Finto ateismo devoto in salsa alla livornese

Il sito UAAR ha già trattato il caso delle statue della Madonna donate a un ospedale quale “segno di riconoscenza” per una guarigione (cfr. Ultimissima del 17 dicembre). La Nazione, il quotidiano più venduto in Toscana, sta cavalcando le ragioni del figlio dell’ex degente nonché del PDL, che ha raccolto quasi tremila firme a sostegno della richiesta, rilevando come “Livorno la rossa, città natale del Partito Comunista, è anche una terra di culto mariano, e qua la Madonna di Montenero non si tocca”. Per corroborare le proprie tesi è andata a intervistare Giorgio Marchetti alias Ettore Borzacchini, sostenitore della petizione, e presentato come storico collaboratore del Vernacoliere: omettendo però non solo che la collaborazione è terminata, ma anche che il personaggio, col tempo, è diventato più sensibile alle ragioni del centrodestra. Cosa sostiene Marchetti-Borzacchini? Che «sei livornese se… smoccoli a nastro ma poi fai il voto alla Madonnina di Montenero»; che «quelle statuette andrebbero messe in tutti i luoghi simbolo della città, dal foyer del teatro Goldoni, alla sala consiliare del Comune»; che «la stessa Vergine Maria era una comunista ante litteram nel senso più esteso del termine». Dunque, il direttore generale della ASL «non la faccia tanto lunga, se la gente le chiede». Marchetti-Borzacchini conclude sostenendo di non avere più nel portafoglio l’immaginetta della Madonna di Montenero, ma di essere, con gli anni, diventato più devoto a Padre Pio: «ho un braccialetto comprato da un ambulante senegalese, fatto di tante medagliette col volto del frate di Petralcina […] se loro le vendono vuol dire che c’è un mercato».
L’iniziativa sembra essere l’ennesima testimonianza di un modo di fare giornalismo ormai avvezzo a presentare come incredule persone che poi dicono di non esserlo, e come importanti contributi sociologici opinioni a ruota libera rilasciate tra il serio (poco) e il faceto (probabilmente tanto) da personaggi alla Sgarbi: interessati principalmente a mostrare il proprio ego, divertendosi magari anche non poco a prendere in giro giornalisti e lettori.

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25 commenti

ateismo

Mi sembra la solita riflessione qualunquista per rendere credibile qualsiasi cosa… mi permetto di osservare che l’associazione (quasi equazione) tra ateismo e comunismo è infantile, obsoleta e anche un po’ radical chic.

la “madonna comunista” è da oscar del trash, cmq 😀

libero

Il quotidiano Toscano La Nazione, scrive …….
“Livorno la rossa, città natale del Partito Comunista, è anche una terra di culto mariano, e qua la Madonna di Montenero non si tocca”.

Io vorrei sapere quanti sono i livornesi che vanno a Messa per verificare il livello di “devozione e religiosità” anche del culto mariano a Livorno e la matematica non è un’opinione !
Livornesi siete in grado di rispondere dati alla mano ?

nullità

«sei livornese se… smoccoli a nastro ma poi fai il voto alla Madonnina di Montenero»

Insomma… bestemmia pure dio, ma dai i soldi alla chiesa.
Invito alla simonia?

Questi finti atei spesso godono comunque di una cassa di risonanza superiore a quelli veri.

Bruno Gualerzi

“Questi finti atei spesso godono comunque di una cassa di risonanza superiore a quelli veri”

E ti credo! Chi meglio di loro serve per denigrare l’ateismo non prono alla chiesa? E’ con loro che la chiesa ‘dialoga’, dimostrando così quanto sia aperta e liberale, e sono sempre loro che prende a modello per dire come dovrebbe essere un vero ateo.

libero

Ma a questo punto penso che anche la CCAR sia atea se dialoga e stima gli atei devoti.

Iacopo

Conosco personalmente Giorgio Marchetti, che vive a Lucca come me, pur essendo livornese.
E’ persona piacevolissima, che si diletta di dissacrare tutto e tutti. Nonostante il Vernacoliere smentisca, pare proprio che sia stato allontanato dalla testata quando ha aderito a Forza Italia. Non riesco a vederlo come baciapile, ma d’altra parte la sua collocazione politica gli impedisce forse di esprimere le sue opinioni in modo palese.
Sarei propenso comunque a prendere le sue battute in senso ironico, e forse lui se la sta ridendo di chi le ha prese sul serio.

Lorenzo Galoppini

Il Borzacchini fu uno dei più noti collaboratori del Vernacoliere per ben 16 anni, dal 1986 al 2002, fino alla rottura fra lui e il direttore Mario Cardinali proprio per il progressivo accentuarsi delle sue posizioni centrodestrorse, fino all’incompatibilità pressochè totale con lo spirito e gli scopi del periodico satirico. Anni prima mi par di ricordare che voci di una sua presunta simpatia per Forza Italia avevano già cominciato a circolare fra i lettori sollevando perplessità e polemiche, ma la cosa si era risolta lì per lì dopo una spiegazione sua e del Cardinali in merito sulle pagine del giornale, spiegazioni che in verità all’epoca non capii bene e non mi convinsero del tutto, e per anni continuò a rimanermi in fondo qualche dubbio di come potesse essere possibile una siffatta collaborazione. Ma poi col tempo i nodi sono arrivati al pettine. Le ragioni del “divorzio” fra Cardinali e Borzacchini-Marchetti furono stavolta ben spiegate e sviscerate dal direttore del Vernacoliere su un numero della rivista e la notizia finì anche sul Tirreno, il giornale locale. Il fatto che ora si dichiari addirittura devoto di padre pio credo che dica tutto. Peccato perchè a suo tempo é stato anche un ottimo umorista: forse alcuni di voi conosceranno il suo notissimo vocabolario “Borzacchini Universale”, uscito in più volumi, con l’esilarante spiegazione del significato di tutti i termini e le espressioni tipici del vernacolo livornese: spesso c’é da scompisciarsi dalle risate.
Boh! Di fronte a casi del genere non saprei proprio che pensare..

Ludwig

Leggetevi il numero del VERNACOLIERE in cui il grande CARDINALI spiegava le ragioni per cui aveva messo fuori dalla porta il borsacchini.
Guai a chi denigra IL VERNACOLIERE!

michele

Il Vernacoliere è un mensile di satira più che serio, che ha nel suo codice personale il rifiuto di accettare chiunque faccia parte di partiti o associazioni politicizzate che ne possano ledere in un qualche modo l’indipendenza nell’esercizio della satira; in passato so che sono stati allontanati collaboratori sia simpatizzanti di destra che di sinistra, solo perchè ritenuti non indipendenti.

Lorenzo Galoppini

Fra i simpatizzanti di destra mi risulta il solo Borzacchini; fra quelli di sinistra forse qualcuno in più. Uno di cui non ricordo il nome, ad esempio, fu escluso dopo che divenne nota la sua appartenenza ai Carc, i Comitati Armati di Resistenza per il Comunismo, un gruppo di estrema sinistra di alcuni anni fa, i cui membri furono coinvolti fra l’altro in alcuni attentati dimostrativi in varie parti d’Italia.

stefano f.

essendo livornese doc 🙂 ti posso dire che spesso in questa città fede e ateismo entrambi estremizzati vanno incredibilmente a braccetto; non sono pochi quelli che si professano atei e mangiapreti ma si sposano in chiesa mentre persone assolutamente moderate o convivono o preferiscono l’unione civile in comune 🙂 conosco abbastanza bene i miei concittadini, sono gravissima gente ma spesso difettano nella coerenza daltronde nessuno è perfetto.
riguardo il vernacoliere è un mensile satirico che si professa libero e lo è davvero, ricordo un vecchio editoriale di Cardinali negli anni ’80 dove lui ribadiva che il vernacoliere “nasce come periodico satirico contr la guerra, il fascismo, il razzismo il militarismo e l’estremismo religioso; non abbiamo ne padrini ne padroni”, quelli che sono stati messi alla porta evidentemente non si sono riconosciuti fino in fondo in questi ideali.

Hellspirit

Chissà cosa accadrebbe se andassero fino in fondo col loro proposito di esporre nell’ospedale statue, quadri, etc. di ogni genere di santi e madonne… Probabilmente non basterà lo spazio e cacceranno via i malati.

gano

Il Borzacchini e’ lucchese.
Vorrei che si risapesse, perche’ fa una certa differenza. 🙂

Iacopo

Dissento. Come ho già scritto, è livornese, ma abita a Lucca, perché ha sposato una lucchese, non so in chiesa o in comune.

Lorenzo Galoppini

@ stefano f.

“…non sono pochi quelli che si professano atei e mangiapreti ma si sposano in chiesa mentre persone assolutamente moderate o convivono o preferiscono l’unione civile in comune…”

Dei primi personalmente non ricordo di averne mai conosciuti, mentre dei secondi ne ho conosciuti più d’uno.

Maurizio D'Ulivo

E’ incredibile a dirsi, ma il Vernacoliere è davvero una delle non moltissime voci indipendenti, laiche e coerenti nel nostro Paese.

enrico mini

Ma se io, miracolosamente guarito da un patereccio, donassi delle statue dell’Invisibile Unicorno Rosa, sarebbero obbligati ad esporle?

Maurizio D'Ulivo

Credo che le forze laiche di Livorno debbano organizzarsi per esprimere iniziative di supporto alla direttrice della ASL di Livorno, che non può essere lasciata sola a resistere alle pressioni clericali.

Se, per difendere la laicità, dobbiamo ricorrere alla resistenza di individui isolati, siamo messi decisamente male.

Di fronte alla raccolta di firme “pro-statuine in ospedale”, credo che a Livorno sarebbe necessaria un’iniziativa identica, ma di segno opposto, per difendere la laicità degli spazi di assistenza.

Forse UAAR potrebbe promuovere una simile iniziativa, ma ovviamente non da sola: non sarebbe possibile sensibilizzare organizzazioni solitamente convincenti in tema di laicità, ad esempio ARCI e CGIL che a Livorno e provincia hanno un’organizzazione capillare e fortemente legata alla base sociale, magari insieme ai pochi partiti certamente laici, per sostenere insieme una raccolta di firme?

Qui a Pistoia, solo pochi giorni fa, nel congresso provinciale della mia federazione CGIL, siamo riusciti a far passare all’unanimità due emendamenti alla mozione congressuale di Epifani, integrandola in senso laico (richiesta di garanzia di risorse economiche anche per l’attivazione dell’insegnamento dell’ora alternativa alla religione; inserimento anche dell’orientamento sessuale nell’elenco di fonti delle discriminazioni contro cui occorre rimanere attivi), ma l’esperienza ci insegna che nulla avviene da sè: se non c’è un gruppo di persone che presidia quanto accade (a volte anche una banale dimenticanza può far danni), prende iniziative e si muove alla ricerca del consenso intorno a esse, i cambiamenti e le messe a punto non si verificano.

Se a Livorno qualcuno non “muoverà il culo” per dimostrare che c’è consenso intorno alla posizione espressa dalla direttice della ASL locale (che rifiuta di esporre le statuine in ospedale), rimarremo con 3.000 firme a supporto dell’esposizione dei feticci e la direttrice, da sola, a resistere a difesa della laicità dell’ospedale.

Se questi fossero i numeri finali sarebbe poi ridicolo stupirsi o scandalizzarsi, a posteriori, se anche l’ospedale di Livorno venisse colonizzato dal pantheon cattolico: le pretese egemoniche clericali non possono non aver successo se si trovano di fronte l’inerzia di chi la pensa diversamente.

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