Lecce: ancora sul caso del mancato presepe nella scuola Diaz

Come riferito in una precedente nota, nella scuola elementare Diaz di Lecce, dove si era organizzato un modo diverso per celebrare il tema della natività, è scoppiata una contestazione di alcuni genitori cattolici, sviluppatasi sui giornali, in Consiglio Comunale, con sereno anatema da parte del vescovo.
Dopo un’intervista su un’emittente, ho diramato un comunicato, in parte  ripreso su un quotidiano.
Ho allora ritenuto di diffonderlo come volantino dell’Uaar, direttamente all’ingresso della scuola, al momento del’uscita degli alunni.
Ho distribuito 200 fotocopie con una sola intemperanza incivile di un gretto, fazioso credente, la restituzione da parte di un genutore che lamentava il mancato recepimento da parte della direttrice o dei docenti della richiesta del loro bambino di avere il presepe, l’eliminazione del volantino da parte di un terzo genitore.
Per il resto diverse espressioni favorevoli, anche per la strumentalizzazione dei politici, diversi pareri contrari da parte di genitori, anche di generici non credenti, con ampio confronto e reciproco rispetto.
Ho riscontrato una totale disattenzione o sottovalutazione del tema della laicità che sintetizzo, per quanto può risultare utile per meglio attrezzarci in ogni altro eventuale confronto:

1) la laicità cancella la nostra identità culturale
2) il presepe fa parte della nostra tradizione
3) il popolo italiano è cattolico
4) anche i mulsumani si sono dichiarati favorevoli al presepe
5) anche il corano parla di Cristo
6) aboliamo il presepe, ma anche 20 giorni di comode festività
7) ci occupiamo del presepe, perchè non della religione
8​) l’iniziativa è preferita dalla maggioranza.
Ho risposto che:

1) in Italia è garantita la più ampia libertà religiosa, deve essere rispettata anche l’autonomia dell’insegnamento;
2) le festività natalizie non sono ricorrenze legate alla nascita di Cristo, perchè antica festa pagana, legata alla rinascita della vita, di cui si sono impadroniti i cattolici, trasferendo al 25, a Roma festa del Sole, la data della nascita di Cristo, fino al 325 festeggiata agli inizi di gennaio; del resto le festività di cui non si occupa la scuola, non per questo dovrebbero essere eliminate;
3) la laicità fa salve o rispetta tutte le concezioni della vita, senza precedenze o privilegi per alcuna di esse;
4) la laicità è un principio costituzionale, un carattere dello stato moderno che è democratico, non confessionale;
5) il presepe, comunque retaggio della pratica religiosa, quando la cattolica era religione di Stato;
6) potrebbe pure rappresentare un occasione di impegno labatoriale per i bambini, ma il segno che si fa passare e conservare è quello di rappresentare la fede;
7) se il presepe, come da tutti sostenuto, in un fronte unico da genitori, politici e vescovo, è bene tenere presente che diventa rito religioso ed i riti non possono essere svolti a scuola;
8​) la scuola si interessa dei fatti religiosi come fatti storici, non può  ospitare riti che devono svolgersi in chiesa, se non si vogliono duplicazione come acccade col catechismo = ora di religione;
9) il principio della maggioranza vale nel sistema elettorale, non nel campo della formazione, perchè allora ci dovrebbero essere idee che prevalgono e idee “all’opposizione”, cosa più antipedagica e anticulturale si possa temere.

Comunicato di Giacomo Grippa, coordinatore del circolo Uaar di Lecce (lecce@uaar.it)

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28 commenti

Giacomo Grippa

Dimenticavo sia di ringraziare i soci impegnatisi nella vicenda: Angela e Vincenzo, sia l titolo dato al volantino che è il seguente: NON C’E’ ALTERNATIVA ALLA LAICITA’.

Naturalmente salutare Lucia, Luciano e Manlio dell’apprezzamento per la normale, per noi, battaglia, in difesa della laicità.

Cosimo

Grandissimo Giacomo Grippa!!
Da salentino ti dico: “mantieniti forti”

stefano

x Maria

non è un rito ma un giochino che piace tanto ai bambini…

Giacomo Grippa

La preparazione può impegnare i ragazzi laboratorialmente, la celebrazione della nascita invece diventa un vero e proprio rito, esaltazione della fede, dell’evento.

Potrebbe essere trattato per la manualità (cotruire i pupi, la capanna o il contesto con la carta-pesta), proporla come favola, o recita, senza caricarla o legarla alla fede o rito.

I confessionalisti non ci rinunciano perchè sanno che così incidono nella psiche dei più piccoli, ripetono un rito perchè diventi incancellabile, o parte della tradizione.

Naturalmente uno degli infiniti eventi della tradizione, non onorabile obbligatoriamente o obbligatoriamente rappresentandolo con forma fissa (quella religiosa), dove non può incidere l’autonomia della didattica, un evento quindi che dovrebbe prescindere dal momento della formazione, trattandolo come fatto storico e verificandone la fondatezza.

Nel luogo della formazione, come la scuola, dovrebbero imperare la ricerca, il dubbio, non racconti che veicolino verità preconfezionate, comunque verità di parte.., verità inventate.

Quando e come arrivare a scoprile?

stefano

fare il presepe piace agli adulti.
i bambini imparano a farlo e da grandi lo insegnano ad altri bambini.
il cristianesimo, come tutte le religioni, con i suoi strampalati riti lo si impara (e lo si inculca) da piccoli altrimenti dopo 10-12 anni di età l’uomo sviluppa anticorpi specifici 🙂 chiamati ragione e spirito critico che non permettono più al suo cervello di accettare supinamente certe corbellerie.
questo è il succo della questione, il resto è trippa.

Bruno Moretti Turri

Ci vuole il presepe.

Con
– un Flying Spaghetti Monster col bastone (giuseppe)
– una Flying Spaghetti Monster con i paillons sulle appendici spaghettose (maria)
– un Flying Spaghetti Monster nella mangiatoia. Con il pannolino sennò le prefiche e i preti si eccitano alla vista del divin-pistulin e poi si masturbano ferocemente (oh, bella! ma nessuno si è mai accorto che se non son mancini hanno il braccio destro MOLTO più grosso del sinistro?).
– l’asino e il bue e la cometa vestiti da pirati.

PROPOSTA:
Perchè qualcuno bravo con photoshop e fotomontaggi non fa un presepe così e lo mette online per tutti noi?

Mama, anch’io vojo il presepe… buahhhhh
vojo il presepe!

patrizia

Invito gli atei a snobbare il natale, con presepi e alberi vari, ma a festeggiare il 21 dicembre l’arrivo dell’inverno con qualche rito laico, per esempio costruendo dei pupazzi di neve!

patrizia

Oppure degli spaventapasseri colorati, oppure fare collane di frutta secca, insomma festeggiare la natura in qualche modo, perchè la natura è scienza e poesia, non religione!

Roberto Grendene

un eventuale presepe a scuola deve essere trattato come ogni altro oggetto didattico, come ogni altro “lavoretto” che i bambini fanno.
Invece no e’ cosi’: lo circonda un’aura di sacralita’, indebita dentro le mura scolastiche.
Ossia mentre e’ concesso ad un bambino “Ulisse ha la faccia da porcello” riguardo ad un lavoretto sull’Odissea, la stessa cosa diverrebbe una “bestemmia” se rivolta al personaggio Maria, o Giuseppe, o Bambin Gesu’ del presepe. Il presepe diventa allora fuori luogo dove la sacralita’ o il rispetto superiore non sono non sono dovuti, ma sono proprio da evitare: la scuola deve essere uno spazio per sviluppare un pensiero critico e capacita’ di scelte responsabili.

dv64

Mi complimento con gli amici di Lecce per l’impegno e il tempo che dedicate a questa giusta causa.

bruno dei

L’iniziativa affronta in modo netto il problema centrale rappresentato dal presepe.
Non abbiamo nulla contro i giochi che prevedono l’uso di pupazzi, anzi, possono essere anche utili e formativi.
Ma nel caso del presepe, è indubitabile che si intende incidere sulla mentalità del bambino, influenzandola con la rappresentazione di una storia che si vuole ammantare di una sacralità che la rende intoccabile alla critica.
Quindi l’iniziativa leccese mi pare validissima e importante.
Questa storia del Natale e dei bambini mi pare pericolosa: nel natale i bambini diventano carne da macello da utilizzare a fini di consumo (si vedano le orride pubblicità natalizie dove i bambini appaiono solo come stupidi bersagli di un consumismo festaiolo ridicolo e umiliante) e di indottrinamento con storielle religiose appiccicose e false. La famiglia (sacra) diventa in esso, col suo corteo di animali e di una umanità antistorica che nemmeno il mulino bianco saprebbe pensare, uno sdolcinato veicolo di valori e di ruoli che la storia ha per fortuna superato.
Insomma, il presepe è profondamente antieducativo.
Non la festa è da cancellare, ma il suo utilizzo in chiave religiosa, che ne fa un momento di indottrinamento dei bambini, che con la scusa del gioco, vengono cresciuti all’ombra di credenze irrazionali e idolatriche.

Otto Permille

La favola del presepe potrebbe essere smentita da una semplice considerazione “veterinaria”. Tutti pensano al bue e all’asinello che soffiano per scaldare Gesù. Però non pensano all’attività “posteriore” dei due animali. Praticamente l’attività defecatoria e urinaria degli animali avrebbe creato un ambiente così fetenziale che il neonato Gesù sarebbe morto in poche ore.

Giacomo Grippa

A proposito dell’invocato diritto della maggioranza da parte dei (genitori) cattolici, ho annotato criticamente che allora a scuola ci dovrebbero essere idee prevalenti ed idee “all’opposizione”.

Mi sbagliavo, perchè le idee diverse da quelle confessionali sono cassate.

Come sbagliano i docenti, per l’autonomia della didattica loro riconosciuta, a variare, a completare la conoscenza delle idee: per es., perchè i docenti di matematica non parlano della matematica Ipazia, uccisa in chiesa, essendo non credente, perchè non parlano delle sue scoperte?

Perchè non ne parliamo noi tutti dell’Uaar, lanciando una iniziativa, come facciamo con Giordano Bruno?

Nifft

Dialogo ascoltato tra una bambina di circa 6 anni e la madre, in filla davanti alla cassa di una libreria:

La madre ha comprato diversi libri di apologia cattolica, per la figlia ha comprato un libro illustrato sulla vita di Gesù. La figlia lo sta sfogliando avidamente, poi contrariata, sull’orlo delle lacrime, sbotta: “Ma c’è solo Gesù in questo libro!? Non ci sono altre _fiabe_?”

Potenza dell’innocenza.

Stefano Bottoni

@ Nifft

E la madre come ha reagito quando il suo feticcio preferito è stato ridotto a ciò che è veramente?
E’ vero, l’innocenza dei bambini è fantastica… per questo cercano di distruggerla sin da subito.

antoniotre82

@ Giacomo Grippa

Sono della provincia di lecce, precisamente di Trepuzzi, e noi laici e razionalisti sappiamo bene, purtroppo, quanto il salento sia invaso e condizionato da un cattolicesimo spietato. Ho conservato le due pagine, dedicate dalla Gazzetta del mezzogiorno del 12 Dicembre alla vicenda, per farne un post sul mio blog dal titolo “Il presepe dei fascisti”. Avevo notato come i giornalisti che l’hanno scritto non abbiano neanche sentito la Sua opinione al riguardo nè l’opinione di un semplice laico, ma hanno raccolto esclusivamente dichiarazioni di persone ed assessori cattolici del comune di Lecce. Credo che i giornalisti (Stefano LoPetrone e Davide Stasi) non siano neanche al corrente del fatto che a Lecce ci sia un circolo UAAR. Credo che neanche sappiano cos’è l’UAAR nè conoscano l’art. 7 della nostra Costituzione. Le due pagine sono scandalose e mi sono reso conto di quanto l’informazione dozzinale contribuisca a creare quell’alone di ingiustizia con cui si vuole attorniare la negazione dell’allestimento del presepe, quando invece la dirigente non sta facendo altro che rispettare la costituzione e la legge, nonchè il principio di uguaglianza e la libertà di religione e di pensiero.
Chi fa le spese di questa protesta, ovviamente non è il principio di laicità o le altre libertà, ma i poveri bambini innocenti che vengono condizionati e divisi da questa vicenda…come cresceranno se già da piccoli vengono abituati a questi scontri ideologici, additando come nemico chi è contrario ad alcuni provvedimenti? Questo dimostra il pessimo grado di civiltà della nostra provincia e delle nostre amministrazioni, ancora troppo legate a pregiudizi e visioni ultracattoliche della cosa pubblica.
Come dice Dawkins non esistono bambini cattolici o musulmani, ma esistono bambini figli di cattolici e figli di musulmani, costretti a subire le loro visioni fanatiche crescendo conseguentemente in modo fanatico anche loro.
Spero che la vicenda si risolvi nel migliore dei modi e Le faccio i miei complimenti per la Sua opera di informazione nei pressi della scuola.

ET

Complimentissimi!!! Ce ne fossero di persone come voi, che si battono per quello in cui credono( e che per di più è giustissiimo!!). complimenti per il coraggio ed il tempo che dedicate a queste cose!!

Giacomo Grippa

Mi sarebbe piacere conoscere o mettermi in contatto con il cortese, giusto amico Antonio di Trepuzzi che dallo scritto intuisco come attento, imparziale cittadino, vicinissimo a Lecce e all’Uaar.

I miei recapiti: via R.Caracciolo, n.16 (nei pressi del Rettorato), tel. 0832/304808, mail: giacomogrippa2000@yahoo.it.

MicheleB.

A me interessa molto la proposta di Patrizia di ieri sera: “la natura è scenza e poesia”, esatto; e noi dovremmo festeggiarla, in quei momenti che più ne evidenziano la ciclicità.
In un certo senso, con la mia dolce metà avvolte lo facciamo.
In giro simili occasioni ci sono, ma vengono spesso organizzate da gruppi di neopagani.
Praticamente, dalla padella alla brace.

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