Crocifisso a scuola: la reazione degli atei alle reazioni dei politici

Si è parlato di tradizione, di identità nazionale di radici dell’italianità. Gli atei invitano perciò i politici italiani a leggere bene la sentenza della Corte europea, visto che i giudici di Strasburgo hanno già risposto a queste obiezioni, scrivendo che «il simbolo del crocifisso ha una pluralità di significati tra cui il senso religioso è predominante» e, dunque, che «la presenza dei crocifissi nelle aule va oltre l’uso di simboli in specifici contesti storici». Peraltro, sono semmai i non credenti a essere «tradizionali», visto che la presenza di non credenti nel nostro paese è documentata da 2500 anni.
Quanto all’oggetto innocuo che non offende nessuno, come dichiarato da Pierluigi Bersani neosegretario del Pd, «proprio non ci siamo: – dichiara Raffaele Carcano, segretario nazionale della Uaar – nessuno, né noi né i giudici europei, si sente offeso. Più semplicemente abbiamo detto che in un luogo di tutti non deve essere appeso un simbolo di parte. Nemmeno una statuetta di Buddha o il nostro simbolo offendono nessuno: perché non mettiamo anche quelli, allora?».
Le reazioni della politica alla sentenza sono state per gli atei «profondamente deludenti. Ricordiamo che in Italia i crocifissi in classe sono comparsi col fascismo, che in Francia non ci sono da più di un secolo e che nell’Europa protestante non esistono proprio. Al Pd, in particolare, ricordiamo che in Spagna in partito di Zapatero ha proposto di toglierlo. Noi a quale modello di laicità ci ispiriamo?».

Comunicato stampa UAAR

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52 commenti

Ale

Ma il crocifisso rappresenta anche la cultura e le tradizioni della nostra europa che dal punto di vista anche solo storico sono cristiane

sNappy

Clap-clap anch’io. Mi sento completamente rappresentato, grazie Carcano.

Ora però, da cittadini, possiamo fare qualcosa? Facciamo valere la nostra dignità di cittadini, visto che non ci sentiamo rappresentati affatto da questo governo che intende far ricorso, no?

Martina Bianchi

@Sandro
Diciamola meglio: “Ciapa sù, e ciapel in’di ciapp!!”

Carcarlo pravettoni

Un po’ al modello della Turchia, ma inasprito, piuttosto e anzichenó.

robertonald

Una vittoria magnifica eppure persino scontata……. ma come sopportare questa levata di barricate da destra e sinistra contro questa sentenza civile, giusta, ovvia …… I politici stanno delirando, e io ho, oggi, strappato la tessera dei DS, con grande soddisfazione e stappato una bottiglia alla sentenza…..

moreno83

Ho letto la sentenza (in francese) e da quello che mi è parso di capire essa NON vieta l’esposizione di simboli religiosi in classe, bensì VIETA’ ALLO STATO DI OBBLIGARE l’esposizione di simboli religiosi in classe (nelle sole scuole pubbliche tra l’altro, questo significa che in quelle private, la scuola può imporlo in ogni classe). Sono due cose ben diverse è che faranno la differenza anche circa l’accoglimento del ricorso.

Se infatti la Corte avesse vietato qualsiasi esposizione di simboli religiosi nella scuola, si sarebbe resa effettivamente sì colpevole di una limitazione della libertà d’espressione religiosa (laicismo) – se un’intera classe, infatti, volesse apporre un crocifisso, sarebbe suo diritto farlo; invece si è semplicemente limitata a ribadire che uno stato laico non può *imporre*, soprattutto in un luogo pubblico e istituzionale, la presenza di un simbolo di culto anche contro la volontà dei cittadini.

Sandra

Anche in Germania, nel 1995 la Corte costituzionale tedesca pubblico’ la Kruzifix-Beschluss, la decisione sui crocefissi, in cui si ordinava la rimozione dei crocifissi in classe, presenti solo nella cattolica Baviera. Anche allora si parlo’ di tradizioni e cultura, e di fatto i crocifissi sono rimasti dov’erano.

http://www.nytimes.com/1995/08/23/world/crucifix-ruling-angers-bavarians.html
http://www.spiegel.de/schulspiegel/wissen/0,1518,572180,00.html

Segnalo l’articolo di Rodota’ su Micromega:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-battaglia-su-un-simbolo/

Manlio Padovan

Ottima annotazione.

Certo che Bersani ha fatto la figura più meschina di tutti; e pensare che lo propose D’Alema: altro bel tipo di assoluta stima e fiducia!

biondino

ah l’italia, serva del vaticano
vaticalia
invece il resto d’europa, vuoi mettere…

poi alla fine dell’articolo si legge – carcano uaar dixit -che il governo di zapatero ha proposto di togliere i crocifissi dalle scuole spagnole.

ma allora l’italia non è totalmente fuori dall’europa, non è una delegazione dell’arabia saudita, non è governata da talebani, come tanti commenti sembrerebbero sostenere.

non è che qualcuno è un po offuscato dalla passione e confonde i propri desideri (o le proprie manie) con degli argomenti che si possono portare civilmente per un dibattito tra cittadini?

AndreaB

sulle opinioni dei politici segnalo la posizione di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, riportata nel suo blog… almeno salviamo quella che io considero la parte più seria della sinistra:
http://www.paoloferrero.it/?p=1785
“[…]La sentenza europea è una sentenza di assoluta laicità e di pieno rispetto delle persone e delle tradizioni religiose di tutti.
La doppia morale dei politici di centrodestra, cattolici bigotti sul piano pubblico e fin troppo permissiva su quello privato e della vita quotidiana,è davvero disgustosa.”

Stefano Bottoni

Ha ragione il nostro segratario Carcano: caro (?) Bersani, non ci siamo!!! Basta con l’inseguire a tutti i costi il cosiddetto “voto cattolico” che comunque il PD non otterrà mai. Il fatto che Rutelli se ne vada è un piccolo passo in avanti, se se ne andranno pure i teodem sarà qualche altro passo in avanti in più, ma finchè non ci sarà una chiara posizione a favore della laicità dello stato nei fatti, il PD il mio voto se lo scorda.
Così come quello, ne sono sicuro, di centinaia di migliaia di altre persone. Il tutto per inseguire un fantasma.

Giovanni Paglialonga, medico ostetrico-ginecologo

Poveri noi, se anche politici cosiddetti “di sinistra”, come Bersani, hanno paura di schierarsi a favore di questa sentenza, forse sperando in qualche voto proveniente dalle file cattoliche meno integraliste. Mah… cosa c’entra la scuola pubblica con la fede-religione? Il credente di qualsiasi religione ha tutta la libertà di frequentare i suoi luoghi di culto dove può eseguire le sue pratiche religiose, approfondire storia e dogmi vari ecc. E poi, di quali radici parlano? Le vere radici, le più importanti, vanno ricercate nella storia greco-romana: hanno dimenticato l’importanza del “Diritto Romano”? Se invece pensano al Sacro Romano Impero, bisognerà informarli che il furbo-convertito-opportunista Carlo Magno, con la benedizione del papa Leone-III, impose il cristianesimo in Europa con la spada (migliaia di persone furono decapitate perchè si rifiutavano; ci sono vari documenti in proposito, purchè si abbia voglia di conoscere la storia). E le “Crociate”, la “Santa Inquisizione” con i vari Giordano Bruno, G. Savonarola e la “caccia alle streghe”… non sono anche queste “radici” dell’Europa cristiana? Quanta ignoranza! o, piuttosto, quanta ipocrisia! L’opportunismo politico impera; non siamo in Europa, siamo un feudo del Vaticano!

Roberto Grendene

@ moreno83
dici: “limitazione della libertà d’espressione religiosa (laicismo)”

ma questo e’ un imbroglio lessicale, tirato fuori negli ultimi vent’anni da chi vuole smerciare per laicità quella garantita dal Concordato (ossia privilegi e immunità riconosciute per legge ad una confessione religiosa)
Laicismo e’ sempre stato sinonimo di laicità.
Se vogliamo, possiamo intendere la laicità come uno “stato”, e il laicismo come comportamenti per raggiungere quello stato.
Il laicista promuove la laicità attraverso il laicismo
Come il pluralista promuove la plularità attraverso il pluralismo
Come il socialista promuove una forma di stato sociale attraverso il socialismo

Lorenzo T.

“Noi a quale modello di laicità ci ispiriamo?”

A quello di Ratzinger! (e non è una battuta!)

Paul Manoni

STANDING OVATION per il comunicato stampa! 😉 😉 😉

…Ma i politici cattotalebani lo leggeranno???
E sopratutto…RISPONDERANNO???

Ilidor

@albertom

Tanto se l’appello lo perdiamo (che poi, a me, pare assurdo che il governo “insorga” senza nemmeno fare un referendum -_-“) il crocifisso si toglie… e niente ostacolerà la legge (mi immagino la mole di querele, denuncie che la polizia sarà costretta a farsi carico se tale problema non fosse risolto “pacificamente”)

P.s. cosa non si fa pur di non farsi notare (riferito all’articolo)

fassari

larussa ha detto testualmente su raiuno pochi istanti fa nel programma di sposini: “il crocefisso non lo toglieremo mai, possono morire, non glielo permetteremo mai a queste istituzioni europee ridicole” …ditemi che sto sognando

moreno83

Roberto non puoi negare che tra le tante correnti ci sian anche quella che vorrebbe limitare le libertà religiose per un odio viscerale contro la religione. E a questo punto dovendo dare anche un nome a quest’ultima accettato la differenza fra Laicità e Laicismo, si bandi bene Laicità intesa in termini dei laici veri, non la “sana laicità” dei finti laici che si sostanzia in una assoluta genuflessione al dettame vaticano

Sandra

biondino

In Spagna c’e’ gia’ stata una sentenza per rimuovere il crocifisso da una scuola nel 2008. E il ministro dell’educazione Cabrera dichiaro’ che i genitori hanno il diritto di chiedere la rimozione dei simboli religiosi dalle scuole pubbliche.

Nebo

@moreno83:
Nelle scuole private si può appendere il simbolo che si vuole, ed è giusto che sia così.
Difatti, questa battaglia dell’UAAR (ribadiamo ancora una volta) *non* è volta a far sparire il crocifisso dal suolo italiano, o a limitare le libertà dei credenti. Gli unici luoghi da “scrocifiggere” sono i LUOGHI PUBBLICI (aule di scuole statali, aule di tribunale, seggi elettorali, ecc.).

Una scuola privata cattolica ha tutto il diritto di piazzare un crocifisso in ogni aula, e pure sulla facciata dei propri plessi, di fronte alla porta, sul tetto….è suo diritto, è una scuola privata che dipende – più o meno direttamente – dalla Santa Sede o da altre istituzioni cattoliche.

Le scuole pubbliche, dello Stato, sono invece aconfessionali. Il crocifisso applicato sulla parete è un simbolo che automaticamente dà un significato, un’appartenenza cattolica a quell’edificio o a quella stanza.

paniscus

“ma questo e’ un imbroglio lessicale, tirato fuori negli ultimi vent’anni da chi vuole smerciare per laicità quella garantita dal Concordato (ossia privilegi e immunità riconosciute per legge ad una confessione religiosa)
Laicismo e’ sempre stato sinonimo di laicità.”

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Anni fa, ebbi il piacere di assistere a una lunga e coinvolgente conferenza di Giorgio Spini, grande storico, nonché sincero credente di fede valdese, intitolata proprio alla “Storia del Laicismo”, inteso come carrellata sull’evoluzione del pensiero laico nei secoli, con accezione assolutamente positiva.

E ripeto che era un credente, oltre ad essere di uno che di uso delle parole se ne intendeva.

Lisa

biondino

@ sandra

è proprio quello che volevo dire, in Spagna discutono dall’anno scorso della rimozione dei crocifissi dalle aule scolastiche. dall’anno scorso, e i crocifissi nelle scuole ci sono ancora.
mi sembra, allora, che dell’argomento si possa discutere anche in italia.
con civiltà.
in modo democratico.
con laico rispetto reciproco.

poi però, incontri Carcarlo pravettoni…

Carcarlo pravettoni

@biondino

Attento a Carcarlo Pravettoni, che le pubbliche piazze le fa scoppiare.

Nebo

@Biondino:
Le pubbliche piazze, dici? E’ diverso.
Un’aula scolastica, di tribunale, un seggio, un ufficio, ecc. appartenenti ad un ente statale, sono luoghi istituzionali, dello Stato. Luoghi “pubblici”, nel senso “dello Stato”.

La piazza è “pubblica” nel senso che è uno spazio di uso comune per tutti. Non è un luogo istituzionale, una piazza non è “statale”. Non rappresenta lo Stato.
Se storicamente in una certa piazza si trovano – chessò – un monumento alla Madonna, un crocifisso, un’iscrizione religiosa…anzitutto non si trovano “fuori posto”, perché la pubblica piazza non è assimilabile ai luoghi istituzionali di cui sopra…e poi, questi sì, sono “testimonianze del passato”, presenti in quel luogo *fisico* da X tempo.

Esempio: la “Croce del Verziere” a Milano, a pochi passi dal Duomo. Un’alta colonna con sopra una figura che regge una croce, nell’antico spiazzo dedicato al mercato della verdura. Commemora, se non sbaglio, la fine di un’epidemia di peste. Contiene un simbolo cristiano, sì, ma è un *momunemto* storico, che ci racconta ad esempio l’aneddoto di cui sopra. E’ un pezzo di storia cittadina, un segnalibro. Eliminare quello, sarebbe certo “furia iconoclasta”: perché non è fuori posto e perché è un monumento storico, non un simbolo religioso.

I crocifissi nelle aule non commemorano *nessun* avvenimento storico accaduto *in quei luoghi fisici*, sono il mero simbolo di una religione. E servono, per stessa ammissione dei loro sostenitori, a ricordare a tutti la supremazia del Cattolicesimo sulle altre religioni entro i confini italici (in deroga al principio di uguaglianza, pure ammesso!), in ragione della sua supremazia storica e della sua influenza sulla cultura e sulla società italiana (che si vorrebbe “laica”, ma allo stesso tempo *sempre e comunque* cattolica).

strozzapreti

Sentite, possiamo mettere sul tavolo tutte le ragioni del mondo, ma i servilopportunisti politici italiani adiranno le scuse più strampalate per non contraddire né la chiesa né la ottusità del popolino cattolico, la scusa più banale? L’ Italia non è un paese laico, ma concordatario!

Celestino V°

Nel giorno delle primarie del PD mi sono recato a votare (non fate commenti-grazie!) e ho versato 2 euro sperando senza convinzione in un successo di Marino e in un PD con un’impronta decisamente più laica rispetto al passato e non impegnato nella eterna rincorsa ai voti cattolici che poi non arrivano mai,Bene adesso mi ritrovo un Bersani cerchiobottista che non trova di meglio che dire che in fin dei conti il crocifisso non ha mai disturbato nessuno.Che progresso!
Politici tutti da bocciare ,si salvano soltanto la Bonino e Ferrero che almeno hanno dimostrato di non essere degli ipocriti baciapile.Che tristezza.

darik

i crocefissi nelle aule sono come le pisciate dei cani!
servono a marcare il territorio.

ho visto la sparata del prode ignazio a la vita in diretta; mi sono talmente indignato ke mi tremavano le gambe dalla rabbia. poi, ripensando al carattere impulsivo di la russa mi sono
calmato. quello ke invece mi ha profondamente deluso è stato bersani ke mi ha fatto capire ke la binetti nel p.d. non è poi tanto fuori posto.

mondodaniel

Tutti i partiti rappresentati in Parlamento si sono scagliati contro la sentenza. Lo hanno fatto anche i politici coinvolti in vicende di sesso squallido, insomma puttanieri sì, ma col crocifisso.
C’è una logica in ciò, la stessa che mi porta a prendere il caffè col dolcificante così la mia coscienza è a posto e posso di conseguenza abbuffarmi. Pero io non impongo il dolcificante agli altri.

taraparso

Io personalmente scambierei i crocefissi nei luoghi pubblici con meno interferenza delle sottane ecclesiastiche nella nostra vita pubblica importante (coppie di fatto, eutanasia, cellule staminali, aborto, etc.). Tanto oggi essere religiosi è, per i comuni cittadini, uno sport, giusto una tradizione che ha perso completamente anche il senso (la messa di Natale assomiglia molto di più ad una sfilata di Dolce e Gabbana); per gli ipocriti politici la baia in cui rifugiarsi quando il mare è in burrasca e si rischia di veder affondare la barca elettorale. Tutto quello che sta succedendo oggi, secondo me, risponde alle più chiare leggi del marketing e contribuisce, politicamente, a mettere una barca pari quando il Grande Centro sta per ricostituirsi e sia lo psiconano che Bersani dovranno tirare per la giacchetta le fuoriuscite verso Pierfi. Della tradizione, della religione, dei principi etici non gliene importa proprio niente. Anzi. La gran parte di politici sono, nei confronti della religione cattolica, degli ossimori viventi. Provate a chiedere a qualche credente che lavora in un luogo pubblico dove è posto il crocefisso. Risposte precise assintote allo zero (magari sanno in che bar c’è la Gazzetta e in quale Tuttosport)

Domixio

E su Facebook hanno già fondato un gruppo di fanatici senza cervello: “RIPORTIAMO IL CROCIFISSO NELLE SCUOLE!”

Leggete la bacheca dei messaggi: ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

Gabriele

Ma qualcuno pensa ancora che il PD abbia qualche parvenza di partito di sinistra?Spero di no.In tutti i casi di diritti civili (vedi caso Eluana) e laicità ha sempre avuto posizioni ambigue. L’Italia è una triste anomalia dato che nel resto d’Europa persino partiti di destra hanno metabolizzato una concezione laica dello stato. Ragazzi,è triste ammetterlo ma qui in Italia siamo 4 gatti..

Stefano

Tradizione e identità nazionale… parole che posso anche digerire se sentite in bocca ad un politico o un qualunque cittadino più o meno convinto di quello che dice, ma sentirle tirare in ballo da piccoli e grandi rappresentanti di una religione che ha tra i primi obiettivi quello dell’evangelizzazione dei poveri individui o popoli non “illuminati”, proprio non mi va giù.
Personalmente non posso non riconoscere la bontà dei valori alla base della religione cristiana e insiti nei suoi simboli. Oggettivamente c’è di peggio, no? Il problema, se c’è, non è a mio avviso nel messaggio ma nei messaggeri che ci ritroviamo che sembrano vivere davvero in un altro mondo.
Giusto per levare il dubbio che potrebbe venire a qualcuno riporto da wikipedia una buona definizione di evangelizzazione : “l’annuncio del vangelo per la conversione dei non cristiani, e l’azione della comunità dei credenti per trasformare la società e renderla adeguata alle esigenze evangeliche”.
Come può chi vedrebbe volentieri una conversione globale alla PROPRIA tradizione, alla PROPRIA identità nazionale, puntare i piedi nel nome delle “radici culturali”?
Ovviamente può eccome, con una buona dose di quell’ipocrisia che sembra non non mancare in Vaticano.
Anzi no: in questo caso l’ipocrisia non c’entra proprio, c’è molta coerenza.
Le radici culturali sono importanti, soprattutto se sono affogate nell’humus papale.
D’altra parte nelle missioni spesso ho personalmente visto costruire chiese prima di scuole e ospedali, e sulle pareti di tutte queste strutture, in ogni angolo del mondo, possono mancare figure religiose locali, scatole di medicinali e libri, ma state pur certi che un bel crocifisso lo troverete sempre, con tanta pace per le tradizioni e le identità nazionali.
Tornando a noi i preti che si lamentano delle chiese che si svuotano, ho paura che confondano fiera tradizione con mera abitudine. Quanta gente conosco che si è sposata in chiesa e ha battezzato i figli perchè altrimenti “i parenti cosa direbbero?”.
Anziché preoccuparsi di lasciare un crocifisso per ricordare una tradizione, una radice culturale, dei valori evangelici, qualcuno, credente e non, dovrebbe iniziare a chiedersi se ha fatto davvero la sua parte nel cercare di trasmettere un po’ di cultura e qualche valore ai propri figli, alunni o parrocchiani perché da quello che vedo nelle scuole e negli oratori delle mie parti mi viene da pensare che molti ragazzi entrando in aula la mattina pensino al massimo che sulla parete ci sia una locandina di un film di Mel Gibson di cui hanno sentito parlare ma che non hanno mai visto.

Ah, dimenticavo, non so nel resto d’Italia, ma dalle mie parti nelle case degli italiani di crocifissi appesi alle pareti ne vedo davvero pochi, al massimo qualche madonna in camera da letto e qualche Padre Pio in cucina.

car80

@ moreno83
Fammi capire, se un’intera classe domani volesse apporre alla parete il simbolo di alleanza nazionale o di rifondazione comunista ne avrebbe il diritto? In che cosa vietare i simboli religiosi nelle pareti delle scuole è limitazione della libertà religiosa? Stiamo parlando di un ambito particolare, la scuola, dove le libertà sono già limitate, ci sono delle regole, non si può telefonare ecc. Che poi ci siano delle correnti che vogliono limitare la libertà religiosa ok ma basta chiamarli anti-religiosi o anti-clericali. Non capisco perché dover tirare fuori il termine laicismo.

Gérard

Se è vero che in Francia i crocefissi furono tolti dei luoghi pubblici nel 1905, occore anche ricordare che dal 1940 al 1944 furono rimessi nelle scuole pubbliche per ordinanza di Petain e dell’ occupante nazista tedesco . Anche era obbligatoria la preghiera all’inizio della giornata scolastica .
Detto questo, venite a racontarmi che il potere nazista era ateo !!!

fresc ateo

IL POTERE NAZISTA ERA ATEO????COME FRANCISCO FRANCO ,COME MUSSOLINI ,COME PINOSCET ,COME VILEDA ,E COME TUTTI I REGIMI FASCSTI; AMATI TANTO DALLA CATTO CHIESA AMICA TUTTI I FASCISMI.

Sandra

@ biondino

Intanto e’ arrivata una sentenza di una corte spagnola che e’ applicabile ad ogni scuola su richiesta dei genitori. E scusa se e’ una differenza da poco.

I crocifissi sono stati affissi alle pareti delle aule dal fascismo, cosi’ come l’educazione religiosa fu imposta nella scuola dell’obbligo solo dalla riforma Gentile del ’23. Quindi non e’ che l’italia abbia tutta questa gran tradizione cattolica, la chiesa parlava in latino ed erano tutti poco piu’ che analfabeti. Nessuno ha mai pensato di attaccare in chiesa il quadro del re, del duce, o del presidente. Allo stesso modo non ha senso imporre un simbolo religioso nei luoghi che non sono adibiti al culto. Se proprio un credente ci tiene al simbolo, puo’ semplicemente procurarsi una catenina col crocifisso da portare addosso, e affiggere un crocifisso in ogni locale della propria abitazione, per rafforzare la propria fede.

Edoardo

Finalmente !
Pare che in Italia la misura del confronto Stato e Chiesa sia andato smarrito da anni.
Tutti recitano che “il crocifisso fa parte della cultura nazionale”.
Ma su che base? Su quale aberrante lettura storica si basano,? Probabilmente su una semplice ignoranza, forse citazione di altri. Resto basito dalla povertà intellettuale, di capacità critica e razionale di tanti cittadini.
Le aule scolastiche non sono luoghi di culto, non dovrebbero esserlo. Il culto si può esercitare nel privato o nei luoghi a questo deputati.
Ma non andrebbe imposto a tutti.
Libertà di scelta, rispetto degli altri, non teocrazia. No discriminazioni.
Grazie Europa.

biondino

@ sandra

sono d’accordo con te.

il mio riferimento alla spagna era un modo per invitare ad un confronto pacato, amichevole sul tema, e per ridimensionare quanti sembrano soffrire il vivere in italia come se altrove fossero tutte rose e fiori, dove i problemi non esistono e non luoghi in cui, quando si incontra una difficoltà, si cerca una maniera per superarla.

biondino

@ nebo

solo una precisazione: in base al principio di sussidiarietà e alla legge sulle autonomie, scuole, ospedali, università, ferrovie, eccetera eccetera non sono enti statali,ma enti autonomi, forniti di propri statuti e compagnia bella.
la scuola elementare dove va mio figlio, ad esempio, è ospitata in un edificio del comune (i muri non sono della scuola), che all’ingresso ci ha messo un bel monumento commemorativo dei morti in guerra (che allegria entrare a scuola, nun te dico), ci mette le corone di fiori e ci fa pure la benedizione col prete.

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