano laici o religiosi non fa alcuna differenza: tutti sono sottoposti al Codice penale svizzero, senza se e senza ma”. Secondo Leuthard, “è importante che i pedofili, siano essi preti o insegnanti o persone che hanno in qualche modo a che fare con bambini, non possano più avere contatti con questi ultimi”. In Svizzera un registro di questo tipo è già stato istituito per la categoria degli insegnanti.
Giunge nel frattempo notizia che l’arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, già allievo del’attuale pontefice, ha annunciato la nomina di un “rappresentante indipendente” delle vittime di molestie sessuali, incaricato di indagare sui casi segnalati e di determinare i risarcimenti per gli abusati. La scelta è caduta su Waltraud Klasnic, già governatrice regionale della Stiria, appartenente al Partito Popolare austriaco.

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66 commenti

Flavio

Il registro sarebbe molto utile anche come statistica, per capire che tipo di fenomeno e’ la pedofilia del clero. Cio’ non cambia nulla sul problema degli insabbiamenti, ovviamente.

Fabio Ghianda

Il registro, però, dovrebbe essere tenuto e conservato da un funzionario sicuro, attendibile e imparziale. Per esempio uno dell’uaar.

Toptone

Oppure il Tribunale di Bonn. L’UAAR non ha funzionari togati. Ciao.

Toptone

Tribunale di Berna, ovviamente. Ma anche a Bonn dovrebbero pensarci. Roma, invece, dorme.

Paul Manoni

Uno dell’UAAR….
No per carita’!!…Sono svizzeri?…Affidiamolo alle guardie svizzere!!! 😉

Stefanormale

non sarebbe neanche male cambiare le regole di ingaggio delle guardie svizzere 🙂

Davide

Più che un registro servirebbe un rotolone Regina che-non-finisce-mai.

POPPER

Questa iniziativa del presidente della Confederazione Svizzera mi ha fatto una bella impressione, quindi non una questione solo formale ma una presa di posizione di drastico allontanamento dei pedofili da qualsiasi carica istituzionale che veda coinvolti i bambini.

Se la ccar ha molti elmenti pericolosi che insegnano e sono educatori, vanno monitorati e, se è il caso, allonanati da questi incarichi pedagogici senza se e senza ma.

Per i casi dell’Autria, lo stesso vescovo di Vienna dice: «tutti i tentativi per coprire questi abusi sono incompatibili con gli insegnamenti del Vangelo».

Poi l’arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn, annuncia che il ruolo sarà affidato a Waltraud Klasnic, ex governatrice regionale. «Vogliamo far uscire le indagini dalla Chiesa ed affidarle ad un rappresentante indipendente».

Ammesso che sia una iniziativa volta alla trasparenza e alla collaborazione con lo stato e con le vittime, domando: Se questa rappresentante dovrà collaborare con la giustizia secolare, non dovrà proprio nasconderle nulla?

Domanda ovvia, direte voi, ma dal vaticano si tende a snobbare in modo irretito e irritante queste iniziative volte a costringerlo alla totale trasparenza; non mi faccio illusioni che riescano a fargli sputare il rospo, e sono preoccupato per le vittime perchè non subiscano ulteriori umiliazioni a causa di difese formalistiche da parte del vaticano, che sa come rigirare la fritatta con codici canonici e convenzioni internazionali.

Si deve esigere audacemente e giuridicamente la collaborazione totale e trasparente del vaticano, poi, se il papa è trovato responsabile dei fatti, allora si proceda contro il papa e i suoi impiegati o sudditi, a chiedere un mandato internazionale di comparizione al Tribunale Internazione dell’AIA, dove anche le Corti Supreme USA e di altri stati interessati dagli scandali dei preti pedofili, potranno portare le loro prove dove verrà dimostarta la responsabilità di B16 e i suoi collaboratori coresponsabili.

Io non me intendo molto di queste cose giuridiche, ma un papa cattolico chiamato a rispondere di questi crimini contro l’Umanità perpetrati dalla sua ccar non ha precedenti nella storia.

Otzi

“La Chiesa deve assumersi la sua parte di responsabilità. Che gli autori siano laici o religiosi non fa alcuna differenza: tutti sono sottoposti al Codice penale svizzero, senza se e senza ma”. La presidente della Confederazione elvetica ha mirato dritto, al nucleo della questione. Nessuna autorità civile, nessun politico laico italiano di destra o sinistra che sia ha una mira così precisa e coraggiosa. Sono troppo dispiaciuti per l’ingiusto dolore dato al papa B16, per l’accanimento immotivato e gratuito. Sono tutti succubi del Vaticano. Povera Italia bigotta e devota!!! E sì che B16 ne ha fatto soffrire di gente, ingiustamente e per niente durante il suo mandato di GRANDE INQUISITORE. Persecutore delle idee, del libero pensiero.

andrea pessarelli

se istituisce un registro di quelli non pedofili risparmia un bel po’ di carta e di inchiostro.

Roberto Grendene

“laici o religiosi non fa alcuna differenza: tutti sono sottoposti al Codice penale svizzero, senza se e senza ma”

frase da incorniciare

invece qui in Italia, grazie al Concordato:
“La Repubblica italiana assicura che l’autorità giudiziaria darà comunicazione all’autorità ecclesiastica competente per territorio dei procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici.”

in pratica da noi un PM che volesse avviare indagini un sospetto pedofilo, se questo e’ impegato di banca o sindacalista o assessore procede senza chiedere nulla a banchieri, segretari sindacali, sindaci. Se invece e’ prete cattolico, deve avvisare prima il vescovo. Se e’ un vescovo, deve avvisare prima in Vaticano.

Paul Manoni

No, lui e’ onnipresente, e quindi sa’ gia’ tutto!
Era o no presente, durante gli abusi????

Magar, bieco illuminista,

C’era, ma non interveniva per paura di rovinare il libero arbitrio dei bambini…

Bruno Gualerzi

C’era, ma essendo onnipotente, cioè ‘potendo tutto’, ha fatto in modo contempotaneamente di esserci e di non esserci.
Possibile che voi mortali continuiate a giudicare dio, anzi Dio, secondo i vostri miseri schemi mentali? La volete capire o no che se si riconosce l’esistenza di dio, anzi Dio, dopo ci si deve aspettare da lui qualsiasi cosa? Soprattutto le cose più incomprensibili?

laverdure

“ci si deve aspettare da lui qualsiasi cosa? Soprattutto le cose più incomprensibili?”

E anche le cose piu’ spaventose,orrende,schifose ecc,vedi Tsunami,terremoti,
epidemie,ecc.
E se si e’ veri credenti si deve accettare il tutto in perfetta letizia,pensando ai premi
dell’aldila’.
O no?

Sandra

Non che in Svizzera siano tutte rose e fiori, in Ticino, il cantone italiano, la legge del 2002 sulla chiesa cattolica stabilisce:
“L’Autorità giudiziaria notifica all’Ordinario l’apertura di un procedimento penale a carico di un ecclesiastico quando l’ipotesi di reato è tale da pregiudicare l’esercizio della funzione. ”

Aveva fatto un certo scalpore la dichiarazione del vescovo di Lugano, che aveva pubblicamente tuonato contro la famiglia di una ragazzina per essersi rivolta prima alla polizia che a lui.

Sergio

Be’, questa presa di posizione della Leuthard, cattolica e democristiana, mi ha lasciato perfettamente indifferente. Il minimo che si possa dire è che è tardiva, anzi fuori tempo massimo. Messa con le spalle al muro la Chiesa si adegua (e poi magari rivendica la primogenitura delle nuove norme antipedofilia). È chiaro che se c’è già un registro per gli insegnanti pedofili non si vede perché non ne fosse già stato istituito uno anche per i religiosi con queste tendenze. Lo sappiamo, la Chiesa preferiva regolare, e alla sua maniera, queste faccende in casa propria (i “panni sporchi”), per non dare scandalo, cioè per non essere sputtanata in pubblico. Ciò che ora invece è avvenuto, ma con che ritardi.
Dunque niente particolari lodi per la signora Leuthard: era il minimo che potesse dire, e ha detto cose normalissime, scontate.

Sandra

Infatti, guarda caso, il giorno prima il SonntagsBlick aveva pubblicato i risultati di un sondaggio secondo il quale l’80% degli intervistati era a favore dell’istituzione di una lista nera di preti pedofili.
La Leuthard ha fatto solo una dichiarazione di popolarita’. Sulla pedofilia il governo svizzero aveva gia’ preso una cantonata, quando aveva raccomandato che si votasse no sull’imprescrittibilita’, e che invece il popolo aveva voluto.

Sergio

Però io sull’imprescrittibilità sto col governo. La prescrizione dei reati, anche di reati gravissimi, è un segno di civiltà e anche di buon senso (vedi anche Cesare Beccaria). Oggi invece non si vuole perdonare (e dimenticare) più niente, ciò che è anche contrario allo spirito cristiano. Il leggendario fondatore insisteva di perdonare sempre, non solo un paio di volte.
A questo punto tanto vale ripristinare anche la legge del taglione che ha una sua cogente logica. Mi hai cavato un occhio? Ho il diritto di cavartelo anche a te.
La legge, le leggi, il diritto non li ha creati la populace, ma gente assennata. Ma oggi è la populace che vuole dettare le leggi (perché siamo in democrazia).

Sandra

Io penso che ci siano reati che si possono “dimenticare” o i cui colpevoli la societa’ puo’ “riassorbire”. Altri no: i genocidi, i crimini di guerra, certi atti spietati, non sono l’equivalente di cavare un occhio. Chi sopravvive, e’ condannato alla tortura a vita, e per questo il reato non deve cadere in prescrizione, perche’ i danni sono ancora un nervo scoperto.
Io non vorrei che io o i miei figli ci trovassimo un criminale di guerra o uno stupratore di bambini come collega o vicino di casa.

Condivido l’idea di Beccaria di abolire la pena di morte. Ma viveva in altri tempi, e aveva 25 anni quando scrisse la sua opera piu’ nota. Le deportazioni e genocidi di armeni e di ebrei gli erano sconosciuti. Poteva ancora credere all’intima bonta’ dell’uomo, soprattutto se per censo si frequentano i migliori ambienti della societa’. Credo che abbiamo il diritto e il dovere di essere realisti, e di proteggere i bambini da chi non resiste all’impulso di violentarli. Per autodifesa, non per vendetta.

Magar, bieco illuminista,

Veramente si prescrive ciò che è accaduto molti anni prima, non ciò che si ripete anche oggi, l’argomento dell’autodifesa non ha senso.

Dal momento che le pene giudiziarie possono avere solo finalità rieducative (e non il fine di “vendicare” le vittime), sono perfettamente inutili, se giungono trent’anni dopo l’ultimo reato commesso.

Sandra

I crimini contro l’umanita’ non sono soggetti a prescrizione anche se accaduti molti anni fa, e secondo me violentare un bambino e’ un crimine contro l’umanita’, non un “semplice” reato. E’ una malvagita’, calcolata o inconsapevole che sia, che lascia una traccia perenne, non si prescrive.

L’autodifesa per me ha molto senso, se considero casi concreti come quello di Izzo o dei molti preti pedofili recidivi.

In caso di persone disturbate mentalmente, che esercitano una tale sadica violenza, consapevolemente o al contrario senza rendersene conto, la finalita’ rieducativa puo’ essere un ideale che si paga caro (come Izzo che riusci’ a far credere di essere guarito). Favorirei la difesa dei bambini rendendo inoffensive queste persone. Un insegnante di cui si scoprisse oggi che ha violentato un bambino 30 anni fa, deve essere subito allontanato dalla scuola, non importa se non risulta piu’ niente.
Tu lo chiameresti per fare ripetizione ai tuoi figli?

Magar, bieco illuminista,

Il concetto di “crimine contro l’umanità” prevede che il mandante, o almeno il complice silenzioso, sia lo stato (o ciò che ne fa le veci, vedi Somalia…), non un privato.

Nel caso Izzo ci fu “semplicemente” un tragico errore di valutazione. Ciò non intacca il principio di fondo. Anche i medici talvolta sbagliano, ma non per questo ci rivolgiamo allora agli stregoni.

Sulla possibilità di inibire l’esercizio di certe professioni “sensibili” ai pedofili, credo che ciò possa essere fatto senza variare le regole sulla prescrizione.

Sandra

Si’ e’ vero, ma stai parlando della forma, cioe’ chi sia il mandante, e non della sostanza, cioe’ che sia – secondo lo statuto della Corte Criminale internazionale “un reato contro la dignita’ umana commesso su uno o piu’ individui, parte di una ampia pratica di atrocita’ tollerata o condonata da un governo o da un’autorita’. Questi crimini (incl. stupro) devono essere considerati crimini contro l’umanita’ se sono parte di una pratica diffusa o sistematica..”. Ricorda come la chiesa ha condonato i suoi preti, trasferendoli da una sede all’altra, anteponendo il mantenimento del potere alla tutela dei bambini.

Alla faccia del tragico errore… Gli stregoni avrebbero avuto forse piu’ buon senso, solo degli incoscienti possono aver creduto che all’effetto magico della terapia su un individuo che all’omicidio e alla tortura ha fatto seguire una cena al ristorante!

Se condividi il principio di un divieto di contatto con i bambini per i pedofili, e’ assolutamente rilevante che non ci sia prescrizione, dato che possono passare anni prima che un minore riesca a denunciare chi ha abusato di lui, come abbiamo appena visto per la chiesa cattolica. Volendo denunciare un docente che ha violentato un bambino di dieci anni 20 anni fa, con la ex-Cirielli il reato e’ prescritto, e il docente resta in classe.

Maciste

@Andrea Pessarelli
scusa ho letto dopo che mi avevi anticipato 😉

sabre03

OT
su Nuovo Molise
http://www.nuovomolise.net/

MONTERODUNI – L’indagine scattata dopo numerose denunce delle famiglie ai carabinieri Molise shock, un altro prete pedofilo
A pagina 5
Diversi i bambini molestati, il parroco è stato già allontanato

faidate

In analogia con lo scudo fiscale, prevedo lo scudo sessuale.

enrico mini

Registro dei preti pedofili?

Carcere duro per tutti i pedofili. Preti o meno!
Riaprire le miniere del Sulcis e le solfatare. Farle tornare produttive con manodopera a costo zero! Altrocchè registri!

sara

Sono d’accordo.
Anche per i pedofili che vanno a consumare all’estero.

Hellspirit

Ovviamente qui da noi una cosa del genere è inpensabile… Già me lo vedo il garante della privacy, vestito da crociato, pronto a difendere fino alla morte i diritti dei “deboli”

sara

E il turismo sessuale?
Perché non pubblicare gli habitués dei voli per l’estremo oriente?
E non sto scherzando.

puric

mi pare un’idea forcaiola.
in una lista del genere finirebbe dentro anche gente che non ha nulla a che vedere con la pedofilia e la prostituzione, ma che frequenta quei posti per altri motivi.

renus

…”Che gli autori siano laici o religiosi non fa alcuna differenza: tutti sono sottoposti al Codice penale svizzero, senza se e senza ma”…

una frase del genere non avrebbe senso di esistere in un paese civile… è ovvio che per tutti esista SOLO il codice penale, se poi qualcuno vuole crearsi altre puttanate di fantasia (come i diritti canonici e simili) sono problemi suoi, dopo che si sottopone al codice penale può autofustigarsi come meglio crede.

Alessandro S.

# Billy Belial scrive:
29 marzo 2010 alle 12:38

Informiamoci prima di dare addosso ai preti

Schifosamente vomitevole: ” Children Victimizing Our Priests” ‘I bambini vittimizzano i nostri preti’.
“Priests are the real victims.” ‘I preti sono le vere vittime’. L’unica cosa positiva di quel sito infame è che è stato abbandonato dal novembre 2007.
Leggiti questo, piuttosto:
http://www.bispensiero.it/index.php?option=com_content&view=article&id=866:il-gioco-delle-tre-carte&catid=77&Itemid=612
Anzi, è tanto valido che lo voglio copiare qui dentro.

Scritto da Vania Lucia Gaito

Il gioco delle tre carte
Agli uomini non interessa né la verità, né la libertà, né la giustizia.
Sono cose scomode e gli uomini si trovano comodi nella bugia
e nella schiavitù e nell’ingiustizia.
Ci si rotolano come maiali.
(Oriana Fallaci)

Sarà che ho buona memoria.
Sarà che trovo insopportabile il falso vittimismo.
Sarà che sono sempre stata insofferente nei confronti di chi vuole impormi il proprio codice morale sentendosi però esentato dal rispettarlo.
Ma gli articoli comparsi sui vari giornali cattolici, le smentite, le accuse di complottismo, i tentativi di arrampicarsi sugli specchi, rasentano il ridicolo.
Fanno leva sulla credulità di quegli italiani che, pur professandosi cattolici, non hanno assolutamente idea di come sia strutturata gerarchicamente la Chiesa, di quali siano i poteri, come sono distribuiti e chi li esercita.
Sono quegli italiani che permettono che sia un governo assolutista, e il Vaticano è governato da un monarca assoluto che detiene i “tre poteri”, a pretendere di insegnarci la democrazia.
Sono quegli italiani che consentono che a spiegarci il matrimonio, i rapporti e i delicati equilibri di una unione d’amore, siano uomini che non solo col matrimonio non hanno mai avuto niente a che fare, ma che ignorano totalmente cosa sia la quotidianità di una famiglia.
Sono quegli italiani che trovano lecito, in uno stato sovrano, che i ministri di un altro stato sovrano mettano continuamente in atto ingerenze intollerabili nella legiferazione in materia di vita e di morte, le sole due cose che appartengono alla coscienza privatissima di ogni uomo e sulle quali a nessuno, a nessuno è dato decidere a priori.
Sono quegli italiani assolutamente inconsapevoli del fatto che la scuola statale, che i loro figli frequentano o frequenteranno, è stata devastata da continui tagli ai fondi, mentre le scuole cattoliche hanno mantenuto inalterate le sovvenzioni statali.
Sono quegli italiani che lasciano che siano i prelati del Vaticano ad imporci i limiti della ricerca medica, della fecondazione assistita, della possibilità di una dignitosa fine della vita.
Sono quegli italiani che non sanno che potrebbero pagare la metà dalle tasse che pagano, se venissero aboliti tutti i privilegi fiscali alla Chiesa.
Sono quegli italiani infarciti di “teoria del perdono” che si lasciano ancora infinocchiare dall’idea che la giustizia debba farla Dio, e gli uomini che dicono di agire in suo nome, che hanno l’inumana pretesa che un uomo cui hanno ammazzato la moglie, un figlio, debba perdonare l’assassino. Io mi vergogno ogni volta che un giornalista decerebrato, di fronte ad un uomo cui hanno ammazzato la moglie, un figlio, pone l’inqualificabile domanda “Lei lo perdona?” e vedo lo smarrimento negli occhi di quell’uomo, lo smarrimento perchè sa che se dirà quel no che gli brucia in gola, quel no che gli urla negli occhi, quel no che gli devasta l’anima, una manica di stupidi imbecilli dal cervello disabitato penserà che sia un gesto ignobile non perdonare i propri nemici.
Io mi vergogno per quegli italiani che mettono la tonaca prima della bandiera, per quegli italiani che mettono le omelie prima della costituzione, per quegli italiani che mettono i vescovi prima della magistratura, per quegli italiani che prima di sentirsi italiani si sentono cattolici.
Mi vergogno per quegli italiani che si scandalizzano perchè un uomo abbraccia un altro uomo in un letto e poi scelgono a rappresentarli affaristi, corrotti e puttanieri. Mi vergogno perchè la loro morale è un elastico e se la accomodano come vogliono mentre quella che vorrebbero imporre agli altri è di piombo.
Mi vergogno per chi si è lasciato convincere che il “relativismo” sia un male, per chi crede che la disubbidienza sia un peccato, per chi s’illude che la sofferenza sia un dono di cui esser grati, per chi vuole ostinatamente, ottusamente, continuare a fingere che questa chiesa sia veramente quella che Cristo avrebbe voluto.

Nulla, nulla mai, può giustificare l’ignobile prassi, in uso nella gerarchia vaticana, di proteggere sacerdoti che hanno abusato di decine, centinaia, migliaia di bambini, trasferendoli di parrocchia in parrocchia, mettendo in pericolo ogni volta nuove creature, e sperando di riuscire a “guarirli” con la preghiera.
Non me ne vogliano i soliti difensori delle cause perse, quelli a cui piace immaginare la Chiesa sempre come perseguitata e oggetto di complotti, la stessa Chiesa che nei secoli ha fatto le crociate, l’inquisizione, i genocidi, la chiesa che non s’è fatta scrupolo di perseguitare Galileo Galilei, Giordano Bruno, gli illuministi, e chiunque nei secoli abbia mai messo in discussione il suo potere assoluto, la sua pretesa di essere proprietaria delle vite altrui, fino al punto da imporre cosa leggere, chi amare, cosa pensare.

Guardiamola da vicino, questa Chiesa, e giudichiamola dalle opere, come vuole il Vangelo. Senza risalire alle crociate, ai roghi, alle persecuzioni. Ci vuole davvero poco, basta prendere i fatti e confrontarli con le parole. E guardiamo da vicino anche i suoi difensori. Tanto per farci un’idea di chi siano e di cosa ci raccontano.

Nel 2007 pubblicai sul web Sex crimes and Vatican, un documentario della BBC sui preti pedofili e sulla loro costante copertura da parte delle gerarchie vaticane. Sono passati tre anni e ne è passata un bel po’ di acqua (e di marciume) sotto i ponti. Però ho buona memoria. E un grande archivio. Credo sia il momento di ricordare cosa scrissero all’epoca, tra gli altri, sulle pagine di Avvenire, Andrea Galli prima e Massimo Introvigne poi:

“[…]Insomma, un insieme di norme rigorose, che nulla aveva a che fare con la volontà di insabbiare potenziali scandali. E che il testo Crimen Sollicitationis non fosse pensato per tale fine lo dimostrava un paragrafo, il quindicesimo, che obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica. Misura che semmai dà l’idea della serietà del documento e di coloro che lo formularono […]

“Senza contare che Joseph Ratzinger, più tardi diventato sì prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, avrebbe firmato – ma siamo nel maggio 2001 – una Lettera ai Vescovi e altri Ordinari e Gerarchi della Chiesa Cattolica, pubblicata anche negli Acta Apostolicae Sedis, dove si prevede espressamente che “il delitto contro il sesto precetto del Decalogo, commesso da un chierico contro un minore di diciotto anni”, sia di competenza diretta della Congregazione stessa. Segno, per chi abbia un minimo di buon senso giuridico, della volontà romana non certo di occultare, ma di dare piuttosto il massimo rilievo a certi reati, riservandone il giudizio non a realtà “locali”, potenzialmente condizionabili, ma ad uno dei massimi organi della Santa Sede.” (Infame calunnia via internet, Andrea Galli, Avvenire, 19 maggio 2007)

Certo Andrea Galli dimentica di dire che, se è vero che l’art. 15 del Crimen obbliga “a denunciare il tutto”, l’art. 16 esplicita “a chi” deve essere fatta la denuncia: all’ordinario del posto o alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Delle autorità civili non se ne parla neppure. Non solo. Resta inspiegabile come possa un cattolico, a cui è stato imposto il vincolo della segretezza, pena la scomunica, denunciare alle autorità civili l’abuso subito senza infrangere quel vincolo e incorrere nella scomunica.
Inoltre, Andrea Galli sbaglia di grosso nel tradurre il testo del De delictis gravioribus, perché nel documento non si parla affatto di un “delitto contro il sesto precetto del Decalogo, commesso da un chierico contro un minore di diciotto anni” ma di “delictum contra sextum Decalogi praeceptum cum minore infra aetatem duodeviginti annorum a clerico commissum”, cioè di un delitto contro il sesto precetto del Decalogo, commesso da un chierico CON un minore di diciotto anni”. Com’è prassi, la vittima del prete pedofilo è considerata dalla Chiesa un complice del suo abusatore. Tanto per aggiungere un po’ di fango e di vergogna agli abomini che ha già dovuto subire.

Massimo Introvigne, invece, pose a presupposto del mio rendere noto il video una presunta “rabbia laicista”. Ma io non ero arrabbiata per niente! Disgustata, semmai, sconvolta, nauseata. E, per farsi un’idea del tipo di “smentite” cui è aduso Introvigne, basta leggere quanto pubblicato su Avvenire:

“Il documentario al riguardo afferma tre volte il falso:

(a) presenta come segreto un documento del tutto pubblico e palese:

(b) dal momento che il “cattivo” del documentario dev’essere l’attuale Pontefice, Benedetto XVI (per i laicisti il Papa “buono” è sempre quello morto), non spiega che la De delictis gravioribus firmata dall’allora cardinale Joseph Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il 18 maggio 2001 ha l’unico scopo di dare esecuzione pratica alle norme promulgate con la lettera apostolica Sacramentorum sanctitatis tutela, del precedente 30 aprile, che è di Giovanni Paolo II;

(c) lascia intendere al telespettatore sprovveduto che quando la Chiesa afferma che i processi relativi a certi delicta graviora («crimini più gravi»), tra cui alcuni di natura sessuale, sono riservati alla giurisdizione della Congregazione per la dottrina della fede, intende con questo dare istruzione ai vescovi di sottrarli alla giurisdizione dello Stato e tenerli nascosti.” (Preti pedofili, le falsità del video Bbc, Massimo Introvigne, Avvenire, 30 maggio 2007)

Ecco cosa c’è scritto nel documento che Introvigne vuole spacciare per “pubblico e palese”: “Da conservare con cura negli archivi segreti della Curia come strettamente confidenziale. Da non pubblicare, né da integrare con alcun commento.” Certo, deve trattarsi di una formula arcana per intendere: sbandierate ai quattro venti il contenuto di questo documento.
La lettera De delictis gravioribus, come Introvigne non dice, poneva sui procedimenti a carico dei preti pedofili il segreto pontificio, come se non bastassero le imposizioni di segretezza del Crimen. Il segreto pontificio viene fatto giurare con la seguente formula:

“[…]prometto di custodire fedelmente il segreto pontificio nelle cause e negli affari che devono essere trattati sotto tale segreto, cosicché in nessun modo, sotto pretesto alcuno, sia di bene maggiore, sia di causa urgentissima e gravissima, mi sarà lecito violare il predetto segreto. Prometto di custodire il segreto, come sopra, anche dopo la conclusione delle cause e degli affari, per i quali fosse imposto espressamente tale segreto.”

Silenzio perpetuo: non si può parlare neppure per un bene maggiore, per cause urgentissime o gravissime. Dunque chi afferma il falso, il documentario della BBC o Introvigne? Non credo ci possano essere molti dubbi, anche perchè, se la Chiesa avesse voluto consentire la denuncia alle autorità civili, lo avrebbe scritto, visto che scrive tutto, sempre, anche i dettagli, e questo non lo è di certo, e prevede i più svariati casi, anche quelli più improbabili.
I fautori delle “interpretazioni” hanno stancato chi li legge. Possibile che si creda ancora che una vergognosa menzogna possa essere spacciata per verità solo perchè viene dal pulpito?

La nuova ondata di pseudointellettuali cattolici che accusano di complottismo e falsità il New York Times sono grosso modo gli stessi che si stracciarono le vesti anche tre anni fa. E come se vivessero nel Paese delle Meraviglie, o peggio, come se vedessero in noi delle sprovvedute Alice, gridano ai quattro venti che i documenti pubblicati dalla testata americana non provano nulla. Vediamo.

Le denunce piovono su Murphy nel 1974, una ventina di testimonianze giurate vengono consegnate al vescovo Cousins, che in un incontro con le vittime e padre Murphy ammette di essere a conoscenza del problema. Il sacerdote viene trasferito e nei suoi confronti non viene preso alcun provvedimento.
Il vescovo Weakland, che succede a Cousins, continua a ricevere denunce a carico di Murphy e scrive al cardinale Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, chiedendo lumi su quali procedure seguire. Risponde il cardinale Bertone: seguite il Crimen!
Si istruisce un processo canonico contro Murphy, che scrive, anche lui, al cardinale Ratzinger, chiedendo che il processo venga fermato. Il cardinale Bertone scrive al vescovo Weakland, chiedendogli di essere cauto nell’applicazione del canone. In un incontro avvenuto poco dopo a Roma, tra il cardinale Bertone e il vescovo Weakland, la Congregazione decide che la “pena” per Murphy è una ammonizione a pentirsi e il divieto di celebrare messa nella diocesi di Milwaukee. E tutto finisce lì.

Credo sia naturale che sorgano domande: il cardinale Bertone ha sempre tenuto nascosto al proprio superiore quanto stava accadendo nel Wisconsin? il cardinale Bertone leggeva di nascosto la posta del cardinale Ratzinger o non lo informava del contenuto delle lettere a lui indirizzate? Mi pare improbabile, soprattutto per chi conosce i meccanismi della gerarchia cattolica. Nessuno si assumerebbe la responsabilità di una tale decisione senza consultare il proprio superiore, soprattutto se ci sono già stati, per quel caso, due risarcimenti, uno da centomila dollari, l’altro da duecentomila.
Resta il fatto, comunque, che la Congregazione di Ratzinger nulla ha fatto.

Stessa faccenda in Germania, quando l’attuale pontefice era vescovo di Monaco. Un sacerdote pedofilo prima allontanato viene poi reintegrato senza che il vescovo Ratzinger ne sapesse nulla. Possibile? Improbabile, come nel caso precedente.

Possibile che il povero futuro papa fosse circondato, in Germania come a Roma, da personaggi che gli hanno tenuto nascosto cosa avveniva in casa sua, sotto i suoi occhi? Oppure, più semplicemente, è quello che la Chiesa pretende di farci credere? Perché anche la decenza impone dei limiti.
E non glielo avevano mai detto, a Benedetto XVI, che i tre cardinali con i quali si accompagnò nel suo viaggio negli Stati Uniti erano noti urbi et orbi per aver coperto preti pedofili? Né gli avevano fatto sapere che il cardinale Law, arciprete nella Basilica di S. Maria Maggiore a Roma, ha lottato con le unghie e con i denti prima per coprire i sacerdoti come padre John Geogan, che abusò di almeno 130 bambini, e poi per non risarcire le vittime? Perché la tanto sbandierata pulizia non comincia a farla da qui?

Se questi particolari episodi, poi, si inseriscono nel contesto più ampio dell’operato del Vaticano, risulta ancora più inverosimile la favola che vogliono per forza raccontarci.

Richiamo due casi eclatanti, ma sono dei puri esempi, se ne possono citare centinaia. Nel caso di don Lelio Cantini, quanti anni ha impiegato la Congregazione di Ratzinger per arrivare ad almeno una parvenza di condanna? Più di venti. E se le vittime non si fossero rivolte ai giornali don Cantini sarebbe ancora, indisturbato, nella sua parrocchia. La condanna, poi, è un esempio di severità: recitare le litanie alla Madonna.

E nel caso del fondatore dei Legionari di Cristo? Le prime denunce sono del 1952, possibile che siano occorsi più di cinquant’anni per comminargli la pesantissima “pena” di una vita ritirata?

E poi, per dirle tutte, quanti sacerdoti pedofili condannati all’estero e ricercati dalle polizie dei paesi d’origine hanno trovato rifugio a Roma coperti dalla complicità del Vaticano? Padre Henn, per esempio. Ma perchè limitarci solo ai preti condannati per pedofilia? Sono stati nascosti in Italia anche preti genocidiari: padre Seromba, per dirne uno, o padre Emmanuel Uwayezu. I tribunali internazionali hanno dovuto trattare con il Vaticano per avere l’estradizione di criminali che non erano nascosti in Vaticano ma in Italia!
E che fine hanno fatto i sacerdoti pedofili italiani condannati dai tribunali italiani? Quali provvedimenti ha preso la Chiesa nei loro confronti? Sono sempre lì, magari solo spostati di parrocchia, come nel caso del sacerdote campano condannato dai tribunali civili per atti di libidine violenta nei confronti di due bambine e attualmente consigliere dell’Istituto interdiocesano per il sostentamento del clero e membro del collegio presbiterale, nominato direttamente dall’arcivescovo. Sedici anni fa, al momento del reato contestato, insegnava religione in una scuola media di Pontecagnano Faiano e ha continuato a farlo anche dopo la denuncia inoltrata dai genitori delle vittime. Prima al preside dell’istituto e poi alla Procura di Salerno.
Condannato nel 1996 in primo grado, nel 1999 in appello e nel 2000 in Cassazione, per fortuna non fa più l’insegnate, ma siede tra i banchi dell’Istituto per il sostentamento del clero e del consiglio presbiterale.

E’ inaccettabile, è vergognoso, è immorale che si consenta ancora di parlare di attacchi senza fondamento, è scandaloso che non ci sia un’inchiesta seria su quello che accade nei seminari, nei collegi cattolici, nelle sagrestie. E’ oltraggioso che questi uomini senza morale si ergano a giudici della morale altrui.
Ed è mortificante constatare che c’è chi umilia la propria intelligenza credendo alle loro scuse.

Hellspirit

Ovviamente Billy Belial era sarcastico… Anche il sito, sono abbastanza certa che sia un joke (anche se non si può mai essere sicuri al 100%, il che la dice lunga su quelli “seri”…)

rik

Notizia fresca di giornata. Monteroduni (IS), don L.B. indagato per pedofilia.

Trasferito in Umbria. Pronta la richiesta di rinvio a giudizio

#Aldo#

Ogni volta che sento dell’istituzione di registri, anagrafi, registrazioni, elencazioni e catalogazioni varie ed eventuali, vengo preso da un senso di oppressione. In questo modo siamo stati ridotti a pedine dalla libertà alquanto limitata, effettiva solo più sulla carta. Paradossalmente, esulano da questo inquadramento tanto maniacale ed oppressivo proprio coloro che vivono al di fuori della legge, il che è insensato: la legge dovrebbe tutelare chi la rispetta, non chi la elude o, peggio, la infrange.

libero

Ci vorrebbe un registro mondiale, anzi si potrebbe già fare, riunendo tutte le notizie del web.

RobertoV

La Klasnic forse già entro un mese dovrebbe essere incaricata dalla chiesa, per istituire la commissione “indipendente” per indagare sui casi di pedofilia nella chiesa cattolica austriaca. Questa commissione è finanziata in realtà dalla chiesa e presieduta da una politica cattolica dell’ŐVP, cioè una democristiana, di cui gli abitanti della Stiria non hanno un buon ricordo come governatore. Giovedì si incontrerà col cardinale Schönborn per le linee guida, ma già la premessa del cardinale che la commissione gestirà e valuterà le denunce delle vittime e se i genitori lo vorranno girerà le denunce alla magistratura fa sospettare che sia stata creata più per porre un freno (un filtro) alle denunce ed al danno d’immagine per la chiesa che per una politica di trasparenza. La nomina di una donna a capo della commissione sembra essere più una scelta d’immagine.
Riguardo alle dichiarazioni della presidente della Svizzera, conferma i privilegi di cui godevano le chiese cristiane, ed in modo particolare la chiesa cattolica, all’interno delle varie nazioni cristiane, cosa già fatta rilevare anche per la Germania (e le altre nazioni), in cui le scuole pubbliche avevano l’obbligo da anni di denunciare i casi di pedofilia, mentre per quelle private (80% sono confessionali) era facoltativo ed i controlli erano scarsi ed ha fatto sensazione la perquisizione della polizia in una di esse. Questo è un retaggio di un passato, che si è protratto fino ai nostri giorni, in cui le chiese godevano di privilegi, di una sorta di intoccabilità, che le autorità riconoscevano perché cambiarli era impopolare (basta vedere i problemi che ha avuto la Merkel all’interno del suo partito l’anno scorso per aver “osato” criticare il papa), sia per l’atteggiamento delle gerarchie ecclesiastiche che dei fedeli ben addestrati. Coi risultati che vediamo perché se non è sottoposto al criterio della trasparenza e della critica un potere cerca di gestire in proprio i problemi con una scarsa (o nessuna) voglia di risolverli. E’ già difficile combattere la pedofilia in condizioni normali, figuriamoci se si concedono situazioni favorevoli. Non sono accettabili due pesi e due misure. L’evoluzione della società che c’è stata e l’attenzione posta negli ultimi anni prima alla violenza sulle donne e più recentemente alle violenze sui bambini porta necessariamente all’emersione dei problemi nascosti, ad una società più trasparente e senza zone franche e, quindi, a scontrarsi con visioni del mondo omertose ed ipocrite che non si sono aggiornate, cosa che in parte ammette anche il cardinale Kasper nell’intervista del corriere di sabato.

Stafano Grassino

@ Sandra

L’avvocato Tina Lagostena Bassi disse una volta: dopo l’omicidio, lo stupro è il peggior crimine. Personalmente condivido questo concetto e di conseguenza concordo con te nel definire lo stupro di un bambino un crimine contro l’umanità così come tale è far cadere in prescrizione tale reato.

#Aldo#

L’avvocato Bassi aveva voglia di dare aria alla lingua con un luogo comune che piacesse all’audience, oppure mi dovrebbe spiegare per quale strana ragione uno stupro dovrebbe essere peggio di qualsiasi altra aggressione violenta, magari di una di quelle nelle quali ti spezzano le gambe e/o ci rimetti tutti i denti. La violenza è violenza, e la sua gravità si dovrebbe giudicare dalle lesioni che lascia, non dal fatto che comprenda o escluda una componente sessuale. Ritenere diversamente, a mio avviso sa di sessuofobia non meno di certe posizioni della Chiesa.

Sandra

Aldo,
lo stupro dei bambini non e’ “solo” sessuale: lo stupro su una donna adulta e’ un atto violento, ma episodico. Al contrario un pedofilo costruisce una relazione affettiva e di fiducia con un bambino, per poi abusarne sessualmente. Raramente l’atto in se’ e’ centrale nei racconti dei sopravvissuti, se fai caso si soffermano spesso sul rapporto con il prete, su elementi al contorno. Perche’ il bambino non sa che quella che subisce e’ una violenza perche’ vuole bene alla persona che gliela infligge, non capisce, mentre una donna lo sa benissimo e non e’ cosi’ psicologicamente coinvolta, e quindi distrutta, quanto un bambino.

lacrime e sangue

@Aldo

Che ne sai tu di che PIAGHE nella testa ti restano dopo lo stupro?

Mia nonna è stata stuprata per anni, picchiata, lasciata alla fame da un infame che la Chiesa chiamava marito.
Mia cugina è stata molestata dal padre, che la palpeggiava e la spiava in bagno, mentre violentava mia zia dopo pestaggi da brivido.

Che ne sai tu di come e di quanto si soffre?

Delle botte non frega niente alle vittime. Una spalmata di lasonil, una ingessatura o un cerotto e dopo un mese sei a posto.

Ma dentro?

Lo stupro è strapparti un pezzo di mente, di dignità, di coscienza, per degradarti a buco da sperma.

Chi viene stuprato si sente derubato di un pezzo di cervello, di “anima”. Molte vittime si suicidano o diventano apatiche, svuotate di vitalità.

Lo stupro è sullo stesso livello psichico della tortura organizzata: ha l’obiettivo di spezzarti, di fare a pezzi la personalità, la visione del sè della vittima.
Ci sono studi spaventosi sulle conseguenze anche nei figli, nei discendenti per generazioni: istruirsi prima di dar fiato alle trombe.

Col tuo metro di giudizio lo stupro sarebbe punito meno gravemente di un pestaggio, perchè lo stupratore raramente lascia segni fisici sulla vittima. E quello che usa il roipnol che mette a nanna la vittima dovrebbe essere considerato non colpevole perchè non usa nessuna violenza fisica, ma ti abusa mentre dormi.
Sciacquati la bocca prima di parlare dello stupro.

P.S. La donna soffre tanto quanto un bambino: NON ESISTONO GRADUATORIE DI SOFFERENZA. Entrambi vengono fratturati a livello psicologico. E il cervello non si aggiusta con un’ingessatura.

#Aldo#

Mamma mia! Ho toccato un tabù ed ecco subito le crocifissioni senza se e senza ma, con tanto di toni aggressivo/ingiuriosi («sciacquati la bocca prima di parlare»).

Lacrime e sangue, «delle botte non frega niente alle vittime» è una tua supposizione, probabilmente dovuta al fatto che non te le sei mai prese sul serio. Davvero ritieni che la sensazione di impotenza, il timore di conseguenze che non sai mai dove possono finire, l’annullamento dell’autostima che seguono ad un “pestaggio” siano lesioni anche non fisiche meno gravi di quelle che subisce la vittima di uno stupro? Mettiti nei panni, ad esempio, di chi ha subito un’aggressione in casa, è stato (ad esempio) legato su una sedia, minacciato di morte, picchiato ripetutamente, magari seviziato con armi da taglio… secondo te esiste davvero una differenza tra il modo in cui uno stupro spezza la personalità e la visione di sè delle vittime e il modo in cui un trattamento simile fa la stessa cosa? Dove ho scritto che uno stupro è cosa da niente? Piuttosto ho scritto che la violenza è violenza. Punto.

La tua reazione alle mie parole è stata molto simile a quella di quei gruppi che, un tempo, appendevano la gente ai lampioni prima ancora di accertarsi d’aver tra le mani la persona giusta, guidati dal “sacro furore” dell’indignazione di massa. Peccato, perché in altre occasioni hai dato prova d’essere capace d’una lucidità a tutta prova. Be’, questo dimostra che anche i migliori possono occasionalmente sbagliare.

laverdure

C’e un altro fattore:la pedofilia e’ per certi versi una malattia infettiva,perche
risulta che molti pedofili hanno subito da bambini violenze di questo genere,per cui e’
ragionevole pensare che questo abbia condizionato la loro sessualita da adulti.
E questo,notate bene,e’ per me un ulteriore motivo per combattere ad ogni costo
e severamente il fenomeno,al contrario di altri nei quali va ad alimentare il loro
“perdonismo”.
Con reati di questa gravita la priorita maggiore non e’ affatto di “rieducare” il
colpevole,cosa che del resto gli stessi psichiatri ritengono impossibile,ma limitare
ulteriori danni in futuro.

laverdure

Non so se qualcuno l’ha gia fatto notare,ma nella maggior parte degli stati USA vige la cosiddetta “legge Megan”,secondo al quale i condannati per violenze sui minori,scontata
la pena ,hanno l’obbligo di notificare alle autorita il loro nuovo domicilio.
La polizia locale avra poi il dovere di informare tutto il vicinato dei precedenti del nuovo
abitante.
Qui una proposta di legge simile susciterebbe senz’altro sdegnate rivolte ultragarantistiche,
ma quelli tra i presenti che hanno o avranno bambini forse qualche piccolo dubbio lo
avranno.
Beninteso la legge non impone obblighi di discriminazione di sorta,chiunque se lo
desidera puo’ invitare l’individuo a casa propria(per redimerlo magari).
Eventuali sviluppi “negativi” saranno ovviamente c%&&$ suoi,e forse la solidarieta
degli altri vicini sara in tal caso un po scarsa.
Per inciso,Megan era il nome di una bambina violentata e uccisa da un vicino di casa del
quale i genitori si erano fidati,ignorandone la nutrita fedina penale di pedofilo.

Lorenzo Galoppini

Per reati di questo genere le parole “prescrizione”, “perdono”, “dimenticare”, semplicemente non devono esistere. Punto.

statolaico

Personalmente l’istituzione di un registro mi lascia indifferente. Io credo che, al di là dei registri e delle schedature (che servono a niente), ci debbano essere (e non solo queste, ma è un discorso molto articolato) delle leggi efficaci a tutela dei minori, leggi che prevedano pene severe, certe e (soprattutto), valide per tutti indipendentemente dallo “status” di una persona. In realtà basterebbe fare ben poco, anche in Italia: nei confronti di questi “signori” basterebbe quantomeno applicare quelle che già esistono.

Lorenzo Galoppini

Quelle che già esistono, a quanto mi risulta, prevedono pene ridicole, se commisurate alla gravità dei crimini. Correggetemi se sbaglio, ma ricordo di aver sentito o letto più volte sui media di pene inferiori a 10 anni, o poco più, per colpevoli di violenze su bambini, magari senza l’omicidio della vittima. Se é davvero così, chiedere l’inasprimento delle pene non sarebbe un discorso di ‘vendetta’ come pensano i soliti ultragarantisti, ma semplicemente di tutela dei bambini. E quest’ultimo obiettivo dovrebbe essere, razionalmente, condiviso da tutti, destra e sinistra. Se si fosse veramente razionali, beninteso.

statolaico

Certamente, anch’io sono per l’inasprimento delle pene (ma anche per molto altro), dicevo semplicemente che “quantomeno” bisognerebbe iniziare ad applicare le leggi che già esistono anche ai signori in tonaca, visto che seppur blande, per gli altri -almeno- valgono.

laverdure

“basterebbe quantomeno applicare quelle che già esistono.”

Vale la pena di riportare quanto scrisse non molto tempo ,fa nella sua lettera ad un giornale, un funzionario di polizia,dopo che un onorevole aveva ripetuto per
l’ennesima volta il “mantra” di cui sopra tra virgolette:

“Gia’,le leggi che permettono ad un delinquente incallito di uscire sghignazzando
dal tribunale cinque minuti dopo essere stato condannato …”
E aggiungo io :”Mentre l’onorevole magistrato sta contando i soldi dell’ennesima mazzetta,frutto del “patteggiamento”,peraltro approvato dalle stesse leggi!”.

Esorciccio

Adoro gli svizzeri (di parte tedesca) proprio per questo…
C’è un problema? Prima cosa : servono dati.
Seconda cosa : blocchiamo alla radice il problema tenendo sott’occhio i preti che hanno il vizio di gingillarsi nelle mutande dei ragazzini.
Nel 90% dei casi, il problema è risolto.
In Italia, invece cominciano i distinguo, la difesa delle categorie, il ruolo delle parti, le farse parlamentari, i ricatti del Vaticano…
Insomma…è per via di questi teatrini che di attori italiani grandi ce ne sono a bizzeffe, e di svizzeri nessuno…

Bright77

Mi sarei aspettato che Calderoli con l’abito del ku klux clan,chiedesse la castrazione chimica dei preti pedofili.Non è comunque sufficente il registro per i preti pedofili,traditori verso coloro che si fidano,che Dante considerava in quanto a dannazione inferiori solo a Giuda,non debbono poter più esercitare il magistero neanche se hanno scontato la pena in galera.
A tutti i Kurt Godel da strapazzo:un professore condannato per pedofilia lo rimandereste a insegnare a scuola?

laverdure

“A tutti i Kurt Godel da strapazzo:un professore condannato per pedofilia lo rimandereste a insegnare a scuola?”

E te ne meravigli,in un paese dove un funzionario della guardia di finanza, condannato
per corruzione ,non solo evita la galera col patteggiamento ma conserva pure il
posto di lavoro?

ANGELVS

Visto che la maggior parte dei pedofili ( a parte i familiari, che rappresentano la stragrante maggioranza dei violentatori di bambini) allignano in Italia tra i docenti delle scuole di Stato, in Italia sarebbe interessante aprire piutosto un registro dei professori pedofili.

Sandra

In paesi privi di ingombranti radici cattoliche e’ gia’ stato fatto. Essere superata da pericolosi laicisti nella difesa dei diritti, rappresenta l’ennesima occasione mancata per la chiesa cattolica di essere esempio di legalita’ e trasparenza.

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