Testimone di Geova muore dopo trasfusione forzata: condannati medici e ospedale

Una recente sentenza del tribunale civile di Milano ha condannato un ospedale e alcuni medici per aver causato la morte di un paziente con una trasfusione forzata, che questi aveva rifiutato essendo testimone di Geova. Come riporta l’edizione milanese di “Repubblica”, dovranno risarcire alla moglie del paziente deceduto i danni morali e bioogici. La corte afferma che vi è “dignità anche nel processo del morire”, garantita dalla Costituzione, connessa al diritto di rifiutare le cure, in quanto deve esserci “la cura della persona” e non “la cura in quanto tale”.
L’uomo in questione, ministro di culto dei testimoni di Geova, scopre di avere un male incurabile. Nel primo ospedale in cui è ricoverato gli viene detto che è necessaria una trasfusione di sangue, ma la rifiuta. Trasferito in un altro nosocomio, mette per iscritto le sue volontà e ottiene dai medici la rassicurazione che verranno rispettate. A causa di successive complicazioni, i medici ritengono però che la trasfusione sia necessaria e promuovono un consulto psichiatrico, dal quale però risulta che l’uomo è ancora capace di intendere e volere. I medici ottengono quindi da un giudice la possibilità di effettuare il trattamento sanitario obbligatorio: i parenti e gli amici, che sostengono l’uomo, vengono allontanati e il paziente bloccato nel letto. Mentre avviene la trasfusione, l’uomo grida e si dimena, chiedendo di non ricevere le cure: muore a causa di un infarto improvviso.
In questo caso non viene riscontrato reato penale, nonostante la denuncia, ma il tribunale civile, prendendo spunto proprio dalla sentenza della Cassazione su Eluana Englaro, sostiene che, pur non essendoci dubbi sul fatto che la trasfusione “era l’unica scelta praticabile”, si sente di esprimere comunque “sconcerto e imbarazzante perplessità di fronte a un comportamento dei sanitari così palesemente inadeguato e brutale”, considerato concausa della morte dell’uomo. Tale comportamento viola “elementari precetti deontologici e del vivere civile”, andando contro la dignità del processo del morire.

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52 commenti

Simone De Lorenzis

Forse anche nel nostro Paese medioevale si comincia a percepire che “anche” il giudizio del paziente ha un suo valore, che sia testimone di Geova, cattolico, ateo, anabattista o psicanalista junghiano…

Avanti!

darkzero

I medici in questione hanno torto marcio.
Non ha rilevanza se le motivazioni per cui il paziente rifiuta le cure siano, a nostro giudizio, delle idiozie: ha il diritto di vedere rispettate le sue idiozie.
Detto per inciso, è proprio questo che significa “rispettare” le convinzioni altrui.
Le convinzioni di un testimone di geova (o di qualunque altro credente) non si rispettano solo perché, se interrogti in proposito, ci asteniamo dal liquidarle come scemenze per buona educazione: quella si chiama ipocrisia. Se un tale mi chiede onestamente che ne penso di una cosa, ed io penso che sia una cretinata, dirò che è una cretinata.
Ma se quello stesso tale vuole basare le proprie scelte su quella cretinata, ha il diritto di farlo (fintanto che non danneggia gli altri), ed il fatto che glielo si lasci fare concretizza il famoso “rispetto” delle altrui convinzioni.

maxalber

Questo è ciò che aspetta tutti noi con la prospettiva del nuovo testamento biologico voluto dalla CCAR per mano di Roccella, Sacconi e C.
C’è da sperare di morire d’infarto o di incidente.
Se ci capiterà una malattia dolorosa e lunga i missionari dell’amore ci costringeranno ad agonie piene di sofferenza per noi ed i nostri cari.
E se chiederemo di firmare per la dimissione dall’ospedale arriverà il trattamento sanitario obbligatorio.
Che gioia…

franz

Qualcuno del sito mo puo dire per cortesia se il Trattamento sanitario obbligatorio è legale?

statolaico

Hanno fatto bene a condannarli. Però una riflessione: se l’ospedale vìola un princìpio religioso e i familiari lo denunciano la strada è spianata e l’ospedale viene condannato in quattro e quattro otto. Se una persona chiede di morire perchè afflitta da un male incurabile, e nel chiederlo non vìola alcuna legge (perchè purtroppo ancora non c’è), ma solo un princìpio di una o piu’ religioni allora la strada (anche legale) si fa subito tortuosa e inizia un lungo cammino nelle sabbie mobili e soprattutto il legislatore si guarda bene dal legiferare anzi se ne sta alla larga.

chris

il tso (trattamento sanitario obbligatorio) è legale, ma solo in certi casi.
Il caso in esame è paradossale perché i poveri medici si trovano tra l’incudine e il martello: se non fanno la trasfusione a chi sta per morire rischiano l’accusa di omicidio, se la fanno rischiano di essere condannati per i danni “esistenziali”. Che fesseria, i medici devono salvare le vite, chi se ne frega delle idiozie in cui crede il paziente. Il Dr. House sarebbe d’accordo con me.

Asatan

@chris

Scusami ma se il paziente e maggiorenne e psichiatricamente abile nessuno ha il diritto di imporgli una cura.
Vuole morire per il suo dio o perchè essendo terminale sà che le cure sono inutili? E’ una sua scelta.

Vash

La descrizione di quanto è avvenuto è agghiacciante e fa capire come a molte persone, della coscienza degli altri non importi assolutamente nulla. Sono sollevato solo dal fatto che la sentenza che i medici hanno tentato di usare per pararsi il fondoschiena non sia servita. Vorrei sapere che sorte toccherà al giudice che ha emesso la prima sentenza, ma credo che nessuno gli dirà una parola, ma intanto ha un morto sulla coscienza!

francesco

il trattamento obbligatorio ci poteva anche stare, uno che non vuole farsi trasferire il sangue perchè crede che un certo geova non voglia, non può essere considerato del tutto capace di intendere e volere…

la colpa non è certo dell’ospedale, ma solo sua. Se avesse agito in modo razionale pensando con la sua testa invece che dimenandosi tanto conto chi gli stava salvando la vita, sarebbe ancora vivo…

è la setta dei testimoni di geova che dovrebbe essere condannata per omicidio, non i medici che hanno fatto solo il loro lavoro.

darkzero

@francesco:

Dissento. Ritengo che rifiutare una trasfusione per motivi religiosi una stupidaggine, ma affermare credente = incapace di intendere e di volere sempre e comunque è falso.
La perizia psichiatrica ha (a quanto pare) dimostrato che era sanissimo di mente.
Quindi se non vuole è affar suo, ed i medici non hanno per nulla fatto il proprio lavoro, anzi hanno compiuto un abuso.

Che poi i testimoni di geova non siano bella gente e che il loro modo di agire nei confronti di terzi sia opinabile e magari anche perseguibile (vedi pressioni psicologiche sugli adepti etc etc), è un altro paio di maniche, ma un uomo adulto e vaccinato, nel pieno delle proprie facoltà mentali, ha il diritto di scegliere per se stesso quel che gli pare.

Andrea B.

@Chris
Non so se la tua era ironia, se non lo fosse riaffermo che la vita appartiene alla persona, purchè ovviamente sia maggiorenne e non al medico, al parroco o al giudice. Nel caso specifico è stata ottenuta dal giudice l’autorizzazione al TSO e quindi il tutto rientra nella legalità. Rimane però la perplessità di fronte ad alcune domande: vi erano gli estremi per il TSO che costituisce una pesante violazione del diritto di autodeterminazione e quindi deve essere applicata in casi particolarissimi? Perchè il paziente non è stato sedato?
Per quanto riguarda i minori è possibile un TSO anche in assenza del consenso dei genitori.

francesco

secondo me c’erano eccome gli estremi per un tso.

è successo un incidente, ma può capitare. Vi ricordo che se non avesse fatto la trasfusione sarebbe morto lo stesso, quindi alla fine la sua decisione (di morire) è stata rispettata.

Se l’operazione fosse andata a buon fine, nessuno avrebbe detto niente. Invece è morto e partono tutte queste accuse infondate.
Ma nessuno dice che è morto per colpa sua, anche nel titolo dell’articolo sembra che sia morto perchè gli è stata fatta la trasfusione, quando in realtà è morto perchè non voleva farla… vi ripeto che se non l’avesse fatta sarebbe morto lo stesso, e poi visto che lui voleva morire, non capisco cosa ci sia tanto da lamentarsi.

I suoi parenti dovrebbero essere contenti, ha combattuto fino alla morte e ha ottenuto il risultato che voleva (cioè quello di morire pur di non subire una trasfusione)

Mr.Hubble

@ francesco

..lui non voleva la trasfusione, non aveva il desiderio di morire..non interpretare, i fatti sono esposti chiaramente!!

darkzero

Sarebbe morto comunque per “colpa sua”, per un motivo o per l’altro.
Il punto è che la sua volontà non è stata rispettata: qualcuno gli ha imposto le proprie convinzioni.

#Aldo#

ALT! C’è qualcosa che non quadra. Leggo nel post che “una recente sentenza del tribunale civile di Milano ha condannato un ospedale e alcuni medici per aver causato la morte di un paziente con una trasfusione forzata”, ma anche che “i medici ottengono […] da un giudice la possibilità di effettuare il trattamento sanitario obbligatorio”. Pare dunque, i medici abbiano agito su autorizzazione di una magistrato, abbiano insomma chiesto ed ottenuto “il permesso” all’autorità predisposta, la quale l’ha concesso.

Chiedo: se la notizia è riportata in modo esatto, dove sta la responsabilità e chi è da punire? Non ci capisco più niente!

Ernesto 50

A mio avviso la discussione è inutile.
Il paziente aveva espresso in piena coscienza di non volere la trasfusione Se io sono tollerante a voglio rispetto, altrettanto ne devo dare agli altri soprattutto quando il loro pensiero è così lontano dal mio. Ma la libertà personale sulla propria vita va sempre rispettata da tutti. Il paziente non aveva imposto nulla agli altri. Come farei altrimewnti a considerare Beppino Englaro un Eroe ber la sua (e nostra) battaglia di linertà. Amici, il rispetto delle volontà e delle opinioni altrui è insindacabile. Io, un pò di tempo fa, ho rifiutato di sottopormi ad un delicato intervento chirurgico. Senza dilungarmi ma la domanda che mi faccio e che estendo: ho fatto bene oppure male? Chi lo sa? Ma sono stato molto fermo, malgrado i molti consigli contrari, a non subire l’intervento. L’unia cosa certa è che la vita e la sua qualità sono le mie. Solo ed escluivamente mie. Quindi per me quei medici hanno sbagliato.

francesco

ma i medici avevano l’autorizzazione… come possono aver sbagliato

Luciana

Semplicemente morto per l’angoscia di dover subire una trasfusione che è contro il suo credo.
Un dolore talmente forte che gli ha provocato l’infarto.
Era maggiorenne, capace di intendere e di volere. Quello che è terribile è il fatto che il tentativo di salvarlo né ha causato la morte, che nessuno, medici e magistrato, ha rispettato la sua volontà, che si è usata la violenza fisica (legato al letto) oltre a quella psicologica (annullamento della volontà della persona). Questo sì è grave.

darkzero

@francesco

Se vuoi metterla dal punto di vista legale, avendo l’autorizzazione i medici non hanno (credo) commesso illecito. Dal punto di vista deontologico sono stati comunque delle capre, per non parlare di chi ha concesso il TSO.

CandyFruit

io mi stupisco di quello che hanno avuto il coraggio di fare questi medici, legare un paziente al letto, per sottoporlo ad una trasfusione contro la sua volontà, ma dove siamo, tra i nazisti, gli ospedali sono luoghi di cura o di internamento?

TaK

Boh… non e’ mica tanto semplice.
Tanto per cominciare l’esempio di Eluana non c’entra niente.. la sua mica e’ vita.
Il medico secondo me deve cercare di salvare il paziente.. se si presenta un tipo morso da una vipera al pronto soccorso, ma non vuole iniettarsi l’antidoto perche’ glielo ha suggerito il mago otelma ??
Lo lasciamo morire perche’ lo ha voluto lui ? boh.. non so che dire.

vincent vega

a cris
non è vero che se non facevano la trasfusione rischiavano l’accusa di omicidio. La nostra costituzione nell’articolo 32 riconosce oltre al diritto a ricevere cure adeguate, anche il diritto a rifiutarle. Il paziente era maggiorenne e aveva espressamente manifestato la volontà di non ricevere la trasfusione. Pur se tale volontà era basata su un mucchio di idiozie, andava rispettata. I medici e il giudice hanno sbagliato. Ah la costituzione questa sconosciuta!

Ernesto 50

Forse qualcuno dimentica che il paziente aveva espresso per iscritto di Non voler essere sottoposto a trasfusione, quindi i medici sono sicuramente colpevoli dal punto di vista ETICO. A maggior ragione se hanno forzato un parere ad un giudice per pararsi da un punto di vista giuridico.

Kanna Shirakawa

Qualcuno ha inserito nei commenti quello che, a mio parere, e` la parola chiave, etica.

La questione legale e` di importanza secondaria, perche` le leggi sono per loro natura pragmatiche e in qualche modo meccaniche, hanno o non hanno un senso solo se dietro c’e` un’etica che le sostiene, altrimenti sono inutili nella migliore delle ipotesi, ipocrite nella peggiore.

E` vero che deontologiamente parlando un medico ha la missione di salvare vite e provvedere alla salute dei propri pazienti, ma il filo del rasoio e` costituito da cio` che i vari medici considerano “paziente”. Per molti di loro e` una persona, composta si da materia organica ma anche da volonta`, emozioni, sentimenti, dignita`. Putroppo, per molti altri, il paziente e` solo un organismo biologico, un insieme di cellule, rispettivamente sane e malate.

Vorrei trovare una scusante per i medici oggetto di questa notizia, ma non ne trovo. Nemmeno l’urgenza, perche` se hanno trovato il tempo di farsi dare il nulla osta da un giudice non si puo` certo dire che hanno dovuto decidere in fretta sul da farsi (come puo` accadere in un pronto soccorso). Hanno deliberatamente scelto di considerare quello che avevano davanti l’equivalente di un quarto di bue invece che una individuo, e credo che un comportamento del genere non abbia scusanti.

dicatrentatré

è morto “nonostante” la trasfusione, mica “per colpa” della trasfusione.
nel caso in cui si fosse salvato “grazie” alla trasfusione poteva anche avere il buon gusto di ringraziare i sanitari ed eventualmente andare a suicidarsi a casa sua.

andrea pessarelli

è un esempio di tutela della vita fino al termine naturale sembra di essere ai tempi dell’inquisizione: prima si consulta lo psichiatra (i confessore) poi il giudice (l’inquisitore) poi si procede alla “cura”.. una volta però erano più abili e gli eretici sopravvivevano + a lungo

San Gennaro

Se un giudice del cavolo autorizza la trasfusione, si fa la trasfusione.
Se i giudici di CASSAZIONE (non del cavolo) autorizzano la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione, … ehm! … beh! sì ma … non possumus … formigoni … sacconi … berlusconi … mecojoni …

Simone Blasetti

Ovviamente io sono per il diritto all’autodeterminazione e quindi penso che costringere una persona a subire un trattamento anche se è per il suo bene (presunto) sia sempre un errore.

Andrea B.

#Cartman666

In realtà la dizione “male incurabile” è generica ed errata. Probabilmente quella persona era in trattamento e non era un malato terminale: che senso avrebbe avuto altrimenti la trasfusione? Firmava le dimissioni e andava a morirsene a casa sua. Chissà magari aveva una grave anemia da chemioterapia.

Lapalisse

Ma perchè questi medici non hanno lasciato che la legge di Darwin (award) facesse il suo corso… perchè cercare di impedire ad un c. che a causa della sua dabbenaggine, giustamente crepi. Se fosse un minorenne lo capirei, non è giusto che un bambino muoia a causa della scemenza dei genitori, ma se un c. più che maggiorenne, crede alle farneticazioni, formulate migliaia di anni fa da alcuni pastori di capre nordafricani e per questo schiatta, io la vedo come selezione naturale: un c. in meno sulla Terra.

Andrea B.

Caro Lapalisse, il problema è proprio questo: perché nonostante la volontà del paziente hanno proceduto per ottenere un TSO? Perché il giudice ha accolto questa richiesta? Tutta la faccenda mi pare poco chiara e, pur non lavorando nel settore, direi che non corrisponde al comportamento della classe medica in generale. Tieni presente che quella persona aveva già abbandonato una struttura perché non gli avevano assicurato l’accoglimento delle sue disposizioni in materia di trattamenti sanitari.
Che uno possa essere d’accordo o meno (e io non lo sono) con i principi dei TdG, il rispetto dei principi sanciti dalla nostra Costituzione deve (dovrebbe) essere intoccabile. E’ facile andare d’accordo quando la si pensa nello stesso modo, ma i principi vanno applicati anche quando le conseguenze sono scomode.

Ernesto 50

@ Kanna Shirakawa

Perfetto! Molto lucido ed esplicativo. Grazie.

babaciu

“Tra tutte le tirannie, una tirannia esercitata per il bene delle sue vittime può essere la più oppressiva. Può essere meglio vivere sotto baroni ladri che sotto onnipotenti ficcanaso morali. La crudeltà del barone può ogni tanto sopirsi, la sua cupidigia può in qualche misura essere saziata; ma quelli che ci tormentano per il nostro bene, ci tormenteranno senza fine, perché lo fanno con l’approvazione della propria coscienza.”
Clive Staples Lewis, «God In The Dock: Essays On Theology And Ethics», 1970

Andrea

In ogni modo, se medici e ospedali sono stati condannati, l’errore non è stato solo etico, ma anche nei confronti della legge, altrimenti non ci sarebbe stata condanna.

Ciao a tutti

paoletta

Anche a me la faccenda sembra poco chiara.
Almeno fino a oggi, il paziente capace di intendere e di volere aveva il diritto di rifiutare il trttamento sanitario indesiderato, ancorché decisivo per la sua sopravvivenza (si trattasse di una trasfusione o dell’amputazione di un arto in cancrena): esistono numerose sentenze in tal senso.
Trovo raccapricciante che, in preda a un delirio di onnipotenza e nella presunta veste di numi tutelari della “vita ad ogni costo”, i medici possano aver imposto coattivamente una trasfusione a chi l’aveva apertamente rifiutata: ci troveremmo davanti a una violenza (per di più perpetrata nei confronti di una persona in condizione di inferiorità fisica a causa della sua malattia) che farebbe impallidire qualunque medico degno di questo nome, e dovrebbe essere sanzionata penalmente oltre che civilmente.

Lapalisse

Carissimo Andrea B. forse sono stato un po’ “colorito” nell’esprimere il mio pensiero e non mi sono spiegato bene: nessuno deve essere sottoposto a trattamenti sanitari che non vuole ricevere, questo è sancito dalla costituzione e vale per tutti. Tanti casi tristi e dolorosi hanno la mia compassione, ma questo testimone di geova proprio no, anzi lo considero un c. ma ciò non toglie che la sua volontà andava rispettata.

Stefano Bottoni

Posso solo dire una cosa: senza il lavaggio del cervello causato dalla religione, il fatto non sarebbe assolutamente accaduto (il paziente è morto di infarto mentre si dimenava rifiutando la trasfusione, NON a causa della trasfusione).
Si potrebbe parlare all’infinito di etica e filosofia, ma la causa della morte rimane questa, e nessuno potrà cambiarla.

paoletta

Prima ancora che fedeli di questa o quella religione, sono cittadini italiani: la Costituzione tutela anche loro.

emiddio

gli hanno provocato un infarto…io nn avrei problemi a chiamarlo OMICIDIO COLPOSO!

ovviamente il rifiuto (assurdo) della trasfusione è un suicidio causato da un dogma religioso (infondato oltretutto)…ma da apprezzare è la FEDE che quest’uomo fino all’ultimo ha avuto!

questo vuol dire avere degli ideali e morire x essi…a prescindere dall’essere daccordo o meno con tali ideali!

paoletta

Ecco, appunto: sarà pure un dogma irragionevole e insensato, ma almeno chi lo sposa danneggia solo se stesso.
Al contrario di quanto è avvenuto con Eluana Englaro.

Esculapio

Il titolo di questa notizia è fuorviante, e c’è un fatto che mi sembra stia sfuggendo alla maggior parte dei commentatori: i medici e l’ospedale non sono stati condannati per la trasfusione, che non è stata la causa della morte e che oltretutto era stata autorizzata da un magistrato, ma per il modo in cui il paziente è stato (mal)trattato.

popkorn

@giorgio
ma adesso sostenete i tdg
non mi sembra che si stia difendendo i tdg
ma la libertà di decidere “della propia vita”
anche io trovo non molto”bello ” rifiutare una trasfusione però se lui era “coscente” di quello che faceva¡¡¡¡¡¡¡¡¡¡¡¡

kefos93

Il TSO riguarda esclusivamente i malati di mente e che potrebbero danneggiare se stessi od altri !!!

Fede

I medici hanno fatto male a intervenire contro la volontà del paziente, ovviamente, sebbene credo che evitare una trasfusione di sangue sia un pò eccessivo, per motivi religiosi…..mi sembra un’altra imposizione e presa di posizione assai divertente e discutibile.
Immaginate una religione che vieta, perchè poi non si sa, di prendere aspirine, aulin e vivincì???

Andrea B.

@fede
Se IO decido che non voglio essere trattato con quei farmaci NON devo essere obbligato a farlo salvo che non ricorrano gli estremi per un TSO.
Però non può valere la regola “se rifiuti un trattamento salvavita sei incapace di intendere e quindi è ammissibile il TSO” altrimenti è come dire “chi è pazzo può essere esonerato dal servizio militare ma chi chiede di essere esonerato non è pazzo” 🙂

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