Nuovo sondaggio sul sito UAAR

Un nuovo sondaggio è ora disponibile sul sito UAAR. Questo il quesito: “Lanciata nel Regno Unito, l’idea di pubblicizzare l’ateismo sui mezzi di trasporto è stata replicata anche negli USA, in Australia e in Spagna. Secondo te, l’UAAR dovrebbe proporla anche in Italia?”
Sette le possibili opzioni:
– Pubblicità del genere dovrebbero essere vietate, perché vilipendono la religione.
– Se non costa troppo, perché no?
– Sono favorevole, a prescindere dal costo.
– Sono favorevole, e sono anche disponibile a inviare un contributo.
– Non sono molto convinto: i fondi dell’associazione vanno utilizzati per altre iniziative.
– Sono soldi buttati: nessuno se ne accorgerà.
– Non so / altro.

Si è nel frattempo concluso il precedente sondaggio. La domanda era: “La Pasqua è la più importante festa del cristianesimo. Per la gran parte dei fedeli sembra invece che sia il Natale. Quale, tra quelli che ti proponiamo, ti sembra il motivo più plausibile alla base di questa mancanza di sintonia?”
Questi i risultati:
76% È un chiaro indice di secolarizzazione: ai fedeli interessano soprattutto i risvolti mondani delle feste
8,5% La Pasqua è una festa triste, preceduta dalla Quaresima e dal Venerdì Santo: la menta umana fa più fatica ad apprezzarla
7,5% La maggioranza dei fedeli cristiani vede ormai Gesù più come ‘grande uomo’ che come Dio, e la sua nascita è considerata un evento molto più plausibile della sua resurrezione
4% È una falsa percezione: per i fedeli è comunque più importante la Pasqua
1% È la conseguenza di recenti difficoltà nella trasmissione della dottrina, ma con un maggior impegno catechetico sarà possibile cambiare la situazione
3% Non so / altro

Archiviato in: Generale, UAAR

74 commenti

Stefano Bottoni

N.2: Se non costa troppo, perchè no?
Certo non siamo dei Paperon de’ Paperoni, ma ad un prezzo ragionevole direi che l’iniziativa meriterebbe di essere presa.
Scarterei dall’inizio la n.6, “Nessuno se ne accorgerà”. Se conosciamo bene i nostri polli, la notizia finirebbe al primo posto su vari TG.
L’importante è tradurre bene la frase, e non fare come Potiomkim (autore di un trafiletto su La Stampa) che riportando la notizia riguardante i bus spagnoli, anzichè “non preoccuparti” ha scritto “non farti scrupoli”, così da travisare totalmente il messaggio (ma non è certo la prima volta: già aveva tentato di fare dell’ironia sulla giornata dello sbattezzo, scrivendo che le domande alla fine andavano indirizzate al parroco… dove fosse l’ironia ancora lo sa solo lui).

Leo55

Non sono molto convinto. Preferirei che i fondi fossero indirizzati verso iniziative di divulgazione culturle ed attività sociali alternative. Quindi la n.5

Leo55

Non sono molto convinto. Preferirei che i fondi fossero indirizzati verso iniziative di divulgazione culturali ed attività sociali alternative. Quindi la n.5

faidate

Sono favorevole, e disposto a un contributo.
Suggerirei in prima battuta di non farlo a Roma, non è un messaggio contro la chiesa e il papa, è un invito ai cittadini, come non fumare o allacciarsi le cinture. Proporrei più di una città, per esempio Torino, Bologna, Bari, Palermo.

*Eva Whitemary*

Sono molto indecisa… Non credo che funzionerebbe più di tanto… Sarebbe un sassolino in un oceano però tentar non nuoce, in fondo. Anche se come minimo i kattotaliban ci linceranno a tutti xD

Daniela

io ho votato la due, anche perchè al giorno d’oggi bisogna usare i soldi con parsimonia e magari in questo momento ci sono altre iniziative forse più efficaci da proporre, però alla fine ho pensato, perchè no?
Comunque nel caso si facesse, sarebbe divertente e interessante proporre uno slogan nostro, che ne dite?

ignazio

Sono favorevole, e sono anche disponibile a inviare un contributo.
Certo nel caso sarà dura … molto dura, ma secondo me è una strada da percorrere e nel contempo rafforzare le altre iniziative a livello nazionale e locale.

Suor Artemisia

In Italia questa iniziativa, secondo il mio umilissimo parere, è destinata miseramente a fallire perchè siamo troppo cattolici. I cattolici politicamente, dopo la fine della Democrazia cristiana che difendeva in Parlamento gli interessi del Vaticano in Italia, sono diventati più forti. Infatti la destra è tutta cattolica e il PDL è iscritto nei Popolari Europei; la sinistra in gran parte e cattolica: ve li immaginate un Rutelli, una Binetti, Una Bindi che fanno qualcosa contro gli interessi della Chiesa? Politicamente siamo in una botte di ferro ed io vi consiglierei di non farlo per non farvi sentire ultriormente frustrati di fronte ad un ennesimo fallimento.

stefano

scusate il mio iper-realismo ma ho votato la 6 🙁 inutile illuderci, siamo pochi in un paese pieno di citrulli ed ipocriti.

saibaba

per mè sarebbe meglio finanziare
“il progetto internazionale”
non so quale sarà nel 2009…o altri … progetti …….concreti…….

Antonio

Sono disposto ad inviare un contributo in danaro a patto che i cartelloni rechino ben visibili il logo UAAR e la scritta “Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti” ed il suo relativo sito web… altrimenti che pubblicità è ?!

stefano

ve l’immaginate che putiferio scoppierebbe? pdl-pd uniti nella santa guerra contro l’attacco al cristianesimo perpetrato da vili atei senza religione…brrrrr….

Otto Permille

L’azione più opportuna non sarebbe quella dello “spot”, ma piuttosto quella tendente a favorire e stimolare lo spirito di approfondimento nelle persone. Questo episodio della scritta sull’autobus ricorda un po’ l’annuncio dell’uomo pazzo di Nietz. che si precipita tra la folla ad annunciare che “Dio è morto”. Poi, a dire il vero, ciò che ha importanza non è affrontare questioni private e soggettive delle persone, quanto protestare contro gli esagerati e anacronistici privilegi attribuiti alle organizzazioni religiose.

Jean Meslier

Riallacciandomi a quanto dice Antonio, se ho capito bene, questa iniziativa sarebbe una forma di pubblicità per l’UAAR. In effetti non vedo altri fini: sollevare un po’ di polvere, far vedere che in Italia esistono anche gli atei e che c’è almeno un’associazione che li raccoglie e sperare che le eventuali polemiche diano un po’ di visibilità all’UAAR.

Effettivamente, a pensarci, avere un po’ di riflettori puntati addosso fa sempre bene (ci sono ancora tanti laici, atei, agnostici stufi della CCAR che probabilmente non ci conoscono), proprio quest’anno poi, che il “Darwin Day” organizzato dal Vaticano probabilmente farà parlare più dei nostri… 🙂

Ripensando al boom di iscrizioni che, pare, si ebbero in concomitanza alla morte di Woytjla e all’elezione di Ratzinger, mi chiedo se non sia il caso di aspettare ancora un po’… per ampliare l’effetto. 🙂

davide

ho scelto la terzultima. Robe così farebbero subito scatenare il putiferio e potrebbero essere controproducenti considerata la realtà italiana. Almeno io immagino se una cosa così accadesse a Bergamo. Poi a Milano, in Toscana o a Roma non lo so

Manlio Padovan

Ci si dica quanto può costare poi vedremo anche per l’eventuale contributo.
Intanto voto la 2.

giulio

Anche per me sono soldi buttati, l’Italia è un paese di citrulli…meglio destinar i pochi soldi a iniziative migliori

giovanni gualtiero

Non trovo che pubblicizzare uaar per fare proseliti sia utile.
Non dobbiamo salvare nessuno, convertire non è il nostro scopo.
Gli sforzi pubblicitari devono essere diretti ad evidenziare l’aspetto razionale dei fatti.
Oggi le mezze verità e/o il falso assoluto dilagano.
Il papa parla di un Gesù nato povero? e va rintuzzato.
Il Gesù dei vangeli nasce in una grotta, non perché Giuseppe fosse povero, ma perché non trovò stanze libere negli alberghi dell’epoca.
Il Papa vanta le radici giudaico-cristiane dell’Europa? Bisogna far notare che un cristiano con in mano il bastone e un ebreo lo piglia sulla schiena rappresentano fedelmente queste radici.
E via dicendo
Giovanni Gualtiero

Butch.er

>>Ci si dica quanto può costare poi vedremo anche per l’eventuale contributo

Concordo e sono eventualmente disponibile a dare un contributo extra. Non c’è niente di male nel farsi pubblicità, sarebbe il caso di uscire dalle logiche del “passaparola”. Sarebbe ora di provarci. Lasciamo perdere l’aspetto provocatorio, diamo un segno di esistenza: considerando che, oltre che su internet, per gli altri media siamo invisibili, non può farci che bene.

Comunque, io dico di provarci.

Alessandro Bruzzone

Mah… alle provocazioni fini a sé stesse non ho mai creduto, inoltre assomiglia molto a una forma di propaganda ideologica. Dico 5.

Alessandro Bruzzone

(intendo ideologica nel senso peggiore del termine)

TaK

Favorevole anche con un contributo.

Che discorso e’ che noi non dobbiamo convertire nessuno ??
Se L’UAAR fosse conosciuta un po’ di piu’ sarebbe senz’altro meglio….magari di cento che visitano il sito un paio diventano soci. 😉

Ho tanti amici atei che dell’iniziativa del 25 ottobre non sapevano assolutamente nulla.
Avessero visitato il sito….

TalebAteo

Sono molto indeciso. Certo bisogna far conoscere alle persone che hanno voglia di manifestare il dissenso dall’invadenza religiosa, che esiste una associazione di persone che la pensano come loro (non far proseliti, con riferimento al post di @@ giovanni gualtiero ). Sul piano pratico il fatto e’ che la pubblicita’ sugli autobus non la guarda nessuno, almeno cosi’ mi sembra. Quali altri mezzi , anche piu’ originali di quelli trovati dai nostri “colleghi” esteri, potremmo usare?

Fucsia

Ho votato la 5 perchè queste pubblicizzazioni in effetti COSTANO TROPPO. La proposta 1, che ipotizza una possibilità diversa, è illusoria. Se ci fosse una sovvenzione anche parziale… ma non c’è.

Ed è vero, non credo che l’ateismo abbia necessità di pubblicità: quello che ho deciso di “acquistare” mi è costato la speranza della vita eterna, è un prodotto indesiderabile rispetto alla concorrenza!

Quei soldi io li spenderei per finanziare lezioni di filosofia per i bambini. Pensare da soli e conoscere, sono le uniche vie verso la presa di coscienza.
Vedere quanti si sono posti le stesse nostre domande, che non osiamo dire a voce alta e dimentichiamo, credendo di essere redarguiti magari giustamente; scoprire di non essere stati i soli a voler riflettere meglio; ascoltare le risposte di qualcuno che non sia un religioso, ecco cosa può aiutare.

Guarguaglini

Il problema maggiore secondo me non è quello del costo, ma quello di sintetizzare in uno slogan pubblicitario un messaggio che in realtà è molto complesso, sottile, delicato (soprattutto in Italia). La frase pubblicata in Spagna per esempio fa acqua da tutte le parti, è un miscuglio di razionalismo, utilitarismo e menefreghismo, o perlomeno lo sembra ed è facilmente attaccabile. Ecco, secondo me la scelta della frase sarebbe la parte più difficile e bisognerebbe elaborare un metodo ragionato per sceglierla, magari con delle proposte e uno scarto iniziale e, infine, un sondaggio..
Per quanto riguarda i soldi, beh, se costa tanto si mette un’inserzione sola, farebbe notizia comunque.. il problema non è fare arrivare il messaggio a più potenziali clienti possibili, ma “provocare” (nel senso buono), cosa molto più semplice.

Bruno Gualerzi

Sì… ad un condizione. Che si tratti di una ‘pubblicità’ in senso letterale, cioè solo per informare pubblicamente che esiste in Italia un’associazione che si chiama UAAR (Unione atei, agnostici, razionalisti), e non si punti sugli slogan tipici della pubblictà in senso imbonitore, tesi solo a ‘far colpo’, ad attirare l’attenzione indipendentemente dal prodotto.
Perché? Perchè l’UAAR ha bisogno di gente che è stanca di tutto questo urlare promesse e miracoli, che ci tiene alla propria capacità di giudizio e non intende correre dietro al ‘mito’ di turno. In questo modo sarebbe anche una verifica indiretta della situazione italiana in questo senso: se non raccoglie aderenti o simpatizzanti, vuol dire che bisogna seguire altre strade, come qui molti hanno indicato. Se avrà successo, sarà successo vero.
Un possibile slogan/annuncio?:
IN ITALIA ESISTE UN’ASSOCIAZIONE DI ATEI AGNOSTICI, RAZIONALISTI (UAAR)…
e basta così. L’importante, questo sì, che sia ben visibile, ma niente ‘Lo sapevate che…’ ‘Cittadini, un novità per voi…’ ‘Chi è stanco dei preti ecc. ecc.’ e cose del genere.
A questa condizioni credo che valga la pena tentare, e per quanto mi riguarda mi impegnp per un contributo.

Giacomo Grippa

Sono favorevole all’iniziativa, anche col mio contributo (da inviare come?).
Dedichiamo tanto tempo e risorse per sostenere le nostre idee e rivendicare i nostri diritti e poi, su questa iniziativa alcuni si dichiarano superscettici!!!
Col piccolo contributo di tanti di noi possiamo fronteggiare “l’impresa”.
Condivido le osservazioni sul messaggio, sulla necessità di visibilità dell’Uaar e sul ripetere in seguito l’iniziativa “una tantum” sui giornali con un costo molto meno oneroso.

luigi cervone

altra opzione, non contemplata: non penso che le questioni attinenti alla spiritualità debbano essere oggetto di pubblicità, o si cade, sebbene in termini diversi, in quel proselitismo affine alla superstizione che condanno in alcune dottrine, non ultima la cattolica. l’ateismo è, per definizione storica, oggetto di menti illuminate – non va confuso, come troppo spesso accade, con l’adesione totale a ideologie politiche di sinistra – e non andrebbe mortificato affiggendo una pubblicità sulla fiancata di un bus accanto a quella del campari o distribuendo effimeri volantini con somma felicità delle tipografie e degli alberi. il rischio è di trovarsi un gruppo di atei occasionali quanto facinorosi. meglio, semmai, diffondere semplicemente l’informazione sull’8 per mille o sullo sbattezzo o sull’eutanasia: vale a dire sulle singole attività dettate dalla coscienza laica e che dovrebbero regnare serenamente in un paese laico sulla carta costituzionale.

faidate

Molti di questi commenti mettono in luce l’utilità di un dibattito sulla funzione dell’Uaar, già iniziato molte volte, ultimamente anche sulla rivista “ l’ateo.” Un punto fermo è certamente che non vogliamo fare proseliti, ma è altrettanto vero che molti nostri interventi sono di pura e semplice legittima difesa. Quanto più si allarga la platea di quelli che, su certi argomenti almeno, ragionano, cioè usano la ragione invece che la fede o la paura, e migliore dovrebbe essere la convivenza civile. Più i contributi (per es. il famoso 8 per mille) andranno in opere socialmente utili invece che in rendite di posizione parassitarie, (a meno che non sia rigorosamente dimostrata l’utilità della preghiera) e meglio vivremo (i nostri figli almeno). L’esistenza di dio è un tema che tira ancora un po’, mentre l’esistenza dell’Uaar in sé interessa poco più che ai già iscritti. L’amplificazione mediatica è un primo passo per dibattere i temi. Se il costo rientra nelle nostre disponibilità, credo sia utile provare: sarebbe un test a livello nazionale. In fondo siamo una associazione di promozione sociale, e credo rientri nei nostri compiti.

Stefano Grassino

Quoto Bruno Gualerzi e Leo55. Io ho votato la n°5 ma anche l’idea di Bruno mi è molto vicina. Politicamente, trovo controproducente lo scontro frontale essenso minoranza, onde per cui lavoriamo il “nemico” ai fianchi. Sono le acque chete che tirano giù i ponti. Ricordiamoci sempre, che se tutti gli atei ed agnostici italiani o eventuali simpatizzanti sapessero che esistiamo, diventeremo una fortissima associazione, tanto che il sig. Volontè, Rutelli, la Binetti, Eminenz etc. etc. passerebbero notti piene di incubi.

blepiro

Contrario a un’iniziativa pubblicitaria con slogan fini a se stessi. Diciamoci la verità: chi è di mente aperta non ne ha bisogno. Semmai, si dovrebbe far capire alla popolazione italiana che “ateo=mangiatore di bambini” è una falsa premessa. O anche “ateo=presuntuoso”: è quello che mi sento dire… se si pensa che chi lo dice crede a una religione per FEDE… ovvero PRESUME l’esistenza di un determinato dio, non vedo perché dovremmo essere più presuntuosi dei credenti… mah…
Aprire alla possibilità dell’Altro, per porre le basi (e sarebbe una conquista) per una società laica. Ma secondo me i manifesti pubblicitari sono inefficaci, sviliscono il contenuto. C’è bisogno di un lavoro culturale costante.

Piuttosto, se il problema è di visibilità dell’associazione, preferirei che venisse pubblicizzato in modo tanto penetrante il Darwin Day o iniziative analoghe. Questo vorrebbe dire pubblicizzare anche l’UAAR (quindi, implicitamente, affermarne l’esistenza). E diffondere iniziative che instillano un minimo di dubbio.

Sara

Sono d’accordo con l’iniziativa, in linea di massima. Male che vada, farà notizia (forse, ma i signori dei media potrebbero anche semplicemente da ordini in senso opposto, far tacere tutto proprio per non dare risonanza, ci riescono benissimo anche con notizie molto più grosse e importanti); però tentare non nuoce, sarà comunque pubblicità per l’associazione.

Fede

Credo possa essere un ottimo investimento.
L’Uaar otterrà visibilità e a Roma, ad esempio, i cartelloni e i bus non passeranno di certo inosservati.

giorgio

non sono ancora socio, solo ateo, capitato per caso sul sito seguendo Odifreddi. Penso tuttavia che il solo “fare qualcosa” possa servire a farvi conoscere e, comunque, a smuovere un po’ le acque:non esistono solo i credenti! Auguri e buojìn lavoro. Giorgio dal friuli.

Filippo

@ Bruno Gualerzi: Sono completamente d’accordo con lei. E’ una bellissima iniziativa.

fra-casso

Assolutamente da fare!!

io scriverei: ” DOPO QUARANT’ANNI DI PREGHIERE DEI VARI PAPI
AFFINCHE’ CESSINO LE GUERRE
E’ LEGITTIMO DOMANDARSI
SE LE PREGHIERE NON VADANO A VUOTO”

UNIONE DEGLI ATEI E DEGLI AGNOSTICI RAZIONALISTI

a me non pare una frase oltraggiosa (esclusi fanatici e invasati), ma obbliga ad una riflessione. e credo che ci sia molta gente (più di quanti immaginiamo)
che si trovi sulla linea di confine tra fede e agnosticismo
che aspetta solo di sapere che l’UAAR esiste…

Nietzsche---

Se proprio si cerca uno slogan, quello che mi è sempre sembrato il vero manifesto di un ateismo costruttivo è la celebre frase di Feuerbach
“Trasformare gli uomini da teologi a antropologi, da teofili a filantropi, da candidatì dell’aldilà a studenti dell’aldiquà”.

mocipenso

I’ve a dream!

Ve l’immaginate un campo di calcio, in una importante partita, un giocatore (scegliete voi quale) che fa goal, si alza la maglia e sotto c’è scritto “Sono Ateo – UAAR”.

SPETTACOLO!

La scritta si può cambiare e forse (sicuramente) ci sarebbero tentativi di non mostrarla in TV. Ma alla fine credo che si riuscirebbe a far passare il messaggio. Altro che locandine negli autobus!

Ma non c’è un calciatore tra i nostri abbonati?

Saluti.

Silvio

Se non costa troppo perche no.
2 Anni fa a Torino comparvero, nelle pensiline dei pulman, dei manifesti con la foto di un luchetto con scritto sopra chiesa e in basso la frase ‘la tua mente è sotto controllo ‘ sotto.
Non ho indagato, non portavano alcuna firma non so quindi chi li ha fatti ,solo erano fatti bene, a colori, non era una cosa amatoriale.
Il probblema e che la gente li strappava e non se ne parlava, in effetti sui tram
sarebbe più difficile e se ne dovrebbe parlare per forza.

Ma si è uguale, si estinquerà lo stesso.
Prendete un grafico (ipotetico chiaro) dall inizio della storia vedete che la scala di chi crede in un ente soppranaturale sta scendendo sempre più, la religione e il rimedio temporaneo che usa l uomo per la sua innata necessità di capire le cose, in attesa che la scienza le spieghi.

Comunque ogni mezzo per accellerarne la caduta con il conseguente risveglio del libero pensiero è ben acetto.

SilviaBO

Sono d’accordo con Otto Permille, Luigi Cervone e Blepiro.
Si rischia di suonare provocatori e di mettersi allo stesso livello dei predicatori religiosi.
Meglio iniziative mirate su questioni concrete.

luz

Non credo nello scontro diretto, verrebbe letto come una provocazione, i media ci taglierebbero subito le gambe trattandoci, a seconda di come gira nelle redazioni, come “folckloristici” o “sovversivi”.
Mi pare più utile rafforzare le iniziative già esistenti, quelle che hanno più a che fare con l’educazione al libero pensiero e alla divulgazione scientifica che non con l’ateismo vero e proprio;
ognuno di noi ha la propria storia e le proprie ragioni, difficile trovare uno slogan senza svilirci, rischieremmo di farne una questione identitaria ed assimilare gli stessi meccanismi che tanto ci infastidiscono,
scelgo la 5, resto disponibile per un contributo ad iniziative volte a stimolare libero pensare e scoperte di mondi alternativi;

P.S. e poi sono pastafariana, il FSM mi precluderebbe l’accesso alle sorgenti di Pigato ed all’harem di spogliarellisti libici.

patrizia

Anch’io condivido l’idea di Bruno Gualerzi, perchè ad esempio,nessuno dei miei amici atei agnostici, se non glielo dicevo io, conoscevano questa organizzazione. Anch’io non vedo la necessità di fare proseliti, ma far vedere che esistiamo e che non ci nascondiamo come lupi mannari, mi pare giusto.

nessie

Sono poco convinta.
E’ un raudi buttato a capodanno: finisce lì.
Preferirei impegnarmi, anche economicamente, in iniziative culturali.
Certo, è una strategia di lungo periodo.
Sul breve, brevissimo, impegnerei le risorse in adesivi ben studiati, azioni legali – ove ricorrano gli estremi – e, in caso di grasso che cola, commissionando una bella ricerca.
In rete, continuare a coltivare questo sito, le ultimissime – tappa obbligata nel giro informativo quotidiano – e la diffusione del link.
Cauto sarebbe tenersi un tesoretto da impegnare nel medio quando, verosimilmente, vareranno leggi restrittive la libertà individuale.

saluti 🙂

Giuseppe Carlesi

Mi sembra che, pur nella massima libertà, molti non si rendano conto che una forte identità atea che entri in modo non ragionato nella società corra solo il rischio di far risvegliare i fondamentalismi religiosi ,e non solo quelli cattolici.Inoltre il rischio più grosso che correte,cari colleghi, risulterà essere un effetto boomerang.
Silvio
Mi sembra che tu abbia troppa fiducia nella tua visione del mondo, non sarai un visionario?
fra-casso
Di fatto le preghiere un effetto l’hanno avuto, su di te, che in questi anni ci sei stato dietro.

Nik

La 6: Sono soldi buttati: nessuno se ne accorgerà.

O meglio se ne accorgeranno solo per farci delle polemiche, ma non credo che le pubblicità sui bus possano convincere qualcuno.

piersky

Intanto, qui in Gran Bretagna la ATheist Bus Campaign ha avuto cosi’ successo nella racolta di fondi che sta per approdare in tutte le maggiori citta’ del Regno 🙂

Rothko61

Sono favorevole e disposto ad un contributo (ahime modesto).
Concordo con chi afferma che la campagna non dovrebbe avere un’eccessiva connotazione anticattolica, però non capisco chi afferma che Roma dovrebbe essere esclusa dall’iniziativa. Certo non sarebbe carino andare in via della Conciliazione o sulle gradinate di Santa Maria Maggiore. Ma perché escludere la capitale?
Anche la frase da scegliere andrebbe studiata meglio. Quella adottata in Gran Bretagna mi ha convinto di più di quella usata in Spagna, eccessivamente epicurea…

TalebAteo

news di oggi dal regno unito (su news.google.co.uk): hanno avviato un’altra campagna di bus atei in grande stile. Attenzione pero’… guardate che cifre… e che capacita’ di penetrazione mediatica: raccolte 5000£ in pochi minuti dal lancio della campagna.
Una ragione di scetticismo cmq rimane: la differenza tra la GB e noi e’ che li’ non esiste la censura da staterello sudamericano. Qui il giorno dopo saremmo tutti indagati con qualche fantasiosa accusa oppure fanno una legge apposta. Sinceramente, io non ho tanta paura dei preti quanto della malafede infida dei miei connazionali, gente che si e’ sempre distinta per malvagita’ e doppiezza. Cmq se si fa qualcosa fischiate ed aderisco!

Fabio

credo che oggi in italia il concetto che va veicolato e’:
lascia a ciascuno vivere la propria vita secondo i propri principi
(nel rispetto della legge ovviamente) e non pretendere di imporre
le tue convinzioni a chi non le condivide
anche perche’ e’ il modo piu’ sicuro per non trovarsi un giorno
dalla parte di quelli che subiscono le imposizioni degli altri

questo andrebbe scritto eventualmente (in maniera un po’ piu’ coincisa)
sugli autobus imho…

francesco pecoraro

d’accordo al 100% purché sia una cosa fatta bene.
e purché non sia solo anti-cattolica, ma contro tutte le religioni, contro tutti gli dei, contro l’idea di dio, radicalmente.
disposto a contributo in denaro.
fatelo.
facciamolo.

Stefano Grassino

@ TalebAteo

Mica è tanto di fuori il tuo ragionamento………qui si rischia di spendere un sacco di soldi (io comunque sono contrario, come ho già spiegato) e questi con un decreto qualsiasi, ti fanno togliere tutto.
1) Turbativa del sentire comune.
2) Offesa alla sensibilità del Ponteficie.
3) Provocazione nei confronti di un capo straniero.
4) Tentativo di sconvolgere l’ordine (religioso) costituito.
5) Seza limiti alla fantasia dei nostri politici.
Consideriamo anche assalti agli autobus con relative distruzioni dei messaggi da parte di fanatici religiosi.

Lorenzo G.

All’inizio ho votato quasi d’impulso la 4, ma poi, leggendo i vostri commenti, ci ho riflettuto su e mi sono venuti dei dubbi. Attualmente le posizioni che si avvicinano più alla mia sono quelle di Ottopermille, Luigi Cervone, Blepiro e SilviaBo: più concretezza. Gli slogan pro-ateismo sull’autobus rischiano solo di farci apparire ridicoli, e non ce n’é davvero bisogno. Sarebbe meglio, appunto, qualcosa di più mirato e specifico come, che so, “Concedere diritti a qualcuno non significa toglierli a qualcun altro!” (in riferimento, naturalmente, ai vari Pacs, Cus, DidoRe, ecc.). Cose così, insomma.

Silvio

Non sono un visionario solo guardo le cose da un punto di vista più storico
che di cronaca.
Se in questi anni sembra si avverte una maggior presenza vaticana ad ammorbare l aria, è solo perche essa per prina avverte la sua inesorabile fine, quindi sbraita più del solito.
Il ruggito prima della morte.
Amen

corrada cardini

la carta vincente non credo sia l’ateismo militante, anche se sono atea a mia volta, ma la affermazione forte della separazione fra stato e chiese, la rivendicazione del diritto di ciascuno a non professare alcuna religione e di nn essere costretto a subire dictat ideologici dai poteri fort rappresentati dalle caste sacerdotali….detto questo, perchè no? se si tratta di operazioni non “becere”, di argomentazioni di alto profilo. Ateismo non deve mai significare vuoto di valori etici e culturali.

fra-casso

R. Nietzsche
secondo me bisogna parlare in modo semplice per arrivare a tutti
non solo a persone che masticano filosofia.

R. Giuseppe Carlesi
?? forse non hai letto bene il mio commento.

fra-casso

R. Giuseepe Carlesi
Pardon, ero io che non avevo letto bene i suoi.

mino

sono favorevole ma quella frase non mi sembra appropriata .sa troppo di epicureo

Silvano

Io scriverei un numero(grande) QUESTO é IL N° DEI MORTI CAUSATI DALLE RELIGIONI

enrica brillakis

L`idea e´ assurda e amorale. Si basa sullo stesso principio-metodo che utilizzano le religioni occidentali. Pubblicita´! Condizionare le menti deboli, creare provocazioni per appropriarsi di uno spazio visivo. La coscienza e la scelta se essere laici e/o atei o no, dovrebbe basarsi su altri scopi che si basano su motivazioni diverse da quelle tipiche delle religioni confessionali. Rivendicare i propri diritti di pensiero, tutelare la propria liberta´ di pensiero ed espressione non dovrebbe relizzarsi nel convincimento altrui attraverso forme tipicamente pubblicitarie.
Trovo la vostra associazione interessante, mi rallegro della sua esistenza e condivido molto di suoi principi e scopi.
buon lavoro e buon anno.
enrica brillakis

Sbadato

Volevo solo farvi conoscere il mio sguardo da fuori, ovvero: avevo letto qualcosa sulla vostra associazione sul Venerdi’ di repubblica, mi ero annotato il sito pensando: sì, mi devo sbattezzare, poi e’ passato tipo un anno e non ho fatto niente. Oggi leggendo il Guardian c’era la citazione di una eventuale pubblicità in Italia, allora vi cerco su Google, vi trovo e mi metto a leggere questi commenti. La chiave di tutto cio’, checchè ne dica Enrica Brillakis è proprio questa: la pubblicità. Ovvero, io non conoscevo la UAAR, per cui non mi sono associato, ma se tutta l’Italia fosse a conoscenza diretta dell’associazione allora i soci quanti sarebbero? Ad oggi quanti sono gli atei in Italia? E’ una questione di numeri, non di politica. I politici fingono di essere cattolici, o difensori della religione, solo per convenienza. Ma noi non dobbiamo parlare a questi, noi dobbiamo parlare a tutti. Per cui io proporrei prima di tutto di pubblicizzare la volontà di fare una pubblicità per difendere il diritto di non religiositià, non tanto la laicità dello stato, quanto la libertà degli individui di potersi proclamare atei e non religiosi senza sentirsi diffamati, diversi e disadattati. E sottolineare che il contributo puo’ essere fatto in forma anonima, esattamente come in forma anonima si puo’ contribuire in chiesa.
Se guardiamo la definizione di democrazia, scopriamo che l’Italia non lo è mai stata. Non per questo non abbiamo il dovere di difenderla, e per difendere la democrazia (e lo sanno bene gli stati che democratici lo sono davvero) bisogna combattere, tenere vivo l’interesse.
E – a mio avviso – usare le stesse armi dell’avversario.
Io sono pronto a finanziare una pubblicità che possa scaturire ulteriori dubbi nella mente dei dubbiosi, e non credo di essere il solo.

Nietzsche---

@ fra-casso
non serve masticare filosofia per riflettere su un aforisma..

TalebAteo

@ enrica brillakis
il parallelo che tu fai e’ sbagliato: questa e’ tecnicamente pubblicita’ e a livello di contenuti e’ anche abbstanza allegra (almeno la versione britannica); cio’ che fanno le religioni e’ un misto di propaganda e lavaggio del cervello, con modalita’ variabili a seconda che si tratti di “grandi religioni” o piccole sette, ma tutte improntate sul senso di colpa e sulla minaccia.
A livello di contenuti anche alcune pubblicita’ usano il meccanismo dei sensi di colpa tipici delle propagande di regime (pensa alle diete), sebbene con finalita’ piu’ “leggere”, ma qui non si sta vendendo niente, minacciando nessuno, insitllando repressioni o sensi di colpa ad alcuno.
Non si tratta di attrarre qualcuno, ma di far sapere a chi ha le stesse idee o gli stessi dubbi o sta maturando tali pensieri, che non e’ solo e rassegnato di fronte al muro del conformismo acritico, ma che, pur tra mille sforzi, qualcuno cerca di dar voce alle sue sacrosante rimostranze.
Non tutti usano internet ed alcuni, come il sottoscritto, erano cosi’ ripiegati su se stessi e rassegnati dal muro di gomma dei mezzi di informazione asserviti alla teocrazia vaticaliana, da non aver mai fatto ricerche sull’ateismo e sulle associazioni per la laicita’ dello stato.
Sulle modalita’ ed opportunita’ di un’azione ho qualche dubbio anche io. E’ una cosa da studiare bene.

PS: se trovi l’associazione utile perche’ non ci dai forza unendoti a noi?

Claudio B.

Ho votato la 2 “Se non costa troppo, perché no?”

In linea di massima penso che i fondi dovrebbero essere utilizzati soprattutto per attività culturali, però l’UAAR ha innanzitutto bisogno di visibilità (senza quella non si può combinare molto) e purtroppo l’UAAR non è che sia molto conosciuta…

J.C. Denton

E’ fondamentale farla a qualsiasi costo. La gente guarda queste cose: al di là dello slogan, che smuoverà ben poco, l’idea nella mente dei nostri sostenitori e dei nostri avversari che un’associazione atea sia così “potente” da farsi pubblicità allo scoperto nelle grandi città sarà sconcertante! Potrebbe essere il primo passo verso la vera visibilità. Ricordiamoci che, allo stato attuale, contiamo meno dell’asso di bastoni e che la giornata dello sbattezzo è stata un fallimento colossale (ahimé). L’Italia è la repubblica dell’apparenza: adeguiamoci, finché non è peccato.

Pozz

Io sono favorevole! anzi favorevolissimo. Non si tratta solo di una forma di pubblicità dell’ UAAR, ma bensi’ di uno slogan che induca la gente alla riflessione e soprattutto che renda noto agli atei italiani che esiste una realtà che si muove in rete e non solo che vede protagonisti altri atei come loro. Io ho scoperto l’ UAAR tramite un’ amico che me ne ha parlato, ma non è facile trovarlo col passaparola. Uno slogan come quello usato in UK potrebbe avere una grande rilevanza, in particolare nel nostro paese di catolicissimo anti-ateismo. Per chi afferma che la cosa non avrebbe riscontro, ricordiamo che siamo in vaticaliae e si immagini solo a che putiferio si scatenerebbe tra i media se dovessero iniziare a circolare mezzi PUBBLICI con scritte riguardanti l’ ateismo come in UK “Probabilmente non esiste nessun Dio, quindi smetti di preoccuparti e goditi la vita”. Non stiamo parlando infatti di un qualche link su internet o di manifesi ai lati delle strade. Stiamo parlando di mezzi che ospitano ogni giorno centinaia, a volte migliaia di persone. Come non accorgersene? E’ oltremodo ovvio che la strada della non credenza deve nascere da una riflessione personale dell’ individuo, ma perchè non dare un’ impulso a chi magari è dubbioso o alla ricerca di informazioni segnalando un sito dove queste informazioni sono ampiamente discusse e spiegate. Poi ognuno sceglierà come meglio reputerà giusto. In conclusione pienamente a favore.(e scusate la lunghezza del post) 😉

Andrea77

Ho votato la n.5 perchè penso che ancora si debba lavorare sul piano culturale in Italia per renderlo più elastico e pronto ad accogliere iniziative di questo tipo.
Altrimenti, ritengo possa essere contro-producente, non per l’iniziativa in se che trovo buona e giusta, ma per il clima che si respira in Italia. Soprattutto a livello politico, quindi del potere, troppo preoccupato di salvaguardare l’immagine della religione, ovvero della chiesa cattolica. E dal momento che solo noi, in occidente, ospitiamo un stato della chiesa, con un potere religioso così strutturato certe implicazioni e certe resistenze sono comprensibili.

Matteo Pugliese

ragazzi le iniziative culturali le seguono poche persone acculturate, non siamo una setta di pochi eletti e la propaganda non deve essere finalizzata a pubblicizzare l’UAAR in sè, l’iniziativa inglese, che dovremmo riprendere anche qua, è quella di alzare la testa e far vedere al “grande pubblico” che gli atei ci sono e convincere il maggior numero di persone che abbiamo ragione: THERE’S PROBABLY NO GOD. NOW STOP WORRYING AND ENJOY YOUR LIFE. Il messaggio è quello ed è chiaro, non mi pare che si faccia pubblicità alla BHA come qua all’Uaar che non porterebbe a nulla.
Basta con i discorsi che non ci ascolta nessuno e ce l’hanno tutti con noi e non serve a niente e tutti i partiti ci salterebbero addosso.. un pò di coraggio! perdio! 😀

alberto tadini

favorevole e cercherei di dare anche qualche soldo.
e sono d’accordissimo con bruno gualerzi riguardo al tipo di messaggio da pubblicizzare.
penso che una frase come quella utilizzata in uk non passerebbe mai: guardate che fine fanno le pubblicità “forti” riguardanti l’anoressia: a milano è stata eliminata immediatamente. una pubblicità “inglese” qui non sarebbe neppure considerata e sarebbe rifiutata. meglio quindi far conoscere l’uaar. la conoscenza provoca interesse, l’interesse provoca l’aumento di soci e – secondo me – soprattutto molti che hanno più o meno le nostre idee inizierebbero a uscire allo scoperto, per esempio iniziando a sopportare molto meno le iniziative della ccar e anche le tv e giornali che fanno da cassa di risonanza.
perchè non provare?

Simone Blasetti

Sono favorevole alla pubblicità atea ma la pubblicità è qualcosa di molto difficile che viene spesso affidata a veri esperti del settore. Una parola sbagliata potrebbe sortire l’effetto opposto. La pubblicità non deve dire, ma suggerire. Occorre astuzia e buona conoscenza della psicologia umana. La pubblicità usa slogan, ma non solo, anche immagini, disegni ed una grafika studiata con molta attenzione. Ogni più piccolo particolare ha la sua importanza. Secondo me se è divertente, se riesce a strappare un sorriso, è molto più effikace. La gente è affascinata anche dall'”intelligenza” di ciò che vede. Ad esempio andrebbe bene una frase autoreferenziale, paradossale, iperbolica, enigmatica, ecc.

saibaba

1) lo slogan dio non esiste..godiamoci la vita…..
per me non ha” senso “un può godersi la vita anche se dio esiste…
2) godiamoci la vita ecc .. alcune” PERSONE “purtroppo per” godersi” la vita hanno bisogno di essere “aiutate”…
allora un progetto concreto …fatto dall’uaar…e publicizzato avrebbe più credibilità ….che un puro slogan ..anche se bello…………..
dalla mia esperienza concreta ….

saibaba

anche perchè,qualcuno ti potrebbe dire …OK noi crediamo , abbiamo fiducia ..in “dio”e lui ci aiuterà a “goderci” la vita… “voi” che non credete …in dio
.chi deve aiutare chi non può da solo a godersi la vità????????

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