Serra: La scomunica di Pio XIII

Da segnalare un pezzo satirico di Michele Serra, sulla recente querelle riguardante l’opposizione della Chiesa all’antisemitismo e al nazifascismo. Leggendolo, viene il dubbio che la realtà superi la fantasia della satira.

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30 commenti

Sol

dove sarebbe invece il link al bagno? Mi sta venendo un rigurgito……

cristoforo

Se sfotto io, vengo bannato, se sfottete voi, tutto è lecito.
Avete proprio una bella concezione della democrazia!
La vostra satira è consentita, la satira degli altri è censurata.
State proprio facendo una bella figura!

Bruno Gualerzi

Scusa Serra, ma non hai tenuto conto che i preveggenti ‘vedono prima’, quindi come potevano essere creduti ‘prima’ che succedesse ciò che avevano previsto?
So già quindi che nessuno mi crederà, ma io prevedo che nel 2550 Piopio CLV dirà che la chiesa aveva sempre saputo che Cristo era tutta un’invenzione, ma che ha taciuto per tanto tempo per salvare i cristiani dal linciaggio di altri cristiani.

cesare

L’articolo di Serra è piacevole ma niente di speciale. Più che ridere fa sorridere.
Secondo me si riderà molto di più quando si vedrà che cosa si sono inventati per dimostrare che pio XII (Don Abbondio fatto papa) ha vissuto “eroicamente” la fede, condizione necessaria, ma non sufficiente, per la santificazione.
L’altra condizione è aver fatto qualche miracolo. pio XII è morto da 50 anni e non s’è mai saputo di miracoli. Anzi, non se ne parlava nemmeno tanto, perchè era una figura un po’ imbarazzante. Adesso che per imperscrutabili motivi lo si vuole sugli altari è trapelato che è apparso in sogno a un benestante per convincerlo a fare un prestito a una donna bisognosa. Io so di tante donne che riescono a farsi dare soldi senza bisogno di santi, comunque…

Daniela

la parte della preveggenza mi ha fatto morire dal ridere anche me

Lorenzo G.

Divertente, soprattutto nelle “risposte” fornite dal vaticano alle critiche! 🙂

Stefano Grassino

@ cesare

Vai a leggere il libro di Eric Frattini – L’ENTITA’- su quello che hanno fatto i servizi segreti del vaticano sotto Pio XII e Mons. Montini (futuro Paolo VI) durante il periodo del nazismo. Credo che a Norimberga sia stata fatta molta ingiustizia e che su quei banchi manchi un bel numero di porporati.

nessie

Cesare: mi sa però che quelle donne a cui fai riferimento a volte fanno dei veri miracoli 🙂

saluti

don alberto

@ nessie
Non mi era alzato male.
Avevo (e ho) il dubbio di non averti capito (e di aver perso l’occasione di ricevere un consiglio).
Non è detto che se uno stende la mano verso di te, stia per darti uno schiaffo.
(Ti piaccia o no) con affetto.

Daniela

per stefano grassino,
mi hai fatto venire la curiosità di leggere il libro di Frattini, dovrò comprare questo ed “uscire dal gregge” che ancora non sono riuscita a trovare

nessie

Alberto, semplicemente ti auguravo che il tuo studio, il tuo impegno, fosse l’inizio, e non la fine, del percorso di conoscenza intrapreso. Qualsiasi esso sia.

Certo, dal mio punto di vista,
a) le persone gentili come te sono sprecate in quella banda di manigoldi
b) mi sembri abbastanza sveglio per poterti emancipare da una favola consolatoria
c) non è detto che se “un’acquatica creatura lunare di sogno” ti tende una zampa, stia per guatarti.
d) perdonerai se alla parola affetto, da parte di un prelato, mi corre la mano alla pistola 🙂

Facciamola finita qui, poi, non è una chat. Chiedo scusa a tutti.
saluti

cesare

X nessie

il miracolo che fanno quelle donne di cui parlavo è la resurrezione della carne.

X Stefano Grassino

Leggerò il libro. Concordo sul fatto che se non è stato processato nessun porporato a Norimberga si è trattato di un “vero miracolo”.

Bruno Rapallo (Genova)

All’ironia più o meno divertente di Michele Serra (secondo i gusti) preferisco la cruda realtà storica. Riprendo quindi e integro con nuove informazioni un mio commento che avevo inviato all’UAAR a inizio novembre scorso.
Sul tema assai controverso delle responsabilità di Pio XII rispetto al nazismo e sul suo comportamento prima e durante la seconda guerra mondiale, suggerisco la lettura del testo di Giovanni Miccoli “I dilemmi e i silenzi di Pio XII – Vaticano, seconda guerra mondiale e Shoah”, uscito nel 2000. Miccoli è uno storico rigorosissimo e molto cauto (niente da spartire con gli attacchi beceri e controproducenti del “Vicario” di Hochhuth, che di storico hanno poco e di ideologico settario fin troppo); la bibliografia che Miccoli ha esaminato è sterminata (quasi 40 pagine di titoli), le citazioni di documenti ufficiali sono inattaccabili e sempre inserite nel contesto appropriato, con grande equilibrio ha esaminato tutti i “pro” e i “contro”, l’impressione complessiva è di serietà, competenza, valutazioni meditate e non prevenute.
In estrema sintesi, l’atteggiamento di Pio XII (nella migliore delle ipotesi) appare improntato inizialmente a simpatie filo-tedesche, filo-naziste e filo-fasciste in funzione anti-comunista, congiunto a un’incapacità di cogliere la realtà storica in evoluzione verso un’immane catastrofe e verso gli sviluppi atroci degli stermini di massa su base etnica; la successiva presa di coscienza appare tardiva e persino con qualche venatura opportunistica in vista della fine del Terzo Reich e del regime fascista nazionale; nel complesso della ricerca storica di Miccoli l’atteggiamento di Pio XII appare quanto meno miope, debole e assai poco coraggioso, all’inizio quasi complice, alla fine forse anche opportunista, per essere molto gentili e non dire di peggio.
Ma lo storico Miccoli scriveva (con cautela persino eccessiva) prima che tra il 2001-2003 venissero aperti e desecretati gli archivi della Croce Rossa svizzera, della CIA e dei servizi segreti inglesi e argentini sugli anni del primo dopoguerra.
A tali archivi ha attinto a piene mani e con rigore lo storico-giornalista argentino Uki Goni, autore del testo “Operazione Odessa – La fuga dei gerarchi nazisti verso l’Argentina di Peron”, uscito in inglese nel 2002 e in italiano nel 2003. Dall’incrocio meticoloso dei nuovi documenti s’apprende con chiarezza che Pio XII e i cardinali Montini (poi divenuto papa Paolo VI), Siri (della mia Città, Genova), Tisserant (francese), Caggiano e Barrère (argentini), Hudal (ungherese) e numerosi altri religiosi erano almeno consapevoli o addirittura complici delle attività criminose dei prelati croati Draganovic e Petranovic (criminali di guerra), avendo tollerato o coperto e organizzato congiuntamente ai due suddetti criminali croati la fuga in Argentina (sotto la dittatura del fascista e filo-nazista Peron) di numerosi tra i peggiori criminali nazisti, ustascia, fascisti, ex-SS ucraini, collaborazionisti e/o criminali di guerra belgi, francesi, spagnoli, ecc.
Nel complesso, si stima assai cautamente che tramite la “rat line” (“la via dei topi”, nota anche come “la via dei conventi”) siano sfuggiti alla giustizia, trovando comodo rifugio in Argentina, non meno di 5000 collaborazionisti e/o criminali di guerra, almeno 300 dei quali erano criminali efferati degni della forca. Tra i più famosi, passati per il porto di Genova con l’aiuto della “Pontificia Commissione di Assistenza” (patrocinata dal cardinale Siri, fondatore del “Comitato nazionale per l’emigrazione in Argentina” e del comitato diocesano “Auxilium”), si possono citare Adolf Eichmann (il “ragioniere della morte”, organizzatore dello sterminio di milioni di ebrei), Josef Menghele (“l’angelo della morte” o “dottor morte” di Auschwitz), Klaus Barbie (il “macellaio di Lione”), Erich Priebke (il massacratore delle Fosse Ardeatine), Ante Pavelic (il presidente ustascia dello stato croato “fantoccio” filo-nazista, imbarazzante persino per i nazisti per la sua barbara ferocia ma molto apprezzato dal suo connazionale cardinale Stepinac e responsabile del massacro di almeno 700mila ebrei, serbi ortodossi, zingari e oppositori politici), e molti altri che potrete leggere nell’esauriente testo di Goni.
Ora si capisce molto bene per quali ragioni gli archivi vaticani di quel periodo, fatti aprire per breve tempo da quel galantuomo di papa Giovanni XXIII, siano stati prontamente richiusi da Paolo VI e lo rimangano tuttora.
E poi hanno ancora la faccia tosta di proporre la “beatificazione” di Pio XII e del cardinale Siri !!!
Consiglio vivamente a tutti la lettura dei due testi che ho citato: sono estremamente “istruttivi”.
Cordiali saluti.

Stefano Grassino

@ Daniela

Uscire dal gregge è molto bello. Credo che in futuro diventerà un punto di riferimento importante per tutti coloro che, almeno nel nostro paese, aspirerannono ad un chiarimento interiore sul come vivere serenamente il rapporto tra laicità e credo religioso.
Per quanto riguarda L’ENTITA’ di Eric Frattini sii preparata perchè è avvincente come il più appassionante dei gialli ma terribile perchè tira fuori il peggior lato della CCAR con le sue più terribili nefandezze per cui comprati un sacchetto come quello che danno sugli aerei. Ciao, buona lettura e fammi sapere se ti ho consigliato bene.

Stefano Grassino

@Daniela
@Bruno Rapallo

Una delle quattrocento pagine del libro L’ENTITA’ che riporta anch’esso tutto quello che dice l’amico Bruno:

Una delle fughe più eclatanti che vide coinvolta L’ENTITA’ (servizi dello spionaggio vaticano) nell’ “operazione convento” fu quella di Carl Vaernet, il Mengele Danese. Negli anni trenta, Vaernet affermò di aver sviluppato una terapia su quella che lui definiva “inversione della polarità ormonale”. Le sue teorie vennero diffuse dai giornali del Partito Nazista e per Heinrich Himmler rappresentarono la “soluzione finale” alla questione degli omossessuali.
Dopo l’ascesa di Hitler al potere Vaernet venne reclutato dal servizio medico delle SS, un’unità fondata da Josef Mengele. Nel 1943, Carl Peter Jensen, alias Carl Vaernet, firmò un contratto con l’Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich, cedendo in esclusiva i diritti del brevetto delle sue scoperte a un’azienda di proprietà delle SS, la Deutsche Heilmittel, e ricevendo in cambio uno stipendio, materiale di laboratorio e prigionieri omossessuali provenienti dai campi di concentramento da utilizzare come cavie.
Da gennaio del 1944, Himmler mise a disposizione di Vaernet gli omosessuali reclusi a Buchenwald. Carl Vaernet fece esperimenti su quindici prigionieri, impiantando nell’inguine una “ghiandola sessuale maschile artificiale”, un semplice tubo metallico che rilasciva un testosterone per un certo periodo di tempo. Solo due prigionieri sopravvissero a causa delle infezioni.
Già alla fine del 1943, un’agente dell’entità informò la Santa Sede da Copenhagen, occupata dai tedeschi, di un esperimento che avrebbe cancellato dalla faccia della terra “la crudele malattia dell’omosessualità” e menzionò il dottor Carl Peter Jensen.
Alla fine della guerra, Vaernet fu arrestato dalle forze armate britanniche in Danimarca e il 29 maggio 1945 il comandante alleato informò l’Associazione Danese dei Medici che Carl Vaernet sarebbe stato processato come criminale di guerra. Alla fine dell’anno, gli inglesi lo consegnarono alla giustizia danese, ma poco prima del processo il medico riuscì a fuggire. Il caso del dottore che poteva mettere fine alla “crudele malattia dell’omossessualità” arrivò alle orecchie del cardinale Eugène Tisserant, che, a quanto pare, ordinò ai suoi servizi segreti di aiutare uno scienziato tanto “utile”.

Bruno Rapallo (Genova)

Nell’avvincente testo L’ENTITA’ del giornalista-storico peruviano Eric Frattini, oggi docente di giornalismo all’Università di Madrid, ho rilevato per ora, oltre a pochi banali refusi di stampa, un solo errore grave che voi stessi potrete correggere a mano: quasi in fondo a pag. 354, il cardinale Giuseppe Siri (proprio quello della “via dei topi” nazisti) viene erroneamente indicato come cardinale di Firenze invece che di Genova.
Vorrei anche segnalare una sinistra “coincidenza” (o forse no ?) che salta all’occhio di chi abbia approfondito non solo la storia antica della Chiesa Cattolica, ma anche le vicende recenti dello IOR e dei casi Calvi, Sindona, Marcinkus, crack del Banco Ambrosiano, ecc.
Roberto Calvi venne impiccato a Londra (simulando un assai improbabile suicidio) sotto il “ponte dei frati neri” (Blackfriars Bridge). Ad circa 80 anni dalla fondazione nel 1566 della “Santa Alleanza” (in pratica una sorta di servizio segreto dello Stato Pontificio) ad opera dell’ex-inquisitore fanatico e delinquente-santo papa Pio V, venne creata e iniziò ad agire un’unità speciale della “Santa Alleanza”, nata per svolgere i “lavori sporchi” per conto del Vaticano, ossia un’organizzazione di spie scelte e assassini professionisti chiamata “Ordine nero” e costituita da monaci noti come i “monaci neri” (espressione peraltro usata anche per distinguere i cluniacensi dai cistercensi o “monaci bianchi”). Quest’organizzazione di assassini, che operò per almeno un paio di secoli, lasciava sovente sui cadaveri delle proprie vittime un “marchio” di riconoscimento in puro stile mafioso (ad es. una pezza nera con un simbolo rosso in bocca o sul petto dei morti ammazzati).
Il “suicidio” di Calvi sotto un ponte con quel nome, una pura coincidenza, un avvertimento mafioso o un vero e proprio “marchio di fabbrica” ? Forse non lo sapremo mai.
Saluti a tutti.

Sandra

Grazie Bruno per le informazioni. Sarebbe bello vederle riprese da giornalisti come Serra che hanno maggiore visibilita’ e potrebbero rendere un miglior servizio di informazione, invece di inventare storielle di cui in Italia non si sente assolutamente la mancanza.

darth wanax

Ante Pavelic (il presidente ustascia dello stato croato “fantoccio” filo-nazista)

Beh, lo stato era più propriamente filo-fascista (il re nominato era italiano), tanto più che il buon Ante fu, negli anni Venti e Trenta, amorevolmente accudito da Benito nostro.

Daniela

per bruno rapallo,
segiurò i tuoi consigli di lettura, ho tanti libri da leggere ultimamente

Giuseppe Carlesi

Bruno Rapallo
Sottolineata la serietà di Giovanni Miccoli “I dilemmi e i silenzi di Pio XII – Vaticano, seconda guerra mondiale e Shoah”, uscito nel 2000 per l’altro ci andrei più cauto.

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