La CEI chiede una redistribuzione dei fondi dalle scuole pubbliche a quelle private

Mons. Diego Coletti, vescovo di Como e responsabile della Conferenza Episcopale Italiana per l’educazione, durante i lavori odierni dell’assemblea generale della CEI ha detto un chiaro “no” a ogni taglio alle risorse destinate alla scuola. Nello stesso tempo ha però chiesto che siano dirottate risorse sulle scuole cattoliche: le quali, ha ricordato, non devono essere definite “private”, perché come quelle statali offrono “un servizio pubblico. Il pubblico non è sempre e necessariamente statale, perché questo sarebbe statalismo della peggiore delle specie”. Lo Stato, ha continuato il presule, favorendo le scuole cattoliche risparmierebbe “dai 3500 ai 6000 euro per studente [non statale] all’anno”: occorre pertanto, e con urgenza, “una redistribuzione del reddito a persone che ne hanno il sacrosanto diritto”. Mons. Coletti si è rammaricato per l'”enorme fatica” fatta dalle scuole non statali per ricevere fondi pubblici: “sembra di dover andare a chiedere l’elemosina”.

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163 commenti

Paul

“sembra di dover andare a chiedere l’elemosina”.

sembra…??1??!?!?

jeeezuz

certo, un po’ come dire che lo stato dovrebbe aiutare economicamente coloro che vogliono usare il taxi anziché il bus. Sono entrambi servizi pubblici, non ci piove.

Sailor-Sun

Abitando a como (e lavorando part time in eventi semi-ecclesiali) lo conosco di vista, e speravo fosse un tipo più aperto…

Sbaglio o le scuole cattoliche sono a pagamento? Alòlora cosa dice che sono pubbliche?

Cosa vuole che si risparmi, invece di dare soldi a prof con una famiglia li si danno a suore e preti (e alla curia che li userà per speculazioni edilizie come a verona.)

Third Eye

Non ho capito bene perché lo stato italiano debba sovvenzionare alcuni business privati: passi (ma non approvo ancora) quando hanno importanti ricadute sull’occupazione (FIAT) o son servizi strategici (vecchie controllate con golden share e menate varie), ma che ora sia “servizio pubblico” pure la gestione di scadentissimi diplomifici con sparutissime eccezioni <_<…

claudio

Vista la mancanza di fondi nella scuola primaria di Corciano in provincia di Perugia, frequentata da mio figlio, noi genitori abbiamo deciso di autotassarci mensilmente di una somma a piacere per l’acquaisto di carta toner e tutto il materiale didattico che manca e fidatevi, manca di tutto!

Vergogantevi preti, non vi basta la ciccia volete pure l’osso, ma se questo avverrà, stavolta la protesta sarà dura!

Stefano Bottoni

Tasso di conoscenza della Costituzione: 0.
Tasso di vergogna: 0
Tasso di faccia da tolla: 1000.

Sono ben lieto di contribuire con le mie tasse alla scuola pubblica, che ho frequentato incontrando eccellenze professionali notevoli (con poche eccezioni). Ma chi vuole mandare i suoi figli in una scuola privata SE LA PAGA LUI!

Nifft

Al di la delle questioni sulla laicità della scuola (troppo astruse per i poveri cattolici deboli di comprendonio), questo intervento è criminale nei confronti di chi non può proprio permettersi una scuola privata. Alla faccia dell’attenzione della chiesa nei confronti dei poveri…

Horace

Con Berlusconi al potere la Costituzione è messa fra parentesi e la CEI questo lo sa e quindi va all’assalto della diligenza. Tenendo conto anche del fatto che Berlusconi in difficoltà con la Chiesa per il caso Noemi Letizia potrebbe allungare alcune decine di milioni di euro per recuperare il rapporto con i vertici vaticani.

Piero

Semplicemente vergognoso.
Se esistesse davvero l’inferno, il sedicente monsignore dovrebbe essere condannato all’accattonaggio eterno, con un contorno che immagino ma riguardo al quale mi autocensuro.

Quanto al merito della questione, sbaglio o il governo ha reintegrato i finanziamenti ai privati, dopo un taglio iniziale?

Del resto, il sedicente monsignore deve in qualche modo tappare le falle che si stanno aprendo: quale metodo è migliore dell’indottrinamento in cambio di un diploma più o meno regalato?

Piero

@Horace

Giusto, ma avrai anche notato che la chiesa ha assunto una posizione molto morbida circa il caso Noemi, direi pilatesca…

do ut des

Horace

Temo che la Chiesa stia per lanciare una campagna di smantellamento delle scuola statale. Ci riuscirà? Temo di si. E allora altro che crocifisso nelle aule, la preghiera del mattino e niente prosciutto il venerdì.

Tiziano

Parassiti! Sanguisughe!

Altro che le 7 piaghe d’Egitto: faccio volentieri a cambio se sono disposti a prendersi il vaticancro!!!

cesare

@ Horace

Hai ragione da vendere. Adesso la chiesa sta punzecchiando abbastanza il nano, ma non fino al punto di rompere la corda. Quando arriveranno i soldi allenterà la presa… fino alla puntata successiva. Adesso lo tengono per le palle, come hanno fatto prima col centrosinistra.

don alberto

“Sbaglio o le scuole cattoliche sono a pagamento? Allora cosa dice che sono pubbliche?”

Sono pubbliche, presumo perchè aperte a tutti, con programmi ministeriali e rilasciano titoli validi.
Poi, perchè un servizio pubblico, che fa risparmiare lo stato, si debba pagare, è un mistero.

Elisabetta

Verrebbe da proporre la distinzione tra “servizio pubblico” (ovvero gestito dallo stato, in ossequio e in esecuzione dei dettami costituzionali) e “servizio aperto al pubblico”, che può benissimo essere gestito da privati e che deve comunque rispettare alcuni canoni legali, ma che risponde a logiche diverse.
Ma c’è differenza fra le due cose, nel primo caso pubblico specifica l’origine del servizio, nel secondo indica i destinatari del servizio, e mi pare malizioso ingnorarla, per quel po’ di educazione civica che mi hanno insegnato a scuola (pubblica)…

Elisabetta

rik

Fortunatamente le scuole cattoliche sono in progressiva chiuura. Diminuiscono ogni anno, causa la carenza di vocazioni.

Le scuole cattoliche erano 11.121 nel 1991 e sono scese a 7.116 nl 2008.

Meno della metà degli alunni delle scuole private è in scuole cattoliche, soprattutto materne.

alberto tadini

ritorno su un mio convincimento, di giorno in giorno sfortunatamente sempre più confermato dai fatti: la ccar si sta riprendendo sempre più ptere, alla facia di chi dice che è ormai alla frutta.
siamo noi che siamo alla frutta, loro no, stano ancora più penetrando nei gangli della società.
le sedicenti scuole paritarie non sono altro che l’allevamento di polli in batteria, pronti per il plagio.
come sono contento di non avere figli! così almeno non lascio nessun povero disgraziato in più a godersi i benefici effetti della ccar in italia, cioè, scusate, nello stato vaticano

Marco C.

“Lo Stato, ha continuato il presule, favorendo le scuole cattoliche risparmierebbe “dai 3500 ai 6000 euro per studente [non statale] all’anno”: ”

Cioè, vogliono far risparmiare lo stato ma, nello stesso momento, gli chiedono di dirottare le risorse dalla scuola pubblica alla loro… mistero della fede.

“Nello stesso tempo ha però chiesto che siano dirottate risorse sulle scuole cattoliche: le quali, ha ricordato, non devono essere definite “private”, perché come quelle statali offrono “un servizio pubblico”
Quindi che bisogno c’è di dirottare cosa e da chi, visto che per lui sono la stessa cosa ?

“Il pubblico non è sempre e necessariamente statale, perché questo sarebbe statalismo della peggiore delle specie”.”
E invece pubblico e statale giuridicamente sono proprio la stessa cosa e la costituzione differenzia le scuole pubbliche (statali) da quelle private. Questo a riprova di come la chiesa cattolica sia uno stato in uno stato, che pretende, non senza violenza e arroganza, di imporre le sue leggi e volontà senza interpellare il volere e il parere del popolo, ergo, la chiesa cattolica in Italia è la più grave minaccia per la sopravvivenza dello stato democratico e di diritto (altro che mafia).

Lorenzo Galoppini

@ Sailor-Sun

Coletti fino a qualche anno fa era vescovo di Livorno. Per quel non molto che ne avevo letto sul giornale, anche a me non sembrava una persona malvagia. Ma é davanti alle questioni monetarie che non di rado i preti rivelano la loro vera natura.

ilaria

la cei sul caso noemi dice: ognuno ha la sua coscienza!!
ma pensa un pò: ci rompono continuamente i c……i per confessarci e bla bla…noi poveri cristi
ma quando ci sono di mezzo i soldi e il potere allora..acqua in bocca!
questa presa di posizione pro nano deve però essere remunerata con soldi alla scuola privata!
vescovi cardinali e …non hanno piu’ PUDORE!

Tony Braschi

Sono finiti i mezzi democratici con cui lottare.
Ormai siamo al ritorno della marcia su Roma.

Entro il 4 Agosto altri 4000 soldati a Roma.

Il Vaticano ha previsto ogni cosa…

La storia si ripete.

E’ finita.

don alberto

“E invece pubblico e statale giuridicamente sono proprio la stessa cosa e la costituzione differenzia le scuole pubbliche (statali) da quelle private”

No, certamente tutte le scuole statali sono pubbliche, ma ci sono anche scuole “pubbliche non statali” (quelle che vengono chiamate “private”, ma che non lo sono, come sarebbe una scuola di musica o di danza …), che svolgono un ruolo pubblico e che di fatto fanno risparmiare soldi allo stato (ci sono cifre precise, che si vogliono ignorare solo per amore di polemica), e che quindi non è assurdo sovvenzionare (lo stato ci guadagna in ogni caso).
Nella laica Europa, ci si comporta in modo molto più civile e meno fegatoso.

Cmq non me ne cale molto, giusto per chiamare le cose col loro nome.

gioled

@ patrizia……………..
è meglio che crepi monsignore…………..

Il Filosofo Bottiglione

don alberto

ti stupisci che alle scuole cattoliche ci sia da pagare?

perchè non fate così: alle scuole cattoliche assumano solo insegnanti, dirigenti scolastici, e personale amministrativo secondo i canali dei concorsi pubblici e vedrete che il tutto verrebbe pagato dallo Stato.

ah! non va bene? ma non sono scuole pubbliche?
allora perchè non va bene? perchè sono scuole cattoliche?
ma come? sono diverse, ma uguali…
e il pluralismo? non si combina con il cattolicesimo?
oh, che brutta fine per una parola con una tale etimologia.

Rothko61

La ccar pubblichi i propri bilanci (e quelli delle diocesi) prima di chiedere altri soldi.
Perfino “La Provincia di Como”, primo quotidiano per tiratura della provincia di coletti, è di proprietà della diocesi di Bergamo!!!
Pecunia non olet ma la cei puzza da morire

GIONABETA

@Giol e Antonio
Già ammorbano l’aria con le loro flatulenze spirituali, lasciamoli almeno defecare in Santa Pace.

Fri

@ don alberto

le “scuole pubbliche non statali” NON sono scuole private, ma scuole comunali e provinciali, che appartengono, quindi, alla collettivita’ e che i cittadini pagano con le proprie tasse. Le scuole private forniscono un servizio pubblico (forse, perche’ regalare diplomi a destra e a manca non mi pare un bel servizio) ma rimangono di proprieta’ privata (nella fattispecie la ccar). E a questo punto si torna allo stesso giochino dell’8 per mille. Io pago le tasse per pagare la scuola pubblica ed una parte dei miei soldi viene bellamente girato ad una istituzione privata senza il mio consenso.

davide

non può che tornare alla mente questo discorso di calamandrei:
“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza.
Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.
Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private.
A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio.
Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
Rovinare le scuole di Stato.
Lasciare che vadano in malora.
Impoverire i loro bilanci.
Ignorare i loro bisogni.
Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private.
Non controllarne la serietà.
Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare.
Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico”

Viano di Vagli

Il problema fondamentale è il controllo serio da parte di uno Stato serio. Quando ci fu lo scandalo di Suor Pagliuca e dei Celestini di Prato venne fuori che anche l’ ONMI era fuori controllo. Quindi in uno stato (minuscolo) come è ridotta l’ Italia di oggi sarebbe il male minore chiudere tutte le scuole private e lasciare solo quelle statali. Oppure lasciare libero chi vuole di farsi le sue scuole private, ma senza alcun finanziamento pubblico e senza alcuna validità legale del titolo di studio. Solo per sfogarmi, perché so che la scuola è la base della convivenza civile e del futuro della società, perché nella realtà attuale è tutta un’ utopia, sia la vostra che la mia.

don alberto

“La ccar pubblichi i propri bilanci (e quelli delle diocesi)”

boh, nel Bollettino diocesano a fine anno il bilancio c’è.

don alberto

FRI, vabbè: ci sono scuole non statali, nè provinciali, nè comunali, che sono aperte a tutti, con programmi statali, che rilasciano diplomi riconosciuti dallo stato, e in questo senso sono “pubbliche”.
Chiamiamole “libere”.
Chiamiamole “a gestione privata”.
Ma non “private”, perchè essendo -giustamente- sotto il controllo dello stato, non lo sono, nel senso che -a fini polemici- si vuole abbia il termine.
Soprattutto sono l’espressione del diritto che hanno i genitori di educare i figli come vogliono (nei limiti della costituzione).
Tanto per chiamare le cose con il loro nome

Poi: diplomifici, Calamandrei, ecc ecc, è un altro discorso che nessuno contesta.

marcigno

Ma non basta pagare 25.000 insegnanti di religione cattolica, scelti dai vescovi ed assunti da uno Stato compiacente senza alcun concorso? Le cosiddette scuole private cattoliche sono, in massima parte, diplomifici a pagamento; hanno un corpo docente malpagato e ricattato (per via del punteggio, del poco che riceve, quando lo riceve, e di un’auspicabile raccomandazione per lidi più sicuri che, tradotto, vuol dire Stato, scuola pubblica!); ma non è tutto: spesso i docenti ed il personale non hanno titoli adeguati, sono scelti tra gli accoliti di “santa madre romana chiesa”, spesso figli di portatori di voti e favori… ed altre amenità.
Con buona pace di esperienze, professionalità, libertà docente!

Brian di Nazareth

La scuola cattolica un servizio pubblico? Allora come mai il CEPU non pretende lo stesso trattamento?

Mons. Coletti: se servono soldi per la scuola cattolica, si rivolga al suo Dio onnipotente.

peppe

Chiamiamole “a gestione privata”. Ma non “private”, perchè essendo -giustamente- sotto il controllo dello stato, non lo sono, nel senso che -a fini polemici- si vuole abbia il termine. Soprattutto sono l’espressione del diritto che hanno i genitori di educare i figli come vogliono (nei limiti della costituzione). Tanto per chiamare le cose con il loro nome.

No, non per chiamare le cose col loro nome, ma solo per tradurre in fumoso pretesco una cosa banale. E’ ovvio che ogni scuola, anche a pagamento, è pubblica: basta pagare per entrarci… grazie tante… Dicansi tali scuole appunto private.

E sono effettivamente l’espressione del diritto che hanno i genitori ad educare i figli nel modo confessionale che desiderano. Il problema è appunto nel rispetto della Costituzione, che non c’è, giacchè essa stabilisce che “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.”, per cui i genitori che disdegnano la scuola pubblica nel senso genuino della parola (non nel senso pretesco, quindi fasullo) possono tranquillamente mettere mano alla tasca, pagarsi le rette e godersi l’educazione (bah) cattolica nelle scuole. Senza oneri per lo Stato.

Tutto il resto è il solito accattonaggio della CEI.

PS: almeno i docenti nelle scuole cattoliche fossero pagati e trattati con dignità come nelle scuole statali… manco li pagano. E parlo con cognizione di causa, non per sentito dire.

GerardReve

Le scuole private sono finanziate da chi le possiede e dai propri clienti. SENZA ONERI PER LO STATO

Zel

Sono daccordissimo col monsignore, a patto che i soldi siano ridistribuiti oltre che alle scuole cattiliche anche a quelle ebraiche, coraniche, scientologiste, mormone, ufologiche, evangeliche, mandee, zoroastriane, cultuali celtiche, neopagane, osiridiane, atlantidee, ecc…

El Topo

Offrendo un servizio aperto al tutti ma di tipo confessionale in realta’ e’ fruibile solo da parte degli appartenenti alla chiesa cattolica che gia’ percepisce danaro dallo stato in vari modi.
Detto questo va bene dare soldi alle scuole “pubbliche” confessionali ma i proventi devono risultare da dirottamenti dell’otto per mille e non di soldi destinati alla gia’ trascurata scuola pubblica.
Comunque sembra che stiamo passando dalla politica del mantenere il popolo ignorante per averne piu’ facilmente il controllo a quella dell’indottrinamento che e’ anche peggio.

franco

ormai, purtroppo, la Costituzione sta diventando carta straccia

quanto ha in comune, ad esempio, questo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/10/26/il-papa-soldi-diritti-per-le-scuole.html con il “date tutti i vostri averi ai poveri” o “è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago”?

in vaticano affluiscono un miliardo di euro l’anno (ma anche di più), di cui una parte minima per aiutare chi veramente soffre e si spacciano per seguaci di uno che prese a calci nel culo i mercanti nel tempio
don alberto, ma hai veramente bisogno di questa gente? non ti sorge mai il dubbio che stiano usando mezzi terreni, molto terreni e, sopra tutto la vostra fede per mantenere un potere che di ultraterreno ha veramente poco?

Luka

ma con tutti i miliardi che si tirano su con l’odioso 8 per mille devono “chiedere l’elemosina” all’ Stato Italia????? Non possono chiedere l’elemosina allo “stato” vaticano?? Forse quei soldi servono per pagarsi le fuorvianti e onnipresenti pubblicità, o comprare le sacre pantofole della nuova collezione estiva per l’amato pontefice…

denis

“Il pubblico non è sempre e necessariamente statale”

ma questi la Costituzione la usano come cartina per gli incensi?

fresc ateo

Garibaldi, Mazzini ,Cattaneo ,Cavour, Crispi e tutti gli Italiani veri dove siete???risorgete o eroi d’ITALIA, forse abbiamo bisogno ancora di voi x liberare il paese da questi parassiti.
QUESTI PSEUDO GOVERNANTI ,STANNO STRCCIANDO LA COSTITUZIONE E LA LAICITA’ DEL PAESE X MANTENERE UNA SETTA DI PARASSITI.E AVERE VOTI DA PARTE DEI SUPERTIZIOSI.

biondino

c’è tanta confusione in giro.
tanto per essere chiari, anche se magari pochi si sono dati da fare per informarsi o si sono trovati seduti in un consiglio di istituto come rappresentanti dei genitori:

1) dopo la riforma bassanini, NON esistono più scuole statali.
Non esistono più asili nido, materne, elementari, medie, superiori e università (uso per abitudine i vecchi nomi delle scuole) STATALI, perchè si sono trasformate TUTTE in enti di diritto privato. La scuola frequentata da mio figlio – un istituto comprensivo – ha una sua autonomia economica, giuridica, amministrativa ed educativa. Se il consiglio d’istituto lo volesse, potrebbe decidere di triplicare la quota annulae d’iscrizione, rendere obbligatorio il corso di nuoto o introdurre il corso di lingua bulgara (tutte e tre cose che non verranno fatte, naturalemente). Tanto per fare un esempio reale: ho due figli che frequentano questo istituto comprensivo, uno finirà l’anno scolastico il 4 giugno, l’altro il 10 (io lavoro in un’altra scuola e lo finirò il 13).
Perciò il discorso che fa riferimento al sistema sello Stato (per le scuole, gli ospedali – le aziende ospedaliere – le ferrovie, ecc.) è incongruo, si riferisce a un mondo che non cè più. Se qualcuono non se ne è accorto, le cosiddette aziende dei “servizi pubblici” e “trasporti pubblici” delle grandi città si fanno quotare in borsa, sono società per azioni: di statale, ormai, rimane solo il monopolio in determinati settori.

biondino

2) è vero che ogni studente costa alla Stato italiano una cifra talvolta superiore a quella che è la retta di una scuola gestita da un ente privato (ad esempio un asilo delle suore o un istituo professionale degli artigiani). Il comune in cui vivo, sempre per fare un esempio reale, piuttosto che imbarcarsi nelle realizzazione e nelle gestione di un asilo nido proprio, ha deciso di spendere un terzo di quanto gli costerebbe farlo sostenendo il nido che fa capo a una fondazione (no suore) al quale versa una parte della quota di frequenza dei bambini residenti (ma i genitori devono continuare a pagare il resto). I genitori ringraziano, ma se il comune ci mettesse più soldi, sarebbero pure più contenti; se dovesse spendere il triplo, invece, solo per potersi scegliere il direttore o le maestre (cioè senza mutare la qualità del servizio già ora offerto) beh, sarebbero proprio soldi buttati e tasse aggiuntive insensate.

biondino

3) l’ho studiato all’università: andate a leggere gli Atti della discussione in aula della Costituente, lì risulta inequivocabile (e non cominciate a lamentarvi con me, ditelo ai padri costituenti!) che la formula “senza oneri per lo Stato” si riferiva alla possibilità di istituire scuole, non alla gestione ordinaria o al sostegno alle scelte educative delle famiglie. In altre parole, non bisognava chiedere soldi per costruire scuole perchè -nell’Italia della ricostruzione dopoguerra – soldi non ne avanzavo proprio.
Se poi oggi non siamo più d’accordo con quello che c’è scritto nella costituzione e con ciò che i costituenti volevano dire, beh, possiamo sempre cambiarla.

biondino

4) laicità laicità laicità…
La Francia è uno Stato laico, su questo tutti si dicono d’accordo.
Però gli insegnanti delle scuole cattoliche (e di tutte le scuole private che forniscono un servizio pubblico) li paga lo Stato francese: vuoi vedere che in Francia essere laico non significo mettersi in competizione con altre istituzioni?

biondino

@ Zel

tu lo dice per ridere, ma è già così: chiunque può farsi la sua scuola, e poi richiedere che sia riconosciuta dalla Stato (naturalmente dovra rispettare una serie di requisiti stabiliti a livello nazionale e uguali per tutti, scuole autonome ex-statali e nuovi istituti di formazione).
Mai sentito parlare di “scuole parificate”?
I finanziamenti poi – di solito – sono attribuiti sulla base di quanti utenti usufruiscono del servizio, non di chi lo gestisce.

denis

Per il momento credono di poter tenere per le p@lle il governo visto che comunque si sentono forti nel veicolare i voti dei cattolici… ma io sono curiosissimo di sapere come avranno firmato per l 8xmille nelle dichiarazioni dei redditi gli italiani.
Non so. .a sentore …per me avranno un bel calo di entrate le truppe di Mefisto XVI. Anche gente mangiaostie che conosco, non daranno i conquibus alla cattolica.. E se cosi sarà , sarà anche al volta buona che chi sta al governo capisca che l’influenza dei diavoli neri si sta azzerando?.. e buona notte ai finanziamenti alle scuole per i ricchi.. ma nessuno capisce che noi poveri diavoli dobbiamo pagare per i ricchi che scelgono scuole di elite? ma roba da matti…

rik

@ Viano di Vagli

Grazie per averci ricordato due degli scandali peggiori degli istituti per minori, gli “orfanotrofi” gestiti da preti e suore, quello dei Celestini di Prato e quello gestito da suor Diletta Pagliuca.

C’ qualcuno che sa indicarmi delle fonti in internet dove reprire notizie dettagliate su questi scandali?

Sandra

D’accordo con biondino, in Italia si ha molta paura della competizione, che e’ scelta, che e’ liberta’. Il monopolio, di stato o di chiesa, e’ privilegio per una casta, e non e’ certo il meglio per i ragazzi: del resto gli studi sui risultati scolastici dei ragazzi italiani rispetto ai compagni del resto d’europa ne sono una dimostrazione.

dal sito del Ministero dell’educazione francese, “Istituti privati”:
http://www.education.gouv.fr/cid251/les-etablissements-d-enseignement-prives.html

“…la liberta’ d’insegnamento fa parte dei principi fondamentali riconosciuti dalle leggi della Repubblica.”

“I poteri pubblici si occupano di coprire tutto o parte delle spese di funzionamento degli istituti privati, in cambio del loro obbligo di essere servizio pubblico.”

“I maestri sono nominati dall’autorita’ privata ma renumerati dallo Stato.”

“Tutti gli istituti privati, qualunque sia la loro relazione (sotto contratto o no) con lo Stato, sono sottoposti a ispezione statale.”

Per gli istituti che accettano una relazione tramite contratto con lo Stato, il controllo si occupa “del rispetto dei programmi e degli orari di insegnamento, e sul rispetto totale dlla liberta’ di coscienza degli allievi. Gli insegnanti sono oggetto di valutazione pedagogica. Gli istituti privati in regime di contratto sono sottoposti a controllo finanziario e amministrativo”.

Rothko61

@ don alberto

Il bollettino diocesano che pubblicate è carta straccia e sai bene che quel bilancio è solo uno specchietto per le allodole.
Neanche tu probabilmente hai un’idea delle reali finanze della tua ditta (notizia riservata a pochissimi) e senza scomodare lo IOR, Marcinkus e tutto ciò che è trito e ritrito, prova a dare un’occhiata – se ti sarà concesso – alle proprietà immobiliari, alle partecipazioni azionarie, alle fondazioni, alle finanziarie e a tutto ciò che fa capo a una diocesi.
Altro che bollettino!!!
A Trento (solo per farti un esempio) oltre il 50% delle azioni dell’ISA (una finanziaria che si occupa di tutto, dal settore cooperativo, al credito, al tessile, all’edilizia, ecc. ecc.) giacciono nelle casse della curia o di enti ad essa riconducibili. Utili, dividendi, stock options e plusvalenze per svariate decine di milioni di euro.
Perfino chi spende qualche centone per comprarsi un giubbotto della Monclair versa – senza saperlo – qualche decina di euro nelle casse della diocesi di Trento.
E tu mi parli del bollettino diocesano… un po’ di serietà, suvvia.

P.S.: sono stato bravo a non offenderti e a non mandarti a quel paese?

strozzapreti

La scuola pubblica deve essre solo statale perchè deve garantire la laicità dell’ istruzione fuori da ogni condizionamento religioso.
Le scuole private, specialmente quelle appartenenti ad enti religiosi devono autofinanziarsi, senza togliere soldi alla scuola statale che già ne ha pochi, a loro sembra di chiedere l’ elemosina? E di quello devono campare, dell’ elemosina dei loro fedeli, non la possono pretendere dallo Stato, cioè da tutti gli italiani.

brunaccio

@ viano
io ti quoto,anche se con una visione magari diametralmente opposta,che l’unica possibilità perchè in questo villaggio globale non ci si arrivi a massacrare sul nulla… è proprio lo studio…ma(e non ti sto criticando o dileggiando,quello lo faccio solo con gli impostori e tu x me non lo sei) che sia davvero studio,e non studiare per accreditare teorie pre-confezionate di qualsiasi scuola…lo studio serve se apre la mente…sennò poi si studia il “sesso degli angeli”.
ciao viano 🙂

nemo

Qualsiasi politica che parli di tagli e risparmi sul sistema scolastico dev’esser guardata con sospetto. Quando poi anche solo si ventili l’ipotesi di elargire soldi pubblici a istituti confessionali, davvero vuol dire che si è arrivati oltre l’assurdo. Non dovrebbe neppure sussistere caso di discussione. Mi limito ad osservare il patetico ragionamento ecclesiastico, per cui non potendo mettere in discussione il “date a cesare quel che è di cesare”, fanno di tutto per convincerci, e in molti casi ci riescono, che loro sono “cesare”.

peppe

@denis
Giusto qualche precisazione…

Se il consiglio d’istituto lo volesse, potrebbe decidere di triplicare la quota annulae d’iscrizione, rendere obbligatorio il corso di nuoto o introdurre il corso di lingua bulgara (tutte e tre cose che non verranno fatte, naturalemente).

Nella pratica non solo questo non succede, ma succede l’esatto opposto, perchè – dal momento che l’istituto ha interesse ad allargare il suo bacino d’utenza – le spese per l’utenza stessa tendono a diminuire: dicesi libera concorrenza tra istituti… ed è propria questa concorrenza al ribasso che di fatto affossa la qualità delle scuole, visto che i rubinetti statali ogni anno si stringono sempre più.

se dovesse spendere il triplo, invece, solo per potersi scegliere il direttore o le maestre (cioè senza mutare la qualità del servizio già ora offerto) beh, sarebbero proprio soldi buttati e tasse aggiuntive insensate.

Questa frase dice tutto, secondo me. La chiamata diretta dei docenti, di fatto è quella che rende bulgare (ora ci vuole) le assunzioni negli istituti privati, che funzionano più o meno così… il potenziale docente all’istituto e chiede di farsi assumere, l’omino dall’altra parte gli dice “ok ti assumo, PERO’ qui le cose funzionano così: se il tot studente va male tu lo promuovi lo stesso per questo motivo… cosa vuoi lo stipendio che ti spetta? No, ti posso dare questa cifra e i punti in graduatoria, mentre la tua busta paga sarà fasulla e tu zitto. Non ti conviene? Ciao, ne trovo a bizzeffe di precari come te che sono anche disposti a farsi 200Km di trasferte e lavorare gratis”. Ecco dove risiede il risparmio delle scuole private: nello sfruttamento dei docenti e nella mungitura degli studenti… ma questo è veramente risparmio? E’ normale che una classe docente scelta per clientele o semplicemente per fame produca poi dei risultati, in termini di formazione degli studenti, scandalosa. Si può migliorare il meccanismo di scelta dei docenti? Sicuramente. Ma non è privilegiando gli istituti privati, che sono dei piccoli potentati locali col signorotto che fa e disfa i diritti dei lavoratori a suo piacimento, che si risolve il problema in maniera sistemica.

risulta inequivocabile (e non cominciate a lamentarvi con me, ditelo ai padri costituenti!) che la formula “senza oneri per lo Stato” si riferiva alla possibilità di istituire scuole, non alla gestione ordinaria o al sostegno alle scelte educative delle famiglie.

Riguardo alla tua personale interpretazione dell’art.33 comma 3, ti avviso solo che è la prima volta che ne sento parlare… e mi sembra la solita interpretazione “a pezza” fatta per giustificare lo status quo. Comunque, se pensi che gli articoli della costituzione possano effettivamente essere interpretati nell’ambito del contesto in cui furono emanati, allora sappi che fior fior di studiosi ritengono ormai de facto non più in vigore l’Art.7, alla luce dell’Accordo dell’84 tra Italia e santa sede. Cominciamo a togliere tutti i soldi al vaticano e poi riparliamo delle scuole cattoliche. Dovessimo fare che pure con la Costituzione vale l’esegesi biblica per cui quello che fa comodo rimane o si cambia e su quello che non fa comodo si sorvola?

La Francia è uno Stato laico, su questo tutti si dicono d’accordo.

Troppo comodo portare la Francia come esempio in questo specifico ambito. In Francia le cose girano un po’ diversamente d come funzionano in Italia, e non solo nel settore scuola… peraltro, la Francia contiene anche un sacco di muslim (che in Italia nessuno vuole, e che di fatto non hanno “mercato” nel settore scolastico, visto che è tutto in mano alla CCAR), nelle scuole francesi non c’è l’insegnamento della religione cattolica (tranne in una regione se non erro) e soprattutto non ha sul groppone uno stato parassitario come il vaticano: ergo non subisce nemmeno tutti i condizionamenti politici della lobby cattolica presenti in Italia, nè vede i vescovi pretendere a reti unificate più soldi per i cattolici perchè “gli spettano”. Cominciamo ad adeguarci alla Francia per la laicità quella vera: il sano pluralismo nell’istruzione che tu rivendichi sarà un ovvio corollario.

Marco

“sembra di dover andare a chiedere l’elemosina”

Non mi risulta che abbiate mai vissuto d’altro se non di elemosine spontanee o spintanee che siano.
Non siete i protestanti che lavorano tutta la settimana per mantenersi e dedicano il loro tempo libero all’attività di pastori del gregge.
Non siete neppure monaci che si accontentano di una ciotola di riso solo da chi vuole offrirla.

Voi l’elemosina la pretendete e imponete a noi tutti, che siamo d’accordo o meno.

E poi non dovreste schifare tanto le elemosine, viste le ricchezze che vi hanno assicurato e il tenore di vita da boss della vostra numerosissima classe dirigente.

Silvio Manzati

Le scuole cattoliche farebbero un servizio pubblico? A Verona ci sono scuole cattoliche che chiedono il certificato di battesimo per l’iscrizione. Chi non è batezzato, niente.

Sandra

peppe,
anche in Olanda la scuola privata e’ sovvenzionata dallo stato. La mia opinione e’ che sono paesi in cui la scuola, pubblica e privata, e’ vista come servizio al cittadino, e come tale il cittadino ha il diritto di scegliere quello che preferisce, e lo stato l’obbligo di controllare che il servizio funzioni al meglio (per il cittadino, cioe’ lo studente, e per il docente).
In un’intervista a Report Fioroni, allora ministro dell’educazione, ammise che personale scolastico, gia’ condannato per reati di natura sessuale su minori, era ancora in servizio nelle scuole!! Certo, tutela ai diritti dei lavoratori: e i diritti degli alunni??

Il problema non e’ la chiesa, la chiesa e’ un sintomo.

nemo,
perche’ tagliare gli sprechi sarebbe una politica da guardare con sospetto? Se fatti bene, certo non assumendo 25mila insegnanti di religione, sarebbero a vantaggio di tutti. Se il sistema pubblico fosse gestito in modo efficiente, evitando sprechi e abusi – la corruzione nostrana -, ci potremmo avvicinare al livello degli altri paesi europei.

Sandra

Art. 33. della Costituzione della Repubblica Italiana

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. […]

peppe

In un’intervista a Report Fioroni, allora ministro dell’educazione, ammise che personale scolastico, gia’ condannato per reati di natura sessuale su minori, era ancora in servizio nelle scuole!! Certo, tutela ai diritti dei lavoratori: e i diritti degli alunni??

No vabbe’ dai… adesso non scherziamo: cioè tu mi stai dicendo che il problema delle scuole pubbliche sono i reati sessuali? Secondo questa logica allora le scuole cattoliche andrebbero tutte chiuse su scala nazionale. Non mettiamo il cacio sotto e i maccheroni sopra, per favore.

Sul resto mi trovo daccordo: a cominciare dall’abolizione dell’insegnamento di religione.

PS: In Olanda, Sandra, ci sono tante belle cosette che in Italia vengono viste come eresie da quegli stessi che battono cassa in nome di dio… Dopo la Francia e l’Olanda, in tema di esempi calzanti e omogenei col nostro paese, mi aspetto che qualcun altro mi dica che anche in Zimbabwe (per par condicio) le scuole private cattoliche prendono fondi dallo Stato. Per cortesia.

nemo

@Sandra:
con sospetto, perché se non ci sono soldi per il servizio pubblico e si deve risparmiare… a maggior ragione non ci sono soldi per istituti “privati” che per definizione si dovrebbero auto finanziare.
La libertà di scelta è in ambito scolastico è assurda. Sei ricco? Vuoi studiare in un istituto privato, controllato dallo stato, controllato sui programmi e sulla qualità dell’insegnamento? Accomodati pure! Ma non mi si venga dire che è democratico lesinare sul sistema scolastico pubblico se poi i soldi pubblici devono esser regalati a privati, con la scusa della differenziazione e della libertà di scelta.

Giuliana

Il motivo per cui la gente sceglie (se puo’!) le scuole private, e’ che in queste scuole c’e’ piu’ serieta’, disciplina e studio, e meno caos tipo le occupazioni, gli scioperi etc.
In questa situazione ci sguazzano le scuole cattoliche.
Se invece di elargire soldi a queste scuole private si cercasse di riportare serieta’ e impegno nella scuola pubblica, molta gente non ci penserebbe nemmeno a mandare i propri figli alle scuole private!

Sandra

Io penso che il “problema ingerenza chiesa cattolica” in svariati ambiti, compreso quello scolastico, non sia che un sintomo della mentalita’ italiana (cosi’ come lo e’ la mafia o il fasciamo): attecchiscono perche’ da noi vince l’autorita’, vince una o piu’ caste. Il singolo non ha diritti se non quando e’ associato (o protetto da un potente).
Il fatto che le scuole private siano diplomifici e’ un problema italiano, non e’ sostanziale all’
essere istituto privato, tanto e’ vero che non sussiste in Olanda per esempio (dove le scuole vengono valutate, dove al termine della scuola elementare tutti gli alunni vengono esaminati sulla base dello stesso test emesso dallo stato. Quando vedi i risultati di una scuola, come genitore, puoi anche scegliere in base al merito: come genitore preferirei la scuola dove i miei figli hanno maggiore possibilita’ di apprendere).

Peppe, non facciamo finta di non vedere. C’e’ personale scolastico incompetente: qualcuno ha mai pensato di fare qualcosa per risolvere questo problema? Per me e’ un problema, antepongo sempre il diritto dei miei figli di avere insegnanti preparati al diritto di avere un posto di lavoro di persone non all’altezza.

Il pezzo relativo a Fioroni e’ questo: ( http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1072467,00.html )

“SABRINA GIANNINI
Casi gravissimi di reati sessuali su minorenni, hanno paletti di sospensione oscillanti tra 1 e 10 giorni. Quindi qui, sono due i problemi, uno che sono ancora a lavoro e due che le sospensioni sono state ridicole.

GIUSEPPE FIORONI – Ministro dell’Istruzione
Guardi da questa parte, la corte dei conti, gli posso fornire pure i dati, ma noi viviamo in uno stato dove anche la corte dei conti, sa che ormai noi abbiamo fatto una norma dio legge che è precisa, come la sentenza…decadono immediatamente e cessano. Se lei legge la mia circolare, ho ribadito che cessano immediatamente. Per cui questo 50% che è in servizio se ha avuto la condanna…

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Questo 50 % di condannati responsabili di reati sessuali nei confronti dei minori devono essere licenziati, speriamo che l’abbiano fatto e che qualcuno controlli, perché fino a poco tempo fa erano ancora al loro posto. Anche chi è stato condannato per aver rubato soldi pubblici, corrotto, chiesto mazzette se la cava quasi sempre con una sospensione di 10 giorni dal lavoro e dalla busta paga. Sarebbe previsto il licenziamento, ma quasi mai nessuno lo applica, per questo nel 2001 è stata fatta una legge apposta che dice: tu dirigente davanti ad una condanna superiore ai 3 anni puoi licenziare in tronco senza aprire nessuna pratica. Ma poi tra patteggiamento e rito abbreviato, ai 3 anni ci si arriva raramente e il condannato resta al suo posto. Per rimediare adesso è stata fatta una modifica alla legge. ”

In Francia, Olanda, Germania, ecc. una cosa del genere semplicemente non esiste.
Il problema dell’italia e’ la corruzione diffusa. Lo stato chiude gli occhi, tutti chiudono gli occhi, e chi puo’, chiesa compresa ma non solo, approfitta della corruzione.

Perche’ nessuno e’ mai sceso in piazza per protestare contro la presenza di personale condannato per reati sessuali contro i bambini? Perche’ e’ cosi, abbiamo condannati dappertutto, siamo rassegnati a essere raggirati. La chiesa e’ solo uno degli approfittatori.

nemo

Giuliana scrive:

Se invece di elargire soldi a queste scuole private si cercasse di riportare serieta’ e impegno nella scuola pubblica, molta gente non ci penserebbe nemmeno a mandare i propri figli alle scuole private!

Non potrei essere più d’accordo!

ernesto da reggio c.

la chiesa cattocristi ha firmato concordati con, tanti per citarne alcuni, Napoleone, Hitler e Mussolini, non proprio cristiani esemplari,secondo me non dovrebbe entrare nelle faccende dello stato italiano.e poi prendere esempio da loro..questo poi …

peppe

Sì, ma vorrei un attimo spezzare una lancia in favore delle scuole pubbliche, con riferimento agli scioperi, all’ambiente corrotto, e bla bla bla… che farebbero preferire quella provata a quella pubblica. Luoghi comuni secondo me.

La mia esperienza…
La prima scuola media in cui i miei genitori mi hanno iscritto è l’istituto paolo VI, un convitto praticamente, gestito dai preti. Il bullismo di cui si parla oggi era niente a confronto con quel che ho visto… me ne sono scappato. E mi hanno iscritto all’istituto s.giuseppe calasanzio, padri scolopi. Non è che fosse un ambiente chissà quanto migliore… la struttura era di lusso, un palazzo intero di proprietà dei preti, ascensore interno etc. etc… ma c’erano comunque i due figli del boss della zona, due simpatici ragazzi del rione sanità, gente che si faceva le canne comunque nei bagni e memorabile è stato anche il periodo in cui due ragazze “bene” della 3a media facevano lo scherzo del Vics-Vaporub, spalmandolo sulle palpebre delle loro colleghe di 1°media, finchè uno degli studenti non è finito in pronto soccorso. E la retta non era una passeggiata, voglio precisarlo. Probabilmente avrei incontrato meno marmaglia se fossi andato in una scuola pubblica, ma sapete i miei hanno scelto per me “un ambiente protetto, con tutto quello che si sente in giro”… alla faccia dell’ambiente protetto.

Al liceo non ho avuto (e nemmeno loro) dubbi: scuola pubblica. E’ vero, puntualmente sotto natale ci facevamo la nostra brava autogestione e occupazione (una moda pià che una necessità) ma la selezione culturale che c’era nel mio ginnasio statale non ha mai avuto niente a che vedere con la filosofia da diplomificio delle scuole cattoliche in cui ho messo piede e di cui ho sentito parlare.

Nella scuola pubblica si incontrano quelli che poi nella vita ti ritroverai gomito a gomito negli uffici, nelle metropolitane, per strada… nelle scuole private trovi le stesse persone, solo mediamente un po’ peggiori, perchè oltre ai delinquenti trovi anche i ciucci, tanto sfaticati nello studio quanto indolenti nella vita, che i genitori – pagando fior di quattrini – si illudono di mettere in un ambiente protetto per farli andare avanti a calci nel sedere.

E l’esperienza che ho avuto io l’hanno avuta in tanti. Non è un caso che, come si sottolineava prima, le scuole cattoliche sono in declino da anni ormai. E non a caso chiedono più soldi per sopravvivere.

brunaccio

@ peppe
mi ritengo fortunato di aver sempre e solo frequentato scuole pubbliche,nonostante scioperi e bla bla…e certe faccende di averle conosciute solo per sentito dire.
questa ragazzi è una testimonianza forte…poi ci saranno molti preti(io adesso ho studiato altre robe non conosco tutti i preti e santi vari del mondo) ma non è una delle poche,in altri contesti e realtà,che mi capita di ascoltare.

brunaccio

adesso vi lascio,che,già che siamo in confidenza,è morto per un infarto il padre di una mia amica,carissimo amico anche lui,bella persona operaio del comune per l’acquedtoo,per capirci ,preferisco buttarmi su altro.
a presto ciao a tutti

Don Antonio

Scusate ma perché la libertà vale solo “certe” volte e non sempre. Libertà significa che chiunque possa aprire una scuola (Lo stato deve dare chiaramente indicazioni perché siano veramente “scuole” e ognuno ci si dovrà attenere), e ognuno possa scegliere la scuola che vuole. Invece nella situazione italiana non c’è questa libertà: chi non ha soldi va nella scuola “statale”, chi ce l’ha va nella scuola “privata”. Così non si fa altro che creare divisione tra chi è ricco e chi non lo è. Se lo stato desse più soldi alle scuole “private” le rette sarebbero minori e più persone possono scegliersi la scuola che vogliono (dello stato, della Chiesa, di Odino o di Sai Baba), oltre al fatto che non dando soldi ai “privati” si crea disparità anche tra chi (come la Chiesa Cattolica) ha risorse finanziarie per andare avanti comunque (finché può) e altri enti privati degnissimi (religioso e non) che non hanno queste risorse e quindi non possono offrire quella libertà di scelta a cui facevo riferimento all’inizio.

salvo

possiamo allora chiedere, dato che la scuola cattolica e privata offre un “servizio pubblico” definito a convenienza in questo modo dal cardinale, che siano dirottati anche dei fondi statali verso il fruttivendolo sottocasa dato che anche lui svolge un servizio pubblico, vendendo appunto prodotti al pubblico. Ma allora mi chiedo, perchè il fruttivendolo non riceve nessun aiuto dallo stato e paga l’ICI per la sua attività commerciale, la chiesa se nella scuola privata cattolica in un angolo mette qualche santo per le preghiere quotidiane, non paga l’ICI (se non mi sbaglio) per tutta la scuola? come lo stesso accade da tante altre parti? siamo uno stato in cui negli ultimi anni qualcuno ha privatizzato la raccolta dei rifiuti, vogliono privatizzare l’acqua (è evidente gli affari che ci stanno dietro) per diminuire i costi, invece sono tutti aumentati di quattro- cinque volte e poi i cardinalil chiedono fondi dello stato per qualcosa che è già privato, siamo in un paese dove il paradosso è normalità.

Bruno Gualerzi

In aggiunta a quanto testimoniato da Peppe.
Ognuno poi si farà la sua opinione, ma per favore non mi si venga a difendere la scuola privata e ancor più quella gestita da religiosi. Con tutti i limiti della scuola pubblica, quella privata – tralasciando la per altro fondamentale questioni dei finanziamenti – è infinitamente peggiore, fatte salve le solite eccezioni… che ci saranno pure, ma che personalmente non conosco. Ho conosciuto invece, direttamente e indirettamente la scuola privata, in particolare quella gestita da religiosi, avendo passato tre anni (terza media e biennio di scientifico) in un collegio retto da salesiani. Lasciamo perdere tutti gli aspetti negativi propri della vita di collegio, di qualsiasi collegio, ma per favore non mi si venga a dire che in quelli gestiti da religiosi, l’inegnamento è ‘laico’… come ho sentito con le mie orecchie affermare dall’onorevole Fassino, che, essendo stato allievo dei salesiani, ventava la laicità del’educazione ricevutane. Io non so quale sia il suo concetto di laicità, ma sorbirsi la messa tutte le mattine (almeno per gli allievi interni), letture di vite dei santi durante i pasti, esercizi spirituali quasi ogni mese, e cose così… insomma, fate voi.
Poi ho prima frequentato e poi insegnato nella scuola pubblica, e naturalmente anche qui tante cose non andavano, ma niente di paragonabile a quanto verificato, per esperienza diretta e poi per infinite testimonianze, in quelle private. Sempre per esperienza diretta, un solo dato: ho più volte fatto parte di commissioni d’esame per la maturità dove erano iscritto anche molti allievi della scuola private, di qualsiasi tipo. Ebbene, il livello di preparazione era talmente scadente che perfino io, noto ‘antimeritocratico’, rimanevo allibito… e di tutto ciò ne era talmente cosciente il loro ‘commissario interno’ (non so se c’è ancora questa figura), che non faceva altro che appellarsi ‘alla clemenza della corte’. Per non parlare delle pressioni esterne – bustarelle comprese – che non mancavano quasi mai.
Se c’è qualche testimonianza di segno opposto, ben lieto di leggerla.

peppe

Vorrei precisare, siccome mi sono riletto e potrei esser stato ambiguo, che la mia frase

ma c’erano comunque i due figli del boss della zona, due simpatici ragazzi del rione sanità, gente che si faceva le canne comunque nei bagni e […]

va interpretata in questo modo: c’erano i due figli del boss della zona (che erano 2, un maschio e una femmina) POI, in aggiunta (quindi non erano gli stessi) due ragazzi del rione sanità (noto quartiere di camorristi… sto sempre parlando di gente che stava nella MIA classe), e IN PIU’ diversi si facevano le canne nei bagni. Non vorrei che aveste pensato che in tutto l’istituto erano solo in 2 ad esser figli di malavitosi, abitanti del rione malfamato e contemporaneamente cannaioli. Giusto per chiarire un attimo l’aspetto statistico.

Aggiungo: il prete insegnante di religione del mio triennio dagli scolopi è una persona che, comunque, aldilà dell’abito ho sempre stimato come uomo, anche per la sua bontà. Ho fatto anche il volontario (non l’avreste mai detto, eh) in un doposcuola gratuito (gratuito, se volete, vi spiego come) gestito da questo prete, poi me ne sono allontanato: non che io sia un malpensante ma gli abbracci e le carezze equivoche di ‘sto prete mi hanno turbato più di una volta. Poi ho visto il servizio BBC ad Annozero sulla pedofilia nel clero e mi si è accesa una lampadina: ho capito che non mi ero impressionato.

CANDYFRUIT

ma perché lo stato dovrebbe finanziare delle scuole che offrono un servizio a pagamento…questa è l’assurdità…al di là del discorso sulla laicità…che fosse gratuita l’iscrizione e la frequenza alle scuole cattoliche, allora, lo stato farebbe bene a finanziarle, perché non c’è miglior modo per sfornare nuovi atei che far frequentare la scuola cattolica
😀

Sandra

Io non ho difeso la scuola cattolica italiana. Ho difeso il diritto a un’educazione libera, che in altri paesi europei, indubbiamente laici come la Francia e l’Olanda, garantiscono finanziando la scuola scelta dai genitori, cattolica, protestante o Montessori che sia.
Il problema posto dalla scuola cattolica all’italiana e’ proprio la non meritocrazia, perche’ dove non c’e’ controllo dello stato (uno stato integro, che l’Italia non e’) c’e’ abuso. E quindi c’e’ ingiustizia. Ma questo non e’ colpa della chiesa cattolica, e secondo me pensare che togliere il finanziamento alle scuole cattoliche risolverebbe il problema della scuola italiana e’ un’illusione, perche’ e’ il sistema che e’ inefficiente. Sempre Report si e’ occupato di scuola pubblica recentemente, e si mettevano in risalto per esempio le procedure per trovare supplenti, estremamente dispendiosi in termini di denaro e di tempo, oppure il denaro speso per sedi della scuola italiana dove gli insegnanti percepiscono stipendi doppi rispetto agli stipendi corrisposti in Italia: pensando ai ragazzi, e’ meglio applicare i privilegi o la meritocrazia ai docenti? Che chiaro, ce ne sono di bravissimi, che lavorano bene, i miei figli vanno alla scuola pubblica, e ne vedo di bravissimi. Lo fanno perche’ vogliono lavorare bene, non perche’ vengano incentivati. Perche’ pero’ un insegnante che fa seriamente e bene il suo lavoro deve essere pagato (poco) come il collega impreparato? Perche’ poi per lo stesso stipendio deve lavorare duramente per recuperare le lacune di alcuni predecessori? Perche’ nessuno pensa a valutare i docenti o le scuole? Qual e’ il problema?

Poi sul “profilo” di chi frequenta le scuole private, non sono in grado di dare giudizi categorici, quelli di prima mano non forniscono elementi sufficienti per trarre conclusioni definitive: certo che per esempio dai salesiani sono andati in tanti, da Pertini a Umberto Eco a Travaglio, passando per (sic) Berlusconi, quindi non mi sentirei di stroncare la scuola privata in quanto tale. Non so come sia oggi, forse era la scuola d’elite fino a trent’anni fa, e adesso non e’ piu’ di qualita’, so che alcuni dei miei compagni piu’ ricchi scelsero ai tempi buoni licei privati, io non potevo comunque, ma e’ andata bene lo stesso (a me e a loro, per quanto ne so). Forse concluderei dicendo che in Italia si impara e insegna bene, nonostante e a dispetto della scuola, di qualsiasi denominazione essa sia!

Bruno Gualerzi

@ CANDYFRUIT
“(…) allora lo stato farebbe bene a finanziarle, perché non c’è miglior modo per sfornare nuovi atei che far frequentare la scuola cattolica”.
Mettiamola così: è indubbio (e questo blog ne può essere una prova) che difficilmente altri tipi di educazione contribuiscono come quella cattolica al formarsi – ovviamente assieme ad altre esperienze – di coscienze atee… ma purtroppo non dimentichiamo mai che la grande maggioranza di chi la frequenta ne viene facilmente plagiato. Sia detto senza volerle demonizzare più del necessario, ma anche semplicemente perché è difficle immaginare un religioso ‘di professione’ che rinunci davvero a perseguire – in buona o mala fede, in modo superficiale o approfondito – quegli obiettivi che stanno alla base della sua scelta di vita. E tanto più quanto più opera nel campo dell’educazione.

don alberto

CANDYFRUIT, ben arrivata.
Magari sono a pagamento, perchè non sono finanziate.
Magari se fossero finanziate, sarebbero gratuite.
Difficile?

dv64

“sembra di dover andare a chiedere l’elemosina”

Ma quale elemosina, è un’estorsione.

nemo

@Don Alberto:

magari se fossero finanziate, sarebbero gratuite. Magari sarebbero, dunque non è automatico.
Inoltre, finanziate da chi? Che ne pensi di farle finanziare solo ed esclusivamente a chi intende usufruirne? Troppo assurda come idea?

Paul

lo stato non finanzi scuole fondate sul paranormale, già gli italiani sono tecnologicamente e scientificamente semi analfabeti, per non parlare di lingue straniere e matematica…..non faccia altri disastri nelle menti dei giovani cittadini….poi con i propri soldi ognuno faccia ciò che vuole…

Bruno Gualerzi

@ Sandra
Leggo ora il tuo intervento. Solo due annotazioni.
Con il discorso della meritocrazia – riferita agli insegnanti, ma in generale – resta sempre da risolvere un certo problema, che non giustifica naturalmente il ‘liberi tutti’, ma che richiede almeno un approccio un pò più critico. In sintesi: chi giudica i giudici? Per quanto mi riguarda sono sempre convinto che per formare coscienze libere – compito prioritario a mio parere della scuola – la questione del merito non si può risolvere così, come se ci fossero criteri formalizzati una volta per tutte, ma farlo diventare a sua volta oggetto di approccio critico.

In quanto alla questione che personaggi come Pertini, Eco, Travaglio, ma anche lo stesso Berlusconi, siano diventati ciò che sono diventati, non credo dipenda dal fatto di aver ricevuto un’educazione cattolica. Anzi – fermo restando che in linea di principio sono d’accordo con te nel non dare peso più del necessario alle esperienze personali – si potrebbe tuttavia benissimo leggere il percorso di queste figure, Berlusconi compreso, alla luce del paradosso proposto da CANDYFRUIT e da me ripreso.

don alberto

NEMO: ” Che ne pensi di farle finanziare solo ed esclusivamente a chi intende usufruirne? Troppo assurda come idea?”

Assolutamente no, altrimenti come potreste protestare che sono solo per i ricchi, che così è un’ingiustizia ecc.?

Giovanna

Certo che in quanto a tempismo i gonnelloni non si smentiscono mai!!!! Il salvataggio del nano-ridens-in-arte-papy dipende anche da loro (oltre che da massoneria e mafie varie) quindi non c’era momento migliore per avanzare richieste.

don alberto

Cmq anche questa discussione ha seguito il solto copione.

Prima urla irate contro i preti plagiatori e mangiasoldi e le scuole “private”.

Poi qualcuno fa presente l’interpretazione autentica dell’art 33 della Costituzione, poi (non è la prima volta) Sandra fa presente che “preti” e “privati”, non c’entrano poi molto, allora comincia la discussione “vera”:

-E’ giusto, in teoria, il pluralismo?
(cfr: “Nella scuola pubblica si incontrano quelli che poi nella vita ti ritroverai gomito a gomito negli uffici, nelle metropolitane, per strada… “)

-E’ efficace, di fatto, il pluralismo?
(dalle Messe quotidiane al diplomificio …)

peppe

I preti sono plagiatori e mangiasoldi.

Le scuole private sono diplomifici.

L’interpretazione fantasiosa che ho letto dell’art.33 è appunto fantasiosa.

Il pluralismo, infine, non c’entra nulla: i programmi ministeriali sono gli stessi (certo, potresti non trovare l’evoluzione bensì il creazionismo, questo è vero…) per cui? Lo stato deve pagare per istituti in cui agli studenti viene propinata la rottura di ze.be.dei del tipo: fatevi il segno del croce, recitiamo la preghiera per s.giuseppe calasanzio, tutti in chiesa ad assistere alla santa messa… e tutti quei preti che girano per le classi… brrrr… disgustorama. Che ognuno si paghi i propri ghetti pseudo-culturali: a carico dello Stato solo la scuola pubblica, laica e aconfessionale.

Dimenticavo: i preti a lavorare, e giù le mani dai bambini.

peppe

I preti sono plagiatori e mangiasoldi.

Le scuole private sono diplomifici.

L’interpretazione fantasiosa che ho letto dell’art.33 è appunto fantasiosa.

Il pluralismo, infine, non c’entra nulla: i programmi ministeriali sono gli stessi (certo, potresti non trovare l’evoluzione bensì il creazionismo, questo è vero…) per cui? Lo stato deve pagare per istituti in cui agli studenti viene propinata la rottura di pal.le del tipo: fatevi il segno del croce, recitiamo la preghiera per s.giuseppe calasanzio, tutti in chiesa ad assistere alla santa messa… e tutti quei preti che girano per le classi… brrrr… dis.gu.sto.rama. Che ognuno si paghi i propri ghetti pseudo-culturali: a carico dello Stato solo la scuola pubblica, laica e aconfessionale.

Dimenticavo: i preti a lavorare, e giù le mani dai bambini.

Marco

Il pluralismo non è un’ottima cosa sempre e a priori da qualsiasi contesto.

L’istruzione all’interno di una stato laico comesi dichiara l’italia dovrebbe essere laica e gestita dalla comunità, cioé dallo stato.
In uno stato confessionale sarà logicamente un’istruzione che prevede anche l’indottrinamento dei ragazzi, ma non dovrebbe essere il nostro caso, come non è quello di un regime dove l’indottrinamento dei ragazzi a scuola è di tipo politico.

Enti o associazioni dovrebbero poter promuovere corsi formativi su quanto interessa a loro, che siano chiese, partiti politici o associazioni di altro tipo.
Ma corsi facoltativi, da non confondere con l’istruzione della scuola.
Chi ritiene partecipa ai corsi che vuole, questo è pluralismo, ma dottrine religiose, politiche o di altra natura non vanno inculcate al pari di materie come storia matematica o geografia.

Una scuola religiosa, per quanto valida e con ottimi insegnanti, non potrà mai sottrarsi da deviazioni di carattere religioso e quindi superstizioso.

Un domani se saremo islamici ai bambini si insegnerà che è peccato mangiare maiale e disobbedire ai mariti, come oggi si insegna che si deve far la comunione e per farla prima si devono raccontare i fatti propri a un estraneo.

Istruzione e dottrine non sono e non saranno mai la stessa cosa, equipararle non ha mai prodotto nulla di positivo.

Andrea B.

Meno male che c’è Don Alberto che sa tutto, ha capitpo tutto e di solito non pulisce il wc.
Difficile?

nemo

Al solito… non riesco ad imparare che a fare domande a certa gente ci rimetto solo io! 😉

Sandra

@Bruno,
sulla meritocrazia: non c’e’ un criterio di valutazione giusto, ma mi sembra che in altri paesi il problema si sia affrontato, nulla di definitivo e inamovibile, i criteri si possono rivedere, ma e’ comunque riconosciuta la necessita’. Il mondo verso cui stiamo andando, che piaccia o meno, e’ un mondo competitivo: dove saranno i nostri ragazzi quando dovranno misurarsi per un lavoro con persone abituate alla meritocrazia? In Italia pochissimi imprenditori sono disposti a investire, perche’ sanno che manca questa cultura del merito: io non penso che ci si possa aspettare che le coscienze si formino a pancia vuota. Chi giudica chi? Il cittadino, colui che paga per il servizio. Basta andare nelle scuole, negli uffici postali, della pubblica amministrazione, nelle ferrovie di paesi come la francia, la spagna, la svizzera, la germania, l’olanda, per vedere che si puo’ (e si deve per giustizia verso il cittadino) giudicare: non per punire, ma per lavorare tutti al meglio, e cosi’ tutti vivono meglio. E poi non c’e’ piu’ bisogno di allungare la mancetta ai preti per fare quello che possiamo fare da soli!

Sui personaggi formatisi in ambiente cattolico, ben apposta ho scritto “nonostante la scuola”. Non penso proprio che siano scuole dove la formazione religiosa abbia successo, anche perche’ non e’ per questo che sono state scelte (da quello che mi ricordo appunto).
In fondo se c’e’ una fuga di cervelli dall’Italia, vuol dire che questi cervelli hanno potuto formarsi. L’obiettivo dovrebbe essere secondo me garantire il piu’ possibile che ogni persona si sviluppi al meglio delle proprie possibilita’, e questo si inizia controllando le scuole, il personale che vi lavora, la formazione e l’aggiornamento di tale personale. E il malfunzionamento della scuola italiana e’ abbastanza palese, almeno sotto il punto di vista dell’organizzazione. Nessuno finora ci ha messo mano in modo risolutivo, ci sono interessi e voti a rischio, quindi si cambia poco, e male. Ma ripeto, secondo me la mentalita’ condiziona troppo il sistema per pensare di uscirne a breve in maniera paragonabile ai paesi civili, dove la scuola e’ valutata. Prendere esempio da chi lo fa gia’ e’ cosi’ difficile, almeno a livello di possibilita’ teorica?
Quanto poi al paradosso, gli unici due ragazzi che so essere diventati sacerdoti – fratelli di amici – non avevano mai frequentato scuole cattoliche.

brunaccio

@ bruno e i generale
torno do un excursus e ti straquoto,senza aver letto peraltro benissimo tutto.
ciò che mi lascia perplesso è che di fronte ad esperienze umane,indubitbilmente vere(si sente quando uno le cose le ha vissute,il dolore trasuda certe volte altro che le sindoni) iniziano a parlare d’eccezioni ecc ecc ecc e sembra che di questo dolore non gliene importi assai.
ora se ache le menti più brillanti(e qui ne abbiamo un paio) avessero tutte studiato dai preti(e non è assolutamente così)e guarda caso avendo portato via le tende a tempo debito..come piò mai essre sana un’educazione che mortifica e impaurisce un ragazzini,con messe,preghiere,genuflessioni,vite di santi,colloqui particolari,esercizi spirituali(che mai ho ben capito cosa significa,ma visto il quadro non mi suscita interesse alcuno..)? come ti può far vivere sereno chi ti insegna che siste il demonio?…così si generano paure e incubi,la cultura ha bisogno di un po’ di gioia,entusiasmo verso la ricerca,nuove idee nuove scoperte e non è certo il terrore il metodo adatto.
tell about it! (ne parlerò se dove capitassi mantenendo ovvio riservata l’identità anche in nick di chi ha avuto il coraggio di rivedersi certi ricordi presumo non molto piacevoli del passato)

peppe

@Sandra
Abbi bontà. Ma cosa c’entra la meritocrazia e il pluralismo dell’educazione coi soldi elargiti a piene mani alle private cattoliche? Vedo che si gira attorno al problema cercando di allungare il brodo con considerazioni che nulla hanno a che fare con la situazione in oggetto e su cui chiunque, peraltro, è ragionevolmente daccordo.

Si parla di finanziamenti alle private cattoliche, e uno se ne esce con i professori delle scuole pubbliche accusati di molestie (!)… ma cosa c’entra? Si sottolinea il fatto che l’istruzione fa capo allo Stato e che i soldi di tutti debbano garantire la sopravvivenza degli istituti di formazione a libero accesso per TUTTI, e uno invoca il pluralismo e la libertà di istruire i propri figli come gli pare… ma cosa c’azzecca?

Mi sembrano quei discorsi totalmente fuorvianti e qualunquisti in cui chiunque può giustificare qualunque cosa appellandosi al “non ci sono più le mezze stagioni”. E dai…

Qui si parla di soldi. Soldi elargiti dallo Stato e soldi pagati dalle rette dell’utenza: l’una (la retta) esclude i finanziamenti pubblici. Anche e soprattutto perchè (e ti è stato ripetuto un mare di volte, e anche Report – che piace a te come a me – ne ha parlato a iosa) nelle “private” nè gli stipendi dei docenti costituiscono il primario capitolo di spesa, nè la formazione degli studenti è una priorità. Le scuole private sono strutture gestite da privati (quella cattoliche, dal clero) e sono nè più nè meno che macchineper far soldi: l’obiettivo è il guadagno degli enti che le gestiscono, non la formazione. Per le scuole statali, viceversa, no è così. Punto. Inutile tirare in ballo congiunzioni astrali, gli stipendi dei docenti italiani in scuole italiane all’estero, e altre cose che non c’entrano un fico secco.

Il clero ha in Italia le mani in pasta non solo nella scuola, ma anche nella sanità, nel turismo e in ogni altro ente che si occupi di assistenzialismo. Su ciascuno di questi temi Report (trasmissione che a quanto pare segui regolarmente) scoperchia una pentola verminosa una settimana sì e l’altra pure… è tutto business. Tu qui vorresti convincerci che le scuole private servono in quanto offrono un valore aggiunto, ma non è così. E siccome non è così, debbono essere finanziate dal proprio bacino di utenza. Tutto il resto sono chiacchiere che onestamente mi suonano abbastanza qualunquistiche.

Pier Francesco

Ma in vaticano non ci sono psichiatri? Nessuno che si preoccupi della loro sana e robusta costituzione psichica.

brunaccio

no..stefano…LE VIE DEL SIGNORE SONO INFINITE 😉
bam salute a tutti

Giacomo Grippa

Ho letto anch’io l’articolo sull’Avvenire di oggi.
Non è corretto presentare il costo per alunno (da 3500 a 6000 euro) che lo stato economizza se questo frequenta una scuola privata cattolica.
E’ tutto l’investimento del servizio scolastico che entra in gioco o salta con la frammentazione del finanziamento.

Pier Francesco

La strada per la redenzione molto spesso la smarriscono, ma quella dei contanti non se la perdono mai.

stefano

“è PIù FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO CHE UN EURO DALLE TASCHE DI UN PRETE” brunaccio questa è bella vai 😀

brunaccio

🙂
grazie,ste,mi hai saputo far ridere…oggi che non è una gran giornata…ormai ci conosciamo più o meno,me l’aspettavo il battutone!

fra pallino

@peppe

prova ad iscriverti a medicina alla cattolica poi vediamo se ti regalano la laurea…

nessie

Quoto Peppe.

Se una scuola è confessionale non è pubblica, mi pare palmare. E qui abbiamo finito di discutere.

Chi volesse fare uno sforzo di immaginazione e capire cosa potrebbe succedere all’istruzione se avanzasse l’idea di voucherizzare anche la scuola può provare a mettere il naso nel sistema di accreditamento sanitario della Regione Lombardia.

E per finire, il post precedente a questo dimostra che i preti sono inadatti ad educare.

“i preti a lavorare, e giù le mani dai bambini.”

fra pallino

@peppe

evidentemente è un buon sistema si porta a questi risultati, prova anche tu l’unguento miracoloso!……

L’Istituto di Cardiologia dell’Università Cattolica di Roma è stato scelto come uno degli otto centri di eccellenza europei del 2008 (l’unico per l’Italia) dalla principale rivista di cardiologia degli Stati Uniti Circulation, organo della American Heart Association.

http://www2.unicatt.it/pls/catnews/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=14274

franco

@ don alberto

per evitare disparità tra ricchi-scuole private e menoricchi-scuole pubbliche c’è un sistema + semplice rispetto al finanziare le scuole private: abolirle (oppure anche finanziarle pretendendo però che siano identiche a quelle pubbliche: insegnanti assunti con concorso, ora di religione facoltativa e nessun tipo di funzione religiosa da seguire…)

@ tutti i catto-troll

ancora non vi è balzato agli occhi come le vostre gerarchie siano + interessate ai soldi (vostri e nostri, in questo caso) che alle vostre anime?

brunaccio

caro fra,lei penso proprio che il sistema-università e le sue mafie non lo conosce proprio..io purtroppo e per fortuna l’ho conosciuto in una uiversità che voi dite atea e comunista(ma dove in mezzo agli altri i vostri boss le mani in pasta ce le hanno eccome)…qui si parlava di istituti per ragazzini e persone hanno tirato fuori sofferenze e dolori che la dovrebbero turbare e non mi sembra…
ora entrare nel sistema-università richiede competenze che mancano a me,ma senz’altro anche a lei,e una pazienza che oggi non ho.
la saluto

Bruno Gualerzi

Che io sappia per essere ammessi all’università cattolica occorre superare un esame di morale cattolica. Ma non è questo il punto: qui si parla della laicità della scuola, da cui dovrebbe dipendere la sua finanziabilità pubblica… e su questo punto si possono fare tutti i salti mortali di questo mondo ma una scuola che si definisce cattolica (come qualsiasi altra scuola confessionale) non sarà mai laica. Di questa pretesa (la famoda ‘laicità buona’) si è già parlato a suo tempo, cadendo nel ridicolo.

biondino

@ beppe

grande il tuo link, se si va a vedere si scopre che NON uno si lamenta della selezione per medicina svolta alla cattolica (Su Yahoo Answers, Francesca S racconta che nel test di medicina a Roma le misure contro i furbi sono state rigidissime, tanto che «era impossibile parlare o copiare», mentre Alessandra F dice di aver visto scene sospette durante la prova svolta a Perugia), mentre un sacco di lamentele riguardano proprio le università cosiddette statali.

Ripropongo il link, così che tutti possano verificare:
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=30449&sez=HOME_SCUOLA&ctc=100

peppe

@biondino
Si vede che non sai leggere…
Diversi i commenti apparsi su forum e blog della rete, dopo i test di medicina e odontoiatria. Una partecipante a un forum di Studenti.it, che si fa chiamare Nemesisa, segnala alcune presunte irregolarità, senza specificare in quale ateneo ha svolto il test

Però, quando impari, dai una letta anche qui…
http://forum.studenti.it/forum-baronale/714198-cattolica-presa-giro.html

Ce ne sono altri eh, basta cercare (ma non vorrei annoiare).

peppe

L’Istituto di Cardiologia dell’Università Cattolica di Roma è stato scelto come uno degli otto centri di eccellenza europei del 2008 (l’unico per l’Italia) dalla principale rivista di cardiologia degli Stati Uniti Circulation, organo della American Heart Association.

Non ne dubito. Con tutti i soldi statali che prendono, vorrei ben vedere il contrario.

biondino

@ Bruno G.

ah ah ah, un esame di morale cattolica!

no, guarda, le cose sono un po’ diverse.

1) per iscriversi è richiesto il certificato di battesimo e la presentazione di un sacerdote.
Se uno non è battezzato o non frequenta la chiesa cattolica, si iscrive ugualmente ma deve impegnarsi (nel senso che deve firmare un documento in cui si impegna) a rispettare i principi religiosi che ispirano l’univeristà cattolica. Insomma, se vai in una istituzione religiosa, non devi metterti a bestemmiare nei corridoi o lamentarti se nelle aule ci trovi appeso il crocifisso.
Ma non c’è l’obbligo di essere di cattolici.
Come sanno tutti quelli che hanno studiato in una qualsiasi facoltà della cattolica.

2) il piano di studi prevede obbligatoriamente di dare un esame di teologia cattolica all’anno.
Gli esami di teologia non fanno media.
il fine degli esami di teologia è fornire una conoscenza culturale della religione cattolica adeguata a una persona di cultura universitaria, e in una università ciònon dovrebbe stupire. Ma conoscere la teologia cattolica non significa condividerla. E l’esame richiede solo che uno che abbia conoscenza.

PS
in tutte le sedi della cattolica c’è un prete, l’assistente spirituale, a disposizione degli studenti (e dei docenti), ma non c’è alcun obbligo di consultarlo ne’

Sandra

peppe scrive:
“Tu qui vorresti convincerci che le scuole private servono in quanto offrono un valore aggiunto, ma non è così. E siccome non è così, debbono essere finanziate dal proprio bacino di utenza. Tutto il resto sono chiacchiere che onestamente mi suonano abbastanza qualunquistiche.”

Veramente non e’ che io cerchi di convincere, esprimo un’opinione. Formatasi anche per aver conosciuto realta’ non italiane, dove la scuola anche confessionale e’ a costo zero. Perche’? Qualcuno dice per far indottrinare con delle superstizioni. Posso essere d’accordo che per me siano superstizioni: ma se non lo fossero per il mio vicino di casa? Perche’ devo avere diritto io ad una buona istruzione laica a costo zero perche’ la ritengo migliore per mio figlio, e non lui, se crede che l’istruzione migliore debba avere basi religiose? Perche’ poi non e’ che la scuola italiana cosi’ sia laica, perche’ le ore di religione partono dall’asilo. Ma allora non e’ meglio un sistema piu’ chiaro, dove chiunque sia libero di scegliere quello che ritiene sia l’orientamento migliore, a parita’ di programma e di qualita’ dell’insegnamento? In francia e olanda, da quanto so di seconda mano e da quanto leggo dai siti del ministero dell’istruzione funziona cosi’. In Olanda il 60% delle scuole dell’obbligo sono non pubbliche, e circa il 70% dei ragazzi frequenta questo tipo di scuole. Vengono tutte valutate, e i genitori scelgono: per indottrinarli? Non credo, secondo l’ocde i rgazzi olandesi sono tra i meglio preparati d’europa. Certo non si tengono tra i ragazzi i molestatori, e si’, c’entra, eccome. In un sistema del genere, e’ piu’ che ovvio che co sia spazio per i preti, perche’ loro no? Qual e’ l’obiettivo della scuola, i ragazzi, giusto? E allora tutto quello che nuoce ai ragazzi deve stare fuori. C’entra. Fare una brutta scuola pubblica, che non e’ efficiente, che presenta problemi sempre maggiori, e’ il lasciapassare per una scuola privata altrettanto inefficiente e di poca qualita’: si differenziera’, essendo a pagamento, in quanto fungera’ da filtro passa alto. Ci sara’ un po’ piu’ di disciplina, e i genitori potranno in parte delegare sotto questo aspetto. Ma le motivazioni allo studio per gli studenti, e alla professionalita’ per i docenti, saranno molto poco soddisfatte.
Perche’ in italia le scuole private possono essere macchine per fare soldi? Perche’ lo stato lo consente. In olanda se le scuole private non soddisfano ai criteri pubblici e non passano le ispezioni, chiudono.
Il discorso forse e’ qualunquista, non mi interessa sotto quale categoria mi vuoi sistemare. Io trovo che nelle societa’ dove l’individuo e’ al centro con i suoi diritti compreso quello alla scelta siano quelle dove la chiesa non ha il ruolo che ha da noi, e secondo me dove c’e’ maggiore controllo all’idea che il servizio pubblico sia appunto un servizio per i cittadini ci siano minori ingiustizie. E’ in questo contesto che devi porti la domanda sul perche’ solo in italia la chiesa abbia le mani in pasta dappertutto (come la mafia, del resto). La conclusione della puntata di report sulla scuola era che in italia e’ tre volte maggiore rispetto ai cittadini dei paesi “civili” la percentuale che legge un giornale e lo capisce. Pensi che sia un buon risultato per il sistema scolastico italiano? Io no, e se lo si vuole cambiare, certo non si devono dare soldi senza garanzie (come si vorrebbe per l’ennesima volta) ma forse c’e’ qualcosa di piu’ profondo che va cambiato.

peppe

per iscriversi è richiesto il certificato di battesimo e la presentazione di un sacerdote.
Se uno non è battezzato o non frequenta la chiesa cattolica, si iscrive ugualmente ma deve impegnarsi (nel senso che deve firmare un documento in cui si impegna) a rispettare i principi religiosi che ispirano l’univeristà cattolica.

Ah be’, allora se si tratta solo di firmare un documento in cui ci si impegna formalmente a rispettare i principi religiosi cattolici (chissà cosa succede se uno contravviene? chissà…) allora è chiaro che chiunque, di qualunque credo religioso sia, non avrà problemi ad iscriversi. E’ senz’altro un istituto pubblico in piena regola, non v’è dubbio…

il piano di studi prevede obbligatoriamente di dare un esame di teologia cattolica all’anno.

Ah be’, ma cosa vuoi che sia? Mica si può bollare come confessionale una facoltà solo perchè pretende che tu dia un esame di teologia cristiana (che è risaputo ha molta attinenza con la scienza in genere) all’anno? E’ senz’altro un istituto pubblico, non v’è dubbio…

Immagino le fiotte di studenti atei, muslim, indù, ebrei che fanno la fila per iscriversi.

Bruno Gualerzi

@ biondino
ah, ah, ah, si dà il caso che, nall’anno di grazia 1958, mi iscrissi alla Cattolica di Milano e dovetti sostenere, come condizione per affrontare gli esami di scienze politiche, un pre-esame di, appunto, morale cattolica. Onestamente non so se questa norma vige ancora (e infatti dicevo ‘che io sappia’, da prendere alla lettera), ma ‘certificato di battesimo e presentazione di un sacerdote’ non mi sembrano grosse credenziali di laicità… perché della laicità intendevo parlare nel mio intervento.
(Per quel che può interessare, ho poi sostenuto un esame di diritto pubblico, superato, ma da quel momento ho abbandonato gli studi universitari, per riprenderli una quindicina di anni dopo. Non alla Cattolica, ovviamente)

Sandra

Non lo sapevo, ha ragione Bruno. Una mia amica si era laureata in cattolica, e da quanto ricordo non era praticante, non so se siano cambiati i programmi, ma oltre a dover presentare il certifihato di battesimo, c’e’ il corso di teologia (glomm):

da http://www.unicatt.it/offertaformativa/0910/allegati/milano-economia-economia_delle_imprese_e_dei_mercati_01-triennale-2009-2010-2009_04_17-03_49_21-bando.pdf

Natura e finalità
Agli studenti dell’Università Cattolica iscritti ai corsi
di laurea è richiesto di seguire, oltre agli insegnamenti
previsti dal piano di studi, corsi di Teologia, le cui
votazioni saranno valutate in sede di voto di laurea.
Gli insegnamenti di Teologia sono una peculiarità
dell’Università Cattolica; essi intendono offrire una
conoscenza critica, organica e motivata dei contenuti
della Rivelazione e della vita cristiana, così da ottenere
una più completa educazione degli studenti all’intelligenza
della fede cattolica.
Ciò nella convinzione che “l’interdisciplinarità, sostenuta
dall’apporto della filosofia e della teologia, aiuta
gli studenti ad acquisire una visione organica della
realtà e a sviluppare un desiderio incessante di progresso
intellettuale” (Ex corde Ecclesiae, 20).
Programmi
È proposto un unico programma da svolgersi nei tre
anni di corso in forma semestrale (12 settimane di
corso per anno su 3 ore settimanali).
Gli argomenti sono:
I anno: Il Mistero di Cristo;
II anno: Chiesa e sacramenti;
III anno: La vita nuova in Cristo.

peppe

Insomma, se vai in una istituzione religiosa, non devi metterti a bestemmiare nei corridoi o lamentarti se nelle aule ci trovi appeso il crocifisso.

Dici che basta semplicemente non rompere? Non lo so, eh… Interesserà a chi legge conoscere la strana (chissà, bah…) vicenda del prof. Cordero.

Nel 1972 è protagonista di un caso emblematico: avendo dichiarato di non essere credente, l’università Cattolica decide di escluderlo dall’insegnamento. Cordero si rivolge immediatamente alla giustizia amministrativa, la quale a sua volta investe la Corte Costituzionale di una questione di legittimità. Con la sentenza 195/72, la Consulta si pronuncerà per la non fondatezza della domanda. Profondamente amareggiato, Cordero riepilogherà la vicenda in un pamphlet: Lettera a monsignore.

Mi sembra ovvio che la Cattolica è un’istituzione aperta a chiunque, che non discrimina nessuno per motivi religiosi… si può senz’altro catalogare come ateneo pubblico. Caspita se si può…

La domanda che una persona intelligente dovrebbe farsi è: possibile che uno Stato laico finanzi la Cattolica (quindi anche con le tasse pagate dal Cordero) e che poi non tutti abbiano la possibilità di fruirne? La risposta ovvia è: NO. Ma si sa, non si può pretendere molto dai filoclericali.

peppe

le cui votazioni saranno valutate in sede di voto di laurea

Ops… ma ci deve essere un errore: il biondino ha detto che non fa media. Bisogna avvisare la Cattolica che hanno sbagliato a scrivere sul sito… non vorrei che chi legge pensasse a male.

brunaccio

…questi folletti sono proprio come quelli delle fiabe..arrivano tutti in una volta…ma se continua così…ritornano alla loro la la land
😉
buonanotte

brunaccio

..non parlo della signora sandra,nulla da dire persona pacata e onesta

brunaccio

la differenza tra noi(mi ci metto) e questi talebans,è che non riescono a capire una cosa…persone libere portano proprie esperienze,si confrontano,litigano,si scontrano,ma bene o male crescono.
questi seguono la logica del branco,qualcuno li ha mandati e loro giù nella loro squallida catto-jihad….
le pecorelle..quando le metafore vengono prese sul serio e che il loro pastore non sia così buono

brunaccio

ah…possono anche sbagliare qualche particolare,non siamo come santa romana chiesa di babylon,che non DEVE mai sbagliare

fra pallino

@brunaccio

non sparare a casaccio… invece si dà il caso che conosca abbastanza bene il mondo delle università sia cattoliche che non con pregi e mafie di ciascune. Ma generalizzare ed edifikare munumenti all’ideologia come fanno diversi di voi non è molto razionale (forse è ateo, ma razionale no davvero).

@peppe

“Non ne dubito. Con tutti i soldi statali che prendono, vorrei ben vedere il contrario”…ah peppe peppe ti facevo un pochino più intelligente…. prima ti lamenti che le “private” si beccano un sacco di soldi… poi dici che le private sono diplomifici… poi che eccellono perchè beccano soldi… insomma mettiti d’accordo con te stesso… ormai poi è estate, prova a riposare un po’…

brunaccio

…sempre alle spalle vilmente amico,ma non solo dio ha occhi lunghi
siete voi che fate monumenti..siete voi che chiamate atea e comunista l’università che ho frequentato non io..
devo indurre che la logica formale non sia il suo forte,padre

brunaccio

poi sono parole mie…devo indurre che pure l’esegesi non sia una sua carta

fra pallino

@brunaccio

non ti agitare, non ce l’ho con nessuna università nè intendo innalzare monumenti.

Tirare in ballo la logica formale mi fa pensare che il primo caldo abbia sortito qualche brutto effetto…

e non ti sono amico, non ti preoccupare.

peppe

…ah peppe peppe ti facevo un pochino più intelligente…

Grazie, ma ti assicuro che non ho mai pensato niente del genere di te. Sono consapevole dei tuoi limiti.

prima ti lamenti che le “private” si beccano un sacco di soldi…

Infatti è vero.

poi dici che le private sono diplomifici…

Fino a qualche post tutti noi parlavamo di istituti scolastici, donde il discorso sui diplomi regalati. Diplome è diverso da laurea. Ma non pretendo che tu conosca la lingua italiana, intendiamoci.

poi che eccellono perchè beccano soldi…

Chi ha fondi assume, elargisce borse di studio, dispone di laboratori, di strutture, di appoggi politici… con tutte le mani in pasta che la CCAR ha nella sanità vuoi mettere che i laureati alla cattolica hanno corsie preferenziali per le specializzazioni, l’esercizio, etc. etc.? Fai uno sforzo sù: togliti il cilicio (che ti distrae) e vedrai che ci arrivi anche tu. Forse.

Bruno Gualerzi

@ Sandra (e altri)
Adesso mi attirerò gli sberleffi di quasi tutti, ma, a parte che alla mia età non fanno più molto effetto, non posso rinunciare a parlare della mia ‘utopia’ scolastica, che comunque, con le mie limitate capacità, ho cercato sul campo di non rendere ‘utopistica’ (tralascio di ‘spiegare’ la differenza).
Tu stessa ha riconosciuto, certo molto realisticamente, che, piaccia o non piaccia, viviamo in un ‘mondo competitivo’ per cui compito vero dedlla scuola è fornire gli strumento per affrontare questa realtà senza farsene travolgere. Quella realtà che è poi il criterio sulla base del quale vengono stabiliti i giudizi di merito sui vari sistemi scolastici, per esempio degli stati europei. Ora, non intendo certo dire che questi criteri debbano essere combattuti facendoli pagare agli studenti, e negare che il nostro paese occupi gli ultimi posti per carenze legislative e soprattutto carenze di quelle conoscenze che oggi occorre possedere, ma non mi va neanche di accettare che il criterio meritocratico, STABILITO IN BASE SEMPRE A QUESTI CRITERI ‘COMPETITIVI’, debba prevalere (perché questo avviene in Italia e altrove) sulla necessità primaria di formare coscienze libere. L’ideale sarebbe far fronte a entrambe queste esigenze, e l’deale, si sa, porta fuori strada, ma se non si entra almeno in questo ordine di idee e si cerca di concretizzarle nella pratica, dopo non ci si può lamentare perché a tanta efficienza (là dove c’è) non corrisponda una uguale padronanza nel saperla usare per far progredire davvero la società.
Inutile dire che per quanto mi riguarda, scuola ‘laica’ vuol dire soprattutto questo.
Per non parlare poi del fatto che questa carenza sul piano della formazione ‘culturale’ nel senso pieno del termine, lascia campo libero – in Italia in special modo – all’ingerenza della chiesa.

fra pallino

quanto all’esegesi credo – senza offesa – che tu non sappia nemmeno di cosa stai parlando. Fatti qualche corso di ebraico, aramaico, greco, ecc. poi ne riparliamo…

brunaccio

conosco il greco e il latino,suppongo che lei l’aramauico lo parli come io il cinese mandarino.
summo gaudio ego te absolvo infirmitate tua
..per il greco mi serve un vocabolario

e comunque esegesi significa interpretazione,io mi stavo esprimendo in italiano…devo indurre che anche la conoscenza del nostro patrio idioma le faccia difetto

peppe

Già che parliamo dell’imparzialità (pernacchia) delle università cattoliche e della mancanza assoluta (boom</i) di ogni tipo di discriminazione e pregiudiziale in temi di fede, il che le rende (tric trac e botte a muro) assolutamente laiche ed equipollenti ad atenei pubblici, giammai confessionali e altre bo.iate del genere…

Come non ricordare anche la storia di Luigi Lombardi Vallauri, che ha insegnato (dal 1976) Filosofia del diritto presso l’Università cattolica di Milano: da questa sede è stato allontanato nel 1998 per incompatibilità del suo insegnamento con la dottrina della Chiesa Cattolica. http://www.we-are-church.org/it/rassegna/lombvall.htm

Ma dove lo vedono questo confessionalismo degli atenei cattolici? Bah…

brunaccio

..forse è ora di seppellire l’ascia di guerra e farla finita,senza girare per libri e frullare frullare per tornare tra qualche ora con un’ altra frapallinata,mi perdoni..che dice?le sembra?

brunaccio

toc toc? sta chiedendo l’umi all’Altissimo?
io me ne vado,tanto ormai penso che qua ci sono buoni amici.
impari un po’ l’amore da un malcredente,e agisca da giusto (amore comprensivo di giustizia,logica filosofica umana)

fra pallino

@peppe

“Grazie, ma ti assicuro che non ho mai pensato niente del genere di te. Sono consapevole dei tuoi limiti”.

grazie della comprensione, evidentemente se ti pigli la briga di rispondermi temo tu sia invece un rosicone.. eh eh. Io non ti insulto, far notare un limite non è dare dei deficienti alle persone, quindi spero non ti sia offeso.

“Infatti è vero”.

di fronte al dogma di chi non accetta dogmi dobbiamo inchinarci tutti?

“Diplome è diverso da laurea. Ma non pretendo che tu conosca la lingua italiana, intendiamoci”.

Diplome.. laurea.? neanch’io pretendo che tu sappia scrivere non ti preoccupare.
Era comunque un modo per farvi vedere la capziosità consueta del vostro argomentare…dire alcune cose tacerne altre (perchè urtanti il vostro teorema).. e siccome non hai che rispondermi ti rifugi nel meschino argomento dell’OT… e vabbè pazienza, siete maestri in questo modo di procedere e mi inchino…

“Chi ha fondi assume, elargisce borse di studio, dispone di laboratori, di strutture, di appoggi politici… con tutte le mani in pasta che la CCAR ha nella sanità vuoi mettere che i laureati alla cattolica hanno corsie preferenziali per le specializzazioni, l’esercizio, etc. etc.? Fai uno sforzo sù: togliti il cilicio (che ti distrae) e vedrai che ci arrivi anche tu. Forse.”

ne conosci proprio poco di ospedali e strutture di ricerca mi sa.. soliti luoghi comuni qualunquisti. Alla stessa cattolica di Roma (che ho citato) ci sono settori di avanguardia riconosciuti a livello internazionale e altri che fanno pena… evidentemente non è una questione di tutti questi fondi. Comunque sì, il cilcio a quest’ora mi fa un po’ male e lo tolgo, andando a letto…a dormire. Lasciandoti rosicare nello sforzo di elaborare qualche spiritoso lazzo che mi leggerò con calma domattina eheh eh eh

fra pallino

@peppe

ultimissima e chiudo sennò mi diverto troppo e mi va via il sonno..

università cattolica signifika che è aperta a tutti laici e non … no che chi insegna debba essere ateo… o simili… sennò tanto vale chiamarla università uaar no?

peppe

@fra senza palline
di fronte al dogma di chi non accetta dogmi dobbiamo inchinarci tutti?

Se le private non prendessero soldi noi non staremmo qui a commentare questa notizia. Lo so lo so, chi obbedisce ai dogmi pensa che anche gli altri lo facciano… un po’ come i servi che pensano che anche agli altri siano servi.

e siccome non hai che rispondermi ti rifugi nel meschino argomento dell’OT

Sicuro. La notizia è suoi fondi alle scuole cattoliche e tu hai messo in mezzo la presunta eccellenza di 1 (uno) ateneo cattolico. Ma è ovvio che sono io OT, certo, non tu servo.

Comunque sì, il cilcio a quest’ora mi fa un po’ male e lo tolgo, andando a letto…a dormire.

Dormi, dormi (carezzina sulla testa)… Cordero e Vallauri ti fanno ciao con la manina.

peppe

università cattolica signifika che è aperta a tutti laici e non … no che chi insegna debba essere ateo… o simili… sennò tanto vale chiamarla università uaar no?

Mmm… prova un’altra pezza, questa fa un po’ caXare. Sù, un po’ più di fantasia… ce la puoi fare a giustificare l’indifendibile.

Sandra

@Bruno,
penso di capire cosa intendi quando parli di rendere pratica sul campo la tua utopia, perche’ si sente che hai vissuto con passione la tua professione, quindi l’ultima cosa che farei e’ rivolgermi a te con sberleffi. La pensavo anch’io come te, riguardo alla competitivita’, e mi sono ricreduta col tempo. Ho avuto modo di confrontarmi in ambito lavorativo con persone che avevano studiato non solo in italia, e questo ha portato a un cambiamento della mia mentalita’. Vedere che in sistemi liberi, dove c’e’ competizione (da non intendersi in senso aggressivo, alla giapponese per intenderci) c’e’ anche maggiore consapevolezza, mi ha portato a cercare di darmi una spiegazione per l'”eccezione italiana”. Non so se la risposta a cui sono arrivata sia giusta, e’ l’opinione che si e’ formata in questi anni. Un mio collega olandese aveva studiato in una scuola cattolica alle elementari, ma non sapeva di preciso neppure cosa fosse la pasqua: lui sosteneva che nessuno di loro bambini credeva alle cose religiose, era chiaro a tutti loro che fossero invenzioni. La sua famiglia non aveva pagato nulla extra per la scuola, semplicemente era la scuola migliore della citta’ dove abitava e per questo l’avevano scelta, e senza che la religione avesse poi un grande spazio. L’altra particolarita’ in alcuni sistemi scolastici – olandese e tedesco, per quanto ne so – e’ il differenziare gia’ a partire dal dopo elementare a seconda delle potenzialita’: la scuola media unica, mi raccontava questo collega, era stata introdotta negli anni 80, ma non aveva funzionato perche’ non aveva senso per loro imporre una parita’ che non e’ realistica, e quindi erano tornati ai livelli, mantenendo la possibilita’ di cambiare da un livello all’altro. In questo possiamo parlare di “competizione”, ma che e’ a vantaggio dell’individuo, perche’ ognuno lavora secondo le proprie competenze e inclinazioni.
Sull’ingerenza della chiesa: non ho mai sentito parlare i miei colleghi stranieri di religione, ne’ di politica del resto. Non si accalora nessuno per questi temi, che sono vissuti in maniera pacifica, quasi soporifera. Proprio perche’, mi do’ questa spiegazione, sono tutti liberi di aprire una scuola a denominazione religiosa, poi intervengono le leggi di domanda e offerta, che per i genitori, equivalgono a un ambiente scolastico dove si studia, e per i docenti (perche’ anche per loro vale la stessa legge, e ne possono godere i vantaggi, a livello sia finanziario ma soprattutto professionale) un buon ambiente di lavoro. Io ho visto come praticamente puo’ funzionare questo sistema, e mi piace. Non vedo come possa funzionare l’altro, e mi sembra che infatti, fermo restando che ci sono tanti insegnanti che individualmente svolgono bene il proprio lavoro, finora non abbia prodotto risultati misurabili. Perche’ purtroppo per il lavoro vieni valutato e misurato, forse non ancora in italia (a parte ristoranti ecc.), ma altrove e’ cosi’, e come la democrazia, non e’ perfetto ma credo sia il metodo migliore per tutti. Poi sta alla politica, e in questi paesi e’ cosi’, livellare in termini finanziari le disparita’ di partenza, cioe’ non penalizzando chi ha svolto un apprendistato piuttosto che gli studi universitari.

chiericoperduto

O preti! non ve l’ha mica prescritto il dottore di fare delle scuole!

Bruno Gualerzi

@ Sandra
Ti ringrazio per la risposta molto circostanziata e sicuramente da tenere nella massima considerazione. Un punto – a parte il discorso di fondo – mi lascia particolarmente perplesso, e cioè sulla base di che cosa queste scuole si qualificano come ‘religiose’, o quanto meno rette da religiosi. Capisco che vengono frequentate per la loro efficienza indipendentemente dai connotati religiosi, ma faccio fatica a immaginare un insegnate che ha fatto una scelta di vita così radicale la possa poi mettere tra parentesi proprio quando si trova a fare l’educatore. Forse, anzi senzaltro, non capisco il mondo protestante, e ne prendo atto… anche se ho sempre davanti la tesi attribuita a Weber, che molti considerano superata, secondo cui esiste uno stretto legame tra capitalismo ed etica protestante.

Sandra

@Bruno,
secondo me esiste un legame tra corruzione e etica cattolica!
Da quanto ricordo, questo mio collega era cattolico e aveva frequentato sei anni una scuola cattolica, con risultati dal punto di vista della dottrina a dir poco disastrosi. Il punto e’ che lo stato paga una quota per alunno a ogni scuola privata, a condizione che siano rispettate le regole dello stato (programmi orari, ammissione di ragazzi con difficolta’), mi sembra che anche in Francia funzioni cosi’. Al termine di ogni ciclo c’e’ un test unico (in olanda) e questo permette di avere un’idea sulla qualita’ della scuola, e sull’orientamento da seguire per l’alunno, visto che non esiste una scuola media unica (c’e’ stata a titolo sperimentale per pochi anni, poi soppressa). Se la scuola non raccoglie sufficienti iscrizioni (cioe’ non viene scelta dai genitori) o non supera i criteri dettati dallo stato, chiude. Sul personale non so dirti, ma credo che appunto la dottrina non sia un criterio di scelta, e a parte i ciellini, non credo ci siano molti genitori, persino italiani, che preferiscano figli esperti in mistero della trinita’ piuttosto che bravi in matematica. Penso che si qualifichi come cattolica perche’ festeggia per esempio il natale, a differenza (sempre mia ipotesi) della scuola pubblica per considerazione dei non cristiani. Alla fine e’ anche un problema di risorse e di tempo, se nella valutazione della scuola la formazione religiosa non entra tra gli obiettivi, deve essere per forza ridimensionata. Al contrario della nostra scuola cosiddetta pubblica, dove abbiamo un mare di docenti di religione, troppe, troppe ore di religione, che per di piu’ pesano sul giudizio finale, ma non sulla preparazione effettiva dei ragazzi. E questo lo misureranno loro sulla propria pelle.
E’ perche’ noi non abbiamo scelta, il confine tra scuola pubblica e scuola privata anche in termini di educazione religiosa e’ molto labile, e’ lasciato volutamente ambiguo, cosi’ come a me sembra sibillina la formulazione dell’art. 33, e non a caso. Noi non siamo liberi di scegliere.
Ho dato un’occhiata al sito del ministero dell’educazione olandese, ti metto alcuni link in inglese, mi sembra un punto di partenza, anche per loro la situazione e’ chiaramente descritta come perfettibile. Nell’ultimo si parla proprio di qualita’ di educazione e degli insegnanti:
http://www.minocw.nl/english/education/index.html
http://www.minocw.nl/english/index.html
http://www.minocw.nl/documenten/OCW_WiO_08.pdf
Se riesco a trovare un sito di una scuola cattolica olandese prima che chiuda il post, lo aggiungo, cosi’ cerchiamo di capire su che basi si possa definire cattolica.

Sandra

Bruno, ti ho risposto, ma avendo aggiunto alcuni link, il mio messaggio e’ in attesa. Siccome concludevo con l’impegno di cercare altri link sulla scuola olandese, per ora ho trovato il documento degli obiettivi della scuola primaria, sempre dal sito del ministero della scuola, in cui si parla di formazione sociale:

Obiettivi
Studi sociali
Gli allievi imparano:
34 ad avere cura della propria salute fisica e psicologica e di quella altrui.
35 a comportarsi in modo autosufficiente – socialmente, per strada, come consumatore.
36 i principi essenziali della politica e dei doveri di cittadini olandesi e europei.
37 a comportarsi con rispetto per standard e valori generalmente accettati
38 i principi base dei movimenti religiosi che giocano un ruolo importante nella pluralistica societa’ olandese, e imparano a rispettare le differenze di opinione.
39 a trattare l’ambiente con attenzione.

Sullo stesso sito ho trovato i dati di distribuzione per la scuola primaria dati 2007:
Scuole: pubblica (33%) cattolica romana (30%) protestante (30%)
Allievi: pubblica (31%) cattolica romana (34%) protestante (28%)

Dice che vengono effettuate piu’ di dieci mila ispezioni all’anno per controllare che i programmi vengano rispettati. Non metto piu’ link perche’ si blocca, ma lo troverai a partire dal post precedente.

Sandra

Dal rapporto Euridice accessibile dallo stesso sito, sull’educazione in Olanda al 2005 in relazione alle scuole pubbliche e private:

The Constitution and freedom of education

One of the key features of the Dutch education system, guaranteed under article 23 of the
Constitution, is freedom of education, i.e. the freedom to found schools (freedom of establishment), to organise the teaching in schools (freedom of organisation of teaching) and to determine the principles on which they are based (freedom of conviction). People have the right to found schools and to provide teaching based on religious, ideological or educational beliefs. As a result there are both publicly run and privately run schools in the Netherlands.

Publicly run schools:
– are open to all children regardless of religion or outlook;
– are generally subject to public law;
– are governed by the municipal council or by a public legal entity or foundation set up by the council;
– provide education on behalf of the state.
Some publicly run schools base their teaching on specific educational ideas, such as the Montessori, Jena Plan or Dalton method.

Privately run schools:
– are subject to private law and are state-funded although not set up by the state;
– are governed by the board of the association or foundation that set them up;
– base their teaching on religious or ideological beliefs;
– they include Catholic, Protestant, Jewish, Muslim, Hindustani and anthroposophic schools;
– can refuse to admit pupils whose parents do not subscribe to the belief or ideology on which the school’s teaching is based.

Some private schools base their teaching on specific educational ideas, such as the Montessori, Jena Plan or Dalton method. Some 70% of pupils attend privately run schools.
The freedom to organise teaching means that private schools are free to determine what is taught and how. This freedom is however limited by the qualitative standards set by the Ministry of Education, Culture and Science in educational legislation. These standards, which apply to both public and private education, prescribe the subjects to be studied, the attainment targets or examination syllabuses and the content of national examinations, the number of teaching periods per year, the qualifications which teachers are required to have, giving parents and pupils a say in school matters, planning and reporting obligations, and so on.
The Constitution places public and private schools on an equal financial footing. This means that government expenditure on public education must be matched by spending on private education. The conditions which private schools must satisfy in order to qualify for funding are laid down by law.

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