Fratelli (e sorelle) d’Italia, destatevi: è l’ora di riscrivere l’inno nazionale

Non rimproverate i calciatori della nazionale: il testo dell’inno di Mameli non lo conoscete nemmeno voi. Del resto, è lungo e complesso, ricco di parole desuete, di riferimenti a episodi storici dimenticati, di licenze poetiche che lo rendono quasi incomprensibile. E allora perché non riscriverlo? In occasione dei 150 anni dell’unità di Italia, la Uaar indice un concorso per un nuovo inno nazionale, che mantenga la musica di Michele Novaro ma che rappresenti al meglio i principi contenuti nella nostra carta costituzionale.
L’inno di Mameli stato scritto nel 1847: l’Italia non esisteva ancora, mentre oggi è (o dovrebbe essere) una repubblica democratica, che ha sottoscritto convenzioni internazionali per i diritti dell’uomo, ha tra i principi costituzionali la laicità dello Stato e fa parte dell’Unione Europea. «Ci rendiamo conto di quanto sia difficile la proposta di un nuovo inno, – spiega Raffaele Carcano, segretario nazionale dell’Uaar, – ma sappiamo anche che un paese aggrappato a una retorica di due secoli fa non può avere un futuro, ed è “pronto alla morte” in senso letterale».
L’inno attuale, infatti, contiene parole ed espressioni incomprensibili alla maggior parte della popolazione («speme», «squilla», «stringiamci», «son giunchi che piegano le spade vendute») e riferimenti ormai sconosciuti e sentimenti d’odio per altri paesi, per fortuna, sinceramente superati («ogn’uom di Ferruccio ha il cuore, ha la mano», «i bimbi d’Italia si chiaman Balilla», «Già l’Aquila d’Austria le penne ha perdute. Il sangue d’Italia, il sangue polacco bevé, col cosacco, ma il cor le bruciò»). E, per di più, parla di un paese diviso (e «schiavo di Roma») discriminando donne («Fratelli d’Italia»!) e non credenti («Iddio la creò», «Le vie del Signore», «Uniti per Dio»). Forse è l’ora di superare il tabù sull’inno nazionale: «un nuovo inno, realmente condiviso e condivisibile dalla popolazione, potrebbe rendere la società più coesa e restituire al paese un nuovo slancio verso il futuro», conclude Carcano.
Il bando e le informazioni sull’iniziativa sul trovano sul sito Uaar.

Comunicato stampa UAAR

Archiviato in: Generale, UAAR

247 commenti

puric

propongo che il concorso preveda anche progetti con modifica della parte musicale, che è veramente inascoltabile

stefano f.

mi trovate pienamente d’accordo sull’oggetto del post, il nostro inno è desueto e brutto ma riscriverne un altro … non so…ha davvero senso? in un mondo dove le realtà nazionali dovrebbero lasciare il posto ad una globalizzazione non solo geografika ma sopratutto culturale io trovo inutili bandiere inni e simboli religiosi.

Emilio Gargiulo

C’è già:
Freude, schöner Götterfunken,
Tochter aus Elysium …

Claudio B.

Quindi di fronte alla globalizzazione omologante cosa dovremmo fare, arrenderci?

car80

Mi domando poi con che argomenti difederai la scuola STATALE italiana.

noone

Adesso vi diranno che volete abolire anche l’inno d’italia perché c’è un riferimento a dio. Ma non vi sembra di esagerare un po’ troppo? Avete visto cosa è successo coi crocifissi? La cosa è peggiorata. Adesso noi atei abbiamo paura di uscire di casa.
Ci mancava solo questo.

p.s.
Quella sulla discriminazione femminile non l’ho capita. Fratelli in italiano denota sia donne che uomini. Che c’ la discriminazione delle donne?

puric

secondo me è molto più discriminante delle donne “dov’è la vittoria le porga la chioma” che nell’antica roma era il gesto di sottomissione delle schiave al nuovo padrone che tagliava loro i capelli

Magar, bieco illuminista,

Veramente ad essere “schiava di Roma” e a doversi far tagliare la chioma è la Vittoria, che peraltro è lì assunta nella consueta personificazione classica in forma di figura femminile (alata, immagino). Siccome la Vittoria è una dea, e non un dio, è lei ad essere “schiavizzata”, ma questo non implica alcuna discriminazione verso le donne.

Poi concordo anch’io con Noone, una madre che dice “i miei figli” non sta discriminando le sue eventuali figlie femmine…

piersky

Io invece contesto tutto quel che dici..Dire che gli atei hanno paura a uscire di casa dopo la vicenda del crocefisso e’ una esagerazione. E poi fermare la lotta perche’ questa puo’ avere aspetti “dolorosa” e’ semplicemente codardia. MA scherziamo!!

E poi Fratelli e Sorelle in italiano. Fratelli e usato per maschi e femmine, ma nell’immaginario colletivo e’ identificato solo come riferito a maschi. Perfino la chiesa usa spesso la frase “Fratelli e sorelle”…Suvvia!

N2RT

@ Nessuno, concordo anch’io.

A parte che a me l’Inno Nazionale L’hanno insegnato a scuola (e mio figlio lo conosce nonostante vada ancora alle elementari), non concordo su “Del resto, è lungo e complesso, ricco di parole desuete, di riferimenti a episodi storici dimenticati”

1 – i riferimenti storici dimenticati: Scipione si studia a scuola:NON PUO’ essere dimenticato proprio per questo.

2 – Parole desuete: allora se si considera questo, aboliamo la letteratura italiana fino a metà del secolo scorso, per non parlare della Comedia di Dante o dei Promessi Sposi.

3 – Lungo e complesso: la sua complessità e lunghezza sarebbero un “problema” (per chi poi?) se dovesse, casomai, esser cantato tutto. Se mio figlio a cinque anni già lo cantava, allora non credo possa definirsi “complesso”. Se poi uno vuole conoscerlo tutto, lo studia come si faceva una volta con le poesie… O aboliamo anche quelle?

Aggiungo che i riferimenti storici vanno studiati: non vengono compresi solo se si ignora la storia del proprio paese. A mio avviso sarebbe piu interessante conoscere bene chi l’ha scritto, in quale contesto e perchè, a quali fatti storici si riferisce e perchè vi sono stati inseriti.

Riscrivere l’inno? un inno nazionale non si sceglie tramite “concorso”…. adesso non esageriamo, si rischia di sembrare poco seri se non addirittura ridicoli…..

saluti

Nietzsche---

concordo anch’io, proporre una modifica dell’inno mi sembra francamente un suicidio mediatico, come la proposta di Castelli di mettere una croce sulla bandiera.
Non sarebbe capita da nessuno, e sarebbe (secondo me, ovvio) inutile.
Lasciate questi simboli a se stessi, ci penserà il tempo ad eliminarli.
“Attaccandoli” rinnovate solo un interesse che si va sempre più sopendo.

noone

Piersky fratelli in italiano indica tutti e due i sessi, punto. Tant’è che nelle altre lingue si usano altri termini per indicare fratelli e sorelli. Vedi l’inglese siblings.

MetaLocX

Io non ho paura di uscire di casa. E se tu pensi di aver “perso” solo perché i nostri interlocutori hanno espresso il loro dissenso… Bè, allora non so cosa dirti. Ogni piccola rivoluzione progressista ha prodotto molto rumore e molto dissenso, soprattutto le piccole rivoluzioni vinte… E questa sta promettendo bene.

Manlio Padovan

Caro Raffaele,
sei un tesoro! Ottima iniziativa! Grazie per l’idea e per le parole con le quali ce l’hai presentata.
Io, però, avrei cambiato anche la musica e sono ancora dell’idea che L’internazionale sia da preferire a qualsiasi inno. Perché non esser di esempio al mondo intero, oggi che è stata superata certa Storia e quell’inno plaude ad un ideale che sarà “l’internazionale futura umanità”? E inneggia alla Giustizia, alla Libertà, al Lavoro (quello vero)?

Marcus Prometheus

Peccato che in suo nome e nel breve periodo in cui e’ stata in auge nell’impero del male comunista sovietico abbia prodotto piu’ morti che non il cristianesimo in un qualsiasi corrispondente settantennio.
Proporla come simbolo di pace e di giustizia e’ come insistere su crocifisso simbolo di laicita’ , coe’ una completa assurdita’ inaccettabile dalla gran massa dei cittadini pensanti.

Manlio Padovan

Non mi pare che i crimini a cui ti riferisci si possano addebitare all’umanità: questa rimane sempre il punto di riferimento. Mentre i crimini del cristianesimo di certo sono addebitabili ai cristiani.
A me pare così.

Marcus Prometheus

@ Manlio Padovan.

I crimini sovietici e cinesi e di Pol Pot e compagnia bella sono da addebitarsi di certo al comunismo marxista, non alla umanita’ in genere.
Ci vedo un perfetto parallelo con altri crimini, durati 1700 anni abbondanti da Costantino in poi e che sono da addebitarsi di certo al cristianesimo & cattolicesimo

E’ proprio per questo che la “Internazionale” la rifiuterei in genere come simbolo di qualsiasi cosa di positivo si possa immaginare.

(senza contare che non c’entra proprio niente con l’Italia … per fortuna).

Pertanto proporre l’Internazionale per rimpiazzare l’inno di Mameli e’ una vera ed assurda bestialita’ pur nel quadro di una gia’ assurda proposta di masochistica, ridicola, vana velleitaria, e ridicola sostituzione.
Chiaro?

Bruno Gualerzi

Riprendendo quanto già espresso nel post relativo al sondaggio sull’inno nazionale mi chiedo: ma è così utile, oggi come oggi, un inno nazionale?
E dico questo anche perchè siamo in un sito UAAR. Non perchè l’UAAR debba indire una campagna contro l’inno, ci mancerebbe (non è il crocifisso!), ma perchè dovrebbe prendere le distanze da questa specie di rituale anacronistico inneggiante alla patria. Quali che siano le parole usate.
Dice Carcano: «un nuovo inno, realmente condiviso e condivisibile dalla popolazione, potrebbe rendere la società più coesa e restituire al paese un nuovo slancio verso il futuro». Per caso sta parlando dell’Italia?

Marcus Prometheus

Davvero geniale, ci mettiamo contro qualcosa di addirittura costituzionalizzato mentre siamo minoranza gia’ criticatissima perche’ PRETENDIAMO (questa volta giustamente) il rispetto della costituzione nel caso dell’esposizione dei crocifissi.
Io sono un iscritto UAAR ma una proposta piu’ assurda di questa non saprei proprio immaginarmela.

alice

mi spieghi come potrebbe essere possibile creare un inno realmente condivisibile dalla popolazione? che per fortuna è un gran calderone di stili e pensieri vari!? a questo punto sarebbe più corretto pensare di abolirlo st’inno nazionale (se proprio non vi fa fare sonni tranquilli!), esattamente come nei luoghi pubblici sembra più sensato togliere il crocefisso piuttosto che inserire i simboli di tutte le possibili religioni per non far torto a nessuno e vivere nel rispetto della pluralità…mah! spero che questa idea infelice venga al più presto abbandonata dalla nostra associazione!!!…. soprattutto mi fa ridere il fatto che sia stata pensata con l’intento di ” restituire al paese un nuovo slancio verso il futuro”…destiamoci va che è meglio!!

Adler Marchi

Onestamente mi sembra l’ultimo dei nostri pensieri. Cambiare l’inno nazionale non e’ una cosa da concorsi e tra l’altro, come la Costituzione, meno ci si mette le mani e meglio e’. Almeno non si fanno danni.

Se comunque volete un parere, a me “viva l’Italia” di De Gregori e’ sempre piaciuto molto 😀

Reiuky

Non la conoscevo.

La sto ascoltando ora sul tubo: bellissima!

paola

è bellissima! ma sono d’accordo con chi dice che cambiare l’inno è inopportuno. Abbiamo urgenze maggiori.

vecchio laico

L’idea non è male ed è per questo su altra “ultimissima” ho chiesto perchè lo chiamano Inno di Mameli e non di Novaro.

Soqquadro

La musica è stata composta da Novaro, ma le parole sono state scritte da Novaro. Mameli era una delle figure “famose” del Risorgimento, ed è caduto in seguito ad una ferita nel combattimento per la difesa della Repubblica Romana (quella soffocata nel sangue dal Papa santificato e dai clericali francesi). Il resto, va da sè.

Marcus Prometheus

ALTRO motivo per tenerci ben stretto ‘;inno di Mameli proprio noi anticlericali!

Soqquadro

Parole di Mameli, dislessia momentanea 🙂
Cmq, aggiungo che più che cambiare l’inno bisognerebbe far ristudiare il Risorgimento, il suo simbolismo, i suoi valori, il suo eroismo laico e profondamente anticlericale. Ci hanno tolto la festa del XX Settembre, hanno coperto le targhe di commemorazione dei repubblicani romani (per poi scoprirle lasciandole cadere nel dimenticatoio), hanno oscurato i combattenti non battezzati indipendentemente dalla loro rilevanza storica (penso al capitano Giacomo Segre a cui non è intitolato nemmeno un vicoletto)… I cattoesaltati vogliono crocifissi ovunque in nome della nostra cultura, quando la nostra Storia, di cui il Canto degl’Italiani di Mameli è simbolo, manifestano ben altri risvolti di questa cultura.

paola

concordo. l’inno si canta senza saperne niente. potremmo anche dire bla bla bla, la gente si riconosce nella musica ( che piaccia o meno)

Macklaus

Bàh… sinceramente di cambiare il testo dell’inno non credo ci sia bisogno, tra le altre cose una proposta in tal senso scatenerebbe un vespaio di polemiche da parte dei soliti chiesaroli che magari non conoscono una parola che sia una dell’inno ma blatereranno anche in questo caso di radici cristiane, cipolle identitarie e patate cattoliche. Lasciamo che la polvere si depositi sulle desuete parole di Mameli, sono solo immagini di un passato che non c’è più non trasformiamole in occasione di scontro per i soliti polli che non vedono l’ora di azzuffarsi nel cortile per avere visibilità.

Marcus Prometheus

NON SOLO DA PARTE DEI SOLITI CHIESAROLI!

Io sono ateo militante ed iscritto all’UAAR, e sono assolutamente contrario a questa pazzia di proporci contro uno dei simboli nazionali, quegli stessi simboli di cui chiediamo di rispettare l’importanza abusivamente messa in ombra da esposizioni ilegali di un simbolo confessionale di parte, il crocifisso.

Macklaus

Sono d’accordo, del resto l’inno comunemente conosciuto e declamato anche nelle occasioni ufficiali è quello in versione ridotta che termina al primo ritornello “siam pronti alla morte, l’Italia chiamò, sì!”

claudio calligaris

impresa coraggiosa quanto improba trovare un nuovo testo per l’inno nazionale, ferma restando la musica
una risposta in positivo alla proposta di mettere la croce sulla bandiera, un guardare al futuro anzichè al passato

personalmente sarei per adottare “bella ciao” in quanto questa repubblica è figlia di quel movimento di resistenza, così come l’inno di mameli è figlio del risorgimento

comunque proviamoci

Marcus Prometheus

Impresa assurda e votata molto piu’ a prestar fianco a critiche, nonche’ al ridicolo del velleitarismo piu’ astruso e piu’ puro, che non a possibilita’ di successo.

Una risposta demenziale alla idea demenziale delle croci sula bandiera.

Ma non conveniva lasciare il demenziale agli altri?

Poveri noi.

Stefano Grassino

Conoscendo come siamo individualisti noi italiani, avremo sessanta milioni d’inni da confrontare e su cui leticare da oggi al 2075.

Magar, bieco illuminista,

Questo di tanta speme oggi mi resta” a scuola dovrebbe averlo sentito parecchia gente…

Il testo dell’inno non è granché, e certi riferimenti oggi suonano irrimediabilmente datati, se non equivoci (Mameli non ce l’aveva con il popolo russo o quello austriaco, bensì con le monarchie assolute e imperialiste di quei paesi, ma lo dice male). Però è anche vero che quel testo riflette – sia pur retoricamente – lo spirito risorgimentale, democratico e liberale da cui ha avuto origine (in maniera più traversa di quanto avessero in mente i mazziniani come Mameli) l’Italia moderna. E che non è corretto leggere un testo decontestualizzandolo brutalmente.

L’altro momento fondativo dell’Italia moderna è il passaggio alla Repubblica, con la Costituzione odierna. Ma per rappresentarne al meglio i principi occorrerebbe un inno legato alla storia dell’antifascismo, sulla cui esperienza la Costituzione si fonda. E dubito che tale scelta risulterebbe bipartisan, ahimé.

Magar, bieco illuminista,

Tra parentesi, l’idea di un testo scritto appositamente per diventare inno nazionale mi attira molto poco. Generalmente ne nasce qualcosa di freddo e artificioso.

E poi non mi pare opportuno conservare la musica di Novaro per un testo del XXI secolo: un pastiche storico poco appropriato.

Marcus Prometheus

Ci manca solo di proporre un inno divisivo, per quanto nobile nelle intenzioni.

marco***

Non mi riconosco in questo inno Nazionale,del resto come può un Ateo sentir dire…”iddio la creò”….ma de che…? questa è un ennesima contaminazione cristicola,come lo sono anche milioni di vie/piazze d’Italia,calendari etc……lo stampo l’hanno messo da tutte le parti tanto per ricordare….

Marcus Prometheus

Ci fossimo imitati a chiedere la soppressione di quelle 3 parolette avremmo sempre fatto la figura dei velleitari, eccessivi, ma almeno coerenti eccetera.

Invece cosi’ facciamo la figura dei velleitari ridicoli ed anti nazionali nel momento in cui sentendosi sotto attacco dalla islamizzazione la maggior parte degli italiani riscoprono il valore della italianita ed anche dei simboli di unita’ nazionale. Altro che volerne di estranei.

Una simile proposta sarebbe assurda ed auto castrante perfino se gli iscritti alla UAAR fossero 4 milioni invece di 4000.

stefano f.

diciamo che in un mondo sempre più globalizzato non si sente, almeno io, la mancanza di simboli come bandiere inni croci ecc. comunque richiamanti ad un’origine, una schiatta che prima o poi viene sempre utilizzata dai potenti per muovere guerre contro “i nemici”.
sinceramente non mi attrae ne l’inno di mameli ne altri, farei volentieri a meno di tutto ciò che Stirner chiamava sovrastrutture concettuali alienanti ovvero simboli di dominio mentale archetipicamente impostici da generazioni per farci sentire appartenenti a “qualcosa” (un governo, uno stato, una religione ecc.) da dover difendere anche con le armi perchè in fondo facente parte di noi… io sento di appartenere solo a me stesso.

crebs

Condivido. Non mi sembra il momento. Rischiamo di fare un favore alla Lega, che lo vuole cambiare per la frase «schiavo di Roma Iddio la creò». La Lega è attualmente più forte di noi e, sempre attualmente, molto identificata nella religione.
NO, non sono d’accordo.

Razionevole

Un’altra figuraccia dell’UAAR? Ragazzi, siate ragionevoli, non è che i sondaggi che fate contino chissà che cosa. Togliere il crocifisso era una cosa giusta, ma avete sbagliato tattica e strategia, momento e modo. Un colossale naufragio. Se volete far cambiare anche l’inno, vi prenderanno a pernacchie. Per favore, ripensateci. Nemmeno i leghisti, che sono al governo, sono stati in grado di far cambiare l’inno. Ripensateci.

Hamvil

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, ed alla fine vinci

Magar, bieco illuminista,

Veramente con i crocefissi non c’è stato alcun naufragio, la sentenza della CEDU sta lì a ricordare che il crocefisso di stato costituisce una violazione dei diritti umani, e questo è un bel successo.

Quanto a toglierli davvero, occorrerebbe una popolazione meno influenzata e influenzabile dalla propaganda vaticana e da quella nazionalista-tradizionalista. Per dirla con Brecht, occorrerebbe sciogliere il popolo ed eleggerne uno nuovo. E questo non è nei poteri delle associazioni laiche…
Nel frattempo, facciamo valere i diritti almeno in linea di principio.

Giorgio Villella

Nel 2000, quando ero segretario nazionale, ho chiesto ad Albertin, che aveva figli in una scuola pubblica con crocifissi in classe, di fare domanda al preside che fosserom tolti, per poter arrivare a una sentenza di qualche tribunale (come la sentenza della Cassazione sul caso Montagnana).
Il preside disse che li avrebbe tolti in estate, cosi’ nessuno se ne accorgeva; poi non mantenne la promessa; allora Albertin chiese formalmnte la rimozione; a grande maggioranza il consiglio di istituto voto’ che rimanessero affissi; ne segui’ un ricorso al Tar, l’invio alla Corte costituzionale, il reinvio al Tar, la bocciatura del Tar, il ricorso al Consiglio di Stato, la bocciatura del consiglio di Stato, il ricorso alla Corte europea:

Siamo arrivati ADESSO a questa sentenza CHE CI HA DATO RAGIONE!

Cosa altro potevamo fare?

Razionevole

Non so, a me sembra che alla fine, a forza di parlare di crocifisso, abbiano finito per metterlo pure dove prima non c’era. Sono d’accordo con la sentenza, riconosco tutto il merito dell’UAAR su questo punto, ma le apparizioni che ho visto in TV di alcuni membri, le loro dichiarazioni, le loro argomentazioni, non mi sono parse così incisive, anzi. Riconosco che in certi ambienti popolati da buzzurri urlatori sia difficile farsi ascoltare per mezzo di argomentazioni pacate, ma la mia impressione è che questa scrocefissazione con sentenza è apparsa ai più come un sofisma, un creare problemi dove non ce ne sono molti. Ora, dell’inno si è parlato tante volte, ma ho di nuovo l’impressione che questa proposta, fatta dall’UAAR, non genererà il consenso che merita, e stavolta non ci saranno sentenze da impugnare.

Ragionevole

Non so, a me sembra che alla fine, a forza di parlare di crocifisso, abbiano finito per metterlo pure dove prima non c’era. Sono d’accordo con la sentenza, riconosco tutto il merito dell’UAAR su questo punto, ma le apparizioni che ho visto in TV di alcuni membri, le loro dichiarazioni, le loro argomentazioni, non mi sono parse così incisive, anzi. Riconosco che in certi ambienti popolati da buzzurri urlatori sia difficile farsi ascoltare per mezzo di argomentazioni pacate, ma la mia impressione è che questa scrocefissazione con sentenza è apparsa ai più come un sofisma, un creare problemi dove non ce ne sono molti. Ora, dell’inno si è parlato tante volte, ma ho di nuovo l’impressione che questa proposta, fatta dall’UAAR, non genererà il consenso che merita, e stavolta non ci saranno sentenze da impugnare.

Paul Manoni

Carissimo Giorgio, la sentenza che abbiamo accolto con gioia e’ stato il frutto di una giusta valutazione di legge, valori e diritti.
Cio’ pero’ non toglie che il cattolico medio sia un perfetto ipocrita di prima categoria, il quale, al momento della sentenza si e’ trovato spiazzato e defraudato di un proprio simbolo.
Tutte cose che gia’ si potevano intuire, ovvio. Cio’ che invece non si poteva immaginare, e’ che molti cattolici, anziche’ rispettare il diritto di tutti, se ne sono altamente infischiati della sentenza e proni alla chiesa, si sono messi a difendere il loro feticcio, con il risultato che la chiesa ne sta uscendo “vittima” di persecuzioni da parte dei laici…e i fedeli si sono avvicinati ulteriormente alla loro religione.
Penso che @Razionevole volesse dire questo.
Ora…in considerazione del vespaio che abbiamo gia’ sollevato, sicuri che non ci siamo montati un po’ troppo la testa con questa nuova stravaganza del riscrivere l’inno!?!?

Màrja

Razionevole ha ragione, per quanto possa essere brutto, ormai questo, per tradizione storica è l’inno d’Italia, non si può pretendere di farne un nuovo, se non in concomitanza con un passaggio di sovranità: se lo stato italiano venisse rifondato, su nuove basi, allora avrebbe senso un nuovo inno, altrimenti sarebbe un cambiamento privo di senso.

Vincibile

Anche io ho il timore di questo genere di reazioni: http://www.laltracampana.com/atei-adesso-bisogna-cambiare-linno-di-mameli/
Purtroppo, pur condividendo il testo della sentenza, non mi è parso che a livello mediatico l’UAAR se la sia cavata egregiamente. L’uditorio è quello che è e certi programmi non sono adatti a discutere argomentativamente. Però non ho visto crocifissi tolti dai muri, casomai qualcuno si è ricordato di rimetterlo. Stavolta non ci sono sentenze da impugnare e non vorrei che l’UAAR venisse bersagliata dai soliti manganellatori clericali per via di questa iniziativa in parte condivisibile ma estramente impoplare.

stefano f.

si ma non prendiamo tutto così sul serio 😉 chiaro che nessuno cambierà mai l’inno nazionale e poi è così brutto che si adatta benissimo alla nazione bruttissima che deve rappresentare hehehe.

CANDYFRUIT

Razionevole ha ragione, pensare di cambiare l’inno mi sembra davvero irragionevole ed eccessivo, per non dire degli orrori letterari che il comitato dovrà leggersi, le capacità letterarie degli italiani, dall’Ottocento in poi sono peggiorate, non migliorate 😀

Marcus Prometheus

Un’altra fguraccia NO.

la prima, purtroppo si’.

Angelo

Ottima idea. L’inno d’Italia ufficialmente non esiste. L’inno di Mameli venne usato in via provvisoria e mai definitivamente approvato. Fu anche soggetto a censure riguardo all’ultima parte in cui si parla dell’Austria. Ci vorrebbe una bella faccia per cantare le ultime strofe durante una competizione sportiva, magari una amichevole contro l’Austria. Una iniziativa per trovare un sostituto adeguato è del tutto lodevole.

puric

no, non è più provvisorio: nel 2006 è stata fatta una modifica costituzionale ed è stato definitivamente stabilito come inno nazionale

Angelo

Non mi risulta alcuna modifica alla costituzione o decreto che stabilisca che l’inno di Mameli sia diventato l’inno ufficiale. Dove hai trovato questa notizia?

Marcus Prometheus

Che all’Austria o a chiunque piaccia o non piaccia, l’unita’ d’Italia e’ stata fatta contro l’Austria.
Amen.
Legittimo e corretto ricordarlo, e gli inni nazionali perfino costituzionaizzati, non si cambiano come calzini, ma sempre hanno riferimenti nel passato, oltre che esprimere voti per il futuro.

puric

@ angelo:
hai ragione, scusa. Nel 2006 è stato presentato un disegno di legge per fare una modifica costituzionale e renderlo definitivo, ma non si è andati oltre il disegno di legge.

davide

ho paura che in questa italia si prenda come nuovo inno la leggenda del Piave

Luth

Tutti gli inni nazionali sono retorici, suvvia. Per ammodernare il nostro con le caratteristiche dell’italiano del XXI secolo, che dovremmo metterci? I mondiali, il cellulare, Sanremo, le escort, i trans, viva Padre Pio e l’oroscopo del mese?

Luth

Dimenticavo, un’iniziativa del genere io aspetterei un po’ prima di proporla. Non è il momento adatto.

Marcus Prometheus

E non lo sara’ per una infinita’ di tempo.
E temo proprio che quando venisse cambiato verrebbe fatto per raccogliere istanze di noi atei.
Mai abbiamo prestato il fianco ad accuse di veleitarismo a livelli iper ridicoli come adesso.

stefano f.

hai ragione, infatti l’ideale sarebbe TOGLIERE l’inno nazionale e non solo in italia ma ovunque, chiaro che stiamo solo parlando di sogni ad occhi paerti, utopie…

Hamvil

Io ne farei volentieri a meno, e lo rimpiazzerei con l’ode alle gioia gia` inno europeo.

“Patriotism is the willingness to kill and be killed for trivial reasons. ” B. Russel.

Marcus Prometheus

L’inno alla gioia e’ gia’ inno europeo.

O vogliamo annetterci l’Europa?

Masque

sono curioso di sentire cosa ne può uscire. ma perché non provare a cambiare anche la musica (che, onestamente non è che sia poi questo granché)?

Marcus Prometheus

A me FRATELLI D’ITALIA VA BENISSIMO, PROPRIO PER I SUOI RIFERIMENTI STORICI.

CANDYFRUIT

io avrei un’altra proposta, che forse verrà subito accolta da questo governo, cambiamo nome alla nostra nazione, chiamiamola Embriolandia e il nuovo inno sarà “embryo, embryo (va bene una piccola licenza in favore dei termini culti) sopra ogni cosa, embryo per te siam pronti al martirio…”

Marcus Prometheus

Ah, ma perche’ se sei cosi’ contrario alla sovranita’ italiana non te ne vai a cercare un’altra?

marco.g.

mettiamo fin che la barca va… mi sembra molto appropriato di questi tempi…
ma non avete altro da postare nelle ultimissime???

Fabio

Ma e’ una proposta seria o una boutade?

L’inno fa schifo. Vabbeh, basta non cantarlo, come gia’ fan tutti.

Marcus Prometheus

E’ una proposta assurda e velleitaria.

L’inno fa schifo a te e piace a me.

Chiedere di cambarlo e’ (assurdo ma) legittimo.
Esprimersi come ti esprimi e’ offendere chi accetta la costituzione ed i simboli di unita’ che essa ha adottato.
A me fa schifo di essere compatriota di chi si esprime come te.

Fabio

Ho sempre pensato che gli atei sono brutta gente.
Addio.Fabio.

orodeglistupidi

L’Italia, nelle viscere degli abitanti di questa penisola, non è mai esistita. Considerato questo, cambiare lo stucchevole inno nazionale è un progetto utile quanto insegnare la macarena alle murene.

Pensateci, vi state condannando a leggere per mesi poemetti raccapriccianti di autori improvvisati.

alfonsotoscano

Non credo che stiano esagerando. Gli Inni europei ormai parlano di Fratellanza, di unione, di libertà. Il nostro parla ancora di guerra e di essere pronti alla morte. Non c’è niente di pacifico nell’inno italiano.

Marcus Prometheus

E la Marsigliese ti sembra pacifica?

Quando i francesi l’aboliranno saro’ d’accordo a rivedere l’inno di Mameli.

Deicida

La Marsigliese esprime sentimenti per degli ideali per cui , ancora oggi, sarebbe possibile battersi e morire, almeno per me. Per uno sciocco ed insulso nazionalismo non si può provare lo stesso sentimento.

darik

era l’ora ke qualcuno ci pensasse sopra! l’inno nostro fa veramente pena!
(eufemismo per non dire ke fa attivare una certa funzione biologica 😉
io ke ho rispetto per i simboli della nazione, mi trovo a disagio a trovarmi allineato
con bossi, sia pure solo in relazione alle parole dell’inno ke, oltre ad essere anacronistike, sono pure di difficile comprensione.
il patriota goffredo mameli, morto a soli 21 anni per il suo ideale di patria può e deve avere
tutto il rispetto dei suoi concittadini. ma non si può per questo pretendere di mantenere i suoi versi nell’inno nazionale.

roberta

i preti sono fratelli del vaticano e i leghisti della padania…non dovresti correre pericoli..

Deicida

Grande Stefano Grassino!!
L’identità nazionale è un qualcosa di cui si dovrebbe andare fieri. Ditemi voi, dopo aver assistito alle sceneggiate sui crocifissi e alle mille contorsioni politico-giudiziarie dei personaggi che ci governano, di cosa uno dovrebbe andare fiero nel definirsi italiano?

puric

perchè uno dovrebbe sentirsi fiero di appartenere a una qualsiasi nazione?
E’ una cosa che ti capita, non ne hai alcun merito (o colpa)

Satiros

Bella iniziativa, da portare avanti.
Craxi propose “Viva l’Italia” di De Gregori negli anni 80; non fu tra le cose peggiori che fece. Dovessimo cambiare sarebbe bello attingere alla migliore canzone popolare italiana.
“Il canto degli Italiani” e’ osceno, incomprensibile e pomposamente ridicolo.
Lasciamo perdere i riferimenti creazionistici per carita’. Musicalmente e’ una marcetta marziale pa-ra-papa’ che non ha nemmeno la solennita’ della Marsigliese. Andrebbe sostituito da un inno piu’ vicino al popolo e, come ben sottolineato dalla proposta UAAR, attinente la realta’ del 2010. Meglio ancora, pero’, sarebbe non avere alcun inno, cosi’ magari ci ricorderemmo che la Repubblica non e’ un totem cui bisogna inginocchiarsi e tanto meno qulacosa per cui essere pronti alla morte, a prescindere. Saluti.

puric

bravo satiros, a parte il fatto che non sopporto de gregori, condivido in tutto e per tutto il tuo intervento! Io agli stati toglierei anche le bandiere e, perchè no, i nomi: alla fin fine gli stati dovrebbero essere solo dei dispensatori di servizi essenziali e garanti della sicurezza e del benessere dei cittadini, in cambio del pagamento delle tasse e del rispetto delle leggi da parte di questi ultimi. Dunque perchè creare sensi di appartenenza e sentimenti nazionali?

roberta

….pero’ ho il forte timore che il nuovo inno possa essere scritto da apicella….^___^

J.C. Denton

È l’iniziativa più demenziale che l’UAAR abbia mai lanciato.
Prego le alte sfere di ripensarci e mi auguro che la maggioranza dei soci si esprima contro!

Della serie: facciamoci del male.

Senza contare che un inno mi sembra innocuo: “Iddio la creò”, e allora? È roba del XIX secolo, non è come il crocifisso nelle aule dei nostri studenti. Non possiamo cambiare la storia, all’epoca certe fregnacce andavano di moda ed è un dato di fatto che non offende nessuno.

Paul Manoni

Concordo…hai centrato il punto.
Ci si sta per attirare tante di quelle critiche che quando tutto sara’ finito, saremo visti come gli zimbelli, pagliacci d’Italia.(e per un’iniziativa cosi’, quasi ce lo meritiamo!)
Mi accodo anchio alla richiesta verso le alte sfere UAAR di ripensare la “trovata”.

LS

concordo

inno orribile ed anacronistico (ma chissenefrega ??)

idea non sufficientemente ponderata (sembra una proposta in stile castelli/calderoli/cota).. lasciamola a loro.. sono ben altri i problemi da affrontare

e poi?? vorrei vedere 60 milioni di italiani mettersi daccordo su qualcosa !!!! 😀

Paul Manoni

QUOTO:@noone @Adler Marchi @Macklaus @crebs @Razionevole
E tutti gli altri che per una questione di spazio non mi metto a citare… 😉

Secondo il mio modestissimo parere, il concorso indetto dalla nostra associazione e’ un’altra trovata, rivolta piu’ a sucitare titoli di qualche giornale per la solita visibilita’, piuttosto che per una concreta proposta di cambio di inno.
Cosi’ facendo si rischia per essere fraintesi da tutti i cittadini italiani sulle nostre reali intenzioni ed i nostri scopi.
Gia’ abbiamo fatto un 48 con la sentenza del crocifisso, rinsaldando le fila dei catto che ora si sentono addirittura defraudati di un loro simbolo. Andare a ficcare il naso nelle parole dell’inno nazionale, valutandolo obsoleto, e riscriverlo, mi sembra una grandissima cavolata, per non dire altro.
Sembra per altro che ci mettiamo in competizione con gli “italioti padan version” e che giochiamo a chi ce l’ha piu’ lungo(…l’inno ovviamente!). Loro con il “va’ pensiero”, noi con “l’ateoinno”…Ma dai!!
Non apprezzo per nulla tale iniziativa perche’ prestera il fianco a coloro che piu’ saranno desiderosi di attaccarci e farci passare da esaltati non credenti.
Passa che a qualcuno di noi non possa piacere…
Passa che tutti quei riferimenti a dio ci irretiscono…
Passa che l’Austria e’ ora nostra amica…
Ma non vi sembra di esagerare sta volta???
IO PENSO PROPRIO DI SI…..;)
E penso anche che siano ben altre le priorita’ dell’Associazione…
Poi…fate vobis 😉

Paul Manoni

Valutate anche che tipo di riscontro avra’ una simile panzanata sulle iscrizioni 2010….
Se si avvicina qualche ateo “nascosto” all’associazione e vede che una delle nostre iniziative e’ cambiare o riscrivere l’inno italiano in chiave moderna, ci prendera’ di sicuro per dei malati di mente.

Marcus Prometheus

Io sono iscritto UAAR da oltre dieci anni e continuero’ ad iscrivermi,
MA SONO ORRIPILATO dal velleitarismo e dalla voglia di farci male di questa iniziativa,
MA anche dallo scarso rispetto per un simbolo nazionale legato al nostro RISORGIMENTO anticlericale.
Mameli mori’ lottando contro il papa.
io lo sento come un simbolo MIO, da ateo ed anticlericale.

sabre03

Ok, comincio io

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta
e col crocifisso
ci fa la minestra
——

Butchers

Secondo me potreste indire una puntata speciale di X-factor.
Per favore, evitate di scadere nel ridicolo.

Kaworu

io abito vicino al Legnano dell’inno 😉 comunque IO lo conosco. e so anche il significato.

se gli italiani sono una manica di capre, tanto vale chiedere a gigi d’agostino di comporre un nuovo inno (o magari a gigggggi d’alessio)

ser joe

Mi dispiace deluderti ma l’Alberto di Giussano non è mai esistito e il monumento a Legnao sembra l’arcangelo Gabriele.

POPPER

cara Alice, io domandavo tempo fa alla Lega se non aveva nient’altro da fare che mappare la Padania, tipo, mettiamo un bel recinto che separa il nord dal sud, oggi direi alla Padania se non ha nient’altro da fare che emettre ordinanze sui crocifissi e sugli immigrati, oltre che attaccare Tettamanzi, e ancora se il PDL non ha nient’altro da fare che difendere il premiere dimenticandosi dei problemi degli italiani.

alice

rimango del parere che mi sembra un’azione assolutamente idiota stare a riscrivere l’inno nazionale, soprattutto poi con l’intendo di renderlo ” realmente condiviso e condivisibile dalla popolazione”…utopia pura, tempo assolutamente sprecato…per favore va facciamo i seri!! sennò comincio a pensare che qualche motivo per non rinnovare la tessera quest’anno ce l’ho!!

POPPER

proporrei meno strofe, a massimo 5, in cui vi siano i valori del Risorgimento, della Resistenza antifascista e della Laicità dello Stato; nessun riferimento a dio come creatore e nessun termine come schiava o termini discriminatori in genere.

A me l’inno di Mameli non è mai piaciuto, nemmeno me lo ricordo.

Marcus Prometheus

Si ed anche i valori di padre pio, senno’ mezzi italiani non ci stanno.

Ma ci siamo proprio bevuti il cervello?

(SONO ATEO MILITANTE ed ISCRITTO UAAR da 10 anni, vedete di NON fraintendermi).

bonini giancarlo

Se non ricordo male, l’inno di Mameli fu ritenuto inno nazionale provvisorio,suscettibile quindi di cambiamento qualora si fosse pensato a qualcosa di meglio o di più attuale.
Purtroppo, quando ancora si sarebbe potuto farlo ( parlo degli anni ’70) non ci si è pensato.
Non ricordo quale presidente della Repubblica ,non molti anni fa, lo ha reso definitivo.
Intervenire ora è molto più difficoltoso,ma ritengo comunque che dovremmo lo stesso provarci.
Se non ci pensiamo noi a mettere il bastone fra le ruote di questa pavida e asservita società che ci ritroviamo…….

Marcus Prometheus

Io sono iscritto uaar contro il confessionalismo e non contro questa societa’.

ANCHE perche’ ne ho conosciute personamente di MOOOOLTO peggiori, quelle islamiche e comuniste per esempio, e nella storia quelle naziste e cristianiste del passato, sempre ultracriminali.

Deicida

L’inno in questione è ancora provvisorio, a norma di Costituzione, nonostante le proposte di modifica della stessa avanzate nel 2006 sotto l’egida della presidenza di Ciampi.
@Marcus Prometheus
Dici di aver conosciuto i mali del Comunismo nella storia: per caso sei un reduce dei Gulag dell’Unione Sovietica??’ Perchè, guarda, qui in Italia, il Comunismo è stato solo ed unicamente sinonimo di lotte per i diritti dei lavoratori e di difesa e tutela dei ceti più poveri e non altro, dato che non è mai stato al governo.

dennet

E’ importante lottare contro i privilegi della chiesa, contro la discriminazione verso gay e non credenti, contro i pregiudizi che ostacolano la ricerca scientifica. Abbiamo un creazionista ai vertici del CNR e non ne fate menzione ma vi preoccupata di cambiare l’inno nazionale.
Non si può e non è giusto cancellare tutti i simboli di matrice cattolica che sono presenti nel nostro paese.

POPPER

caro Dennet, lo stato deve essere laico e non deve avere nessun simbolo di matrice cattolica e nemmeno islamica o di altro genere religioso.

Se fosse per me non esisterebbero nemmeno i simboli cattolici, e se li conosci bene sai anche come vengono strumentalizzati dai politici italiani.

Marcus Prometheus

L’inno di Mameli come TUTTI i simboli del Risaorgimento sono ANTICLERICALI, e non cattolici.
Un certo deismo generico archeologico spinoziano (dio= natura) pre Darwin non significava e non significa nulla.

laverdure

Non giochiamo col fuoco.
Se attiriamo l’attenzione della Curia su questo argomento c’e’ il rischio che propongano
come inno nazionale il Pater Noster o il Te Deum.

Otto Permille

Il termine “fratelli” in “Fratelli d’Italia” è chiaramente di origine massonica.

maurizio

come potrei spiegare cosa ne pensi io, che oltre a essere ateo sono anche anarchico, dell’inno nazionale? potrei suggerire come nuovo inno ‘addio lugano’, ma mi scappa da ridere…
ciao

maurizio

p.s.
anche la prima versione di ‘vengo anch’io, no tu no’ (di Jannacci-Fo) non sarebbe male…
…qui:
http://www.bielle.org/Artisti/JannacciVengo.htm
il testo originale…

darik

comunque l’inno ke rispekkierebbe veramente la situazione attuale sarebbe quello dei
7 nani di biancaneve*
“andiam andiam, andiamo a lavorar..
parapapapara, paraparapapa, papi!….

* berluscolo, tremontolo, brunettolo, bossolo, saccolo, larussolo, calderottolo.

tutti di infima statura: vuoi fisicamente; vuoi intellettivamente (o ambedue).

ugaciaka

scusate, il post sta solo proponendo un alternativo inno nazionale.

Quelli che criticano va anche bene ma…lo sapete vero che l’uaar, nonostante quello che si dice in giro, non ha il potere per farlo? Sì insomma non è la P2…

laverdure

@ Alfonsotoscano

“Non credo che stiano esagerando. Gli Inni europei ormai parlano di Fratellanza, di unione, di libertà. Il nostro parla ancora di guerra e di essere pronti alla morte. Non c’è niente di pacifico nell’inno italiano.”

Guarda che anche la Marsigliese e’ un inno guerriero,del resto fu cantata per la prima
volta,credo,dai volontari popolari che combatterono contro le truppe degli stati europei
che cercavano di affossare la rivoluzione francese.
Eppure non misembra che i francesi abbiano intenzione di cambiarlo.

stefano f.

la marsigliese (conosciuta anche come canto di guerra dei soldati del Reno) fu composta da un certo Rougè de Lisle, ufficiale marsigliese (per l’appunto) dell’armata del Reno.
è intriso di sentimenti patriottici antimonarchici (“un sangue impuro abbevera i nostri solchi”) ma il richiamo a los enfants de la patrie – le jour de glorie est arrivè è un incitamento all’arruolamento per la guerra contro le potenze assolutiste.
un canto di guerra in piena regola.

ateo3

ma la marsigliese è BELLA.

comunque, lasciamo stare la musica di novaro.

Alessandro Bruzzone

A tanto spirito dada non posso non applaudire. Bella provocazione, attendo al varco i bigotti di turno!

Mattia

Perché l’UAAR non propone cose più concrete e serie? Ho paura che anche questa associazione si sia ammalata del virus della cretinite, che in questo periodo storico imperversa e imperversò già in altri. Anziché attaccarsi a pure formalità superficiali che offrono a certi personaggi attualmente al potere un ottimo incoraggiamento contro gli atei, agnostici e razionalisti, cominciamo a diffondere di più i contenuti seri e concreti della laicità, dell’agnosticismo e dell’ateismo tra la gente comune.
Se siete vicino a un cane aggressivo che fate, lo stuzzicate perché vi morda o cercate di ignorarlo e convincere il padrone a mettergli la museruola?
Stavo pensando di iscrivermi all’associazione, ma per il momento aspetterò: condivido in pieno le giuste battaglie con appoggio legale (leggi: laicità dello Stato e crocifissi), ma le stupidaggini sparate a vuoto mi frenano. Già troppi ideali sono stati rovinati dalle scemenze di pochi esaltati, vogliamo diventare sciocchi e rabbiosi come alcuni difensori di molti partiti e religioni?

Andrea (Mi)

Non è detto che se ci si impegni in battaglie “serie” non ci si possa impegnare in battaglie sempre importanti (perchè se il mio inno che mi rappresenta nel mondo inneggia ad ,,astio verso altre nazioni, votazioni a dio, lotte intestine all’interno del paese contro Roma, non mi va) ma sicuarmente di seconda importanza, l’associazione non stia facendo il suo meglio.
La sentenza sui crociffissi che sta scutendo l’Europa dove la metti?
L’appoggio per lo sbattezzo.
Le volte che il vecchio rappresentante dell’UAAR è stato convocato in parlamento per consulenze sulla laicità.
Le campagne ateobus
Non male per un’asociazione di neanche 4000 membri nel paese Cattolico per eccellenza?

Marcus Prometheus

QUESTA pensata e’ autolesionismo ed assurdita’ alla ennesima potenza
Siamo a livelli di ridicolo ed autolesionismo stratosferico
MA
Nossignore.
La UAAR non lo e’ e non lo e’ mai stata.
FINORA la UAAR e’ stata un modello di razionaita’ E RAGIONEVOLEZZA.
SPERO SOLO CHE TORNI AD ESSERLO PRESTO

(M.P. Iscritto UAAR)

Giulano

In realtà c’è poco di pacifico anche in quello francese.. Però come l’hano cambiato i russi nel post-comunismo, lo possiamo cambiare anche noi e renderlo attuale nei temi e nel linguaggio. Sebbene, bisogna ammetterlo, poco mi interesserebbe, avere un nuovo inno nazionale. Alla fine non è che lo canto, io. E poi non mi rappresenta. L’Unità d’Italia, finché le culture tra Nord e Sud rimarranno così distanti fra loro, sarà solo un’unità fittizia.

Marcus Prometheus

I simboli e gli inni si cambiano praticamnte solo quando cade un regime.
Il regime URSS e’ caduto sotto la propria inefficienza economica ed il peso di venti milioni di propri concittadini assassinati.
In Italia che volete cambiare?
Un inno risorgimentale – autore un patriota caduto lottando contro il papa con un inno a padre pio firmato apicella e berlusconi?

Forse continuando con le proposte velleitarie ed autolesionistiche ci si potrebbe anche arrivare, MA PER FORTUNA E’ QUASI IMPOSSIBILE anche questo, figuriamoci un cambiamento che nasca da queste discussioni qua e che soddisfi i proponenti attuali.

RIDICOLO. ASSURDO
AUTOLESIONISTICO.

roanzel

se posso esprimere una mia considerazione personalissima, questa iniziativa sull’inno mi sembra una delle cose più stupide ed inutili che l’UAAR abbia mai intrapreso!!!!!!!!

Non ne vedo il motivo, non ne vedo l’utilità, non ne vedo la connessione con i ns scopi!!!

Andrea (Mi)

Bell’iniziativa, anche se sarebbe da cambiare anche la musica, penserò a qualcosa…
Non credo che però riusciremo a cambiare l’inno veramente purtoppo…

Sandro

Proposta ambiziosa che -se ne verrà diffusa la notizia- sarà subissata di critiche.
Per quel che mi riguarda si può anche mettere “LA TERRA DEI CACHI” di Elio e le Storie tese, che rispecchia il panorama italiano molto più di quanto non faccia l’inno di Mameli…
E questo è il paradosso che tramortisce lo spirito patriottico di molti cittadini (me compreso) schifati da questa nazione.

stefano f.

propongo “elefante bianco” degli Area (grande Demetrio Stratos)!

cefa

pagate voi le spese per il cambio dell’Inno Nazionale ?
Sapete che siamo in crisi ?

Andrea (Mi)

con tutti i soldi che diamo alla chiesa, non mi sembra qusta la spesa che farebbe traboccare il vaso, mi sembra tipo le ordidinarie battaglie contro i fannulloni o le spese ridicule di turno del ministro brunetta.
Si guarda alle briciole quando in giro ci sono i massi

Marcus Prometheus

NON TI PREOCCUPARE
che nessuno cambiera’ niente.
SOLO che l’UAAR ci fara’ una figura cacina.
(ed e’ la prima volta).

Andrea (Mi)

Una canzone partigiana? alla fine è lo sforzo maggiormente rappresentante la resitenza del vero spirito patriota italiano.
Però è solo un sogno, finchè c’è berlusconi al governo poi è addirittura impensabile…

#Aldo#

Invece di commentare vi propongo il mio mini-inno:

http://tinyurl.com/yjj5bdu

Musicalmente nasce dalla fusione del “Canto degli Italiani” di Novaro e di “Bandiera Rossa” (gli incisi dispari sono quelli di Novaro, quelli pari sono quelli di “Bandiera Rossa”), il tutto trasposto in tonalità minore e con qualche modifica all’armonia. Il testo è costruito partendo da alcune delle parole chiave tra quelle più note dell’originale di Mameli, ma col significato appena appena stravolto. Ah, il titolo: “Fardelli d’Italia”.

Che dite, ho qualche speranza di vincere il concorso? 🙂

Deicida

Musicalmente è una pena…..La voce che canta mi ricorda vagamente lo stile di Battiato.

#Aldo#

E’ “una pena” perché è ricavato dalla mescolanza di due brani “penosi” in partenza. Del resto, spero sia evidente l’intento sarcastico col quale l’ho proposto.

#Aldo#

P.S. Dicendo che ho uno stile “alla Battiato” mi rivolgi un grosso complimento! Fossi come lui sarei milionario e non mi arrabatterei certo giorno per giorno a far il mestiere che faccio.

Lino

Ottima iniziativa, tutti quelli che l’hanno letto dicono che l’inno è francamente imbarazzante per l’Italia e non saprei immaginare un’associazione più adatta dell’UAAR per farne una versione moderna e democratica.

dennet

@Popper

Inevitabilmente l’italia rimarrà intrisa di simboli provenienti dal cristianesimo.
Buona parte delle piazze e delle strade prendono nomi da santi, contiamo gli anni dalla nascita di Cristo, studiamo le opere di Dante e Michelangelo. Non puoi cancellare secoli di storia e cultura. L’inno fa parte della nostra storia e della nostra cultura e certamente non viene compromessa la laicità dello stato mantenendo l’inno di mameli.

Marcus Prometheus

Dove e’ il cristianesimo nell’inno di Mameli?
I riferimenti sono classici.
Dia prima di Darwin era quasi un’ipotesi obbligata,
MA genericissima.
Deus sive Natura, dei pagani, la dea Vittoria, la dea Roma.
A simile voglia di darsi la zappa sui piedi per motivi inesistenti, speriamo che il FATO non ci voglia punire con un inno a padre pio.
I velleitari comunque se lo meriterebbero per la cattiva figura imposta ad una organizzazione seria e nobilissima come l’UAAR.

alice

concordo pienamente…mi sembra che con questa iniziativa ci stiamo veramente orientando verso il ridicolo!!

Giorgio Villella

Dunque la musica sara’ praticamente impossibile modificarla visto che l’inno e’ stato costituzionalizzato.
Se, ripeto SE, salta fuori un testo piacevole e interessante, che merita di vincere, se riusciamo a pubblicizzarlo per bene, forse i tifosi della nazionale di calcio o di Valentino Rossi appena viene suonata la musica possono intonare le nostre parole, alternative a quelle ufficiali che non sanno; o degli studenti in gita scolastica; o durante le manifestazioni nostre o di altri.
Sarebbe un testo alternativo piu’ orecchiabile e simpatico che potrebbe avere una certa diffusione:
per esempio io, quando i miei figli piccoli sentivano cantare da parenti o amici
“tu scendi dalle stelle,
o re del cielo,
e vieni in una stalla
al freddo e al gelo”
aggiugevo subito “ben gli sta”
e dopo le prime volte lo cantavano anche loro cosi’ e i loro amici ridevano e cantavano cosi’ pure loro.
Certo che se il nostro inno prendesse a funzionare ne verrebbero fuori delle parodie che prenderebbero pure piede, e allora? Non saremmo riusciti a migliorasre la situazione rispetto ad avere un inno clericale e fascista e basta?
Il tutto praticamente gratis e divertendoci.
Quante critiche mi sono sentito, da soci e dirigenti, quando ho inventato “lo sbattezzo” e “scrocifiggiamo l’Italia”; quanto ho dovuto insistere perche’ si facesse la campagna degli Ateobus!
Insomma se la situazione e’ tragica, rispetto al clericalismo, qualunque tentativo di migliorarla e’ meglio che lasciare le cose come stanno.

Bruno Gualerzi

“Quante critiche mi sono sentito, da soci e dirigenti, quando ho inventato “lo sbattezzo” e “scrocifiggiamo l’Italia”; quanto ho dovuto insistere perche’ si facesse la campagna degli Ateobus!
Insomma se la situazione e’ tragica, rispetto al clericalismo, qualunque tentativo di migliorarla e’ meglio che lasciare le cose come stanno.”

E’ proprio questo il punto. Almeno per quanto mi riguarda, giunto da poco a conoscenza di UAAR, ne ho subito condiviso e difeso ‘sbattezzo’ ‘scrocifissione’, ‘ateobus’ contro il parere di tanti che le hanno ritenute campagne controproducenti.
Questa invece del riscrivere l’inno nazionale, non con intenti dissacratori, ma per farlo diventare una ‘cosa seria’ (almeno così mi è parso di capire), mi sembra poco qualificante. Per non ‘lasciare le cose come stanno’ – senza per questo mobilitarsi in una campagna, ci mancherebbe! – sarebbe però più qualificante per un’associazione come UAAR sostenerne l’abolizione in quanto ‘inno nazionale’.

Marcus Prometheus

Praticamente GRATIS, da difensori di valori costituzionali come la laicita’ e l’espulsione di simboli non costituzionali (crocifisso) da scuole uffici statali e tribunali con questa proposta autolesionistica ci mettiamo ad attaccare un simbolo costituzionale.

Povera Uaar, caro Villella.

Eppoi con motivazioni sbagliatissime, assurde, incolte come inno clericale e fascista.

Il Risorgimento ed i Regno d’Itaia fino a Mussolini sono stati l’unico periodo della storia d’Italia ne quale l’Itaia e’ stata anticlericale ed ha ricercato ufficialmente il valore della laicita’.
Accusare un inno adottato nel 1947 dalla assemblea costituzionale antifascista di fascismo e’ il massimo dell’assurdo, anzi, no anche accusare il risorgimento di fascismo nel secolo precedente a quello di Mussolini e’ una bella realizzazione.

Poi la scelta del momento, per attaccare un simbolo costituzionale mi sembra ancora piu’ assurda.
Proprio mentre ci facciamo paladinei della costituzione NON rispettata dai clericali che impongono loro simboli NON costituzionali.

FOLLIE STRATOSFERICHE
AUTOLESIONISMO.

Paul Manoni

“SBATTEZZO” e “SCROCIFIGGIAMO L’ITALIA”
Sono iniziative mooolto interessanti e moooolto giuste e qualificanti.
Ma soprattutto riguardano un’ingiustizia nei confronti dei non credenti che si vedono IMPORRE da una religione, le proprie credenze…
In questo caso LA RELIGIONE CENTRA POCO e l’inno nazionale e’ semplicemente figlio del suo tempo…
Se quella volta ritenevano opportuno inserire certe credulonerie, in un inno pazienza…
Al giorno d’oggi le cose sono diverse… 😉

Magar, bieco illuminista,

Devo concordare con Marcus Prometheus, accusare di “fascismo” e “clericalismo” un inno scritto da un mazziniano morto per difendere la Repubblica Romana da Pio IX, e scelto dai padri costituenti, antifascisti, come inno nazionale per la nascente Repubblica Italiana non è accettabile.

Per carità, in sede di dibattito storiografico si può dibattere su quanta parte del nazionalismo mazziniano (e.g. nella forma dell’irredentismo di Trento e Trieste) abbia finito per alimentare involontariamente il nazionalismo di destra. O su quanto l’operato di Mazzini fosse influenzato da un certo pathos religioso. Di qui però a fare del repubblicanesimo risorgimentale l’anticamera del fascismo o il baluardo del clericalismo ce ne vuole parecchio.

Giorgio Villella

Riconosco di aver scritto “clericale e fascista” senza pensarci troppo; me ne scuso.
Pero’ un inno che – AL GIORNO D’OGGI – recita “che Iddio la creo'”, secondo me va aggiornato. Come va aggiornato il suo nazionalismo guerriero.

Continuo a non capire per quale motivo avremmo sbagliato a porre in discussione questo inno nazionale cosi’ discorde dalla nostra Costituzione e adesso anche dal Trattato europeo entrato in vigore una settimana fa. Ma sul serio e’ considerato intangibile (=sacro?) un testo che incita all’odio e alla guerra contro i nemici di 150 anni fa? Secondo i critici dell’iniziativa questo inno dovra’ essere eterno?

Paul Manoni

@Giorgio Vilella
“Iddio la creo” siamo tutti d’accordo che non sta bene ai piu’, in quanto non credenti.
Sul “nazionalismo guerriero” di cui parli ho ragione di dissentire. D’accordo che tutti qui ripudiamo la guerra come strumento di offesa, ecc, ecc. Ma se ci pensi bene, l’Italia, cosi’ come il 75% delle nazioni penso, e’ nata da diverse guerre e da diversi tipi di sentimenti “nazionali” e “patrioticci”, o sbaglio?
Non ci vedi dei sentimenti “Nazionalistici e guerrieri” nelle gesta di quegli ateacci impenitenti di GARIBALDI&C.???
L’inno nazionale italiano e’ semplicemente figlio del suo tempo, e come tale va’ preso per quello che e’… 😉
Qui di sacro c’e’ rimasto ben poco, fortunatamente! 😉 L’inno non e’ intangibile e men che meno eterno…
Resta da capire come mai noi atei, che di “simboli” istuzionali come l’inno ce ne dovremmo fregare altamente (a meno che non si adottino inni RELIGIOSI, ovvio), ci dovremmo cimentare nella stesura di un inno A NOI piu’ consono.(???)
Secondo me:
1-Non e’ ancora il momento e l’iniziativa UAAR sara’ piu conroproducente che altro.
2-Se si fa’ per una questione di visibilita’, allora la storia cambia, ma aspettatevi tante di quelle critiche da parte di tutti gli italiani, che a confronto, quelli sulla sentenza della CEDU potremmo considerarli elogi.

darik

x dennet.
laicità a parte; l’inno è decisamente sgradevole!

forzalube

L’inno sarà desueto, di difficile comprensione e pieno di difetti, però francamente è una cosa a cui non ho mai dato peso.

Sono iscritto da quasi 10 anni e questa è la prima volta che reputo un’iniziativa UAAR inutile ed anche un po’ ridicola (davvero si pensa di poter cambiare l’inno? e davvero si pensa che “«un nuovo inno, realmente condiviso e condivisibile dalla popolazione, potrebbe rendere la società più coesa e restituire al paese un nuovo slancio verso il futuro»?).

Stiamo portando avanti battaglie più serie e con maggiore possibilità di successo, i 1000 euro per il futuro vincitore mi sembrano davvero sprecati.

Per non parlare degli strafalcioni presenti nel comunicato sopra. Ad esempio, non è “il paese” ad essere “schiavo di Roma”, ma la “vittoria” ed in questa frase “Roma” è senz’altro da intendersi come una sineddoche e sta ad indicare l’Italia stessa.

Senza contare il fatto che questa proposta è francamente quanto di più impopolare ci potesse venire in mente. Ma chi è che ha avuto questa pensata nelle alte sfere?

dan

«speme» è abbastanza ridicolo e obsoleto come termine, ma «squilla» e «stringiamci» non mi pare siano incomprensibili….poi se ci dovessimo basare su cosa la maggior parte della popolazione è in grado di capire dovremmo cancellare il 90% della divina commedia

Stefano Grassino

……………Il 90% della Costituzione, della Storia d’Italia, della Lingua Italiana, della cultura in generale e piangere sull’elettroencefalogramma piatto di tutta la stragrande maggioranza dell’italiche genti rallevate da 1700 anni dalla genìa pretesca.

Sephiroth 1311

Anche secondo me quest’iniziativa è una str…
Le prime strofe dell’inno, quelle che vengono cantate, vanno benissimo così.
Non possiamo condannarle solo perché vi viene nominato dio, suvvia.

SkepticRebel

@ forzalube
che scrive: “davvero si pensa di poter cambiare l’inno?”

No, l’intento dell’iniziativa non è quello e mi pare anche abbastanza scontato che non sia così! C’è piuttosto un intento polemico sulla rappresentatività dei simboli: si ritiene, a ragione, di poter produrre un testo molto più rappresentativo dell’attuale, instillando qualche dubbio.

Paul Manoni

E poi???………………..
Cosa si conclude, riscrivendo l’inno alla atea maniera!?!?
Dopo aver ottenuto un inno nazionale piu’ rappresentativo, piu’ laico, scritto in un italiano migliore, ecc, ecc…Cosa concludiamo!?!?!
Di contro…
Cosa succede se l’iniziativa viene anche solo notata da chi ci contesta???
Da chi non aspetta altro che cadiamo in fallo con iniziative estremiste???
Da chi non vede l’ora di farci passare per idioatei???
Gli unici fenomeni che hanno proposto una simile sciocchezza sono:
Lega Nord.
Craxi.
A voi le coclusioni…

brikko89

Invece di pensare ai problemi seri pensate a queste cazzate!!!!
A questa maniera date solo appigli a chi vi critica e vi macchiate di un estremismo simile a quello religioso

Francesco Basso

L’inno nazionale mi pare decisamente brutto e fuori dal tempo. Una volta ho provato a cantarlo per conto mio, riflettendo sulle parole e mi sono sentito molto in imbarazzo: culturalmente non mi rappresenta in nulla. Quando ho fatto il militare (non ci posso credere: l’ho fatto davvero!!!), eravamo obbligati a cantarlo spesso: io mi vergognavo da morire, quindi muovevo solo le labbra, oppure inventavo al momento parole diverse che cantavo sottovoce in modo che mi sentisse solo chi mi stava di fianco.
Ma uno degli aspetti più sgradevoli è l’obbligo di cantarlo, assieme alla cultura patriottica che si alimenta anche di semplificazioni retoriche ed emotive come un inno nazionale (dovunque, non solo in caserma).
Il problema, per come la vedo io, non è tanto che un inno abbia questo o quel contenuto (cosa comunque da rilevare criticamente), ma proprio CHE CI SIA UN INNO e che se ne senta la necessità. Credo che ci sia bisogno piuttosto, per promuovere una convivenza civile di scardinare criticamente una cultura che si nutre di grandi semplificazioni (nel caso dell’italia, Dio-Patria-Famiglia, anche se a mia volta sto semplificando, sorry) attraverso strumenti come, anche, l’inno nazionale.
Credo che ormai gli inni abbiano (spero) fatto il loro tempo, quindi trovo più sensato superarli, sostituirli con un tentativo di costruire le identità assieme (anche quelle laiche-liberali-umaniste), oltre confini nazionali che, mi pare, sono, almeno in Europa, sempre più fittizi.
Insomma, anche a me suona male questa nuova iniziativa.

Magar, bieco illuminista,

“Estremismo” mi pare una parola grossa, tantopiù se “simile a quello religioso”: mettere in dubbio l’adeguatezza di un testo ottocentesco a rappresentare gli ideali civili del 2010 non è un’azione da guerriglieri nella jungla (o da talebani sulle montagne).

Tantomeno mi sembra che si possa dire che l’UAAR non si occupa dei problemi seri!!

Semmai ho l’impressione che certe critiche mosse al vecchio inno siano un po’ approssimative, come è già stato evidenziato. A cominciare dal riferimento a Dio, che in quel periodo non era generalmente pensato come esclusivo nei confronti di una minoranza.

Fri

È vero, l’inno d’Italia ha un testo poco moderno e una musica mediocre, ma mi associo a chi ritiene questa iniziativa inutile e financo controproducente.

darik

io sono sicuro (meglio, convinto pienamente) ke l’intenzione dei dirigenti uaar su questo tema sia quella di non andare oltre la provocazione intellettuale dei propri soci; oltre ad un minimo
di rientro pubblicitario qualora l’iniziativa uscisse da questo ambito. insomma, come si suol dire, aggiungere un po’ di sale in pentola….
è altresì impensabile, data la natura dell’associazione, pretendere qualcosa di diverso da
quanto sopra.
mi sembrano del tutto sproporzionate e e irriflessive le reazioni di tanti ke sono arrivati
addirittura a insultare la dirigenza uaar.
detto ciò; confermo quanto già detto; e non solo da oggi:
l’inno nazionale italiano fa pena! ovviamente: i.m.h.o.

alice

non mi sembra di aver visto insulti alla dirigenza, solo una netta e legittima disapprovazione da parte di alcuni!
e voglio sperare che in questa associazione si possa continuare a disapprovare qualora una persona lo ritenesse opportuno! sarebbe grave se così non fosse, non credi?

car80

Già perché la marsigliese che parla di sangue impuro…
Che polemiche sterili veramente, io non sono credente, sinceramente non mi sento discriminato dall’inno nazionale, mi sento diverso perché faccio parte di una minoranza, ma al limite piuttosto solo che entrare nella vostra prigione ideologica. La differenza tra voi e la chiesa è che voi non avete nessun potere.

car80

@ darik
Certo l’uaar è senza peccato, allora fatevele in privato per favore davanti ad un bicchiere di vino, perché su internet vi vedono tutti nel vostro splendore.

car80

Già meno male, perché potrei mettere in difficoltà l’altro con la mia bellezza 🙂

GMF

Quest’anno non ho rinnovato la mia iscrizione all’UAAR, quest’ultima risibile iniziativa mi sta convincendo a non farlo neppure per il 2010 e a dare il mio 5 per mille a quache altra associazione.

CandyFruit

Io ritirerei questa proposta. Non solo può risultare molto controproducente per la causa laicista, ma non la condivido su diversi punti: primo, non sono le parole dell’inno ad essere brutte, ma è la musica, se la musica fosse più bella, le parole andrebbero in secondo piano. secondo, non mi sembra giusto cancellare le parole dell’italiano classico, la nostra lingua si sta impoverendo, almeno conserviamo in uso qualche testo con un lessico differente da quello comune. Sono a favore arcaismi linguistici, la loro presenza in testi diretti al grande pubblico dovrebbe essere un incentivo all’approfondimento della conoscenza del lessico italiano. Non lo trovo discriminatorio verso le donne, perché fratelli, a parte l’allusione massonica, include sia femmine che maschi. La menzione di dio è generica e può essere interpretata in vario modo, non si tratta per forza del dio cristiano, può essere inteso anche nel senso assolutamente ateo di destino, corso storico. Il riferimento a dio, del resto, ha un valore meramente retorico. Anche nell’uso comune, spesso si esclama “mio dio!”, e lo fanno anche gli atei e gli agnostici, e questo non comporta certo una professione di fede. Quanto ai riferimenti bellicosi, anche questi, sono un retaggio storico, sono il riflesso delle vicende da cui è nata questa composizione. Del resto la nascita della nazione italiana è avvenuta attraverso una serie di guerre. E’ inutile voler cancellare questo elemento. Poi vedo addirittura che alcuni per inno nazionale vorrebbero una canzone “pop”, questo mi sembra veramente fuori luogo. Per l’inno serve una composizione di stile classico.

Stefano Grassino

Neanche io mi riferisco a te sia chiaro ma voglio sottolineare che fare una proposta è legittimo. Che diamine, se io faccio una dichiarazione d’amore, nei dovuti modi, pretendo, se non piaccio, un no educato. Mica mi si può dare una pentolata in testa.

Bruno Gualerzi

E la madonna! Anch’io ho mosso alcune critiche su questa proposta ritenendola, più che inutile, male impostata… ma da qui a sputare con tanto livore su UAAR ci vuole proprio tutta la supponenza di alcuni che frequentano questo blog.

Billy Belial

Secondo me ci starebbe bene il Nessun Dorma della Turandot. Epico

fab

Ecchilo, ‘n antro inno italiano!

LA SOCIETA’ DEI MAGNACCIONI

Fatece largo che passamo noi,
li giovanotti de sta Roma bella,
semo ragazzi fatti cor pennello,
e le ragazze famo innamorà.
e le ragazze famo innamorà.

Ma che ce frega, ma che ce importa,
se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua,
e noi je dimo, e noi je famo,
c’hai messo l’acqua, e nun te pagamo, ma però,
noi semo quelli, che jarisponnemo n’coro,
è mejo er vino de li Castelli
che de sta zozza società.

Ce piacciono li polli, l’abbacchi e le galline,
perchè so senza spine,
nun so come er baccalà.
La società de li magnaccioni,
la società de la gioventù,
a noi ce piace de magna’ e beve,
e nun ce piace de lavora’.

Osteee!!

Portace n’artro litro,
che noi se lo bevemo,
e poi ja risponnemo
embe’, embe’, che c’è?

E quando er vino, embe’,
ciariva ar gozzo, embe’,
ar gargarozzo, embe’,
ce fa n’ficozzo, embe’.

Pe falla corta, per falla breve,
mio caro oste portace da beve,
da beve, da beve, zan zan.

Ma si per caso la socera more
se famo du spaghetti amatriciana,
se famo un par de litri a mille gradi,
s’ambriacamo e n’ce pensamo più
s’ambriacamo e n’ce pensamo più.

Che ciarifrega, che ciarimporta,
se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua,
e noi je dimo, e noi je famo,
c’hai messo l’acqua, e nun te pagamo, ma però,
noi semo quelli, che jarisponnemo n’coro,
è mejo er vino de li Castelli
che de sta zozza società.

È mejo er vino de li Castelli
che de sta zozza società parapappappa’

#Aldo#

Ma non doveva essere un inno ITALIANO? E allora, perché non scriverlo IN ITALIANO? Cioè, io sono un appassionato del dialetto delle mie zone, ma non mi passa neppure per l’anticamera del cervello di imporlo al di fuori della zona di provenienza. Invece questo romanesco ce lo ficcate tra capo e collo in ogni luogo e in occasione. Cos’è, un rigurgito d’imperialismo? Un modo di segnare la conquista del territorio simile a quello di chi costruisce campanili e minareti? In questo modo riuscite solo a renderlo odioso per la sua invadenza.

libero

Linno detto di Mameli non è stato scritto da Mameli bensì da un certo Atanasio Canata, comunque andrebbe cambiato.

Marcus Prometheus

Il senso di rotazione terrestre e’da troppo tempo quello che e’.
E’ nettamente superato dal progresso dell’Eurabia
Propongo mille euro di premio a chi lo cambia.

car80

@ Marcus
Scusa ma perché parli di Eurabia? La diffusione della lingua araba nelle scuole e tra la popolazione ti sembra veramente in progresso? Simile alla diffusione dello spagnolo degli USA? In Germania, Olanda, Belgio e paesti nordici la maggioranza dei musulmani sono turchi e curdi. In Francia neri africani che non parlano l’arabo. Dove la vedi sta’ Eurabia? Secondo me guadagneresti in credibilità utilizzando semplicemente frasi come l’islamizzazione dell’Europa (perché poi è quello il concetto che stai esprimendo) Se poi vuoi dire che esiste una tendenza a voler guardare la storia solo dal punto di vista dei crimini commessi dagli europei e non di quegli innumerevoli commessi dagli arabi come la tratta degli schiavi neri corano alla mano che si è trasformata contrariamente alla tratta commessa dagli europei in un vero e proprio genocidio per castrazione ok, ma non so se il termine eurabia sia appropriato.

Sephiroth 1311

Ma prima di avviare un’iniziativa del genere non era possibile chiedere il parere degli iscritti?
Ho la netta impressione che non sarebbe passata…

Giorgio Villella

La gestione assembleare delle iniziative da prendere porterebbe alla paralisi delle iniziative.
Come si esprimono i 3900 soci Uaar?
3000 hanno un indirizzo e-mail (qualcuno non funzionante); 900 non ce l’ha o non ce lo vuole dare.
E le discussioni che precedono la votazione come avvengono?

L’Uaar e’ democratica perche’ ogni tre anni tutti i soci, con pari poteri, eleggono i loro delegati al congresso sovrano che daranno la linea per i prossimi tre anni con le mozioni che tutti potranno presentare, che potranno cambiare lo statuto, che eleggeranno il segretario.

car80

@ Villella
Io non metto in discussione il funzionamento della vostra associazione, semplicemente questa iniziativa partorita democraticamente o meno, mi sembra ridicola, come ho sempre sentito un certo disagio nel leggere di vostri membri che si rifiutano di votare in presenza del crocifisso pensando a tutte le persone che il diritto di voto non ce l’hanno o è finto. Piuttosto l’amarezza nell’entrare in un seggio elettorale è non sapere cosa votare per difendere la laicità. L’occasione c’era con la Rosa nel Pugno. La presidente di Arcitrans aveva invitato a votare per loro. L’Uaar neanche quello (liberissimi di tenrvi la corrente terzomondista filopalestinese per cui i radicali sono il braccio dell’asse americano-sionista), ma poi non lamentatevi se anche l’unico partito laico muore fagocitato dal pd. E non venitemi a parlare di Bertinotti che ha definito GPII il primo papa no-global.

Sandra

Gli inni di Olanda, Svizzera, Norvegia, Svezia e Gran Bretagna nominamo Dio, anche piu’ di una volta. L’anacronismo di un inno non e’ la cosa importante. Il motto sullo stemma olandese, riportato su ogni passaporto, e’ scritto in francese, e nell’inno si parla di fedelta’ al re di spagna. Non mi sembra che gli olandesi siano turbati da queste cose, che sono retaggio della loro storia, ma che non hanno impedito di progredire.
L’inno di Mameli non mi e’ mai piaciuto, le parole sono eccessive, e la musica e’ una marcetta che non evoca solennita’. Anni fa si era proposto Va’ pensiero, ma non si che fine abbia fatto, ma leggo che l’inno di Mameli e’ stato reso definitivo. L’evidente spregio che Berlusconi ha mostrato con la sua delicata mimica nei suoi confronti mi hanno fatto cambiare idea, almeno per ora. Cercare un nuovo inno per la fase successiva, quando finalmente ci sara’ e se ci sara’, e’ una bella sfida, trattandosi di trovare valori e principi in cui gli italiani si riconoscono.

Stefano Grassino

“trattandosi di trovare valori e principi in cui gli italiani si riconoscono.”

Le raccomandazioni, le bustarelle, passare con il rosso, evadere le tasse, saccheggiare le casse dello stato, andare a braccetto con un mafioso, ricevere favori dando il proprio voto e quello di tutta la famiglia, baciare la mano al vescovo che ti raccomanda la moglie in RAI, la moglie che la dà al vescovo per entrare in banca, costruire abusivamente in attesa del prossimo condono, inquinare per non spendere in opere idriche, lavorare in nero, far lavorare in nero, far lavorare il nero pagandolo un terzo di quello che gli spetterebbe per legge, farsi gli affari propri, reclamare i diritti senza preoccuparsi dei doveri, chiedere lo stipendio senza lavorare, far lavorare cercando di non pagare il lavoratore, inciappettare il prossino suo come il prossimo suo inciappetterebb lui alla prima occasione possibile……………..etc. etc. etc.

darik

ben detto stefano!
……valori ke hanno trovato il loro logico sbocco nel presidente del consiglio
ke “tutti” ci rappresenta”.

Stefano Grassino

Contrapporre Pertini a Berlusconi è come far giuocare una partita tra il Barcellona ed il Canicattì. Abbi pazienza, non ti offendere ma cerca un’esempio più difficile.

Near

@ Stefano.

Hai appena fatto una summa esemplare dei veri valori della tradizione italica.
A questo punto sul crocifisso appeso sui muri degli edifici pubblici, più che il Cristo, meglio sarebbe appenderci la statuina di Barabba.

Stefano Grassino

Barabba sarà poi stato una brava persona? Alcuni storici sostengono, per quel poco che ne sò, di si. Qualcuno può illuminarmi?

Deicida

Pare che fosse la stessa persona di Gesu il nazoreo.
Baar a Ba significa “figlio di dio”.

Toptone

Lasciate perdere l’inno, non è cosa e il momento storico è il peggiore possibile per proporre una cosa del genere.

Però – devo dirlo – sono curioso di leggere (e sentire) le alternative moderne a Mameli.

bonini giancarlo

@Marcus Prometheus
Ti leggo sempre volentieri nella mailing list , apprezzo i tuoi studi storici sul cristianesimo e sull’ebraismo e posso capire il tuo risentimento contro certi regimi che ti avranno di certo oppresso e che di certo noi abbiamo evitato per i tanti motivi che di solito elenchi e sui quali si può anche discutere, ma non qui.
Dicendo società pavida e asservita, intendevo al clericume dilagante; proprio oggi sulle reti rai e mediaset imperversavano le varie madonne,con seguito di veggenti (autorizzati e no), tutti senza il minimo contrario, ascoltati e riveriti dai vari conduttori.
Proviamo solo ad immaginare se in pieno programma fosse entrato qualcuno di noi e avesse detto, pacatamente e seriamente di ritenere tutto ciò delle emerite str. zate……

ferdinando

Salve a tutti,concordo pienamente che si provveda,in qualche maniera,a cambiarlo!Pensate che negli anni ’60 quando andavo alle elementari ero costretto a cantarlo ogni mattina tutta la scolaresca in piedi sull’attenti e chi faceva finta di cantare non faceva la ricreazione!Si andava a scuola anche di sabato,poi la domenica l’immancabile messa col maestro e la moglie,aveva un fratello prete.Pensate un po cosa ho dovuto sopportare.Ciao a tutti

car80

Io a scuola (anni ’80) ho imparato l’inno italiano e la marsigliese e non facevo finta di cantarlo anche se sbagliavo sempre dicendo “si è rotta la testa” :-). Nessuno faceva l’ora di religione perché il maestro pur cattolico non la faceva per nessuno e non esonerava gli studenti che partecipavano alla prova della comunione costringendo il prete a farla di pomeriggio. Quindi non vedo il rapporto tra la questione dell’inno nazionale e la laicità dello stato. Sei stato semplicemente sfortunato per il periodo storico, o per la scuola che hai frequentato.
Saluti

ser joe

Ma! io proporrei dall’opera Rigoletto: “Cortigiani, vil razza dannata a qual prezzo vendeste l’Italia…..

Giovanni Bosticco

Voglio fare un tentativo.
Oh atei d’Italia,
la UAAR s’è desta;
di storie pretesche
c’ha piena la testa.
Dov’è il laicismo
lì porga la chioma:
del papa di Roma
i servi non siam.
Continuate voi.

Tiziano

secondo me, non è giusto riscrivere l’inno d’Italia perchè, seppur è un inno che è ricco di parole religiose e anche se non lo conosce nessuno, è un inno che tratta molto la storia d’italia.
Io lo conosco quasi tutto e parla del popolo italiano che sin dai tempi di Scipione (nel testo Scipio) è stato diviso e che ora vuole riconciliarsi. Non mi sembra affatto una buona idea riscriverlo.

Ps non c’è nemmeno l’ombra di un qualsiasi verso in onore del pontefice o del clero

Giovanni Bosticco

E’ giusto.
Non possiamo abolire sempre e dovunque
qualsiesi cosa abbia lontane origini religiose.
Non so perchè la Svizzera abbia una croce
nella bandiera, ma è così da due secoli, e
se la vedo penso alla Svizzera, non alla
religione. So invece che la Croce Rossa è
una derivazione del drappo elvetico, con
i colori scambiati.
Allora dovremmo cambiare nome alle Olimpiadi,
perché se andiamo sull’Olimpo non troviamo
nessun dio.
Tenere crocefissi nelle aule è invece un gesto
chiaramente integralista.

car80

Deicida
“La Marsigliese esprime sentimenti per degli ideali per cui , ancora oggi, sarebbe possibile battersi e morire, almeno per me.”

Penso che sia l’inno più fischiato al mondo dagli stessi cittadini francesi di religione musulmana contro uno “sciocco nazionalismo” ma a favore di un altro tipo di nazionalismo (il loro). E i calciatori non la cantano perché non la sanno, ma per motivi ideolgici. Ultima invenzione dei francesi, proposta di vietare durante i matrimoni le bandiere straniere.

Stefano Grassino

Tu sei solo un provocatore. Cerchi la lite ed io approfitto per dire a tutti coloro che scrivono su questo sito di non risponderti.

car80

Fallo pure Stefano, da uno che ha come modello Robespierre e taglierebbe la testa a chi non la pensa come lui, è un onore ricevere queste definizioni. Ma cosa ti da fastidio, che i francesi sono nelle canne più di noi? Che dopo aver tolto i crocifissi si ritrovano l’islam fino dentro alle orecchie? Tu passi il tempo a dire che gli italiani fanno schifo, io mi limito semplicemente a relativizzare quello che dici, se poi nessuno mi risponde, non me ne frega proprio niente. Questo è l’unico sito che ho frequentato dove chi la pensa diversamente (pur essendo ateo e dunque in linea con la cultura del sito) viene o squalificato come troll o come provocatore. Tra l’altro il dibattito sul cambiamento della marsigliese perché inno violento e razzista (sangue impuro) è stato fatto anche in Francia e i verdi si rifiutano sistematicamente di cantare la marsigliese.

Stefano Grassino

@ car80

Tu non la pensi diversamente. Tu fai solo provocazione. Sappi caro il mio troll che quando trovo dei credenti intelligenti e pronti al dialogo, non mi tiro indietro. Discuto, accetto le loro opinioni e le rispetto. Sono quelli come te che manderei (peccato che non ne abbia il potere) a fare una vacanza in un agriturismo in Siberia.
Le panzane che racconti tu, sei pregato di documentarle (cosa che non fai mai) oppure vedi di tacere e di non rispondere fischi per fiaschi. Ti ricordo quello che dissero sia il grande Imperatore Federico secondo di Baviera “Tre uomini hanno ingannato l’umanità: Abramo, Gesù Cristo e Maometto. Quando mai finirà questo imbroglio?” ed il grande Illuminista Montaigne: le tre religioni monoteiste sono nate nello stesso punto che è il posto più caldo del mondo ed il caldo si sà, dà alla testa.

car80

@ Stefano
Al di là del fatto che mi ricordo di aver già discusso con te e di essermi trovato d’accordo su altri argomenti e a quell’epoca il tuo tono era cordiale, su questo filo c’è gente che racconta che negli altri inni stranieri non esiste richiamo a dio e alla violenza e tu ti occupi delle mie “panzane”. Al di là del fatto che ho messo un link su di un argomento importante proprio su questo filo. Quel libro scritto da un musulmano è molto interessante perché cita tutti i passaggi del Corano che giustificano la schiavitù, per il resto perché dovrei documentare quello che dico quando gli altri non lo fanno? Comunque se ci tieni tanto nella prossima risposta metto qualche link.
PS Non dovevi più rispondermi?

puric

dimostrazione della libertà che c’è in francia.
l’altra settimana sono stato ad un concerto che iniziava con fratelli d’italia. non mi sono alzato (perchè non mi alzo né per l’inno italiano, né per quello di qualsiasi altro paese: sono solo dei brani musicali, di solito anche senza alcun valore artistico-musicale). Per questo alcuni spettatori mi hanno pesantemente insultato.

car80

Il link con la marsigliese fischiata dai giovani francesi di origine tunisina è in attesa di moderazione, comunque io pur non essendo un nazionalista sfegatato e riconoscendo i difetti del mio paese, non credo che scrivere le cattiverie che scrivano grassino e altri sugli italiani sia produttivo, perché quello lo si può fare con tutti i popoli del mondo mettendo in avanti solo il negativo.

Raffaele Carcano

Poche iniziative, come il Premio Mameli 2.0, hanno diviso il ‘popolo’ delle Ultimissime in due, entusiasti e disgustati. A me piace pensare che l’UAAR sappia anche sorprendere, ogni tanto. Mi sembra comunque doveroso rispondere (per quanto velocemente) alle critiche che più frequentemente sono apparse tra i commenti.
E’ una iniziativa inopportuna e controproducente: come quella sui crocifissi, finirà per rendere ancora più clericale la società italiana
Tutte le iniziative UAAR fanno correre, almeno potenzialmente, questo rischio, stante il panorama politico quasi unanimemente filo-clericale. Dovessimo evitarle, l’UAAR non avrebbe alcuna ragion d’essere. Un’opinione rispettabile, ma ovviamente non condivisa da chi dell’UAAR fa parte e ci si impegna. Anche perché le alternative sono soltanto l’emigrazione, o la credenza un po’ deterministica nel “lasciare che la società faccia il proprio corso” (lo pensavano anche i pagani nel IV secolo, probabilmente). L’UAAR fa quello che ritiene sia ‘giusto’ fare: non in base a dogmi, religiosi o non, ma in base a deliberazioni scaturite da un confronto democratico.
Era meglio abolire l’inno.
Può darsi, a livello individuale c’è chi condivide questa posizione, ma l’UAAR nasce per laicizzare le istituzioni, non per abolirle (o per cambiarle in una direzione politica piuttosto che un’altra).
Avete frainteso il testo!
Se è per questo, da come scrive (male) Mameli, la “schiava di Roma” può essere sia la Vittoria, sia l’Italia, sia la chioma :-). In realtà siamo ben coscienti che l’esegesi ufficiale dell’Inno individua la schiava nella Vittoria. Sul nostro sito, nel presentare l’iniziativa, linkiamo al sito del Quirinale, dove si può leggere quanto segue: “La Vittoria si offre alla nuova Italia e a Roma, di cui la dea fu schiava per volere divino”. Anche qui il tentativo di difendere l’indifendibile porta a un’interpretazione che quantomeno fa sorridere :-)… Si è comunque voluto insistere sull’Italia “schiava di Roma” perché questa è una delle interpretazioni che circolano: e non perché lo vuole la Lega, ma perché il testo è semplicemente incomprensibile ai più (nella stessa sola strofa vagamente conosciuta dagli italiani). Che il testo dell’inno non piaccia a una larga parte degli italiani è, direi, pressoché conclamato.
State decontestualizzando il testo!
Un inno nazionale deve avere valore nel presente, e i valori che esprime devono essere chiari e attuali a chi è chiamato a cantarlo oggi, non 160 anni fa. Chi sostiene questa tesi ricorda un po’ coloro che, di fronte alle assurdità e violenze che contiene la Bibbia, risponde che può essere pienamente compresa solo da chi la legge in ebraico e conosce la società israelita di due millenni e mezzo fa. Probabilmente vero se la si esamina come un documento storico, molto meno se si pensa di affrontare un testo che pretende di diffondere una verità senza tempo. L’inno va cantato perché è un documento storico particolarmente significativo, o perché esprime odierni valori condivisi?
Ma non avevate niente di meglio da fare? Non ci sono cose più urgenti?
L’UAAR fa tantissime cose (leggetevi http://www.uaar.it/uaar), urgenti e meno urgenti. Cerchiamo di intervenire subito quando lo reputiamo necessario (una diffida da spedire per impedire una messa in orario scolastico, per esempio), e nello stesso tempo cerchiamo di creare le condizioni per avere, tra vent’anni, una società migliore di quella attuale.
Che senso ha mettersi contro una tradizione così consolidata?
Il ricorso alla tradizione (così come il ricorso alla novità!) è un classico errore argomentativo.
Anche gli altri inni sono bellicosi, hanno parole desuete ecc.
Anche questo è un classico errore argomentativo. Se pensiamo che gli altri sbagliano, dobbiamo fare i pecoroni e sbagliare anche noi?
Perché accanirsi contro un testo che nessuno si fila?
Se nessuno se lo fila hanno ragione quelli che chiedono di abolirlo. Tanto valeva, allora, tenersi la Marcia Reale anche con l’avvento della Repubblica.
E’ tutto inutile, nessuno sostituirà mai l’inno di Mameli con uno scelto dall’UAAR!
Ma questo lo sappiamo benissimo. Nella pagina del premio (http://www.uaar.it/uaar/mameli/) scriviamo: “Sappiamo benissimo che non è facile cambiare l’inno nazionale, e che è quasi impossibile se a formulare la proposta è un’associazione come l’UAAR: ma sappiamo anche che un paese non può avere un futuro, ed è veramente «pronto alla morte», se rimane aggrappato alla retorica di quasi due secoli prima”. È questo il senso della nostra iniziativa.

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