L’incontro del giovedì sullo studio scientifico della religione

Il video dell’incontro UAAR di giovedì 26 novembre è ora disponibile sulla pagina del sito dedicata agli Incontri del giovedì. Si ricorda che l’incontro era con Giorgio Ferri (dottore di ricerca in storia antica – Università Roma Tor Vergata – e storico delle religioni) sul tema Studiare scientificamente la religione. Il prossimo incontro si svolgerà giovedì 3 dicembre, come sempre alle ore 18 in via Ostiense 89 a Roma: sarà presente Simone Pollo, docente all’università La Sapienza di Roma e coordinatore romano della Consulta di Bioetica, che interverrà sul tema Scienza, libertà individuale e decisioni pubbliche.

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46 commenti

stefano f.

studio scientifico della religione? mi sembra una bella contraddizione in termini.

Venere

ma perché non guardi il video ? studio scientifico della religione non significa studio scientifico di Dio, ma della storia , delle usanze , delle tradizioni, della fondazione, ecc.. di una determinata religione in particolare.

myself

Affatto, si tratta di capire quali meccanismi inducono un essere umano sano, capace di far di conto e di allacciarsi le scarpe, a credere nel soprannaturale.

ignazio

Essere umano sano? (!?!?!?)

Più che un dottore di ricerca in storia antica, ci vedrei uno psichiatra.

roberta

anche a me sembra contradditorio…..
ma forse ha ragione myself…ci sara’ un meccanismo di base che porta alla fede…
noi siamo le eccezioni alla regola?O__O

Bruno Moretti Turri

Meccanismo di base?

Il primo è l’imprinting.
Dicono i gesuiti: dateceli per i primi 7 anni e saranno nostri per tutta la vita.
Se poi aggiungiamo il fatto che a scuola la materia meno insegnata è l’autonomia di giudizio e lo spirito critico…

korova

Non vedo che studio scientifico si possa fare su Biancaneve e i 7 nani 😉

Alessandro Bruzzone

A dire il vero esistono gli studi sulla fabulazione esistono, e sono rigorosamente scientifici.

Alessandro Bruzzone

Prima che qualcuno obietti: “scienze” non sono solo le scienze naturali che studiano, a vari livelli, la natura per l’appunto; “scienze” sono anche le scienze umane che studiano la cultura umana da varie prospettive.
E’ vero che siamo venuti su maluccio, proprio per questo è bene imparare a capirci. Cosa più complicata, per certi versi, di capire un processo chimico o fisico.

Bruno Moretti Turri

@ Alessandro Bruzzone

Sottoscrivo e condivido.
E’ scientifico tutto ciò che si basa sul moderno metodo scientifico.
Difatti la psicanalisi è finita nel cestino.

@ korova

ovviamente condivido anche la tua battuta.
Non è possibile uno studio scientifico sulle favole.
Ma sui maggiorenni che credono a babbonatale sì.

libero

Capire i meccanismi che consentono alla religione di avere avuto successo può essere utile per proporre concezioni umane ed etiche migliori ed alternative.

AndreA

Ogni fenomeno può essere soggetto ad analisi scientifica. Anche le religioni, alla stessa stregua di una qulsiasi fenomenologia umana.

gianfranco

Allegri. un giorno si scoprirà in quale gene è annidata la necessità religiosa e si troverà anche la cura….

Stefano Grassino

Scusa Bruno ma noi siamo il risultato di un gene cresciuto in un determinato ambiente. Studiare il cervello di buttiglione e l’ambiente dove si è sviluppato (si fà per dire) non lo trovi interessante per la ricerca sull’individuo?

strozzapreti

Beh, Dal big bang a dio, il lungo viaggio della vita di B.Tadolini, è molto illuminante, ogni tanto me lo rileggo è una sana boccata d’ aria per ossigenare il cervello.

giovannibattistateo

Plaudo alla iniziativa, mi domando spesso come fare per demolire le idee di quelli che credono
ed opero in questo senso,non inveendo, non demolendo in un colpo le loro aspettative,ma insinuando il dubbio su piccoli argomenti durante il discorso. La verità,che questi così detti fedeli,sono portatori del culto dell’abbandono mentale,non ammettono altro se non quelle scarne notizie e nozioni che hanno conosciuto o sentono durante le noiose e insulse prediche.
Secondo me pregano chiedendo continue grazie,non lo fanno per fede verso l’essere supremo sono certi ed anche la TV propina su RAI 1 e 2 continue proposte difatterelli sempre intorno al miracolistico ed alla grazia ricevuta. Non considerano mai che poi ci vuole la Risonanza magnetica o la TAC-che sono ritrovati scientifici di cui abusa anche il papa.Si crede che per stare bene occorra la mano dell’essere superiore.Questo arretra l’Italia al medioevo peggiore ed occorre far crescere LA CULTURA ,che manca sempre più.
saluti GB.ATEO

Claudio Diagora

Hai toccato il problema di fondo: se gli togli la religione, cosa avranno in cambio?
Non puoi togliere un giocattolo a un bambino di quattro anni spiegandogli che può essere pericoloso, che ha una vernice tossica o altro… E se cerchi di convincerlo che leggere una enciclopedia è più interessante, perdi il tuo tempo. Se questi creduloni hanno una certa età, togliergli la religione vuol dire metterli davanti all’orrore del vuoto…. Il vuoto che hanno creato loro stessi rinunciando a sapere.

Andrea (Mi)

@ Claudio Diagora

Bel punto di vista, in parte condivisibile, però non mi torna una cosa, il vuoto che loro non riescono ad affrontare è lo stesso che, non credendo, avrò io per tutta la vita, cioè l’inutilità, la mancanza di finalità (quella stessa finalità che è implicita alla conservazione della vita).
Se infatti non consideriamo l’esistenza in sè solo come vita (ossia materia che prende coscienza di se stessa e del resto del dell’universo), ma come pura presenza di materia, animata o inanimata che sia, (come del resto è la quasi totalità dello spazio) ed energia dovuta alle leggi fisiche, ci accorgiamo che questo problema del senso della vita non sussiste, dato che le cose hanno senso, ossia un’utilità, solo se si è vivi.
Il fatto che loro credono, dunque, non dipende dal fatto che non riescono ad afrontare il “vuoto” ma dal fatto che ritengono più plausibile l’esistenza di Dio alla sua assenza, non so perchè, probabilmente per una grande fiducia nei confronti di chi li ha formati e cresciuti, oltre che alla disinformazione di massa dovuta alla società arcaica in cui ancora oggi viviamo.

strozzapreti

Dettomi da un sacerdote che ha insegnato filosofia al classico per tanti anni : gli scienziati
nell’ immensamente grande, non sono riusciti a capire né lo capiranno mai, ugualmente nell’ infinitamente piccolo….che je vò dì? la ragione è la paga dei matti.

Bruno Gualerzi

Studio scientifico della religione. Se per scienza si intende applicazione del metodo sperimentale credo che uno studio scientifico della religione sia da condurre ricorrendo ai ritrovati delle neuroscienze… le quali però, a mio parere, soffrono di un limite strutturale: se si deve cercare quale parte del nostro cervello presiede alla fenomenologia religiosa, quali chimismi ne sono alla base (mi scuso per il liguaggio approssimativo), occorre partire da cosa si intende per religione. Ora, è sfruttabile il metodo sperimentale per questo? Anche applicando il metodo scientifico alle cosiddette scienze umane non credo sia possibile. Definire la religione, per poi indagarla con criterio scientifico, è possibile solo considerandola come dato storico, il quale a sua volta non può prescindere da un approccio culturale. Filosofico. Lo studio scientifico, in altre parole, per individuare il campo d’indagine necessita di una definizione del fatto religioso come faro indispensabile per indirizzare la ricerca. Se si considera la religione in relazione alla condizione umana – a sua volta da definire – può essere intesa, a seconda se si è credenti o meno, o come una patologia oppure come un’esperienza non sottoponibile ad alcuna verifica scientifica.
Ma anche una volta intesa come patologia (personalmente, in senso generico, antropologico, la ritengo tale) la terapia non credo possa essere demandata ad alcuna forma di intervento medico. A meno che la patologia non si manifesti in forme patologiche in senso specifico.

hexengut

Caro Gualerzi, di nuovo duello crociano; non vedo perché il dato e lo studio storici debbano necessitare del sussidio filosofico; possono interagire, io credo, per una visuale più ampia ma l’uno non è dipendente dall’altro; a meno che per filosofico non si voglia intendere uso del ragionamento che è indispensabile per una sintesi e un giudizio storici.

Bruno Gualerzi

Credo si possa intendere la filosofia (io comunque così la intendo) come sforzo razionale continuo per identificare sempre nuovi campi e nuovi criteri di ricerca. Quindi non qualcosa che chiude, come una sorta di scienza prima, come applicazione di categorie filosofiche predefinite, ma che apre.
In questo quadro perciò mi sta bene anche “a meno che per filosofico non si voglia intendere uso del ragionamento che è indispensabile per una sintesi e un giudizio storici.

Andrea (Mi)

Scusa ma se si tratta di una patologia mentale (come anch’io sono convito che sia) si può manifestare solo attraverso un comportamento squilibrato, non attraverso, come dici te: “in forme patologiche in senso specifico”.
Forse ho inteso male la tua frase?

hexengut

Quando si parla di studio scientifico s’intende approccio metodologicamente corretto a seconda delle diverse discipline. Nel caso di Ferri, che è uno studioso di religione di Roma antica, e della scuola romana da cui proviene, il metodo è quello storico. E proprio sul metodo era imperniata la sua relazione. Checché ne pensino o dicano taluni, fino a prova contraria esistono scienze umanistiche e scienze fisiche; e tra le prime le scienze storiche sono quelle che, metodologicamente, più si attengono alla concretezza dei dati e delle fonti.
A parte ciò essere uno storico della religione non significa affatto essere religiosi, ed è tra l’altro-mi sembra di aver capito- il caso di Ferri. E se proprio vogliamo buttarla sul trucido: sempre meglio conoscere bene il nemico se si vuole colpirlo a dovere. Checché ne pensino dall’alto del loro spocchioso empireo gli scienziati “puri”.

libero

La religione è un fatto irrazionale e pretendere di capirne i meccanismi è come voler capire l’irrazionalità umana, comunque non dobbiamo vedere nella religione un nemico almeno finchè non vuole entrare nella nostra vita e condizionarla limitando la nostra libertà.

Tuc

Mi permetto di correggerti sui termini: la religione è un fatto razionale. Se fosse irrazionale allora sarebbe vera (è infatti questa la loro arma: chi studia scientificamente la religione presume che sia razionale, di questo modo, cioè un fatto mentale e culturale, piuttosto, come crede un credente, che una realtà ultraterrena). Questo per sommi capi, il consiglio e di ascoltare gli storici delle religioni, che hanno molto da dire.

AndreA

Perché? I comportamenti aberranti e irrazionali non possono essere oggetto di studio scientifico (es: dalla psichiatria)? Ma quando mai?

E’ possibilissimo capire razionalmente i meccanismi che portano a comportamenti irrazionali.

Noto da vari commenti che c’è moltissima confusione…

hexengut

Lo studio, storicamente condotto, delle religioni se ne strabuggera altamente di capire i meccanismi irrazionali che conducono a una fede; ma esamina il perché, il come, il quando e il dove, questa fede nasca e si propaghi; e ne esamina il contesto temporale, geografico, politico, sociale; ed è un esame oltremodo interessante che permette, a ragion veduta, di evidenziare i meccanismi della credulità indotta, del potere religioso, della mistificazione e della repressione.

hexengut

Con quanto detto non volevo andar contro ad Andrea A, di cui condivido l’asserto sulla psichiatria (tra l’altro importantissima per misticismi varii, estasi, stimmate ecc.). Semplicemente continuavo il mio discorso di metodologia storica.

AndreA

Un’approccio scientifico alla religione può essere semplicemente inteso come un approccio non-autoreferenziale (a differenza della teologia che è autoreferenziale.)

Il che vuol dire mettere la religione in una prospettiva “esterna” alla stessa. il che può essere ad esempio una prospettiva antropologica, biologica, storica, psichiatrica, ecc…

Credo che non ci sia niente che spaventi di più le gerarchie clericali di questo tipo di studi.

hexengut

D’accordo; anche perché la prospettiva non autoreferenziale, di qualsivoglia disciplina, è sanamente laica.

libero

Mi sembra di capire se se proseguiamo su questa linea diventiamo come i teologi.

Raffaele Carcano

Divertente: si pubblica un video in cui si spiega come studiare scientificamente le religioni e, senza prima vederlo, si sostiene che non si possono studiare scientificamente le religioni. Forse abusiamo un po’ troppo dell’aggettivo ‘razionalisti’ :-)…

libero

Il mio ex insegnante di religione al liceo negli anni 60, quando riusciva a parlare di religione, ci diceva che la fede è una presa di coscienza, o si crede o non si crede.
E’ possibile studiare razionalmente la fede cattolica ?

Bruno Gualerzi

Scusa Raffaele, personalmente non avevo nemmeno capito che c’era un video (che andrò senz’altro a consultare), ma comunque credo che non sia poi così scorretto rimettersi semplicemente all’assunto ‘studio scientifico della religione’ ricavandone una serie di considerazioni in base ad una propria concezione di ‘scienza’ e di ‘religione’ e di come si possa procedere ad uno ‘studio’ su queste basi. E non vedo perchè, sempre in base a queste convinzioni, non si possa considerare impossibile uno studio scientifico della religione. Personalmente lo giudico possibile, ma, appunto, a certe condizioni.
Come penso qui molti abbiano fatto.
A meno che non si chiedesse di esprimere solo un giudizio sulla relazione proposta… che però può essere formulato sempre in base a quanto detto

AndreA

Immagino che molti qui abbiano inteso lo “studio scientifico” della religione come il tentativo di dimostrazione scientifica dell’esistenza di Dio…

Lo studio scientifico della religione non è tanto uno studio su dio, ma piuttosto sull’uomo.

Manlio Padovan

Poiché l’Italia è quello che è, Telecom è quello che l’Italia le consente di essere ed in virtù di ciò la ricezione da parte mia qui a Papozze di internet con la linea che ci è concessa avviene sempre a scatti (il contratto dice 7 mega di velocità, ma in realtà sono 800k da ormai tre anni e si sa che da noi pur pagando quello che loro vogliono i contratti sono solo dei pezzi di carta igienica senza buchi per cui si rompono in modo disordinato) con quale delizia vi lascio immaginare, chiedo se sarebbe possibile avere un testo scritto delle relazioni fatte durante gli incontri.
Grazie.

Paul Manoni

Ci sono degli studi riguardanti le zone del cervello che vengono coinvolte quando si parla o si pensa alla religione…Per esempio.
Parlare di “studio scientifico delle religioni” non significa studiare dio scientificamente…
Credo che lo studio scientifico riguardi piu’ la religione come “credenza”, piuttosto che come fenomeno.
Concordo con AndreaA che la psichiatria aiuti molto a spiegare fenomeni pseudoparanormali come stigmate, sanguinamenti e vari altri… 😉
Daro un’occhiatina al video per farmi un’idea…
Poi torno…

Andrea (Mi)

Molte persone si sono confuse, ho notato, sul fatto che il fine di questo progetto fosse studiare Dio scientificamente.
Insomma, stiamo farneticando? questo è un discorso che potrei aspettarmi da qualche cardinale che fa la sua sparata, non da delle persone con giudizio e spirito critico (come ritengo la maggior parte delle persone su questo sito).
Se Dio è per definizione: un concetto metafisico cioè al di la del fisico, del tangibile, come si può sperare di studiarlo con un approccio scientifico? cioè attraverso l’analisi di dati sperimentali?
Forse il mio intervento è stato noioso per i molti che queste cose ovviamente le sanno già, ma visti alcuni commenti non me la sentivo di non chiarire la situa.
Ciao a tutti 😉

Raffaele Carcano

Esatto, mi sa chi si è fatta un po’ di confusione tra lo studio della religione e lo studio dell’oggetto del culto della religione. Della prima si occupa la storia delle religioni (e altre discipline come la sociologia delle religioni, l’antropologia religiosa ecc), della seconda la teologia. A essere aria fritta è la seconda (io infatti la chiamo “nichilologia”).

kilo

L’80% dei cattolici dice che è cattolico perchè gli è stato detto ed insegnato dai propi genitori, quindi presa per buona e quasi nessuno ha fatto un’ànalisi per cercare di capire a ciò che crede. il rimanente appartiene all’UAAR.

Otto Permille

La religione è un fenomeno complesso. Nasce insieme al linguaggio, al mondo dei simboli, delle metafore, della fantasia. Gli dei originariamente erano parole con le quali si cercava di afferrare una esperienza, uno stato d’animo. E’ chiaro che esistono processi della coscienza e del cervello che non possono essere soppressi. I miti erano modi di raccontare la natura o gli eventi. Erano allegorie. Poi c’è un secondo aspetto invece legato al potere e al dominio, per quanto ogni tiranno ha sempre avuto il bisogno di controllare i quadri ideologici, i pensieri e i comportamenti delle persone. Il prete cresce all’ombra del tiranno, perché il tiranno ha bisogno di raccontare favole per far addormentare il popolo. I miti e le leggende di un tempo diventano quindi le favole per cantare la ninna nanna al popolo. Il prete è anche guaritore, taumaturgo, mago, figura soprannaturale in grado di incantare placando eventuali spiriti di ribellione e di indirizzare i voleri e i desideri dei sudditi. Il prete è in qualche modo la caricatura del potere, quando ancora il concetto di potere si trova ancora ad un livello involuto. I contenuti della religione, sono discorsi, favole, talk show ante litteram in grado di catturare il pubblico quando non esisteva ancora la radio o la televisione. Ogni tiranno ha bisogno di una televisione per potersi conservare come tale. Mi sembra che sulla religione non ci sia molto di più da dire.

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