Malaysia: no islamici al concerto, sponsorizzato da industria di birra

Il prossimo concerto a Kuala Lumpur (Malaysia) del gruppo statunitense Black Eyed Peas, in data 25 settembre, potrebbe essere interdetto ufficialmente agli islamici, come sancito dalle autorità e riportato da striscioni messi fuori dal luogo in cui si svolgerà l’evento. Il motivo? Il concerto è sponsorizzato dalla Guinness, la famosa birra irlandese, ed è noto che i musulmani non possono bere alcoolici.
La legge della Malaysia è molto severa sul consumo di alcoolici: si ricordi il recente caso della modella fustigata dopo essere stata sorpresa a bere alcoolici (Ultimissima del 24 agosto). Da citare inoltre le proteste sempre in Malaysia contro le cantanti Avril Lavigne e Gwen Stefani, colpevoli di vestire abiti troppo succinti e di promuovere valori non in linea con l’islam (Ultimissima del 18 agosto 2008).

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30 commenti

Anonymous

Il sostantivo è “musulmani”, “islamico” è l’aggettivo.

stefani f.

valori non in linea con l’islam? libertà, autodeterminazione, sesso, pace e gioia.

in linea con l’islam? taglio delle mani e piedi, impiccagione per i ladri, lapidazione delle adultere, fustigazione per chi beve un sorso di birra o alcolici vari, carcere per chi non rispetta il ramadan, oscurantismo, medioevo.

meno male che la favola dell’islam moderato non me la sono mai bevuta, questi brutti ceffi se si saldano con la componente integralista cattolica (di cui condividono tutti i “valori” sopra elencati) ci faranno rivedere i roghi nelle piazze…i nostri roghi, altro che tolleranza.

Valentino Salvatore

Da vocabolario, li mette ormai indifferentemente come analoghi, sia come sostantivi che come aggettivi.

agnese l'apostata

fanno coppia con i cattolici ungheresi e polacchi che boicottano madonna…pubblicità gratis per gente dal mediocre talento.devo dire che alla gente del luogo gliene importa assai,dei valori islamici,visto che ha simili(pessimi)gusti musicali

El topo

Dunque per i musulmani i cristiani (che bevono vino) sono una massa di peccatori…
Ma questa gente vive ancora nel medioevo profondo, perbacco!!!

MicheleB.

Penso proprio che i malesi, come ogni altro popolo, visto che son sicuro non gle ne freghi una ciabatta dei “valori” musulmani suddetti, farebbero bene a darsi una svegliata; anche perchè in cuor loro tanti ci andrebbero volentieri a quei concerti. Ma del resto siamo il popolo meno autorevole per dare simili consigli.

faber

“Interdetto ufficialmente agli islamici”
Ma in Malesia la religione di appartenenza ce l’hanno scritta sulla carta d’identità?

roberta

non vedo il problema:gli islamici non andranno al concerto,i seguaci di altre religioni si

stefani f.

una “ale” scozzese;) doppio malto, colore leggermente ambrato, servita fredda in un calice vombato in compagnia di una bella gnocca hmmmmm che bontà 😀

Paul M.

Della serie…CENSURA RELIGIOSA.
Questi sono pazzi da legare! 😀

Danx

Se anzichè pensare alla birra, pensassero alla deforestazione sarebbe molto meglio.
Bisogna evolversi nella morale: non più badare a sè, egoisticamente per guadagnarsi il paradiso, ma al mondo!

gianfranco

Ma una bel concerto ai castelli romani sponsorizzato da porchetta e vinello frizzante???

Davide

Poveri malesi…vabbè, vuol dire che berrò anche per loro:)

Nicla

Ahahahha ma che cavolata, se non puoi bere alcoolici allora non berli, ma che ti frega se altri li bevono o se vanno dei soldi alla compagnia che produce birra? Ma vai al concerto e divertiti…

Il Gatto

@ Faber:

sì, te lo confermo perché in Malesia ci sto vivendo da un po’… qui sulle carte di identità c’è scritto di che razza e di che religione sei

ai musulmani è proibito l’ingresso al casinò, ai cinesi ed indiani consentito, per dire… in teoria sarebbe proibito servire loro alcol, ma molti ne bevono lo stesso e anche tanto… Se poi la polizia religiosa li ferma (sì nessuno lo dice, ma in Malesia c’è la polizia religiosa esattamente come in Iran, anche se più invisibile), possono chiedere documento e se risultano musulmani lì incriminano alla corte musulmana (che non ha poteri verso i non musulmani, per loro ci sono le corti civili secolari). Ora, all’uomo comune per una birra di solito appioppano una multa. Ma nel caso di quella ragazza, hanno voluto “dare l’esempio”. Succede quando si tratta di modelle/modelli, attori, attrici, gente dello showbiz che fa notizia.

invito a leggere quest’articolo sulla malesia (in inglese), pubblicato recentemente: http://themalaysianinsider.com/index.php/malaysia/36474-the-myth-of-a-moderate-malaysia

ciao

AndreA

@Il Gatto

Quello che dici è veramente inquietante. Per curiosità: è possibile cambiare ufficialmente religione? E’ possibile non appartenere a nessuna religione? In tal caso cose è scritto nella carta d’identità?

agnese l'apostata

@tomaraya
birra un corno solo pastìs miscredente!e guarda che lo scrivo sulla carta di indentità!e guai agli astemi! 😀

Paul M.

@Il Gatto
Sono stato a Kuala Lumpur nell’ormai lontano 2000. Le restrizioni di cui parli per i credenti mussulmani sono una realta’ tangibile ed evidente in ogni angolo della citta’!
Non voglio dire che chi si droga fa bene, ma li’ in Malesia, mi pare che se ti beccano con un grammo di una qualsiasi droga, rischi anni e anni di carcere ed in alcuni casi perfino la pena di morte!…Esagerati!! 😉
Essendo illegale la droga quindi, ho potuto notare come tutti abbiano trovato l’aggiramento della legge con lo snffaggio della colla vinilica…!! 😀
Ricordo perfettamente gli sguardi di alcuni Malesi quando camminavo in bermuda e t-shirt per alcune delle vie piu’ povere e chiuse della citta’…forse erano incuriositi e scandalizzati dai numerosissimi tatuaggi che ho addosso, o forse era l’abbigliamento che proprio non gli andava a genio…non so’. 😉
Fatto sta che nella parte (occidentale) piu’ ricca e benestante delle citta’ questi pregiudizi nei confronti degli stranieri non c’erano e sembrava di essere nella piu’ classica delle capitali occidentali. Business, attivita’ commerciali, locali, ristoranti ecc, ecc fioccavano come fossimo a New York o Parigi, ed il problema e’ proprio quello….
Ho notato una tale diversita’ nella distribuzione della ricchezza che mi ha lasciato stupefatto…Accanto ai grandi grattacieli e palazzi moderni, sorgono baraccopoli e ammassi urbani degradati, indice di poverta’ e di scarso sviluppo.
La storia della religione o della razza specificata sui documenti non la sapevo pero’…Hai fatto bene a postare questa tua importante testimonianza perche’ e’ anche la palese evidenza della discriminazione che c’e’ in quel paese. Assurdo!
Con questi presupposti, ho dei seri dubbi che la popolazione sappia qual’e’ il significato della parola laicita’ o ateismo… 😉
Un caro saluto 😉

Il Gatto

@ Andrea A:
in malesia è possibile convertirsi a qualsiasi religione, tranne che, come al solito, uscire dall’islam… Qualcuno ci riesce, ma è una trafila assurda, bisogna andare al tribunale islamico e convincere i giudici che non si è cresciuti come musulmani… nella realtà pochissimi ci riescono, alcuni vengono spediti in centri di rieducazione sparsi nel paese… Quando un non musulmano sposa un musulmano è costretto a convertirsi all’islam e mai è lecito il caso opposto (tipo un musulmano che sposa un buddista si può convertire al buddismo… né è possibile per il buddista rimanere tale… e ovviamente non possono convivere perché l’islamico rischia una multa, anche se queste vengono comminate più raramente… ci vuole qualche delatore che ti segnali al tribunale oppure nel caso la coppia faccia un figlio). I matrimoni misti sono spesso fonti di grandi tensioni tra le comunità etniche malesi ed è superfluo spiegare il perché. Indiani e cinesi spesso si sposano tra loro con molto meno casino.

@ Paul M.:
l’informazione sulle droghe è inesatta… fino a quantitativi tipo un grammo ecc è grosso modo come da noi, si tratta di possesso personale e il peggio che può capitarti è una multa salata… le quantità minime sono molto ristrette più che da noi. Con questo naturalmente non invito assolutamente a far uso di droghe in paesi stranieri: è sempre un grave rischio. In particolare in tutta l’Asia, non solo nei paesi musulmani, il consumo di droga è severamente punito. Comunque posso dirvi che cannabis ne circola sostanziosamente anche in Malesia. Alcuni la coltivano, circolano anche funghi e droghe sintetiche. Ovviamente sopra una certa quota (davvero minima) c’è l’impiccagione. Sinceramente non giudico male gli asiatici o i musulmani se hanno scelto una politica dura contro le droghe. Sono fatti loro. E’ una cosa che va al di là della laicità o della religiosità di un paese, quindi secondo me non è un discorso pertinente ai temi dell’UAAR.
Non so perché tu sia stato sorpreso dagli sguardi dei Malesi per il tuo abbigliamento. In genere in asia (ma non ovunque) i tipi che scelgono di tatuarsi sono poco raccomandabili. Per i musulmani i tatuaggi sono haram (proibito, perché modificazione della creazione di Allah), ma non credo che in Malesia possano dare troppo scandalo. Conosco un sacco di botteghe di tatuatori a Kuala Lumpur. Tu sei stato a Kuala Lumpur nel 2000. Ora siamo a 10 anni di distanza, ti assicuro sono cambiate molte cose. Non è solo il centro di KL a essere prosperoso, anche se il paese deve ancora farne di strada. In linea di massima la Malesia mi piace. Esiste un dibattito interno, sia tra i vari membri delle varie etnie, sul futuro del paese, sia tra gli stessi musulmani. Qui ci sono moltissimi giovani (malay, musulmani, cinesi, indiani) che se possono studiano all’estero tipo in Europa o in Australia o Nuova Zelanda. Hanno gli orizzonti più aperti. La maggior parte dei miei amici in Malesia sono tutti ragazzi locali con cui mi trovo benissimo. Il mio miglior amico è musulmano e sono stupefatto da come riesca a coniugare la sua notevole apertura mentale con il fatto di andare in moschea e stare con una ragazza abbastanza tradizionale (in malesia non c’è l’obbligo di vestire il velo, lei lo veste). Altri miei amici, inclusa la mia ragazza, sono atei o agnostici. E’ un paese con molte contraddizioni, a me tutto sommato piace.

Ciao

Sara

Se nel mondo si fosse così solerti e impegnati nel boicottare multinazionali ammazzagente e consumi non etici, sai che progresso? invece no, le cose ragionevoli no, quelle folli a base religiosa, sì. Principio di autorità?

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